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Indice degli Inserzionisti
44
Editoriale di Paolo Nuti
52
Posta a cura di Rino Nicotra
55
Annuario del Software Didattico
62
News a cura dì Rino Nicotra e Fabio Della Vecchia
116
Mac Corner
di Paolo Cognettì
125
Attualità
56 Kbps: il mercato ha scelto l'X2 di Valter Di Dìo
128
Anteprima
Union Reality UR Gear di Andrea de Prisco
134
Archeologia Informatica
Le macchine meccanografiche per il trattamento deH'informazione
di Gaetano Di Stasio
142
Informatica & Società
Virus e protezione dei dati certezza tecnica o legale?
di Manlio Cammarata
156
Arte Informatica
Dialogo con Silvia Bordini di Ida Gerosa
160
161
163
164
Informatica & Architettura
a cura di Paolo Martegani e Riccardo Montenegro
Architettura in rete
Realismo o astrazione? di Ruggero Lenci
In libreria
Modelli virtuali: omologazione e/o caratterizzazione
di Riccardo Montenegro
166
Altri Tempi
Premiata l'ATtesa dì Raffaello De Masi
170
Playworld di Francesco Carlà
184
Intelligiochi
Storie di vita... artificiale di Corrado Giustozzi
184
Avvisi ai Naviganti
Spuntini in rete di Raffaello De Masi
186
Tecnica
Wmchip C6 180 MHz di Luca Angelelli
192
196
200
206
Prove
Microsoft Works 4.5 di Francesco Petroni
Logitech FreeScan dì Valter Di Dio
Monolith Geo Millennium di Valter Di Dio
Nokia Cellular Data Suite dì Andrea de Prisco
212
216
220
OverView
Calcomp Ultra Siate di Valter Di Dio
Micrografx Simply 3D 2 dì Francesco Petroni
Com One MCI28: ISDN, GSM e Modem in una PCMCIA
di Enrico M. Ferrari
4
MCmicrocomputer n. 181- (numerazione editoriale)
224 Modem/Fax Sidin 1456VQE di Alessandro Rette
228 Plasmon CDR480e di Luca Angelelli
230 Traxdata CDR 412EL Pro di Luca Angelelli
232 ViewSonic LCD VPI 400 di Valter Di Dio
234 Plextor Ultraplex PX-32 TSi di Luca Angelelli
236 Nokia Multigraph 445X prò di Bruno Rosati
238
Digital Imaging
Kai's Photo Soap di Raffaello De Masi
244
ABC
Signori, accendete i vostri motori di Raffaello De Masi
250
Prodotti Multimediali
Cultura e attualità di Dino Jons
260
Computer 8i Video
News, software multimediale... di Bruno Rosati
268
Computer & Video
Speciale VGA 3D: alcune proposte (seconda parte!
di Massimo Novelli
274
Realtà Virtuale
Confronto fra dispositivi di visualizzazione: impariamo ad usare i parametri
di caratterizzazione di Gaetano Di Stasio
278
Telematica
Firma digitale, identificazione del mittente, e-mail cifrata di Sergio Pillon
284
HTML
Dynamic HTML (seconda parte) di Giuliano Boschi
290
Mathematica
Le leggi della genetica di Francesco Romani e Alessandro Celli
296
Desktop Publishing
Tutti al ristorante di Mauro Gandmi
302
Grafica
Pensare in tre dimensioni di Francesco Petrom e Aldo Azzari
308
Data Base
Accedere ai database MS QL Server dai prodotti MS di Francesco Petrom
316
Workgroup
MS SQL Server 6.5: il componente RDBMS di MS BackOffice
(seconda parte) di C Petrom e L. Sandulli
324
Client Computing
Il computer nel frigo di Leo Sorge
328
332
OS/2
Networking Computing con server affidabili di Giuseppe Casarano
PD Software - La facoltà di scegliere a cura del Team OS/2 Italia
336
346
Macintosh
Alla ricerca del massimo risultato di Raffaello De Masi
PD Software - Qualcosa si muove di Valter Di Dio
351
353
Micromarket - micromeeting - microtrade
Moduli per abbonamenti, arretrati, annunci
ISSN 1123-2714
febbraio 1998
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69
ACCA Software SRL Via Michelangelo Canoulli 41
83048 MONTELLA AV
36
AIR ONE Via Sardegna 14 00187 ROMA
295
ALLESTIMENTI SABATINI SPA Va Bruno Buozzi 25
40057 C ADRIANO GRANAROLO BO
99
ARTEC SRL Via degli Aldobrandeschi 47 00163 ROMA
171
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30521 HANNOVER D
283
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00151 ROMA
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345
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107
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123-124
FACAL PRODUCTS SRL Va Silicella 84 00169 ROMA
58-59-60
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FINSON SRL Va Cavalcanti 5 -20127 MILANO
73
FRAEL ITALIA SRL Via del Roseto 50
50012 VALLINA-BAGNO A R. FI
41-42-43
GEOTEK ITALIA SRL Via Tonno 10 - 35035 MESTRINO PD
108
HARPAX SNC Via Fontanella 55
62012 CIVITANOVA MARCHE MC
141
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267
215
211
81
7-8-9-10
11- 14-15
83
227
16-17
77
II Cop.-3
85
102
87
91-103
67
93
95
243
178-179
38-39
113-115
28-29
46-17
III
12- 13
351
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applicazioni
a 32 bit per
Windows 95
Windows NT.
Ma che senso
ha avere a dispo¬
sizione il massimo
e poterlo utilizzare soltanto per una
percentuale delle sue possibilità?
Non accontentarti. Per darti il
100%, il Processore Pentium II ha
bisogno di un personal computer
che si dimostri alla sua
altezza. Ovvero,
di un personal
computer che
possieda una
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capacità di disco
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Pentium® II, grazie alla Main Board basata
sul nuovo Chipset Intel 440 LX per il
supporto delle tecnologie dell'ultima
generazione: RAM di tipo Sincrono, Hard
Disk Ultra DMA 33, Gestione del Bus AGP.
RAM SINCRONE (SDRAM)
Le RAM sincrone possono lavorare a velocita
molto superiori a quelle della generazione
precedente (EDO o Fast Page), riducendo
quindi a zero il periodo che il processore deve
attendere per scrivere o leggere da una cella
di memoria. Questo fatto consente una modalità
di lavoro appunto “sincrona" tra bus di
comunicazione e RAM con un incremento reale
di prestazioni (rispetto alle già veloci EDO RAM)
di almeno il 15%.
HARD DISK ULTRA DMA 33
La nuova tecnologia Ultra DMA permette di
raggiungere con hard disk di tipo EIDE capacità
di trasferimento dati (transfer rate) fino a poco
tempo fa esclusivamente riservate ai costosi
hard disk SCSI. Ciò che non tutti sanno è che
necessita di un controller apposito per essere
sfruttata. Oggi sulle macchine equipaggiate col
Processore Pentium® Il soltanto il ChipSet Intel
440 LX (e non il 440 FX o i precedenti) è in
grado di gestirla. La tecnologia Ultra DMA
permette quindi, in pratica, di raddoppiare la
velocita di trasferimento dati dell'hard disk fino
ad un incredibile massimo di 33MB/sec.
E' importante ricordare che un hard disk Ultra
DMA abbinato ad una main board che non
disponga di ChipSet Intel 440 LX, perde
completamente il vantaggio dell ultra DMA:
l'hard disk viene in questo caso utilizzato come
un normale disco a tecnologia EIDE.
TECNOLOGIA AGP
L’avanguardia tecnologica per le schede video:
AGP significa Accelerated Graphic Pori, uno
speciale bus sulla Main Board dedicato
esclusivamente alle potentissime schede video
che supportano questo standard. Tutte le
principali aziende produttrici di schede video
hanno già prodotto modelli AGP che permettono
un colloquio ad elevatissima velocità con la
memoria ed il processore. In questo modo viene
risolto il problema principale delle schede video
precedenti: la limitatezza della portata del bus
PCI che non consentiva l'enorme flusso di dati
necessario alle moderne applicazioni di grafica
3D, animazioni e filmati, che saranno sempre
più diffuse in futuro.
ATTENZIONE !
Macchine basate su Processore Pentium® II,
che utilizzano ChipSet obsoleti (per esempio
il 440 FX) non sono in grado di gestire nessuna
delle tre tecnologie sopracitate; sono quindi
dotate di un buon motore che però non
può riuscire ad esprimere appieno la sua
potenza.
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Editoriale
r
1
A
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A ll'ingresso della sala principale del ristorante Vissam campeggia un cartello: "I clienti che
desiderano fumare o tenere acceso il loro telefono cellulare sono pregati di accomodarsi
nella sala piccola”.
Tutti sanno che il fumo distrugge il gusto di un piatto e quindi fumare a tavola è segno di catti¬
va educazione, di scortesia nei confronti degli altri commensali ed anche del ristoratore Cosa
che, col caratterino che si trova, Gianfranco Vissani. non può certo ammettere.
Considerato l'imbarazzante livello di pressione sonora delle urla con le quali Vissam - pur
straordinario sul piano organolettico - governa la sua brigata di cucina, sospetto che l'inibizio¬
ne dei telefonini sia stata imposta più per rispetto del ristoratore, che del cliente. Ciò non to¬
glie, comunque, che tenere acceso il telefonino quando ci si intrattiene con altre persone, non
importa se amici, clienti, fornitori o uomini di stato, è segno di dubbia educazione
Piero Ottone va oltre e. con lo stile che lo contraddistingue, condanna anche l'uso del cellula¬
re in treno. Qualche mese fa l'Espresso ha dedicato diverse pagine ai cafoni tecnologici: oltre
ai cellularisti maniacali, quelli che ti riempiono la mail-box o, peggio, il fax di messaggi non ri¬
chiesti Comportamento, quest’ultimo, che può anche sconfinare nel penale.
Ebbene, desidero dare un piccolo contributo al galateo delle tecnologie affermando che è se¬
gno di pessima educazione inviare su dischetto o per E-mail testi, presentazioni o fogli
elettronici salvati esclusivamente nell'ultima versione di un programma Quanto meno
ci si informi preventivamente interpellando, con la dovuta educazione, il destinatario.
Quanti moccoli avete tirato ogni volta che tentate di caricare un file e non potete perché non
avete aggiornato la vostra Suite? Perché si deve sentire un pezzente chi non ha ancora sgan¬
ciato il mezzo milione di obolo per l'aggiornamento annuale? Senza contare che dopo aver da¬
to alla volpe, bisogna dare anche al gatto, visto che i programmi della volpe sono quasi sem¬
pre più inefficienti e. sulla macchina dell'anno prima, girano con una lentezza esasperante.
Non voglio mettere in crisi il mercato dell'informatica. Sono d’accordissimo che vengano svi¬
luppati bus e acceleratori grafici sempre più veloci. Perché chi ne ha bisogno, per esempio
per uno splendido videogioco ultra veloce, possa pagare e levarsi ogni soddisfazione.
Ma chi vuole stupire gli amici con una presentazione o un tipo di formattazione impossibile
con la versione precedente, lo faccia a proprie spese e non imponga ai propri interlocutori
l'onere della umiliante richiesta «per favore, rimandamelo in formato testo» E sappia che se
risponde «peccato, ti perdi l'effetto tendina arrotolata su quattro diagonali con esplosione fi¬
nale» fa anche la figura dello scemo.
Dirò di più: un vero signore spedisce solo documenti in formato universale per esempio rtf E
se proprio si vuole dare anche un tono da "grande tecnico", allora spedisca documenti in for¬
mato txt. Nell'uno e nell'altro caso eviterà anche la possibilità di sentirsi dire «guarda che mi
hai mandato un macro virus». Senza considerare che, stante la scarsa chiarezza delle alterna¬
tive di salvataggio, chi salva in versioni standard o precedenti dimostra una attitudine informa¬
tica ben superiore a chi semplicemente acquista e usa con cafonesca passività l'ultima versio¬
ne di una suite.
Nel 1990, agli albori dell'era del telefonino, i soliti benpensanti orchestrarono una campagna
contro l'esibizione del cellulare da parte del manipolo di innovatori. Il risultato pratico fu una
imposta sullo "status Symbol" pari a 300 000 lire/anno (poi ridotte a 120 000 per le utenze
non affari). Oggi come oggi il telefonino ha dimostrato ampiamente la sua straordinaria utilità,
non è più uno status Symbol, ma l'imposizione fiscale è rimasta. Anche perché parliamo di ol¬
tre 1.500 miliardi all'anno.
Sono fortemente contrario alla buona educazione imposta attraverso la leva fiscale Auspico
viceversa che tutti si rendano conto dell'imbarazzo che creano - e del tempo che fanno per¬
dere - quando inviano un file salvato esclusivamente "nell'ultima versione”
Immagino che molti mi accuseranno, se non di disfattismo, quanto meno di voler privare il
mercato della sua principale fonte di sostentamento. È proprio questo che contesto: sono
convinto che se l'innovazione non fosse finalizzata prevalentemente allo spreco di risorse di
calcolo, l'industria sarebbe costretta a modificare profondamente un marketing tanto efficace,
quanto elementare nella sua cafoneria. Con il vantaggio, non indifferente, di riawicinare l'evo¬
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di redazione: Massimo Albarello. Francesca Bigi, Ales¬
sandro Lisandn. Giovanna Molinari. Paola Nesbitt, Lucilla
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oaainazione: Adriano Saltarelli Grafica copertina: Paola Fi
lorn Fotografia : Dario Tassa Amministrazione : Maurizio
Neri Ramaglia (responsabile! Anna Rita Fratini Ab boname n-
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zione del Tribunale di Roma n 219/81 del 3 giugno 1981 "
Copyright Techmmedia si I Tutti i diritti riservati Mano¬
scritti e loto originali, anche se non pubblicati, non si
restituiscono ed e vietata la riproduzione, seppure parziale
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coordinamento di Rino Nicotra
La data di uscita di
MCmicrocomputer
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U uongiorno. mi chiamo Riccardo Odi¬
erno, volevo porre un quesito .
C'e' un motivo particolare (dispute
con il distributoreI per cui a MILANO la
rivista esce ormai con regolarità' svizze¬
ra SEMPRE dopo il 10 del mese (ieri, 14
gennaio, non se ne avevano notizie in
ben 6 edicole del centro???). Pensavo
che la data di uscita si aggirasse intorno
ai primi giorni del mese, periodo nel
quale si presentano le altre riviste del
settore
Ringraziando anticipatamente per la
risposta colgo l'occasione per inviare di¬
stinti saluti con i complimenti per l'otti¬
mo lavoro che svolgete
Riccardo Odiano, Milano
T eoricamente, la data di uscita non ha
nessuna importanza, perché prima la
rivista esce, prima è stata "chiusa*, cioè
è stato definito quello che c'è scritto
dentro; quindi se esce più tardi contie¬
ne (o comunque può contenere) infor¬
mazioni piu recenti.
In pratica, però, numerosi lettori si
aspettano di trovare il mensile in edico¬
la nei primi giorni del mese (impera ora
nel mondo una perversa moda consi¬
stente nel far uscire le riviste intorno al
venti del mese precedente, è evidente
che basta cambiare nome al mese...).
Ci adeguiamo comunque alle richie¬
ste e nei prossimi numeri anticiperemo
l'uscita di MCmicrocomputer; già que¬
sto numero di febbraio dovrebbe esse¬
re in edicola il 10 (contro il 15 di gen¬
naio), mentre a marzo contiamo di usci¬
re verso il 5 e ad aprile l'I. Considerate
comunque che, per ragioni distributive
(che non dipendono da noi), l'uscita non
può avvenire nello stesso giorno in tutta
Italia, ma si distribuisce nell'arco di tre o
quattro giorni (si comincia nelle grandi
città)
Siamo certi che questo (che. inutile
nasconderlo, è comunque per noi uno
sforzo) sarà interpretato come un indice
della considerazione in cui teniamo le ri¬
chieste dei lettori...
Marco Marinacci
Scrivete a MC!
Per scriverci avete a disposizione sia la posta tradizionale Via Carlo Perrier 9. 00157 Roma sia il fax della
•edazione (418924861 sa l'&mail. all'indirizzo mcposta@mclinkrt Ogni giorno i messaggi vengono girati
alle persone di competenza, per cui vi consiglamo di indirizzarvi alla casella della redazione piuttosto che a
quella dei singoli redattori che comunque, come al solito, trovate qui sotto. E' piu semplice per voi e, anche
se sembra strano, per noi E' difficile che riusciamo a fornire risposte private (quindi non inviate francobolli
o buste affrancate), per le e-mail qualche volta succede Voi provate, basta che non vi offendiate se non vi ri¬
spondiamo Vi assicuriamo comunque che leggiamo tutta la corrispondenza e teniamo nella massima con¬
siderazione dò che a viene segnalato
m.m
Nominativo
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Andrea de Prisco
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Corrado Giustozzi
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Marco Marinacci
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Giuliano Boschi
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Manlio Cammarata
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Giuseppe Casarano
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Cesare Cittadini (Team OS/2)
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Paolo Cognetti
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Valter Di Dio
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da più di tre anni (abbonamento n. 24031).
Non vi scrivo per farvi i complimenti, tanto
ne ricevete già abbastanza, ma per segna¬
larvi quella che considero una 'fastidiosa
inefficienza', ovvero il ritardo con cui mi
vengono recapitati i numeri della rivista
(da 20 giorni a un mese). Oggi, in tutti i
settori, il successo è strettamente legato
al livello del servizio fornito al cliente; nel
vostro caso il servizio che fornite al cliente
(leggi lettore) è senz'altro ottimo per
quanto riguarda la qualità delle informazio¬
ni, meno per la celerità con cui le trasmet¬
tete all'abbonato che, in quanto tale, do¬
vrebbe essere destinatario del servizio mi¬
gliore. Sono consapevole che i tempi tec¬
nici necessari per il recapito all'abbonato
della rivista sono abbastanza lunghi e
spesso indipendenti da voi (leggi Poste
Italiane), ma questo al "cliente" interessa
relativamente: è il servizio quello che con¬
ta. Non è molto interessante leggere arti¬
coli o inserzioni su chi e che cosa è pre¬
sente allo SMAU quanto lo stesso è già
concluso da un mese. .. Vorrei che quan¬
to ho scritto non sia considerato una criti¬
ca, ma piuttosto uno stimolo per migliora-
continua a pag 56
52
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
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a? ’997 ■ Prodotto su
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L'Annuario del Software Didattico è la versione su CD ROM della banca dati
della Biblioteca del Software Didattico (BSD) dell'Istituto per le Tecnologie
Didattiche (ITD) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), con sede a
Genova.
Nata nel 1985, la BSD del CNR svolge attività di raccolta, catalogazione e valu¬
tazione del software didattico ed ha come scopo primario quello di supportare la
ricerca educativa nel settore delle Tecnologie Didattiche. L'Annuario del
Software Didattico ha essenzialmente lo scopo di rendere disponibile al
largo pubblico informazioni acquisite dal mondo della ricerca.
L'Annuario è costituito da due CD-ROM (formato Windows): uno con- j v
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tica, fisica, chimica, educazione linguistica, storia, geografia, scienze naturali,
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enciclopedie su CD e software dedicati ai bambini per far prendere loro confi¬
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(B^à)
segue da pag 52
re il servizio che fornite ai vostri lettori Sa¬
luti e grazie per l'attenzione.
Sergio Danieli.
Castelgomberto (VicenzaI
P iu volte abbiamo ospitato lettere di ab¬
bonati che si lamentano dei ritardi di
consegna della rivista, che sono effettiva¬
mente notevoli ed imputabili essenzial¬
mente alla lentezza con la quale, purtrop¬
po, le poste svolgono il loro servizio. Sia¬
mo arrivati a sconsigliare l'abbonamento
ai lettori che hanno interesse ad avere la
rivista con la maggior tempestivamente
(non per tutti è cosi), esortandoli anzi a di¬
ventare amici dell'edicolante; più che es¬
sere cosi onesti, andando in pratica con¬
tro i nostri interessi immediati, non pos¬
siamo fare. Ma abbiamo una buona noti¬
zia: dal numero scorso siamo riusciti ad
organizzare le cose in modo che le riviste
per gli abbonati partano con circa una set¬
timana di anticipo, il che dovrebbe tradur¬
si in pratica nell'arrivare a destinazione cir¬
ca una settimana prima di quanto avviene
ora. "Ci potevate pensare prima", starà già
dicendo qualcuno di voi; forse avete ragio¬
ne ma, e non sto a raccontarvi i particolari,
vi assicuro che non è stato un intervento
banale come può sembrare.
L'avvio della pubblicazione di BYTE Ita¬
lia, inoltre, ci ha consentito di proporre ad
un prezzo più conveniente l'abbonamento
ad entrambe le riviste: abbonarsi ad una
costa 72.000 lire (anziché 99.000 che è
quanto si spende per l'acquisto ogni me¬
se in edicola), ma chi si abbona anche alla
seconda spende solo altre 42.000 lire, per
un totale cioè di 114.000 (fate voi i conti
del risparmio). Non vorrei utilizzare questo
spazio per una propaganda, ma credo si
tratti a questo punto di un prezzo interes¬
sante (ogni copia viene a costare poco più
di 5.000 lire) che forse può far accettare,
rispetto all'uscita in edicola, un ceno ritar¬
do nella consegna che resta, almeno in
pane, inevitabile (ma che. ripeto, dovreb¬
be - dico dovrebbe - a questo punto esse¬
re dell'ordine della settimana). Chi è già
abbonato ad MCmicrocomputer ha rice¬
vuto, o sta ricevendo, una proposta per
estendere l'abbonamento anche a BYTE
Italia pagando solo la differenza per i nu¬
meri che deve ricevere fino alla scadenza.
Marco Marinacci
La RIGA
NEL MONITOR SONY
S pettabile redazione,
Ho acquistato il giorno 28/10/97, presso
il negoziante Progress informatica di Para-
biago (MI), un monitor Sony modello
CPD100SX. Senza fare troppe prove
comparative, poiché ero sicuro del mar¬
chio. Sapevo di spendere il doppio di qua¬
lunque altro Taiwanese ma di poter gode¬
re di una qualità ai massimi livelli. Ora.
mentre scrivo, cerco di sopportare con
rassegnazione quella fastidiosa riga scura
che attraversa tutto lo schermo a circa un
terzo dell'altezza L‘ho segnalato al nego¬
ziante il quale mi ha risposto che è norma¬
le e che si tratta di un difetto della ma¬
schera Trinitron (II). Sapeva tanto di balla,
ma mi sono dovuto arrendere quando me
ne ha mostrato un altro appena disimbal¬
lato. 'il 17 pollici ha due righe, non una' ha
poi aggiunto. Non si tratterebbe quindi di
un pezzo difettoso su chissà quanti ne
vengono prodotti (e questo lo accetterei),
bensi di un colossale errore di progetto.
Proprio un bel fiasco, che un marchio cosi
di prestigio non si dovrebbe permettere.
Sembra tanto la storiella di quella nuova
automobile che si ribalta in curva. Se
questo è il modo di tradire la fiducia dei
clienti, i miei prossimi acquisti saranno
fatti con la massima diffidenza verso i pro¬
Carissima MC. sei con me dal 1983. e ho sudato sulle tue cane i listati del Commodore
64. Non ti ho mai sposato, perché i fonivi appuntamenti presso l'edicola o la libreria sono
sempre stati più sicuri di un rapporto stabile e istituzionalizzato. Dopo quasi quindici anni,
però, non so più dove teneni: il mio pied-à:-terre trabocca di te, e tu - bionda patinata e
sofisticata - sei sempre più pesante ed ingombrante. Cosa dovrò fare di te? Bruciarti: non
ho un camino, e crescerebbe sicuramente l'effetto serra. Fame coriandoli, sarebbe fuori
tempo: non siamo ancora a carnevale. Impiladi e trasformani in suppono per attrezzature,
modem, terminali, computer, ci ho provato, ma qui ultimamente il terreno è piuttosto in¬
stabile e sei miseramente rovinata a terra. Riciclarti, questa sarebbe la soluzione - ammes¬
so che qualcuno nodi - ma vorrei pnma essere sicuro che non ci siano altri occhi capaci di
ammirarti e altre intelligenze capaci di attingere alla tua sapienza. Se puoi - non me ne vo¬
lere - fammi sapere.
Massimo Bernabei. Foligno
56
dotti di grande marca, come Sony o Mer¬
cedes. Cordiali saluti.
Marco Blancato, Parabiago MI
D evo dire che... anche io ho un moni¬
tor Sony (anzi due) e anche io mi so¬
no stupito quando ho visto la riga e ho sa¬
puto che è normale. In realtà non ho mai
dato peso più di tanto alla cosa e mai
chiesto conferma alla Sony, ma da quello
che lei dice sembra proprio che sia cosi.
E in effetti mi chiedo come mai non ven¬
ga posto rimedio a questo singolare in¬
conveniente, mi pare strano che non sia
possibile. D'altra parte è vero che la riga
è appena percettibile, ma è altrettanto ve¬
ro in alcune situazioni (applicazioni di grafi¬
ca, tipicamente) può dare un certo fasti¬
dio, e soprattutto che da un marchio di
prestigio, come il nostro lettore ricorda, ci
si aspetta un prodotto che abbia tutte, e
non solo "quasi tutte", le caratteristiche
adeguate al suo livello.
Sono il primo disposto a "perdonare" la ri¬
ga nel Sony ma, in effetti, credo che direi
"guarda che schifezza" se la trovassi in un
taiwanese...
Però non esageriamo: forse con la
Classe A non si riesce ad evitare l'alce
che attraversa la strada. . ma forse se si
investe l'alce ci si fa meno male la Mer¬
cedes, comunque, pare che abbia posto
rimedio a questa pecca della sua ultima
creatura... ammesso che sia proprio una
pecca, ma questa non è una rivista di au¬
tomobili e devo stare zitto la Classe A è
un'auto particolare, corta e alta, non mi
sembra cosi strano che "si capovolga pri¬
ma di un'altra"... forse vuol dire semplice-
mente che con questo tipo di vettura bi¬
sogna stare ancora più attenti a non tro¬
varsi in situazioni di emergenza, come
con i camion, i furgoni, i fuoristrada, le
motociclette... e lo dice uno al quale non
piace andare piano... Insomma, il fatto
che se uno prova a capovolgere una Clas¬
se A possa riuscirci non mi pare un moti¬
vo per non comprare più nessuna Merce¬
des, capace di prodotti eccellenti (e mi
auguro che... non faccia troppo bene il
motore della McLaren di formula 1.,.).
Speriamo però che anche la Sony si com¬
porti come la Mercedes, e risolva il pro¬
blema della riga nera se è possibile; in
ogni caso chiederemo alla casa di darci al
proposito informazioni e spiegazioni da ri¬
ferire ai lettori. Non ci piace lo scandali¬
smo e quindi ci limitiamo a segnalare la
cosa in questo modo, senza voler monta¬
re un "caso mondiale" come ha fatto chi in
realtà, nessuno me lo toglie dalla testa,
ha voluto trarre beneficio dall'episodio
Classe A per vendere più copie.
Marco Marinacci
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
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domande fatte nei computer shop!
D. Chi sono i quattro "assi" della produzione infor¬
matica mondiale?
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D. Cosa è il meglio della loro produzione?
R. Facilissimo: rispettivamente processori Pentium
Il MMX+mainboard, Windows NJ hard disk ad alte
prestazioni, monitor Trinitron.
D. Quali sono gli standard più aggiornati?
R. ATX per l'architettura, DIMM per le memorie,
LX per il chipset, AGP per la grafica, UltraATA per gli
hard disk e 32 bi t per il software. Tutto il
resto=investimento sbagliato.
D. Dappertutto offerte di sistemi con il solito
Windows95... Perché voi NT di default?
R. Beh, se parliamo di PC professionali basati su
architetture 32 bit (Pentium II) non ha senso par¬
lare di Windows9x. Questo è un fatto. Inoltre NT è
più complesso da (pre)installare e necessita di un
supporto tecnico professionale che non tutti evi¬
dentemente sono in grado di offire. Questo è un
altro fatto.
D. Okay, ma allora niente giochini?
R. Gente, WindowsNT 4.0 (s.p.3) supporta anche il
DirectX! Il supporto multimediale è al 100%!
D. Così in famiglia tutti vorranno metterci le mani!
R. Ognuno avrà il proprio desktop e password...
D. È vero che un programma a 32 bit (es.
Photoshop, Lightwave, AutoCAD ecc.) gira più ve¬
loce sotto NT che sotto Windows95?
R. Definitivamente. E molti altri vantaggi.
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,
ì
Q.
<
a
O
Ed
e
MC 02-90
La Microsoft entra nel mondo Car Audio con Auto PC
Windows CE anche nelle autoradio
Al Consumer Electronic Show di Las Vegas, la Microsoft ha annunciato di voler estendere l'ap¬
plicazione di Windows CE dagli HPC alle autoradio, un ulteriore passo verso l’introduzione di
questo sistema operativo nell’elettronica di consumo.
di Rocco Patriarca
Alla fine della prima decade di
gennaio si svolge ogni anno,
a Las Vegas, il Consumer
Electronic Show. E - la più
importante esposizione mon¬
diale di elettronica di consu¬
mo, cioè di quel vasto settore
dell’elettronica che coinvolge
principalmente le grandi mul¬
tinazionali, europee, orientali
ed americane, originariamen¬
te produttrici di apparecchia¬
ture audio e video.
Naturalmente ad esso si
affiancano altri settori, come
telefonia, fissa e mobile,
paging (ovvero il sistema di
messaggistica che nel merca¬
to americano tende a limitare
l’esplosione della telefonia
cellulare), satellite, sistemi
audio e video per auto, siste¬
mi di sicurezza per casa ed
auto e cosi via.
Leader incontrastate del CES,
con stand galattici e dimostra¬
zioni Hollywoodiane, sono
state al solito le grandi multi¬
nazionali, giapponesi e ameri¬
cane (Sony in testa), capaci di
produrre dall’autoradio al
sistema Home Theater, dalle
tecnologie video (digitali e
non) alla telefonia cellulare, da
monitor (CRT, LCD, plasma) a
supporti pei memorie di
massa, il tutto all’insegna
della massima integrazione II
settore del computer, già pre¬
sente in tutte le sue sfaccet¬
tature aH'interno del Comdex,
organizzato in questi stessi
padiglioni non piu di due mesi
fa, è qui limitato all’aspetto
più consumer. A parte qual¬
che anteprima "tecnologica"
dalle applicazioni multisettore
(i monitor al plasma, tanto per
fare un esempio, qui visti sia
in versione "quadro da
appendere in salotto con il
quale vedere la TV”, sia in
versione “con supporto” da
scrivania con ingressi VGA,
Mac e, senti, senti, USB),
nessuno dei grandi nomi del¬
l’informatica è stato presente
mentre abbondano i produtto¬
ri di diffusori acustici per com¬
puter, di accessori e, soprat¬
tutto, di tecnologie di integra¬
zione fra computer e le altre
meraviglie dell’elettronica.
Microsoft, l'eccezione
La Microsoft, che da sempre
ha un occhio attento al merca¬
to del consumer nell’intento di
-Vii <J*>8
_J 1 4 * •
V • A * DlscPIayer 1 T , . ’ 1
•WW" o
L Auto PC di Clarion Come co-sviluppatoce del sistema ha ottenuto dalla
Microsoft il vantaggio di un anno rispetto agli altri concorrenti nell'impiego di
Windows CE m auto
scoprire nuovi mercati, ha rap¬
presentato l’eccezione ed ha
presenziato questa edizione
del CES con tanto di discorso
tenuto in apertura di manife¬
stazione dal suo "Chairman"
Bill Gates, chiamato ' parlare
addirittura prima del discorso
ufficiale del "tecnologico”
Vice Presidente Al Gore. Bill
Gates, come al solito in |eans
e maglione, ha
puntato subito il
dito sul motivo
della sua presen¬
za parlando di
integrazione
delle tecnologie
elettroniche, di
evoluzione nell’u-
sabilità dei più
Microsoft dedicava ampio spazio atta pre¬
sentazione delle potenzialità di Windows
CE nelle sue diverse applicazioni
All'Auto PC ha dedicato uno spazio in cui
veniva dimostrato il sistema su un simu¬
latore Da notare la diversa foggia dell'au¬
toradio "centro “ del sistema Auto PC
disparati dispositivi elettronici
con cui tutti i giorni miliardi di
persone hanno a che fare, di
interfacce di controllo comuni
per computer, segreterie
telefoniche e forni a microon¬
de. Un discorso introduttivo
breve e privo di riferimenti
specifici, in grado di strappare
molti consensi agli ascoltatori
La traduzione pratica del suo
discorso la si poteva ammira¬
re al centro del padiglione del
Convention Center, dove lo
stand Microsoft, a parte un
piccolo spazio dedicato alla
dimostrazione delle nuove
caratteristiche di Windows
98, era tutto basato su Win¬
dows CE e sulle sue diverse
applicazioni, Palm PC, HPC ed
Auto PC
Auto PC.
business del 2000
La Microsoft non ha mancato
di rendere noto, attraverso i
suoi comunicati stampa, quel¬
lo che Bill Gates aveva solo
introdotto. In maniera assolu-
62
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Preset 1
L'Auto PC di Clarion
©/%
Set Stiri
0 /%
Sol Destination
© ;
Get Directions
12355 Beach Road SW
Quattro "schermate " relative alle future autoradio basate su Windows CE
tamente esplicita ha dichiarato
che il mercato dell'auto sarà il
suo prossimo "big market" e
ne ha offerto una anteprima
introducendo l'Auto PC, ovve¬
ro un sistema completo di
controllo e gestione delle
apparecchiature elettroniche
dell'auto basato su Windows
CE 2.0. Tutto è nato nel lonta¬
no 1994 quando dirigenti
Clarion (azienda giapponese
tra le più vivaci nel settore del
Car Audio e tra le prime ad
introdurre il concetto di multi¬
medialità in auto, fatta di
audio, video, sistemi di navi¬
gazione e di antifurto) hanno
varcato la soglia della sede
della Microsoft a Washington
alla ricerca di un partner nel
settore dell'informatica per
espandere il proprio concetto
di multimedialità in auto. Ciò
che non potevano prevedere
è che la stessa Microsoft
aveva già iniziato degli studi
per capire come evolvere l'e¬
lettronica in automobile
secondo il proprio punto di
vista. Immediatamente è nato
un progetto (nome in codice:
Apollo) per lo sviluppo del
quale alcuni ingegneri giappo¬
nesi sono stati ospitati nel
campus Microsoft.
L'evoluzione del prodotto ha
portato alla presentazione
dell'Auto PC sia nello stand
Microsoft che in quello Cla¬
rion, naturalmente con un
diverso punto di vista. Se
nello stand Clarion dominava il
concetto di integrazione delle
varie periferiche elettroniche
di bordo sotto un unico con¬
trollo affidato ad una autoradio
(seppure con Windows CE),
alla Microsoft veniva dimo¬
strato (tra l'altro con una rico¬
struzione di un abitacolo ed
una autoradio leggermente
diversa e priva di marchio)
come Windows CE poteva
essere applicato anche al con¬
trollo delle varie periferiche
dell'auto. Ciò che conta, co¬
munque, è il risultato: un
nuovo prodotto che integra
Car Audio, comunicazioni,
messaggistica, agenda, navi¬
gatore, il tutto attivabile attra¬
verso comandi vocali e gestito
tramite Windows CE L'unità
centrale di controllo mantiene
la forma dell'autoradio, dotata
di frontalino estraibile e gros¬
so display con in bella vista le
icone che rappresentano le
periferiche Dietro il frontalino
ribaltabile si cela lo slot attra¬
verso il quale si accede alla
meccanica di lettura di CD /
CD-ROM.
Integrato all'interno del display
è anche il fotodiodo dell'inter¬
faccia IR, attraverso la quale si
possono aggiornare i databa¬
se interni con dati provenienti
da HPC o da portatili.
Clarion
come portabandiera
Grazie allo sviluppo del primo
esempio di apparecchiatura
Auto PC. la Clarion ha ottenu¬
to dalla Microsoft una esclusi¬
va d’uso di questo sistema
per un anno al riparo da attac¬
chi della concorrenza. Prati¬
camente tutte le altre aziende
giapponesi produttrici di auto¬
radio hanno già iniziato lo svi¬
luppo di un proprio prodotto
basato su questa architettura
Ma la cosa più interessante è
che l'unità centrale da cru¬
scotto comunica con le perife¬
riche attraverso una porta
USB ritenuta, anche dai pro¬
gettisti Car Audio, adatta al
trasporto di dati digitali, quali
ad esempio quelli provenienti
da telefoni cellulari GSM (e
quindi modem e pager), da
lettori di CD o MimDisc oppu¬
re per ri/O verso processori di
segnale e altre periferiche
esterne. E' proprio questo
aspetto che ha fatto drizzare
le orecchie ad aziende tipica¬
mente legate al mondo del¬
l'informatica. Compaq, Hew¬
lett-Packard, Sharp stanno già
studiando la possibilità di offri¬
re prodotti legati a questo
centro di controllo per conti¬
nuare a migliorare quelle che
sono le possibilità non solo di
multimedia in auto ma anche
di quel settore tipicamente
definito "mobile computing".
Tanto per fare qualche esem¬
pio, una piccola stampante a
getto da collegare, via USB,
all'unità centrale in grado di
mettere su carta, anche in
viaggio, un documento che
risiede nel PC dell'ufficio,
oppure una tastiera completa
da porre ad esempio al di
sotto dell'aletta parasole.
Insomma tutti i vantaggi di
una architettura aperta in cui
tutti i produttori di hardware e
software potranno cimentarsi
per proporre soluzioni ai diver¬
si aspetti del "mobile compu¬
ting" di oggi e di domani.
L'Auto PC della Clarion sarà
dunque il riferimento per l'in¬
tero '98. Visto da vicino esso
ha l'aspetto di una autoradio
AM/FM con amplificatore da
30 watt per 4 canali e proces¬
sore digitale di segnale (DSP)
incorporato che viene però
fornito di sistema operativo
Windows CE 2 0. Impiega un
processore Hitachi SH3 a 60
MHz, è dotato di 8 MB di
DRAM ed 8 di ROM. La mec¬
canica è in grado di leggere
sia CD audio che CD-ROM
ed è previsto un cambia
CD/CD-ROM a 6 dischi (pilo¬
tato sempre via USB), Il
software di base prevede la
gestione dell'interfaccia di
comando vocale e del modu¬
lo di sintesi vocale attraverso
il quale l'Auto PC comunica
con il pilota dell'auto, un sem¬
plice data-base per indirizzi e
numeri di telefono che. grazie
all'interfaccia con un cellulare
(anch'esso Clarion ed
anch'esso collegato via USB)
possono essere richiamati e
composti anche tramite inter¬
faccia vocale, software di
interrogazione di caselle voca¬
li, posta elettronica e messag¬
gerie, un semplice PIM
(Personal Information Mana¬
ger), la gestione di un sempli¬
ce navigatore integrato (che
richiede il CD-ROM delle
mappe o nella meccanica o
nel cambia-CD) ma che per¬
mette anche la gestione dei
chilometraggi e delle spese,
dell'interfaccia IR, di un siste¬
ma antifurto satellitare
anch'esso gestito dalla
Clarion (per il momento solo
negli USA) e diverse altre
minori
Comunque le applicazioni
possibili sono, come sempre,
limitate solo dalla fantasia La
disponibilità della comunica¬
zione via IR, via USB e la pre¬
senza di uno slot per una
Flash Memory Card rendono
l'Auto PC (di Clarion ora. di
altri in un prossimo futuro) un
oggetto ampiamente espan¬
dibile e personalizzabile.
Il prezzo di vendita previsto è
di circa 1300 dollari mentre le
prime consegne sono previ¬
ste per l'inizio dell'estate.
Allo stand Cla¬
rion era presen¬
te l'auto vera e
propria La scrit¬
ta Powered by
Windows CE
non si riferisce
al motore
63
\
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J*
ì
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Mantenendo l'elegante desi¬
gn, caratteristico di tutta la
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l'azienda, ThinkPad 560X
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book ultra-sottili e ultra-legge¬
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do livello, l'ultimo nato in
casa Big Blue offre inoltre
raddoppiate capacità di
memoria e hard disk:
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MB (espandibili a
96) e 4 GB
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linea di ultra-portatili IBM, il
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12'1 ", supportato da un acce¬
leratore grafico a 128 bit con
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blaster Pro compatibile. È
opzionalmente disponibile un
tenore CD-ROM portatile, da
8X a 20X, eventualmente
anche dotato di altoparlanti
stereo integrati.
I due alloggiamenti PCMCIA
tipo l/ll (o alloggiamento sin¬
golo di tipo III) permettono al
portatile di supponare la tec¬
nologia CardBus o Zoomvi¬
deo a 32 bit, mentre te possi¬
bilità di connessione sono
garantite dalla porta USB e
dal nuovo Enhanced Port
Replicator, opzionale, che
consente il collegamento a
periferiche di tipo desktop
mediante due slot CardBus di
tipo III e una porta USB addi¬
zionali.
ThinkPad 560X viene fornito
con pre-installati Windows 95
(OSR 2 1 ) e Lotus SmartSuite
97, comprendente WordPro,
1-2-3, Freelance Graphics,
Approach Database e
Organizer Scheduler.
Garantita la piena compatibi¬
lità con Windows NT 3.51 e
4 0. Windows 3.11, IBM PC
DOS 7 0. MS DOS 6.22 e
OS/2 Warp 3.0 e 4.0.
Il notebook è disponibile
presso i rivenditori IBM auto¬
rizzati al prezzo di 9.350.000
lire.
k CHI
IBM Italia
Via Tolmezzo, 15
20132 Milano
Tel 1021 59 621
Pop e New Age per navigatori notturni
In una serie di CD-audio, musica e onde acustiche di frequenza
sincrona con le onde cerebrali, per favorire rilassamento e con¬
centrazione in chi trascorra la notte viaggiando nella Rete.
li u y h i o r
L'iniziativa è dell'italiana Harmony Music, e si basa su studi effet¬
tuati in Italia e negli Stati Uniti nei centri di medicina olistica, volti a
dimostrare gli effetti benefici, sul cervello umano, di particolari
esecuzioni musicali che sfruttino determinate frequenze, ritmi e
tonalità Tra ricerca psicoanalitica e neurocerebrale, buona musica
e filosofie della Nuova Era (nel caso della musicoterapia basate
anche, va detto, sulle antiche tradizioni di molti e differenti popoli),
la serie di compact disc prodotti dall'etichetta fiorentina, parte di
un progetto denominato Naturai Brain Waves, si rivolge ad un
pubblico molto specifico: quello dei navigatori notturni di Internet
Proponendo brani di musica POP e New Age dalle atmosfere
molto distese, mixati con onde sonore isocrone alle nostre onde
Alpha e Theta. lo scopo dei CD della Harmony è quello di produrre
nell'ascoltatore un efficace stato di relax e di concentrazione,
volto a favorire il particolare compito dei 'nightflyers'. Per avere
un'idea un po' più chiara di ciò di cui stiamo parlando, dobbiamo
ricordare che l'attività elettrica delle nostre cellule cerebrali, i neu¬
roni. e rilevarle da un elettroencefalografo sotto forma di quattro
diversi tipi di onde, per altrettante frequenze, corrispondenti a dif¬
ferenti stati funzionali del cervello: le Alpha e te Theta sono quelle
onde caratteristiche delle fasi di 'rilassamento creativo' e 'rilassa¬
mento profondo' L'idea è quella di favorire la nostra produzione di
questi tipi di onde elettriche, e quindi l'ingenerarsi dei relativi stati
mentali, tramite uno stimolo esterno proveniente da frequenze
analoghe
Il primo CD della collana è opera di Nick (Nicola) Straybizer
Serena: 8 tracce strumentali originali, più un medley contenente
un brano del regista/musicista John Carpenter. tratto dalla colonna
sonora del suo
film ''1997.
Fuga da New
York".
Composizioni
ricche di sono¬
rità affascinanti
e suggestive,
proprie, del re¬
sto. di tutti
quei lavori oggi genericamente accomunati nella categoria della
'musica New Age' Una particolare menzione, secondo il persona¬
lissimo ed opinabile giudizio di chi scrive, la merita la seconda
traccia del disco: l'altamenie evocativa "No Gravity".
Al di là di qualsiasi considerazione sulla reale o presunta efficacia
delle suddette teorie, o delle discipline new-age stesse, i brani
sono effettivamente molto godibili, emozionanti e, provare per
credere, rilassanti Se quindi qualcuno desiderasse semplicemen¬
te ascoltarli, per il puro piacere di farlo, o usarli per creare un po'
di atmosfera 'soft', in situazioni leggermente differenti da quelle
previste dalla navigazione Internet... beh, siamo certi che gli autori
non se ne avrebbero troppo a male
Harmony Music Srl - Via del Padule 23/F, 50018 Scandicci (FI),
Tel (055) 73.50086
64
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
La prima soluzione ad oggetti pura per sistemi aziendali
Computer Associates e Fujitsu presentano Jasmine
Presentato il progetto di partner congiunto: Jasmine comprende librerie com¬
plete di classi per la creazione e la gestione dei dati multimediali compresi bit-
map, animazioni, audio e video. Le applicazioni di domani con la tecnologia di
database ad oggetti di domani. Orientata verso lo sviluppo di applicazioni
Internet '‘out-of-the-box" e l'ambiente di sviluppo Jade.
Jasmine, la prima soluzione
ad oggetti "pura" per la crea¬
zione di sistemi aziendali
della prossima generazione in
ambienti elaborativi Internet e
client/server, è stata annun¬
ciata a Milano, allo Spazio
Sironi, nel corso di una confe¬
renza stampa, da Computer
Associates e Fujitsu.
Oltre a comprendere librerie
complete come abbiamo
visto sopra neN'introduzione.
Jasmine supporta un'ampia
gamma di applicazioni della
prossima generazione, da
quelle per il commercio
elettronico ed il suppor¬
to ai clienti a quelle
specifiche per i diversi
settori quali assicura¬
zioni, finanziarie, sanità,
telecomunicazioni,
industria, distribuzione
ed altri,
Jasmine offre agli svilup¬
patori una piattaforma
orientata agli oggetti ideale
per lo sviluppo di applicazioni
multimediali dinamiche ed un
ambiente in grado di offrire
l'integrità e le capacità prati¬
che di gestione dei dati
necessarie per creare applica¬
zioni che costituiscano vere
"business solution".
La semplicità di Jasmine con¬
sente a programmatori, e non
solo, di sfruttare la potenza
della tecnologia ad oggetti
per raggiungere gli obiettivi
aziendali di importanza crucia¬
le.
Unendo la facilità di sviluppo
alla potenza Internet (o delle
intranet ed extranet azienda¬
li), Jasmine permette alle
organizzazioni di ridurre i costi
associati alla ricerca di acqui¬
renti e di rivenditori, espande¬
re i mercati, semplificare i
processi di produzione e
pagamento. Le applicazioni
Jasmine possono essere
implementate in qualsiasi
tipo di ambiente elaborativo.
da Internet alle intranet azien¬
dali eterogenee alle reti priva¬
te con valore aggiunto, e pos¬
sono essere attivate nei Web
browser per mezzo dei plug-
in di
Microsoft Internet Explorer e
Netscape
L'architettura ad oggetti di
Jasmine elimina le necessità
di dover mappare gli oggetti
sulle strutture aziendali
Attraverso un approccio di
tipo object-oriented combina¬
to all'utilizzo di librerie di clas¬
si SQL per accedere ai data
repository esistenti, i clienti
Jasmine possono godere
appieno dei vantaggi della
tecnologia ad oggetti pura,
senza sacrificare gli investi¬
menti fatti m termini di appli¬
cazioni e dati relazionali.
Jade, infine, che sta per
Jasmine Application Deve-
lopment Environment, forni-
dì Francesco Fulvio Castellano
sce un ambiente di sviluppo
applicativo e di authoring mul¬
timediale che non richiede
l'utilizzo di un linguaggio di
programmazione, con stru¬
menti per creare rapidamente
sofisticate applicazioni ed
eseguirne il debugging.
L'architettura aperta di
Jasmine consente inoltre agli
sviluppatori di utilizzare una
varietà di tool molto diffusi,
tra i quali Java "puro", C,
C++. HTML nativa e
VisualBasic e ogni altro
tool ActiveX Jasmine
facilita infine lo sviluppo
di librerie di classi spe¬
cializzate e cross-func-
tional che rispondono
alle esigenze aziendali
attuali e future.
Il prezzo di listino, con
sconti consistenti per
acquisti di grossi volu¬
mi. dovrebbe aggirarsi a
partire da 800 dollari,
come negli Stati Uniti.
Una Developer Edition è
attualmente disponibile gra¬
tuitamente.
La release iniziale di Jasmine
supporta i server UNIX e Win¬
dows NT e i Client Windows
95 e Windows NT.
Avanza lArmada Compaq
Presentati due nuovi note¬
book di fascia alta, serie
7300, che adottano proces¬
sori Pentium Mobile MMX
e hard disk di capacità rag¬
guardevoli.
Compaq Computer continua ad
ampliare la sua gamma di pro¬
poste in ambito notebook, pun¬
tando ancora sulla linea di alta
fascia, la famiglia Aimada 7000
presentati il 7370DT ed il
7360DT, nuove versioni della
serie di punta della marca, i leg¬
geri e sottili 7300. I nuovi siste¬
mi utilizzano processori Pen¬
tium Mobile di Intel con tecno¬
logia MMX, rispettivamente a
233 e 200 MHz, dei dispositivi a
basso assorbimento progettati
appositamente per il mercato
dei portatili. Il display è un CTFT
(Color Thin-Film Transistor) da
12,1 pollici, con risoluzione
massima di 1024 x 768 nel
7370 e di 800 x 600 nel 7360,
mentre i dischi rigidi utilizzati
sono di tipo SMART con capa¬
cità di 4 e 3 GB.
Nei modelli 7300 viene fornita
RAM fino a 32 MB, espandibili
a 128, DRAM video di 2 MB ed
un lettore CD-ROM 20x; il tutto
in soli 3.9 centimetri di spesso¬
re e 3,77 kg di peso. Tra le
dotazioni standard anche il
sistema Intelligent Managea-
bility per la gestione ed il con¬
trollo delle risorse. Entrambi i
nuovi nati, come tutta la serie
del resto, sono compatibili con
le soluzioni di espansione pro¬
gettate da Compaq per i suoi
notebook Armada 7300 e 7700
MimStation E, MiniStation EX
ed ArmadaStation, la prima
docking station a torre presente
sul mercato, che offre hot-
docking motorizzato, due bay
standard a mezza altezza, due
slot PCI/ISA e due slot PCM¬
CIA, scheda Ethernet integrata
ed altoparlanti. Armada 7370DT
ed Armada 7360DT sono dispo¬
nibili ai prezzi di 9.869.000 lire e
8 720.000 lire, IVA esclusa
Compaq ha inoltre annunciato la
prossima uscita di Armada
7390DT, un notebook con le
stesse caratteristiche del 7370,
con in più un display da 13,3
pollici ed un hard disk da 5 GB
DOVE 6 CHI-
Computer Associates
Compaq Computer Spa
Via Francesco Sforza 3.
Strada 7 Palazzo R,
Pai. Leonardo da Vinci,
20089 Milanofiori
20080 Basiglio (MI),
Rozzano (MI),
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Tel. (02) 57.59.01
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
65
Una raffica di annunci rilancia Sun nei suoi obiettivi a larghissimo raggio
Visa crede in Java, Sun crede nel desktop
In un momento d'impasse del desktop di fascia alta sia PC che Mac, Sun rilancia alla grande con workstation
di fascia bassa. Silicon Graphics. Compaq. Apple: tutti sono nel mirino dell'azienda a tecnologia Unix su Risc.
Grandi ammiccamenti all'accoppiata Microsoft ed Intel
di Leo Sorge
Non è certo possibile sintetiz¬
zare in poche parole la ridda di
novità giunte negli ultimi gior¬
ni, ma proviamo a fornirvi le
principali. La più importante
riguarda un oggetto che coin¬
volge chiunque, indipendente¬
mente dal fatto che usi o
meno un computer.
Applet
di credito
Visa e Sun stanno collaboran-
do allo sviluppo d'una carta di
credito con chip, ovvero una
smart card, interamente basa¬
ta sulla tecnologia Java. In par¬
ticolare l'impegno di
Visa sarà nella
promozione
non solo
presso
banche
ed istitu¬
ti finanziari
ma anche nei
settori della sa¬
nità e della telefo¬
nia cellulare. Le di¬
mensioni d’un accordo
del genere sono ancora
da scoprire, ma si tratta d'un
grande business Visa ha in
corso oltre 70 programmi
basati su carte a microproces¬
sore. per un totale di oltre 21
milioni di carte già distribuite,
delle quali 7 milioni sono del
tipo prepagato II totale di
carte Visa oggi in circolazione
è di 600 milioni di pezzi.
Le Java Cards possono contri¬
buire ad incrementare le pre¬
stazioni e la sicurezza di que¬
sta famiglia di prodotto (nella
foto grande Scott McNealy,
CEO di Sun. mostra un Java
Ring, ovvero un anello al cui
interno c'è un chip Java).
Anche grazie ad un preceden¬
te accordo con Siemens, l'in¬
troduzione sul mercato delle
Java Cards è prevista per la
metà dell'anno in corso. In
particolare, la produzione dei
chip verrà resa possibile anche
da parte di altri esponenti di
spicco dei mercati dei micro¬
processori e delle smart card.
Resta da chiedersi come chia¬
meremo questo prodotto.
Facciamo una modesta propo¬
sta: e se scegliessimo Credit
Jard? Oggi suona male, ma
domani non si sa.
Darwin,
l'evoluzione
del desktop
Un altro attacco è focalizzato
su Compaq ed Apple, con il
ritorno della guerra del desk¬
top. Dopo mesi nei quali alme¬
no negli States si vendevano
sempre meno personal di
fascia alta, adesso sono dispo¬
nibili workstation Sun anche
sotto i 3 mila dollari, in confi¬
gurazione competitiva con
quella d'un super PC pari- |
menti configurato.
Il nuovo nome è Darwin, evi¬
dentemente scelto per acco¬
munare l'evoluzione delle spe¬
cie viventi teorizzata dal natu¬
ralista inglese e quella delle
specie informatiche che infe¬
stano i tavoli del mondo
moderno In particolare la
nuova serie comprende i
modelli Ultra 5 ed Ultra 10,
con un entry point di 2 995
dollari.
Ma le novità nel settore desk¬
top non si fermano al prezzo
dell'hardware. La mossa com¬
mercialmente più interessante
a livello corporate è senz'altro
il drastico taglio operato sui
costi dell'assistenza. Per la
Ultra 5. il contratto successivo
alla garanzia con riparazioni
presso il cliente verrà offerto a
276 dollari l’anno (negli
States).
Sull'impatto di queste novità
nel nostro Paese vi faremo
avere notizie dirette non appe¬
na saranno disponibili.
Windows
su Unix?
Installate
NT!
Per quanto riguarda il softwa¬
re. infine, la bandiera del
momento è la compatibilità
con le applicazioni di
Microsoft, ma -udite udite-
ottenuta con SoftWindows95
di Insigma (azienda partecipata
Microsoft). E definitivo l'ab¬
bandono di Wabi, la Windows
Application Binary Interface
che emulava Windows tradu¬
cendo passo passo le chiama¬
te Microsoft con quelle del
protocollo X-11 di Unix. Wabi
si è fermato a Windows 3 1
senza ottenere grande compa¬
tibilità, ed adesso non è più
incluso in Solaris, anche se
per ora si garantisce la conti¬
nuità di supporto E' disponibi¬
le anche SunPC, una scheda
con un processore AMD 5X86
(in realtà un 486) a 133 MHz
Porte aperte invece alle solu¬
zioni di Insignia, solo per
SoftWindows95 ma anche per
il server Ntrigue, basato su
WinFrame di Citrix. altra parte¬
cipata Microsoft. Per capirci
stiamo parlando della stessa
tecnologia che renderà NT un
66
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
DMllty Check
Workstations
at PC Prices.
Gei Hollywood -calibri
annnaiion and } 0 <]uph>< *
Run PC application*
wlth thr power of a
Sun woikvt Jtion
5 29 95
H»* •*#!
L.l
£ J Information Acchitti
f
sistema multiutente. e che per
funzionare su Solaris richiede
di essere installato su un ser¬
ver NT.. Ntngue ha un suo
Client per Java Altre soluzioni
sono PC File Viewer, che da
Unix legge attachment in for¬
mato PC, e dei tool collaborati¬
vi di tipo multipiattaforma,
ancora non rilasciati. Elite3D è
una nuova famiglia di worksta¬
tion grafiche che offre presta¬
zioni superiori al prezzo più
basso di tutto il mercato.
L'attacco è diretto contro
Silicon Graphics, sui cui pro¬
dotti si basa il confronto con
la nuova serie. Il sistema
Ultra 60 m6 fa il rendering di
5.9 milioni di triangoli al
secondo e costa negli States
20.880 dollari. La Ultra 10
m3, con i suoi 3 milioni di
triangoli, costa solo 12.495
dollari. Il numero dietro la m'
della sigla rappresenta il
numero di processori grafici
implementati in parallelo. La
serie Elite 3D è compatibile
con la serie Creator 3D.
Scambio
di cortesie
con Intel
Restiamo sull'asse Wintel, dato
che Sun ha trovato il tempo di
fare accordi a largo spettro
anche con Intel. Il primo è un
passo annunciato: la collabora¬
PJ Vs CE
Mannaggia a sigle ed acronimi. PJ sta per Personal Java, CE per
Windows CE. E Vs? In inglese, accipicchia, sta per versus, ovve¬
ro contro. Tutta questa manfrina serve ad introdurre la notizia
che allo scorso CES di Las Vegas Sun ha presentato anche la
versione 1 0 di PersonalJava, una piattaforma per decoder di
tipo Internet TV o mobile computing. L'obiettivo era il mondo dei
costruttori di elettroniche di largo consumo. Tra le aziende che
stanno lavorando su prodotti e prototipi di questo tipo troviamo
nomi quali Alcatei, Hitachi. Italtel, NEC, Nokia, Nortel. OpenTV.
Psion, Toshiba e - come visto - Visa.
zione nel porting di Solaris, il
sistema operativo di Sun, su
Merced, la futura piattaforma
hardware a 64 bit di Intel. Il
secondo è più importante, per¬
ché prevede lo scambio di bre¬
vetti nella progettazione di chip
di fascia alta. Sun era l'ultima
azienda a restare fuori da uno
scambio di questo tipo, in vari
modi già raggiunto da Intel con
IBM, HP e recentemente con
Digital. I commentatori si chie¬
dono se non si tratti d'una
mossa verso l'abbandono di
Sparc per Merced, una posizio¬
ne ancora non giustificabile in
senso commerciale e sempre
rischiosa viste le investigazioni
dell'antitrust sulla effettiva posi¬
zione della mamma di tutti i
Pentium.
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Sun Microsystems
Centro Colleoni Andromeda 1,
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Le Smartcard:
un fenomeno che afa
per esplodere!
La nuova tecnologia
delle card con microchip
incorporato trova enormi
opportunità applicative nei
S iu svariati settori, soppianta,
i gran parte le tradizionali tessere
magnetiche e scoprendo una infinità di nuovi
Questo è il momento di cavalcare la tigre realizzando le
applicazioni per le Smartcard!
ASE è la risposta più efficiente e flessibile per cogliere queste nuove
opportunità. ASE e II primo ambiente di sviluppo aperto che consente di
realizzare le più svariate applicazioni con Smartcard di qualsiasi tipo e
produttore. L unità di registrazione ASE Drive vi permette di leggere/scri¬
vere smartcard di diverse tipologie: con cpu, memoria, memorTa protetta,
prodotte dai principali produttori mondiali. Grazie adASESoft utilizzerete
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MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
67
Da Tektronix arriva la Phaser 360, una stampante per workgroup
Nella nuova generazione di stampanti a
colori per ufficio la società americana si affi¬
da ancora alla tecnologia a getto di inchio¬
stro solido. Integrato un sistema di gestione
progettato appositamente per ambienti Web.
La nuova stampante, terza
generazione dopo Phaser 340
e 350 (quest'ultima disponibi¬
le da ora con una riduzione
del 20% sul vecchio prezzo),
è stata presentata a Milano il
19 gennaio: Phaser 360 inte¬
gra un controller PowerPC da
100 MHz. 24 MB di RAM
espandibile a 48 e la tecnolo¬
gia Adobe PostScript 3. lo
standard de facto del linguag¬
gio di stampa nel mondo.
La velocità raggiungibile è di
6 pagine al minuto su carta e
5,5 ppm su lucidi, superiore a
quella delle stampanti laser a
colori, per una risoluzione
massima di 800 x 450 dpi. Il
sistema di gestione Phaser-
Link è basato sulla tecnologia
Web e permette il
controllo del disposi¬
tivo in modo sempli¬
ce da un qualsiasi
browser
Gli amministratori
vengono avvertiti in
caso di guasto trami¬
te un avviso e-mail.
La tecnologia a getto di
inchiostro solido garantisce
colori brillanti, risultando otti¬
male per tutte le applicazioni
grafiche professionali, ma allo
stesso tempo offre una sem¬
plicità d'uso ideale in ambien¬
ti di ufficio, grazie ai ColorStix
puliti e di facile sostituzione. Il
costo di gestione, con le
poche parti di consumo pre¬
senti, è inferiore rispetto ai
prodotti che utilizzino le altre
tecnologie. Un occhio natural¬
mente anche all'ecologia, con
l'inchiostro atossico e l'as¬
senza di produzione d'ozono.
DOVE & CHI-
Tektronix Spa
Via XI Febbraio 99.
20090 Vimodrone (MI),
Tel (02) 25.08.61
Celo distribuisce
i nuovi lettori Toshiba
L'azienda nipponica, che ha
appena presentato una nuova
sene di lettori per Digital
Versatile Disk e CD-ROM, ha
scelto Celo per la loro distribuzio¬
ne nel nostro paese. L'intesa
prevede la gestione da parte del¬
l'azienda lombarda tanto del
mercato degli utenti finali, quan¬
to dell’area OEM, con l’ingresso
della Celo nel settore delle forni¬
ture per assemblatori.
I nuovi drive CD-ROM, XM
6102B per OEM e KT 6102B per
la vendita al dettaglio, sono dei
24x con velocità di trasferimento
dati di 3600 KB/sec e random
seek time di 85 msec
Due nuovi modelli, per le stesse
due fasce di mercato, anche per
quanto riguarda i lettori DVD
SD-M 1102 e KTSD-M 1102
sono pienamente compatibili
con tutti gli standard DVD e CD
presenti sul mercato ed hanno le
stesse dimensioni di un'unità di
lettura CD-ROM tradizionale.
I DVD Toshiba della seconda
generazione consentono la
memorizzazione di 4,7 GB di dati
su ciascuna facciata, capacità
pari a quella di circa 7 CD.
Celo Spa - Via Saronnese 16, 20025
Legnano IMII. Tel 10331157281
Pronte le soluzioni Adaptec per lo Storage a tecnologia fibre channel
Presentati gli adattatori host per il passaggio alla nuova tecnologia di I/O per la memo¬
rizzazione ed i nuovi controller RAID, per dispositivi fibre channel ed SCSI.
Il numero delle aziende, piccole o grandi che siano, che decidono di
dotarsi di sistemi Storage di rete, o comunque di soluzioni per memo¬
rizzazione RAID esterne, è in continua crescita e le offerte da parte
delle società produttrici si moltiplicano di mese in mese. Una partico¬
lare attenzione è riservata alle nuove tecnologie di I/O fibre channel. in
grado di garantire prestazioni in termini di velocità, scalabilità e distan¬
ze di connessione altrimenti impensabili: fino a 2000 MB/s in modalità
full duplex, possibilità di collegare 125 dispositivi ad una sola porta e
cablaggi che coprono distanze variabili dai 30 metri con il cavo di rame
fino ai 10 km delle fibre ottiche Con simili transfer rate il tempo
necessario per le operazioni di memorizzazione viene drasticamente
ridotto, mantenendo tutti i dati virtualmente sempre disponibili Si
aggiunga a tutto questo la massima semplicità di configurazione e si
potrà comprendere il perché della corsa contro il tempo intrapresa da
tutti i principali produttori di componentistica per networking, per
aggiornare i propri cataloghi e cercare di affermarsi come azienda lea¬
der per questo tipo di soluzioni Non vuole certo restare fuon
dal gioco la Adaptec, che ha appena presentato i suoi
nuovi sistemi di Storage per server di fascia medio¬
alta, comprendenti i moduli per il passaggio
alla nuova tecnologia Due gli adattatori
host per connessioni PCI-fibre channel: AHA-
F940. a 32 bit, e AHA-F950. a 64 bit i dispositi¬
vi hanno un throughput di 97 MB/sec, in half
duplex, e, come loro punto di forza individuato dal¬
l’azienda, offrono la massima compatibilità.
Attualmente disponibili nelle versioni per sistemi
Windows NT e MacOS, saranno presto presenti sul
mercato anche nelle qualificazioni Sur
Solaris, NetWare e UnixWare
Presentati inoltre tre nuovi controller RAID
caratterizzati dal particolare formato adatto
agli alloggiamenti standard per unità da
5’25", che consente una semplice installa¬
zione e l'eliminazione della necessità di
ricorrere a soluzioni specifiche, in piena sin
toma con la filosofia dell'Adaptec, incentrate
su compatibilità e semplicità d'uso atte ac
attirare sempre piu clienti verso i nuov
sistemi L'AEC-74128 è un dispositivo d
collegamento tra un’interfaccia host fibre
channel a 100 MB/sec ed un sistema ester
no situato ad una distanza massima di 2E
metri con cavo in rame (10 km con fibre
ottiche), mentre TAEC-4412BS e I AEC-4412BD sono progettati
nspettivamente per un sistema host SCSI single-ended con distanza
massima di collegamento di 3 metri e per un sistema host SCSI diffe¬
renziale con distanza di collegamento fino a 25 metri. I tre controller
sono basati su piattaforme Wintel e UNIX e sono disponibili ad
un prezzo indicativo di 6 . 100.000 lire.
Adaptec Ine.
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Add On concede la scienza degli Aztech
Una semplice scheda da duecentomila lire svolge funzioni avanzate per audio
e faxmodem voice
E' ora disponibile sul mercato
italiano la nuova scheda
Aztech AT 3500. Grazie alla
sua elevata integrazione que¬
sta scheda rappresenta la
soluzione integrata a tutte le
esigenze di comunicazione:
infatti occupa uno slot ISA ed
un solo interrupt della scheda
madre. Aztech AT 3500 non
è solo un modem a 33,6
Kbps ed un fax a 14,4 Kbps,
ma è anche una scheda
audio a 16 bit con processore
sonoro 3D compatibile con
Sound Blaster Pro e
Microsoft Windows Sound
System ed una segreteria
telefonica digitale. E' una
scheda sonora compatibile
con gli standard MIDI ed è
dotata di sintetizzatore FM.
Inoltre, grazie alla funzione
Voice, permette di accedere
ai servizi di telefonia via
Internet, riducendo
notevolmente i costi
delle comunicazioni
internazionali. Come
se non bastasse, la
segreteria telefonica
della scheda AT
3500 permette di
registrare le telefo¬
nate in tempo reale
su hard disk e di
mettere dei passi
musicali nelle chia¬
mate in attesa. Solo per moti¬
vi di spazio terminiamo la
descrizione di questa rivolu¬
zionaria scheda Aztech AT
3500 è una scheda Plug and
Play di facile installazione e
viene corredata di tutto il
software necessario per
sfruttare a pieno le sue
potenzialità La scheda
Aztech AT 3500 si presenta
sul mercato al vantaggioso
prezzo di lire 200.000 IVA
esclusa. La scheda è omolo¬
gata agli standard degli Stati
Uniti, del Canada e di 13 dei
maggiori Paesi europei.
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ReaIPlayer
giunge alla versione 5
E' il video la grande novità
della nuova versione
La versione 5 di ReaIPlayer e
disponibile, e può essere scari¬
cata secondo le istruzioni det¬
tagliate all'indirizzo iwww reàl
com/50/mdex.html. Oltre a
miglioramenti generali nell'au¬
dio e nel video, il nuovo lettore
comprende molte altre innova¬
zioni Ad esempio una voce di
alta qualità (a velocità di 28.8
Kbps), un video raddoppiato,
l'opzione full-screen oltre 100
Kbps su NT o Windows 95. I
cartoni animati si susseguono
ora in modo realistico grazie a
RealFIash. un modulo sviluppa¬
to insieme a Macromedia. La
versione commerciale, ReaI¬
Player Plus 5, disponibile all'in¬
dirizzo mtto //www reai comi
50/plus.html, offre ulteriori
migliorie
La scansione di siti con imma¬
gini dal vivo e la registrazione
di videoclip sono solo due
delle nuove possibilità messe
a portata di dito.
HTML batte quattro
E' definitiva la nuova versione dello standard di
editing sul Web
Lo scorso 18 dicembre il
World Wide Web Consortium,
noto in breve come W3C. ha
annunciato la versione 4.0
dell'HTML. Dopo circa un
anno di lavoro, quindi, il
Consorzio ha ritenuto stabili le
nuove specifiche del linguag¬
gio ipertestuale in uso sul
Web, frenando le correnti di
pensiero secondo le quali le
estensioni debbano essere di
proprietà delle singole azien¬
de. Tra i membri del gruppo di
lavoro che ha portato al risulta¬
to finale troviamo i principali
attori della scena, tra i quali
Netscape, IBM, HP e soprat¬
tutto Microsoft e Sun, da qual¬
che tempo impegnati in una
controversia su Java. Oggi i
membri del W3C sono il MIT
Laboratory for Computer
Science negli States, l'istituto
francese Inna e l'università
giapponese Keio
Le principali questioni risolte
rispetto alla precedente ver¬
sione 3.2 sono l'animazione e
l’interoperabilità. Tra le tante
questioni tecniche ci piace far
notare che si è pensato anche
ai meno fortunati: alcune parti
di tipo testo possono essere
inviate a periferiche vocali o
braille
Per promuovere ed accelerare
l'adozione dei suoi standard, il
Consorzio ha introdotto il W3C
HTML Validation Service,
disponibile in rete all'indirizzo
http://validator w3 orqTl Oltre
che alla versione 4, il sito si
riferisce ad altri standard, tra
cui lo stesso 3.2. Le informa¬
zioni più generali sull'HTML
sono disponibili all'in dirizzo
| www.w3.org/MarkUp4
E’ in arrivo lo standard per i nastri
Hewlett-Packard, IBM e Seagate stanno sviluppando
una tecnologia che permetta di creare un riferimento
unico per i sistemi di memorizzazione su nastro
anche in rete.
Il nuovo progetto mira alla creazione di uno standard il cui
fine ultimo è l'interscambio dei dati archiviati con sistemi
diversi. Inoltre si vuole creare un sistema che sia compa¬
tibile con più piattaforme in modo da consentire un per¬
corso di upgrade semplice ed aperto, senza dover inter¬
venire sui dati precedentemente immagazzinati.
Una iniziativa del genere, come sempre nella creazione di
standard operanti su grandi volumi di materiale già esi¬
stente, aumenterà l'offerta di prodotti per gli OEM e per
gli integratori di sistemi, che non saranno più vincolati ad
un solo produttore.
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Hewlett-Packard Italiana
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Virge/GX2 e un motore di uscita TV NTSC/PAL
Con le 4 MB di memoria S6RAM visualizza un'immagine
con la risoluzione di 1280x1024 a 16.7M colori. Ha
due uscite video indipendenti con diverse profondità
di colore e vari effetti speciali. Interfaccia LP8 (loal
Peripherial BUS) predisposta per espansione con TV-
Tuner, Video Capture ed upgrade Hardware MPEG-1/2.
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al supporto dell' ultima generazione di microprocessori
MMX 166-233 MHz. Il controller EIDE Ultra DMA on board
permette un transfer rate fino a 33Mb/Sec. Alloggia memorie
SDRAM o FPM EOO. Supporta un controllo completo hardware
e software, anche in remoto tramite il programma Intel
LOMC.
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La soluzione PC/TV economia con processore grafico ATI
RAGE II * DVD e acceleratore DVD/MPEG-2 incorporato. La
risoluzione massima è di 1280 a 1024 colori. Supportata
da 4 MB di memoria EDO / 40ns, ha uscita TV PAL/NTSC
simultanea con una risoluzione fino a 800x600. Espandibile
tramite l'interfaccia AMC (ATI Multimedia Channel) con TV
tuner.
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Scheda madre ATX con chipset Intel 440LX.
Slot 1 Intel Pentium n per CPU da 233 MHz a
333 MHz. Slot AGP dedicato per interfaccia con
schede grafiche 66/133 MHz (Sideband).
Controller EIDE Ultra DMA/33 a bordo. La versione
P2L97-S possiede il controller Adaptec AHA7880
Ultra Wide SCSI on-board.
a doppio connettore da
50 e 68 pin. Disponibile
anche la versione Dual
Pentium II P2L97-OS con
doppio Slot 1 . Tutte tre
le versioni permettono il
monitoraggio
dell'hardware e software
tramite il programma
Intel LOMC.
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Acceleratore grafico per Workstation
professionale con motore triangle set-u
coprocessore a virgola mobile incorporato.
Con le 8 MB di memoria VRAM per il buffer video a
a una risoluzione di 1600x1280 con True Color,
scheda sono installate ulteriori 8 MB di memoria DRAM
per l'elaborazione delle Texture, il Z-Buffer. Stendi Buffer
e il Windows Clipping. Possibilità di installazione di 2
schede per Dual Dysplay Screen.
Scheda grafica AGP 3Dexplorer V3000
Costruita con il nuovo standard d’interfacda
AGP (Advanced Graphic Port) 4 volte più
veloce del PCI. la scheda grafica ASUS
3Dexplorer vince su tutti i concorrenti con i
suoi oltre 255 punti 3D Winbench (misurati
con Pentium II a 266MHz). La scheda eroga
128 bit di dati al secondo - il doppio delle
schede grafiche oggi al top
del mercato. Caratterizzata
da una completa assenza del
flicker. un potente 3D
rendering e il motore triangle
set-up. la scheda è la
soluzione ideale per chi cerca
il massimo per design, gioco,
educational ed applicazioni
gestionali.
Madre ASUS P65UP8
microprocessori Pentium e Pentium II con
memoria di sistema massima di 1 GB.
E' una fra le prime schede ad essere equipaggiata
con il processore RISC Intel i960 per il controllo
del sottosistema SCSI RAID. Il triplo controller
Ultra Wide SCSI con chip Adaptec AIC 7880 e
Symbios 53c876 a bordo gestisce fino a 45
dispositivi SCSI Wide. Dotata di tutti gli optional
delle schede ASUS di ultima generazione è la
soluzione ideale per sistemi server.
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Con Network Station IBM va a mille
Java è il nuovo verbo, Lotus eSuite la sua Bibbia
IBM presenta la serie 1000
delle Network Station, una
innovativa tipologia di prodot¬
to in grado di gestire tutte le
applicazioni Java. Oltre ad
essere un potente desktop,
le nuove Network Station
1000 permettono di accedere
con estrema semplicità ad
una rete interna aziendale
intranet e ad Internet. Uno
dei vantaggi dei Network
Computer della sene 1000 è
rappresentato dalla facilità di
gestione: dati, configurazione
ed interventi di manutenzione
vengono controllati diretta¬
mente attraverso il server. In
questo modo l'utente di un
Network Computer deve solo
occuparsi del suo lavoro,
senza doversi preoccupare
della configurazione e della
gestione di un PC.
Questa serie di NC è proget¬
tata con il supporto della ver¬
sione 1.1.2 della Java Virtual
Machine (JVM), che rende
possibile l'uso di tutto il
potenziale offerto dagli applet
e dalle applicazioni sviluppate
con il linguaggio Java. Con le
Network Station della serie
1000 è possibile utilizzare il
pacchetto Lotus eSuite
Workplace. interamente svi¬
luppato in linguaggio Java. e
che fornisce all'utente un
gestore di posta elettronica,
un'agenda, una rubrica e una
serie di applicazioni che inclu¬
dono word processor, foglio
elettronico, grafici per pre¬
sentazioni e pianificazioni
di progetti. Inutile dire che il
tutto è affiancato con un
browser Internet ed emula¬
zione di terminale.
Con un Network Computer
della serie 1000 è possibile
accedere contemporanea¬
mente a macchine che utiliz¬
zano piattaforme diverse
quali i sistemi S/390. AS/400,
RS/6000. Unix e PC
IBM Italia.
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IntellySync va dappertutto
Si tratta di uno dei software gra¬
zie ai quali è possibile sincroniz¬
zare e trasferire dati tra PC e
handheld. IntellySync per Sharp
supporta i programmi Microsoft
Schedule*, Outlook97, Lotus
Organizer 2.1 e Orgamzer 97
Una volta posizionato l'Orga-
mzer sulla Docking Station, un
supporto di dimensioni simili
all Organizer, è possibile aggior¬
nare i dati tra il PC e l'Organizer,
ovviando cosi alle difficoltà che
nascono dalla diversa architettu¬
ra delle due macchine.
IntellySync per Sharp Electronic
Organizer agisce sugli orgamzer
Sharp della serie ZQ 600, inclusi
i nuovi Sharp ZQ 630M. 640M
e 650M, ed è fornito in bundle
con Sharp CE-61T. Il suo prezzo
è di lire 129.000 piu IVA
IntellySync e disponibile nella
versione 97 per Windows, oltre
che per PalmPilot, Nokia 9000 e
per Windows CE tra i quali per
HP200LX
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Bergamo. Tel 103514282.999
Alla Sniffer University è di scena il WBT
Un semplice browser permette di accedere al corso sul¬
l'analizzatore di rete di Network Associates
Non sempre i tecnici del supporto possono disporre del tempo
necessario per la formazione in aula. Per questo motivo Network
Associates, fornitore leader di soluzioni per la gestione e la sicurezza
delle reti enterprise, ha annunciato la disponibilità del suo primo
WBT (Web- Based Training) per Sniffer Network Analyzer Si tratta
di un corso sui principi fondamentali di Smfter. l'analizzatore di rete
della Casa statunitense. La prima versione di questo WBT è stata
ideata per offrire ai responsabili di rete e ai tecnici addetti all'assisten¬
za. formazione sulle funzionalità di Sniffer Network Analyzer, nonché
per fornire ai principianti la preparazione necessaria per affrontare
corsi in aula più avanzati su Sniffer
I corsi via web offrono formazione dai contenuti affidabili e omoge¬
nei: ogni studente apprende in base alle proprie esigenze e ai propri
ritmi II corso è interattivo e contiene dimostrazioni animate comple¬
te di audio, quiz ed esercizi per una durata di 4-6 ore complessive.
Un’avanzata tecnologia cache per il web rende le operazioni di down¬
load semplici e veloci
I contenuti del corso sono incentrati sui principi base di Sniffer, come
ad esempio la cattura, la visualizzazione e il salvataggio dei file per l'a¬
nalisi esperta delle reti Disponibile a partire da gennaio 1998. è que¬
sto il primo di una serie di corsi di formazione basati su web e ideati
per completare la già ampia offerta di corsi della Sniffer University
Network Associates nasce dalla fusione di McAfee Associates e
Network General ed è fornitore leader di soluzioni per la gestione e la
sicurezza delle reti enterprise II portafoglio di prodotti della società
comprende quattro diverse suite software: Total Virus Defense.
Total Network Security, Total Network Visibility e Total ServiceDesk,
che possono essere gestite a livello centrale tramite NetTooIs, l'am¬
biente di gestione unificato della società.
Network Associates Italy - Viale Ippodromo 59.21100 Varese.
Tel (03321238285
Con Thunder Wheel 3D il gioco si fa serio
Il volante presentato da Aashima si applica a svariate
categorie di giochi e simulatori
Le novità di Aashima per il
mercato italiano sono due
nuovi prodotti Trust. l'Ami
Mouse 98 e il Thunder Wheel
3D Trust Ami Mouse 98 è un
mouse a tre tasti che può
essere usato indifferentemen¬
te con la mano destra o con la
mano sinistra, e che consente
di programmare la funzione
associata al pulsante centrale.
E' possibile assegnare a que¬
sto pulsante o la funzione di
easy scroll. per facilitare lo
scorrimento delle pagine in
modo rapido e flessibile, o la
funzione di zoom, che consen¬
te di lavorare in modo più preci¬
so. Ami Mouse 98 è disponibi¬
le a lire 65.000 (IVA inclusa) ed
è collegabile alla porta seriale
od al connettore PS/2 Thunder
Wheel 3D è un volante profes¬
sionale ideato per dare maggio¬
re realismo e controllo a quei giochi basati sulle corse automobilisti¬
che ed ai simulatori di volo.
Thunder Wheel 3D ha quattro ventose che consentono di fissarlo
saldamente al piano di appoggio. Ha quattro pulsanti ed è perfetta¬
mente compatibile con le funzioni dei joystick tradizionali II suo
costo è di 99.000 lire (IVA inclusa).
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visione, protezione dell'operatore dagli effetti nocivi
della lunga permanenza davanti ad uno schermo e
risparmio globale di energia.
Tutto questo si traduce in una preziosa considerazione
pratica: se anche sarete costretti dal progredire dei
processori, delle esigenze di lavoro, dei programmi e
dei sistemi operativi a cambiare diversi computer nei
prossimi anni, potete stare tranquilli che il vostro Eizo
sarà più che adeguato alle vostre esigenze per molti
computer a venire.
E questo è già di per sé una bella sicurezza.
E, perché no, anche un bel risparmio.
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di non affaticamento degli occhi e di rispetto
dell'ambiente, valutate che ogni Eizo è garantito per
tre anni, e non dimenticate il fatto che oggi come oggi
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trait d'unìoD
Microlink Display: notebook potenti come desktop
I nuovi modelli dell'azienda toscana sono esuberanti nella potenza e nella confi¬
gurazione. Tutta questa energia è confluita anche nel mondo dello sport.
Creative: suono a 64 bit per gli OEM
Nella nuova AWE64D il leader delle schede audio ha condensato le innovazio¬
ni hardware e software senza tradire la base Ms/Dos
La nuova scheda audio PCI digitale Sound Blaster AWE64D è stata
sviluppata per essere destinata principalmente al mercato OEM ed a
quello degli integratori di sistemi Si basa su un processore a tecnolo¬
gia EMU8008 con interfaccia Codec AC97 e sulla tecnologia SB-Lmk.
Quest'ultima, in particolare, è in grado di combinare i protocolli Intel
PC-PCI e 'Senalized IRQ", mettendo sul bus PCI i segnali DMA e IRQ
e svolgendo la funzione di ponte tra motherboard e scheda audio PCI.
E' questa una strada sicura per assicurare la compatibilità Sound
Blaster 16 per i videogiochi DOS così importante per gli OEM.
Utilizzando il SB-Lmk, la scheda Sound Blaster AWE64D raggiunge
una polifonia a 64 voci, grazie alla sintesi avanzata della wavetable. ed
inoltre dispone di un avanzato gestore di memoria DynaRAM. che -
affiancato dalle capacità E-mu 3D Professional Audio - garantisce ele¬
vate prestazioni nell'audio digitale e nella compatibilità PCI. La scheda
AWE64D dispone anche di un
acceleratore hardware per presta¬
zioni DirectSound e DirectSound
3D II segnale digitale esce attra¬
verso un'interfaccia SPDIF, ed è
sufficientemente pulito da consentire una registrazione di alta qualità
su una qualsiasi piattaforma digitale, incluso il DAT. Sono presenti
anche un'interfaccia joystick ed un'interfaccia Zoomed Video.
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oppure con monitor TFT a
matrice attiva al prezzo di lire
5.840.000 (IVA inclusa).
Superiori le caratteristiche
delle periferiche del modello
Microlink 7600. Il monitor da
13,3 pollici è TFT a matrice
attiva, ed ha in dotazione un
hard disk da 3,2 Gbyte, 32
Mbyte di RAM, 2 slot PCM¬
CIA e 2 porte USB (Universal
Serial Bus). Viene venduto a
lire 7.550.000 (IVA inclusa).
Sempre da Microlink sono
ora disponibili tre nuovi
modelli di desktop dai nomi
accattivanti: Nasya, Xenia e
Parsec. Nasya è il modello
più economico. Si basa su un
processore AMD K6 da 200
MHz. hard disk da 1,7 Gbyte,
16 Mbyte di RAM, CD-ROM
16x, scheda audio a 16 bit
integrata, casse stereo da 90
watt, tastiera, mouse e tap¬
petino. Xenia invece ha in
dotazione un processore Intel
Pentium MMX da 200 MHz,
hard disk da 2 Gbyte. 16
Mbyte di RAM, CD-ROM
24x, scheda audio a 16 bit
integrata, casse stereo da
90 watt, scheda video PCI
S3 TRIOR4V minorata
Per i clienti che invece cerca¬
no un computer di elevata
potenza è disponibile il
modello Parsec a lire
4.980.000, sempre IVA inclu¬
sa. La base è un processore
Pentium II a 266 MHz con 64
Mbyte di RAM, CD-ROM
24x, hard disk con controller
Ultra DMA da 4,3 Gbyte,
scheda video integrata ATI
RAGE PRO con 4 Mbyte di
SGRAM controllata con bus
AGP (Accelerated Graphics
Porti, scheda audio Creative
AWE 64 con casse stereo da
240 watt, tastiera, mouse e
tappetino. Il software incluso
è Windows 95, Norton
Antivirus 2.0, Internet Fast
Find e PC Anywhere (90 gior¬
ni di prova).
Microlink
Via Sestese 61.
50141 Firenze,
Tel (055) 4274 300
Microlink ha presentato sul
mercato due nuovi modelli di
notebook che forniscono le
stesse prestazioni dei perso¬
nal computer da tavolo.
Entrambi i modelli, che si
chiamano Microlink 6200 e
Microlink 7600, hanno un
processore Intel Pentium
MMX da 200 MHz, un CD¬
ROM 20x, scheda audio
wavetable con microfono
integrato e due speaker inter¬
ni. Completano la dotazione
speciale una porta per colle¬
gamento ad infrarossi IrDA
ed una porta TV. Il modello
6200 ha in dotazione un hard
disk da 2,1 Gbyte, 16 Mbyte
di memoria RAM e tre slot
PCMCIA standard, mentre il
monitor è da 12,1 pollici. Può
essere acquistato con moni¬
tastiera. mouse e tappetino.
Degna di nota la dotazio¬
ne software di entrambi
i modelli: Windows
95, Norton Antivirus
2.0, Internet Fast Find,
PC Anywhere (90 gior¬
ni di prova). Football on thè
Web, Enciclopedia Zanichelli,
Errata Corrige 2.0. Guida
Multimediale all'Italia del
Touring Club Italia, Viaggio
nel Corpo Umano a cura dì
Piero Angela, Talk To Me,
Voyager Italia e CNN Conflict.
A prezzi già comprensivi
d'IVA, Nasya costa lire
1.699.000, mentre Xenia
viene lire 2.149.000.
Microlink Display ed Acer
stanno partecipando attiva¬
mente al campionato di palla¬
volo di Serie A attualmente in
corso Le due società sono
infatti i fornitori ufficiali dei
personal computer che saran¬
no usati per la gestione elet¬
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di black-out. un sicuro filtro contro le anomalie nella tensione elettrica. Tra le diverse soluzioni, testate e garantite
dal marchio CE. disponibili ora anche quelle per semplici PC.
di Andra Uonlesl
Diciamo la verità, per quante
volte si possa essere rimasti
scottati dalla propria sbadataggi¬
ne, sono pochi quelli tra noi che
non perseverino diabolicamente
nel salvare troppo poco fre¬
quentemente i propri dati, per
accorgersene poi solo quando è
troppo tardi. Quando cioè, per
colpa di un'interruzione della
corrente, le ultime due pagine
digitate al Word Processor, o gli
ultimi 10 record immessi nel
Data Base o nel foglio di calco¬
lo, siano ormai perduti per sem¬
pre nel limbo dei documenti
elettronici mai memorizzati.
Questi inconvenienti sono
anche dovuti però alla cattiva
consuetudine, fin troppo diffusa
nel mondo dell'Informatica per¬
sonale. di non considerare il
Gruppo di Continuità come uno
tra gli elementi necessari per
l'utilizzo di un computer, rite¬
nendolo anzi un componente
mutile o troppo costoso, indica¬
to al più per le esigenze di un
ufficio o comunque dei soli
sistemi LAN. Dimenticando
inoltre come gli sbalzi di tensio¬
ne possano causare sulla mac¬
china problemi ben peggiori che
non la semplice perdita di pochi
dati. E per questo motivo che la
Tecnoware, società con sede a
Pontassieve, provincia di
Firenze, ha inserito nella sua
gamma di UPS una nuova fami¬
glia di versioni, specificamente
progettate per i Personal
Computer. La Tecnoware Po¬
wer Systems è una tra le mag¬
giori produttrici italiane di gruppi
di continuità, dotata di una vasta
rete di agenzie e centri di assi¬
stenza. I suoi prodotti sono
conformi alle normative CEE e
vengono sottoposti a seven test
per garantirne il funzionamento
in qualsiasi condizione ambien¬
tale Facilmente collocabili in
qualunque postazione di lavoro
grazie alle ridotte dimensioni,
queste soluzioni garantiscono
inoltre facilità d’installazione e
massima silenziosità nel
funzionamento,
offrendo alte
prestazioni a
prezzi molto
ridotti.
I sistemi
Tecnoware
realizzano un
sicuro filtro
tra la rete
elettrica ed il
computer,
diventando
la sola fonte
di alimenta¬
zione diretta
per quest'ul¬
timo e pro¬
teggendolo
cosi dai peri¬
colosi effetti causati
dall'interruzione improvvisa del¬
l'erogazione, da sovra o sotto-
tensioni. spike ed interferenze
elettromagnetiche. Tutti gli
apparecchi sono caratterizzati
da una buona tolleranza nella
frequenza e nella tensione d'in¬
gresso (rispettivamente ±5% e
±20-25%) ed una frequenza di
I/O di 50/60 Hz con selezione
automatica Una nuova propo¬
sta di questa azienda è la serie
Revolution, modelli di UPS
compatti e dal piacevole design
per la protezione dei PC, dome¬
stici o professionali: i computer,
questi, più diffusi ed utilizzati
ma anche quelli maggiormente
sottoposti allo stress di un'ali¬
mentazione elettrica non corret¬
ta, anche a causa degli impianti
vecchi e inadeguati, con cavi
spesso logori perché mai sosti¬
tuiti. presenti in molte abitazio¬
ni. Tre esemplari dai nomi
alquanto inusuali, Egalité,
Fraternità (dotato anche di plug
telefonico per l'accensione a
distanza del sistema) e Libertà
(plug telefonico ed interfaccia
network), atti ad alimentare un
PC o un Mac con relativo moni¬
tor, con un tempo d'autonomia
variabile da 6 a 30 minuti, in fun¬
zione del
carico di lavo¬
ro. La poten¬
za di questi
apparecchi è
di 250 VA
(Voltampère:
1 VA= poten¬
za apparente
relativa alla
corrente -
alternata - di
1 ampère
sotto la ten¬
sione di 1
volt: equivale
alla potenza rea¬
le se corrente e
tensione sono in
fase). Il tutto in un case
di soli 9x15x22 cm e 6 kg
di peso.
I prezzi di questi dispositivi sono
rispettivamente di 195.000,
225.000 e 250 000 lire.
Power Pro è invece tra le serie
UPS di punta dell'azienda, nella
quale vengono dunque imple¬
mentate le più avanzate tecno¬
logie: si tratta di una vasta
gamma di gruppi di continuità,
progettati per la protezione cen¬
tralizzata di sistemi di rete locale
e per quella dei soli elaboratori
Client o server, ideali per uffici o
ambienti industriali. Grazie al
sistema Line Interactive, realiz¬
zato con un microprocessore
integrato, i parametri della ten¬
sione elettrica sono costante-
mente tenuti sotto controllo ed
in caso di anomalie il sistema
provvede immediatamente
all'emissione di un flusso di ali¬
mentazione costante a 220 V
La stabilizzazione On Line con¬
sente inoltre a questi apparec¬
chi di risparmiare nell'uso delle
batterie, allungando notevol¬
mente la vita di quest'ultime.
Tecnoware mette a disposizio¬
ne degli acquirenti della linea
Power Pro Check On Web, un
utile servizio via Internet per il
controllo dello stato di attività
del proprio UPS: il test di funzio¬
namento realizzato dall'azienda,
ed effettuabile sul suo sito, con¬
sente di verificare l'efficienza
delle singole parti del gruppo di
continuità in dotazione al clien¬
te, eventualmente consigliando
gli interventi necessari. I modelli
di questa fascia, specifici per la
K otezione Client, sono il Power
ro 600 (con una potenza di
325 VA) ed il Power Pro 750
(425 VA); due anche le proposte
in ambito server: Power Pro
900 e 1000, con potenze rispet¬
tivamente di 525 e 600
Voltampère, mentre per la
gestione di sistemi di rete com¬
pleti, i modelli Power Pro 1600
e Power Pro 2400 garantiscono,
con i loro 1.000 e 1.400 VA, la
protezione di un server e di 2 o
4 postazioni Client, per un'auto¬
nomia di lavoro pari a quella dei
sistemi per macchinari stand-
alone. Sempre nell'ambito della
protezione LAN centralizzata, i
quattro UPS della linea
Powersave costituiscono la pro¬
osta più avanzata della
ecnoware, per la gestione di 1
server e di un numero di elabo¬
ratori Client compreso tra 4 e
25. con ampia autonomia d'ali-
mentazione, fino ad un massi¬
mo di 90 minuti nel modello di
punta, il Powersave 12500, e
con potenze comprese tra
1.500 e 7.500 VA. I prezzi degli
apparecchi appartenenti a que¬
ste ultime due famiglie variano
dalle 495.000 lire del Power Pro
600 agli 11400.000 del
Powersave 12500.
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Finalmente una li-cnolo^ia umanizzala.
Mie soglie ilei terzo millennio, nessuno ave» a
ancora crealo una tecnologia veramente amica
dell'ulano, capace di assisterlo conipletamcnie nella
» ita di liuti i giorni... poi. è arrivala. Jepsscn. con il
primo ed unico computer al mondo, sintesi di una
tecnologia unitaria, in grado di aiutarci, in qualsiasi
nostra esigenza e in assoluta automa/ione, progettato
pei eseguire tutti i comandi impanili tuili/zaudo. in
maniera semplice e naturale, la nostra voce: dal
controllo dello stalo di salute o dell ambiente, al
controllo della comunicazione audio-video o di tutte
le apparecchiature elettriche o elettroniche presenti
in casa, in azienda o in ufficio, dando inizio ad una
nuova era: ipiella della lihetta tecnologica Se anche
tu vuoi essere protagonista di questa grande
rivoluzione contatta il io Servizio Clienti per
telefono o via Internet oppure compila ed invia per
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Patto d’acciaio tra IBM, HP e Verifone per i prodotti SET
Sicurezza e semplicità per i pagamenti via Internet: le società annunciano una
nuova collaborazione volta ad assicurare la massima compatibilità tra le loro
soluzioni Secure Electronic Transaction. Prevista inoltre una guida di riferimento.
Le tre principali aziende rea¬
lizzatrici di prodotti software
per i pagamenti via Internet
hanno deciso di unire i loro
sforzi per la promozione del
commercio elettronico in
rete, allo scopo di far cresce¬
re la fiducia da parte dei con¬
sumatori, ancora piuttosto
carente, verso un ambiente
di compravendita sicuro.
Il tutto all'insegna della mas¬
sima interoperabilità tra le
loro soluzioni.
Il successo dei prodotti SET
(Secure Electronic Transa¬
ction), dipende strettamente
dalla loro affidabilità, legata
alla compatibilità tra sistemi
POS e "portafogli elettroni¬
ci” di differenti aziende rea¬
lizzatrici: da qui la necessità
di definire uno standard
comune. IBM e HP/Verifone.
insieme con Visa e Master¬
Card. hanno così messo a
punto un protocollo end-to-
end trasparente che salva¬
guardi il consumatore ed il
venditore durante tutta la
procedura di pagamento, per
gli acquisti effettuati via
Internet tramite carta di cre¬
dito.
Ma per la piena accettazione
del business elettronico, l'in-
teroperabilità delle soluzioni
dovrà essere sempre più
estesa, pertanto come parte
integrante di questo proget¬
to è prevista la pubblicazio¬
ne nei prossimi mesi di una
Guida di Riferimento, indiriz¬
zata a tutti i produttori che
decidano d'integrare il proto¬
collo all'interno dei loro
applicativi per pagamento in
rete.
Accordo Gerbere Gallo Pomi
per soluzioni avanzate di stampa
E' stato concluso un impor¬
tante accordo tra Gallo
Pomi e Gerber Systems,
divisione della Gerber
Scientific Ine., in base al
quale la società italiana
sarà il riferimento nel
nostro Paese di un produt¬
tore noto a livello mondiale
nella progettazione di solu¬
zioni avanzate nell'indu¬
stria della stampa.
di Francesco Fulvio Castellano
La nuova partnership costitui¬
sce un passo importante nella
strategia della "milanese"
Gallo Pomi, volta a dare conti¬
nuità all'evoluzione tecnologica
nell'area "prepress", dove la
società opera con successo da
molti anni. Alle proposte di
PrePress Solutions, ScanView
e T/R Systems che hanno con¬
quistato il mercato italiano,
Gallo Pomi è ora in grado di
affiancare una gamma comple¬
ta di soluzioni per il CTP
(Computer To Piate), un setto¬
re in forte crescita per il quale
la società ha deciso dì investi¬
re buona parte delle proprie
risorse.
Il CTP porterà già nel 1998
risultati significativi, soprattut¬
to in seguito all'introduzione
delle lastre termiche
I prodotti Gerber saranno
disponibili pei effettuare test
su diversi tipi di lastre presso
la sala demo di Gallo Pomi con
una unità 3030T per lastre ter¬
miche. La Gallo Pomi ha porta¬
to a termine l'accordo nella
volontà di trovare un partner in
grado di offrire soluzioni tecno¬
logicamente avanzate e affida¬
bili.
Con una leadership assoluta
nel settore dei plotter e una
valida esperienza maturala
attraverso oltre 200 installazio¬
ni CTP nel mondo, Gerber è
evidentemente un'azienda che
risponde a tali requisiti.
Fondata nel '48, Gerber Sy¬
stems progetta, produce e
commercializza soluzioni desti¬
nate all'industria della stampa
e dei settori connessi per l'au¬
tomazione e il controllo della
produzione di prestampa da
PostScript.
Gallo Pomi - Via R Sanno 34 .
20149 Milano. Tel 102146 765 I
Le soluzioni aziendali di Cisco per voce e fax su Internet
Con i nuovi moduli per router serie Cisco 3600, l'azienda californiana garanti¬
sce un traffico voce affidabile su Internet Protocol, permettendo alle grandi
aziende di abbattere le spese per le
soluzioni gateway.
E' stato da poco presentato il primo di una serie di
prodotti della Cisco System destinati alla gestione
della trasmissione della voce sulle infrastrutture
dati preesistenti. Il modulo per router Cisco 3600
consentirà alle aziende che utilizzino soluzioni intra¬
net per WAN di dirottare su queste, dalla rete
telefonica convenzionale, l'intero traffico voce, con¬
sentendo cosi un netto abbattimento dei costi per
la comunicazione tra le sue filiali. La stessa oppor¬
tunità è offerta per la trasmissione fax. che potrà
inoltre essere trasferita su extranet
Stando alla società produttrice, ad un'azienda con
sole due sedi comunicanti, ciascuna da dieci dipen¬
denti che chiamino per due ore al giorno, il nuovo
sistema garantirebbe un risparmio mensile del
50% sulla spesa telefonica, dopo soli quattro o cin¬
que mesi di ammortizzamento dell’acquisto.
I sistemi voice-over-IP si mterfacciano con i normali
apparecchi telefonici, fax e sistemi PBX rendendo
trasparente agli utenti lo smistamento della comu¬
nicazione sulla rete
Le caratteristiche QoS (qualità del servizio) del
software IOS di Cisco ed il design specifico per i
router 3600, atti a garantire la minore latenza end-
to-end possibile, consentono l'attenuazione del
ritardo dell'elaborazione della voce in rete, mentre i
sistemi DSP si occupano dell'eliminazione dell'eco,
dell'eliminazione delle pause, della gestione del jit-
ter buffer e della compressione (supportando per
quest'ultima diversi schemi, tra cui G.711 per
applicazioni ad alta velocità e G 729 per applicazioni
WAN, la voce convertita in PCM a 64K può essere
compressa fino a 8K). consentendo di non appe-
comunicazioni interne. In vista anche
sentire troppo il carico di lavoro del router, I moduli
supportano 2 o 4 canali voce tramite una serie di
schede d'interfaccia.
Attraverso l'integrazione degli standard, come
H.323. per l'interoperabilità con software telefonici
di altre case, i moduli Cisco garantiscono la compa¬
tibilità con i relativi Client, come NetMeeting di
Microsoft ed Ethernet Phone di Selsius.
Cisco Systems annuncerà nei prossimi mesi anche
dei gateway voce digitali a pacchetti ad alta densità
su piattaforma per carrier, che consentiranno ai
Service Provider di offrire servizi di telefonia
Internet ad utenti domestici e ad aziende
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Il networking Intel
da Computer Discount
Raggiunto un accordo tra
il leader mondiale dei
microprocessori e la cate¬
na italiana d'informatica,
per la distribuzione dei
prodotti di rete.
Sugli scaffali e nei listini dei
115 punti vendita distribuiti
su tutto il territorio nazionale
della catena Computer
Discount si potranno da oggi
trovare hub, router, schede
di rete e switch con il mar¬
chio Intel.
I prodotti al centro dell'ac¬
cordo coprono tutti i settori
del networking, in modo par¬
ticolare per reti di piccole e
medie dimensioni, andando
incontro alle crescenti esi¬
genze dello Small Business
e deH'Home Business.
Sono infatti le piccole e
medie imprese, i professio¬
nisti, le scuole e gli enti il
target dell'operazione, incen¬
trata suM’ampliamento del
mercato in una direzione
ancora poco sfruttata nel
nostro paese, ed in cui il rap¬
porto qualità/prezzo è garan¬
tito dall'affidabilità del colos¬
so statunitense e dalla con¬
venienza che contraddistin¬
gue l'azienda italiana.
II marchio Intel non avrà l'e¬
sclusività dei prodotti per
networking nei negozi Com¬
puter Discount, ma andrà ad
ampliare la gamma di articoli
già offerti, facendo però in
questo modo conoscere le
sue soluzioni di rete alla
clientela italiana, proseguen¬
do in quella strategia di pro¬
mozione che già aveva por¬
tato il settore networking
dell'azienda a presentarsi
con uno stand autonomo
all'ultimo SMAU.
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Le attività commerciali in Italia a 1.685 miliardi di lire, più 18,6%
Continuano anche nel ‘97 i record di HP
Nell'anno fiscale ‘97, chiuso il 31 ottobre scorso, il consolidato mondiale di HP
ha raggiunto i 42.9 miliardi di dollari, più 12% rispetto all'anno precedente.
Raggiunti e consolidati gli obiettivi nei vari segmenti di mercato: server di rete,
stampanti laser e a getto d'inchiostro, sistemi commerciali UNIX.
Nuova struttura organizzativa della Computer Organization.
Unico neo il calo della fabbrica di Stezzano per le stampanti.
di Francesco Fulvio Castellano
Al tradizionale appuntamento di fine anno
con la stampa, diventato un "must",
dove al Four Seasons di Milano ha visto
una marea di giornalisti, Hewlett-Packard
Italiana si è presentata con un "palma-
res" di record, raccontati con dovizia di
particolari e dettagli da Alfredo Scarfone,
Amministratore Delegato e Direttore
Generale. Certo che parlare di record in
casa HP è paradossalmente diventato
riduttivo. Vediamoli da vicino, questi dati
di bilancio in Italia e nel mondo.
L'attività complessiva HP in Italia nell'an¬
no fiscale '97, concluso il 31 ottobre, è
ammontata a 1.685 miliardi di lire, con un
incremento del 18,6% rispetto al prece¬
dente anno fiscale. Il dato comprende il
fatturato commerciale di HP Italiana che.
secondo i dati preliminari di bilancio, ha rag¬
giunto 1.570 miliardi di lire (+16 per cento), e
circa 115 miliardi di lire fatturati direttamente
da HP Europe, relativi a materiali di consumo
per le periferiche e componenti elettronici. Il
personale commerciale e di staff è aumenta¬
to a 1.222 unità.
L'attività produttiva segue dinamiche differen¬
ti da quelle del mercato italiano in quanto l’in¬
sediamento produttivo di Stezzano, Bergamo
Hard Copy, nei pressi di Bergamo, opera per
Il mercato mondiale. Nel 1997, BHC ha risen¬
tito dell'andamento globale del settore delle
stampanti HP LaserJet e, nonostante l'au¬
mento dei volumi produttivi delle schede per
tale stampanti, ha registrato un fatturato di
531 miliardi di lire, un calo del 16 per cento.
Il personale totale di HP Italiana è di 1.542
Andamenti Hewlett Packard Co.
Fatturato consolidato HP Co.
per gruppi di prodotti - FY97
Infornano
\
E®
Sitarmi
| »r Anali»! fblmlra
roani di M ninni
rioUando
tifi cimi
naturalo lutale iUM
unità, un incremento del 2 per cento sul ’96.
Per quanto riguarda le attività a livello mondia¬
le, HP ha fatturato, al 31.10.97, ben 42.9
miliardi di dollari, con una crescita del 12 per
cento rispetto al '96. Gli ordini sono cresciuti
dell'11 per cento per un ammontare di 43,2
miliardi di dollari. L'utile netto è ammontato a
3,1 miliardi di dollari (+21 per cento). Il perso¬
nale ha raggiunto 121.900 unità, con un incre¬
mento del .9 per cento sul '96. Sono cifre da
capogiro.
La nuova struttura organizzativa HP, che inte¬
gra nella "Computer Organization" tutte le
competenze, i prodotti e i servizi del settore
informatico, è orientata a definire e utilizzare
un nuovo metodo più efficace, diretto e
costante di contatto con il mercato.
E' focalizzata al cliente e abolisce, di fatto, i
confini nazionali. Il suo obiettivo interno è
quello di continuare a sostenere la cre¬
scita HP, anche ora che il fatturato con¬
solidato mondiale ha raggiunto i 43
miliardi di dollari.
Con questo fatturato, HP si pone al
secondo posto mondiale nel settore
informatico.
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chàssis e scheda madre, il
nuovo modello di HP Vectra
VE basato su processore
Pentium con tecnologia
MMX (e che presenta un
aumento delle prestazioni
pari al 75% rispetto al suo
omonimo predecessore), si
lancia in maniera decisa alla
conquista del mercato desk¬
top per l'industria, proponen¬
dosi come soluzione ottima¬
le tanto per gli utenti in
ambito aziendale quanto per
gli amministratori di Mana¬
gement Information Sy¬
stems.
Disponibile nelle versioni da
166, 200 e 233 MHz. il
nuovo nato è il primo PC
commerciale a basso costo
(da 2 105.000 lire IVA esclu¬
sa) ad includere nel modello
standard contemporanea¬
mente architettura ACPI
(Advanced Configuration
Power Interface), SDRAM,
due porte USB e dischi Ultra
ATA, offrendo sia un consi¬
derevole incremento dell'ef¬
ficienza del sistema stesso,
sia una maggiore possibilità
di aggiornamento e di con¬
nessione.
Le unità Ultra ATA-33. in par¬
ticolare, consentono di por¬
tare la velocità di trasferi¬
mento dei dati, dai prece¬
denti 16 7 MB/sec agli attua¬
li 33 MB/sec, arrivando per¬
ciò quasi a raddoppiarla
I flashmg di BIOS remoti su
PC multipli consentono di
aggiornare simultaneamente
i BIOS di tutta la rete di PC
da un'unica console, mentre
la funzione di accensione
remota (RPO), se abilitata,
su alcuni tipi di scheda di
rete integrata, permette ai
MIS di accendere a distanza
le macchine durante le ore di
inattività.
Completamente conforme
alle specifiche DMI 2.0, HP
Vectra VE presenta tra le
altre caratteristiche una
scheda video S3 Trio64 V2 a
64 bit con 2 MB di memoria
video, unità CD-ROM 24X
MAX, fino a 32 MB di
SDRAM, software di gestio¬
ne PC HP TopTooIs, Win¬
dows 95 e McAfee
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Gruppi di continuità APC
per i mondiali di Francia '98
APC ed i suoi gruppi di conti¬
nuità sono stati scelti dal
Comitato Organizzativo dei
prossimi Campionati Mon¬
diali di Calcio
di Francesco Fulvio Castellano
Come si sa, i Campionati Mon¬
diali di Calcio si svolgeranno in
Francia tra il 10 giungo e il 12
luglio 1998 Le 32 squadre fma-
liste si affronteranno in 64 parti¬
te eliminatone e cosi via sino
alla finale, e con una audience
di oltre 3.7 miliardi di telespetta¬
tori. L'Italia è una delle otto
teste di serie I gruppi di conti¬
nuità APC - American Power
Conversion, sono stati scelti
come prodotti ufficiali per la pro¬
tezione dell'alimentazione elet¬
trica e per garantire sicurezza e
affidabilità dell'alimentazione
stessa sull'intera rete presso
tutte le 11 sedi-stadi dove si
svolgerà il campionato, compre¬
se le 10 città sedi di partite e
l'International Media Center
APC si unisce cosi al gruppo
fomiton ufficiali di prodotti e ser¬
vizi per i mondiali di calcio, che
comprende AirFrance, CPW/
Nestlè Céréales, Cyanamid,
Lavazza. Michelin e Total.
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Excalibur RetrievaIWare ancora più potente con la versione 6.5
Presentata la versione aggiornata del sistema software di information retrieval, con nuove funzionalità
quali il RetrievaIWare File Room.
L'azienda specializzata in soluzioni per il reperimento delle informa¬
zioni, ha da poco annunciato l'arrivo della nuova versione della sua
architettura software per la creazione di applicazioni di ricerca
RetrievaIWare 6.5. oltre a tutte le caratteristiche che già avevano
determinato il successo delle precedenti realizzazioni, presenta
alcune nuove ed interessanti funzionalità grazie al modulo add-on
File Room, è possibile da un'unica interfaccia, l'ormai pregnante
Web browser standard, ricercare qualsiasi tipo di documento, car¬
taceo od elettronico, audio e video, all'interno di una qualsiasi base
di dati aziendale, di Internet, intranet, groupware, ecc.. integrando i
procedimenti di scansione e OCR (Optical Character Recogmtionl
nei sistemi di indicizzazione. Sono state inoltre migliorate le attività
di summarization, per un veloce esame del contenuto del docu¬
mento ricercato, e del clustering dei metadati
La soluzione della Excalibur Technologies Corporation è basata
sulla metodologia APRP (Adaptive Pattern Recognition
Processing), che offre al sistema funzioni di apprendimento,
memorizzazione e riconoscimento delle sequenze binarie, in modo
indipendente dal tipo di informazione digitale in esame, grazie a
tecniche di reti semantiche e pattern recognition con ricerca fuzzy.
evitando d'incorrere nella maggior parte degli errori generalmente
commessi dai sistemi OCR Queste caratteristiche consentono al
prodotto l'identificazione e il recupero su qualsiasi tipologia di infor¬
mazione. compresi il supporto cartaceo, che rappresenta statistica¬
mente ancora l'80% dei dati a disposizione della maggior parte
delle aziende, e visivo on-line II riconoscimento di un qualsiasi pat¬
tern all'interno di un testo è garantito anche in presenza di errori di
ortografia o di trascrizione, tanto nei dati quanto nelle query, grazie
alla funzionalità 'fuzzy spelling’ Con una rete semantica di oltre
500.000 significati per le parole e 1 400 000 associazioni, Excalibur
RetrievaIWare 6.5 con File Room si propone come una delle più
valide soluzioni di knowledge retrieval presenti sul mercato; dispo¬
nibile oggi per Windows NT e Solaris, verrà entro pochi mesi este¬
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MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
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del colore sono
geni per definizione
come i monitor NEC, la qualità
dell'immagine supera ogni
avanguardia. NEC vi offre una
gamma completa di monitor
da 14" a 300" per dare ad ogni
vostra esigenza la
migliore forma di
espressione. Entrate nella
galleria tecnologica NEC: con
i monitor Croma Clear e il
loro mask pitch di
0,25 mm otterrete
immagini chiare
e stabili. La tecnologia
Xtra View su monitor a
cristalli liquidi vi consentirà
un angolo di
visualizzazione di
100°, occupando meno spazio.
La tecnologia Plasma vi aprirà
una perfetta visione del futuro.
Per completare la cornice a
regola d'arte, vi
ricordiamo anche
il proiettore MT810/MT1000.
just imagi ne
NEC MULTIMEDIA
KCB
Agentware è tra le più sofisticate tecnologie neurali, ma con un'interfaccia molto “friendly"
Con Agentware arriva il “Cyberdog” per la ricerca su Internet
La società Ouestar di Bergamo ha presentato, all'Hard Disk Café di Milano, la versione italiana
di Agentware della statunitense Autonomy Ine., un'applicazione che consente di creare un ambiente
di ricerca e acquisizione di informazioni personalizzate attraverso Internet relativamente ad ogni singolo utente.
Gli " agenti ” autonomi conquisteranno il mondo, ma non sono James Bond. Con Autonomy, Internet
raggiunge nuovi traguardi con una originale presentazione a fumetti con "cane e i suoi ossi"
come punti di riferimento e su cui cliccare.
di Francesco Fulvio Castellano
Iniziamo col dire che il
48% degli utenti del Web
ritiene che Internet aggra¬
verà, nel tempo, il proble¬
ma relativo all’eccessivo
peso delle connessioni e
traffico di informazioni:
troppa ricerca di parole,
difficile da usare, nessu¬
na autonomia, i problemi
si accavallano. La soluzio¬
ne? Arrivata la "push
technology", di recente
introduzione, non ha risol¬
to evidentemente il pro¬
blema perché si è dimo¬
strata intrusiva, fonti inef¬
ficienti, basata su un vec¬
chio concetto di informa¬
zione non adattabile e
non personalizzabile.
Ecco che sembra la solu¬
zione sia arrivata con
Agentware... e lasciamo
fare il lavoro agli "agenti”
autonomi intelligenti
come sottigliezze di
metafore e. quindi, intelligenti,
autonomi, personali.
Un connubio di tecnologie
dette "neuronal network”. La
tecnologia Agentware desktop
si presenta, nella videata di
apertura, con un simpatico
cane, anzi proprio con tanti
cani a fumetti, che rappresen¬
tano gli "agenti", ma se ne
possono creare altri e di altro
tipo Ad esempio, cliccando
sull'agente Ferrari, salta fuori
tutto il mondo Ferrari attraver¬
so una serie di siti, con un arci¬
pelago di sottositi. Oppure, l’a¬
gente "felini" visualizza le
immagini nel browser sul
desktop. Oppure, creo un
nuovo agente e lo chiamo
Bond. Cosa succede? Vedrò
"apparire" la storia di James
Bond e le interpretazioni di
Sean Connery e Roger Moore.
l'autore lan Fleming, la sua
vita, i suoi libri e così via.
ti", per individuare sul
web informazioni perti¬
nenti a determinati con¬
cetti e in ben definiti
contesti. Gli agenti che
ricercano le informazio¬
ni utilizzano la tecnolo¬
gia delle reti neurali e
sono in grado di modifi¬
care il proprio compor¬
tamento per meglio
adeguarsi alle esigenze
dell’utente La tecnolo¬
gia con cui è stato svi¬
luppato Agentware è
tra le più sofisticate tec¬
nologie neurali, ma il
prodotto si presenta
con un’interfaccia
molto "friendly", che
ne permette un uso
semplice ed immediato
anche per gli utenti meno
esperti, e viene offerto ad un
prezzo accessibile a tutti:
139.000 lire, IVa inclusa.
Agentware offre differenti ser¬
vizi che condividono la medesi¬
ma interfaccia grafica "drag
and drop", molto semplice da
utilizzare: Web Researcher,
6 er effettuare ricerche sul
Je b; Press Office, per la sele¬
zione e la raccolta di informa¬
zioni provenienti da fonti gior¬
nalistiche su Web; Image
Researcher, per la riceraca di
immagini, disegni, fotografie,
grafici e animazioni sul Web;
Agent World, per effettuare
ricerche su Internet senza
restare collegati alla Rete.
Agentware richiede un siste¬
ma 486DX con Windows 95
oppure Windows 3.11, 8 MB
di RAM (consigliati 16), 10 MB
di spazio su disco fisso e un
browser Web come Netscape
Navigator 2.0 o Microsoft
Internet Explorer 3.0 o succes¬
sivi.
Autonomy Ine. è una società
nata nel ’96 a Cambridge,
Gran Bretagna, ma ha sede a
Palo Alto, California (fatturato
dell'anno intorno ai 45 milioni
,, di dollari, e un centinaio di
ricercatori)
La tecnologia di Autonomy è
basata sui risultati degli studi
condotti negli ultimi sei anni
da Cambridge Neurody¬
namics, all’avanguardia nello
sviluppo di applicazioni com¬
merciali basate sulle reti
neurali e sul riconoscimento
dei pattern.
Questar, invece, è la società
nata nel ’93 a Bergamo,
come publisher dedicato, ed
è rappresentante per l’Italia
di Seagate Software-IMG,
Puma, Sheridan, Connectix,
Inso, Autonomy, Austm-
James. Microplex e Vision
Software.
DOVE 6 CHI■
Questar Srl
Via Ghislandi 61/B,
24125 Bergamo,
Tel. (035) 42.82.998
Il mondo "agenti”
permette: di andare
alla "cuccia" per la
ricerca di agenti off-
line, oppure cercare
l'agente di scam¬
bio. Fatta questa
premessa, Agent¬
ware è un software
che cambia radical¬
mente il concetto di
motore di ricerca su
Internet: utilizza il
linguaggio naturale
per determinare i parametri
della ricerca e compie una
selezione delle informazioni
realmente aderente alle richie¬
ste dell’utente: tanto più detta¬
gliata è la descrizione dell’og¬
getto da cercare, tanto più
mirata è la ricerca effettuata da
Agentware. La tecnologia
Autonomy Agentware utilizza
una serie di componenti soft¬
ware, definiti appunto "agen-
88
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
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Da Hewlett-Packard un nuovo, potente HPC con display a colori
L'HP 620LX, con i suoi 16 MB di RAM, è un palmare progettato per sfruttare al massimo le caratteristiche
di Windows CE 2.0. Presente anche lo slot per scheda CompactFlash.
Da sempre molto attiva nel¬
l'ambito Handheld PC, la
Hewlett-Packard cerca ora di
ampliare il bacino d'utenza di
queste tecnologie, verso le
quali continua ad esistere
una certa forma di diffiden¬
za, migliorandone caratteri¬
stiche e prestazioni, puntan¬
do soprattutto sulle neces¬
sità di professionisti e realtà
aziendali,
Ecco allora la nuova propo¬
sta palmtop di HP che, gra¬
zie al suo display a colori ad
elevato contrasto, consente
di ottenere risultati partico¬
larmente soddisfacenti nella
riproduzione delle presenta¬
zioni portatili (PowerPoint),
ed in tutte le applicazioni
grafiche supportate da
Windows CE, il sistema ope¬
rativo su cui, ovviamente, si
basa il 620LX II tutto in
maniera addirittura eccellen¬
te con l'installazione di una
scheda di output VGA opzio¬
nale, che consente al nuovo
PC palmare HP di raggiunge¬
re l'invidiabile risoluzione a
colori di 800x600 pixel.
Il suo punto di forza è certa¬
mente in quei 16 MB che
consentono di utilizzare
appieno tutte le funzionalità
del sistema Microsoft, come
il Pocket Outlook, Uno slot
espressamente dedicato alla
scheda CompactFlash, con¬
sente, come nei precedenti
modelli HP, di lasciare quello
PCMCIA libero per le con¬
nessioni modem o LAN, o
eventuali schede di memo¬
ria. Il palmare potrà quindi
essere utilizzato all'interno di
una rete locale tramite un
Client compatibile DMI.
HP 620LX dispone inoltre di
un registratore vocale con
motore di compressione e
microfono incorporato, di
una tastiera piu ampia con
tasti di accesso rapido alle
funzioni più frequentemente
utilizzate e di un sistema di
posta elettronica in grado di
supportare file di tipi diversi.
Tra le altre caratteristiche:
protezione dei dati, agenda
elettronica Month-at-a-Glan-
ce Plus per la visualizzazione
degli appuntamenti per un
periodo da uno a sei mesi,
software per la conversione
delle valute e delle unità di
misura, sistema per la
gestione dei FAX e utility di
ricerca universale (bFAX Pro
e bFind).
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Internet sul televisore con SURFTV di COM One
Il ritorno di Dymo
Si fanno sempre più strada le soluzioni Internet dedicate a chi non voglia o non possa
utilizzare un computer. L'ultima proposta, in due diverse versioni ricche di funzionalità,
arriva dalla divisione inglese di COM One.
Com'era prevedibile lo sviluppo di Internet e delle
sue applicazioni, ha fatto si che il mezzo finisse per
prescindere dalla sua valenza originaria, assumen¬
do nella società un ruolo più importante, divenen¬
do "medium" a tutti gli effetti e chiamando a sé
un numero di utenti sempre maggiore: le soluzioni
di collegamento senza personal computer alla
Rete delle reti si moltiplicano cosi di mese in mese
(all'argomento abbiamo dedicato un articolo nel
numero di dicembre); ma se bisognerà attendere
ancora un po' per vedere in commercio i primi
sistemi televisivi con questo tipo di tecnologia inte¬
grata, accontentiamoci per il momento dei set-top
decoder, come quello appena presentato da COM
One UK. SURFTV è un prodotto completo per la
telecomunicazione, in grado di supportare il colle¬
gamento con tutte le principali tipologie di servizi
network; sistema telefonico standard, ISDN e TV
via cavo. L'accesso ad Internet è garantito da un
browser originale dotato delle stesse caratteristi¬
che dei sistemi più diffusi, compreso il supporto
per trame e GIF animate, interprete JAVA e com¬
patibilità dei plug-in con il formato Netscape.
Grazie a questo tipo di prodotto è possibile naviga¬
re tra le informazioni della Rete, comodamente
seduti in poltrona ed usando un semplice teleco¬
mando, fornito assieme al decoder, o utilizzare il
sistema di posta elettronica e scrivere con la prati¬
ca tastiera ad infrarossi. Un sistema di controllo,
appositamente studiato per famiglie con bambini,
permette d'inibire l'accesso a siti particolari, men¬
tre il lettore smart card consente di effettuare in
completa sicurezza le transazioni per acquisti elet¬
tronici. Grazie al sistema interno viva-voce è anche
possibile utilizzare SURFTV per ricevere o effettua¬
re telefonate, od inviare fax, componendo i numeri
su telecomando o tastiera, senza bisogno di altri
apparecchi. E disponibile anche una funzione di
segreteria telefonica integrata. È naturalmente
possibile ampliare le capacità di questa soluzione
con l’uso di microcamere, non solo per le canoni¬
che funzionalità di videoconferenza ma anche per
realizzare un sistema di monitoraggio locale, utile,
ad esempio, per tenere sotto controllo la stanza
dove dormono i bambini Tra le altre caratteristi¬
che: un sistema d’interfaccia grafica personalizza¬
bile basato su HTML, processore Pentium a 133
MHz. sistema operativo a 32 bit con micro kernel
basato su UNIX, modem da 33,6K a 56K, 8 MB di
RAM e 2 MB di Flash memory, memoria cache
dinamica di 4 MB, sistema video VGA Cirrus Logic
640x480 compatibile PAL e scheda audio a 16 bit
SoundBlaster compatibile, SURFTV è disponibile
nella versione Lite o in quella Plus, quest'ultima un
vero sistema computerizzato di rete espandibile,
dotato anche di lettore CD-ROM o DVD.
COM One (UK) Ltd - 25 Sandford Drive,
Woodley RG5 4RR Berks, England, Tel. (44)
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Ricordate l'etichettatrice che
tanti anni fa divenne un succes¬
so? Oggi torna dal suo parziale
torpore. Dymo PC-10 è una
stampante per etichette che si
collega direttamente alla porta
seriale del computer Sono
disponibili 8 tipi di nastri con
colori diversi, che associati ai tre
colori d'inchiostro della stam¬
pante, possono dare luogo a 24
combinazioni di etichette E'
possibile stampare del testo
sulle etichette, dare il formato e
lo stile desiderato ed anche
inserire immagini.
Le piccole dimensioni della
stampante permettono di collo¬
carla anche sulla scrivania senza
rubare spazio.
Dymo - 7e/ +44 (01 171580 1945
90
e Intel insxJe sono march* raggira»'
Quando si cerca un ottimo notebook è meglio andare per il
Pentium
L'insieme di questi tre elementi fanno del CF35 l'ultimo
ritrovato in materia di mobile computing. La più attuale
componentistica a livello di processore, schermo a LCD e batteria, è
stata integrata in un notebook di moderna concezione, sottile e
leggero, senza trascurare gli aspetti di robustezza e affidabilità
grazie agli accorgimenti tecnici già sperimentati con successo
sugli altri notebook della linea Panasonic. Il cuore: processori
Intel MMX, ampi schermi a matrice attiva e batteria Ioni di Litio
di serie. L'anima: Cabinet LCD in magnesio, Hard Disk avvolto da
una soluzione di gel ammortizzante. Il look: solo 2 kg di peso e spessore
ridotto. Non vi è dubbio che il CF35 è il computer ideale per chi fa del notebook il proprio
strumento di lavoro quotidiano. Ti Ti
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Toshiba mette in orbita un nuovo Satellite
Grazie ad una speciale batteria aggiuntiva, il
modello 480 della fortunata serie di portatili rag¬
giunge le 6 ore di attività.
Il nuovo astro Pro 480CDT è il
più recente notebook della
sene Satellite. Si tratta di una
macchina molto potente e
veloce, in grado di gestire
enormi quantità di dati ed
intense applicazioni multime¬
diali compresi filmati ed ani¬
mazioni true colour. Anche
dal punto di vista del rispar¬
mio energetico questa mac¬
china offre molti vantaggi in
quanto costruita con le speci¬
fiche ACPI (Advanced
Configuration and Power
Interface) che consentono al
sistema operativo di gestire
totalmente la quantità di
energia destinata a ciascuna
periferica.
Il processore Intel Pentium
MMX a 233 MHz è accompa¬
gnato da un hard disk da 3.2
Gbyte, da 32 Mbyte di
memoria Edo RAM e da un
CD-ROM lOx, scheda video
SVGA compatibile con 2
Mbyte di VRAM, scheda
audio Sound Blaster Pro com¬
patibile 16-bit, microfono e
audio diffusori incorporati. Lo
schermo a colori da 12.1 polli¬
ci, con una risoluzione
800x600 a 16.7 milioni di
colori, è un TFT a matrice atti¬
va. Il peso è di 3,1 kg e le
sue dimensioni sono
303x239x50 mm. Grazie ad
una batteria ultraleggera agli
ioni di litio, il Satellite Pro
480CDT ha un'autonomia di
3 ore, che possono diventa¬
re 6 usando una batteria
opzionale.
Il Satellite Pro 480CDT è
stato progettato dalla Toshiba
per soddisfare le esigenze di
utenti aziendali non solo per
potenza ed autonomia, ma
anche in modularità. Una
delle particolarità del Satellite
Pro 480CDT è SelectBay, una
impostazione che permette
facilmente di usare i compo¬
nenti di altri computer
Toshiba precedentemente
acquistati. In questo modo i
costi aziendali sono ridotti, in
quanto le diverse macchine
possono essere adattate alle
esigenze del momento dell'a¬
zienda, usando componenti
di altri computer Toshiba. Ed
è proprio grazie a questa
caratteristica che il Satellite
Pro 480CDT della Toshiba
può arrivare ad avere con un
altro hard disk una capacità
fino a 6 Gbyte, oppure una
seconda batteria SelectBay
opzionale. La memoria RAM
è espandibile fino a 160
Mbyte di Edo RAM.
Il sistema operativo preinstal-
lato su hard disk è Windows
95 e sono inclusi i software
Toshiba Audio Applications
2.12, MaxTime Toshiba (per
la gestione dell'alimentazione
elettrica) Hypertext Online
help e Puma Intellisync 97.
Tra gli optional che permetto¬
no di incrementare ulterior¬
mente la potenza del Satellite
Pro 480CDT vanno segnalati
il modem 33.6 kbps con fun¬
zioni di fax, segreteria telefo¬
nica e telefono, e ancora gli
slot SelectBay che permetto¬
no di trovare soluzione a tutte
le esigenze del cliente.
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20041 Agrate Brianza (MI).
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Le giovani promesse
dell’informatica
s'incontrano alla Città dei Ragazzi
La Scuola di Tecnologie
Informatiche "Paolina Nardi"
organizza la decima edizione
del "Convegno degli Stu¬
denti Esperti in Computer"
Il meeting organizzato dalla Città
dei Ragazzi si terrà a Roma il
prossimo maggio, e sarà riser¬
vato agli alunni delle scuole
medie superiori: gli insegnanti
possono candidare i loro stu¬
denti, autori questi ultimi di ela¬
borati software originali. Gli
artefici dei migliori quaranta
lavori, selezionati da una com¬
missione scientifica, saranno
invitati a partecipare al conve¬
gno, dove potranno intervenire
ad un forum per lo scambio d'i¬
dee e programmi e presenziare
ai workshop, in cui esperti del
settore daranno delucidazioni
sull'utilizzo del computer nel
mondo del lavoro. Sarà inoltre
allestita per i docenti accompa¬
gnatori una tavola rotonda, dove
verranno illustrate le applicazioni
dell'informatica in campo didat¬
tico. Il modulo per la candidatu¬
ra potrà essere richiesto al
numero 06/ 65665303 o all'mdi-
nzzo e-mail IconvegnoWcitrag.itl
e dovrà essere inviato entro il 6
marzo 1998.
-
Città dei Ragazzi
Centro Computer
L.go Città dei Ragazzi 1,
00163 Roma
Tel (06)65665303
Con la nuova TrackMan Marble FX migliorano comfort e precisione
Presentato da Logitech il suo ultimo dispositivo di controllo a sensori ottici, con un design completamen¬
te rinnovato in nome dell’ergonomia.
Ancora una periferica di puntamento da Logitech ed ancora una track¬
ball II nuovo prodotto è sempre basato sulla tecnologia Marble
Sensing: un controllo totalmente ottico dei movimenti della sfera che
consente, oltre che d'incrementare il livello di precisione, di eliminare
quanto più possibile i componenti meccanici, soggetti all’usura e ai
deterioranti effetti della polvere, riducendo cosi la necessità di manu¬
tenzione. TrackMan Marble FX è una trackball a
quattro pulsanti che garantisce una migliore mano¬
vrabilità rispetto ai precedenti modelli: la sfera più
grande, utilizzabile da entrambi i lati, permette il
controllo sia con il solo indice sia con indice e polli¬
ce, secondo il grado di precisione richiesto dall'ope¬
razione. mentre l'accesso ai tasti è agevolato da una
comoda impugnatura. Il dispositivo supporta dalla
sfera stessa la funzione di scrolling, utilizzabile in
tutte le applicazioni Windows 95. Office 97 e
Internet ed attivabile tramite uno dei pulsanti, evidenziato dal colore
rosso, nonché la funzione di zoom all'interno di Office 97
I tasti possono essere personalizzati utilizzando il software Logitech
MouseWare 7.51, fornito insieme con la trackball, consentendo così
di assegnare a ciascuno di essi comandi come il doppio click o click e
trascina, rendendoli eseguibili con una semplice pressione del pulsan-
TrackMan Marble FX sarà disponibile a partire dal
prossimo gennaio al prezzo di 149.000 lire, IVA
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NFS Maestro Gateway:
accesso facile ai file remoti
Hummingbird Commumcaiions,
ha rilasciato NFS Maestro
Gateway, un server proxy NFS-
SMB ad alte prestazioni kernel-
mode per Windows NT e un
Client NFS integrato in grado di
gestire contemporaneamente
centinaia di richieste Client.
Grazie a NFS Maestro Gateway
anche gli utenti occasionali
potranno accedere ai file su ser¬
ver NFS grazie a Windows
Explorer o File Manager, conti¬
nuando a lavorare nel consueto
ambiente grafico di Windows e
accedendo ai dati remoti trami¬
te l'utilizzo di noti applicativi.
NFS Maestro Gateway è piena¬
mente compatibile con NFS
Versione 3 (IETF RFC 1813),
supporta WebNFS (IETF RFC
2054 e 2055) ed è in grado di
rilevare automaticamente sul
file server la presenza di NFS
Versione 2 e 3 e di WebNFS
Gli amministratori di rete posso¬
no cosi avvantaggiarsi del con¬
trollo centralizzato sugli accessi
alla rete, della gestione remote
delle risorse e di una riduzione
nei costi di implementazione e
di supporto I miglioramenti
nelle prestazioni assicurati da
NFS Maestro Gateway si basa¬
no sul Client NFS Maestro di
Hummingbird e consentono di
rendere più rapidi i trasferimenti
di file, ottenendo risultati miglio¬
ri rispetto a qualsiasi altro pro¬
dotto attualmente disponibile.
Il sistema permette inoltre di
accedere in remoto e modifica¬
re qualsiasi file Windows NT
server, accedere al registro di
sistema Windows NT, modifica¬
re le variabili ambientali, visualiz¬
zare le informazioni di sistema,
nonché spegnere o far ripartire
il server NFS Maestro Gateway
offre l'integrazione NIS piu
ampia del settore e include, tra
l'altro. Auto Map. per ammini¬
strare in modo agevole installa¬
zioni gateway multiple Inoltre
NFS Maestro Gateway integra
le caratteristiche di sicurezza
NFS con le liste di controllo di
accesso Windows NT, poten¬
ziando ulteriormente il controllo
da parte degli amministratori
1 |
Un esercito di 20.000 appartenenti alle nostre forze armate
prenderà parte nei prossimi tre anni ad una pacifica campagna
di alfabetizzazione informatica
Progetto ALFA: i militari a scuola d’Information Technology
Il protocollo d'intesa, stipulato tra Ministero della Dilesa, AIPA, Telecom Italia
e Microsoft, prevede l'avvio in torma sperimentale di corsi formativi di base
in ambito informatico per i militari di leva e di carriera. Saranno 900 le prime
postazioni PC dotate di collegamenti Internet ISDN che troveranno posto
a breve nelle caserme italiane.
di Andrea Montasi
La presentazione e la ratifica dell'accordo sono
avvenute, alla presenza di una non troppo nutrita
platea di giornalisti, il 15 gennaio scorso, nei
locali della biblioteca di Palazzo Esercito a Roma.
Presenti per le Partì, in qualità di firmatari, il
Ministro della Difesa Beniamino Andreatta, il
Presidente dell'Autorità per l'Informatica nella
Pubblica Amministrazione (AIPA), Guido Mario
Rey, l'Amministratore Delegato di Telecom
Italia, Tommaso Tommasi Di Vignano, e
l'Amministratore Delegato di Microsoft Italia,
Umberto Paolucci. Il progetto, denominato
ALFA, ha lo scopo di diffondere la conoscenza
delle tecnologie informatiche e telematiche
all’Interno della comunità delle Forze Armate, al
fine di fornire un’utile preparazione professiona¬
le tanto al personale militare di carriera, quanto
ai soldati di leva, agevolando il successivo
ingresso di questi ultimi nel mondo del lavoro.
Questo impegno a carattere formativo è la natu¬
rale continuazione di un precedente progetto,
con il quale negli ultimi anni corsi simili erano
stati sia inseriti nel programma di addestramen¬
to dei volontari, sia messi a disposizione dei mili¬
tari di leva negli orari della libera uscita (con i
risultati per questi ultimi che è facile immagina¬
re). Questo esperimento prevede invece lo svol¬
gimento delle lezioni all'interno degli orari lavora¬
tivi dei soldati, ma con obbligo di partecipazione
per i soli militari di carriera. Come nel recente
programma per l’introduzione di analoghi corsi
nelle scuole, di cui ALFA vorrebbe essere un
ideale complemento e prosecuzione, lo scopo
principale di questi impegni dovrebbe essere,
come sottolineato dall’ing. Paolucci e dal prof.
Rey, quello di accrescere il tasso di alfabetizza¬
zione informatica, drammaticamente basso nel
nostro paese Ma il ministro Andreatta non fa
mistero della necessità da parte delle forze
armate, il cui servizio di leva è ormai a tutti gli
effetti equiparato al servizio civile, di dover
anche proporre ai giovani delle offerte 'concor¬
renziali di arricchimento culturale e professiona¬
le, per attrarne il maggior numero possibile al
momento della scelta Inizialmente saranno 150
i siti didattici che verranno creati in altrettante
installazioni militari italiane, ciascuno fornito di 6
postazioni Client PC (delle quali una soltanto
dotata di lettore CD-ROM), per la realizzazione di
corsi bimestrali sperimentali che verteranno
principalmente sull'utilizzo delle macchine e di
Windows 95, di alcuni applicativi per la produtti¬
vità (Office 97) e delle applicazioni di rete, con
particolare riferimento a lavori di gruppo ed
accesso ad Internet. Il tutto per un periodo della
prevista durata di 36 mesi estendibili, i primi 6
dei quali saranno impiegati per la preparazione
logistica e la formazione del personale. Il nume¬
ro dei soggetti che potranno usufruire di questa
prima tranche di corsi dovrebbe essere di circa
20.000 unità L'AIPA si assumerà l'onere di
momtorare lo svolgersi delle attività Sarà quindi
Microsoft Italia a fornire gratuitamente, almeno
in questa fase d'awio, gli strumenti software
necessari e gli eventuali aggiornamenti, compre¬
so naturalmente il browser Internet Explorer,
mentre Telecom Italia Spa prowederà a mettere
a disposizione le postazioni hardware (configura¬
zione minima prevista 486 a 100 MHz con HD
da 540 MB e 16 MB di RAM), a fornire l'hosting
degli applicativi presso la sua Server Farm, a
garantire gli accessi ad Internet, controllati trami¬
te password, con connessioni a 64 KB/s e a svi¬
luppare 200 pagine HTML dedicate, per un tota¬
le di 80 MB, sul proprio server. L'azienda telefo¬
nica fornirà inoltre gratuitamente, in 15 installa¬
zioni, i mini hub per la realizzazione delle LAN ed
i router dotati di porta ISDN BRI. In questi 150
siti di prova, quindi, il progetto non comporterà
alcun onero sotto questi aspetti per l'AlPA e per
il Ministero della Difesa: quest’ultimo dovrà però
dotarsi dei necessari collegamenti ISDN acces¬
so base, beneficiando delle condizioni promozio¬
nali autorizzate dal Ministero delle Comuni¬
cazioni per il passaggio da RTG, e dovrà inoltre
occuparsi dell'organizzazione dei locali e delle
infrastrutture, del materiale didattico e del rila¬
scio ai partecipanti di un attestato al termine dei
corsi (con eventuale test di valutazione), del cari¬
camento e della personalizzazione del software,
del reperimento degli amministratori di sistema
e del personale docente. Sarà invece la
Microsoft ad occuparsi della formazione di que¬
sti ultimi, nelle aule attrezzate messe a disposi¬
zione a Roma dal Ministero, per un massimo di
due unità per ciascuno dei 150 siti, in corsi di
soli 4 giorni, con un minimo di 25 alunni a volta
Nelle fasi successive alla sperimentazione inve¬
ce, e limitatamente a questo progetto, la stessa
azienda applicherà il listino educational sui suoi
prodotti sia al Ministero della Difesa e all'AlPA,
sia, successivamente, a tutti quei militari parteci¬
panti all'ALFA che ne vorranno acquistare le
licenze per utilizzo personale Anche se l'iniziati¬
va sembra sulla carta meritevole di elogio, ci
riserviamo qualche perplessità sull'efficacia dì
corsi dalla durata molto limitata e dai programmi
didattici alquanto ambiziosi, e per i cui docenti è
previsto un tempo di addestramento decisa¬
mente scarso.
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180 mDea2 TV out
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180 SB Vibro IT P&P
94
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Da Motorola, NDS e Alps una soluzione chipset per la TV digitale europea
Presentata dalle tre società una soluzione front-end unica nel suo genere per la decodifica dei segnali
televisivi digitali, in vista del prossimo avvio in Europa alla televisione digitale terrestre.
Il lancio in Europa del proget¬
to DTTV (Digital Terrestrial
TV), previsto per quest'anno,
doveva confrontarsi con i pro¬
blemi dei produttori di ricevi¬
tori televisivi, non ancora suf¬
ficientemente attrezzati per
una rapida e semplice realiz¬
zazione degli appositi sistemi
di decodifica. Da qui l'accor¬
do tra la società di Chicago,
l'inglese NDS e la nipponica
Alps, per la progettazione e la
realizzazione di un sintonizza¬
tore per la ricezione dei
segnali e di un modulo chp-
set per l'elaborazione e corre¬
zione degli stessi segnali
DVB-compatibili delle portanti
2 K, ossia lo schema delle tra¬
smissioni DTTV (utilizzato in
Gran Bretagna, testa di ponte
del progetto) secondo le spe¬
cifiche d-MUX.
Il modulo è costituito da tre
chip, con capacità rispettiva¬
mente di demodulazione
COFDM (Coded Orthogonal
Frequency Division Multi-
plex), elaborazione 2K-FFT
(2K-mode Fast Fourier
Transform) e FEC (Forward
Errar Correction), progettati
dalla NDS, il primo, e dalla
Motorola e realizzati tutti da
quest'ultima. Il sintonizzatore
è invece interamente opera
della Alps. I segnali, captati
dalle antenne esistenti ven¬
gono demodulati secondo la
specifica DVB-T, e trasforma¬
ti in seguito in un flusso
MPEG-2, riproducibile dai
normali televisori digitali. È
già al via la produzione in
larga scala del sistema, men¬
tre è previsto per il secondo
trimestre di quest'anno il lan¬
cio di un demodulatore 2K
monolitico con funzione FEC.
Ulteriori soluzioni 2K e 6K per
il più vasto lancio europeo
della DTTV arriveranno alla
fine del 1998, in linea con i
progetti del DigiTAG (Digital
Terrestrial Television Action
Group).
DOVE & CHI-
Motorola Spa
V ie Milanofiori Palazzo C2,
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Da IBM, Intel e Olympus un nuovo sistema di dettatura per portatili
Puntando ancora sul riconoscimento vocale, Big Blue cerca ora di sfondare
nel settore notebook, presentandosi questa volta sul mercato alleata con le
altre due aziende.
Dopo il recente ag¬
giornamento di Sim-
ply Speakmk e Via-
Voice alle relative
versioni Gold, alla
divisione Speech Sy¬
stems di IBM devo¬
no essersi accorti
della mancanza sul
mercato di valide
proposte per la det¬
tatura portatile.
Ecco quindi, con l'in¬
tento di intervenire
tempestivamente in
un settore ancora
scoperto, l’annuncio
dell'accordo per la
creazione di una soluzione integrata, che
offrirà oltre ad una versione personalizzata del
sistema ViaVoice, un registratore vocale digita¬
le Olympus D1000 ed una Flash Memory
Miniature Card estraibile di Intel.
I testi, dettati al registratore digitale, verranno
memorizzati sulla Card da 2 MB di capacità,
per un tempo massimo di 16 minuti di registra¬
zione (schede con capacità superiori potranno
essere acquistate a parte per tempi di dettatu¬
ra maggiori). Una volta trasferita sul PC, trami¬
te un adattatore PCMCIA o un semplice cavo
in caso di assenza dell'unità PC Card, la voce
potrà essere infine trasformata in testo dal
software IBM. Tanto l'adattatore Olympus
quanto il cavetto di collegamento verranno
entrambi forniti con il sistema.
Indirizzata preva¬
lentemente ad un
pubblico di pro¬
fessionisti dei più
disparati settori,
e più in generale
a tutti coloro che
si trovino spesso
in viaggio, o in
ambienti diversi
dal proprio uffi¬
cio, con la neces¬
sità di memoriz¬
zare dati, racco¬
gliere idee o stila¬
re documenti, la
soluzione ha deci¬
se possibilità di
attecchimento, in particolar modo nel momen¬
to in cui i sistemi di riconoscimento vocale,
grazie alla loro accresciuta affidabilità, stanno
finalmente acquistando la piena fiducia da
parte degli utenti.
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me il software per e-mail
dell'Europa unita, il prodotto
eCorp è già disponibile nella
versione inglese con aggiorna¬
mento italiano via Internet.
In grado di tradurre in 6 lingue
qualsiasi messaggio in entrata ed
in uscita, eMail 97 6 uno dei più
completi software per la gestione
della posta elettronica proposti
oggi sul mercato, codice a 32 bit,
gestione di account multipli, com¬
pressione dei messaggi, piena
compatibilità con HTML e crea¬
zione automatizzata di comandi
per l'attivazione rapida delle fun¬
zioni piu utilizzate sono solo alcu¬
ne delle caratteristiche del pro¬
dotto, operante su piattaforme
Windows 95 e Windows NT 4.0
Come suo punto di forza, eMaii
97 offre all'utente la possibilità di
esaminare in anteprima i messag¬
gi ancora da scaricare, presenti
sul server II programma è in ven¬
dita nella sola versione inglese
con manuali in italiano, ma è
aggiornabile gratuitamente a
quella italiana via Internet
Ad aggiudicarsi la distribuzione
per l'Italia del programma è stata
Logic che lo propone al pubblico
al prezzo di 119.000 lire IVA inclu¬
sa. Da questo mese potranno
inoltre scaricare gratuitamente da
Internet eMaii 98. completamen¬
te in lingua italiana e contenente
anche eChat, il programma per lo
scambio di messaggi e-mail in
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zienda francese (at¬
tualmente alla ricerca
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presenta oggi il suo
primo monitor LCD
da tavolo, parte inte¬
grante del suo pro¬
getto mirato alla crea¬
zione di dispositivi
dalle alte caratteristi¬
che tecniche ed ergo¬
nomiche, per una ra¬
dicale revisione della
configurazione di tut¬
ta la postazione infor¬
matica di lavoro, volta al
miglioramento, oltre che del
design, della spontaneità
nell’interfacciamento e della
produttività,
Space Saver è un extra slim
spesso soli 4 cm, dotato dì
tecnologia a matrice attiva
(TFT) o passiva (DSTN) per
una qualità dell'Immagine
notevolmente migliorata
rispetto agli LCD tradizionali.
È dotato di braccio articolato
completamente snodato per
il fissaggio alla scrivania, che
consente un facile e veloce
posizionamento ed orienta¬
mento, in qualsiasi posizio¬
ne, andando incontro alle
diverse necessità di scrittura
o condivisione delle informa¬
zioni degli utenti.
Disegnato per consentire un
notevole risparmio di spazio
in ambiente d'ufficio, Space
Saver ha nelle caratteristi¬
che ergonomiche il suo
punto di forza: eliminata la
distorsione d'immagine pre¬
sente nei monitor CRT (a
tubo catodico), il prodotto
della Source Dévelop¬
pement ha inoltre una mag¬
giore superficie utile e ridu¬
ce le sollecitazioni agli occhi;
l’emissione di radiazioni è
completamente assente e il
consumo di energia è stato
notevolmente ridotto.
Il nuovo monitor è dotato di
due altoparlanti e di prese
per collegare direttamente
mouse, tastiera o altre peri¬
feriche di tipo seriale.
L'installazione, che alternati¬
vamente al braccio articolato
prevede l'inserimento in
apposita sede (laddove esi¬
sta), non necessita di alcun
intervento sull'hardware o il
software del computer.
Space Saver è disponibile
nelle versioni a 12"1 e
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Iveco: presentato il progetto Domino S/390 di IBM e Lotus
Con il consolidamento del carico di lavoro su S/390 si è
potuto collocare Domino sulla stessa piattaforma che ospi¬
ta le applicazioni vitali di Iveco. Illustrati obiettivi e stato di
realizzazione del progetto.
di Francesco Fulvio Castellano
Nella sede centrale torinese della Iveco, la nota società del Gruppo
Fiat impegnata e specializzata nel settore dei veicoli industriali, è
stato presentato alla stampa settoriale il sistema informativo a sup¬
porto delle attività basato sulla classica architettura a più livelli: main¬
frame, server e 10.000 stazioni di lavoro interne II sistema è esteso
ai fornitori, dealer ed officine attraverso un avanzato "insieme" di
comunicazioni di grande capillarità. Alla realizzazione del complesso
sistema, forse uno dei piu avanzati in Italia, hanno partecipato IBM
Divisione S/390 e Lotus Development
Anche se già dotato di un avanzato sistema, per far fronte ad una
maggiore integrazione di persone e gruppi di lavoro distribuiti, Iveco
ha ritenuto di doversi dotare, e sviluppare, di sistemi più organizzati
ed efficienti. L'esperienza Iveco, ad esempio, definita anche "inge¬
gneria dell'imprevedibile”, ha considerato nel progetto ALI il proces¬
so logistico (ordini complessi ed eccezioni), e ciò è l'insieme dei vei¬
coli che devono essere riconoscibili e gestibili come gruppo-flotte,
commesse, lanci - e l'evento che richiede un intervento umano non
prevedibile in un flusso prevalentemente controllato dal sistema e
cioè: permettere alle persone che operano in località e funzioni
diverse di operare come "team" per rafforzare il senso di apparte¬
nenza al processo logistico, agevolare il monitoraggio del processo,
facilitare interazioni, valorizzare le competenze, creare la rete d'ec¬
cellenza. Queste modalità organizzati ve si basano su WorkFlow e
GroupWare, quest'ultimo nella gestione della comunicazione non
solo in ottica "push" (da me... a te), ma anche in ottica "pulì” (. ti
ricordo di rispondermi...).
L’Iveco IT, in sintesi, è formata da 2 sistemi (mainframe) centrali a
Torino a parecchi chilometri di distanza e interconnessi per un totale
di 4.700 GB (4 terabyte di dischi), 800 Mips su tre sistemi, 10.000
workstation, 70 server (HP e Digital); gli ambienti software utilizzati
sono, centrale MVS, OS/390 open edition, dipartimentali (Unix, NT),
sistemi di stabilimento (VAX), sistemi PC/terminali integrati: rete
articolata in ambienti eterogenei dove vengono spinte tecnologie
innovative: SNA, DECnet, TCP/IP: infine, i progetti di infrastruttura
tecnologica prevedono: parallel Sysplex, web network computing
(Internet-web verso l’esterno, intranet-web verso l’interno) e e-mail:
per intenderci, i dati fondamentali stanno al centro e una costellazio¬
ne di server "ruota" attorno.
Perché Domino S/390? Il progetto dei sistemi "mission criticai" era
iniziato nel giugno/luglio '97 e ha portato, e porterà, facilità dì gestio¬
ne, riduzione della complessità e dei costi di gestione, elevata dispo¬
nibilità (livello servizio), sicurezza (protezione dati e controllo acces¬
si), coesistenza con altre applicazioni, disponibilità di competenze
tecniche Iveco, integrazione (IDMS, DB/2), scalabilità, qualità del
servizio. Il percorso è oggi a metà del cammino. I primi a beneficiare
di questo nuovo modo di operare (workgroup) sono stati i sistemi
logistici, seguiti successivamente da altre realizzazioni. Sono questi
significativi esempi di come i sistemi "legacy" esistenti vengano
fortemente potenziati da queste nuove tecnologie: la scelta di Lotus
Notes, avvenuta nel '95, ha assicurato un efficiente sviluppo per fasi
di tutti questi progetti, che ora sono una realtà. Notes offre soluzioni
e-mail, gestione dei documenti, controllo dei processi e convergen¬
za verso Internet/intranet in ambiente open e distribuito: con
Domino si assicura infine un colloquio interattivo con applicazioni
web. Iveco è tra i primi a sperimentare la versione preliminare di
Domino su piattaforma S/390.
Iveco è la società del Gruppo Fiat che produce e commercializza vei¬
coli industraili grandi, medi e piccoli: ha sede in Torino e centri di
progettazione e produzione principalmente in Italia, Germania,
Spagna e Francia, ora tutti collegati con Domino. E’ un produttore
full-range, cioè produce e commercializza veicoli leggeri, medi e
pesanti in circa 120.000 unità all’anno per un fatturato di 11 000
miliardi di lire e con una quota mercato europeo intorno al 20%.
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Novell si propone come "help" alle aziende che vogliono accedere ad Internet
Novell annuncia NetWork 5 e BorderManager
Nel corso di un incontro stampa nella propria sede, presentati i nuovi software per il '98.
Focalizzazione su "application server" di Java con NetWork 5 e Border Manager,
la nuova frontiera di Service Internet/intranet.
di Francesco Fulvio Castellano
Ecco i nuovi precisi messaggi
di Novell: integrazione, utility
e tool sono l'evoluzione della
propria strategia produttiva,
Alessandro Dumini, Marke¬
ting Manager di Novell Italia e
Eastern Med, in un incontro
ristretto con la stampa di set¬
tore ha anticipato alcune no¬
vità per il mondo Internet
della software house statuni¬
tense per il '98. Anche se
oggi, in Italia, Internet non ha
ricevuto quell'impulso regi¬
strato in altri Paesi, da noi lo
si ritiene ancora un ''gioco",
cioè: vediamo cosa riesco a
vedere... Comunque, stiamo
pur sempre parlando di un
mercato mondiale che regi¬
stra un business arrivato
ormai intorno ai 20 miliardi di
dollari.
In Italia, ora, Novell si propo¬
ne come "help" alle aziende
che vogliono accedere ad
Internet nel business elet¬
tronico (e-commerce).
L'offerta d'integrazione
Novell nell'ambiente NT è
completata con la sicurez¬
za, la directory Service, le
prestazioni, la gestione, la
base installata (70 milioni
di utenti nel mondo).
Insomma, una rete mista su
misura I prodotti di rete
sono Intranet Ware Client
per Windows NT, Mana-
geWise 2.5, NDS, e Group-
Wise 5.2 Quali sono le nuove
"parole" tecnologiche per
capire dove si posiziona
Novell?
Eccole: Internet, Intranet,
Clustering, Corba, Java,
Webserver, e-commerce,
NCA.
Dunque, dalla tecnologia di
browsing si va verso la tecno¬
logia "push".
Novell prevede di introdurre
specifici bundle: alcuni ele¬
menti di GroupWise, in parti¬
colare, saranno combinati con
da NetWork 3 a
NetWork 4 o a IntranetWare.
Sono previsti tool che si occu¬
peranno in particolare di Anno
2000 e che agevoleranno
l'upgrade ai prodotti Moab/IP
nativi, cioè NetWork 5, che
sarà presentato nel luglio ‘98.
Si è ulteriormente raffinato
l'impegno verso Java, che la
società intende implementare
dal lato server: si prevedono
versioni Java di vari prodotti
e tecnologie Novell.
Continuerà anche il supporto
di Windows NT attraverso lo
sviluppo della versione nativa
degli NDS (prevista a metà
'98) e dei Border Service e
WolfMountain,
è la tecnologia di clustering e
di global directory accessi
Novell Border Manager, infi¬
ne, è la nuova frontiera dei
servizi Internet/intranet, come
vedremo qui di seguito. E ci
sarebbe anche Java Internet
application Virtual machine,
Just-in-time Compiler, 100%
"pure" Java, ecc., ma sarà
per un'altra volta.
Cos'è Border Manager? E’ un
software integrato per i servi¬
zi di border, cioè di confine,
riduce i costi di gestione delle
intranet e consente alle azien¬
de di sfruttare la tecnologia
l'accesso a Internet, mentre
si pensa anche a una soluzio¬
ne che integra strumenti di
accesso a database con l'an¬
no 2000. Si farà più forte
anche lo sforzo per convince¬
re gli utenti a migrare
Manager.
Le novità in assoluto nel '98
saranno: Moab (attenzione
perché sarà presentato nel
luglio '98 come NetWork 5),
si tratta della prossima Novell
IntranetWare release come
application server di Java;
Internet in modo sicuro.
Border Manager rappresenta
la prima famiglia di servizi di
rete integrati e basati su
directory in grado di operare
sulla linea, appunto, di confi¬
ne fra la rete aziendale e
Internet.
Utilizzando un unico punto di
gestione, è possibile
amministrare le politiche di
sicurezza della rete, salva¬
guardare le informazioni
riservate, definire i privilegi
di accesso a Internet e
ridurre i costi di collegamen¬
to alle WAN
In breve, Border Manager
controlla, facilita e accelera
l'accesso alle informazioni
sia nelle intranet sia su
Internet e supporta ('infra¬
struttura della rete aziendale
attraverso meccanismi di
gestione standard.
Una utility grafica di facile uso
consente di definire le moda¬
lità di accesso ai siti Internet
escludendo i siti che possono
avere effetti negativi sulla
produttività degli utenti, come
quelli di "intrattenimento" o
che sollevano questioni legali
e morali.
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integra facilmente con i ser¬
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Zenith Data Systems rinnova il suo desktop
Pentium MMX per la serie LX3, Pentium II per la Vega 2
Rinnovando la sua gamma, Zenith Data Systems ha lanciato due
nuove linee di personal computer, denominate Z Station LX3 e Z
Station Vega 2. La prima delle due viene contraddistinta dall'adozio¬
ne di processori Pentium MMX. Il modello base della linea Z Station
LX3 è configurato con processore Pentium MMX 200 MHz, 32 MB
di RAM, 4 Gbyte di disco e scheda video S3 ViRGE GX 3D con inte¬
grati 2 MB di RAM. Il montaggio è realizzato su uno chas¬
sis NLX, che consente facile
accesso a tutti i componenti del
sistema in breve tempo.
I prezzi partono da lire
2.950 000 IVA esclusa.
1 modelli delle Z Station Vega
2 si basano invece su proces¬
sori a tecnologia Pentium II
Le schede video sono integra¬
te nella motherboard ed
hanno il processore AGP
(Accelerated Graphic Pro¬
cessor), che realizzando
una connessione diretta
alla CPU rende queste
macchine particolarmente
adatte per lavorare con file
grafici di elevate dimensioni e per
sviluppare applicazioni multimediali.
Il modello base della linea Z Station
Vega 2 prevede un processore
Pentium II a 233 MHz, 32 MB
SDRAM, hard disk da 2 GB e CD¬
ROM 24x; è disponibile a partire da
lire 4 100 000 IVA esclusa
Entrambe le nuove linee hanno
una dotazione software piuttosto
ricca: Word 97, antivirus MacAfee
e LanDesk Client Management.
Quest'ultimo permette di
gestire diverse funzioni di
manutenzione del compu¬
ter o in locale o in remoto
attraverso una rete. Parlando di sistemi
operativi, poi, Z Station LX3 è disponibile o con Windows 95 o con
Windows NT 4.0, e Z Station Vega 2 solo con Windows NT 4 0.
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Cosa offrite di diverso per la
mia presenza in Internet ?"
tanto per cominciare:
Answer 2:
tanto per continuare:
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Visio 5 sbarca in Italia
3Com: router ISDN di nuova generazione
La famiglia OfficeConnect Remote si arricchisce della serie 5X1
Grazie al successo di Internet,
il router sta rapidamente
diventando un normale com¬
plemento delle apparecchiatu¬
re aziendali E' quindi neces¬
sario tenersi aggiornati sulle
proposte di mercato, soprat¬
tutto quelle che consentono
di risparmiare denaro e di pia¬
nificare meglio l'attività di con¬
nessione, Stiamo parlando
dei nuovi modelli di 3Com
serie 5X1, che connettono tra
loro reti locali e geografiche
su ISDN Tale nuova linea di
router OfficeConnect Remote
si compone dei modelli 511,
521 e 531, Il modello base è
TOC 511, che ha una porta
LAN Ethernet con interfaccia
10 Base-2 e coax, una porta
ISDN twisted pair, e un colle¬
gamento seriale per la gestio¬
ne e la configurazione. Alla
configurazione base del
modello OC 511, TOC 521
aggiunge una porta voce per
gestire un telefono od un fax.
11 modello OC 531, poi, pre¬
senta una porta voce e una
connessione per linee WAN
dedicate La linea di modelli
OfficeConnect Remote 5X1 è
caratterizzata da un canale
built-in per l'aggregazione e la
compressione dei dati, e con¬
sente prestazioni particolar¬
mente elevate In tutti i
modelli, la procedura di setup
è facilitata da due caratteristi¬
che, una hardware ed una
software. Quest’ultima è
Tlnstall Wizard, un program¬
ma che consente anche a
personale non qualificato di
configurare i router Diretta
sull'hardware è invece la
capacità della porta WAN di
autoconfigurarsi al momento
dell'accensione.
Per quanto riguarda la sicurez¬
za questi router dispongono di
firewall di facile configurazio¬
ne, e sono in grado di gestire
l'accesso degli utenti tramite
SecurID di Security Dynamics
e cali-back CLI, consentendo
di gestire tutte le procedure di
sicurezza in modo centralizza¬
to. L'accesso ad Internet da
una rete privata viene reso più
fluido grazie alla gestione
degli indirizzi IP tramite la ver¬
satilità offerta da NAT. DHCP
Server e DNS Proxy Server.
In particolare grazie al proxy
non è più necessario stipulare
un contratto multiutente con
un provider, ma basta una
utenza singola. I modelli
OfficeConnect Remote sono
pienamente compatibili con
altri prodotti presenti sul mer¬
cato e supportano i protocolli
SNMP e Telnet e il TFTP, che
consentono gestione softwa¬
re e configurazione remota.
Particolarmente importante è
il modulo di contabilità Tra-
scend Remote Access Cali
Monitor, sviluppato diretta¬
mente da 3Com. Fornisce un
rapporto dettagliato di tutte le
comunicazioni dati e voce, ed
anche informazioni riguardanti
eventuali interruzioni di comu¬
nicazioni dovute a cadute
della linea
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20093 Cotogno Monzese (MI)
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Profuso V-Email, e la mailbox vi risponde
Accedere alla mailbox con un comune telefono è oggi possibile a tutti
Chi non si è mai trovato nella condizione di dover
leggere o inviare un messaggio di posta elettroni¬
ca senza avere a disposizione un calcolatore
mediante cui poterlo fare? Per ovviare a questo
problema, la patavina Profuso ha sviluppato un
prodotto in grado di far accedere un utente alla
propria casella di posta elettronica mediante un
comune telefono a toni II software, indirizzato a
Internet provider o a utenti di intranet, permette di
navigare fra i messaggi prelevati dal server (pur¬
ché compatibile con il protocollo POP3) mediante
semplici comandi impartiti con la tastiera del
telefono. I messaggi di posta elettronica possono
essere ascoltati, median¬
te una perfetta sintesi
vocale in italiano, ed è
possibile rispondere regi¬
strando la propria voce: il
messaggio di risposta
viene infatti convertito in
un file wave e spedito al
nostro corrispondente
mediante un attachment
MIME II prodotto, la cui
disponibilità è prevista a partire da meta gennaio,
è costituito da una scheda hardware che si occupa
dell'interfacciamento al telefono e della sintesi
vocale e da un software di gestione. Funziona in
ambiente Windows 95 o Windows for
Workgroup. la scheda hardware è ISA/E ISA e le
risorse minime sono un 486/66 con 8 MB di
memoria. Oltre alla contrattualistica generale, gli
Internet provider interessati troveranno anche
contratti di hosting per la fornitura del servizio
senza i costi di installazione e manutenzione. Con
V-Email il provider può creare servizi informativi
telefonici e bollettini dedicati, fornire servizi audio-
tei. offrire telesorveglian-
za di reti di PC (mediante
apposito software)
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Abano Terme (PD),
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Il leader nel software di
pianificazione grafica è
pronto all'apertura nella
nostra nazione
Il software Visio 5 0 e stato
progettato e sviluppato per
permettere alle aziende di rea¬
lizzare diagrammi, visualizzare
flussi di lavoro e per il disegno
tecnico.
Si articola su diverse versioni
Standard, Techmcal e Profes¬
sional Visio Standard è il
primo pacchetto software che
sarà disponibile nel primo tri¬
mestre del 1998 e permette di
risolvere tutte le necessità di
diagrammazione grafica di
un'azienda Visio Techmcal e
Visio Professional saranno
disponibili nel secondo trime¬
stre del 1998 e si rivolgono ad
aziende che operano in settori
specifici
Visio Technical è progettato
per essere usato per il disegno
tecnico, e Visio Professional si
rivolge a quelle aziende che
operano nel settore informati¬
co.
Visio International è pronta a
distribuire anche in Italia il suo
pacchetto software nella ver¬
sione 5.0 La struttura com¬
merciale italiana è in via di for¬
mazione. il che da un punto di
vista commerciale è una occa¬
sione da non perdere per
distributori e rivenditori.
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Un nuovo PDA dalle di¬
mensioni ridottissime
esplora nuove funzioni
software
Avigo è il nome del primo
Personal Digital Assistant
con input da penna creato
dalla Texas Instruments. Pur
essendo di piccole dimensio¬
ni, dispone di un grande
display retroilluminato per
facilitare la visualizzazione
dei dati anche in condizioni
di poca luce. Inoltre è dispo¬
nibile una funzione di zoom,
che affiancata dallo schermo
di grandi dimensioni, facilita
enormemente la lettura delle
informazioni.
Tutte le funzioni possono
essere controllate con la
penna. La digitazione avvie¬
ne attraverso una tastiera
software che appare sul
display, ed è facilitata da un
software di supporto alla
scrittura che anticipa la silla¬
ba successiva, rendendo più
veloce il processo. La versio¬
ne base ha una memoria di 1
MB, espandibile a 2 MB, che
mediamente consente di
archiviare appuntamenti ed
indirizzi di un anno.
Il software di gestione delle
informazioni è Lotus Orga¬
nizer, che permette anche
una perfetta sincronia con il
PC. Questa caratteristica lo
rende compatibile con
Windows e con tutti i pac¬
chetti software della Sy¬
mantec.
Avigo è inoltre dotato di una
porta a raggi infrarossi com¬
patibile con gli standard
IR DA. Con questo pen-PDA
è possibile gestire gli appun¬
tamenti, la rubrica telefonica,
gli appunti, e grazie ad uno
specifico programma, gesti¬
re le spese e la situazione
economica.
Grazie anche alla funzione di
password, Avigo può essere
condiviso da più utenti. E'
disponibile nelle versioni in
lingua inglese, francese,
tedesco, spagnolo e italiano.
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Cayenne ObjectTeam 7 implementa UML 1.0
Lo strumento di progettazione del software di Cayenne aderisce al modello
unificato accettato dall'Object Management Group
E’ stato presentato il nuovo prodotto
ObjectTeam 7 che supporta lo standard OMG
UML 1.0. ObjectTeam 7 è stato progettato in
modo da essere compatibile con gli strumenti
di requirement management e configuration
management precedenti, grazie ai quali le
aziende possono conservare i lavori preceden¬
temente eseguiti.
Il supporto dello standard OMG UML 1,0 con¬
sente ad ObjectTeam 7 lo sviluppo di diagram¬
mi di tipo Use Case, Sequence, Class. State
Transition e Collaboration. Dato che la condivi-
sione dei documenti avviene in condizioni di
elevata sicurezza, con ObjectTeam 7 più perso¬
ne possono lavorare allo stesso progetto con¬
temporaneamente o in parallelo senza che si
verifichino interferenze tra le parti.
I tool di ObjectTeam 7 permettono di avere a
disposizione le varie revisioni del prodotto, ridu¬
cendo le problematiche relative alla versione
del prodotto.
L'elevata compatibilità di ObjectTeam 7 con
altri linguaggi, tra i quali C++, VisualAge C++,
Java, Visual Basic, Corba/IDL, Ada83 e Ada95,
rende possibile anche lo sviluppo di parti di un
modello in più linguaggi contemporaneamente.
I generatori di codice, che possono essere per¬
sonalizzati, sono forniti in linguaggio nativo Tel
e possono essere rigenerati e sincronizzati ai
modelli, permettendo cosi approcci di tipo
RAD
La flessibilità di ObjectTeam 7 riduce al minimo
i costi di riprogettazione del materiale dell'a¬
zienda e rende possibile sviluppare software
multipiattaforma.
Già adesso il pacchetto ObiectTeam 7 è dispo¬
nibile per Windows NT, Windows 95, Sun
Solaris, IBM AIX, Digital Alpha e HP UX.
Partendo dai modelli ObiectTeam, con Dock e
DocExpress è possibile produrre documenta¬
zione di elevata qualità.
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HOT news per DirecPC
Il servizio Internet satelli¬
tare abbandona Eutelsat 2
e passa ad HotBird 3
E' stato annuncia -1
to il nuovo listino |
prezzi per abbo¬
narsi all'internet
satellitare secondo
Hughes.
La Personal Edi-
tion, che supporta
il solo servizio
Turbo Internet,
viene 995 mila (più
IVA) con antenna
satellitare, scheda
PCI e software;
875 mila lire più
IVA è il prezzo
della sola scheda.
La Business Edi-
tion, piu ricca,
viene invece 1
milione 400 mila
lire IVA esclusa,
oppure 1.250.000
per la sola scheda.
I servizi aggiunti
sono di tipo broad¬
cast, dati in tempo reale e
video.
La gestione del servizio è stata
affidata al Cmec, che non ven¬
derà i kit né installerà hardware
ma attiverà gli abbonamenti e
fornirà l'assistenza tecnica all'u¬
tenza.
Dall'inizio del 1998 il servizio
DirecPC è stato ulteriormente
migliorato. La prima mossa è il
cambiamento del satellite di
riferimento, da Eutelsat II-F3
(posizionato a 16° est) a Hot
Bird III (13 est), attivo dal 1'
gennaio 1998. I principali van¬
taggi del cambiamento saranno
l'allargamento della portata di
DirecPC e l'aumento del nume¬
ro di canali disponibili con lo
stesso impianto, adesso circa
200 tra analogici e digitali.
Hot Bird III vede una zona molto
estesa, comprendente l'Europa
orientale e quella centro-occi¬
dentale, il Medio Oriente e
l'Africa settentrionale. In parti¬
colare gli utenti mitteleuropei
potranno usare una parabola di
soli 60 cm Per un periodo di tre
mesi, comunque, continuerà la
trasmissione anche dal prece¬
dente satellite, in modo da non
rendere traumatico il passaggio.
Le operazioni da compiere
sono: cambiare l'LNB, riorienta¬
re il disco e sostituire la scheda
interna al personal. In particola¬
re, il nuovo satellite può essere
visto solo da PC con connessio¬
ne PCI
106
MCmicrocomputer n, 181 - febbraio 1998
CorelDRAW 8, con nuovi
strumenti interattivi, nuove
funzionalità 3D implementate
direttamente nel modulo
vettoriale, nuove funzionalità
Internet, nuove funzionalità di
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Annunciati dalla società romana, che opera da oltre 10 anni nel settore delle tic, una serie di prodotti networking
che hanno come caratteristica comune la rete ISDN e il networking. CoFax collabora con Novell per integrare
prodotti e servizi di networking.
di Francesco Fulvio Castellano
Nella sede di Novell a Sesto San Giovanni, Milano, la società romana
CoFax Telematica, nel corso di una conferenza stampa congiunta,
ha presentato una serie di prodotti e soluzioni di
networking in ambiente Novell NetWare per rete ISDN.
Gabriele Romanzi, Direttore Generale della società,
ha ricordato come la CoFax è impegnata da oltre
10 anni nel mercato delle tic, prima società a
listino Telecom Italia con prodotti nativi
ISDN, aggiungendo che tutti i prodotti di
CoFax hanno come caratteristica comu¬
ne la rete ISDN e il networking. La sede
di Roma opera con 25 professionisti del setto¬
re, mentre la filiale di Milano ne ha 6.
La CoFax è, oltre ad importatore diretto, partner tecno¬
logico di società leader quali: Sedlbauer AG e AVM
(Germania), Zyxel Communications (Taiwan), Topcom (Belgio) e
Zoom Telecommunications (USA). E' omologata alle procedure
europee (CE) e Telecom Italia (CSELT di Torino) per i prodotti ISDN.
Particolarmente interessante la presentazione tecnica dei prodotti da
parte dell'lng. Maria Moscatelli, che ha parlato delle connessioni
ISDN, dell'accesso remoto attraverso NetWay, ISDN, ecc., dei pro¬
dotti e delle card FritzCard, PCMCIA A e B, delle schede ISDN MI e
M2 e altre informazioni relative allo sviluppo in atto nel settore delle
schede e software e velocità per il networking, con tutte le
specifiche del caso. Non è questo l'ambito per entrare
nel merito delle specifiche tecniche e dei
contenuti tecnologici dei vari prodotti
presentati e altamente sofisticati e di
recente introduzione sul mercato ita¬
liano. Chi fosse interessato, può farlo
connettendosi con http
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Storni acquisisce gli scanner Logitech
Logitech e Storm Technology hanno stretto un'alleanza per commercia¬
lizzare scanner e rafforzare la loro presenza sul mercato mondiale.
Con l'accordo siglato tra
Logitech e Storm Techno¬
logy, quest'ultima acquista
la linea di prodotti scanner
della Logitech, che a sua
volta entra a far parte degli
azionisti della Storm Techno¬
logy.
In questo modo per la Storm
Technology, che potrà usu¬
fruire dei canali commerciali
e dell'organizzazione marke¬
ting della Logitech Europa, si
apre il mercato europeo.
A seguito delle transazione,
Logitech acquisirà una quota
di capitale azionario Storm
del 10% e 9 milioni di dollari
in contanti. Logitech acquisi¬
rà inoltre un'ulteriore quota
di capitale se riuscirà ad
affermare Storm quale lea¬
der europeo entro il 1998.
Inoltre la Storm Technology
distribuirà nel mercato nord
americano gli scanner della
Logitech con il proprio mar¬
chio.
Storm, nome da noi ancora
poco noto, negli Stati Uniti è
stato il protagonista dell'ab¬
bassamento dei prezzi degli
scanner flatbed sotto i 100
dollari.
Adesso l'azienda prevede un
incremento nelle vendite
degli scanner multipurpose
Logitech FreeScan e Page
Scan USB. quest'ultimo
unico a collegarsi tramite
Universal Serial Bus.
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Disk Hog è un ordinatore di
floppy disk realizzato in Engagé.
Può contenere fino a 10 floppy
da 3.5\ che possono essere
inseriti ed estratti con facilità e
comodità Inoltre, per forma e
colori, assume anche una fun¬
zione estetica, dando colore
all'ambiente. Il tipo di materiale
da cui è composto Disk Hog
permette dei bassi costi di pro¬
duzione, pur realizzando un pro¬
dotto duraturo nel tempo.
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Pentagono, la dewnzione tecnica gli
swiuppaton a 4 DARPA
Il 1998 di Matrix
Nuovi sviluppi all'interno dei siti Internet
gestiti da Matrix
La tecnologia ad oggetti entra
anche nello sviluppo di
software per la progettazione
tridimensionale. Stiamo par¬
lando di Synergy CAD, un
software per Windows 95 svi¬
luppato dall’italiana SIS
(Software Ingegneria Strut¬
turale).
Nell’ingegneria delle strutture,
infatti, è importante poter con¬
siderare elementi quali travi e
pilastri come oggetti a sé
stanti, completi non solo
d'una apparenza ma anche
d'una realtà codificata nelle
sue proprietà. Ad esempio
con questa tecnologia softwa¬
re una trave potrà essere
posta solo tra pilastri o fili
fissi, essendo il controllo
implicito nell'esistenza della
trave stessa. Allo stesso
modo ciascun pilastro potrà
iniziare solo da un piano, e
cosi via per moltissimi altri
esempi.
Tra le caratteristiche salienti di
Synergy CAD troviamo l'uso
contemporaneo di più finestre
rivolte ad un unico file di pro¬
getto, il grande uso del mouse
anche tra finestre diverse, il
pieno supporto di menu intelli¬
genti e specifici per ciascun
oggetto, un velocissimo algo¬
ritmo di eliminazione delle
linee nascoste.
I file gestiti in importazione ed
esportazione sono nei formati
DXF e DWG.
Con questo software è possi¬
bile realizzare applicativi speci¬
fici.
Una prima realizzazione è
IronCAD, dedicato alla proget¬
tazione delle armature travate
in cemento armato
II programma richiede l'inseri¬
mento di pochi dati, indipen¬
denti da altri programmi di cal¬
colo: inserendo le coordinate
dei nodi, infatti, il programma
genera automaticamente l'in¬
tera travata da modificare.
DOVE & CHI -
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dell’informazione sono da
segnala re i siti www.rep ubbli-
ca it e f>vww.nQt!z7à~iTl che
pubblicheranno in contempo¬
ranea una sintesi degli avveni¬
menti piu salienti del 1997 e
allo stesso tempo porteranno
l'attenzione su quelli che si
ritiene saranno gli eventi che
segneranno il 1998. Sul sito di
Repubblica vengono pubblicati
gli articoli e le notizie, e trami¬
te il sito di Notizia è possibile
accedere ai link per trovare
maggiori informazioni riguar¬
danti la notizia.
Per quanto riguarda la naviga¬
zione in Internet. Matrix ha
annunciato la nascita di una
nuova partnership tra le mag¬
giori guide al Web europee I
primi ad erenti sono www.v ir-
g io ' EZ- -. • 55 e
hvww wei) gel che saranno
collegati da link incrociati, per
agevolare una consultazione
dinamica dei diversi siti a
seconda degli interessi dell'u¬
tente. I tre siti inoltre hanno
deciso di attivare uno scambio
di banner pubblicitari, permet¬
tendo ai loro clienti di passare
da una realtà prevalentemente
orientata al mercato nazionale,
ad un mercato europeo, nella
previsione di un prossimo
incremento del commercio
elettronico via web, facilitato
anche dall'abbattimento delle
barriere doganali tra i Paesi
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Sembra che nel cielo non ci siano limiti, infatti arriva l'accesso rapido ad Internet via satellite
Alleanza tra Adaptec e Eutelsat per programmi satellitari sui PC
Nuovi sistemi di comunicazione senza cavi. Servizi satellitari direttamente a casa e in ufficio
con la potente “scheda ricevitore" di Adaptec e NDS. Dati in tempo reale, Internet, notizie e informazioni
disponibili su PC attraverso collegamenti via satellite. Negli USA è stato chiamato “multimedia satellite
programming to PC". Accordo strategico con CyberStar del gruppo Loral.
di Francesco Fulvio Castellano
Dal lancio di Sputnik nel '57 ad
oggi ne hanno fatta di strada lo
spazio e le tic. Con i transpon-
der lanciati nello spazio per tra¬
smissioni TV e radio, ora arri¬
veranno e invieremo dati,
suoni, immagini con i PC Si
tratta di una rivoluzione-evolu¬
zione straordinaria. I satelliti
per comunicazione di spetta¬
coli TV. radio, web, dati, video¬
audio vanno, con la denomina¬
zione tecnologica "push",
verso una convergenza con i
PC. In altre parole, i broadca-
ster per l'entertainment, attra¬
verso i famosi bouquet, cioè
quel ventaglio di offerta di tra¬
smissioni verticali e tematiche,
diventeranno la "complessità
multimediale”.
Adaptec ha voluto ribadire,
nella presentazione al Four
Seasons di Milano, che non
vuole essere, quella annuncia¬
ta, una superlnternet. Si tratta
di una nuova infrastruttura che
sta emergendo oggi, con una
serie di classi di servizio con,
per esempio, l’offerta dei bou¬
quet TV: per bambini, per adul¬
ti, solo sport, solo film, solo
natura, solo scienza e cosi via,
ma ora anche il Web. Internet,
e-mail, suoni, dati, immagini
convergendo con l’alta velocità
offerta dal satellite che è piu
conveniente, non ha intoppi, il
collegamento è continuo,
senza fine, insomma un traffi¬
co decongestionato rispetto
all’attuale caos perché... si
svolge nel cielo. Ma proprio
per non perderci nel cielo,
andiamo con ordine per "vede¬
re" cosa succede nello spazio.
Nel corso della conferenza
stampa, la statunitense
Adaptec ha annunciato di aver
sottoscritto un accordo con
Eutelsat, operatore all'avan¬
guardia europeo nelle teleco¬
municazioni via satellite per il
broadcasting TV e per la diffu¬
sione di dati, Internet, notizie e
servizi di intrattenimento via
satellite ai PC in tutta Europa.
Secondo i termini dell'accordo,
Adaptec produrrà le "schede
ricevitore" Satellite Express
per PC che consentiranno di
ricevere i servizi satellitari digi¬
tali di Eutelsat direttamente
tramite PC. Evidentemente,
oggi, la società è più preparata
ad affrontare le nuove sfide
satellitari.
I prodotti Satellite Express di
Adaptec sono schede ricevito¬
re PCI-satellite aggiuntive che
offrono un collegamento digi¬
tale diretto tra i PC e le reti
satellitari. La copertura dei 10
satelliti Eutelsat consente la
diffusione di servizi e dati in
digitale in tutta l’Europa, dalle
Canarie al Kazakistan, e nel
bacino del Mediterraneo.
L’accordo tra le due società
consentirà ai broadcaster di
utilizzare le capacità ad alta
velocità e i vantaggi della tec¬
nologia satellitare per offrire
un ventaglio di servizi multime¬
diali (Internet, dati, notizie e
intrattenimenti) direttamente
attraverso i PC di casa e uffi¬
cio, con una velocità di 45
Mbit al secondo.
La dinamica ed effervescente
Lana Vaysburd. direttore gene¬
rale della divisione Satellite
Networking di Adaptec Ine..
che ha effettuato la presenta¬
zione, ha affermato: "Stiamo
partecipando allo sviluppo del-
l’infrastruttura di rete basata
su PC e abilitata per la ricezio¬
ne via satellite. Adaptec, per la
sua competenza nella proget¬
tazione. nella realizzazione e
nella distribuzione di soluzioni
per la larghezza di banda dei
sistemi, è qualificata per offrire
per prima prodotti di qualità
superiore in questo mercato
emergente proprio agli utenti
che lavorano su PC".
Si tratta di un accordo di colla¬
borazione di primo grado.
L'esperienza acquisita in molti
anni di attività nel settore delle
reti digitali per le comunicazio¬
ni dei dati video e audio, ha
fatto di Eutelsat il leader euro¬
peo dei servizi multimediali dif¬
fusi via satellite. Adaptec con¬
tribuirà con la propria esperien¬
za al progetto di collegare i PC
ai servizi multimediali. La lar¬
ghezza di banda e la conve¬
nienza, dal punto di vista eco¬
nomico, del broadcasting dei
dati via satellite, unitamente
alle capacità dei PC di fornire
applicazioni per dati e video in
un unico accessorio, costitui¬
sce per le aziende e per i
singoli un nuovo strumen¬
to che aumenta le cono¬
scenze e la produttività di
impiegati e clienti e offre
un’ampia scelta di intratte¬
nimenti per uso domesti¬
co.
La complessità multidi-
mensionale è quella di
supportare, oggi, i sistemi
operativi Windows NT,
Windows 95 e 98 e. nel
prossimo futuro, UNIX e
DOS. Si tratta di una piat¬
taforma che non intende
rimpiazzare Internet o i
modem, ma collaborare
con essi. Sarà possibile colle¬
garsi con il NASDAQ di New
York o con canali TV per le
notizie, gli avvenimenti sporti¬
vi, filmati, spettacoli, ecc.,
tutto molto flessibile e molto,
molto (1000 volte) più rapida¬
mente di quanto è oggi a
disposizione e a costi bassissi¬
mi. Basti pensare ai risparmi
sui router, switch. hub e così
via.
L’altro importante avvenimen¬
to è l’accordo di collaborazione
strategica intervenuta nel frat¬
tempo tra Adaptec e Cyber¬
Star del gruppo Loral. che ha
per scopo centrale quello di
portare servizi dati e Internet
sui PC in ufficio o a casa trami-
112
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
WSM
te adattatori per satellite a
basso costo Adaptec sta rea¬
lizzando nuovi adattatori per
collegamenti satellite-PC in
grado di offrire connessioni
dirette tra i dati e i servizi di
comunicazione Internet di
CyberStar e i personal compu¬
ter Per mezzo dell'adattatore
PCI-satellite ABA-1040 Satel¬
lite Express di Adaptec Cyber¬
Star erogherà servizi multime¬
diali in tempo reale e accessi a
Internet ad alta velocità, indi¬
stintamente a utenti e azien¬
de. CyberStar prevede di intro¬
durre questi servizi basati su
satellite nel corso del '98.
ABA-1040 Satellite Express è
un adattatore PCI-satellite per
collegare un PC in modo che
possa ricevere dati, informazio¬
ni audio, video e multimediali
incluse quelle dei siti Web e di
Internet. L'adattatore gestisce
fino a 30 Mbit al secondo di
dati provenienti dal servizio
satellitare direttamente su
sistemi basati su PC. La sche¬
da ABA riceve i dati diffusi dal
satellite con una frequenza di
45 Mb/s. Inoltre, include una
scheda "smart" che autorizza
gli utenti che hanno sottoscrit¬
to un contratto ad accedere a
numerosi servizi informativi e
di intrattenimento, alle Pay-TV
che trasmettono avvenimenti
sportivi e spettacoli, a softwa¬
re e giochi che possono anche
essere scaricati sul PC. La
scheda per ricevitore DVB uti¬
lizza un cavo coassiale stan¬
dard per collegare l’antenna
parabolica del satellite al PC o
al PC7TV
E non finisce qui Alla confe¬
renza stampa di Milano,
Adaptec ha presentato, e ci ha
fatto "maneggiare", una sche¬
da per ricevitore satellitare digi¬
tale che consente di ricevere
via satellite direttamente su
PC/TV. Attualmente la scheda
Adaptec è disponibile negli
USA per gli OEM, mentre in
Europa è prevista la distribuzio¬
ne proprio in questi giorni. La
prima scheda originale (ABA-
1020) costava 550.000 lire.
Non è stato ancora definito il
costo della ABA-1040.
Per terminare un cenno alla
collaborazione NDS e Adaptec.
NDS è un fornitore al top di
soluzioni di broadcasting digita¬
le end-to-end e. in collaborazio¬
ne con Adaptec, adotta solu¬
zioni di gestione della larghez¬
za di banda; insieme presenta¬
no in questi giorni una scheda
per la ricezione satellitare per
PC conforme allo standard
DVB. La scheda è stata pro¬
dotta sulla base delle specifi¬
che NDS per la rete DBN
(Data Broadcasting Network).
In grado di fornire informazioni
con una velocità 1000 volte
superiore a quella di Internet,
la DBN costituisce il modo più
rapido ed economico per scari¬
care sui PC tutte le informazio¬
ni multimediali che abbiamo
visto sopra, grazie a questa
scheda installabile in pochi
minuti e dal costo contenuto.
Le immediate applicazioni tro¬
veranno sbocco nei settori:
corporate Intranet e e-busi-
ness, industrie verticali (auto,
giustizia-avvocati, università,
sanità-medici) e mercato con¬
sumer (ma qui andiamo verso
gli inzi del 1999) Pur avendo
messo insieme questi “ac-
crocchi", non significa che non
si potranno continuare ad
usare ancora web, e-mail,
Internet, ecc., come prima.
Sarà molto più lento, ma conti¬
nuerà a funzionare. La nostra
modesta impressione è che,
malgrado le continue assicura¬
zioni da parte degli esponenti
Adaptec, la rete Internet e i
modem saranno destinati, nel
tempo, ad essere inesorabil¬
mente inadeguati e, forse, a
sparire
Non dimentichiamo un partico¬
lare; con questo annuncio le
informazioni di qualsiasi tipo, e
non solo quelle, viaggeranno
ad una velocità 1000 volte
superiore a quella di Internet.
Chi vorrà rinunciarvi?
Due parole su Eutelsat per
concludere. La convenzione
Eutelsat, che ha sede a Parigi,
nasce nel 1977 e mette insie¬
me 46 Stati, opera con 10
satelliti geostazionari che
coprono l'Europa e oltre, dal
Portogallo al Kazakistan, e ha
per scopo la gestione e l'utiliz¬
zazione di specifici satelliti sia
per comunicazioni fisse che
mobili in tutta Europa.
Firmatari proprietari di Eutelsat
sono operatori pubblici e priva¬
ti che operano nel settore
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Per Lotus Development, IBM e Tivoli arriva un unico canale distributivo
Lotus e IBM creano Worldwide Partner Organization
La nuova organizzazione rappresenta il primo passo verso l'integrazione dei programmi
“Business Partner Programmi Lotus e "BESTeam" di IBM per facilitare, con un'unica offerta,
i rapporti commerciali di vendite indirette tra le società e i rispettivi partner con programmi su misura.
Nostra intervista con Giuseppe Verrini, Amministratore Delegato di Lotus e ora responsabile
di WPO per i Paesi SEMEN.
di Francesco Fulvio Castellano
Nella "vecchia", mitica sede di
Lotus Italia a Milano abbiamo
intervistato in un incontro
detto one-on-one Giuseppe
Verrini, Amministratore Dele-
ato della società nel nostro
aese e. in seguito alla recen¬
te creazione della nuova strut¬
tura, nuovo responsabile della
Lotus & IBM Worldwide Par¬
tner Organization per l'area
SEMEN (Regional Manager
South Europe, Middle East,
Mediterranean). In sintesi:
attraverso la nuova organizza¬
zione, che sarà guidata da
Lotus ed è già operativa negli
Stati Uniti, mentre nell'area di
sua competenza sarà funzio¬
nante a partire da gennaio '98,
ne conseguono importanti van¬
taggi per gli utenti: la disponi¬
bilità di un portafoglio di pro¬
dotti e servizi più ampio, un'u¬
nica interfaccia - nettamente
più veloce verso il fornitore -
ed una maggiore competenza
lobale dell'offerta,
rima dell'intervista cerchiamo
di capire meglio come funzio¬
nano le due strutture di Lotus
e IBM Come tutti ormai sap¬
piamo. il settore dell'IT è in
rapida evoluzione e la competi¬
zione tra i fornitori di prodotti e
servizi che vi operano sta
diventando sempre più
agguerrita. Essi devono man¬
tenersi al passo con i tempi
con un'utenza sempre più esi¬
gente e che richiede servizi e
prodotti di qualità a costi con¬
tenuti Lotus Buisiness Partner
Program è il nome del pro¬
gramma di collaborazione tra
Lotus e tutte le aziende che
operano nello sviluppo o nella
commercializzazione di solu¬
zioni aziendali di groupware,
messaggistica e l'Net (cioè
Internet, intranet, extranet). Il
programma tiene in considera¬
zione le diverse conoscenze
ed esperienze acquisite dai
vari partner, offrendo tre diver¬
si livelli di partecipazione:
Member, Qualified e Pre¬
mium. Non entriamo nei detta¬
gli della qualificazione e offer¬
ta: diciamo solo che in genera¬
le può aderire al programma
ogni azienda che opera o
intende operare nello sviluppo
o nella commercializzazione di
prodotti o servizi basati sulle
tecnologie della casa di
Cambridge, come Integrator,
Reseller, Professional Deve-
loper e cosi di seguito.
Per quanto riguarda IBM si
può dire che è in grado di for¬
nire le qualificazioni necessarie
per soddisfare le esigenze dei
suoi clienti e nello stesso
tempo consentire ai propri
partner di operare al meglio sul
mercato attraverso il program¬
ma denominato BESTeam,
ovvero Business Enterprise
Solutions Team.
Il quarantaquattrenne, dinami¬
co, emiliano di nascita Giusep¬
pe Verrini è ora a capo di una
struttura davvero notevole, se
si considera che ingloba le atti¬
vità di commercializzazione dei
prodotti Lotus, IBM e Tivoli...
in un'unica offerta. Vediamo
come.
Qual è stata la richiesta dei
business partner che vi ha
convinti a mettere in piedi
una nuova organizzazione di
vendita indiretta di queste
dimensioni per IBM, Lotus e
Tivoli?
Soprattutto, e non solo, dai più
grandi business partner italiani
per rispondere alle nuove esi¬
genze di integrazione dell'of¬
ferta. ma per integrare, a loro
volta, anche i grandi distributo¬
ri. In effetti, prima era tutto
dispersivo: eravamo in due a
fare una data offerta, noi e
IBM. Ora avranno tutti un'uni¬
ca interfaccia di fascia alta in
modo che si possano equilibra¬
re le offerte. Il beneficio è che
oggi possiamo investire in un
unico programma per ottimiz¬
zare i rapporti a favore dei
business partner con evidenti
e notevoli risparmi, per noi e
per loro.
Questa unica, grande strut¬
tura che è stata denominata
Lotus & IBM Worldwide
Partner Organization è ope¬
rativa a livello mondiale e,
se sì, come opererà?
Per il momento è operativa
solo negli Stati Uniti. Dal gen¬
naio '98 lo sarà in tutte le
"regioni" del mondo.
Attualmente stiamo presen¬
tando l'iniziativa a livello di con¬
tatti con i vari business part¬
ner, e non solo, che peraltro
riscontra grande interesse. A
livello mondiale il responsabile
sarà il Vice President di Lotus.
Quindi saremo noi a guidare la
nuova organizzazione
Attualmente stiamo operando
all'interno delle nostre due
aziende. IBM e Lotus, al fine di
sincronizzare e "amalgamare "
le attività che in passato erano
sperdute tra le varie aziende.
Insomma, la macchina è già
operativa, si stanno scaldando
i motori. Non ci saranno tagli
del personale, anche se lo
sdoppiamento attuale sarà eli¬
minato, e sarà più concentrato
il "fuoco " di approccio al mer¬
cato ottimizzando, è evidente,
la nostra offerta e ampliando la
gamma delle soluzioni. Le due
persone responsabili al nostro
interno della nuova iniziativa
saranno Enrico Bozzi e
Massimo Cacciarru, che
risponderanno a me.
Mi può spiegare come
avverrà la nuova integrazio¬
ne dei programmi Business
Partner Program di Lotus, da
Giuseppe Verrini, responsabile euro¬
peo per la Lotus Development
un lato, e BESTeam di IBM
dall'altro?
Siamo in fase di rodaggio
Stiamo lavorando, e direi con
entusiamo. in stretta collabora¬
zione e le interfacce oggi esi¬
stenti dovranno intersecarsi e
amalgamarsi per trovare i giu¬
sti meccanismi della nuova
visione. Tutte le reazioni inter¬
ne sono positive. E' evidente
che tutta la gestione si sempli¬
ficherà con grande beneficio
dei clienti, con forti riduzioni
dei costi nell'offerta unica,
diversamente dal passato
Oggi, in Italia, la sistuazione è:
400 business partner Lotus e
450 BESTeam IBM Nel
mondo, la situazione è 17.000
business partner Lotus e
15 000 BESTeam IBM
Comprenderà che l'integrazio-
114
MCmicrocomputer n 181 - febbraio 1998
ne apporterà notevoli benefici
nell'offerta, negli sconti e nella
gestione dell'insieme. In altre
parole verranno "assemblati" i
vantaggi di acquisti comuni tra
le due entità oggi esistenti.
Lei è, oggi. Amministratore
Delegato di Lotus Italia e da
poco è stato nominato
responsabile di questa
nuova struttura organizzati¬
va di vendita indiretta di
Lotus, IBM e Tivoli nel
nostro Paese e bacino del
Mediterraneo. A prescindere
dai facili entusiasmi che la
carica Le impone, personal¬
mente cosa ne pensa?
£' una bella sfida per tutti £'
un "challenge", senza alcun
dubbio. Anzitutto dobbiamo
capire e conoscere bene i
nuovi tipi di offerta, che IBM e
Tivoli offrivano, e inserirli nella
offerta Lotus come nuovo
modo strategico di porsi al
mercato dal pool che nascerà.
Sarà certamente faticoso per¬
ché si tratterà di una grossa
integrazione di offerta e. nel
frattempo, una crescita cultura¬
le per tutti. Oggi vedo un gran¬
de entusiasmo ed un ulteriore
stimolo per operare meglio
Se vuole aggiungere qualco¬
sa, faccia pure.
La nostra società va bene: se
tra il '90/'96 abbiamo venduto
140.000 Lotus Notes, questa
cifra è stata raggiunta nei soli
primi nove mesi del '97 e l'in¬
stallato è raddoppiato, la parte
servizi è il 30% del fatturato. Il
recente lancio dell'eSuite Java
porterà nuova linfa alle attività
Lotus in Italia. Come Lei saprà,
si tratta della prima soluzione
complessa basata su Java che
porta potenti applicazioni su
N.C. e P.C. Il nostro obiettivo
è fornire alle aziende tutti i van¬
taggi del network computing e
cioè riduzione dei costi globali
a tutti i livelli di proprietà e
gestione, incremento della pro¬
duttività. aggiornamenti soft¬
ware semplificati. Le prerogati¬
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tutta Italia, il nuovo mensile
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operare al meglio su Internet.
L'idea è semplice: il mercato si sia
aprendo sempre di più alle nuove
frontiere della Rete delle reti, ma la
competenza e le conoscenze
necessarie sono vaste e richiedono
un aggiornamento costante. Sigle,
acronimi, ed un linguaggio specifico
apparentemente ostile, continuano
a non ispirare fiducia in coloro che
tentino l’approccio verso un modo
nuovo di fare comunicazione.
Con lo scopo di fornire le soluzioni
più adatte per appropnarsi del
mezzo, nasce Web Marketing
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fessionisti interessati alle applica¬
zioni di Internet al marketing
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sotto tutti i punti di vista, da quello
prettamente tecnico a quello più
specifico delle strategie di mercato,
da autorevoli esperti nei campi della
comunicazione, dell'economia e
dell'informatica. Particolari progetti
Web saranno esaminati nei dettagli,
mentre un sito dedicato ai lettori
consentirà di dimostrare in modo
concreto quanto appreso con la let¬
tura Ancora oggi poche aziende nel
nostro paese hanno compreso
appieno le potenzialità offerte dal¬
l’integrazione di Internet nel quoti¬
diano di milioni di persone; il
medium è li, alla pollata di tutti, ma
soprattutto di chi saprà cogliere per
tempo questo momento di passag¬
gio, ponendosi cosi in una situazio¬
ne di netto vantaggio. Un nuovo
strumento che aiuti in questo
senso, facendo comunque acqui¬
stare la necessaria confidenza con
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coordinamento di Andrea de Prisco
Al MacWorld...
Mele in festa!
Una Apple Computer finalmente in utile prepara le armi per
affrontare in grande stile un 1998 che si presenta come un anno
importante per la casa di Cupertino. Le alleanze con Microsoft e
Oracle e l’arrivo di Rhapsody anche su piattaforme Intel
potrebbero trasformare lo scenario informatico con Steve e Bill
di nuovo protagonisti come 20 anni fa.
di Paolo Cognetti
Apple con i conti in
nero... ma senza CEO
Due milioni di copie del nuovo Mac
OS 8, oltre 133.000 CPU G3. 150 mi¬
lioni di dollari di vendite dall'Apple Sto-
re e tutto soltanto negli ultimi mesi
dell'anno: è sicuramente derivato da
questi numeri il ritorno all'attivo dei
conti di Apple Computer per il quarto
quadrimestre del 1997 annunciato da
Steve Jobs durante il discorso intro¬
duttivo al MacWorld Expo di San Fran¬
cisco, con una prospettiva, secondo
AppleRecon \nt:p://www pelaqiUs)
com/AppleRecon). di chiudere in atti¬
vo anche il primo quadrimestre del
1998: un Jobs raggiante che è stato
visto arrabbiarsi soltanto alla doman¬
da di un giornalista sulla difficoltà di
trovare un CEO definitivo per la so¬
cietà di Cupertino, operazione difficile
a tal punto che Jobs stesso potrebbe
far cadere la qualifica di "pro-tempo-
re" per prendere in mano definitiva¬
mente le redini di quella che già fu la
sua creatura.
Per dovere di cronaca riportiamo
che secondo Reality ( http://www.
macnn.com/reality) Steve si sarebbe
arrabbiato tanto da lasciare la confe¬
renza stampa soltanto perché avreb¬
be concordato a priori e proprio con
quel giornalista di non portare assolu¬
tamente il dibattito sulla questione
CEO.
...e MacOS fa 8.1
Come ci si aspettava, la Apple ha
presentato al MacWorld Expo di S.
Francisco la revisione 1 del MacOS 8
Le caratteristiche più importanti del
Nuovo sistema operativo sono la pre¬
senza del file System HFS+. del sup¬
porto per DVD e DVD-ROM. di Explo¬
rer come browser di default e. smen¬
tendo le voci che ne davano per rinvia¬
to il lancio, di QuickTime 3.0
L HFS+ è il nuovo file System che
permette di allocare meno spazio ai
blocchi del disco e quindi di memoriz¬
zare più efficientemente i file piccoli
recuperando una grossa percentuale
di megabyte specialmente su dischi
molto capienti Per utilizzare il nuovo
formato Apple consiglia di riformattare
i dischi con il nuovo HD Setup anche
se esist ono già delle utility come Plus
Makerl Frrp //www alsottmc.comA
plusmaker html) in grado di convertire
dischi dal vecchio formato
Per il QuickTime 3.0 all'ultimo mo¬
mento sono arrivati tre nuovi codec
appositamente studiati per l'uso in re¬
te: il QDesign Music Codec (QDMC),
preso in licenza da QDesign, è un
compressore-decompressore di file
musicali con un bassissimo livello di
decadimento del segnale, da Qual-
comm è stato licenziato invece Pure-
Voice per il trattamento dei file che
contengono voce. Strabilianti le pre¬
stazioni: un minuto di registrazione
memorizzato in formato WAVE richie¬
de circa sette minuti se trasmesso
con un modem 28.8, nel formato
QuickTime PureVoice la trasmissione
non richiede più di 45 secondi; da So-
renson Vision arriva invece il compres¬
sore video Leadmg Video Technology
che è stato presentato come la mag¬
giore innovazione dopo il Cinepak.
Nell'8.1 sarà presente anche una
nuova versione di Java Virtual Machi¬
ne, MRJ 2.0 sostanzialmente piu velo¬
ce della versione precedente e com¬
patibile con la release 1.1.3 del Java
116
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Developer Kit di Sun che ha marchiato
MRJ come "100% Pure Java" dopo
averla sottoposta ai severi test di
conformità.
Rivisitato anche PC Exchange che
con la versione 2.2 supporta ora i no¬
mi lunghi di Windows 95 e altre me¬
morie dì massa come Jaz e Zip.
L'aggiornamento da 8.0 a MacOS
8.1 è distribuito gratuitamente sul sito
Apple |(http l/www.appiè.com\ come
disco immagine dì 17 MB senza
QuickTime, che sarà su un file separa¬
to di circa 6 MB, e Explorer; la versio¬
ne inglese completa su CD-ROM verrà
commercializzata entro la fine di feb¬
braio, mentre le versioni localizzate
sono attese per marzo.
Per informazioni:
\hlip //www appiè con\
Con “Allegro”
un altro “ritmo” per MacOS
Neanche il tempo di presentare ufficialmente la revisione I di MacOS 8 che nel corridoio
dei "si dice... " cominciano a filtrare le prime indiscrezioni e immagini di "Allegro",
il probabile MacOS 9.0.
Questo mese vi proponiamo i primi screen shot del nuovo
Appearance Control Panel che come potete vedere contiene
il Theme Manager di cui si era già parlato per Copland, il de¬
funto nuovo sistema operativo di Apple.
Il Theme Manager permette di definire la grafica dell'inter¬
faccia utente, ogni Theme è completamente personalizzabile
con una serie di moduli che permettono di modificare il cur¬
sore e il background ("Everything Else" che sostituisce il
pannello "Sfondi Scrivania"), i menu Pop-Up e le icone per le
quali troviamo una serie di opzioni come la possibilità di ave¬
re icone animate nel Finder, di rendere un colore trasparente
o di abilitare icone più grandi di 32x32 pixel. Un'indiscrezione
di Mac OS Rumors lhttp://www. macosrumórs. córfiA parla
anche di una probabile versione Lite di Allegro che dovrebbe
contenere esclusivamente le funzioni del nucleo del sistema
operativo con una significante riduzione dell'occupazione sia
su disco che in Ram; Allegro Lite potrebbe essere utilizzato
su quei Network Computer che Apple dovrebbe presentare
non più tardi di aprile.
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
117
G3+ in arrivo
Cancellati direttamente da Steve
Jobs, sotto la cui scure potrebbero
cadere anche i nuovi PowerBook Wall
Street e MainStreet, i nuovi G3
PowerExpress perché poco perfor-
manti rispetto a quelli attualmente In
produzione, dovrebbe essere presen¬
tato a breve un G3 a 300 MHz, back-
side cache da 1 MB, bus a 75 MHz e
possibilità di montare un DVD ( http://
Iwww.macny itti Intanto al MacWorld
sono state presentati una scheda
Fast Ethernet 10/1 OOBase-Tx, due
hard disk da 4 e 9 GB 7200 RPM con
scheda Ultra/Wide SCSI, una scheda
grafica 128-bit 2D/3D con 8MB di
EDO VRAM e una nuova configura¬
zione che li raccoglie: Power Macinto¬
sh G3 Minitower 266/512K Level 2
Cache; 128 MB SDRAM; 4 GB
7200RPM Ultra/Wide SCSI Drive; 6
MB SGRAM; 24xCD; 128-bit 2D/3D
Graphics Card; 10/1 OOBase-Tx Fast
Ethernet Card,
MacWorld News:
poche ma buone!
Come sempre molte società hanno
aspettato il MacWorld per presentare
in pompa magna i loro nuovi prodotti,
quest'anno non ci sono stati grandi
colpi di scena, eccovi quindi una car¬
rellata di novità scovate tra i siti dei
partecipanti.
Dopo circa due mesi di beta-test è
stato rilasciato Claris Home Page 3.0
j[t)ttp://www.Claris coni\ la novità nella
versione definitiva è la presenza sul
CD di ICentral's ShopSite Express, un
software, per la gestione e il controllo
degli accessi per i siti commerciali, di
circa 2500 clip-art di immagini e ani¬
mazioni oltre a una lunga serie di ap¬
plicazioni in versione dimostrativa tra
cui File Maker 4.0, GIFmation, Macro¬
media Flash, WebBurst, Web Explo-
sion e Little Men Studios Clip Art Col-
lection.
Macromedia ( http://www.macrome-
dia.com) ha portato all’attenzione del
pubblico il nuovo FreeHand 8.0, le
nuove funzionalità sono: nuovo filtro
trasparenza esportabile in postscript,
nuovo tool per il disegno vettoriale a
manolibera con la possibilità di editare
il disegno muovendo qualsiasi punto
del tracciato e nuova è anche l'adozio¬
ne della metafora della lente per l’ap-
plicazione degli effetti. Il toolbox e le
toolbar sono ora completamente per¬
sonalizzabili e molti filtri come Sha-
dow. Mirror e Emboss sono ora dispo¬
nibili direttamente. La funzione Collect
for Output permette di riunire automa¬
ticamente in una cartella tutti gli ele¬
menti come Font e bitmap che sono
collegati all'immagine in modo da
semplificare maggiormente il trasferi¬
mento ai Service.
Un recente test effettuato da alcu¬
ne università americane ha indicato
Omnipage come il più performante
programma OCR oggi presente sul
mercato, il prodo tto di Caere {http://
\www. caere. comi ha distaccato tutti i
suoi avversari il primo dei quali ha pro¬
dotto il 49,6% di errori in più, divario
che aumenterà sicuramente con la
versione 8.0 per la quale è stato ap¬
prontato un motore di riconoscimento
ancora più potente e preciso in grado
di riconoscere e mantenere anche il
colore del testo.
Per i navigatori più incalliti troviamo
WebDoubler basato sul motore proxy
di ClearWay Technologies {http://
I www. clearway. comi e sul web acce-
lerator di Maxum Development {http://
www.maxum.CQmii II prodotto facil¬
mente configurabile si incarica di ge¬
stire tutto il traffico da e verso Inter¬
net per un singolo utente o un'intera
rete sfruttando collegamenti modem,
ISDN o dedicati, un'ulteriore opzione
permette di filtrare l'accesso alla rete
per una navigazione più sicura.
Sul fronte video editing ecco il pri¬
mo editor completamente progettato
e basato su QuickTime 3.0, stiamo
parl ando di Sphere di Scitex Dig ital Vi-
deo \ihttp //www.scitexdv.com)\ l'uni¬
co prodotto in grado di lavorare diret¬
tamente sui file di QT senza bisogno
di ulteriori conversioni.
Morte a Newton,
evviva Newton
Da Reality VmoV/www.macnTi]
com/reality ) rubiamo quelle che po¬
trebbero essere le prossime novità sul
fronte Newton - eMate.
Quasi sicuro il prossimo rilascio
dell'eMate 3000 o bMate che, con un
case completamente nuovo (vedere
foto) e 4 MB di DRam, si dovrebbe in¬
serire tra l'eMate e il Newton 2100
per andare a coprire quel mercato bu¬
siness dal quale ci si aspetta moltissi¬
mo nei prossimi anni Pronto anche un
nuovo e più avveniristico design per il
Newton molto somigliante ai comuni¬
catori di Star Trek.
DeBabelizer 3
La Equilibrium Software ha presen¬
tato la versione 3.0 di DeBabelizer,
l'arcinoto software per la manipolazio¬
ne di file grafici.
La nuova release presenta un'inter¬
faccia grafica (unico grosso neo della
versione precedente) migliorata e
semplificata completata con una Tool
Palette più comprensiva, in tutte le fi¬
nestre di modifica è stato aggiunto il
preview interattivo con le immagini
"Before" e "After", finalmente ora è
possibile aprire più finestre contempo¬
raneamente ed è stato ampiamente
118
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
c
esteso l'uso del Drag-and-Drop.
Tra le nuove funzioni troviamo an¬
che un nuovo supporto per il Web che
permette di processare in batch i file
HTML dai quali DeBabelizer e in grado
di estrapolare e correggere i file JPEG,
GIF e PNG; nuova anche la funzione
per la riduzione dei colori in Dithering
e l'utilizzo di palette compatibili con i
più comuni browser per rimappare au¬
tomaticamente gruppi di file.
Al pacchetto sono stati aggiunti
nuovi filtri e il supporto per i formati
QuickTime 3.0, Windows BMP 16 and
24-bit, Scitex CT DCS, Sony Playsta¬
tion TIM, Ammated GIF, Progressive
JPEG, Photoshop palette files (8BCT).
Per informazioni'
Pico srl
Tel 0522-440012
l'Tr.'i ymviv nicoTi
Emulatori in guerra
Quasi contemporaneamente Con-
nectix e Insigna hanno presentato le
nuove versioni dei rispettivi emula¬
tori Virtual PC 2.0 e SoftWindows
'95 5.0.
Non avendo a disposizione i due
pacchetti, in questa sede eviteremo
di fare un confronto tra i due che,
come è logico, vengono presentati
come l'uno più veloce dell'altro dai
rispettivi comunicati stampa; per il
momento ci limiteremo ad elencare
le funzionalità dando precedenza per
anzianità al pacchetto di Insigne
SoftWindows ha un'interfaccia
completamente ridisegnata tra le cui
migliorie troviamo la possibilità del
Dragg-and-Drop da Fìnder e la possibi¬
lità di aprire un file Windows diretta-
mente con un doppio click nel Fìnder.
Viene venduto ora con Windows ’95
pre-mstallato ed è più veloce, secondo
un test con WinBench 97, del 25% ri¬
spetto al suo predecessore.
Per avere una maggiore velocità
nell'utilizzo dei giochi, molta attenzio¬
ne è stata prestata alla compatibilità
con DirectX, RealPC Sound Blaster
Pro e Sound Blaster 16, al supporto
dell'MMX, dei joystik e ad un migliora¬
mento della gestione grafica SVGA e
VESA.
Per il collegamento ad Internet so¬
no stati inclusi, oltre a Internet Explo¬
rer e Netscape Navigator con il sup¬
porto Java e ActiveX, molti software e
plug-in tra cui EarthLink Network, To-
talAccess, Reai Audio, Macromedia
ShockWave, Adobe Acrobat Reader,
Stufflt Expander di Aladdin, PKZIP/UN-
ZIP di PKWARE, i Viewers per Word,
Excel, PowerPoint e Fetch, QuickTime
Movie Player. Surfwatch, Webwork-
shop. Internet Coach, ecc.
Anche la nuova release di Virtual PC
presenta migliorie di interfaccia con il
copy-and-paste tra Mac e Windows e
il drag-and-drop dei file; a livello di si¬
stema sono ora supportati DirectX e
l'input audio.
La compatibilità è stata estesa ai
Pentium MMX, Sound Blaster Pro e
VESA 2.0 Virtual PC verrà distribuito
con e senza Windows '95 ed è già in
grado di supportare Windows '98 o
qualsiasi altro sistema compatibile con
la piattaforma Intel.
Per informazioni;
\nn,ii /AW'Vw insigniti.con\
e firtp://www.connecli\.coni
MacPicasso 540
diventa super
Molti già conosceranno le notevoli
caratteristiche della scheda video
MacPicasso 540 ma Village Tronic non
contenta ha voluto strafare presentan¬
do nuove opzioni per avere tutto e più
di tutto
3D Overdrive è il modulo di accele¬
razione 3D con due processori Voo-
Doo in parallelo e 8 MB di memoria
consente di superare il milione di
triangoli al secondo generati con carat¬
teristiche di LOD MlP-mapping, Z-Buf-
fer, alpha-blending, fog e texture map-
ping; è compatibile con gli standard
QuickDraw 3d, GLIDE e RAVE e sup¬
porta risoluzioni fino a 1600x1200 pun¬
ti con un massimo di 1 152x870 a mi¬
lioni di colori.
Il modulo Paloma aggiunge 3 in¬
gressi video (Y/C S-VHS, CVBS VHS,
RF antenna) e tre ingressi audio (linea,
microfono, RF antenna), permette di
visualizzare un segnale video o TV di¬
rettamente sul monitor del proprio
computer, anche a schermo pieno a
milioni di colori (anche se si sta lavo¬
rando con il monitor configurato a
256).
Caratteristiche come 100 Hz TV e
elaborazione digitale del segnale ne
fanno uno strumento unico.
Il modulo Pablo invece attiva il con¬
nettore video S-VHS già installato sulla
scheda grafica e consente di ottenere
una uscita video analogica, in qualità
Y/C (S-VHS) e CVBS (VHS) sono sele¬
zionabili 3 livelli di riduzione del flicker
e modi overscan/underscan.
Due INIT scaricabili gratuitamente
dal sito, anche da chi già possedeva
una MacPicasso, implementano inve¬
ce l'accelerazione QuickTime e MPEG.
In questo modo si possono visionare
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
119
filmati anche a pieno schermo senza
un decadimento della fluidità; permet¬
tono inoltre di vedere i filmati a milioni
di colon anche con il monitor configu¬
rato a 256.
Per informazioni:
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Hol-Lme 0376/391439,
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Tel 0543/404182,
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Digital Video
per professionisti
Dalla tedesca Octopos Systems
GmbH arriva il primo sistema profes¬
sionale per l'editing digitale.
Il DV Studio 1394 è composto da
una scheda PCI con un connettore Fi¬
reWire per il collegamento con appa¬
recchiature DV e un compressore-de-
I migliori sono sempre i migliori...
Come ogni anno al MacWorld Expo sono stati assegnati
gli Eddie Awards per i migliori prodotti dell'anno.
Ecco l'elenco dei premi più importanti:
Programma 3D: Electriclmage Broadcast 2.7.5;
Applicazione artistica: Photoshop 4.0.1;
Software audio: FreeStyle 2.0;
Stampante classe business: QMS magicolor 2 CX;
Software di produttività classe business: FileMaker Pro 4.0;
Ambiente di sviluppo: CodeWarrior Professional Release 2;
Camera digitale: Olympus D-600L;
Monitor: NEC MultiSync LCD2000;
Tool per l'authoring multimediale: Director 6 Multimedia Studio e GoLive
CyberStudio 2.0.1;
Stampante classe personal: Epson Stylus Color 800;
Tool per rimpaginazione: QuarkXPress 4.0;
Scanner: Epson Expression 636 Professional;
Utility: Conflict Catcher 4.0.3.
compressore hardware della Sony
Corp; un box esterno mette a disposi¬
zione uscite analogiche S-video, com¬
posita o YUV-color
I filmati possono essere editati con
qualsiasi software QuickTime compa¬
tibile come Adobe Premiere
compreso nel pacchetto.
Per informazioni
Vntp.Z/www.oclopos.dd
Ultim'ora
Un'indiscrezione rimbalza
su Internet al momento di
chiudere la rubrica: Claris po¬
trebbe vendere File Maker a
Oracle.
Una notizia che, se unita al¬
la più o meno confermata vo¬
lontà di abbandonare lo svilup¬
po di E-Mailer, fa temere non
poco per il futuro della softwa¬
re house di Apple.
Che sia la prima conse¬
guenza di quel tanto rumoreg¬
giato "a te il sistema a me il
software!!!" concordato con
Microsoft?
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RAM: EDO 16 Mb espandibile
Driver Floppy: 35 I 44 Mb
HDD: 2100 Mb EIDE
Monitor: 1 4" colore 0.28 n i.
CD Player: 24x EIDE
Stampante: Hewlett Packard
670C
Software: Windows 95 CD.
Internet Explorer 4.0. Works 4.0
CD, Norton Antivirus W95,
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Aperto sabato mattina 8 pomeriggio
Via Carlo Denlna. 60 - 00179
Tel. 06-7820171 Fax 06-7820166
Aperto Sabato mattina 6 pomeriggio
Viale Antonio Clamarra. 269 - 00173
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Via Augusto Conti. 3A/0 - 00135
Tel. 06-30600903 Fax 06-30600903
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Tel. 06-95308034 Fax 06-95308531
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Tel. 091-6254559 Fax 091-6254495
Corso Umberto I. 6-01020
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Aperto Sabato mattina 8 pomeriggio
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Tel 081-266325 Fax 081-269400
Aperto Saltalo mattina
Corso Vittorio Emanuele. 16 - 80059
Tel. 001-8813910 Fax 081-B813918
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mento di reddito. Potrai ottenere un bnanriamento.
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Condi/loni di Vendila il iiiesenla catalogo annulla e sostituì-
ice lutti l iirecedenli. le loto riportate hanno scopo puramen¬
te indicativo e possono anche non corrispondere al prodotto
ellettivo. le offerte sono salvo esaurimento scotto, trasporto
escluso. Iva Inclusa valide per II periodo Indicato e possono
variare senza preavviso (causa cambiamenti di listino del prò
dottore oppure per oscillazioni valutarie) Nessun punto vendi¬
la del Gruppo polrO essere ritenuto responsabile di eventuali
variazioni di prezzo e caratteristiche. I prezzi si Intendono
salvo errori di stampa VI preghiamo chiedere il prezzo aggior¬
nato prima dell'acquisto
56 Kbps: il mercato ha scelto X2
In attesa della definizione dello standard ufficiale da parte dell’ITU per la tecnologia di
interconnessione a 56 Kbps, il mercato ha già fatto la sua scelta. In lizza ci sono due
tecnologie molto simili, tanto che uno dei principali motivi del ritardo nella definizione
dello standard è che l'ITU preferisce non pronunciarsi fintanto che esistono
contenziosi sui rispettivi brevetti.
di Valter Di Dio
Brevetti che vedono opposti da una parte
3Com e U.S. Robotics con la tecnologia X2 e
dall'altra parte Lucent (del gruppo AT&T) e
Ascend con la tecnologia K56flex Tutte e
due le tecnologie si basano su un'idea parti¬
colarmente brillante: se uno dei due lati della
linea telefonica (che ormai è interamente nu¬
merica) è connessa direttamente ad un in¬
gresso digitale si può fare a meno di un cam¬
pionamento (necessario invece dal lato analo¬
gico del collegamento). Le linee con due con¬
versioni. da analogico a digitale e viceversa,
non possono superare la velocità teorica di
36 Kbps a causa del rumore di quantizzazione
introdotto al momento di campionare il se¬
gnale analogico Ma se si elimina una delle
conversioni si può arrivare a trasmettere, da
quella parte, fino a 56 Kbps. Ecco quindi
l'idea di un protocollo sbilanciato: 56 Kbps in
un verso e 33.6 nell'altro.
Visto che ormai tutti i grossi provider Inter¬
net utilizzano connessioni dirette numeriche
con le centrali telefoniche e visto che la mag¬
gior parte del traffico si svolge nella direzione
Provider => Utente, questa tecnologia non
poteva che attecchire rapidamente proprio
nel mondo Internet. Prima ancora che fosse
Toscana Livorno
(05 86 ) Livorno
fin# moro 1998
Il cuore della rete di MC-lmk è una vera e pro¬
pria centrale telefonica di primo livello (SAF)
connessa alla rete mediante un anello in fibra
ottica a 140 Mbn/s. Grazie a questa capacita di
trasporto il Network di MC-lmk si sta ampliando
di giorno in giorno con nuovi punti di accesso di¬
retti (POP - Point Of Presence) sparsi nel territo¬
rio italiano e tutti dotati di modem U S Robo¬
tics Total Control
Venti nuovi nodi, alcuni già pronti ed altri in fase
di attivazione, in tecnologia V 34, V 34». X2 e
ISDN, affiancheranno nei prossimi mesi gli sto¬
rici PÒP di Firenze, Milano, Napoli e Roma
Mentre stendiamo queste note sono già attivi
in via sperimentale cinque accessi diretti dalle
città di Castelnuovo di Garfagnana (LU). Cata¬
nia, Citò Manna (KR), Lecce, Palermo.
Entro la fine del mese in corso (gennaiol do¬
vrebbero essere completate le procedure di at¬
tivazione riguardanti i nodi di Bologna, Collefer-
ro (RM), Como, Galatina (LE), Gallipoli (LE).
Ai quali, a seguire, entro marzo, si aggiungeran¬
no: Genova, Livorno, Mantova. Menaggio ICO),
Pavia, San Giorgio di Piano (BOI,Valle Mosso
(Bl).
Oltre a questi accessi, direttamente connessi e
gestiti dal Network Operatmg Center (NOCI di
MC-lmk, ci sono gli accessi di AlbaCom (93 città
in V.34) cui presto si affiancheranno gli accessi
di InfoStrada 160 città in V 34 e K56fle
Sulla pagina pttp //www mcnnn it/riew^ potrete
trovare tutti i t'ÙK delia rete rviL-hnk con tutti i
numeri di telefono per l'accesso e lo stato delle
attivazioni
che sono stati anch'essi, non a caso, tra i pio¬
nieri di Internet nel nostro Paese
MC-link è stato il primo in assoluto, qui da
noi, a scommettere su X2 ed è oggi l'unico
ad avere circa 800 modem in grado di accet¬
tare indifferentemente collegamenti in V.34+,
X2 o ISDN, distribuiti nei suoi venti POP
(Point Of Presence) (vedi riquadro) Quanto
alla decisione da parte dell'ITU dello standard
definitivo questa è attesa per i prossimi mesi,
ma gli utenti non hanno niente da temere
tutti i modem 3Com/U S. Robotics sono ag¬
giornabili via software per adattarsi a quello
che sarà il nuovo standard per i 56K.
Regione
Aiti Locale
Dkfrrfto T.to tosto.
/r,.a...ì
Data 41 Antro tene
(yranMaj
Calabria
Cb« Marine
(W62Ì Ciotone
Aitile
Campania
N*eH
(081) Napoli
Aitile
lmhi
Bologne
(031) Bologne
menala «pramenlcnon#
Eirehe
San Giorgio di Piano
(031) Bologne
fine marzo 1998
Leno
CoOefeno
(Off) Rome
mesata fpenment azione
Leno
Liguri#
Lombardi*
Rema
(Off) Rome
(DICI Genove
(0331) Como
Anto*
1003
Como
ma «la rpenmentazsofv*
Lombardi*
Mantova
(0370 Mentova
fin# marzo 1998
Lombenha
Menaggio
(0340 Menaggio
fin# marzo 1998
Lombardia
Milane
(07) Milano
Aflfee
lombarda
Pavi*
(0382) Pene
fine meno 1998
f (emoni#
Valle Morto
(013) Biella
fine marzo 1998
Fughe
Celatala
(0830 Maghe
mesata #p#mentanone
Fughe
Oalhpoh
(0833) Oalhpoh
mesata spcnmentaasone
Fughe
Lecce
(0832) Lecce
Astia
«Ma
Catania
(093) Catanie
Anto*
Suihe
Palarme
(091) Baieimo
Astia
To*can«
Castola»*** ti
Gar&gitaxa
(0583) Lucci
AStie
Toecene
Flrenie
(035)Pnenie
Anto*
definito lo standard, i produttori di
modem hanno lanciato sul mercato
i propri prodotti. E i provider hanno
immediatamente abbracciato que¬
sta nuova tecnologia che permette
una superiore velocità senza che
l'abbonato sia costretto a passare
allTSDN Inoltre, nella scelta tra X2
e K56flex. la grande maggioranza
dei provider ha scelto X2 perché
l'aggiornamento dei modem consi¬
ste solo in un nuovo software da
scaricare nella Flash Memory dei
modem o nella sostituzione della
Rom per i modem più vecchi, sosti¬
tuzione comunque molto meno
onerosa che non il cambio dell'inte¬
ra piastra come nel caso di molti
K56flex. Una volta che i provider
hanno fatto la loro scelta gli utenti li
hanno seguiti molto volentieri. Que¬
sto spiega perché nel corso del ter¬
zo trimestre '97 la 3Com ha conse¬
gnato oltre 160.000 modem, con
l'impressionante tasso di crescita
del 132% ed una quota del mercato
dei modem per linea commutata
pari al 42% Ad oggi sono 28 i pro¬
vider italiani ed oltre 1200 in tutto il
mondo ad aver scelto X2 di 3Com.
Negli USA spiccano AOL. MCI,
CompuServe e Prodigy; tanti anche
in Italia i nomi famosi: tra questi, ol¬
tre ovviamente ad MC-lmk. ci sono i
noti GALACTICA e Italia On-Line,
3Com Mediterraneo
Via Telesio 25 - 20145 Milano
Tel. 02 46714364, Fax 02 46714467
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1 piami di merito 1997
Quale futuro per ie
grandi reti: ATM 0 IP?
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Tecnica: Rhapsody,
IIOP, Mips RI2000. DHIML
I gitemi di merito 1997
Quale futuro per le
grandi reti: ATM o IP?
presentì; e FUTURO DELLYNEORMATiON TECHNOLOGY
Una buona notizia per chi è già
abbonato 0 per chi vuole
abbonarsi: dal numero di
gennaio la spedizione delie
copie sarà anticipata di circa
una settimana.
Le riviste arriveranno dunque
a destinazione con maggior
tempestività.
Attenzione: chi è già abbonato ad
MCmicrocomputer può estendere ( abbona¬
mento anche a BYTE Italia, mantenendo la
stessa data di scadenza, e usufruire dell'of¬
ferta speciale cumulativa. Pagherà solo la
quota parte relativa al numero di mesi resi¬
dui. Gli abbonati riceveranno una comunica¬
zione al proprio domicilio, ma chi vuole può
naturalmente contattare subito il nostro uffi¬
cio (tei 06-41892.477).
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pubblicato
In ultima pagina
LA PRIMA RIVISTA
DI INFORMATICA DEL MONDO
di Andrea de Prisco
Union Reality UR Gear
Finalmente qualcuno
ha usato la testa... per
consentirvi di usare la te¬
sta. Sembra un gioco di
parole - tanto per cambia¬
re! - ma in realtà il riferi¬
mento è tutto dedicato
all'Italianissima Video
Computer, che questa
volta s'è messa in.,, testa
(qualora non bastasse) di
proporre al pubblico un
dispositivo tanto innovati¬
vo quanto rivoluzionario
Union Reality UR Gear
è, innanzitutto, difficile da
descrivere in poche, con¬
cise, parole. Non è, ovvia¬
mente, un joystick 3D,
non è un dispositivo di
puntamento, non è un
casco virtuale, non è
un’espansione multime¬
diale del nostro PC, non
è una cuffia stereo im-
mersiva con microfono
incorporato e riconoscimento vocale...
ma è, molto semplicemente, tutte que¬
ste belle cose tutte insieme (nonostante
costi solo 179.000 lire più IVA).
Ad ulteriore conferma dell'indescrivi-
bilità del prodotto, avete mai provato a
"calzare" un |oystick come fosse un
cappuccio? A fondervi, con esso, fino a
diventare quasi un'unica entità interatti¬
va? E una volta compiuto l'incredibile
"innesto" - in pratica trasformati in mi¬
tologici "joysticcosauri" - come vi senti¬
reste una volta verificato che riuscite a
controllare agevolmente con i naturali
movimenti della testa tutte le azioni an¬
che del più avvincente videogame
dell'ultima generazione?
E' inutile nasconderlo: l'esperienza
"virtuale" (che poi si rivela tanto na¬
turale quanto reale) di UR Gear va as¬
solutamente vissuta di persona, non
raccontata L'avevamo intuito duran¬
te l'anteprima al pubblico allo scorso
SMAU (e in qualità di "confinanti” di
stand alla manifestazione milanese
possiamo testimoniarlo fortemente!)
ma ne abbiamo avuto piena conferma
appena ricevuto in redazione uno dei
primi prototipi del casco. All'inizio tutti
lo guardano con un po' di diffidenza: "il
solito tentativo di inventare una nuova
formula di joystick": poi la voglia di pro¬
varlo si manifesta irrefrenabilmente e
tocca infine litigare con l'appropriatore
indebito di turno che non vuol più
"schiodare" dalla postazione PC apposi¬
tamente allestita. E, giù, botte!
E' interessante notare come, "usan¬
do la testa", si riesce a controllare mol¬
to più di quanto si creda tutti i movi¬
menti tipici di un device di puntamento:
si sfrutta, in questo modo, proprio la no¬
stra spontanea gestualità per interagire
finemente con tutte
UR Gear è particolarmente curato
sotto il profilo estetico, tant'è che porta
la firma nientepopodimeno che di Pimn-
farina (e scusate se è poco!). Nel comu¬
nicato stampa rilasciato in lingua ingle¬
se durante lo scorso C.E.S. di Las Ve¬
gas (la più importante menite¬
le applicazioni software
utilizzate. In primo luogo
con i giochi, ma, come
vedremo, senza minima¬
mente trascurare campi
d'utilizzo ben più specia¬
lizzati.
Tornando al presente,
bastano solo pochi attimi
per prendere conoscenza
della nuova realtà, espe¬
rienza che non può in
nessun modo essere illu¬
strata e descritta attra¬
verso i mezzi di comuni¬
cazione tradizionali, carta
stampata, video, presen¬
tazioni multimediali, ecc.
E' un po' come se qual¬
cuno volesse descrivervi
un nuovo profumo mai
sentito, un suono di uno
strumento musicale mai
ascoltato, un colore iper-
saturo al di fuori dello
spettro visibile umano e
per questo invisibile. Non si può, sem¬
plicemente!
Pininfarina,
basta la parola!
128
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
stazione mondiale di informatica e di
elettronica di consumo, alla quale la Vi¬
deo Computer era presente con un pro¬
prio stand per lanciare, worldwide, il
suo mirabolante casco) si ricorda che
Pininfarina è il designer delle Ferrari,
ma non crediamo occorra ribadire il con¬
cetto anche tra noi italiani.
Il casco ha un look spiccatamente
"futuribile" che certo soddisferà le esi¬
genze estetiche anche del pubblico più
giovane. Ricorda un po' i caschi aero-
spaziali... dei film di fantascienza: in
realtà, anche come peso e dimensioni,
non differisce molto da quello di una
cuffia stereo di tipo chiuso, con in più la
sola appendice microfonica anteriore e
il ricevitore infrarosso sulla parte supe¬
riore. Non dispone, ahinoi, di alcuna re¬
golazione riguardante la testa dell'uten¬
te: un minimo adattamento alle varie ta¬
glie si ha grazie alle molle integrate ne¬
gli auricolari che, nelle persone (come il
sottoscritto) particolarmente testone (in
tutti i sensi) stringeranno maggiormen¬
te rispetto a chi ha una "capoccia" di di¬
mensioni minori. In tutti i casi, comun¬
que, il casco calza in maniera piuttosto
soddisfacente, isolando acusticamente
fin troppo bene dai rumori ambientali
circostanti (quando utilizzate UR Gear
dimenticate, come forse non è proprio
giusto, telefono, citofono, allarme antin¬
cendio, cane
L'UR Gear 6 formalo dal casco vero e proprio, dal
"game controller" manuale e dall'emettitore a rag¬
gi infrarossi da collocare sul monitor Le tre unità
sono collegate tra loro da cavi elettrici di sufficien¬
te lunghezza con terminazioni di tipo plug-in
Nota bene...
All’interno di quest’articolo era previsto
anche un intervento a cura della Video
Computer che, purtroppo, non è giunto in
tempo per la pubblicazione.
Ce ne scusiamo con i lettori.
da guardia, mogli brontolone, neonati
affamati e tant’altrol).
L'intero kit è formato da tre distinte
unità collegate tra loro da cavi elettrici
con terminazioni tipo plug-in telefonico:
il casco vero e proprio, l'emettitore a
raggi infrarossi (contenente anche la lo¬
gica d'interfacciamento al computer) da
collocare sul monitor, un game control¬
ler manuale con quattro pulsanti e un
cursore a slitta per il quarto asse di mo¬
vimento joystick: ad esempio, utilizzan¬
do Flight Simulator al cursore sul game
controller è abbinato il comando gas
dell'aeroplano che stiamo pilotando,
mentre ai movimenti della testa nei due
rimanenti assi è demandata la virata a
destra e sinistra, la cabrata e la picchia¬
ta (uno sballo! )
Il cavo di collegamento verso il com¬
puter comprende la connessione per la
porta joystick, ingressi e uscite audio e
un connettore DB-9 per la porta seriale.
Quest'ultima viene utilizzata per lascia¬
re libera la porta joystick per ulteriori uti¬
lizzi (ad esempio nell'uso combinato e
simultaneo di casco e joystick) o quan¬
do non si dispone di una porta giochi di
questo tipo (ad esempio nei notebook).
L'emettitore a raggi infrarossi è già
predisposto per funzionare con futuri
accessori del casco, ad esempio
guanti "virtuali", armi e addirittura tu¬
te letteralmente rivestite di sensori
di movimento, tramite i quali l'espe¬
rienza immersiva di UR Gear rag¬
giungerà livelli incredibilmente ele¬
vati. pur-non disponendo (ancora) di
un proprio sistema di visione im-
mersivo che ne avrebbe fatto lievi¬
tare enormemente il prezzo di ven¬
dita al pubblico.
Il casco UR Gear può. inoltre, ve¬
nir utilizzato come normale dispo¬
sitivo di puntamento (alla stregua
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
129
di un mouse), spostando con i movi¬
menti della testa il puntatore a video
e azionando le funzionalità di click e
doppio click attraverso comandi voca¬
li,
Questo apre, in piu, ulteriori campi
di utilizzo nei confronti dei portatori di
handicap con limitate funzionalità mo¬
torie degli arti superiori e per questo
impossibilitati ad utilizzare un mouse
tradizionale.
La logica di funzionamento elettroni¬
co di UR Gear comprende anche il rile¬
vamento della distanza tra emettitore
e casco, riconoscendo in questo modo
il terzo asse spaziale, utilizzabile in ap¬
plicazioni di realtà virtuale e/o in video-
giochi specificamente realizzati o mo¬
dificati per il casco (per il quale nume¬
rose software house stanno già lavo¬
rando da qualche tempo)
Prova sul cam po ( di batta g lia )
di Valter Di Dio
La miglior prova dell'UR Gear è ovviamente quella sul campo,
per questo mi sono attrezzato con un po' di CD pieni dei soliti gio¬
chi ed ho cominciato a strapazzare a dovere questo speciale ca¬
sco La prima fase è stata ovviamente quella dell’installazione del
dispositivo seguita dall' installazione della mia testa dentro al ca¬
sco. Operazione, quest'ultima, leggermente più difficile nonostan¬
te io abbia una testa anche più piccola del normale II problema è
che il casco non è regolabile e tocca all'imbottitura delle cuffie as¬
sorbire le differenze. Pressione a duemila quindi nelle orecchie e
volume a manetta, peggio che in discoteca' Sistemato il casco e
regolato il volume si passa alla "calibrazione", operazione che con¬
siste nel piazzare la testa alla giusta altezza rispetto al sensore
Avrei preferito che il trasmettitore, quel coso che si poggia sul mo¬
nitor, fosse basculante, cosi si eviterebbe di dover regolare la se¬
dia o di giocare necessariamente seduti. La regolazione della sen¬
sibilità e della centratura del casco-joystick si può effettuare dal
pannello di controllo o. a volte, da dentro gli stessi giochi.
La scelta dei giochi è quasi obbligata perché servono principal¬
mente giochi di azione, giochi in cui il movimento della testa è in
qualche modo legato a quanto avviene sul video. Ne ho provati di¬
versi. ma alla fine ho scelto, come rappresentativi ciascuno della
propria famiglia, Doom I e II, Hexen. Descent II ed Heretic. nonché
il solito inossidabile, indistruttibile e inevitabile Flight Simulator di
Microsoft. Cominciamo il resoconto delle sensazioni d'uso proprio
da quest'ultimo
Microsoft Flight Simulator
Nessuna impostazione è necessaria per utilizzare il casco virtua¬
le con il Flight Simulator. Il programma lo riconosce come un nor¬
male joystick e si autoconfigura di conseguenza.
Naturalmente ci vuole un po' di esperienza prima di poter utiliz¬
zare TUR Gear con la stessa sensibilità cui siamo abituati dal |oy-
stick o dal mouse; ma chi non ricorda i primi tentativi col mouse?
Superati quindi i primi momenti di gioco il casco si rivela sensibi¬
le e preciso. La configurazione standard assegna al movimento
della testa i tasti cursore e all'asse Z (il cursore sul comando ma¬
nuale) la potenza dei motori. I tasti sono assegnabili ad un'ampia
serie di funzioni tra cui, utilissime, quelle che selezionano le viste
Comodissimo da utilizzare per il timone lo è un po' meno per i pia¬
ni di coda, quelli che servono per cabrare o picchiare. Il problema
non è tanto nel casco che va benissimo, ma . nella nostra testa. Il
Flight Simulator si guida molto spesso guardando la strumentazio¬
ne o azionando parti dell'aereo con il mouse (ad esempio l'inclina¬
zione dei flap). Il guaio è che siamo abituati ad abbassare tutta la
testa per guardare la tastiera o per leggere gli strumenti; cosi,
mentre noi cerchiamo di leggere l'altimetro, l'aereo si butta in pic¬
chiata
Meglio quindi eliminare completamente la schermata della stru¬
mentazione e viaggiare a tutto schermo, cosi almeno ci leviamo
qualsiasi tentazione. Resta la tastiera, ma un pilota esperto trova i
tasti giusti anche ad occhi chiusi Altrimenti non rimane che riconfi-
gurare la sensibilità del loystick. da dentro al gioco, rendendo l'as¬
se verticale completamente insensibile.
Descent II
Anche in Descent il movimento del casco si fa apprezzare. In
questo gioco siamo al comando di una navicella che si muove nei
corridoi di una base stellare in assenza di gravità. Questo è uno dei
principali problemi per chi gioca per la prima volta a Descent, dopo
un po' non si capisce più da che parte si sta andando Col casco
questo avviene molto più raramente perché il movimento è legato a
quello, naturale, della testa. Bisogna infatti ricordare che la testa an¬
ticipa i movimenti del corpo, se quindi decidiamo di scendere le
scale, per prima cosa abbassiamo lo sguardo e. di conseguenza, la
testa II casco prende questo movimento e lo trasforma nel coman¬
do ''giù'', esattamente quello che volevamo. Veloce anche tutta la
gestione delle armi e dei comandi di apertura delle porte che se¬
guono a grandi linee le impostazioni di Doom.
130
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Taci, il concorrente
ti ascolta!
Naturalmente la tecnologia utilizzata
dal sistema UR Gear, tutta made in Italy,
è coperta dal più assoluto riserbo e pro¬
tetta da una cospicua serie di brevetti in¬
ternazionali che rende particolarmente
arduo l'attacco da parte dei competitor
dai pochi scrupoli.
Nonostante ciò. a poco sono servite le
insistenze della redazione per cercare di
strappare qualche informazione in più
sul principio di funzionamento del dispo¬
sitivo. ottenendo in realtà la piu ovvia
delle (evasive) risposte, sul tipo; "la tec¬
nologia utilizzata è basata su un interfac¬
ciamento a raggi infrarossi". Esattamen¬
te come dire che, ad esempio, un rivolu¬
zionario "motore ad acqua"., funziona
Hexen II ed Heretic
Con Hexen TUR Gear si dimostra utile ma non troppo. Il vantag¬
gio di avere il movimento automatico si scontra con l'uso frequente
della tastiera che in Hexen è necessaria per selezionare oggetti
magie, armi e pozioni. Il gioco si rivela quindi leggermente disconti
nuo, da un canto il casco permette una notevole velocita di movi
mento e di azione abbinata ad una eccellente capacità di fuoco
dall'altro ci si trova spesso ad abbassare la testa per scegliere un
oggetto col risultato di arretrare o addirittura di girarsi completa
mente. Servirebbe un'opzione per disattivare il casco, memorizzan
do l'ultima posizione, quando la testa si abbassa oltre un certo limi
te oppure premendo un tasto sul comando manuale, Lo stesso prò
blema si presenta con le tante versioni di giochi ispirate ad Hexen
giochi che all'azione pura associano la scelta o l'utilizzo di oggetti.
Doom I e II
In Doom si comincia ad apprezzare di più la possibilità di co¬
mandare il puntamento con la testa. Inoltre i quattro tasti permet¬
tono di effettuare tutte le principali manovre senza toccare la ta¬
stiera. In Doom il |oystick è riconfigurabile solo parzialmente, si
possono assegnare solo i bottoni di sparo, quello dello strafe (spo¬
stamento laterale), quello dell'action (apertura di porte) e quello
della corsa. La prova che ho fatto è stata con lo sparo sul grilletto
(tasto 1, quello sotto all'impugnatura), lo strafe sul tastino di sini¬
stra, la corsa sul destro e l'action su quello frontale. Il cursore del
terzo asse non si può assegnare a nulla (sarebbe stato utilissimo
per la scelta delle armi).
Muoversi, sparare, correre e puntare sono di una comodità in¬
credibile. Impressionante anche la velocità di puntamento delle ar¬
mi, basta un'occhiata all'avversario per averlo a tiro. Un effetto im¬
previsto, ma utile, lo si ha avvicinando o allontanando la testa dal
monitor: siccome col movimento spostiamo anche impercettibil¬
mente l'asse del casco, il risultato è un movimento di avanzamen¬
to o di arretramento particolarmente "morbido".
Con Doom l'effetto presenza è molto piu sensibile che non con
il Flight Simulator, anche grazie al suono stereofonico che in
Doom anticipa l'Incontro con i mostri Sentire una porta che si
apre, girare la testa e sparare diventa una cosa completamente
automatica.
In conclusione
L'uso dell'UR Gear si rivela comodo e divertente per tutti i gio¬
chi di azione con i comandi semplificati, tutti quelli, per Intender¬
si. in cui basta il joystick per comandare le fasi essenziali
dell'azione (Doom è tra questi). Va bene per volare nelle simula¬
zioni di battaglia aerea o spaziale, un po' meno nei giochi con un
po' più di strategia come ad esempio X-Wing. Però il limite non è
nel casco che, invero, ha una notevole sensibilità e una discreta
gamma di comandi. Il limite è nei giochi che non potevano preve¬
dere una simile periferica.
L'uso di driver specifici, in cui sia possibile mappare ai movi¬
menti dell'UR Gear funzioni più adatte, potrebbe invece rendere
quasi indispensabile questo tipo di periferica. Penso ad esempio
alla possibilità di mappare ai movimenti della testa non il movi¬
mento principale del joystick ma. ad esempio, quello dell'hat
switch, la piccola cloche posta sull'impugnatura di alcuni joystick,
che comanda il puntamento delle armi di bordo In questo caso
davvero basta guardare un nemico per agganciarlo immediata¬
mente al sistema di puntamento radar. Sicuramente non passerà
molto tempo perché questi driver siano resi disponibili, nel frat¬
tempo c'è sempre da considerare, oltre al movimento comandato
dalla testa, anche l'indiscutibile effetto della cuffia stereo chiusa
(isolamento totale dal rumore ambiente) ed il microfono che per¬
mette di parlare agli altri giocatori nei programmi che lo prevedo¬
no o, addirittura, di utilizzare dei comandi vocali, sempre che il
gioco lo consenta.
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
131
Il casco UR Gear non oltre nessuna regolazione riguardante la "taglia " della testa. L'imbottitura elastica
dei due auricolari si adatta alle varie dimensioni, premendo energicamente sulle orecchie dell'utente.
ad acqua punto e basta.
In realtà nell'affermazione apparen¬
temente evasiva circa il principio di
funzionamento, "semplicemente a rag¬
gi infrarossi", si nasconde (ma non
troppo) un’informazione piuttosto im¬
portante: non c'è, e non avevamo al¬
cun dubbio al riguardo, nessun disposi¬
tivo servomeccanico, giroscopico, iner¬
ziale all'Interno del casco atto a perce¬
pire in qualsiasi modo i movimenti del¬
la testa dell'utente. Tutto si svolge at¬
traverso il flusso di raggi infrarossi che
si propaga dalla centralina al casco (e
non viceversa, come erroneamente ri¬
portato da altri) mentre via cavo avvie¬
ne il flusso di informazioni digitali nel
verso opposto Da segnalare, en pas-
sant, che tutti i componenti UR Gear
(casco, centralina, game controller)
non necessitano di alimentazione se¬
parata sia quando è utilizzato il collega¬
mento a PC tramite porta joystick, sia
quando si opta per il collegamento alla
porta seriale, prelevando in quest'ulti¬
mo caso l'alimentazione dalla porta ta¬
stiera attraverso un apposito adattato¬
re separato.
Al di là dell’attuale implementazione,
ciò che colpisce maggiormente della
nuova tecnologia UR Gear è comun¬
que la precisione di funzionamento, del
tutto inusuale per un dispositivo di
questo tipo Addirittura, per quel che la
stessa Video Computer, bontà sua, ha
dichiarato, la precisione di funziona¬
mento teorica della tecnologia utilizza¬
ta raggiunge lo spettacolare valore di
appena un micron (avete letto proprio
bene, un millesimo di millimetro!) che
apre le porte a moltissime applicazioni
speciali che vanno ben oltre gli aspetti
ludici di un casco per videogame.
Un successo
(quasi) inaspettato
Video Computer non fatica ad am¬
mettere che l'interesse a livello mondia¬
le manifestato per la sua nuova creatura
(che, ci tengono a sottolineare, è un'ar¬
chitettura aperta a qualsiasi ulteriore
espansione e stanno già stringendo nu¬
merosi accordi di licensing con aziende
di fama mondiale!) è risultato quasi ina¬
spettato. L'attuale unità produttiva, si¬
tuata in Val d'Aosta, è già in grado di
"sfornare" 40.000 pezzi al mese, da
marzo ne produrrà 150.000 per arrivare
a regime entro maggio con una capacità
di ben 300.000 pezzi/mese.
Ma a parte il ritorno immediato riguar¬
do le vendite del prodotto, ciò che più
ha lasciato il segno è stato l'interesse
per la tecnologia proprietaria, con la
quale è possibile realizzare facilmente
tutta una nuova famiglia di dispositivi,
non meno rivoluzionari del casco appe¬
na presentato. Immaginate, ad esem¬
pio, un sistema di audio hi-fi interattivo,
basato su una cuffia stereo e un senso¬
re di posizione, grazie al quale l'ascolta¬
tore spostandosi da un punto all’altro di
una stanza percepisce alle sue orecchie
i suoni relativamente alla posizione as-
Due immagini dell'emettitore a raggi infrarossi aperto che incorpora anche la
circuitena di interfacciamento al computer Tutta la tecnologia, interamente
mede in Italy, è protetta da numerosi brevetti internazionali
132
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
sunta istante per istante. Avvicinandosi,
ad esempio, alla localizzazione spaziale
di un determinato strumento musicale
(o ad un cantante) percepisce maggior¬
mente quell'emissione sonora rispetto
a tutte le altre. Applicazioni simili sono
già state ipotizzate per applicazioni di
televisione e di cinema interattivo con
le quali lo spettatore riesce ad interagire
con la trama del film visto (ma sarebbe
meglio dire "vissuto") compiendo gesti
naturali, dal semplice rivolgere lo sguar¬
do a destra o a sinistra per cambiare
punto di vista di una stessa scena fino
alla possibilità di spostarci a nostro pia¬
cere da un ambiente ad un altro per tes¬
sere una trama perso¬
nalizzata (o quasi)
dell'azione svolta.
Sempre in ambito te¬
levisivo (dal punto di
vista funzionale) po¬
trebbero nascere una serie di
telecomandi ultra semplificati -
ad esempio con due o tre tasti
al massimo - con i quali sareb¬
be comunque possibile impo¬
stare un numero pressoché in¬
finito di funzioni sfruttando la
posizione spaziale del teleco¬
mando stesso. Cosi per scor¬
rere un menu a video potreb¬
be essere sufficiente spostare
verso il basso o verso l'alto il
telecomando, per selezionare
una determinata voce o
un'icona si potrebbe muovere
lo stesso a destra o a sinistra oppure
agire sui pochi pulsanti disponibili
— "in carne ed ossa".
Intanto nuovi accordi sono stati
stipulati anche con Sony e con Ninten¬
do relativamente a versioni specifiche
del casco virtuale per la Playstation e
per la console Nintendo 64 e sono in ar¬
rivo. come detto, nuovi giochi per PC e
versioni personalizzate specificamente
realizzate per interagire fortemente (an¬
cor più che come semplice joystick 3D)
con la nuova creatura di Video Compu¬
ter e con tutte le future estensioni
dell’intero sistema.
Rimanendo in ambito informatico, un
futuro sviluppo della tecnologia UR
Gear riguarderà, a breve scadenza, un
rivoluzionario sistema di puntamento
per notebook basato su un minuscolo
dispositivo da indossare a mo'
di orecchino (o applicabile alla
stanghetta degli occhiali per
chi, come il sottoscritto, ne fa
uso) grazie al quale sarà possi¬
bile comandare il puntatore
mouse semplicemente muo¬
vendo di pochi gradi la testa,
lasciando alla manualità delle
dita il solo click e doppio click
di selezione degli oggetti.
DOVE & CHI
Video Computer SpA
Via Antonelli, 36
Collegno (TO).
Tel (011)40.34.828
II collegamento elettrico tra le varie
unita avviene attraverso connettori di ti¬
po plug-in di diverso colore/dimensione
Nella loto in alto a destra un dettaglio
sul ricevitore IR incorporalo nel casco
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
133
In collaborazione con il Museo Nazionale degli Strumenti per il Calcolo di Pisa
l Archeologia
Informatica
a cura di Corrado Giustozzi
LE ORIGINI DELL'INFORMATICA IN ITALIA
Le macchine meccanografiche
per il trattamento deH'informazione
In questo anno di attività e di intensa collaborazione col Museo Nazionale degli
Strumenti per il Calcolo di Pisa ed in particolare col professor Roberto Vergara
Caffarelli, che tra l’altro coordina la Commissione Nazionale per il Museo degli
Strumenti per il Calcolo, abbiamo sviluppato un approfondito lavoro di ricerca
bibliografica ed archeologica proponendovi un percorso attraverso le origini del
calcolo automatico. L'articolo che vi state accingendo a leggere chiude la prima
serie di pubblicazioni sull’argomento, approfondendo nel dettaglio un periodo
storico del calcolo automatico ancora
poco conosciuto, quello delle macchine
meccanografiche. Questi mastodonti
elettromeccanici comparsi alla fine dello
scorso secolo hanno occupato un posto
importante nella gestione contabile ed
amministrativa delle grandi aziende per
oltre mezzo secolo, fino ai primissimi anni
‘60, quando le ultime macchine
meccanografiche ancora in funzione
lavoravano al fianco dei primi grandi
calcolatori digitali.
di Gaelano Di Stasio
Siamo ormai quasi alla vigilia
dell'apertura della prima ala del Museo
Nazionale degli Strumenti per il Calco¬
lo, che avverrà il prossimo autunno
presso la sede degli ex-Macelli Pubbli¬
ci di Pisa
In tutto quattromila metri quadri al
coperto in palazzine in stile liberty e ot¬
tomila di verde, fra alberi e giardini
all'italiana, collocati in una posizione
meravigliosa quanto strategica all'inter¬
no del tracciato delle mura medioevali,
a metà strada tra il cinquecentesco Ar¬
senale Mediceo e il grande complesso
turistico-culturale che comprende il
Duomo, la Torre e il Battistero.
Il passato dell'informatica è un po’ la
storia di tutti noi, e per i giovani o i
Operatrici di un centro meccanogralico degli anni
50 su macchine Audil con perforatore di nastro,
adibite ai servim Assegni circolari. Conti filiali e Por¬
tafoglio in un grande Istituto di Credito
meno giovani la curiosità verso i vecchi
strumenti di calcolo appassiona tutti in¬
distintamente dal passato remoto
(pensiamo al pallottoliere e ai Bastoni
134
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Archeologia Informatica
Neperiani, al calcolatore analogico co¬
struito da Galileo Galilei nel 16001 al
passato prossimo (le macchine som-
matrici e moltiplicatrici di Pascal, Leib¬
niz, Bollée, Babbage, l'Aritmometre di
Thomas del 1820 e quelle più recenti
di Burroughs, Hollent, Monroe, Merce¬
des), dai primi calcolatori digitali degli
anni '50 al personal computing, al futu¬
ro remoto nella girandola digitale che
ci attende nel prossimo millennio. Tut¬
ti tasselli importanti che formano la
nostra cultura tecnologica e che per¬
metteranno sicuramente ai nostri figli
un approccio all'informatica più consa¬
pevole e ragionato.
Troveranno posto macchine come la
Calcolatrice Elettronica Pisana realizza¬
ta in Italia con il contributo di Enrico
Fermi negli anni '50, i grandi calcolato¬
ri elettronici italiani ELEA, la storia del
super calcolo con gli elaboratori CRAY
ed il prototipo APE, primo supercalco¬
latore parallelo italiano. Troveranno op¬
portuna collocazione i calcolatori analo¬
gici di Donner e Applied Dynamics, i
calcolatori ibridi, le macchine mecca¬
nografiche e i calcolatore Gamma della
Bull (del 1953 e completi di perforatri¬
ci, verificatrici, tabulatrici, selezionatri¬
ci, magnetolettori e parti di ricambio), i
colossi di IBM, i vecchi PDP, Vax, HP,
Nova. Data General, General Automa-
tion, Simbolics degli anni ‘70 Un mon¬
do di strumenti usati dall'uomo per
macinare numeri, per tenere contabi-
Pnma dell'avvento dei calcolatori elettronici e Imo
ai primi anni ‘60. l'esigenza di trattare automatica¬
mente l'informazione è soddisfatta dalle macchi¬
ne meccanografiche Le transazioni sono memo¬
rizzata su nastro o scheda perforata da pazienti si¬
gnorine sedute davanti alle tastiere delle perfora¬
trici. col compito di digitare codici alfanumerici e
sigle Le operazioni algebriche vengono eseguite
meccanicamente dalla tabulatrice che poi stampa
in prospetti i risultati della elaborazione. Nella ter¬
za foto vediamo una tabulatrice Ohvetti-Bull in
funzione presso il Centro Meccanografico della
Fiat Ricambi
lità, per dare risposte, la cui memoria
fortunatamente non sarà sepolta ma
continuamente riscoperta e valutata
grazie anche ai simulatori didattici rea¬
lizzati.
Nel Museo avrà posto importante
anche la biblioteca di MCmicrocompu-
ter, quella di BYTE e della nostra BYTE
Italia, l'edizione italiana della prima e
piu letta rivista di informatica al mon¬
do, in edicola da gennaio, come testi¬
monianza dell'evoluzione tecnologica
del personal computing negli ultimi
ventanni.
Inoltre molti dei nostri lettori, leg¬
gendo l'invito pubblicato puntualmente
in questa rubrica, hanno già donato al
Museo i vecchi grandi calcolatori di¬
smessi dalle proprie aziende, per ga¬
rantire loro meritato restauro e riposo
dopo anni di intenso lavoro. Ovviamen¬
te cogliamo l'occasione per ringraziarli
e per incitare ancor più a contribuire al
Museo con nuove e sempre più impor¬
tanti contributi
MCmicrocomputer n, 181 - febbraio 1998
135
Archeologia Informatica
I calcolatori
elettromeccanici
Prima dell'avvento dei calcolatori
elettronici l’esigenza di trattare auto¬
maticamente l’informazione era soddi¬
sfatta da macchine meccaniche ed
elettromeccaniche. Queste macchine
"meccanografiche" erano solitamente
utilizzate là dove era necessario ese¬
guire semplici operazioni aritmetiche
su un numero di dati elevato e/o per
moltissime volte al giorno, e su cui
l’uomo difficilmente poteva operare
con la dovuta velocità ed affidabilità.
Pensiamo ad esempio ai censimenti
e alle relative statistiche, alla gestione
di un grande magazzino di migliaia di
pezzi di ricambio, alla contabilizzazione
I grandi Istituii di Credito
Italiani e le aziende di
grandi dimensioni, an¬
che se disponevano già
di Centri Meccanografi¬
ci, verso la line degli an¬
ni 'SO sentirono la ne¬
cessità, per primi, di do¬
tarsi di calcolatori digita¬
li . Vediamo in loto due
immagini del Olivetti
Bull Gamma 60 nella se¬
de del Credito Italiano
Una versione completa
di questo enorme elabo¬
ratore digitale è conser¬
vata al Museo Nazionale
degli Strumenti per il
Calcolo di Pisa.
tabulazione, ma che sviluppava sostan¬
zialmente un lavoro di selezionatrice di
schede anagrafiche (per separare per
esempio i cittadini americani censiti a
seconda del sesso o della fascia d'età)
Nelle successive versioni, furono infat¬
ti in primo luogo potenziate le capacita
di calcolo e memorizzazione tempora¬
nea dei dati attraverso un sistema elet¬
tromeccanico che permetteva di fare
le quattro operazioni aritmetiche.
Normalmente le elaborazioni si com¬
pivano sui blocchi di schede su un solo
tipo di dato contenuto in una determi¬
nata posizione. Queste venivano lette,
elaborate e selezionate in vani separa¬
ti, e quindi in classi, dalla selezionatri-
Contribuite al
Museo Nazionale degli Strumenti per il Calcolo
e alla fatturazione dei servizi telefonici
e bancari,
Il primo esempio di macchina mec¬
canografica fu concepita alla fine del
secolo scorso da Hollerith, ed era volta
a risolvere il problema della selezione
e del raggruppamento per classi dei
dati statistici rilevati col censimento
della popolazione negli Stati Uniti. Ela¬
borazioni dello stesso tipo sviluppate
manualmente nel precedente censi¬
mento, si erano concluse con grave ri¬
tardo e con un’attendibilità ed affidabi¬
lità piuttosto limitata, tanto da rendere
i risultati di scarso valore pratico. H.
Hollerith concepì, allora, una macchina
a circuiti elettrici capace di "leggere” i
dati da elaborare, precedentemente
trasferiti (o meglio registrati) in codice
appropriato su schede, e di processarli
secondo un semplice programma arit¬
metico e di selezionamento.
Le macchine meccanografiche che
seguirono furono l’evoluzione naturale
della macchina di Hollerith, che aveva
si funzioni di calcolo, di perforazione e
Attualmente il Museo Nazionale degli Stru¬
menti per il Calcolo è impegnato a ristrut¬
turare la sua sede naturale (gli ex Macelli
di Pisa) e ad organizzare la raccolta del ma¬
teriale. Il Ministero della Ricerca Scientifica
e Tecnologica ha infatti diramato circolari
in tutti i Ministeri, le Università, le scuole e
le aziende a partecipazione statale perché
tutti gli elaboratori dismessi siano donati al
Museo. Ciò ha permesso di raccogliere
non solo elaboratori di inestimabile valore
storico, ma anche tutta la documentazione
ad essi allegata, di importanza altrettanto
elevata per gli obiettivi del Centro di Studi.
Ciò non di meno il Museo è interessato a
tutto il materiale legato alla storia dell'infor¬
matica: manuali, vecchi libri, documenta¬
zione. programmi, oltre ovviamente ai cal¬
colatori obsoleti che da tutta Italia stanno
giungendo copiosi.
A questo interesse unanime è però impor¬
tante che si associno anche iniziative di stu¬
dio e di restauro Infatti il Museo è interes¬
sato a coinvolgere in tali attività tutti coloro
che vogliono donare il proprio tempo ed il
proprio impegno ai vecchi dinosauri
dell'informatica, per ridare loro lo splendore
di un tempo. Stiamo parlando dei tecnici,
magari oggi in pensione, che hanno lavora¬
to su queste macchine e che oggi possono
dare importantissimi contributi sia in termi¬
ni di conservazione che di comprensione
delle macchine stesse, e gli studenti che
desiderano approfondire lo studio di questo
periodo storico con ricerche mirate e tesi
Per ulteriori informazioni:
Museo Nazionale degli Strumenti per il
Calcolo
Museo degli Strumenti Scientifici
Prof. Roberto Vergare Caffarelli
Dipartimento di Fisica dell'Università di Pi¬
sa
Piazza Torricelli, 2 - 56100 Pisa
Tel. (050)911212-911247
Fax (050) 48277
136
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Archeologia Informatica
Durante la fase di instal¬
lazione di una bobina di
nastro di carta nel letto¬
re veloce Olivetti, al cui
fianco si nota una Tabu¬
latrice Bull.
se di età.
Tutte le esperienze successive si so¬
no sostanzialmente fondate sul princi¬
pio della macchina di Hollerith, anche
se specializzando alcune funzioni in
rapporto alle tre principali fasi dell’ela¬
borazione: l'introduzione dei dati; la pu¬
ra elaborazione, l'uscita dei risultati.
Ciascuna fase si sviluppava infatti in
una o più macchine speciali, per cui
l'elaborazione risultava frazionata per
fasi successive.
La fase di input prevedeva la costitu¬
zione dei supporti fisici su cui era me¬
morizzata l'informazione. Alla scheda
perforata a mano con perforatrici a ta¬
ce. Raccolte le schede nei vari vani, si
ripeteva l’elaborazione solo su una
c.lasse, sulla base di un'altra informa¬
zione ivi registrata.
La macchina di Hollerith consisteva
in una "stazione di lettura" composta
di 26 aghi di esplorazione, che legge¬
vano schede perforate e provocavano,
se attivati, l'apertura della relativa ca¬
sella di ricezione delle schede, tramite
un semplice sistema ad elettromagne¬
ti. Cosi, alla fine dell'elaborazione tutte
le schede risultavano suddivise, ad
esempio, in due caselle contenenti ri¬
spettivamente le schede degli uomini
e delle donne, da cui si ripartiva con un
altro programma per ottenere ulteriori
selezioni ad esempio in base alla clas-
I nastri perforati prove¬
nienti dai vari uffici peri¬
ferici vengono predispo¬
sti per la conversione al
Centro Meccanografico
La Olivetti con l'accordo
di distribuzione delle
macchine Bull firmato
nel '49 e con l'esperien¬
za acquisita con la Divi¬
sione Elettronica, nei pri¬
mi anni '60 era leader nel
settore delle periferiche
meccanografiche. Nella
seconda foto vediamo
una macchine perforatri¬
ce Olivetti Audit per la
registrazione dei movi¬
menti di magazzino
MCmicrocomputer n, 181 - febbraio 1998
137
Archeologia Informatica
La tabulatrice era capace di compiere le quattro operazioni meccanicamente e di essere programmata per
mezzo di appositi pannelli di connessione, la cui predisposizione richiedeva un 'elevata specializzazione.
stiera hanno fatto seguito la scheda
mark-sensing, che veniva perforata au¬
tomaticamente dopo essere stata se¬
gnata a mano, e quindi la scheda a let¬
tura magnetica, la telebanda o banda a
nastro di carta perforato e il nastro
magnetico.
In particolare col mark-sensing le
schede venivano segnate con un trat¬
tino orizzontale di matita al livello cor¬
rispondente alla cifra da perforare. La
perforazione avveniva automaticamen¬
te per mezzo di una macchina che,
sfruttando la conducibilità elettrica del¬
la traccia grafitica della matita, provo¬
cava l'azione dei punzoni di perforazio¬
ne. Nel caso della lettura magnetica,
invece, le schede venivano segnate
con inchiostri particolari, contenenti
una sostanza suscettibile di assumere
una magnetizzazione rilevabile dalla
macchina che operava la perforazione.
Al fine di ridurre il costo della perfo¬
razione fu successivamente introdotta
la banda a nastro di carta che poteva
essere perforato con macchine conta¬
bili tipo Audit impiegate nella costitu¬
zione di documenti in chiaro.
Con successivo passaggio su spe¬
ciali apparecchi di conversione i dati
venivano trasferiti su schede perforate
o su nastri magnetici per poi essere
elaborati anche dai calcolatori digitali
che sul finire degli anni '50 convissero
per breve tempo con gli ultimi grandi
centri meccanografici,
L'interessamento da parte di IBM al¬
la tecnologia meccanografica, permise
da un lato di generare esperienze ver¬
ticali e dall'altro di aprire la strada allo
studio di soluzioni alternative, con i
calcolatori ibridi e quindi elettronici. In¬
fatti, anche se ancora elettromeccani¬
ci, gli elaboratori Mark I e II sviluppati
negli ultimi anni '30 e negli anni '40 da
Howard Aiken, professore di matema¬
tica applicata alla Harward University,
non potevano essere certo definite
macchina meccanografica ma piutto¬
sto i primi number crunching della sto¬
ria del calcolo automatico, essendo
costituiti da migliaia di relè che forma¬
vano una memoria enorme di ben
3096 cifre.
Con l'espansione dei servizi telefo¬
nici, elettrici, bancari che avvenne nei
primi decenni di questo secolo si
sanci II successo dei centri meccano-
grafici, che intanto si erano evoluti do¬
tandosi di periferiche estremamente
potenti e sofisticate: perforatrici di na¬
stro di carta e di schede, verificatrici,
lettori veloci, convertitori di formato,
tabulatrici, selezionatrici, magnetolet-
tori.
Questi strumenti, estremamente in¬
gombranti e costosi, furono acquistati
dunque dalle grandi aziende telefoni¬
che ed elettriche, dalle grandi banche,
da alcuni enti statali per memorizzare
transazioni, per contabilizzare importi,
per avere traccia dei servizi sviluppati,
per fare censimenti e statistiche. Una
società dunque in rapida trasformazio¬
ne che aveva necessità di dotarsi di
strumenti veloci nella selezione e nel
calcolo, immuni da errori e flessibili
per l'elaborazione, l'immagazzinamen¬
to ed il recupero di informazioni di di¬
versa natura e per vari scopi.
Le macchine
meccanografiche
Il funzionamento corretto di un ma¬
gazzino con grande movimentazione e
con gran numero di parti di ricambio,
richiedeva dunque l'ausilio di un cen¬
tro meccanografico, specialmente per
il settore della movimentazione del
materiale a magazzino, del rifornimen¬
to e della distribuzione dei dati sia
giornalieri che mensili quali ad esem¬
pio la situazione degli ordini in corso,
l'aggiornamento dei cartellini di movi¬
mento, le valorizzazioni mensili delle
entrate e delle uscite per il servizio
amministrativo, il consuntivo delle
consegne effettuate dalle sezioni in
relazione alle quantità programmate,
l'aggiornamento dei dati di consumo.
Il Centro Meccanografico della Fiat
Ricambi dei primi anni '50 era ad
esempio costituito da una ventina di
macchine a schede perforate della Oli-
vetti-Bull, da perforatrici, selezionatri¬
ci, inseritoci, tabulatrici e anche l'ulti¬
mo tipo di calcolatore elettronico della
serie Gamma Era il Gamma 3, pre-
Ringraziamo il Museo Nazionale degli
Strumenti per il calcolo di Pisa e l'Archivio
Storico Olivetti per la collaborazione e i
documenti scientifici forniti.
138
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Archeologia Informatica
Un dettaglio del perforatore di nastro di carta contenuto nella macchina
contabile Audit ed il dispositivo per la lettura fotoelettrica del nastri perfo¬
rato in un lettore lento
sentato al altri dati che si riferivano all'ubicazione
pubblico nel del materiale, al trattamento che esso
1956 e poi so- doveva subire per essere pronto per la
stituito dal spedizione (ingrassaggio, imballaggio
Gamma 60 in- speciale, inscatolamento, ecc.), alle
trodotto nel scorte minime e critiche, ecc. Tutte
1959. queste informazioni non potevano es-
L'imposta- sere contenute nel limitato spazio di
zione proce- una scheda meccanografica, cosicché
durale mecca- furono istituiti vari schedari aventi
nografica do- ognuno una specifica funzione
veva necessa- Questi schedari servivano per segui-
riamente par- re ogni singolo oggetto dal momento
tire daH'im- della sua entrata nel magazzino fino al-
pianto di uno la sua spedizione. Nessun particolare
schedario ma- entrava, si muoveva o usciva se non al
trici compren- comando di una scheda perforata. So-
dente tutti i no queste schede, centinaia di migliaia
particolari che al mese, che costituivano il canale
costituivano il principale attraverso il quale le opera-
catalogo delle zioni imposte al centro venivano attua-
parti di ricam- te al magazzino,
bio della Fiat. Schede venivano stampate per gli
Si trattava di ordini e per il ricevimento della merce:
decine di mi- una scheda seguiva la richiesta d'ordi-
gliaia di parti- ne, un'altra restava al centro mecca-
colari delle nografico. Quando il materiale in rice-
macchine in zione raggiungeva il suo scaffale in
produzione e magazzino la scheda d'ordine si con¬
di quelle di- giungeva con quella al centro, dando
smesse ma notizia della disponibilità dei pezzi e
ancora circo- del loro numero aggiornato e se questi
lanti, i quali avevano o no subito processi di lavora-
venivano zione quali collaudi o altri speciali trat-
identif icati tamenti. Tutto ciò avveniva automati-
non solo da camente. Se qualcosa non fosse stato
un numero di realizzato o se si fosse raggiunto il li-
catalogo, ma vello minimo o critico delle scorte au-
da una deno- tomaticamente si generava un allarme
minazione e l'anomalia veniva immediatamente
specifica e da segnalata.
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
139
Archeologia Informatica
Una macchina perforatrice elettromeccanica dei primi anni '20 oeila Mercedes presso il Museo degli
Strumenti per il Calcolo di Pisa Ouesta macchina faceva parte di un grande impianto meccanografico
di un importante Istituto Bancario Italiano
Mercedes
— AddeleKtra —
Era un ciclo chiuso nel quale i dati
del materiale, la sua quantità, i suoi
spostamenti erano allo stesso tempo
comandati e controllati dalle schede
perforate.
Anche in uscita avveniva qualcosa di
analogo. Il concetto organizzativo che
presiedeva alla impostazione del lavo¬
ro era sempre uguale: servirsi della
scheda per ordinare il prelevamento
del materiale dallo scaffale e accom¬
pagnarlo nel luogo di spedizione, affin-
Bibliografia
Vari documenti ed articoli dai fascicoli No¬
tizie Olivetti, pubblicati dal 1955 al 1966
dalla C. Olivetti & C.
Lorenzo Sona. Informatica: un'occasione
perduta. Einaudi Tonno 1979
Van documenti dagli Atti del Convegno In¬
ternazionale sulla storia e preistoria del
calcolo automatico e dell'informatica. Sie¬
na 1991
chè potesse raggiungere gli altri parti¬
colari facenti parte dello stesso ordine
e essere imballato e spedito
Ogni ordine veniva scisso nelle sue
singole voci, per ciascuna delle quali
veniva creata una scheda contenente
il dato quantitativo del materiale richie¬
sto. Tutte queste schede venivano im¬
magazzinati in uno schedario e giornal¬
mente confrontate con lo schedario
stock e ci si trovava così dinanzi a vari
casi: il materiale esisteva in quantità
sufficiente o no; oppure anche se il
materiale era sufficiente poteva acca¬
dere che tale prelievo intaccasse la
scorta minima o quella critica. Le mac¬
chine erano predisposte per dare subi¬
to notizia di queste diverse alternative
ognuna delle quali metteva in moto
una procedura differente
Un mondo lontano ma che ha in
molti aspetti legami importanti con
l'informatica, cosi come la conoscia¬
mo oggi. Pensiamo per esempio alla
figura della selezionatrice che suddivi¬
deva e ordinava le schede in gruppi
omogenei; essa si componeva di una
casella di alimentazione, di una stazio¬
ne di lettura e dì una serie di caselle di
ricezione più alcune altre per gli scarti
e le schede non perforate.
Poi pensiamo all'mseritrice che fon¬
deva due flussi ordinati di schede in
un unico blocco. Le due schede, che
si presentavano contemporaneamente
alla lettura, venivano esplorate da ap¬
posite spazzole e i risultati delle due
letture posti a confronto Se risultava¬
no uguali, le due schede cadevano ac¬
coppiate nelle caselle di ricezione; in
caso contrario cadevano in quella degli
scarti.
Le schede movimento entravano
quindi m una tabulatrice per essere
completate dai risultati di calcolo
dell'importo A questo punto si calco¬
lava la situazione finale e si stampava
il rendiconto contabile. Le schede ve¬
nivano selezionate e archiviate, men¬
tre attraverso un'operazione automati¬
ca di riepilogo si creano le nuove
schede riportanti le nuove situazioni
delle merci con l'avvenuta movimenta¬
zione.
La tabulatrice era quindi a quei tem¬
pi una figura mitologica; capace di
compiere operazioni di somma e sot¬
trazione. di confronto e di stampa. Co¬
me un processore ancestrale, una
ALU preistorica, meccanica, anche lei
poteva essere programmata nelle sue
funzioni per mezzo di appositi pannelli
di connessione.
Kg
140
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
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Virus e protezione dei dati
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La trasmissione di virus informatici è un reato previsto e punito dal codice
penale. Ma anche l’utente ha il dovere di proteggere i suoi dati. Vediamo che
cosa dice la legge e che cosa dovrebbe dire il regolamento sulla sicurezza dei
dati personali, che dovrebbe essere emanato tra poco tempo
andare in giro un virus è un reato, ma pre¬
sto lo sarà anche riceverlo. La prima nor¬
ma è contenuta nel codice penale, la seconda deri¬
va. indirettamente, dalla legge n. 675 del 31 dicem¬
bre 1996 sulla protezione dei dati personali.
Leggiamo, prima di tutto, l'articolo 615 -qumquies
del codice penale;
(Diffusione di programmi diretti a danneggia¬
re o interrompere un sistema informatico) -
"Chiunque diffonde, comunica o consegna un
programma informatico da lui stesso o da altri
redatto, avente per scopo o per effetto il dan¬
neggiamento di un sistema informatico o tele¬
matico, dei dati o dei programmi un esso con¬
tenuti o a esso pertinenti, ovvero l'interruzione,
totale o parziale, o l'alterazione del suo funzio¬
namento, è punito con la reclusione sino a due
anni e con la multa sino a lire 20 milioni”.
L'articolo è stato inserito nel codice dalla legge
23 dicembre 1993, n 547, la cosiddetta "legge sul
crimine informatico" e al suo primo apparire ha su¬
scitato allarme tra i tecnici, spesso poco esperti di
questioni legali. Infatti la prima lettura del testo fa
supporre, a chi non conosca i principi del diritto pe¬
nale, che il fatto di consegnare a qualcuno, senza
saperlo, un dischetto contenente un virus possa far
rischiare carcere e multa. Non è cosi perché, se la
norma specifica non dispone altrimenti, l'ipotesi pe¬
nale si verifica solo in presenza di "dolo", cioè
dell'intenzione di produrre un determinato effetto.
E - il caso dei "delitti colposi", cioè di quei delitti
(come l'omicidiol che sono tali anche se l'autore
non aveva l'intenzione di commetterli. Invece
nell'articolo 615 -qumquies non c'è alcuna previsio¬
ne di colpa e quindi il reato si verifica solo se c'è
l'intenzione di commetterlo. Si aggiunga che l'in¬
tenzionalità del comportamento, cioè il dolo, deve
essere provata dall'accusa.
Il discorso è diverso se dal piano penale ci spo¬
stiamo su quello civile Un soggetto che subisca
gravi danni da un virus trovato su un dischetto o ri¬
cevuto per via telematica, può chiedere il risarci¬
mento a chi glie lo ha involontariamente consegna¬
to o inviato? La questione è complessa, perché il
danneggiato deve dimostrare - oltre all'effettiva esi¬
stenza del danno - che la controparte non ha usato
la necessaria diligenza per evitare il verificarsi
dell'evento dannoso, ma quest’ultima potrebbe fa¬
cilmente rovesciare l'accusa sulla prima, per non
aver verificato il file prima di installarlo o aprirlo.
Un'ulteriore complicazione potrebbe nascere a pro¬
posito di quale livello di diligenza sia applicabile per
evitare questo tipo di danneggiamento se quella
ordinaria o "del buon padre di famiglia" o quella
speciale da "valutarsi con riguardo alla natura
dell’attività esercitata" nel caso di attività professio¬
nali. come prescrive il secondo comma dell'articolo
1176 del codice civile.
Infine è necessario considerare con attenzione
un aspetto importante dell'articolo 61 5-qumquies:
la norma non parla espressamente di virus, ma di
un "programma avente per scopo o per effetto il
danneggiamento di un sistema informatico o tele¬
matico" eccetera. Cioè include anche i programmi
che non rientrano nella categoria dei virus (la cui ca¬
ratteristica principale è quella di auto-replicarsi), co¬
me i "cavalli di Troia", che combinano danni, ma
non si autoreplicano Invece non sono compresi
nella previsione del 515 -qumquies quei subdoli ac¬
corgimenti. un tempo usati da alcuni programmato¬
ri. che provocavano diversi inconvenienti nel caso
in cui il committente non pagasse i diritti d'uso nei
termini stabiliti.
Queste azioni sono previste da un altra norma, il
142
MCmicrocomputer n, 181 - febbraio 1998
Informatica e Società
comma aggiunto all'articolo 392 del codice penale
(esercizio arbitrario delle proprie ragioni). Il testo ori¬
ginario dice
Chiunque, al fine di esercitare un preteso di¬
ritto, potendo ricorrere al giudice, si fa arbitra¬
riamente ragione da se medesimo, mediante
violenza sulle cose, è punito a querela della per¬
sona offesa con la multa fino a lire un milione.
Agli effetti della legge penale si ha "violenza
sulle cose" allorché la cosa viene danneggiata o
trasformata, o ne è mutata la destinazione.
Il comma aggiunto dalla 547/93 dice:
Si ha, altresì, violenza sulle cose allorché un
programma informatico viene alterato, modifi¬
cato o cancellato in tutto o in parte ovvero vie¬
ne impedito o turbato il funzionamento di un
sistema informatico o telematico.
La pena è severa?
Riassumendo: il codice penale prevede il carcere
fino a due anni e una multa fino a venti milioni per
chi - volontariamente - diffonde, comunica o conse¬
gna un programma che danneggia sistemi informa¬
tici, dati o programmi, o ne altera il funzionamento,
indipendentemente dal fatto che si tratti di un virus
o di un altro tipo di software. Se, invece, il danno
viene prodotto nell'ambito di un esercizio arbitrario
delle proprie ragioni, c'è una pena pecuniaria fino a
un milione e l'accusa scatta solo in seguito alla
querela della persona offesa (negli altri casi non oc¬
corre querela, l'autorità giudiziaria procede d'ufficio
per il solo fatto che l'illecito è stato, o si sospetta
che sia stato commesso).
Due anni di galera (come massimo) sono tanti o
pochi per punire chi compie il reato previsto dall'ar¬
ticolo 615 -quinquies? Possono sembrare pochi se
si considerano i danni che - in teoria - un virus diffu¬
so su larga scala può cagionare. Si può paragonare
questa pena a quella prevista dall'articolo 615-fer
per l'accesso abusivo a un sistema informatico o
telematico, che è come massimo di tre anni per i
casi semplici (si procede, anche in questo caso, so¬
lo su querela di parte), ma che arriva a cinque anni
se ricorrono alcune aggravanti, come l'abuso di po¬
teri da parte di un pubblico ufficiale o di un incarica¬
to di pubblico servizio, o con l'esercizio abusivo del¬
la professione di investigatore privato, o con abuso
della qualità di operatore del sistema o con violenza
sulle cose, o se il colpevole è palesemente armato.
Se poi i fatti riguardano sistemi di interesse militare
o relativi all'ordine e alla sicurezza pubblica, la pena
può essere veramente salata, perché arriva fino a
otto anni.
Se andiamo con la memoria a un periodo piutto¬
sto recente, quando si diffondevano frequenti allar¬
mi per virus che, più o meno a una data stabilita,
avrebbero messo in crisi milioni di sistemi, si po¬
trebbe concludere che i due anni previsti come
massimo per la diffusione di virus sono pochi, e si
potrebbe anche osservare che forse potevano es¬
sere previste pene differenziate per la diffusione di
programmi "semplicemente" destinati a provocare
COMPlTER SECl RI I Y AC T OF 1987 |
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:--.i *r?/ «r.i v. pror/U (o: ri.* r;«rur,$ tr wxiiy m*n*: ; of p*rj *it vK-, ae rr/w-~ 1 ai :h* mvitgtm'nt
ipertv.n. «r.l Fé.Ièri! rr.pa.fr fattemi. avi fa p-xp-:- ;•>. lut.i -titwl'ff» i thf : er.c. fepc.rr
Uv'stfity fher*’X w.f 1 , «r vnrTdn>‘t: ir ! ffwnswmd feti th* ’-.u u wr.-r.d^l do
SEfTIO.N 1. SHORT ITILE
SEC. 2 PI RPOSE
la, IN CENTRAL
Tt.- I*
il,, SPEt lEK Pt RPOSES
danni e per la messa in circolazione di veri e propri
virus. In realtà, se è vero che mettere in giro un vi¬
rus è senza dubbio un atto criminale, è anche vero
che oggi chi subisce gravi conseguenze per colpa
di un virus è uno stupido o quanto meno un impru¬
dente, e che sempre o quasi sempre è possibile ri¬
mediare ai danni con relativa facilità.
Resta da aggiungere che non sono punite né la
produzione dei virus, né il loro possesso. E la legge
non fa distinzione tra chi diffonde programmi scritti
in proprio e chi manda in giro programmi scritti da
altri, il reato si verifica solo nel momento in cui II vi¬
rus viene in qualche modo passato a terzi e con il
preciso intento di provocare un danno.
Un'ultima considerazione riguarda il caso, che si
è verificato diverse volte e può sempre verificarsi,
di un virus messo in circolazione con software ri¬
prodotto in grande serie da un editore. Se si tratta
di un fatto involontario, come accade normalmen¬
te, non c'è il delitto previsto dall'articolo 615-quin-
quies e quindi non c'è sanzione penale. Rimane,
come è ovvio, l'obbligo di risarcire gli eventuali
danni.
La legge americana sul
computer crime e la si¬
curezza dei sistemi ri¬
sale al 1987 thttpV/bil-
bo. isu. edu/security/isl/
csa_87html)
L’obbligo della protezione
Spostiamoci ora dalla parte della possibile vittima
del reato previsto dal 61 b-quinquies o dal 615-rer,
cioè di chi potrebbe subire danni a causa di un vi¬
rus, di un programma "killer" o dell'intrusione non
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
143
Informatica e Società
4
autorizzata di un hacker a caccia di informazioni o
di un cracker che danneggi il sistema o i dati.
A prima vista può sembrare strano, ma per la vit¬
tima al danno dell'intrusione si può aggiungere la
beffa della sanzione penale, se di beffa si può parla¬
re a proposito di una pena che può arrivare a due
anni di reclusione. Stabilisce in fatti l’articolo 36 del¬
la legge 675/96 sulla tutela dei dati personali:
1. Chiunque, essendovi tenuto, omette di
adottare le misure necessarie a garantire la si¬
curezza dei dati personali, in violazione delle di¬
sposizioni dei regolamenti di cui ai commi 2 e 3
deN'articolo 15, è punito con la reclusione sino
ad un anno. Se dal fatto deriva nocumento, la
pena è della reclusione da due mesi a due anni.
2. Se il fatto di cui al comma 1 è commesso
per colpa si applica la reclusione fino a un anno.
Ma quali sono le misure necessarie a garantire la
sicurezza dei dati personali? Ne parla l'articolo 15
della 675/96:
1. I dati personali oggetto di trattamento de¬
vono essere custoditi e controllati, anche in re¬
lazione alle conoscenze acquisite in base al
progresso tecnico, alla natura dei dati e alle
specifiche caratteristiche del trattamento, in
modo da ridurre al minimo, mediante l’adozio¬
ne di idonee e preventive misure di sicurezza, i
rischi di distruzione o perdita, anche accidenta¬
le, dei dati stessi, di accesso non autorizzato o
di trattamento non consentito o non conforme
alle finalità della raccolta.
2. Le misure minime di sicurezza da adottare
in via preventiva sono individuate con regola¬
mento emanato con decreto del Presidente
della Repubblica, ai sensi deH’articolo 17, com¬
ma 1, lettera a), della legge 23 agosto 1988, n.
Che cosa dice il codice penale
Ecco le norme fondamentali in materia di virus e protezione dei sistemi negli articoli del codice penale intro¬
dotti con la legge n. 547 del 23 dicembre 1993:
Articolo 392 - (Esercizio arbitrario delle proprie ragioni con
violenza sulle cose, terzo comma) - Si ha, altresì, violenza
sulle cose allorché un programma informatico viene alterato,
modificato o cancellato in tutto o in parte ovvero viene impe¬
dito o turbato il funzionamento di un sistema informatico o
telematico.
Articolo 420 - (Attentato a impianti di pubblica utilità) -
Chiunque commette un fatto diretto a danneggiare o distrug¬
gere impianti di pubblica utilità, è punito, salvo che il fatto
costituisca più grave reato, con la reclusione da uno a quat¬
tro anni.
La pena di cui al primo comma si applica anche a chi com¬
mette un fatto diretto a danneggiare o distruggere sistemi
informatici o telematici di pubblica utilità, ovvero dati, infor¬
mazioni o programmi in essi contenuti o a essi pertinenti.
Se dal fatto deriva la distruzione o il danneggiamento
dell'impianto o del sistema, dei dati, delle informazioni o dei
programmi ovvero l'interruzione anche parziale del funziona¬
mento deH'impianto o del sistema, la pena è della reclusione
da tre a otto anni.
Articolo 491 -bis - (Documenti informatici) - Se alcuna delle
falsità previste dal presente capo riguarda un documento
informatico pubblico o privato, si applicano le disposizioni
del capo stesso concernenti rispettivamente agli atti pubblici
e le scritture private. A tal fine per documento informatico si
intende qualunque supporto informatico contenente dati o
informazioni aventi efficacia probatoria o programmi specifi¬
camente destinati ad elaborarli.
Articolo 615-fer- (Accesso abusivo a un sistema informati¬
co o telematico) - Chiunque abusivamente si introduce in un
sistema informatico o telematico protetto da misure di sicu¬
rezza ovvero vi si mantiene contro la volontà espressa o taci¬
ta di chi ha il diritto di escluderlo, è punito con la reclusione
fino a tre anni.
La pena è della reclusione da uno a cinque anni:
1) se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale o da un
incaricato di un pubblico servizio, con abuso dei poteri o con
violazione dei doveri inerenti alla funzione o al servizio o da
chi esercita anche abusivamente la professione di investigato¬
re privato, o con abuso della qualità di operatore del sistema;
2) se il colpevole per commettere il fatto usa violenza sulle
cose o alle persone, ovvero se è palesemente armato;
3) se dal fatto deriva la distruzione o il danneggiamento
del sistema o l'interruzione totale o parziale del suo funzio¬
namento, ovvero la distruzione o il danneggiamento dei dati,
delle informazioni o dei programmi in essi contenuti.
Qualora i fatti di cui ai commi primo e secondo riguardino
sistemi informatici o telematici d'interesse militare o relativi
all'ordine pubblico o alla sicurezza pubblica o alla sanità o al¬
la protezione civile o comunque di interesse pubblico, la pe¬
na è, rispettivamente, della reclusione da uno a cinque anni e
da tre a otto anni.
Nel caso previsto dal primo comma il delitto è punibile a
querela della persona offesa; negli altri casi si procede d'uffi¬
cio.
Art.615-quafer - (Detenzione e diffusione abusiva di codici
di accesso a sistemi informatici o telematici) - Chiunque, al fi¬
ne di procurare a sé o ad altri un profitto o di arrecare ad altri
un danno, abusivamente si procura, riproduce, diffonde, co¬
munica o consegna codici, parole chiave o altri mezzi idonei
all'accesso a un sistema informatico o telematico, protetto da
misure di sicurezza, o comunque fornisce indicazioni o istru¬
zioni idonee al predetto scopo, è punito con la reclusione sino
a un anno e con la multa sino a lire 10 milioni.
La pena è della reclusione da uno a due anni e della multa
da lire 10 milioni a 20 milioni se ricorre taluna delle circostanze
di cui ai numeri 1) e 2) del quarto comma dell'alt. 617-quater.
Art. 615-fjuinqu/es - (Diffusione di programmi diretti a dan¬
neggiare o interrompere un sistema informatico) - Chiunque
diffonde, comunica o consegna un programma informatico
da lui stesso o da altri redatto, avente per scopo o per effetto
il danneggiamento di un sistema informatico o telematico,
dei dati o dei programmi un esso contenuti o a esso perti¬
nenti, ovvero l'interruzione, totale o parziale, o l'alterazione
del suo funzionamento, è punito con la reclusione sino a due
anni e con la multa sino a lire 20 milioni.
Ili testo completo della legge 547/93 è alla pagina
an>w/iVÀ\v.’Miiirsnpappjnri(rpìmi^TM!frMiì(iB \
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Informatica e Società
j
400, entro centottanta giorni dalla data di en¬
trata in vigore della presente legge, su propo¬
sta del Ministro di grazia e giustizia, sentiti
l'Autorità per l'informatica nella pubblica am¬
ministrazione e il Garante.
I centottanta giorni sono scaduti il 4 novembre
1997, ma alla metà di gennaio '98 il regolamento
non appare ancora all'orizzonte. Si spera che il ritar¬
do sia dovuto a una seria riscrittura di una bozza
che era circolata in ottobre, suscitando non poche
critiche da parte dei tecnici. E' comunque opportu¬
no mettere a fuoco alcuni aspetti essenziali della
materia, rimandando l'analisi dei dettagli all'esame
del testo che ormai dovrebbe essere di imminente
pubblicazione.
Per capire i termini del problema è utile esamina¬
re la parte relativa alle misure di sicurezza contenu¬
ta nel quadro d) del modulo per la notifica dei tratta¬
menti (ne parliamo nelle prossime pagine). Le mi¬
sure sono divise in tre categorie: organizzative, fisi¬
che e logiche. Tra le prime rientrano azioni come
l'analisi dei rischi, la formazione professionale e il
piano di disaster recovery, tra le seconde la vigilan¬
za della sede, l'ingresso controllato nei locali, il de¬
posito in cassaforte, mentre tra le misure logiche
rientrano l'identificazione e l'autenticazione
dell'utente, i controlli antivirus, la cifratura dei dati e
- con formulazioni diverse - la tenuta di log sulle
elaborazioni. Soffermiamoci sui controlli antivirus.
La vecchia bozza di regolamento prescriveva l'ob¬
bligo di usare programmi, da aggiornare con cadenza
almeno semestrale, per proteggere stazioni di lavoro
e server di rete contro i rischi di intrusione di virus.
Troppo o troppo poco? Semplicemente impossibile,
perché non esiste un software che possa offrire pro¬
tezione contro "l'intrusione" di virus Un virus può
essere rilevato e quindi neutralizzato solo dopo che
è entrato nel sistema, contro l'intrusione non c'è al¬
tro mezzo che non accendere il computerl Inoltre i
tecnici facevano osservare che ci sono sistemi per i
quali non esistono antivirus, come gli IBM AS/400 o
le macchine Unix, per il semplice motivo che questi
sistemi non sono attaccati dai virus.
Ma il problema è che il mancato rispetto delle di¬
sposizioni di questo regolamento è un delitto. E al¬
lora come si fa? Non c'è dubbio che nella versione
definitiva questa norma sarà modificata, ma resta
un problema di fondo, sul quale è necessario sof¬
fermarsi: il rapporto tra la realtà tecnologica e l'ordi¬
namento giuridico o, per essere più precisi, tra cer¬
tezza tecnica e certezza legale.
Tra il fatto e la norma
Sia chiaro che prendo la norma sui virus conte¬
nuta nella vecchia bozza del regolamento solo co¬
me esempio dei problemi che possono nascere
dalla mancata rispondenza delle previsioni normati¬
ve alle fattispecie tecnologiche, delle misure mini¬
me di sicurezza per i dati personali parleremo in
dettaglio quando il regolamento sarà stato appro¬
vato definitivamente. Qui è necessario, per i tec¬
nologi e per i giuristi, riflettere su una questione
sempre più delicata.
Dobbiamo ricordare che ci troviamo di fronte a
comportamenti di rilevanza penale, e per di più
con un'esplicita ipotesi colposa. L'articolo 36 della
legge dice che chi non adotta le misure di sicurez¬
za previste dal regolamento può essere punito an¬
che con due anni di detenzione, E se il regolamen¬
to contiene norme che è impossibile rispettare?
Nessun timore, perché mai un giudice pronunce-
rebbe una condanna per II mancato rispetto di una
norma che non è possibile rispettare: dicevano i
giuristi del buon tempo andato ad impossibilia pe¬
rno tenetur, nessuno può essere obbligato a cose
impossìbili. Ma prima di arrivare a una sentenza di
assoluzione o a un proscioglimento in istruttoria il
titolare del trattamento dovrebbe passare per un
autentico calvario, fatto di denuncia, iscrizione nel
registro degli indagati, interrogatori, perizie e con¬
troperizie.. senza considerare l'onorario dell'avvo¬
cato.
Ma c'è il rovescio della medaglia: chi rispetta la
norma è a posto con la legge. Significa che se il ti¬
tolare di trattamento installa un programma antivi¬
rus e lo aggiorna ogni sei mesi, ma i dati vengono
distrutti cinque mesi e ventinove giorni dopo l'ulti¬
mo aggiornamento, non c'è alcuna sanzione pena¬
le. Insomma, manca una relazione tra la sostanza
del fatto e la conseguenza legale. Va ricordato,
però, che resta l'aspetto civile: chi fosse danneg¬
giato dalla distruzione dei dati potrebbe chiedere
un risarcimento, e il titolare non potrebbe dimo¬
strare di aver adottato tutte le misure necessarie a
evitare il verificarsi del danno (come prescrive l'ar¬
ticolo 18 della 675/96, richiamando l'articolo 2050
del codice penale), perché i produttori dei migliori
L aggiornamento degli
antivirus e sempre gra¬
tis questa e la pagina
del Norton Antivirus.
cde ogni mese offre
l'elenco aggiornato del¬
le "firme" dei virus
fhttp;//www. Syman¬
tec com/avcen ter/
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MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
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Informatica e Società
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Sjgr; up lo receiwr emiri aoofic a&oo «In orw vmnu of thè irta Set
are refeasrd NOTE Tfes criy *«d* yw «*Sc HOT te u
When you buy a box of VimsScan
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L'antivirus piu cono¬
sciuto e quello prodot
to da Me A tee ecco la
pagina di aggiornameli
to dell'elenco, naturai-
mente gratuito inttp //
Lui J
down/dat aspi
antivirus forniscono l'aggiornamento gratuito ogni
mese
Il problema non è solo nel paradosso della mag¬
giore severità della norma civile rispetto alla norma
penale, è nel fatto che la norma penale non tiene
conto della realtà sostanziale (stiamo sempre ra¬
gionando sull'ipotesi che le disposizioni della bozza
di regolamento non vengano corrette nella versio¬
ne definitiva).
Si aggiunga che anche l'aggiornamento mensile
dell'antivirus non dà la certezza tecnica della prote¬
zione dei dati e dei programmi. Il programma può
non funzionare bene, ci può essere un virus recen¬
tissimo che non viene rilevato, può non andare a
buon fine il ripristino dei dati dopo la "disinfczio¬
ne" del sistema. Soprattutto i dati possono essere
danneggiati o cancellati per errori umani o per mal¬
funzionamenti del sistema (avete presente un cra¬
sh di Windows 95? Può essere più deleterio di
qualsiasi virus!)
Il responsabile di un sistema informativo ha un
solo sistema che gli dà la certezza tecnica dell'inte¬
grità dei dati: la copia di riserva, eseguita con le op¬
portune precauzioni e magari su un sistema remo¬
to, per proteggersi anche da eventi catastrofici co¬
me un incendio o un terremoto. Se a intervalli rav¬
vicinati viene effettuato un back up dei dati (cifra¬
ti!) e la copia di riserva viene custodita in un luogo
sicuro, si ha una più che ragionevole "certezza tec¬
nica" dell’integrità delle informazioni.
Invece per il dintto la certezza deriva dall'osser¬
vanza di una norma. Nell'esempio della disposizio¬
ne per la protezione dai virus contenuta nella vec¬
chia bozza di regolamento sulla sicurezza dei dati
personali, il responsabile di un trattamento ottiene
la certezza legale della protezione per il solo fatto
di aver installato un programma e di averlo aggior¬
nato ogni sei mesi
Certezza tecnica
e certezza legale
Naturalmente si possono fare altri esempi. Il piu
chiaro e piu attuale è nel regolamento sulla firma
digitale. Con i sistemi tradizionali la certezza giuri¬
dica dell’autenticità di un documento deriva dalla
presenza di firme, sigilli, filigrane e via discorren¬
do. Insomma, è una questione formale, al punto
che occorre una particolare procedura per dichia¬
rare la falsità di un documento che appare vero
Invece con la firma digitale, se vengono adottate
tecniche sicure come la crittografia a chiave pub¬
blica, la certezza dell'autenticità di un documento
è molto alta.
Questo portava, prima delle norme previste dal¬
la legge 59/97, a un paradosso: per il diritto una
firma tradizionale (facile da falsificare) in un even¬
tuale processo certificava con la sua sola presenza
dell'autenticità di un documento, mentre per veri¬
ficare una firma digitale (molto più sicura) il giudi¬
ce avrebbe dovuto ordinare una perizia tecnica
Ora, appena le nuove norme saranno operative, la
firma digitale avrà la stessa certezza legale della
firma autografa, anche se sappiamo che di fatto e
di molti ordini di grandezza piu attendibile
Ma non basta. Dal punto di vista tecnico l'attri-
buibilità di una firma digitale a un soggetto è lega¬
ta al fatto che la chiave pubblica e verificabile da
chiunque, in quanto, appunto "resa pubblica" E'
una certezza tecnica. Ma la nuova normativa su¬
bordina la validità e l'efficacia legale della firma di¬
gitale alla sua pubblicazione da parte di un sogget¬
to iscritto in un apposito elenco, che deve avere i
requisiti di un'azienda bancaria, fra i quali un capi¬
tale sociale non inferiore a 12,5 miliardi di lire La
certezza legale della firma digitale non corrisponde
quindi alla certezza tecnica, perché la norma non
dà la sicurezza materiale che un dipendente
dell'ente certificatore non combini qualche inghip¬
po sulla data di pubblicazione o di revoca della fir¬
ma, o nell'accertamento dell'identità del titolare.
Certezza tecnica e certezza legale sono quindi
cose molto diverse. Inconciliabili? Questo è il vero
problema. Nella nostra cultura diritto e tecnologia
sono due mondi diversi e spesso distanti. L'assio¬
ma caro ai vecchi "informatici giuridici" di una pre¬
disposizione dell'operatore della legge all'uso dei
mezzi informatici si rivela ogni giorno più infonda¬
to Non basta che ambedue le materie, il diritto e
la tecnologia, siano fondate sul meccanismo della
logica aristotelica vero-falso per giungere alle stes¬
se conclusioni. Perchè in uno dei due campi a vol¬
te può essere presa per vera una premessa che
invece è falsa Per capirlo torniamo all'esempio
dell’ipotizzata norma per la protezione dei dati per¬
sonali dagli effetti dei virus.
Ragiona l'uomo di legge: la norma dice che la
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Informatica e Società
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protezione delle informazioni si ottiene con l'ado¬
zione di un programma antivirus, il soggetto ha ri¬
spettato la prescrizione, dunque ha protetto le
informazioni, E invece il poverino é in un mare di
guai, perché i suoi dati sono andati persi. Al contra¬
rio: la norma dice che la protezione delle informa¬
zioni si ottiene con l'adozione di un programma an¬
tivirus, il soggetto non ha seguito la norma e quin¬
di deve essere punito Ma i dati non corrono rischi,
perché il tecnico ha predisposto un programma di
dìsaster recovery a prova di bomba (fisica e logi¬
ca), Dov'è l’errore?
Si potrebbe dire che risiede nella logica formali¬
stica del ragionamento giuridico, ma in realtà è fal¬
sa la prima premessa, cioè l'assunto che un antivi¬
rus aggiornato ogni sei mesi possa proteggere i
dati. Dunque è sbagliata la norma.
Di norme "sbagliate" è pieno l'ordinamento,
sbagliate nel senso che fanno discendere la cer¬
tezza tecnica dalla certezza legale, e non vicever¬
sa. Prendiamo il caso dell'omologazione dei mo¬
dem Se sono provvisti di un certo bollino, che cer¬
tifica la loro rispondenza a determinati requisiti (ne¬
cessari per la protezione della rete), il loro uso è le¬
gittimo. Anche se, per un guasto o un difetto di
fabbrica non rilevabile da chi le utilizza, provocano
seri inconvenienti. Invece un apparecchio che fun¬
ziona perfettamente secondo le prescrizioni tecni¬
che, ma non è provvisto del bollino di omologazio¬
ne, è causa di multe, sequestri e altri grattacapi
Insomma, per la legge il modem funziona bene se
è omologato, per il tecnico funziona bene se... fun¬
ziona bene.
Ragiona il tecnico: il bollino non certifica il corret¬
to funzionamento dell'apparecchio, ma serve solo
a dimostrare che, all'origine, rispondeva a determi¬
nati requisiti. Ma allora che valore ha, nella sostan¬
za, questa certificazione? Non c'è dubbio che in
determinati casi debba essere obbligatorio rispet¬
tare delle norme tecniche, cioè che le norme tec¬
niche abbiano efficacia giuridica, ma affidare alla
presenza di un bollino la verifica del rispetto della
norma è un nonsenso dal punto di vista tecnico.
C'è un altro problema. La tecnologia evolve a
gran velocità e influisce in misura sostanziale sul
funzionamento della società, governato dal diritto,
e provoca cambiamenti di grande rilevo anche nel¬
la percezione e nella definizione di molti aspetti
della realtà. Prendiamo di nuovo l'esempio del do¬
cumento digitale: fino a ieri il concetto di "docu¬
mento" era legato alla presenza di un supporto fi¬
sico determinato e inscindibile dal documento
stesso. Un certificato di residenza, per citare un
caso molto banale, era (ed è ancora) costituito da
un foglio di carta sul quale sono scritte certe infor¬
mazioni e sono apposti certi timbri Le stesse
informazioni, senza carta e senza timbri, non sono
un certificato. Con l'introduzione del documento
digitale il certificato esiste senza carta e senza tim¬
bri, perché la certificazione può essere incorporata
nell’informazione. E' un concetto che la cultura
tecnologica ha assimilato da parecchi anni, ma la
cultura giuridica se ne è accorta solo di recente ri¬
tardo e in qualche caso fatica ancora ad accettarlo.
La conseguenza è che le norme a volte nascono
in ritardo, altre volte invecchiano troppo presto. Si
può avere questa sensazione proprio leggendo gli
articoli del codice penale introdotti dalla legge
547/93. Sono passati solo quattro anni, ma alcuni
concetti sono già superati, come quello formulato
nell'articolo 491-bis:
per documento informatico si intende qua¬
lunque supporto informatico contenente dati o
informazioni aventi efficacia probatoria o pro¬
grammi specificamente destinati ad elaborarli.
Oggi la definizione di documento informatico è
quella che si ricava dall'articolo 15, comma 2, della
legge 59/97
Gli atti, dati e documenti formati dalla pub¬
blica amministrazione e dai privati con stru¬
menti informatici o telematici, i contratti stipu¬
lati nelle medesime forme, nonché la loro ar¬
chiviazione e trasmissione con strumenti infor¬
matici sono validi e rilevanti a tutti gli effetti di
legge.
E il regolamento applicativo, primo comma
dell'articolo 1, chiarisce definitivamente:
Ai fini del presente regolamento s'intende:
a) per documento informatico, la rappresen¬
tazione informatica di atti, fatti o dati giuridica¬
mente rilevanti.
Il supporto non c'è più, ed e giusto che sia
scomparso, dal momento che l'informazione, sem¬
plice o certificata, esiste indipendentemente dal
supporto. Ma la norma penale, che è sempre tassa¬
tiva, resta nel codice, e potrebbe causare non po¬
che complicazioni in caso di processi che abbiano
La sicurezza dei dati personali
Queste sono te norme della legge 31 dicembre 1996, n. 675,
sulla sicurezza dei dati personali:
Articolo 15 (Sicurezza dei dati) - 1. I dati personali oggetto di tratta¬
mento devono essere custoditi e controllati, anche in relazione alle co¬
noscenze acquisite in base al progresso tecnico, alla natura dei dati e
alle specifiche caratteristiche del trattamento, in modo da ridurre al
minimo, mediante l'adozione di idonee e preventive misure di sicurez¬
za, i rischi di distruzione o perdita, anche accidentale, dei dati stessi, di
accesso non autorizzato o di trattamento non consentito o non confor¬
me alle finalità della raccolta.
2. Le misure minime di sicurezza da adottare in via preventiva sono
individuate con regolamento emanato con decreto del Presidente della
Repubblica, ai sensi dell'articolo 17, comma 1, lettera a), della legge 23
agosto 1988, n. 400, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vi¬
gore della presente legge, su proposta del Ministro di grazia e giusti¬
zia, sentiti l'Autorità per l'informatica nella pubblica amministrazione e
il Garante.
3. Le misure di sicurezza di cui al comma 2 sono adeguate, entro due
anni dalla data di entrata in vigore della presente legge e successiva¬
mente con cadenza almeno biennale, con successivi regolamenti ema¬
nati con le modalità di cui al medesimo comma 2, in relazione all'evo¬
luzione tecnica del settore e all'esperienza maturata.
Articolo 36 - (Omessa adozione di misure necessarie alla sicurezza
dei dati) - 1. Chiunque, essendovi tenuto, omette di adottare le misure
necessarie a garantire la sicurezza dei dati personali, in violazione del¬
le disposizioni dei regolamenti di cui ai commi 2 e 3 dell'articolo 15, è
punito con la reclusione sino ad un anno. Se dal fatto deriva nocumen¬
to, la pena è della reclusione da due mesi a due anni.
2. Se il fatto di cui al comma 1 è commesso per colpa si applica la re¬
clusione fino a un anno.
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
147
Informatica e Società
A
per oggetto alterazioni di documenti, frodi informati¬
che e simili.
D'altra parte la stessa legge 547/93 ha introdotto
concetti innovativi e ancora utili, come quello del
"domicilio informatico" applicato a un sistema infor¬
mativo (gli articoli 614 e 615 del codice penale si ri¬
feriscono appunto alla violazione di domicilio). Ma
proviamo ad applicare questo concetto a situazioni
che con ogni probabilità si verificheranno molto pre¬
sto. con la diffusione dei "network PC", che lavora¬
no su informazioni archiviate chissà dove sulla rete
In questo caso, qual è il domicilio informatico che
può essere violato da un'intrusione illegittima?
A mano a mano che il tempo passa e la tecnolo¬
gia si evolve, i problemi legali diventano sempre piu
complicati da risolvere.
Che cosa c’è da rettificare?
Al direttore di MCmicrocomputer è giunta questa e-mail, inviata per conoscenza anche a una quantità di altri indirizzi:
Al Direttore della Rivista MC
Spett. Direttore,
chiedo formalmente un suo diretto intervento in
rettifica di quanto erroneamente affermato da Man¬
lio Cammarata sull'ultimo numero (179. 12/971 della
rivista MC alle pagine 180-182 ed in particolare
nel passo che riporto testualmente di seguito:
6 novembre: il presidente del tribunale
di Roma ordina l'iscrizione della rivista InterLex
nel registro della stampa, prima pubblicazione dif¬
fusa esclusivamente attraverso Internet che viene
registrata esplicitamente come tale, e non con for¬
mule ambigue e soluzioni di ripiego.''
Tale affermazione e' assolutamente priva di fon¬
damento per quanto attiene la presunta priorità' di
tale rivista. Le segnalo infatti che chi scrive:
1. e' iscritto nell'Elenco Speciale annesso
all'Albo dell’Ordine dei Giornalisti della Puglia
(comunicazione prot. n. 1993. del 29.05.97) dal 28
maggio 1997 come direttore responsabile del perio¬
dico telematico ’'Educazione&Scuola'';
2. a seguito di richiesta del 30.06.97, deposi¬
tata presso la Segreteria della Presidenza del
Tribunale di Lecce in data 01.07.97, ha ricevuto,
con Ordinanza dello stesso Tribunale n. 12592.
dell'l luglio 1997 l'iscrizione sul registro della
stampa del Tribunale di Lecce della testata gior¬
nalistica ‘Educazione&Scuola', pubblicazione tele¬
matica mensile con aggiornamenti quotidiani, al n.
662, sempre in data 1 luglio 1997;
3. ha dato notizia dell'avvenuta registrazione
all'OdG della Puglia con raccomandata AR n. 4767
dell'11.07.97 segnalando che la spedizione di ogni
nuovo numero e/o modifica della rivista sarebbe
stata comunicata all'Ordine a mezzo posta elettro¬
nica all'indirizzo e-mail dello stesso (odg@pla-
nio.it) cosa che avveniva (ed avviene senza solu¬
zione di continuità') dal 5 luglio 1997.
Sottolineo che la rivista in questione e’ ESCLU¬
SIVAMENTE telematica e che il Tribunale di Lecce
ha preso atto nell'ordinanza sopracitata anche de¬
gli indirizzi web attraverso i quali avviene la
sua distribuzione (di seguito riportati in signa¬
ture) .
Questo per quanto riguarda la registrazione; ne'
il tutto termina a questo punto.
Il 18 ottobre us lo scrivente segnalava a Manlio
Cammarata la rivista Educazione&Scuola ricevendo
risposta dallo stesso il 21 ottobre successivo. In
tale email Cammarata chiedeva maggiori indicazioni
circa la registrazione di Educazione&Scuola che
puntualmente gli venivano comunicate il 23 ottobre
successivo (con, in allegato, l'integrale dichia¬
razione congiunta presentata ed accolta dal Tribu¬
nale di Lecce). Poi piu' nulla.
Circa un mese dopo tale scambio di corrisponden¬
za alcune agenzie stampa ed alcuni giornali (anche
nelle loro edizioni telematiche) davano notizia
della “storica'' (sic) delibera del Tribunale di
Roma.
Anche in quella circostanza chi le scrive comu¬
nico' a quanti avevano dato credito e riscontro
ufficiale a tale notizia la sua mancanza di fonda¬
mento e pubblicava su ‘•ItaliaOggi■' (A. VII, n.
276, p. 14 del 22 novembre 1997) un breve articolo
in cui chiariva la situazione, segnalando altresi'
che, per altra testata telematica, tale registra¬
zione era stata effettuata dallo stesso Tribunale
di Lecce sin dall'agosto del 1995.
Le lascio quindi immaginare lo stupore con il
quale apprendo oggi il reiterarsi di questa incre¬
sciosa situazione dalle pagine della sua pubblica¬
zione, anche in considerazione del fatto che lo
stesso Cammarata ben conosceva l'erroneità' delle
sue affermazioni.
Quanto sopra e' esposto non per spirito polemico
o per acquisire la non ricercata “palma'' del
pioniere (che semmai spetterebbe ad altri), quanto
per amore del vero e per un senso dell'etica non
solo professionale.
In attesa di un suo riscontro a questa mia non¬
ché' della rettifica richiesta invio distinti sa¬
luti.
dario cillo
Non c'è nulla da rettificare, perché nell'ordinanza emessa il 6 no¬
vembre scorso dal Tribunale di Roma per l'Iscrizione di InterLex nel
registro della stampa si legge testualmente: "Tecnica Diffusione
INTERNET" e più avanti "IL PERIODICO TELEMATICO SARA' DIF¬
FUSO DA ROMA A MEZZO RETE TELEFONICA IN FORMATO DI¬
GITALE CON I PROTOCOLLI TECNICI DELLA RETE INTERNET"
(per chi volesse leggerla, l'ordinanza è riportata integralmente alla
pagina 1V' r 'ISI0
E' la prima volta in Italia, per quanto mi risulta e per quanto risulta
alla sezione stampa del tribunale di Roma, che Internet viene for¬
malmente nconosciuta come mezzo di diffusione della stampa pe¬
riodica. Questa è la notizia, che avra importanti implicazioni sotto il
punto di vista giuridico, e non il fatto che InterLex, o un'altra pubbli¬
cazione, abbia ottenuto per prima l'importante affermazione di prin¬
cipio.
Invece il periodico diretto dal signor Cillo è stato registrato come
diffuso attraverso computer e linea telefonica, secondo la formula
introdotta da anni per le testate Videotel (solo per fare un esempio,
la testata MC-lmk è stata iscritta neliormai lontano 1990 come diffu¬
sa "a mezzo videoterminale").
(Manlio Cammarara)
148
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Informatica e Società
E’ bene fare due conti prima di chiedere le tariffe ridotte
Internet "formula convenienza"
conviene solo a Telecom?
Aspettando le “pari opportunità”, dal primo gennaio sono in vigore le tariffe
agevolate annunciate nello scorso mese di ottobre per il collegamento degli
utenti privati a Internet. Ma la lettura dei moduli per la richiesta offre qualche
sorpresa, anche per quanto riguarda il diritto alla riservatezza degli utenti.
di Manlio Cammarata
«-a
conti, saldi, offerte speciali... Questa "for¬
mula convenienza" mi ricorda tanto i "die¬
ci piani di morbidezza" di un noto prodotto di lar¬
ghissimo consumo. Ma in tempi di libero mercato
(sulla carta) anche gli scatti telefonici sono un pro¬
dotto da vendere Ben vengano dunque le offerte
promozionali, se sono a favore di chi compera.
Dunque dall'inizio dell'anno ci si può collegare al
proprio Internet provider risparmiando qualcosa sul¬
la bolletta telefonica Una novità preparata con gran¬
de clamore alla fine dello scorso mesi di ottobre: Il
provvedimento "Internet " che viene annunciato og¬
gi è sicuramente unico in Europa ed è stato adotta¬
to per contribuire a ridurre il ritardo nello sviluppo
della società dell'informazione nel nostro paese. Il
Governo è sempre più convinto che il diritto di citta¬
dinanza si esprime anche attraverso la possibilità,
per tutti, di partecipare interattivamente al cyberspa¬
zio, si leggeva nel comunicato del ministro Maccab¬
eo, che illustrava i punti essenziali della "manovra":
sconto del 50 per cento, dopo il primo scatto, con
un canone mensile di 2,500 lire per la chiamata ur¬
bana e di 5.000 per la teleselezione, per gli utenti
domestici, le scuole e moltissime associazioni non
profit.
In effetti si trattava di una novità abbastanza im¬
portante, considerando le resistenze di Telecom Ita¬
lia a concedere qualsiasi forma di agevolazione per
gli utenti della Rete. Ma ora, leggendo i moduli di ri¬
chiesta predisposti dall'ancora monopolista di fatto,
l'entusiasmo si raffredda un po', perché oltre al ca¬
none previsto c'è la sorpresa del contributo di atti¬
vazione, che ammonta a 10.000 lire una tantum sia
per le urbane, sia per le interurbane e alza un di bel
po’ il punto di convenienza dell'offerta. Facciamo
due conti.
Naturalmente ci mettiamo nei panni di un utente
che cerca di risparmiare il più possibile e quindi si
collega nelle ore a tariffa ridotta, dalle 18,30 alle 8
del mattino, il pomeriggio del sabato e tutta la do¬
menica, con uno scatto ogni 400 secondi, cioè
-AL
p/M-WoHMK
RTG-CUm
tele c S&Stelecom
ULO
MODI ILO DI ADESIONE
all’offerta "Formula Internet"
tt&Urt del cuoMta A abbccumoaa per Tuteoza trlefoaK*
Cofecfauk
J'oflnra - Far
dopoip
VOTO i irgurrte intono trfcrbuco B*cturti«an A Imerert P
1.372 lire/ora,
IVA compresa.
Per ammortiz¬
zare le 12.000
lire (c'è anche
l'IVA) del con¬
tributo di attiva¬
zione bisogna
stare attaccati
la bellezza di di¬
ciassette ore e
mezza, mentre
per rifarsi delle
3.000 lire di ca¬
none mensile
(c’è sempre
l'IVA!) bastano
circa quattro
ore e venti mi¬
nuti. Ma dopo il
primo scatto,
che dura 6 mi¬
nuti e 40 secondi, In pratica, con un collegamento al
giorno per trenta giorni, si raggiunge il punto di pa¬
reggio dopo circa un quarto d'ora di connessione
giornaliera. Ma se si fanno collegamenti più brevi e
più volte al giorno (come capita a chi controlla spes¬
so la posta), la convenienza dell'offerta è sempre
più lontana.
Ma chi non ha un provider
a Inirrart * ebr prvrdr uni mhiaonr drl »•* cut <oito dri traffico Irle fenico effettuata
«I A cucciai* tocimcuMar BaApttidmlrmetfr dal* faicu orari* daB'utrnu A cu copra
VKTV B w .l», n -m aiKin> Un
.A m J.» i
La pagine del sito di
Telecom Italia in cui
sono ó ripoitato il mo¬
dulo di adesione all'ot-
lerta convenienza che
va presentato o spedi¬
to alla liliale Telecom
competente per terri¬
torio (http://www
telecomitaha. it/mainw
eb/home.html
vicino a casa...
Le cose vanno un po' meglio per chi deve usare
la teleselezione. Qui lo scatto vale 150 secondi per
distanze fino a 15 chilometri, 80 secondi per distan¬
ze tra 15 e trenta chilometri e 50 secondi oltre i
trenta chilometri, sempre nella fascia più bassa. Il
costo normale della connessione è quindi, rispetti-
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
149
Informatica e Società
vamente. di 3.676. 6 858 e 12.192 lire/ora, il che si¬
gnifica che il contributo di attivazione si ammortizza
con lo sconto in un tempo che va da meno di due a
circa un'ora di collegamento. Per rifarsi del canone
di 6.000 lire mensili all'utente piu lontano basta
un'ora
Tutto qui? No, perche questi conti valgono solo
per gli utenti privati titolari un abbonamento residen¬
ziale sulla rete telefonica generale. Per chi ha un ab¬
bonamento ISDN il canone mensile raddoppia,
5 000 lire al mese per l'urbana e 10,000 per l'inte¬
rurbana. raddoppiando quindi il tempo di collega¬
mento necessario per ottenere il pareggio con la ta¬
riffa non scontata. Non c’è una ragione tecnica per
questa differenza, è un po' come la vecchia sovrat-
tassa sulle automobili con motore diesel: vuoi ri¬
sparmiare? E io ti punisco 1
La maggiorazione per l'ISDN potrebbe essere giu¬
stificata con il fatto che questo servizio e oggi utiliz¬
zato più dalle imprese che dalle famiglie (se si ac¬
cetta il principio che l'utenza "affari" deve pagare
più dell'utenza privata), ma il fatto è che le agevola¬
zioni sono limitate ai contratti domestici. Non c'è
nessuno sconto per aziende, artigiani o professioni¬
sti, che dall'uso di Internet possono trarre i maggiori
vantaggi, soprattutto se risiedono lontano dai grandi
centri E, per di piu, si connettono prevalentemente
o esclusivamente nelle oie della tariffa piu alta, che
m teleselezione e esattamente il doppio dell'altra
Ma il principale difetto di questa "offerta specia¬
le" è che resta la differenza tra gli abbonati che
hanno un provider nello stesso distretto telefonico
e quelli che devono usare la teleselezione Per i pri¬
mi la tariffa scontata vale 686 lire l'ora, per i secondi
va da 1.838 a 6.096 lire l'ora, sempre considerando
la fascia oraria piu bassa. E se per l'urbana l'importo
non si può dire alto, per l'interurbana è una cifra
tutt'altro che indifferente.
"Il Ministro e consapevole della necessita di ulte¬
riori interventi e per questo incoraggerà il prosegui¬
mento del dialogo con tutte le parti interessate.
Esprime infine la soddisfazione per un provvedimen¬
to che ha uno straordinario valore sociale, economi¬
co e politico" Cosi si chiudeva il comunicato del 29
ottobre scorso. E il Parlamento, nel votare il collega¬
to alla legge finanziaria per quest'anno, ha stabilito
che II ministro delle comunicazioni, d'intesa con il
ministro dell'università e della ricerca scientifica,
adotta provvedimenti finalizzati a garantire la pari op¬
portunità di accesso ad Internet, anche al fine di evi¬
tare discriminazioni di tipo territoriale
Signori Ministri, è venuto il momento di mettere
Le clausole del contratto
Ecco ie clausole della "Formula urbana " per gli abbonati che si
collegano al proprio provider in teleselezione Sono identiche a
quelle della "Formula Internet " e della "Formula 3", cambiano so¬
lo le cifre La "Formula 3" prevede uno sconto del 15per cento su
tutte le chiamate urbane e interurbane lesclusi i cellulari) a tre nu¬
meri scelti dall'urente, la "Formula urbana " prevede il 50 per cen¬
to per un solo numero, che può essere indifferentemente quello di
un abbonato al telefono o di un Internet provider; la "Formula In¬
ternet ’’ è solo per i collegamenti interurbani a Internet
[...]
il numero telefonico suindicato deve appartenere ad
un Cliente Telecom Italia;
al momento della sottoscrizione, al Cliente aderente
viene addebitato un contributo di attivazione di 10.000 lire
(IVA esclusa);
l'offerta ha la durata di 1 anno e si rinnova tacita¬
mente di anno in anno salvo quanto previsto in tema di reces¬
so;
ogni modifica del numero telefonico sopra indicato
dovrà essere richiesta per iscritto e decorrerà a partire dal 1°
giorno del mese successivo alla ricezione della stessa da par¬
te di Telecom Italia: a fronte di ogni modifica dovrà essere
corrisposto un contributo di 10.000 lire (IVA esclusa);
il canone decorre a partire dal 1° giorno del mese
successivo alla ricezione, da parte di Telecom Italia, del pre¬
sente modulo di adesione e viene addebitato in bolletta posti¬
cipatamente;
la riduzione viene applicata a partire dal 1° giorno
del mese successivo alla ricezione, da parte di Telecom Italia,
del presente modulo di adesione;
la riduzione viene applicata esclusivamente sulla
parte di traffico urbano effettuato, verso il numero sopra indi¬
cato, dopo il primo intervallo temporale di tassazione di cia¬
scuna conversazione;
la presente riduzione non è compatibile con altri tipi
di offerta, salvo quella avente ad oggetto "Formula Internet";
nel caso di contemporanea sottoscrizione dei modu¬
li di adesione "Formula urbana" e "Formula Internet" è dovu¬
to un solo contributo di attivazione;
nel caso in cui si verifichi una variazione, per motivi
tecnici, del numero telefonico del Cliente aderente o di quello
urbano/settoriale sopra indicato. Telecom Italia garantirà la
continuità dell'offerta;
in caso di trasloco della propria utenza telefonica o
di richiesta di cambio numero da parte del Cliente, Telecom
Italia garantirà la continuità dell'offerta compatibilmente con
la disponibilità tecnica e provvedera ad avvertire il cliente nel
caso risulti impossibile garantire la continuità dell'offerta
stessa;
in caso di subentro sulla propria linea telefonica da
parte di altro Cliente, l'offerta decade a partire dalla data di ri¬
cevimento. da parte di Telecom Italia, della richiesta di suben¬
tro, ma il canone per il mese di riferimento viene addebitato
in bolletta per intero;
in caso il Cliente disdica la propria linea telefonica,
l'offerta decade alle stesse condizioni di cui al punto prece¬
dente;
la trasformazione della linea telefonica del Cliente
aderente da Rete Telefonica Generale a ISDN, comporterà au¬
tomaticamente la cessazione della presente offerta alle stesse
condizioni di cui al punto precedente;
il Cliente ha facoltà di recedere dall'offerta in qual¬
siasi momento, senza alcun onere aggiuntivo, previo avviso a
Telecom Italia inviato mediante raccomandata A/R alla Filiale
Telecom territorialmente competente, che produrrà effetto a
partire dal primo giorno del mese successivo alla ricezione
della medesima; [...)
Segue la parte relativa al trattamento dei dati personali, della
quale si parla nell'articolo La descrizione completa delle offerte e i
moduli di a desione si possono trovare sul Web di Telecom Italia ,
dalla paginamws/www. telecomitaiia.it/maiweb/27l27 htnTJT]
per avere un chiaro quadro riassuntivo e meglio an dare su MC-lmk
ala pauir„[^F- -r^FI
150
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Informatica e Società
in pratica questi principi, che hanno "uno straordi¬
nario valore sociale, economico e politico".
La convenienza del
“consenso ampliato”
L'utente che, dopo aver fatto i suoi conti, decida
di aderire alla "formula convenienza", si trova da¬
vanti a un modulo di due pagine, con poche voci da
riempire, la più importante delle quali è il numero
telefonico del provider al quale è abbonato Poi "il
sottoscritto dichiara di essere a conoscenza del fat¬
to che e segue un lungo elenco di clausole, che
si conclude cosi:
"in relazione alla Legge 675/96 i dati persona¬
li del Cliente verranno trattati sulla base dell'In¬
dicazione fornita dallo stesso attraverso la sot¬
toscrizione del regime prescelto:
Consenso ampliato
In esecuzione dell'alt. 11 della Legge 675/96,
recante disposizioni a tutela delle persone e de¬
gli altri soggetti rispetto al trattamento dei dati
personali, il Cliente fornisce il proprio consenso
al trattamento dei propri dati personali, diretta-
mente o anche attraverso terzi, oltre che per
l'integrale esecuzione della presente offerta o
per ottemperare ad obblighi previsti dalla leg¬
ge, da un regolamento o dalla normativa comu¬
nitaria, anche per le seguenti finalità:
a) elaborare studi e ricerche statistiche e di
mercato;
b) inviare materiale pubblicitario ed informa¬
tivo;
c) compiere attività dirette di vendita o di col¬
locamento di prodotti o servizi;
d) inviare informazioni commerciali;
e) effettuare comunicazioni commerciali inte¬
rattive.
Firma.
Oppure
Consenso ristretto
I dati personali forniti dal Cliente sono tutelati
dalla Legge 675/96, recante disposizioni a tute¬
la delle persone e degli altri soggetti rispetto al
trattamento dei dati personali, e pertanto sa¬
ranno utilizzati per l'integrale esecuzione della
presente offerta.
Firma.
Tutto regolare? A prima vista sembra che la leg¬
ge sui dati personali sia rispettata Nella prima ipo¬
tesi, quella del "consenso ampliato" c'è l'informati¬
va, c'è il consenso, ma molto probabilmente il Ga¬
rante avrà qualcosa da eccepire. In primo luogo
manca l'informazione sui diritti dell'interessato (arti¬
colo 13 della legge 675/96), poi non sono specificati
i "terzi" che potrebbero trattare i dati, con l'avver¬
bio "attraverso" che fa supporre che i terzi siano in¬
caricati del trattamento per conto di Telecom Italia,
ma potrebbe significare anche che i dati vengono
ceduti ad altri, per le finalità elencate. Inoltre non
rr*tm* *« t/nm/t«(lf *•»
Le tariffe promozionali taipmnn»!
Telecom per utenza
residenziale c Internet lev*,*romuit
t: C Mutilili di
idniMt
Offerta:
Formula 1
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Formula 1
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7.500
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c'e l'indicazione sul nome, la denominazione o la ra¬
gione sociale e il domicilio, la residenza o la sede
del titolare e, se designato, del responsabile, come
prescrive l'articolo 10, comma 1, lettera f) della leg¬
ge Siamo sicuri che a un abbonato di Telecom Ita¬
lia tutti questi dati siano noti, come prevede il se¬
condo comma dello stesso articolo per consentire
l'assenza dell'informazione?
Poi, nel caso del "consenso ristretto", non c’è al¬
cuna indicazione delle finalità e delle modalità del
trattamento, perché "per l'integrale esecuzione del¬
la presente offerta" è una formula troppo generica.
E in questo caso basta l'informativa, perché il con¬
senso non è richiesto ai sensi dell'articolo 12, com¬
ma 1, lettera b). quando è necessario per l'esecu¬
zione di obblighi derivanti da un contratto del quale
è parte l'interessato.
Ma il punto principale non riguarda tanto il Garan¬
te dei dati personali quanto il Garante della concor¬
renza e del mercato Perché Telecom Italia con
questa offerta viene a conoscenza del nome del
provider di ogni abbonato che chiede lo sconto (per
attivare il diverso meccanismo degli scatti è neces¬
sario conoscere il numero telefonico interessato, e
da qui all'identificazione del provider è questione di
attimi). Quindi, grazie alla firma sul "consenso am¬
pliato", Telecom può bombardare l'abbonato stes¬
so di offerte e suggestioni che lo convincano a
cambiare fornitore. Dunque può approfittare della
sua "posizione dominante" nella fornitura dei servi¬
zi di rete - anzi del suo monopolio, perché non ci
sono ancora alternative a Telecom Italia per gli ab¬
bonamenti privati - per fare concorrenza ai fornitori
di servizi Internet, proponendo abbonamenti a TIN.
In conclusione, la "formula convenienza" non
sempre è conveniente per gli abbonati, ma certa¬
mente conviene al gestore della rete telefonica
pubblica. Grazie allo "straordinario valore sociale,
economico e politico" dell'iniziativa
Un quadro riassuntivo
mollo chiaro degli
sconti otlerii da Tele¬
com Italia e su MC-link
alla pagina http:/Mww
mclmk it/news/tarìfle
htm
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
151
Informatica e Società
La scadenza per i trattamenti già iniziati è il 30 aprile
La notifica al Garante dei dati:
meglio la carta del floppy
Il modulo per la notifica dei trattamenti dei dati personali è disponibile sia in
versione cartacea che in versione digitale. Ma quest’ultima presenta qualche
problema, al punto che la procedura manuale è più veloce e soprattutto meno
“stressante”. Qual è il problema?
di Manlio Cammarata
^ on discreto anticipo sulla data d'inizio
delle operazioni, il Garante ha diffuso il
modulo per la notifica dei trattamenti di dati per¬
sonali, prevista dall'articolo 7 della legge 675/96
(ricordiamo che l'obbligo è scattato il 1. gennaio
scorso e le scadenze sono fissate al 30 aprile o
al 30 giugno, a seconda dei trattamenti).
Il modulo è stato diffuso sia in versione carta¬
cea, sia su floppy disk, e questa è una buona no¬
tizia. Ma c'è un particolare alla fine della compi¬
lazione della versione digitale è necessario stam¬
pare il tutto e inviare al Garante carta e floppy. Il
motivo è che non sono ancora in vigore le norme
sulla firma digitale e quindi è necessario un auto¬
grafo su un pezzo di carta Però, se si inviano
floppy e stampe, si risparmia qualcosa sui diritti
di segreteria, che peraltro sono modesti 15 000
lire per la versione digitale e 25.000 per quella
cartacea (per la ventò, il comunicato del Garante
dice '£ 15.000" e £ 25 000, cioè 15.000 e
25.000 sterline, posto che il simbolo indica il
"Pound” di Sua Maestà britannica, e non la lira
italiana, che si abbrevia con "L.". “Lit" o "Iti"
nelle transazioni internazionali, ma sono dettagli)
Veniamo ai contenuti. Siamo di fronte a una
sorta di "740 della privacy”, con la non trascura¬
bile differenza che il modulo delle tasse è di
quattro pagine e qui sono una ventina, compresi
gli allegati. Di fatto l'impostazione della notifica¬
zione rispecchia la tendenza di tutta la normativa
italiana sui dati personali a curare anche il mini¬
mo dettaglio, con il rischio di perdere di vista l'in¬
sieme e di giungere a disposizioni di difficile ap¬
plicazione. La legge, invece, dovrebbe essere il
piu possibile schematica e generale, lasciando
all'interprete la sua applicazione alla fattispecie
concreta
Qui invece si giunge a quello che può essere
definito “accanimento normativo", come si ve¬
de, per esempio, nel quadro d), relativo alle mi¬
sure di sicurezza (ne abbiamo parlato poche pagi¬
ne piu indietro nell'articolo sui virus) L'articolo 7,
comma 4, della legge 675/96 dice al punto f):
La notificazione contiene:
f) una descrizione generale che permetta di
valutare l'adeguatezza delle misure tecniche
ed organizzative adottate per la sicurezza dei
dati;
Invece il modulo presenta una grande tabella,
con l'elenco dettagliato di una lunga serie di mi¬
sure. divise tra organizzative, fisiche e logiche, e
anche le righe in bianco per aggiungerne altre
Comunque, con un po' di pazienza e consul¬
tando gli allegati, con un paio d'ore di lavoro e
possibile completare il modulo cartaceo. Ben di¬
verso è il discorso per la versione su floppy disk
(che può essere acquisita anche sul Web in di¬
versi siti, fra i quali la pagina y/www "Uu'-I
lex.com/675/modulo.htm di InterLex).
Il “flop” del floppy
In teoria la versione digitale dovrebbe essere
piu semplice e più veloce da compilare del mo¬
dulo su carta. Purtroppo non è cosi.
La procedura, scritta in Visual Basic, si rivela
fuori standard fin dall'inizio Lo scompattamento
dei file richiede un tempo inspiegabilmente lun¬
go, al termine del quale appare un terrificante
svarione di anglo-italiano "si vuole leggere il h-
les di guida ora?".
Alla partenza su un vecchio sistema 486 con
monitor VGA 640x480, usato per simulare le
condizioni che con ogni probabilità si verifiche¬
ranno di frequente soprattutto negli uffici pubbli¬
ci, è apparso l'avviso "Si consiglia di impostare
152
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Informatica e Società
la risoluzione di Windows ad un valore superiore
a 640x480 pixel". Infatti il formato della finestra
non è parametrico (cioè non si adatta automati¬
camente alla risoluzione dello schermo), ma non
è stato nemmeno impostato sul valore massimo
consigliato per i monitor standard. Così i riquadri
non possono essere visti per intero ed è neces¬
sario un continuo scrolling nella finestra
Invano si cerca un pulsante AVVIO sulla fine¬
stra di apertura (che non entra tutta nello scher¬
mo) una scritta che dice "premere il pulsante si¬
nistro del mouse per proseguire" si scopre solo
dopo aver fatto scorrere la finestra verso l'alto.
Si prosegue e appare la prima finestra, con
pulsanti e caselle da barrare. Attenzione: arrivati
a questo punto è difficilissimo cambiare idea e
uscire. Il programma pretende che ogni finestra
sia compilata, altrimenti rifiuta di chiudersi persi¬
no dopo la pressione di CTRL+ALT+CANC.
Ancora invano il mouse vaga alla ricerca un
pulsante AVANTI Per passare al quadro succes¬
sivo bisogna fare click sul relativo pulsante che
si trova sulla parte alta della finestra, beninteso
dopo aver completato il precedente E qui inco¬
minciano i veri guai. Perché compaiono alcuni
campi, evidentemente da riempire, ma il cursore
rifiuta di fermarsi sul primo (che è una finestra di
riepilogo che si riempie automaticamente, ma è
messa all'inizio invece che alla fine) e anche sul
secondo campo. Poi si scopre che c'è un pulsan¬
te INSERISCI in basso. E' la prima volta che ve¬
do un programma sotto Windows in cui il curso¬
re non si ferma automaticamente sul primo cam¬
po da riempire in una finestra.
Roba da crisi di nervi. La pressione del tasto
FI non fornisce un aiuto alla compilazione, ma ri¬
chiama la normativa. Un fumetto con la "i" mi¬
nuscola, quello che nelle procedure standard
contraddistingue i messaggi del sistema, qui fa
comparire ancora articoli di legge e norme varie.
Il quadro g). "notizie per facilitare i rapporti con
il Garante" rifiuta di farsi riempire; per fortuna
quando si fa click sul pulsante del successivo
una scritta, mentendo, assicura che le informa¬
zioni sono state archiviate e permette di andare
avanti.
Bene o male e con molta pazienza si arriva
all’ultimo quadro, il p), che è quello dove bisogna
inserire i dati del notificante e la firma (chi pre¬
senta la notifica in forma semplificata trova que¬
sto quadro alla h). ma alcune categorie devono
riempire anche il quadro "o"). Ma quando si por¬
ta il cursore nello spazio dedicato alla firma,
compare in basso una scritta: "Il campo collega¬
to alla firma per il momento non è attivo Sarà
usabile a decorrere dalla data indicata dal Garan¬
te, successivamente all'entrata in vigore della di¬
sciplina concernente la firma elettronica. Al mo¬
mento è indispensabile apporre la firma sul do¬
cumento cartaceo che deve essere stampato al
termine della compilazione".
Incredibile. La firma elettronica si appone con
una procedura di elaborazione del documento fi¬
nito. che cosi diventa anche non modificabile
Non si "applica" in un campo-modulo, né si può
collegare un campo alla procedura della firma, se
non è l'ultimo Procedura che, m questo caso,
non si sa nemmeno come finire. Uscendo dal ri¬
quadro p) non compare nulla, spostando il curso¬
re sull'icona del salvagente (sic!) compare una
INSTALLAZIONE NOTIFICA
INSTALLAZIONE COMPLETATA
si vuole leggere il files di guida ora?
"Informazioni prelimina¬
ri. premere il pulsante
sinistro del mouse per
proseguire " Ma si
passa direttamente al
primo quadro da riempi¬
re
Q Notificatone del ifatlamcnto del dell personali |legge 31/12/96 n. 67S| «IDI x|
Bora»
ATTENZIONE !!!
Il quadro che contiene il
lungo elenco delle misu¬
re di sicurezza
Errore numero: 482
Errore descrizione: Printer error
Fine della procedura'
scritta che dice: "ATTENZIONE: uscendo dal ri¬
quadro con questo pulsante la notificazione risul¬
ta incompleta e, conseguentemente, non può
essere inviata al Garante".
Occorre un piccolo colpo di gemo per pensare
di fare click sull'icona della stampante. Che però
non fa comparire la solita finestra di stampa di
Windows, ma l'ennesima finestra fuori standard.
Fatto click sul pulsante STAMPA, ecco l'avviso di
errore di Windows, con la croce bianca nel tondo
rosso: ATTENZIONE!!! - Errore numero: 482 -
Errore descrizione: Printer error
Questo si è verificato su due diversi computer,
collegati a una stampante di rete. Ho tentato di
installare il programma su una terza macchina,
alla quale e collegata una stampante locale, ma
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
153
Informatica e Società
la procedura di installazione è abortita dopo po¬
chi secondi, con il laconico avviso: "I/O Error". Il
bello (si fa per dire) è che in questo modo non
sono riuscito a stampare neanche il modulo vuo¬
to, per compilarlo a mano!
La “cultura della carta”
Che da una pubblica amministrazione vengano
procedure informatiche mal fatte non è una no¬
vità, D'altia parte sappiamo bene quanti "bug" si
nascondano anche nei prodotti delle più grandi
multinazionali del software. Ma il problema non
è questo, anche se nel caso del modulo digitale i
problemi tecnici sono veramente tanti.
Il punto dolente di tutta l'operazione, messo in
evidenza dall'errore concettuale sulla firma digi¬
tale, è la mancanza di una "cultura informatica"
moderna Chi ha preparato il contenuto del di¬
schetto è, probabilmente, un informatico più le¬
gato alle vecchie procedure a carattere che un
utente abituale di Windows, come rivela anche
la presenza del pulsante INSERISCI al posto del¬
la comparsa automatica del cursore all’inizio del
primo campo da riempire. E c'è un altro elemen¬
to sul quale si deve fare una riflessione il fatto
che non sia stata adottata la procedura standard
dei wizard, con i loro pulsanti AVANTI, INDIE¬
TRO. OK, FINE eccetera, ma si costringa l'utente
a chiamare le pagine una per una premendo i ri¬
spettivi pulsanti, indica l'intenzione di trasportare
sullo schermo del computer l'esatta sequenza
della compilazione del modulo di carta. Ma allora
il computer è inutile!
Il vantaggio della compilazione a video della
modulistica è dato proprio dalla maggiore velo¬
cità e sicurezza consentite da una procedura che
guida l'utente passo dopo passo, ma la procedu¬
ra deve essere quella propria di un'elaborazione
automatica, non la trasposizione digitale della
scrittura cartacea. In altri termini, il compito che
si sarebbe dovuto affidare al programmatore era
di scrivere un programma per la notificazione dei
trattamenti, invece gli è stato affidato il compito
di trasportare sul video il modulo di carta.
Ancora una volta, dunque, la "cultura della
prassi" è prevalsa sulla "cultura del risultato". E
questo rimane il problema piu grave di tutta la
nostra pubblica amministrazione.
Rodotà: “Caro Ministro, riscriviamo l’articolo 25”
(Scoppia la polemica tra i giornalisti e il Garante dei dati perso¬
nali Motivo del contendere, il codice di autoregolamentazione
previsto dall'articolo 25 della legge 675/96, elaborato da un'ap¬
posita commissione dell'ordine professionale con l’intervento
di insigni giuristi e presentato il 30 dicembre scorso a! Garante
Il quale, in un comunicato, afferma che "metterà subito allo
studio il testo comunicato per valutarne il mento e dare cosi la
propria valutazione, cosi come previsto dall'art 25 della legge
675 del 1996"
Su un primo articolato, presentato alla fine di ottobre, il Garan¬
te aveva sollevato alcune obiezioni, recepite solo in parte nella
stesura definitiva (né il primo, né il secondo testo sono stati re¬
si pubblici, cosi è difficile capire esattamente quale sia la so¬
stanza dei problemi)
Ma l'Espresso del 15 gennaio pubblica tre pagine di fuoco con¬
tro la legge e contro lo stesso Garante, con una "lettera aper¬
ta di Roberto Martinelli, un riassunto del codice a firma di
Pierluigi Ficonen e un commento dell'avvocato Oreste Flammi-
ni Minuto
Alle critiche del settimanale (condivise, con qualche "distin¬
guo". da una buona parte della stampa italiana) risponde punto
per punto un comunicato del Garante, che ricorda anche di
aver già prospettato al possibilità di una revisione dell'articolo
25 Revisione che, pochi giorni dopo, viene formalmente pro¬
posta dallo stesso Garante con una lettera al Ministro di grazia
e giustizia
Nell'attuale formulazione l'articolo 25 dice
(Trattamento di dati particolari nell’esercizio della profes¬
sione di giornalista)
1. Salvo che per i dati idonei a rivelare lo stato di salute e
la vita sessuale, il consenso dell'interessato non è richie¬
sto quando il trattamento dei dati di cui all'articolo 22 è
effettuato nell'esercizio della professione di giornalista e
per l'esclusivo perseguimento delle relative finalità, nei li¬
miti del diritto di cronaca, ed in particolare dell'essenzia¬
lità dell'informazione riguardo a fatti di interesse pubbli¬
co.!...)
2 II Garante promuove, nei modi di cui all'articolo 31. comma
1, lettera h), l'adozione, da parte del Consiglio nazionale dell'or
dine dei giornalisti, di un apposito codice di deontologia relati¬
vo al trattamento dei dati di cui al comma 1 del presente arti¬
colo effettuato nell'esercizio della professione di giornalista,
che preveda misure ed accorgimenti a garanzia degli interessa¬
ti rapportale alla natura dei dati Nella fase di formazione del
codice, ovvero successivamente, il Garante prescrive eventuali
misure e accorgimenti a garanzia degli interessati, che il Consi¬
glio è tenuto e recepire.
3. Ove entro sei mesi dalla proposta del Garante il codice di
deontologia di cui al comma 2 non sia stato adottato dal Consi¬
glio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, esso è adottato in via
sostitutiva dal Garante ed è efficace sino alla adozione di un di¬
verso codice secondo la procedura di cui al comma 2 In caso
di violazione delle prescrizioni contenute nel codice di deonto¬
logia, il Garante puO vietare il trattamento ai sensi dell'articolo
31, comma 1, lettera I) |. I
Il vero problema non e in questo articolo, ma nell'impianto
stesso della legge, che prevede una disciplina complessiva (e,
come più volte si è detto, di difficile applicazione) per qualsiasi
trattamento di dati personali, con alcune eccezioni per i giorna¬
listi. Applicando il dettato della direttiva europea, la legge igno¬
ra che l'informazione giornalistica è cosa ben diversa dalla rac¬
colta e dall'elaborazione di dati a fini commerciali, di giustizia o
altro. E alcune previsioni dell'articolo 25 stridono un po’ nell'ac¬
costamento con l'articolo 21 della Costituzione la stampa non
può essere soggetta ad autorizzazioni o censure
Che la stampa compia qualche "eccesso informativo” e sotto
gli occhi di tutti, e dunque un codice di autodisciplina è certa¬
mente utile. Ma non si può chiedere che il Garante vada contro
la legge che è chiamato ad applicare, e forse non è utile alzare
il tono della polemica, anche con argomentazioni inesatte e to¬
ni esagitati La legge è frutto di una lunga discussione parla¬
mentare, che non si è svolta con sufficiente trasparenza e nel¬
la pressoché totale disattenzione della stampa, che si e limita¬
ta ad alzare alte grida (in parte giustificate) solo per le norme
che la riguardano direttamente. Ora l'unica soluzione e cambia¬
re la legge, e cambiarla piu presto possibile
154
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
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Dialogo con Silvia Bordini
Questo mese un’intervista a Silvia Bordini.
E’ una storica dell’arte, docente di Storia dell’Arte Contemporanea
all’Università La Sapienza di Roma. Non si considera un critico
militante. Non segue in particolare uno o più artisti, per poter essere
libera di prendere quel minimo di distanza necessaria per cogliere
meglio la qualità delle opere.
E’ molto interessata all’arte elettronica che segue con curiosità e
passione. Sull’argomento ha scritto vari saggi ed ha partecipato a
congressi, tavole rotonde, manifestazioni in tutto il mondo.
E’ uno dei pochi studiosi in grado di cogliere le sfumature e i significati
dell’arte che ha contribuito alle metamorfosi dell’ultimo secolo.
di Ida Cerosa
■ a incontro per un piacevole,
per me importante, scambio
—' di opinioni.
"Tout court” le chiedo se è convinta,
come insegnante, di avere l'opportunità
di plasmare pensieri e creare orienta¬
menti.
Penso, infatti, che le forme d'arte
d'avanguardia che si spingono verso la
sperimentazione e l'approfondimento di
espressioni artistiche ancora poco co¬
nosciute, spesso rimangono a lungo in¬
sospettate. Collaborano alla diffusione
persone come la Bordini, che hanno la
sapienza e l'intuizione di organizzare
piani di lezioni in cui pongono l'accento
su un'arte, come l'arte elettronica, per
qualcuno ancora estranea.
Le chiedo se, cosi facendo, è consa¬
pevole di stare partecipando alla costru¬
zione della storia dell'arte contempora¬
nea, lezione dopo lezione.
Mi risponde: "Non 'costruisco' la sto¬
ria dell'arte contemporanea, ma inse¬
gnando contribuisco a conoscerla. Cer¬
co di dare agli allievi gli strumenti per
leggerla e per porsi le domande giuste
su quello che succede oggi nel campo
artistico. "
Sono convinta che se non esistesse¬
ro insegnanti con una mentalità aperta
come lei, tanti movimenti artistici rimar¬
rebbero ignorati più a lungo.
I giovani sono pronti ad accettare im¬
mediatamente le nuove proposte, so¬
prattutto se vengono consacrate da un
corso di studio. Sono poi gli stessi che,
una volta finiti gli studi, sono preparati
per approfondire gli argomenti e per
promuoverli.
Sono tante le domande che spesso
mi faccio e a cui vorrei dare risposta
Ho bisogno del suo pensiero per av¬
valorare certi argomenti su cui sto riflet¬
tendo e per un confronto.
Perciò le chiedo ancora.
"Già dalla metà dell'Ottocento si
esponevano opere non completamente
rappresentative della realtà, che aveva¬
no bisogno dell'immaginazione dello
spettatore per poter essere 'finite', ca¬
pite, accettate.
Oggi, sempre di più, si chiede la fan¬
tasia e la partecipazione attiva di chi
guarda.
Per dire come è diventata una pratica
diffusa, mi è addirittura capitato di ve¬
dere un negozio con una vetrina interat¬
tiva. L'eventuale acquirente poteva ve¬
dere gli oggetti esposti riprodotti su
156
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Arte Informatica
uno schermo che faceva da sfondo, e
toccando vari punti di una placca pog¬
giata sul vetro, riusciva a vedere gli
stessi oggetti ruotare e modificarsi.
Riferendosi all'arte, che cosa pensi
delle installazioni, di quelle opere che
vengono proposte prevedendo una per¬
sonale interazione dello spettatore?"
"Le installazioni sono state e sono
delle forme d'arte, delle opere, che in¬
dubbiamente sollecitano, in maniera di¬
versa dal quadro o dalla scultura, l'im¬
maginazione dello spettatore. Tendono
a coinvolgerlo a vari livelli, da quello visi¬
vo a quello corporeo, implicano uno
spazio e un tempo che interagiscono
con lo spazio e il tempo dell'osservato¬
re
Chi guarda e percorre un'installazione
intreccia una relazione con l'opera, sta¬
bilisce un contatto, immaginando, stan¬
doci dentro, sentendola in tutti i sensi e
con tutti i sensi. L'immaginazione fa
parte di questo rapporto in quanto
l'opera non è data e compiuta una volta
per tutte, ma è modificata proprio
dall'esperienza che ciascuno può farne,
m tanti modi diversi, e con elaborazioni
personali diverse; e questo è tanto più
intenso nelle videoinstallazioni, che in¬
troducono nello spazio-tempo delle in¬
stallazioni una pluralità di fuochi d'atten¬
zione, il movimento, i colon, i suoni del¬
le immagini dei monitor.
Naturalmente mi riferisco soprattutto
ad una forma di immaginazione come
modo di riflettere sulle cose, come dato
attivo e critico, non soltanto al 'fantasti¬
care' D'altronde oggi l'arte impone al
pubblico un rapporto complesso, pre¬
suppone una cultura, una disponibilità,
per cosi dire, elaborata e intenzionata,
proprio perche la relazione che l'opera
invita a stabilire si determina a livello
concettuale e critico, non solo contem¬
plativo ed emotivo.
Oggi non si può andare a visitare la
Biennale di Venezia o Documenta di
Kassel pensando di contemplare sem¬
plicemente dei quadri Nessuno lo pen¬
sa più Ci vuole un impegno, un'imma¬
ginazione critica e acculturata, per en¬
trare in contatto con queste opere nuo¬
ve Iche comunque hanno origine nelle
IDA GEROSA
Artista di computer art
E' anche direttore delle pagine per
l'arte in Internet "Artnet-Tentra"
ht'p://www mcil nk.it/mclink/arte
Rei Nano-1993
Avanguardie Stori¬
che...). "
Mi dico e le ri¬
porto, "forse que¬
sto è uno dei moti¬
vi per cui sono po¬
chissimi i critici
d'arte che si sono
avvicinati all'arte
elettronica? Oppu¬
re dipende dalla
difficoltà di com¬
mercializzare que¬
ste opere?"
"Non trovo che
siano pochissimi,
anzi trovo che stia¬
no aumentando
Non pensiamo alla
situazione italiana,
ma anche a quella
a livello internazionale. In realtà gli scrit¬
ti sulla videoarte, sulla computer art...
sono un 'mare infinito' Poi andrebbe
vagliata la qualità. Ma non sono pochi "
"Qui in Italia, ed è anche comprensi¬
bile, al contrario degli altri paesi, l'atten¬
zione dei politici e di gran parte del pub¬
blico è rivolta ai Beni Culturali piu che
allo sviluppo della cultura.
Si mira soprattutto a man¬
tenere e a proteggere i
prodotti dell'arte 'tradizio¬
nale', che non piuttosto
ad arricchire il nostro patri¬
monio artistico attraverso
lo sviluppo dell'arte con¬
temporanea
Pensi che sia possibile ovviare a que¬
sta situazione, e come?"
"Secondo me non ci dovrebbe esse¬
re contraddizione tra l'attenzione all'arte
antica e l'arte contemporanea che van¬
no lette m maniera integrata perché si
rimandano a vicenda.
Nei fatti, soprattutto in Italia, c'e una
tale abbondanza di opere d'arte, un pa¬
trimonio culturale cosi ricco, cosi in pe¬
ricolo per tanti motivi, per cui l'attenzio¬
ne è giustamente rivolta a questa enor¬
me quantità di capolavori ancora addirit¬
tura da catalogare
Comunque, l'arte contemporanea ha
e deve avere un
Non ci dovrebbe essere contraddizione tra l'at¬
tenzione all'arte antica e l'arte contemporanea
che vanno lette in maniera integrata perche si
rimandano a vicenda.
suo spazio istitu¬
zionale. Sembra
che sia molto poco
curata, mentre è
un settore vivo an¬
che se tra molte
difficoltà
Comunque ci
sono dei segnali di
attenzione da par¬
te delle istituzioni,
a Roma, per e-
sempio, la Galleria
Nazionale di Arte
Moderna dovreb¬
be espandersi in
un nuovo Museo
Dennis Adams - 1987
MCmicrocomputer n, 181 febbraio 1998
157
Arte Informatica
per l'arte del XXI secolo. Vi è inoltre la
recente apertura degli spazi della Galle¬
ria Comunale d'arte moderna e con¬
temporanea nelle sale dell'ex Peroni "
"Tutto questo, sulla carta, sembra
importante e genera speranza. Però
sappiamo che nei paesi piu attenti allo
sviluppo dell'arte, come il Giappone,
che peraltro ha una grande tradizione, o
da non molti anni l'Australia, o la nostra
confinante Francia, si costituiscono As¬
sociazioni sostenute economicamente
dai governi locali o da Società sensibili
alla cultura, si organizzano spazi dove
gli artisti, che desiderano accostarsi
all’arte elettronica, possono iniziare a
sperimentare gratuitamente, si creano
aree espositive "
"In effetti in Italia l'arte elettronica ha
pochissimi aiuti, non ha centri di produ¬
zione. non ha musei dedicati specifica¬
mente, e raramente viene musealizza¬
ta. ma comincia a trovare spazio nelle
grandi mostre Iper es. a Palazzo delle
Esposizioni) “
"Non pensi che negli 'incontri' si parli
troppo e si agisca poco?"
"E' vero, può sembrare che ci si parli
un po' addosso, ma tenere vivo un di¬
battito è molto importante D’altra par¬
te per agire ci vuole una convinzione e
uno stimolo che viene fuori dall’esigen¬
za dichiarata di organizzare delle strut¬
ture operative, come ad esempio / cen¬
tri di produzione e centri di visione del
’Centre Pompidou'
Forse si dovrebbe fare un progetto
'utopico 1 e presentarlo da qualche
parte.
Perché no?"
"Forse si dovrebbe proporre non solo
un progetto di esposizione, ma soprat¬
tutto di lavoro come quello del CCI di
Tokyo o dell'ANAT di Sidney in Austra¬
lia."
"Si potrebbe fare Sarebbe interes¬
sante poter proporre al Museo dell'Arte
del 21° secolo di accogliere l'arte elet¬
tronica con una adeguata strutturazio¬
ne. Con una Banca Dati. Forse laborato¬
ri collettivi, aperti, con un ampio respi¬
ro. non l'Atelier in¬
dividuale o la Pic¬
cola Sovvenzione
Bisogna pensare in
grande.
Comunque in
Italia l'interesse
dello Stato per l'Ar¬
te Contemporanea
è in genere caren¬
te.
Al di là di queste
discussioni l'arte
elettronica ha biso¬
gno di laboratori
con una strumen¬
tazione idonea, co¬
me quello di Mont
Beliard, per esem¬
pio. Sia per gli arti¬
sti che per gli stori¬
ci dell'arte.
E' un settore
che ha bisogno di
un'attrezzatura un
po' particolare per esistere e per espli¬
carsi veramente "
"Tra l'altro solo pochi possono arriva¬
re a fare 'post produzioni' costosissi¬
me."
"Infatti gli artisti italiani che hanno un
nome internazionale, o lavorano fuori
d'Italia oppure hanno il supporto di una
grande struttura. Per esempio Plessi la¬
vora m Germania e Sasso ha lavorato m
RAI. dove ha potuto utilizzare la poten¬
te attrezzatura di quell'Ente. "
Una piccola pietra
"Ma passiamo ad un altro argomen¬
to più teorico. Tenendo conto della tua
professione, in rapporto all'arte, pensi
di appartenere all'onda che ha contri¬
buito ai cambiamenti spirituali, materia¬
li e soprattutto visivi?"
"In maniera molto limitata, anche se
ognuno porta la sua piccola pietra' alla
costruzione.
Si. certo, significa contribuire a qual¬
che cosa
L 'arte ha sempre una dimensione
critica oltre che estetica, soprattutto
quella del nostro secolo Si pongono
dei grossi problemi sulla sua stessa de¬
finizione, ruolo, funzione e sui rapporti
con la società, anche se indirettamen¬
te
Senz'altro l'arte è quel settore della
vita che maggiormente aspira a far sì
che le persone prendano coscienza di
se stesse e dei problemi Ora non so
se l'arte elettronica ha contribuito ad
una trasformazione dell'atteggiamento
mentale. Forse in una cerchia molto
ristretta di persone.
C'è un fatto che va ricordato, la vi-
deoarte agli inizi, parlo della fine degli
anni ‘50. comincia proprio con una for¬
te carica ideologica come critica alla te¬
levisione ufficiale, ai suoi programmi, ai
suoi stereotipi, una critica ideologica
che ha un contenuto etico forte che.
secondo me. in seguito si è abbastan¬
za spenta. Infatti quasi non viene più ri¬
cordata, oggi.
Quindi questa trasformazione del
mondo di cui tu parli, questo atteggia¬
mento mentale e questa apertura verso
il futuro, non la riscontro molto, non mi
pare sia nella cultura di oggi che, anzi,
fino a ieri era definita postmoderna pro¬
prio perché ha cessato di proiettarsi
verso il futuro. Al contrario di quanto è
avvenuto fino a pochi anni fa "
"lo, invece, sono convinta che in
questo secolo abbiamo assistito ad
una trasformazione, ingovernabile da
fuori, che ci ha spinto a vivere e a ra¬
gionare in maniera completamente di¬
versa. Lo dobbiamo all'informatica e al
cambiamento della comunicazione, do¬
ve inserirei anche l'arte, proprio per la
sua forte carica di espressione e di in¬
fluenza nella società
Dicevi, solo la coscienza critica delle
persone è in grado di cambiare il mon¬
do?"
"Ouando tanti anni fa partecipavo al¬
le riunioni politiche, uno slogan era 'La
rivoluzione comincia da se stessi ' Il
cambiamento comincia da se stessi ed
è soprattutto culturale
L'input che dà l'arte al cambiamento
è importantissimo, ma non bisogna
farsi illusioni perché la sua circolazio¬
ne. la sua comprensione è spesso
ostacolata dal sistema di comunicazio¬
ne dominante che tende sia ad una ba¬
nalizzazione del rapporto tra arte e
pubblico sia alla sua risoluzione in ter¬
mini commerciali
E lasciando quei 'buchi' di cui parla¬
vamo, cioè la mancanza di laboratori,
di spazi espositivi idonei, è tutto affida¬
to all'iniziativa, nel bene e nel male,
delle gallerie e della critica militante "
Lung Pulmao - 19851987
158
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Arte Informatica
L'input che dà l'arte al cambiamento è importantissimo, ma non bisogna
farsi illusioni perché la sua circolazione, la sua comprensione è spesso
ostacolata dal sistema di comunicazione dominante che tende sia ad una
banalizzazione del rapporto tra arte e pubblico sia alla sua risoluzione in
termini commerciali.
Quale il futuro dell’arte
elettronica?
"Ora una domanda all’apparenza mol¬
to semplice, in realtà molto complessa.
In questo periodo storico, io vedo l'ar¬
te elettronica incunearsi con molta forza
negli spazi occupati fino a ieri dall'arte
tradizionale, nonostante la "resistenza"
di noti critici e di operatori d'arte.
Tu senti l'evolversi delle cose alla
stessa mia maniera?"
"lo vedo l'arte elettronica vagamente
indebolirsi
E' iniziata con quell'aspirazione ideolo¬
gica di cui parlavamo prima e con la de¬
nuncia della cattiva qualità dei messaggi
della televisione, ma ha anche immedia¬
tamente iniziato una ricerca sul linguag¬
gio dei mezzi elettronici, cioè delle po¬
tenzialità del video e del computer che
gli artisti hanno analizzato e verificato in
una pluralità di esperienze
Oggi c'è un certo manierismo su tutto
questo, si sono acquisiti certi dati so¬
prattutto sul linguaggio e sulla speri¬
mentazione. Sono passati inoltre dalla
pubblicità al cinema. Certo questo è uno
scambio vivace, però non è quella forza
prepositiva che la videoarte ha avuto ne¬
gli anni '60 con il suo intrecciarsi con
forme d'arte tradizionali ma anche nuo¬
ve come, ad esempio, le performance,
gli happening, ecc.
C'è in negativo una ripetizione, men¬
tre in positivo una continuità e forse un
approfondimento di certe acquisizioni
già avute
Sicuramente darà altri frutti, ma in
questo momento non siamo in una fase
di grandi invenzioni, Forse siamo in una
fase di riflessioni "
"Anch'io penso che siano finiti (final¬
mente!) i tempi in cui si doveva dimo¬
strare, attraverso l'arte, le possibilità dei
mezzi.
Allora è stato un momento di forte
scossa al sistema tradizio¬
nale, oggi abbiamo supera¬
to la sperimentazione e
possiamo abbandonarci al¬
le emozioni e. forti delle
capacità tecniche ormai ac¬
quisite, lasciarci andare alla
ricerca di soluzioni atte a
rappresentare il nostro essere."
"Con i mezzi ti ci confronti sempre.
Abbiamo superato il momento in cui il
mezzo era uno stimolo potente per
esprimersi, è stato acquisito. Ma ancora
non si sa che cosa ne uscirà fuori. Può
Inslradarte Lisa
anche essere che questo mezzo si sia
esaurito. "
"Non è possibile. E' come dire che si
è esaurito l’essere umano, l'artista, la
sua immaginazione E' sempre la perso¬
na che guida ed adopera la macchina,
che non lavora da sola.
Pensa come sia stata innovativa la
tecnica dell'olio. Sconosciuta prima del
'400, dal suo apparire ad oggi sono sta¬
te create tante opere, ognuna straordi¬
naria e diversa dalle altre Le hanno rese
cosi la personalità, la 'genialità' dell'arti¬
sta e non la tecnica in se stessa o il fa¬
scino della novità "
"Diciamo le stesse cose Non è la
tecnica a determinare la qualità dell'ope¬
ra, ma l'artista e la cultura cui partecipa.
Tuttavia la tecnica non è un fattore neu¬
tro e privo di significato; è un insieme di
elementi, gesti, materiali, invenzioni e
Sono convinta che l'artista cerca oggi nelle
macchine "intelligenti" il rispecchiamento del¬
le proprie inquietudini, dei propri sentimenti.
Forse per la ricerca di quella "umanità " che
sembra sia andata perduta.
pulsioni, storicamente determinati e via
via interpretati dagli artisti Nel caso
nell'arte elettronica ci si è confrontati
con i mezzi di comunicazione più impor¬
tanti della nostra epoca tconsiderati
strutturalmente non artistici, come già
era stato agli inizi della fotografia), e se
ne sono tratti stimoli importanti..
E' stato un analizzare, utilizzare un
nuovo linguaggio, anche se dietro c'è
sempre l'artista.
Vedremo che faranno in futuro gli arti¬
sti... "
Silvia Bordini è una donna, una storica
dell'arte intelligente, colta, da cui c’è
sempre da impara¬
re. Le sue parole
per me sono state
importanti stimoli
di riflessione.
Vorrei perciò
concludere con
una considerazio¬
ne.
Sono personal¬
mente convinta
che in genere per
tutti noi è molto
difficile accorgerci
dei cambiamenti a
cui assistiamo ogni
giorno.
Tutto sembra
consequenziale e
normale Solo poi.
in alcuni momenti
di "pausa", quasi all'improvviso, ci ren¬
diamo conto che siamo cambiati noi e
tutto attorno a noi. E siamo trascinati
dalla nostalgia verso qualcosa che ricor¬
diamo con affetto, ma che non esiste
più.
Quei momenti diventano quasi attimi
di panico, poi ricominciamo a partecipa¬
re alla costruzione di un nuovo universo
culturale per ritrovarci, in un'altra circo¬
stanza, meravigliati di quanto e accadu¬
to attorno a noi.
La mia impressione e che un giorno,
non so quando, tutti avranno assorbito e
vedranno quella nuova estetica che oggi
stiamo creando, analizzando, approfon¬
dendo.
E sarà assolutamente normale, tanto
che guarderanno indietro con molto di¬
stacco. estranei.
Non ci sarà più la sorpresa della no¬
vità, ma ci saranno opere "mature", in
grado di esistere al di là dello stupore
della tecnica. Sono convinta che l'artista
cerca oggi nelle macchine "intelligenti"
il rispecchiamento delle proprie inquie¬
tudini, dei propri sentimenti. Forse per
la ricerca di quella "umanità" che sem¬
bra sia andata perduta. /se
MCmicrocomputer n, 181 - febbraio 1998
159
r Informatica
, e Architettura
a cura di Paolo Martegani
e Riccardo Montenegro
Inviate le vostre let tere pei posta alla redazione indicando il ti tolo della rubrica 'Informatica e Architettura" o direttamente ai
curatori via e-mail: yvcii;eoan^ ! ur.iro-- aj r -
Architettura in Rete
Il sito di Richard Meier _
|http//www.richardmeier.comr(
Iniziamo da questo numero la segnalazione di pagine weh dedi¬
cate alla progettazione; professione, tecnologia, protagonisti, stona
e cultura.
Apre questa rassegna il sito dello studio professionale di uno dei
maggiori architetti americani contemporanei. Richard Meier II9341.
già esponente negli anni Settanta del gruppo newyorkese dei "Pive
architects" (con Eisenman, Graves. Gwathmey. Heidukl Usilo, che
si presenta con una grafica forse troppo scarna, offre una breve no¬
ta biografica di Meier e un dettagliato elenco di libri a lui dedicati;
seguono poi la rassegna dei lavori recenti e di quelli piu datati; ogni
opera è corredata da una foto e da una scheda illustrativa. Al mo¬
mento della nostra visita il numeratore segnava 23 200 visitatori.
Richard Meier Airhitfct
Cosa succede
Immagini di archeologia industriale in mostra a Torino
Rimarrà aperta fino al 22 febbraio la mostra promossa dalla Fon¬
dazione Italiana per la Fotografia di Torino e dedicata alle immagini
dell'archeologia industriale torinese dal titolo "Cattedrali del lavo¬
ro. architettura industriale in fotografia". Frutto di una ricerca ap¬
passionata di cinque fotografi IB Biamino. D. Giordi. R. Goffi. M.
Guglielminotti e S Roggero) che hanno condotto per la Fondazio¬
ne una accurata ricognizione delle aree industriali di Torino ora di¬
smesse. la mostra offre un vivido affresco di antichi luoghi di lavo¬
ro la cui dignità architettonica è stata riconosciuta dai vincoli posti
a queste aree dalla Sovrintendenza per i Beni Ambientali e Archi¬
tettonici del Piemonte. L'esposizione 6 stata curata da Stefania
Taroni e Antonio Zanda
L'antica Basilica di Torcello illuminata ad arte
Risalente all'XI secolo (ma costruita su preesistenze del VII se¬
colo) la Basilica di Torcello si offre ai suoi estimatori sotto una luce
nuovissima E stato portato a termine, infatti, il progetto di un nuo¬
vo impianto di illuminazione curato da Cesare Feiffer del Politecni¬
co di Milano e don Gianmatteo Caputo della Curia Patriarcale di
Venezia; l'impianto è stato realizzato dalla Reggiani Illuminazione
che ha utilizzato una serie di proiettori a fascio di intensità regola¬
bile. "Sun Light". che permettono una particolare flessibilità di uti¬
lizzazione a seconda delle parti da illuminare e delle diverse funzio¬
ni liturgiche.
Le architetture neo-organiche di Raili e Reima Piotila in mo¬
stra in Italia e in Rnlandia
Indicati come i principali continuatori delle idee del maestro Al-
var Aalto, gli architetti finlandesi Radi e Reima Piotila mostrano le
loro opere in due esposizioni presso la Torre Colombera di Cerro
Maggiore vicino Varese Ichiusa il 31 gennaio) e a Helsinky nelle sa¬
le del Museo dell'Architettura (dal 28 gennaio al 15 marzo) La mo¬
stra italiana è stata curata da Pier Moro e Vincenzo Pavan.
160
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Informatica e Architettura
Realismo o astrazione?
Tra il messaggio grafico e l’architettura esiste uno scarto irriducibile. Quando que-
st’ultima non è ancora costruita ma solo illustrata attraverso immagini tridimensionali
si corre il rischio di renderla inadeguata: spiegandola in modo puntigliosamente
orientato verso la simulazione della realtà, o rendendola misteriosa e complicata attra¬
verso l’uso di tecniche astratte.
di Ruggero Lenci
Ogni qualvolta si intraprende un pro¬
getto di architettura è necessario, pur ri¬
manendo profondamente se stessi, ri¬
flettere a lungo sul tipo di committenza a
cui ci si rivolge onde evitare di veicolare
le proprie idee con strumenti non idonei
al raggiungimento degli obiettivi prefis¬
sati. Capita spesso di trovarsi nel dubbio
se gli strumenti rappresentativi che si
stanno utilizzando siano efficaci per illu¬
strare un progetto in fieri, oppure se me¬
glio non sia affidarsi ad un'altra modalità
di rappresentazione: più realistica o piu
astratta o facente uso di un diverso lin¬
guaggio (la realtà non ha bisogno di lin¬
guaggi, mentre i linguaggi sono astrazio¬
ne).
Ritengo che tali dubbi accompagnino
costantemente il fare di quegli architetti
che vedono nel progetto e nella sua rap¬
presentazione non solo uno strumento
di uso professionale, ma anche un meto¬
do di indagine teorica dei contenuti e
delle espressioni architettoniche in rela¬
zione all'evoluzione dei modi di vita del¬
l'uomo. Al realismo sembrerebbe corri¬
spondere il fare professionale mentre al¬
l'astrattismo quello teorico.
Ne consegue che se, in genere, gli
studi professionali tendono a fare uso di
immagini realistiche, i ricercatori di nuo¬
ve teorie rifiutano l'immagine imitativa
per affidarsi alle numerose possibilità of¬
ferte dalla ricerca di una rappresentazio¬
ne astratta. Questo era valido sia ieri con
il metodo manuale, che oggi con il com¬
puter
L’arte dell’Immagine
Va tenuto conto che per i fautori della
sperimentazione grafica e linguistica il
mondo reale è riduttivo perché offre una
sola possibilità, quella di avvicinarsi
quanto piu possibile a simulare una si¬
tuazione esistente, mentre l'astrattismo
promette di piu perché apre alla ricerca
di una vasta gamma di linguaggi espres¬
sivi, molti dei quali ancora ignoti.
Se pensiamo che il computer è ancora
agli albori (è solo da un decennio che si
può scegliere tra la prospettiva disegna¬
ta a mano e il rendering elaborato al
CAD) si comprende che solo da poco è
possibile iniziare a parlare di ricerche di
linguaggi astratti, dei nuovi ...ismi rap¬
presentativi dell'architettura elaborati
con gli strumenti elettronici (ovvero dei
cad . ismi). Questi sono gli aspetti che
oggi affascinano specialmente i giovani
architetti i quali, in mancanza di progetti
da pensare in dettaglio per essere realiz¬
zati, hanno il tempo per lavorare di im¬
maginazione e sostituire l'impura arte
dell'architettura (con le sue regole, i suoi
tempi lunghi e i suoi scontri con la
realtà), con la pura arte dell'immagine di
sintesi architettonica (che, una volta im¬
parato il programma, è praticamente im¬
mediata).
Ritengo sia giusto osservare che se da
un lato il professionista è più attratto da
modalità espressive di tipo realistico,
perché ritenute più utili sia come stru¬
menti di lavoro che a far capire fino in
fondo il proprio progetto ad una commit¬
tenza con intenzioni realizzative, un ar¬
chitetto teorico, un giovane o anche un
accademico, tenderanno a ricercare tra i
diversi metodi disponibili (non è più una
questione di solo software) un'espres¬
sione più consona al proprio fare, che
difficilmente sarà quello realistico, liqui¬
dato quasi sempre come troppo com¬
merciale. Tutto ciò, è ovvio, vale sia per
il disegno manuale che per le rappresen¬
tazioni tridimensionali ai computer.
La natura del progetto
Facciamo un esempio. Nel caso di un
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
161
Informatica e Architettura
progetto di concorso bandito da un ente
non proprietario delle aree, la cui even¬
tuale realizzazione si prefigurerebbe, se
mai. lontana nel tempo (ovvero del clas¬
sico concorso di idee tipico del nostro
paese) ritengo sia controproducente pro¬
durre immagini troppo realistiche che il¬
lustrano chiaramente il funzionamento
del progetto. Molto meglio sarebbe pre¬
sentarsi con dei rendering studiati per
produrre un particolare effetto astratto,
naturalmente a lungo meditato e ricerca¬
to. che informa il progetto circa la propria
natura ancora volutamente approssimati¬
va Non va quindi fatto l'errore di mo¬
strare di avere capito tutto (di essere piu
realisti del re. ovvero dell'ente banditore)
ne quello di essere in grado di fornire un
prodotto quando non vi è ancora alcun
compratore che lo desideri, anzi, quando
il prodotto mette in imbarazzo e spaven¬
ta perche non esistono le condizioni per
porlo in essere. Meglio appellarsi alla vo¬
glia di astrazione del lettore più che alla
sua capacità di messa a fuoco. Un pro¬
getto presentato m modo eccessiva¬
mente realistico e puntuale, in tali circo¬
stanze di poca chiarezza, verrebbe mes¬
so in ridicolo tanta è l'impotenza a poter¬
lo realizzare Verrebbe invece premiato il
progetto vago, spesso irrealizzabile, per¬
ché sarà più facile poi avere le mani libe¬
re dicendo: era solo una vaga idea Ma
conosciamo bene queste abitudini che,
se non altro, sono utili a non costruire
troppi edifici sulla nostra penisola.
Ma come si può costruire un progetto
su un'immagine a priori? Si è ancora ar¬
chitetti quando, senza effettuare un ap¬
profondito esame delle richieste pro¬
grammatiche, si inizia a pensare all'im-
magine che il progetto dovrà avere per
quella determinata occasione, superan¬
do ogni dato reale in funzione di tale vi¬
sione spesso saccheggiata da qualche
precedente ..ismo architettonico? Que¬
sto approccio, che non chiameremo vi¬
sionano ma immaginifico (perché visio¬
nano è una parola troppo ricca e com¬
plessa, che implica scelte di nuovi modi
di vita dai quali scaturisce la nuova archi¬
tettura) è oggi in auge grazie alle grandi
possibilità che scaturiscono dall'uso del
computer
Il paradosso è che spesso ad un'archi¬
tettura molto indagata e complessa cor¬
risponde un'immagine realistica (e quin¬
di meno ricca di fascino e mistero) per¬
ché si è in grado di mostrare le singole
parti che la compongono, mentre ad
un'architettura meno indagata corrispon¬
de un'immagine più astratta che integra
l'architettura con gli effetti scenografici
del programma sino a superarla E molti
si persuadono, sbalorditi, di fronte all'im¬
materialità del riflesso (oggi l'immateria¬
lità è vincente), al gioco delle trasparen¬
ze. alle superba irreali prodotte, quasi
sempre in sintonia con la poca voglia di
realizzare l'opera.
Tali progetti, scenograficamente com¬
plessi. non sempre sono privi di idee ar¬
chitettoniche A volte anche l'idea archi¬
tettonica c'e, è articolata, realizzabile e
realmente interessante in questi casi,
però, avviene sempre più di frequente
che le immagini di sintesi non sono solo
i rendering per la presentazione finale,
astratti e persuasivi, ma anche gli studi
intermedi, che poi sono i veri strumenti
necessari ad elaborare e misurare il pro¬
getto nelle sue componenti spaziali,
Lo spirito del tempo
A questo punto mi chiedo. A cosa ser¬
vono le immagini tridimensionali di un
progetto di architettura? A tre scopi 11 a
progettare, quindi sono utili nella fase
del lavoro e devono mettere in mostra
gli aspetti critici dell’idea al fine di poter¬
vi apportare quei miglioramenti di volta
in volta necessari: 2) a persuadere il
committente o una giuria di concorso
sulla validità del proprio operato: 3) a
informare l'impresa appaltatrice con
un'immagine tridimensionale sul come
dovrà apparire l’edificio una volta realiz¬
zato.
In un momento in cui si costruisce po¬
co. questa ultima fase e spesso assente
nei pensieri di molti architetti. Inoltre, se
la realizzazione dell'opera non e il fine ul¬
timo del processo progettuale (che vede
per alcuni il suo scopo nel progetto per il
progetto) non diventerebbe neanche im¬
portante addivenire ad una verifica di tut¬
ti gli aspetti spaziali del progetto, e quin¬
di non servirebbe più, in questo senso,
la prospettiva o l'assonometria di verifica
del lavoro in corso d'opera Lo spirito del
162
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Informatica e Architettura
In libreria
LE CORBUSIER Architecte/Artiste
Infinitum Publications Franca
42, Avenue Bugeaud 75116 Paris
E-Mail: 101320,1323@Compuserve
Infinitum Publications Franca e Editoriale
Domus presentano un interessante CD¬
ROM realizzato in collaborazione con la
Fondazione Le Corbusier. L'opera, che é il¬
lustrata in modo approfondito anche in In¬
ternet (http://www.infinitum-pubblica-
tion.fr). rende in forma interattiva la natura
multidisciplinare dei lavori noti e meno noti
del Maestro
Il CD prevede entrambe le piattaforme: PC
e Mac. E' bilingue: francese e inglese. La
quantità e la ricchezza del materiale sono
straordinari: oltre 3000 immagini, testi e vi-
tempo fa il resto, e dato che oggi nell'a¬
ria c’è voglia di immaterialità e traspa¬
renza, si rende preferibile un'immagine
con tali caratteristiche piuttosto che
un'altra più tronfia perché pedantemen¬
te corrispondente al vero. Oggi il model¬
lo del bel mondo reale, tutto ordinato e
pittoresco, non è piu, da molti, conside¬
rato attraente né a livello di immagine di
sintesi né come stile di vita.
In conclusione, sembra che la grafica
tridimensionale in architettura sia desti¬
nata ad avere una propria specificità lin¬
guistica, che non è quella imitativa della
"natura" o delle sembianze umane (ab¬
biamo visto come sono scoraggianti i
tentativi operati in tal senso, cartoni ani¬
mati inclusi) ma quella della ricerca di
una contemporaneità di linguaggio, sicu¬
ramente molto più ricca e articolata.
Esattamente come è avvenuto nel re¬
cente passato con gli ...ismi pittorici e ar¬
chitettonici Voglio dire che si apre, per
l'immagine computerizzata, una stagio¬
ne di linguaggi di rappresentazione grafi¬
ca, con la creazione di molteplici tenden¬
ze di cui quelle realista e astrattista mar¬
cano solo i due filoni pricipali, come lo è
stato nelle stagioni impressionista ed
espressionista, in quelle razionalista e or¬
ganica.
deo Per la sua realizzazioni e sono stati
consultati un grande numero di archivi e
centri studi con l'intento di fornire agli stu¬
diosi un'opera realmente esaustiva sul la¬
voro di L.C. Il prodotto che è di qualità deci¬
samente elevata si rivolge ad un mercato
professionale ed accademico, ma può inte¬
ressare senza dubbio anche i cultori dell’ar¬
te, dell'architettura e del design.
Molto curata la grafica che suggerisce ed
accompagna la consultazione ipertestuale
veramente duttile e ricca di piccole inven¬
zioni.
Il corposo contenuto è organizzato in diver¬
se categorie.
- "architecture & urbanisme" presenta un
indice dei progetti con la possibilità di una
selezione cronologica, alfabetica o tipologi¬
ca. Fornisce informazioni sui luoghi e le da¬
te. Permette la consultazione, per le varie
opere, di numerose illustrazioni, relative ol¬
tre che ai disegni ed ai plastici, a fotografie,
d'epoca e recenti, in bianco e nero ed a co¬
lori.
- "cartes": un mappamondo fornisce la lo¬
calizzazione dei progetti nei vari Paesi e ne
permette il lancio della scheda relativa con i
testi e le immagini.
- "vie”: biografia associata ai progetti, alle
opere artistiche ed agli scritti, illustrata con
foto tratte dall'archivio personale dell'archi¬
tetto.
- "diaporama" una applicazione multimediale
Forza e debolezza
Da ultimo non va dimenticato che stia¬
mo parlando di architettura e quindi l’im¬
magine cartacea o sui fosfori dovrebbe
avere valore solo in relazione alla validità
dell’opera realizzata Leggasi: in questa
disciplina ogni sforzo andrebbe fatto per
rendere migliore il prodotto del nostro la¬
voro di architetti, che è e rimane la qua¬
lità dello spazio e dell'ambiente dell'uo¬
mo.
Pertanto, se tramite lo sviluppo del¬
l'immagine astratta vi è uno stimolo a
produrre un'architettura coerente con il
pensiero dell'ideatore, con i fruitori e con
se stessa, allora ben venga una ricerca
in tal senso, ma vorremmo vederne di
tanto in tanto anche in Italia la realizza¬
zione per misurarne dal vivo le corri¬
spondenze.
Se è invece l'immagine realistica di
un'architettura inserita e ambientata in
un contesto lo strumento più utile a co¬
gliere e a illustrare i punti di forza e di
debolezza di un progetto, allora ben ven¬
ga l’uso di questa tecnica. Ma con un'av¬
vertenza: non superare l'architettura con
l'astrattismo accattivante, scenografico,
poco indagato, solo persuasivo e fine a
se stesso: non spingere troppo su im¬
che permette la selezione delle immagini e la
loro organizzazione in sequenze personalizza¬
te.
E ancora: "liste des projets". "ouvre plasti-
que". "écrits". "diagrammo chronologi-
que". "entretiens" e "Fondation Le Corbu-
sier".
Per concludere un'opera interessante che
ciascuno di noi desidererebbe avere nella
propria biblioteca multimediale. Un pizzico
di rammarico per la confezione cartacea
che nel suo insieme non raggiunge il livello
qualitativo del CD Aspetti marginali che
un'opera come questa, destinata a durare
nel tempo, potrà progressivamente miglio¬
rare.
(P.M.)
magmi fotorealistiche da prodotto indu¬
striale ed eccessivamente professionali
in una fase preliminare del progetto,
mantenendo la propria concezione teori¬
ca ad una soglia di definizione ancora in
fieri, allo stadio di un'opera aperta a pos¬
sibili cambiamenti.
Ma ricordiamoci che è sempre più dif¬
ficile, con l'aumentare della complessità,
trovare giustificazioni a qualsiasi metodo
di lavoro in assenza delle architetture co¬
struite che dimostrano, senz'altro me¬
glio delle parole, la propria validità
Le immagini che illustrano questo arti¬
colo mostrano il progetto per la Realizzazio¬
ne di 18 alloggi nel comune di Venezia - Fava¬
ro Veneto “ 119971 per la cui esecuzione sono
stati incaricati gli architetti Ruggero Lenci e
Nilda Valentin, per le immagini Cad ha colla¬
borato Stefano Catalano.
Il progetto, in corso di realizzazione a cura
della cooperativa CO.t.P.E.S. in un'area desti¬
nata a zona di espansione di iniziativa pubbli¬
ca. ha carattere di sperimentazione essendo il
risultato dell'applicazione degli studi tipologici
premiati al concorso europeo EUROPAN 1
promosso, per l'Italia, dal CER e dall'ANIACAP
nel 1989
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
163
^Informatico e Architettura ^
Modelli virtuali:
omologazione e/o caratterizzazione
In Internet, una raccolta di
immagini di sintesi, tratte
dagli interni di modelli vir¬
tuali di architetture famose,
risultato di una sperimen¬
tazione didattica, offre
spunti per riflessioni volte
a migliorare questa tecnica
di comunicazione dell'ar¬
chitettura.
di Paolo Martegani
Dal 1996, nel Corso di Architettura de¬
li Interni della Facoltà di Architettura di
orna Tre, è in corso una sperimentazio¬
ne didattica basata sull'uso programmati-
co della modellazione solida e di Internet.
L'operazione prevede tre passaggi in se¬
quenza svolti da parte degli studenti, or¬
ganizzati in gruppi:
- lo studio di un interno, scelto tra un
elenco ordinato cronologicamente che
annovera vari esempi, la maggior parte
dei quali molti noti;
- all’analisi segue l'elaborazione del
modello digitale;
- del modello si selezionano punti di vi¬
sta particolarmente significativi, dei quali
si ricavano immagini, che, opportuna¬
mente trattate, costituiscono la base per
la redazione di pagine web complete di
testi didascalici, descrittivi e talvolta criti¬
ci. I gruppi di lavoro eleggono al proprio
interno un "web master " che consegna
o invia in e-mail alla casella del corso il la¬
voro progressivamente preparato II cor¬
po docente si attiva per inserire nel set¬
tore, denominato "Didinet", didattica in
rete, il progressivo evolversi delle elabo¬
razioni dei singoli lavori, all’interno del Si¬
to AaPS (Architettura alla Piccola Scala).
L'impegno di tutti e l'entusiasmo di alcu¬
ni produce come risultato una banca dati,
aperta e in progressivo arricchimento,
che offre un grande numero di immagini
digitali e presenta una sintesi dell'evolu¬
zione dell'architettura degli Interni negli
ultimi decenni.
I risultati di questo lavoro sono visibili
in Internet all'indirizzo: http://www.
uniroma3.it/aaps/sta/0 aps.html alle
voci: Didinet e Interni.
Didinet: didattica in net
A distanza di qualche tempo dall'inizio
di questa operazione sono possibili ed
opportune alcune considerazioni. Ad
esempio riguardo ad una certa similitudi¬
ne tra i modelli elaborati dai vari gruppi.
Anche se si tratta di architetture firmate
da architetti talvolta molto distanti in ter¬
mini di linguaggio, i risultati appaiono
piuttosto assimilabili. Evidentemente il
fenomeno è conseguenza da un lato del¬
l'uso del mezzo, dall'altro della scelta del¬
le opere e ancora del formato grafico con
il quale. GIF o JPG, le immagini vengono
tradotte per essere introdotte in Rete E'
evidente infatti che la realizzazione di mo¬
delli virtuali di architetture, di interni e
non. si scontra con le difficoltà che sono
connesse alla relativa elaborazione. Da
qui la scelta frequente di opere semplici,
che abbondano di ampie superfici piane:
semplificazione fatale per la personalizza¬
zione. Un altro aspetto è legato ad una
certa approssimazione con cui i vari am¬
bienti vengono rappresentati. Il tempo,
poco; la capacità operativa della macchi¬
na, non eccezionale; infine l'esperienza
164
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Informatica e Architettura
a
che in questo settore non ha ancora for¬
nito dei riferimenti guida sicuri e convin¬
centi, giocano un ruolo sicuramente ne¬
gativo. Come del resto la difficoltà a co¬
gliere lo spirito delle finiture, dei tratta¬
menti dei materiali, dei colori e le relative
caratteristiche di riflessione; sono altret¬
tanti elementi che tendono ad appiattire
le varie interpretazioni, che quindi finisco¬
no per assomigliarsi troppo.
Personalizzare
Alcuni elementi suggestivi ed interpre¬
tativi dello spazio architettonico quali le
condizioni di illuminazione, sia naturale
che artificiale, rappresentano una delle
strade da seguire per la ricerca di una
personalizzazione dell'opera in grado di
rendere e comunicare il carattere e gli in¬
tenti espressivi del progettista. Alcuni
esempi di luce naturale diretta, dramma¬
tizzata dalle ombre portate dalle riparti¬
zioni delle bucature, o effetti di controlu¬
ce con relativo alone raggiungono livelli
Nella pagina a fianco.
In allo, la Gallery da cui è possibile selezio¬
nare le varie vedute della Villa Savoye di Le
Corbusier La pagina contiene i nomi degli
autori delle immagini e una breve scheda
sull'opera architettonica
In basso a sinistra, Villa Savoye, Le Corbu¬
sier, Poissy 120 km da ParigiI 1930 Elabo¬
razione virtuale. Claudio Miele, Fabrizio
Consoli, Ludovica Ferrano, Alice Filìppucci.
Tania lacone
In basso a destra. Chiesa della Luce, Tad-
dao Ando. Ibaraki, Osaka, Japan, 1989 Ela¬
borazione Annalisa Terlizi, Sabrina Capriot-
ti. Alessandra Del Bianco. Ester Fanali
In Questa pagina
In alto. Tom's Loft. Peter Eisenman e Fa-
ruk Yorgancioglu, New York, 1987 Elabora¬
zione Andrea Tartaglia, Marco Cosciotti,
Gianluca traci, Paola Chiaselotti
Al centro, Kaufmann House, Richard J
Neutra, Palm Sprmgs, Cahtorma, 1946
Elaborazione Paola Tancredi, Alessia Mari¬
nelli. Anna Rita Petrungaro, Irene Picardo
In basso. Casa Farnsworth, Mies Van Der
Rohe, Plano, Illinois, 1948
Elaborazione Paolo Mezzalama, Ludovica
Di Falco. Emanuela Sciattella
dei risultati si potranno eliminare riducen-
do il campo di indagine e la conseguente
re-interpretazione digitale.
Di ciascuna opera potrebbero indivi¬
duarsi le parti, più significative, sulle qua¬
li approfondire l'indagine, fino a cogliere
lo spinto originario, inserendo tali porzioni
nell'insieme trattato con un livello di ap¬
profondimento minore. In pratica esem¬
plificando in alcune parti lo spirito del tut¬
to. Un'altra verifica è legata ad una prova,
attualmente in corso di svolgimento, che
sposta l’interesse dall'architettura all’in-
dustrial design ambientato. Singoli ele¬
menti d'arredo, opera di progettisti di in¬
discussa capacità, vengono re-mterpreta-
ti in forma digitale con un modello tridi¬
mensionale renderizzato. Questo infine
viene opportunamente "ambientato" uti¬
lizzando e provando le varie tecniche.
Quando, tra qualche mese, si avranno
i primi risultati, ne sarà dato conto, sem¬
pre su queste pagine.
talvolta di notevole interesse.
Guai tuttavia ad esagerare con gli ef¬
fetti speciali. Questi tendono a divenire
protagonisti e a nascondere lo spazio ar¬
chitettonico togliendogli il ruolo centrale
che gli compete. È nell'equilibrio delle
varie presenze, con il giusto ruolo giocato
da ciascuna di esse, che si può cogliere
la personalità del progettista. Evidenziare
alcuni aspetti, ma non stravolgere l'impo¬
stazione dell'insieme.
Verifiche in corso
Piu è ampio lo spazio esaminato, più
aumentano le difficoltà per una sua ana¬
litica interpretazione. E pertanto ragione¬
vole supporre che molti degli inconve¬
nienti relativi ad una certa omologazione
9 - SCORCIO DELLO
SPAZIO STUDIO
D« queste immotine #’
percepibile come 1 ' idea di
Mks tosse quella di creare
un mero o«et©
geometrico. stacca© dal
suolo e assolutamente Ubero
nel suo spazio memo 11
principio della copertura e
del solalo sospeso si lega
coni* invenzione strutturale
le pareo di castano sono
interrotte da otto pilastri in
acciaio dipinti di bianco, che
permettono la levitazione del
volarne del terreno rendealo
metafisico l'incontro con U
ricco sio naturale della
forestt di Plano nell'
MCmicrocomputer n, 181 - febbraio 1998
165
Premiata l'ATtesa
di Raffaello De Masi
coordinamento di Andrea de Prisco
Ed eccoci arrivati al numero cinquanta,
corre l’anno di grazia 1986, mese di mar¬
zo, e la rivista raggiunge le duecento pa¬
gine. Grandi festeggiamenti in redazio¬
ne, con gozzoviglie e scene da bacca¬
nale che vedono mm in prima linea E la
rivista offre, in copertina, l’immagine del-
l’AT con tanto di HD di serie, macchina
questa che inaugurerà la perversa ten¬
denza, oggi tanto diffusa da essere consi¬
derata normale, del sempre piu rapido av¬
vicendarsi dei modelli e delle prestazioni.
Ma procediamo con calma; e interessante
leggere l’editoriale di Paolo Nuti; in questo
scritto PN m parte ci azzecca e in parte ci
sbaglia di grosso Sbaglia Iquantoque bo¬
nus .) immaginando un Amiga come un com¬
puter quasi di un altro universo, dedicato, sono
parole sue, allo small business, e definendolo il
piu avanzato e intelligente computer mai realiz¬
zato nella storia dell'home (passi pure) e del per¬
sonal, capace di rimettere in discussione tutti i
giochi. Indovina quando dice che ormai la valanga
PC è divenuta inarrestabile
Difficile, in quel periodo, immaginare quale sareb¬
be stata la sorte di Amiga Nessuno l’aveva visto
ancora in funzione, e le chiacchiere sulle sue
prestazioni, vere o illusorie, facevano immagi¬
nare cose inaudite L’uso del 68000 li accomu¬
nava immediatamente ai Macintosh e alle
macchine HP della serie 200, e, per traslato,
si immaginava questa macchina capace di
prestazioni che. ancora oggi, sarebbero illu¬
sorie. E Paolo arriva a dire che Amiga ' po¬
trebbe" far piazza pulita di tutti i concor¬
renti, dal 128 al PC IBM. passando per
Mac Piu potente e distruttivo di Ebola,
e più catastrofico dell'asiatica.
E invece, ancora una volta, non sara co¬
si; certo, c'è ancora spazio per l’illusione, ma il
PC, per suo mento e, in buona parte, per demerito
altrui, non si accorgerà neppure dello scossone. Ma
siamo ancora (per poco) in tempi in cui l'informatica
ha ancora un lontano West, e il sogno della frontiera
resiste, tenace; ironia della sorte, accanto all’edito¬
riale c’è addirittura una pagina pubblicitaria degli Ap¬
ple 11. in cui si legge di prestazioni eccezionali, mac¬
chine versatili più di prima e che ha come titolo una
frase del tipo "Beati i primi, perché saranno ancora i
primi!"
Le novità del mese riguardano i nuovi nati in casa
Olivetti; MI9. M22, M28, questi i nomi, rappresen¬
tano tre categorie di prodotti, da quello a basso co¬
sto alla macchina di prestazioni superiori (un 286
con un clock alla vertiginosa velocità di 8 MHz) ca¬
pace di far girare addirittura Xenix Prezzi variabili dai
tre ai dodici milioni, scusate se è poco Textromc
annuncia due sistemi per l'Intelligenza Artificiale, ba¬
sati entrambi sul 68020, giranti sotto UNIX, e dotati
di SmallTalk 80, un potente compilatore C, FranzLI-
SP (un clone del Common Lisp) e Mprolog.
Marco parte per l’America lontana, e va a godersi
il Winter Consumer Electronics Show di Las Vegas
Niente di veramente eccezionale, ma cosette inte¬
ressanti come un MultiRobot che pare, più che al¬
tro, uno scaffale di pentole caduto in avanti, alcune
calcolatrici programmabili piuttosto innovative della
Texas, un CD-ROM Philips, e cosa, forse, la più in¬
teressante, una folta schiera di ragazze procaci
pronte a mostrare le meraviglie delle ultime tecno¬
logie (solo quelle!) Ovviamente mm la settimana
successiva va al MacWorld & Applell World Expo di
San Francisco, e anche qui non ci sono cose eccel¬
se, tranne la possibilità di poter usare i Plus, la ge¬
nerazione successiva del Macintosh
Eccola, finalmente, la prova dell'AT; la macchina
originale IBM compare sul mercato praticamente
già contornata da una serie di compatibili, quasi a di¬
mostrare (se ce ne fosse stato bisogno) dove e po¬
larizzato l'interesse del mercato. L'AT (acronimo di
Advanced Technology) sarà, per un tempo relativa¬
mente lungo, il punto di riferimento dei personal ad
alte prestazioni Quello dell’IBM presenta, ovvia¬
mente. la completa compatibilità con l'8086/88, una
velocità di 6 o 9 MHz (allora vertiginosa), fino a 512
Kb di RAM sulla motherboard, un processore nu¬
merico (opzionale) 80287.
Le memorie di massa sono rappresentate ancora
da dischi 5” 1/4, adesso ad alta densità (1 2 MB di
capienza), ma capaci di leggere i vecchi dischi da
360; ignorata, per adesso, la più moderna tecnologia
dei driver da 3.5". mentre è quasi d’obbligo disporre
di un HD. Evoluzione della specie, la macchina di¬
spone di una serratura a chiave che agisce sul boot-
strap disabilitando il lancio del sistema operativo.
Caratteristico il fatto che è stata completamente ri-
disegnata la tastiera (che poi resterà quasi invariata
fino all’avvento di W95) che si arricchisce di una nu¬
merosa serie di tasti, alcuni effettivamente neces¬
sari, altri dalle funzioni a prima vista non immediate
La macchina dispone di un sistema operativo tut¬
to nuovo, il DOS 3, che per lungo tempo rappresen¬
terà un punto di riferimento per una numerosa con¬
gerie di utenti. Alla larga, si tratta di un migliora¬
mento della versione 2, ma questa nuova versione,
"Ietta" da vicino, è molto più potente ed efficace. Il
risultato della combinazione del nuovo processore e
del nuovo SO mette a disposizione dell’utente un
ambiente dalla velocità finora mai vista, di una effi¬
cienza a tutta prova, di una "godibilità" che fa pre¬
sto dimenticare il PC vecchia maniera. Il bello è an¬
che che tutti i pacchetti che giravano sul PC (tra cui,
166
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
(ALTRI TFMPl)
L'IBM AT fu una pietra miliare nel mondo dell’informatica personale
Intanto il Commo¬
dore 64 offriva
sempre più acces¬
sori di largo con¬
senso Soprattutto
software su cartuc¬
cia. come quelli
provati su MCmi-
crocomputer n 50
fortunatamente, WS, Lotus 1-2-3, alcuni
linguaggi, pacchetti di grafica) vanno su
AT come il vento; tranne il Fligth Simula¬
tor. cosa che lascia tanto triste Corrado.
Non potevano mancare, ovviamente, i
benchmark di confronto con il vecchio
PC; i risultati, ovviamente, non manca¬
no: i tempi di esecuzione, nella maggior
parte dei casi, si dimezzano, e anche lad¬
dove il processore ha scarsa influenza,
la maggiore potenza del nuovo sistema
operativo porta a vantaggi medi del 20%
e più. Peccato
che il costo sia
tanto elevato
(ben oltre i die¬
ci milioni), ma
tra poco ci
penseranno i
"cinesi" a
stracciare il
prezzo di que¬
sta categoria di
macchine.
Cambiamo de¬
cisamente ar¬
gomento nella
Riusciranno
i nostri AMIGA
a recuperare
il tempo
misteriosamente
scomparso...
Fare delle previ*ioni, in particolare nel tenore della nucronyjormatica. è
meinere ingrato e demo di pencoli Ben lo sanno quel costruttori che. come
Texas, avrebbero pre/enlo non prevedere un roteo futuro per Thome computer.
Per degli interro tori che. come noi. al massimo si giocano la reputazione (e.
spesso, ahimè, neanche quella), il gioco * già più focile Non questo bieco
calcolo. ma piuttosto un cerio amore per il rischio mi spinge a tornare
sull'argomento un sola mese dopo aver (pubblicamente) orevisto per II 1986
una inarrestabile diffusione a valanga di PC e PÓ compatibili
L’imminente arrivo sul mercato del Commodore Amiga. Il più polente e
certamente il più avaniato e intelligente computer mal realizzato nella storia
dell’home e del personal, umetterebbe infatti in discussione, secondo alcuni,
lutti i giochi
Basato su quello stesso microprocessore Motorola 68000 che da un lato ha
reto il Basic IIP dei van computer della serie 200 e 100 più veloce di qualsiasi
linguaggio ad alto livello compilato sull'8086 e. dall'altro, ha consentilo di
realizzare quel piccolo miracolo di ingegneria informatica che il chiama Apple
Macintosh. l'Amiga della Commodore ha prestazioni tali da /hi nere, sulla
carta, qualsiasi personal computer sin qui presentalo
Ijs sua indiscutibile superiorità deriva da tre co-elahoralon specializzali nella
grafica, nel suono, nell'input-output: in grande stile, la stessa filosofìa che ha
reso vincente il 64 Con una risoluzione di 640 * 400 punti per 4.096 colori e
la grandissima velocità e versatilità che gli derivano dal tre coprocessor.
l'Amiga potrebbe far piazza pulita di tulli I concorrenti, dal 128 al PC IBM.
passando per II Mac
Potrebbe perchè, a mio avviso, il condizionale è d obbligo Innanzitutto, sia
pure a soli I 500 dollari (J milioni in Italia Wf l'Amiga non potrà mal essere
un home computer con una penetrazione paragonabile a quella del 64; troppi
64 tono rimasti senza driver per poter coltivare questa illusione Dall ronde. Il
segreto del 64 è stato non solo il prezzo, ma. diciamolo pure. Il software
rubalo Quanto tempo et vorrà prima che si formi una • cultura dell'Amigav
tale da poter sproteggere e far girare vorticosamente Ira gli utenti I
sofisticatissimi programmi di gioco che le maggiori software-house stanno
mettendo a punto *
lei spazia per l’Amiga dobbiamo allora trovarlo nello tmali business ed In
quello siesta arra di utenti tempre in bilico tra gioco e applicazione utile che
ha fatto la fortuna dell’Apple II Nello small business, se si richiede
l'intervento di un consulente, quanto tempo a vorrà perchè quello (ed il suo.
pacchetto di Utility) si convertano dall'Mò-DOS all'Amiga f E ehi pasticcia in
proprio in area MS-DOS, fino a che punto sarà attratto e rassicuralo
dall'emulatore PC-DOS per Amiga che la Commodore ha prudentemente
annunciato insieme alla macchina ’
Per le tue ercellenii prestazioni, mi auguro che l'Amiga vada avanti, che ci sia
in giro tanto software, che ci sia tanta documentazione, che sia possibile fare
un bel salto in avanti Ma non a spero mollo, la valanga di PC IBM e
compatibili poteva, forte, essere arrestala a metà dello scorso anno, quando
l'Amiga fu presentato con grande anticipo rispetto alla reale disponibilità del
prodotto A settembre, e forse anche ad aprile, sarà, presumibilmente, un po'
tardi
Paolo Nuli
prova successiva, che si occupa di pic¬
cole periferiche per il C64, Si tratta, in
questo caso, di due cartucce, dalle fun¬
zioni piuttosto simili, che aggiungono i
soliti comandi nuovi al sistema operativo
e che. ancora, permettono di gestire pe¬
riferiche seriali e parallele, come stam¬
panti, plotter o così via. Subito di segui¬
to, vediamo ThESI (scritto proprio cosi),
un pacchetto combinato di wp e di ridot¬
to database (viene più giustamente defi¬
nito "information retrieval System") che
adotta m pieno, pur nelle limitazioni del¬
l'interfaccia del DOS, la tecnica del WY¬
SIWYG. Il vantaggio sta nel fatto che si
tenta, riuscendoci abbastanza bene, di
integrare i due ambienti per farli coope¬
rare al meglio possibile. Il pacchetto inol¬
tre gode di una sezione destinata alla
elaborazione delle statistiche descrittive
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
167
?Vl
dei dati in archivio, basata su un modulo
completamente separato. Ha due grossi
pregi; un basso costo e il fatto che è un
prodotto tutto italiano, e pur non poten¬
do essere certo paragonato al Wordstar,
godrà di un periodo di fortuna tra gli
utenti attenti alle esigenze di portafoglio
E, cosa che non guasta, ecco anche
una prova di un linguaggio, il Logo MSX
della Philips; certo queste tartarughe che
vanno e vengono hanno un po’ rotto, ma
state tranquilli, tra poco non se ne sen¬
tirà parlare più. E i più contenti di tutti sa¬
ranno i bambini, che si ritrovavano, in
quel periodo, appioppato questo idioma
"altamente educativo".
Tommaso Pantuso si arma di saldato¬
re e filo e gioca con i monitor per C128
(chissà quanti di questi monitor saranno
morti con la sua cura!) e un anonimo
(Paolo) insegna a riparare l'HP 150. Ma
meglio lasciar perdere, programmare
una giornata all'aria aperta, e andare a
caccia di salmoni con Corrado. E poi, le
solite rubriche, con la grafica di presen¬
tazione, il corso di Dbase. l'intelligenza
Sulrt 51 di MC m prova il primo vero aggiornamento del rivoluzionario Mac la versione Plusl
trum e che è composto da due pagine,
fittissime, tutte in codice macchina.
E, ad aprile, la mela
fruttifica
Una lettera di Alessio Nieri apre giu¬
stamente la rubrica della posta del nu¬
mero 51 Si tratta, probabilmente, della
lettera del lettore più piccolo che sia sta¬
ta pubblicata sulla nostra rivista, Alessio
(9 anni) chiede candidamente se esiste
un computer per fare i compiti. Ovvia la
risposta di Marco, piena di buoni propo¬
siti e sentimenti che avrebbero fatto
piangere De Amicis; ma mi piacerebbe
sapere, oggi, cosa Alessio fa (dovrebbe,
Excel alla mano, avere una ventina d'an¬
ni), se ci legge ancora, se magari è riu¬
scito davvero a scrivere un programma
che fa i compiti. Borland presenta Re¬
flex. un database dalle caratteristiche in¬
novative, e Commodore la sua linea
completa di PC compatibili, dotati di
prezzi che sono praticamente la metà di
quelli IBM. Notevole la notizia che Ferra-
artificiale. l’introduzione alla teoria delle
liste, l’assembler dei vari processori, i
vari giochim per le
altrettanto varie
macchine (tra cui
addirittura un pro¬
gramma. manco a
dirlo, chilometrico,
dedicato e ispirato
a Dune - non fatelo
giocare a De Lau-
rentis); significativi
alcuni titoli, come
"La casa", Black
Star e cosi via. Ma
il supernobel del
mattone lo vince
senza dubbio Su-
perMonitor, di Fe¬
derico Giannici, de¬
dicato allo Spec-
E ' passato appena un
mese dalla "prova su
strada " dell'IBM AT che
ecco sotto torchio anche
il primo compatibile arri¬
vato in Italia, il PC Bit AT
Perché i dischi ri g idi si chiamavano Winchester?
Il nome Winchester, dato, anni fa. al disco rigido, dipende dai primi
modelli di questa periferica, che disponeva di due dischi da 6". le
due cifre, giustapposte, formano il numero 66. che è la sigla di una
delle piu famose carabine dell'epopea western, il modello 66 appun¬
to, detto anche "yellow boy", per via della sua culatta in ottone.
Questa carabina, diretta discendenza di un'altra, precedente.
l'Henry. fu popolarissima, ben più del modello 93 che è poi quello
che, erroneamente, vediamo in quasi tutti i film western, e che è ri-
conoscibile per la più classica culatta brunita nera e. per i più esper¬
ti, per il chiavistello di chiusura rappresentato da una sola lamina po¬
steriore. Fu camerato per diverse cartucce, ma soprattutto ebbe suc¬
cesso nei calibri 38-40 e 44-40, visto che in essi si potevano usare le
stesse munizioni dell’altrettanto famoso "Peacemaker", il revolver a
singola azione di Colt; in questo modo si risolvevano i certo non faci¬
li problemi di approvvigionamento per i pionieri. L'arma fu. pochi an¬
ni dopo, sostituita dal più moderno modello 73, che risolveva i difet¬
ti della debole chiusura a ginocchiello dello yellow boy, ma rimase
fortemente presente neH'immaginario popolare, tanto da far la ri¬
comparsa. come avete visto, in cose e discipline che con le armi, for¬
tunatamente. hanno poco a che vedere.
168
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
(altri tempii)
ri ha scelto Digital per computerizzare il
suo reparto progettazione corse, e che
IBM sta per lanciare un improbabile mo¬
dello JX destinato a combattere nell'area
degli Atari e dei Commodore.
Il pezzo forte del numero è la prova del
Macintosh Plus, la nuova creatura Apple
che ripara i peccati di gioventù del 512;
maggiore memoria, driver più efficienti,
una tastiera più ampia ed ergonomica,
questi i particolari vincenti. Purtroppo
manca ancora il colore e lo schermo è
un po' piccolo, ma non dimentichiamo
che le altre macchine lavorano ancora in
DOS e che Windows è ancora di là da
venire. Nell'occasione, Apple presenta
Switcher, il primo timido tentativo di
multitasking su un personal, che darà vi¬
ta, dopo qualche tempo, al famigerato
Multifinder. Manco a dirlo, ecco arrivare i
primi clone supervitaminizzati, e il primo
passo spetta alla PCBit, allora molto atti¬
va. Si tratta dell'AT, che costa cinque mi¬
lioni, è un vero clone anche nei materiali
e, del capostipite, è addirittura più velo¬
ce alla prova del benchmark. Corrado ne
approfitta per citare di corsa anche gli al¬
tri compatibili che si stanno affacciando
sul mercato, vale a dire Asem. Cafco,
Electronic Devices, Microtek, Quasar,
tutti più o meno sullo stesso prezzo e
con le stesse prestazioni. E. giusto per
rimanere in tema, ecco anche una prova
software, Samna Word III, un buon wp
per IBM che si basa su una filosofia d'u¬
so diversa da tutti i pacchetti finora visti
sui PC; in Samna si fa largo uso dei tasti
funzionali, vale a dire di tasti dedicati che
servono sempre alla stessa cosa. Que¬
sta impostazione, pur con i suoi limiti, ha
il pregio, in un lavoro ripetitivo come
quello di una segretaria, di evitare la me¬
morizzazione di complicate combinazioni
di tasti, cosa sempre necessaria nei pro¬
grammi tipo WS, dominati dalla digitazio¬
ne Control-qualche altra cosa. Inoltre
Samna emula ben 11 tastiere diverse,
tra cui anche la Dvorak e quella matema¬
tica. Costa un bel milioncino, ma la SIS,
distributrice per l'Italia, invia un demo
per tre biglietti da diecimila che fa tutto,
tranne stampare e salvare.
Il numero cinquantuno della rivista è
una pietra miliare, un faro di luce acce¬
cante nella storia della Technimedia (e
non solo in quella) in quanto rivede la lu¬
ce la rubrica MCAIgoritmi, già di Corra¬
do, e da questo numero curata niente¬
meno che da Raffaello De Masi, il Som¬
mo. La prima puntata della nuova serie è
dedicata alle terne pitagoriche, e ha il
piacere di ospitare un riquadro di pre¬
sentazione uscito dalla faconda penna di
Corrado (era un periodo in cui io e C. ci
scambiavano, sulle pagine della rivista,
arbate battute e amichevoli frecciate),
abio Marzocca ci introduce alle delizie
deH’ADA, e ancora De Masi ci introduce
alle tecniche di intelligenza artificiale, il¬
lustrando da vero pioniere le prime tec¬
niche dell'OCR (che gemo, questo Raf¬
faello, occorrerà tenerlo d'occhio!). Il re-
"Er modifica ", al secolo Andrea de Prisco, nel lontano aprile '86 ci spiega come rendere attivo Iutilizzabile anche "a caldo ~) il tasto "40/80 display “ del suo plurivio-
tentato Commodore 128
Idem per il segnale video 80 colonne.
Tasto 40180 display visto da sotto.
Contatto 8 della porta video dopo la modifica.
1 5 volt per il rolé sono presi dalla User Pori.
Il segnale 40 col. i prelevalo da sotto la piastra.
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
169
Cauri tempi)
sto è roba di ordinaria amministrazione,
con listati di lunghezza interplanetaria, e
giochi spaventosi (uno fra tutti. Rambo-
man) che non hanno mai soddisfatto
nessuno, tranne gli autori che godono di
un momento di gloria.
Arriva MC-link
Ci siamo, Corrado alza il velo sulla nuo¬
va iniziativa del BB di MC. Mc-Link è una
realtà, grazie all’impegno di Bo Arnklit.
che ha scritto il software (in TurboPascal,
per la precisione), di Paolo Nuti. di Rena¬
to Giussam e, ancora, di Corrado. Qual¬
che numero, per gli appassionati di stati¬
stiche; l'accesso non è ancora possibile,
per problemi legati all’operatività del ser¬
vizio tecnico della SIP, il software di ge¬
stione è rappresentato da 3500 linee di
sorgente, la macchina host è nienteme¬
no che un compatibile XT con 640 KB di
RAM e 40 MB di HD; un vero mostro!
Apricot ci riprova, come suo solito alla
grande, lanciando lo Xen, una macchina
dalle qualità elevate (tanto da essere
chiamato da Corrado un "supermini").
pensato per il multitasking, è dotato di
un emulatore che lo trasforma in un per¬
fetto AT IBM E' fornito di DOS 3 10 e di
Windows, di GWBasic e di un emulatore
VT52; è disponibile, a richiesta, lo Xenix,
nell’ottica di utilizzo della macchina in re¬
te locale e in multiutenza. E' dotato di un
Winchester da 20 MB (dimensioni di 3",
quando ancora tutti adottavano il 5’’l e,
per quel che attiene al software, di un
wp originale, di un programma di dise¬
gno e di un gioco, Othello nella fattispe¬
cie Dicevamo che è dotato di Windows,
quello prima versione, ed è la prima ap¬
parizione di questo sistema operativo in
Italia Costa più o meno otto milioni (die¬
ci con qualche aggiunta) ma, ancora una
volta, non avrà successo; i bambini, che
con un dito fermano gli oceani che li vo¬
gliono sopraffare, esistono solo nelle fa¬
vole!
Segue la prova di Wordstar 2000, la
ennesima versione di questo capostipite
dei wp Nato sotto CP/M, questo mostro
sacro ha subito nella sua vita innumere¬
voli modifiche e miglioramenti e rappre¬
senta. con VisiCalc. una delle pietre mi¬
liari del software di tutti i tempi
Tanto per citare una curiosità, Micro¬
Pro, la casa produttrice di WS. aveva lan¬
ciato sul mercato anche un foglio elettro¬
nico e un database (CalcStar e DataStar),
ma è rimasta famosa essenzialmente
per il suo pacchetto di videoscrittura. La
versione 2000 fa un gioco pesante, chie¬
de almeno 256 k di memoria (320 sotto
DOS 3), che oggi fanno ridere ma che al¬
lora non erano certo a disposizione di tut¬
ti Costa un po' piu di un milione di lire e,
nella sua implementazione, i progettisti
hanno commesso un errore imperdona¬
bile (anche se probabilmente necessa¬
rio). il formato dei file prodotti è del tutto
inaccessibile, tranne che a WS2000
stesso. Rompendo con una filosofia pro¬
pria di MicroPro, 2000 è protetto contro
la duplicazione (e a tal uopo la confezio¬
ne contiene due dischetti del program¬
ma), con una tecnica che lascia molti
dubbi sulla sicurezza del supporto su cui
l’installazione avverrà. WS offre un'am¬
pia selezione di stampanti e una tecnica
di MailMerge ancora più efficiente della
precedente, ma alcuni moduli, come la
correzione ortografica e la creazione de¬
gli indici, sono a pagamento
Nell’area Mac, ecco la prova di Fonta-
stic. un font editor a punti che serviva, a
noi macintoshiam, per sbalordire gli av¬
versari del PC. ma che ci pare lontano
anni luce dalle sofisticherie dei font laser
di oggi McAlgoritmi offre due tecniche
per il calcolo del MCD e del mcm, e un
programmino per la ricerca dei numeri
primi basato sul Crivello di Eratostene,
nella rubrica di intelligenza artificiale si
tratta del riconoscimento della lingua
parlata Ricordo, a tal proposito, un aned¬
doto divertente; avevo da poco acquista¬
to una Volvo 480, macchina che in quel
periodo si faceva molto notare per la sua
forma fuori dell’usuale, e che lasciava
immaginare costi e prestazioni da cui, in
effetti, era ben lontana, in altri termini
con quella macchina "ci sparavo una bel¬
la posa", capitai in quel periodo in reda¬
zione e, andando via, incontrai Elvezio
Petrozzi che mi chiese un passaggio per
la più vicina stazione di taxi; Elvezio si
siede in macchina, si da un’occhiata in¬
torno e fa "Certo che rende bene, l’in¬
telligenza artificiale!’’.
Molto bello e interessante, ancora og¬
gi, l’articolo di adp sulla multiprogram-
mazione e sull'uso dei semafori e dei
monitor II resto è routine, come, addirit¬
tura, una "doppia alta risoluzione" per
l'Apple II, una raffica di routine per il
CI28. sviluppo di sistemi lineari su Vie
20, un listato in linguaggio macchina per
aggiungere ben 48 nuovi comandi allo
Spectrum.
E. per finire, le solite chicche pescate
dal mimmercato. Oltre ai soliti club dedi¬
cati a questa o quella macchinetta, c’è
una persona che ne desidera creare uno
dedicato al SagaFox 40 e al Bip 40; lo
stesso intende fare un lettore di Napoli,
ma dedicato all'Olivetti ETV 300, Giusep¬
pe Valmarana, di Roma, cerca "abili
utenti modem” per scambio di indirizzi
di banche dati e di password E, infine.
Bit Computer di Padova offre, in un ap¬
posito spazio pubblicitario, una serie di
prodotti capaci di sproteggere e copiare
fino al 99% del software protetto. Po¬
tenza dell'hacking!
A risentirci.
«e
170
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
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19-25 marzo 1998
World Business Foir
Dove andare, per andare avanti.
A
© Office Automotion
O Information Technology
O Telecommunications
di Francesco Cariò
Ancora una volta sui game
on line. Nel senso che più
passa il tempo e più mi con¬
vinco che può venire, anzi
quasi obbligatoriamente
verrà, da questa modalità di
gioco la prossima rivoluzione
del gioco interattivo e aumen¬
terà la velocità del passaggio
dal concetto di gioco a quello
di simulazione, che poi avrà
naturalmente sempre inter¬
facce ludiche e meccanismi
di coinvolgimento e diverti¬
mento assolutamente tratte
dall'esperienza e dalla teoria
e dalla pratica dei giochi.
Come mai non ci siamo
ancora? Bah direi che non ci
siamo per due terribili motivi:
la lentezza e la non omoge¬
neità dei collegamenti, e per
il costo dei medesimi (que¬
sto soprattutto in Italia e
dove le Telecom praticano le
tariffe urbane a tempo). Ma
poi forse non ci siamo anche
per altri motivi più legati alla
creatività e ad alcune abitudi¬
ni non sanissime dei produt¬
tori. Sarò più chiaro in alcuni
velocissimi esempi che
seguono.
A me pare un riflesso con¬
dizionato, e non un esame
attento della realtà del mer¬
cato potenziale dei game on
line, quello di riprodurre in
linea lo stesso genere di
game che vende e fa suc¬
cesso off Ime su Cdrom, lo
credo che il pubblico sia
uguale e diverso. Uguale per¬
ché la base di users è sem¬
pre quella alfabetizzata dal
Commodore 64 e dagli altri
home computer 10 e più
anni fa e che adesso viene
su esperta e ha un Pc con il
modem. Ma c'è anche e
forse soprattutto una schiera
enorme di nuovi utenti,
ente che ha comprato un
c il mese scorso e che non
è tenuta a conoscere la sto¬
ria dell'informatica, della tele¬
matica e nemmeno quella
dei game, per collegarsi alla
Rete e giocare. Questo pub¬
blico vuole fare una fatica
simile a quella che si fa per
collegare un TV e poi comin¬
ciare a cambiare canale. Se
non lo accontentiamo è
perso.
Per questo credo che ci
vogliano anche game nuovi,
opere con un'interfaccia
semplice e di derivazione si
videogame, ma anche cine¬
ma e perfino TV. Questo
genere di videogame non
esiste ancora o forse è il
miglioramento di Quake e
Tomb Raider, magari incrocia¬
ti con Monkey 3 e Total
Annihilation. Con elementi da
Sim City e Civilization e da
Flight Simulator 98.
Non sono impazzito e so
perfettamente che un impa¬
sto del genere non funzione¬
rebbe. Voglio solo dire che ci
vuole una rivoluzione creativa
oltre che un'evoluzione tecni¬
ca e nelle tariffe. I videoga¬
me stanno per cambiare
ancora.
» /
AVVENIMENTO
Titolo: Tomb Raider 2
Casa: Eidos (Uk)
Format: Pc Cdrom
Giud: -HMH-1/2
E' passato un anno dalla
prima avventura di Lara Croft
e la medesima è diventata
assai famosa e celebrata.
Perché e come 7 Beh intanto
perché quelli della Core (lo
studio che lo ha realizzato
con i soldi della Eidos...) ha
avuto la bella idea di mettere
un'eroina con frontali ballon¬
zolanti, dove di solito vedia¬
mo un Duke Nuke ramboide
con pettorali di ferro simula¬
to. E questo già mica sareb¬
be poco. Se poi ci aggiunge¬
te che Lara è stata adottata
da tutte le più importanti rivi¬
ste e media del mondo che
ne hanno fatto una specie di
icona dell'innovazione nei
videogame (game al femmi¬
nile, gams glamour, game
con il personaggio., etc.
etc...), fate il totale e avrete
uno dei videogame più ven¬
duti del 1997
Tomb Raider 2, cosi, diven¬
tava una specie di banco di
prova di come Lara e i suoi
autori avrebbero saputo
cavarsi dalla sindrome del
sequel... Vi dico subito che
ci sono riusciti perfettamen¬
te
Fregandosene altamente
delle accuse di non essere
altro che un Indiana Jones in
gonnella ed interattivo, la
Croft si imbarca in un'altra
delle sue av¬
venture globe
trotting, a cac¬
cia di un rile¬
vante tesoro
Una scusa co¬
me un'altra
per far muo¬
vere il joystick
ai ns fratellini
simulanti
Girellando di
qui e di là, in
splendido det¬
taglio texturiz-
zato, ci aggi¬
reremo con Lara in cerca di
Dagger of Xian, una reliquia
che si suppone abbia degli
effetti miracolosi e poteri
magici e bla bla bla... E gli
scenari variano da Venezia,
una delle prime volte che la
leggendaria città acquatica
finisce in un videogame (mi
ricordo un giallo della
Infogrames che si chiamava
♦(disastro), ♦♦ (non simulare),
++ (interagire con cautelai,
++-H- (da simulare! +++++
(interagisci o muori)
3 Avvenimenti di questo mese sono altrettanti successi di
gran qualità e sono anche un ideale catalogo degli stili di
maggior spolvero emersi dai videogame negli ultimi 5 anni.
Tomb Raider 2 (trionfo della detective interattiva Lara Croft e dei
suo pettorali oscillanti...); Total Annihilation (epicentro del riscon¬
tro di massa dei game alla Red Alert ..); Sole Survivor (rischioso
tentativo di Westwood di fare un game davvero Internet orien-
ted...).
Seguiranno, per voi miei prodi, news e classifiche dall'orbitante
e magnifico mondo dei computer game. Fuggo.
172
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Casa: Cavedog/GT (Usa)
Format: Pc Cdrom
Giud: ++++
Il successo di Command &
Conquer e Warcraft ha sca¬
tenato una selva infinita di
imitatori Inventato da
Molineux della Bullfrog, il
genere isometrico in reai
time sta facendo strage di
premi e vendite e i tentativi
di clonazione sono di più di
quelli della Settimana
Enigmistica e della pecora
Dolly. Uno di questi clone
poteva sembrare a tutta
prima anche Total An-
nihilation. E invece no:
Cavedog ha avuto l'intelli¬
genza di prendere i metodi e
gli strumenti del reai time-
action per creare qualcosa di
completamente nuovo. Un
game che dipende meno dal
clicking costante sui bottoni
del mouse e di più dalla
capacità di pensare strategi¬
co.
Le prime missioni posso¬
no dare un’impressione
assai fuorviarne. Possono
dare l'idea di essere di fron¬
te ad un prodotto di alta
qualità, ma identico a Red
Alert. E' solo andando un
po’ avanti che si capisce
bene di che pasta sia fatto
TA: nei multiplayer e nelle
schermaglie si apprezza sul
serio la taratura degli avver¬
sari, il calibro e l'equilibrio di
tutti i meccanismi di gioco.
Un game testato all'inverosi¬
mile, sostanzialmente privo
di bug, preciso e perfetto
nelle sue reazioni, a volte
sembra che ti legga nel pen¬
siero: l'effetto che solo i
grandi titoli riescono a fare
(mi ricordo che lo faceva
Player Manager...). Ma
vediamo come si articola il
game.
Nel gioco abbiamo biso¬
gno soprattutto di 2 risorse,
metalli ed energia: e questo
per costruire ed alimentare
le unità. Sfortunatamente il
metallo è assai raro nelle
prime parti delle missioni (in
seguito potremo utilizzare e
ridare le corazze dei pezzi
distrutti...),
ma si posso¬
no comun¬
que costruire
generatori
per converti¬
re l'energia
in metallo.
Insomma, e
qui torna di
moda il con¬
cetto di equi¬
librio su cui
TA è costrui¬
to (l'unica
cosa che mi
Morte a Venezia...), a clau-
strofobiche catacombe sot¬
terranee...
E come in Tomb Raider (e
questo per ovvie ragioni lega¬
te ai tempi di produzione ser¬
rati e al motore di TR...) la
maggior parte delle attività di
Lara consiste nel trovare una
chiave per aprire una porta
per trovare un'altra chiave e
cosi avanti... E in mezzo un
mucchietto di quei puzzle
che tanto mi sono antipatici
e mi fanno pensare alla setti¬
mana enigmistica... Per
esempio in un livello si deve
muovere un interruttore per
aprire una porta in un'altra
parte del livello. Si tratta del
vecchio arcade-adventure in
cui non a caso gli inglesi
erano maestri fin dall’epoca
del Commodore 64
Poi ci sono delle trappole a
tempo che ricordano quei
momenti disperati nel cine¬
ma americano quando i pavi¬
menti collassano sotto i
nostri piedi e
i soffitti crol¬
lano e ogni
speranza
sembra sia
da abbando¬
narsi... Ma
comunque è
il sistema,
antico e fun¬
zionale sem¬
pre, della
chiave che
apre la porta
(e dell'obiet¬
tivo finale
interessante e ben preci¬
so...) che rende Tomb
Raider 2 cosi attraente.
Insieme alla sua qualità grafi¬
ca e alla velocità e precisio¬
ne del motore 3d
In più in Tomb Raider 2
sono stati risolti alcuni mini¬
mi problemi di TR, difetti di
controllo di Lara, sbavature
di precisione dell'engine. e
una certa ristrettezza dei
livelli. Qui non solo sono
molto più grandi, ma sono
anche geograficamente
molto più variati. Venezia, i
palchi dell'opera sui cui sal¬
tellare, il vestibolo di un
gangster, in 18 livelli di semi-
inesauribile adventure (ho
detto semi perchè un sacco
di gente l'ha già finito da un
pezzo. .).
Miss Lara Croft è pronta
per un'altra messe di coper¬
tine senza nemmeno dover
temere i paparazzi. Dici
niente.
Titolo: Total Annihilation
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
173
AVVENIMENTO
piace poco di questo game
e proprio il titolo già che ci
penso...), costruire un muc¬
chio di unità è una bella
cosa, ma non bisogna mai
scordarsi che per farle fun¬
zionare ci vuole l'energia.
Le stesse unità, mech.
veicoli, aerei, e vascelli
navali, hanno molto a che
fare con l'equilibrio della
sfida. Le unità più forti sono
devastanti, ma hanno biso¬
gno di moltissima alimenta¬
zione energetica e si muo¬
vono molto lentamente E'
il caso dei grandi tank o
delle navi, e cosi pure i bom¬
bardieri che spesso devono
rifare tutta la mappa per
rifornirsi Insomma è pro¬
prio il caso di creare delle
unità flessibili ed equilibrate.
Diversificare. Piccole unità
per tenere impegnato il
nemico, mentre i grandi cali¬
bri si preparano. E un altro
vantaggio strategico è nelle
mani del Commander. Ma
attenti a mandarlo diretta-
mente in battaglia: se
muore tutto è perso.
Ma TA è pieno zeppo di
grandi possibilità. Nella grafi¬
ca (i terreni 3d preren-
derati sono davvero
ben disegnati e intelli¬
genti...). Ci si può
nascondere dietro gli
alberi per esempio. Ma
si rischia che la foresta
vada in fiamme, etc.
etc...
Le nostre unità acqui¬
stano esperienza con
l'azione E con 5 suc¬
cessi diventano vetera¬
ni disponendo di una
molto più accurata pre¬
cisione di tiro. E accet¬
tano anche molti
comandi per volta
(semplicemente pre¬
mendo il tasto shift...)
cosi possiamo selezio¬
nare molto bene il det¬
taglio e la strategia del¬
l'azione, lasciando fare
al programma le cose
meno importanti. Ogni
volta che ci gioco TA
mi fa scoprire qualcosa
di nuovo, un nuovo
modo di fare le cose, e
tiene sempre in movi¬
mento la mia inesausta
voglia di sperimentare. E' il
wargame perfetto.
Titolo: Command & Con-
quer: Sole Survivor
Casa: Westwood (Usa)
Format: Pc Cdrom/lnternet
Giud: -!■++
La grande scoperta di C&C
e la grande novità, iniziata su
Dune 2 e poi perseguita con
intelligenza e successo dalla
Westwood, che ha portato
nel mondo dei videogiochi è
senza dubbio la possibilità di
giocare alla guerra in tempo
reale e in modo multigiocato-
re Un vero sogno per gli
appassionati di wargames e
di videogame. Cosi è assolu¬
tamente pieno di coerenza il
disegno di realizzare, con
questo C&C Sole Survivor,
una versione di C&C custo-
mizzata per le battaglie su
Internet. Dovrebbe essere
msomma il trionfo del multi¬
player. ma non lo è del tutto.
E adesso vediamo perché.
In realtà Sole Survivor ha
ben poco in comune con i
suoi illustri parenti. Invece di
comandare eserciti e gestire
risorse, ci capita di dover
controllare una sola unita che
abbiamo scelto prima di
entrare in combattimento.
Ogni unità ha la sua carat¬
teristica e il genere di arma¬
mento. Alcune sono veloci e
leggere. Mentre altre sono
lente e potentissime. Tutte
sono molto vulnerabili all'ini¬
zio della battaglia, rendendo
fondamentali i primi momenti
e i relativi approvvigionamen¬
ti. Appena sono sufficiente-
mente potenti, possono
cominciare a cimentarsi in
scontri aperti, cercando,
ovviamente, di scegliersi
avversari non
all'altezza.
I problemi
cominciano
quando si de¬
vono evitare i
colpi mandati
da armamen¬
ti gestiti via
satellite.
Questa situa¬
zione, assai
random e ca¬
suale e quin¬
di molto in¬
nervosente,
mi ricorda
tanto il tasto dell'iperspazio di
Asteroids E qui coincide
pericolosamente con la
necessità o la casualità di
andare a finire dentro un cra¬
tere. Invece di trovare riparo
troviamo la morte e la distru¬
zione. Senza colpa e con una
forte frustrazione
Sole Survivor ha tre modi
di gioco: sono abbastanza
simili e dividono lo stesso
gameplay, ma sono abba¬
stanza diversi da avere una
serie di conseguenze sulla
nostra selezione dell'unità
che ci rappresenta. Il modo
basic è quello in cui tutti
sono da soli e combattono
per se stessi. Qui si tratta di
killerare tutti quelli che vedia¬
mo. Tutti danno punti.
Sembra divertente ed in
effetti è un modello di gioco
vecchio quasi come i video¬
game stessi e assai attuale in
game come Quake o simili.
Ma qui non funziona. Poca
strategia o quasi nulla. Dopo
poco sono passato ad un
altro modo di gioco.
Catturare la bandiera è
forse quello più divertente,
perché ha bisogno di un lavo¬
ro di team preciso ed accura¬
to. Ma qui c'è un problema
non piccolo che deriva dal
gioco via Internet: la West¬
wood non fa nulla per riequili-
brare il gioco nel caso che
utenti si disconnettano tutti
da una parte. Cosi va a finire
che ci sono campagne e bat¬
taglie di 8 contro 2, 6 contro
3. etc. etc Bisogna però
dire che Sole Survivor non ha
un fee mensile (insomma non
si paga nulla per giocare a
parte il Cdrom .) e ha un otti¬
mo servizio di assistenza della
Westwood Questo, unito al
fatto che si tratta di una prima
release, lascia ben sperare sul
futuro di questo game e di
questo genere di sfide interat¬
tive su Internet Perché la
Westwood ha certo intenzio¬
ne di far valere l'investimento
e di migliorare sempre di più
la strategia e la tattica di
gioco Al momento è meglio,
molto meglio, farsi una partita
a due a Red Alert.
174
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
PW Panorama Pc Cd-rom:
i "runners up":
ovvero i game usciti da poco che
stanno salendo in classifica e che
quindi dovreste tenere d'occhio in
questi giorni...
Legenda il primo numero
si riferisce alla posizione
attuale II secondo alla posi¬
zione precedente II terzo
alle settimane di permanen¬
za qui II punto esclamativo
è un giudizio di qualità e di
interesse ulteriore. E' prece¬
duto dal titolo del game e
seguito dal nome degli auto¬
ri e della casa. I numeri tra
parentesi quadra sono i voti
ottenuti su Internet da ogni
titolo che mediati con la
posizione precedente danno
la posizione attuale Buona
lettura.
1 3 5
Red Baron 2 (!)
Dynamix/Sierra SI 1 125431
Dopo moltissimi anni ecco
il seguito del piu celebrato
simulatore di aerei d'epoca
della storia dei videogame
2 25 2
Virtual Pool 2 |!)
Celens/VR Sports/lnterplay
SP 2 125601
La versione originale ha
venduto piu di 2 milioni di
copie m tutto il mondo e
questa nuova release ha una
grafica incredibile
3 5 7
Beasts & Bumpkins
Electronic Arts ST 3 125231
Un altro gioco un po' ano¬
malo per la tradizione EA. Il
tentativo di entrare in un
settore in cui non ha molta
storia
Bestie e terrore.
4 1 6
Fighters Anthology
Jane's/Electromc Arts SI 1
125311
L'antologia dei simulatori
della migliore casa di que¬
sto genere che ci sia al
mondo Di derivazione pro¬
fessionale
5 4 8
Flight Unlimited 2
Looking Glass/Eidos SI 4
125121
Accolto in modo non
eccezionale, questo simula¬
tore civile della Looking
Glass ha dalla sua una gran¬
de grafica.
6 12 8
F-22 Raptor
Novalogic SI
4 125131
Seguo sem¬
pre con at¬
tenzione le
gesta della
Novalogic.
anche se
non ha più
saputo ripe¬
tere lo stra¬
ordinario im¬
patto di Comanche
’ 6 5
Descent to
Undermountain ili
Dragonplay/lnterplay RP 6
125461
La casa americana In¬
terplay, una delle piu glorio¬
se della storia del software,
prova ad usare il nome di
uno dei piu grandi successi
di sempre: Descent Anche
se qui si discende da tutt'al-
tra parte.
8 10 5
Nightmare Creatures
Kalisto/Activision 8 (25421
Insieme a Dark Earth ecco
l’altro game della casa fran¬
cese piena di talenti tecnici
e non altrettanto di talenti
creativi
9 15 6
Joint Strike Fighter
Eidos SI 9|2534|
Uno dei tentativi della
Eidos di non essere del
tutto Lara Croft dipendente
Tutto sommato ci riesce
10 13 2
Gag
Auric Vision AD 10 (25571
Il primo videogame russo
dopo Tetris ad arrivare in
una classifica internazionale.
11 - 1
Pro Pilot (!)
Sierra SI 11 |2564|
Probabilmente il miglior
simulatore di volo in circola¬
zione Passare sopra l’Ex-
cahbur di Las Vegas dà una
certa emozione.
12 14 3
The Feeble Files
AdventureSoft AD 12 (25551
info-web
MCmicrocomputer n 181 - febbrao 1998
Uno dei personaggi più
strani degli ultimi mesi, per
una delle più antiche case
inglesi specializzate in
adventure games.
13 - 1
Jack Orlando
TopWare AD 13 12565]
In grande ascesa questo
gioco molto americano nei
presupposti e negli obiettivi.
14 24 2
Frogger
Hasbro AR 14 |2559]
Un megasuccesso per
questa versione 3d di uno
dei videogames che hanno
fatto la storia dei giochi elet¬
tronici. La rana e la sua diffi¬
cile sopravvivenza.
15 18 3
Defiance I 1 )
Visceral/Avalon Hill AC 15
(2556]
Questo qui lo consiglio
solo ai veri fissati del warga-
me.
16 20 4
Armed & Delirious
Sir-Tech AD 16 [25511
Invece questo game della
Sir Tech (la più vecchia casa
di videogame ancora in atti¬
vità a parte la Activision.,.) è
adatto agli amanti dell'rpg
17 8 5
Qin (Tomb of thè Middle
Kingdom)
Time Warner AD 8 [2541 ]
Questo game orientaleg¬
giante tenta una strada già
percorsa con insuccesso
dalla Infogrames nei primi
anni Ottanta.
18 23 2
Front Page Sports
(Ski Racing)
Sierra SP 18(25581
La versione Sierra dello
sport invernale europeo. In
prossimità delle olimpiadi
invernali.
19 - 1
Soccer Champ
Simulmondo RA 19 [2566]
L'evoluzione della specie
calcistica. Il primo strategy-
action soccer game. E
anche, con orgoglio, made
in Italy.
20 - 1
Evolution
Discovery Channel ST 20
[2567]
Il più grande channel
scientifico-divulgativo del
mondo si
cimenta nei
game con
maestria e
classe. Un
game utile e
bello.
Vs.
Francesco
Carlà
TOP 20 PC GAMES: i più venduti nei negozi USA
(edizione americana con il prezzo in $ usa, il secondo numero indica la posizione il mese precedente,
l'asterisco che si tratta di nuova entrata)
1
Riverì: The Sequel to Myst (Red Orb)
1
2
Myst (Brcderbund)
2
3
Flight Simulator 98 (Microsoft)
3
4
Quake II (Activision)
-
5
Barbie Magic Hair Syler (Mattel)
4
6
Lego Island (Mindscape)
5
7
Tomb Raider II (Eidos)
10
8
Frogger (Hasbro Interactive)
-
9
Tonka Search and Rescue (Hasbro Interactive)
12
10
Barbie Fashion Designer (Mattel)
9
11
Monopoly Star Wars (Hasbro)
14
12
Scrabble (Hasbro Interactive
-
13
Jedi Knight: Dark Forces II (LucasArts)
6
14
Links LS Golf 1998 (Access)
-
15
Battleship (Hasbro Interactive)
16
16
NASCAR II (CUC Software)
19
17
Age of Empires (Microsoft)
8
18
Tonka Construction (Hasbro Interactive)
15
19
Hellfire : The Diablo Expansion Pack (CUC Software)
-
20
Madden NFL 98 (Electronic Arts)
18
176
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Top 10 Internet e commento alla Top 100 di Francesco canà
(la top 100 completa la trovate su http://www.worldcharts.nll
1
1
16 Total Annihilation
Cavedog/GT WG
1
[2402]
2
2
54 Diablo
Blizzard RP
1
[2154]
3
3
5 Quake 2 (!)
Id/Activision SH
3
[2529]
4
4
13 Age Of Empires {!}
Ensemble/Microsoft ST
3
[2424]
5
5
61 Heroes of Might & Magic 2/add-on
New World/3DO ST
2
[2091]
6
6
14 Fallout
Interplay RP
6
[2417]
7
7
14 Dark Forces 2 (Jedi Knight) {!}
LucasArts SH
6
[2413]
8
8
9 The Curse of Monkey Island {!)
LucasArts AD
8
[2468]
9
10
8 Tomb Raider 2
Eidos AC/AD
9
[2474]
10
12
8 Fifa (Road To World Cup 98)
EA Sports/Electronic Arts
SP 10
[2502]
Molte variazioni rispetto a gennaio, scossoni ovviamente dovuti alle uscite di dicembre e Natale. A parte gli inamovibi¬
li Total Annihilation e Diablo. Quake 2 è già in seconda posizione e Age of Empires. primo vero hit della Microsoft in
videogame a parte Flight Simulator e Links, è ormai quarto. Impressionante il successo tam-tam di Fallout. Partito in
sordina e senza tanti strombazzi, il game della Interplay è arrivato in sesta posizione e minaccia di crescere ancora,
visto che molti, io tra questi, lo considerano il miglior real-time game strategy in circolazione.
A seguire due trionfi annunciati Lucas. Monkey 3 di cui abbiamo detto il mese scorso e Jedi Knight (il mese prece¬
dente...). Così come annunciatissimo è l'avvento in classifica di Tomb Raider 2 e di Lara Croft. New entry anche per
Fifa 98. il sequel annuale della EA Sports a proposito di calcio. Credo che per un po' la classifica si stabilizzerà su que¬
sti titoli con qualche nuovo ingresso a sorpresa che potrebbe arrivare anche dal mese prossimo. Per esempio il ven¬
dutissimo e nostalgico Frogger.
Top 10 Most Downloads
(i 10 demo e sharegame più scaricati dalla Rete)
i
1
19
Mordor 2 (Darkness Awakening)
VB Designs RP
1
[2329]
2
3
81
Ancient Domains of Mystery
Thomas Biskup RP
1
[1976]
3
4
10
Myth (The Fallen Lords)
Bungie ST
3
[2469]
4
5
55
Furcadia
Dragon's Eye RP
2
[2141
5
7
6
Space Empires 3
Malfador ST
5
[2514]
6
2
16
Age of Empires
Ensemble/Microsoft ST
2
[2406]
7
6
26
The Curse of Monkey Island
LucasArts AD
5
[2333]
8
8
13
Quake 2 (Test)
Id/Activision SH
1
[2441]
9
12
9
Total Annihilation
Cavedog/GT WG
9
[2491]
10
9
8
Dark Reign (The Future Of War)
Auran/Activision WG
9
[2494]
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
177
IL PRIMO VIDEOBIOCO IN CUI SI POSSONO
VIVERE LA CARRIERA E LE EMOZIONI DI
Ulti CÀLCIATORE PROFESSIONISTA. I
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stesso a decidere quale e
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e dura sedici stagioni.
Sarà compito tuo,
dimostrando le tue
qualità tecniche,
agonistiche e psicologiche |
all’allenatore e ai media,
migliorare continuamente |
fino a diventare un vero
fuoriclasse e a vincere
l'ambitissimo pallone
" d’Oro ". Ci riuscirai ?
Intelligiochi
di Corrado Giustozzi
Storie di vita... artificiale
Joh Fredersen si voltò di colpo. Fissò a bocca aperta la creatura
che gli stava davanti, mentre gli occhi gli diventavano vitrei
La creatura era, senza dubbio, una donna. (...) Ma, anche se era
una donna, non era umana. Il suo corpo pareva fatto di
cristallo, attraverso il quale le ossa scintillavano argentee.
Il gelo fluiva dalla pelle di vetro che non conteneva una
goccia di sangue. (...) Ma quell’essere non aveva volto.
La curva superba del collo conduceva ad un blocco di
metallo privo di forma. Il cranio era spoglio, il naso,
le labbra, le tempie appena accennate. (...) “Sii gentile,
mia parodia” disse la voce lontana, che suonava come se
fosse la casa a parlare nel sonno. “Saluta Joh Fredersen,
il Signore che domina la grande Metropolis.”
Thea Von Harbou. " Metropolis", 1912
Ed. Compagnia del Fantastico, 1996
Traduzione di Luigi Cozzi
Sapete chi ha vinto il premio
IgNobel per l'economia nel 1997?
Akihiro Yokoi e Aki Malta, rispettiva¬
mente "padre" e "madre" del
Tamagochi, Ricordo che l’IgNobel è
una sorta di "Nobel al contrario" isti¬
tuito sette anni fa da un gruppo di spi¬
ritosi accademici della prestigiosa
Università di Harvard, col quale si
"premiano" i lavori di ricerca più
sciocchi, insulsi o mutili comparsi su
pubblicazioni ufficiali negli anni prece¬
denti; tutti quelli, insomma, che a
norma della motivazione ufficiale "non
possono o non devono essere ripro¬
dotti". Ebbene, il comitato del premio
IgNobel ha ritenuto di dover assegna¬
re il premio per il 1997 ai creatori del¬
l'infernale pulcino virtuale, meritevole
di aver "distratto dal lavoro milioni di
persone”
Ma il povero Tamagochi, nonostante
tutto lo scalpore che ha suscitato
presso l'opinione pubblica grazie alle
grida allarmate di psicologi, sociologi e
antropologi, non è che la punta di un
iceberg assai più profondo e radicato
in noi di quanto crediamo. La "vita
artificiale", di cui il moderno pulcino
virtuale è l'esempio più consumistico
e popolare, è infatti ben più antica di
quanto comunemente si ritenga,
facendo parte di un immaginario tanto
inconscio quanto antico. La novità del
Tamagochi è quella di aver spostato
fortemente l'accento dalla simulazione
del comportamento intelligente, ossia
dalla replicazione della mente coscien¬
te. alla simulazione del comportamen¬
to biofisico, ossia alla replicazione
delle funzioni corporee. Ma in ultima
analisi, pur se in modo inedito, il buon
pulcino non fa altro che riproporci uno
dei tanti aspetti dell'antichissimo ed
ancora irrisolto problema filosofico
della dualità fra mente e corpo. Chi l’a¬
vrebbe mai pensato?
In principio
erano gli automi
Partiamo dunque dall'inizio, e com¬
piamo un excursus a volo d'uccello
che ci permetta di giungere poi ad
inquadrare il moderno concetto di
"vita artificiale". Se lasciamo perdere
l'ultimo mezzo secolo, ossia il periodo
storico caratterizzato dalla presenza
del computer, l'idea di "vita artificiale"
intesa come costruzione di organismi
meccanici o biologici in grado di ripro-
180
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Intelligiochi
durre le funzioni tipiche degli esseri
viventi, è antichissima. Narra ad esem¬
pio la mitologia greca che Efesto, il dio
del fuoco e della meccanica conosciu¬
to dai latini come Vulcano, nella sua
ardente officina sotterranea dove
costruiva tra l'altro i fulmini per Zeus,
poteva contare su di una nutrita schie¬
ra di aiutanti artificiali, uomini meccani¬
ci parzialmente vivi che aveva costrui¬
to lui stesso affinché svolgessero il
lavoro manuale. Oggi li chiameremmo
automi o robot, ma il concetto è lo
stesso.
Molti furono i grandi ingegni del pas¬
sato che, per puro diletto
intellettuale o per compiacere
e divertire i potenti loro
mecenati, costruirono mecca¬
nismi in grado di imitare alcu¬
ni comportamenti degli esseri
viventi, di solito animali. Si
racconta che Erone, famoso
matematico e fisico vissuto
ad Alessandria nel I o II seco¬
lo, avesse costruito un uccel¬
lo metallico in grado di cin¬
guettare ed alzarsi in volo
battendo le ali. ed un cavallo
che si abbeverava ad una fon¬
tana; e si sa per certo che il
grande Leonardo da Vinci
costruì vari animali meccanici
per gli spettacoli e le feste
che si tenevano alla corte di
Ludovico il Moro.
Nel 1700, secolo in cui
trionfano la meccanica di pre¬
cisione e l’orologeria, la pas¬
sione per gli automi diviene
cosi prepotente da influenza¬
re profondamente anche l'ar¬
te e la cultura: assieme ad
innumerevoli e complicatissi¬
mi carillon, il "secolo degli
automi" ci lascia realizzazioni
mirabili quali lo "scrivano'',
che intinge la penna in un
vero calamaio e traccia parole
su un foglio di carta, o la "pia¬
nista" che suona una spinetta
muovendo realmente le dita
e seguendo con gli occhi le
note sullo spartito. Frutto di
questo periodo è anche il
famigerato "Turco" che gio¬
cava imbattibilmente a scac¬
il secolo successivo ci proporrà
memorabili figure artistiche diretta-
mente ispirate alla creazione di vere e
proprie vite artificiali; a seconda dei
casi queste ultime sono ottenute
come estremo perfezionamento degli
automi meccanici, che finiscono per
trascendere la loro natura di macchine
(è tale la bambola meccanica protago¬
nista del balletto "Coppelia") ovvero
come superamento delle leggi della
biologia ottenuto mediante l'uso del¬
l'elettricità, nuova e sconosciuta forma
di energia da poco padroneggiata ma
ancora non bene compresa (è ovvia¬
mente il caso di
"Frankenstein o il novello
Prometeo" di Mary
Woolstonecraft che darà l'av¬
vio ad un intero genere lette¬
rario).
Poi vennero
i robot
Il fortunato termine "robot"
nasce solo nel nostro secolo
da un'invenzione del dram¬
maturgo ceco Karel Capek,
ed in origine stava ad indica¬
re esclusivamente un androi¬
de meccanico e non, come
lo intendiamo oggi, qualsiasi
tipo di meccanismo in grado
di agire autonomamente.
Esso deriva dalla parola ceca
"robota", che significa "lavo¬
ratore", ed appare nel dram¬
ma sociologico "R.U.R.",
ovvero "Rossum's Universal
Robot" degli anni '20. La
storia è semplice: il protago¬
nista, appunto Rossum,
costruisce degli uomini mec¬
canici da impiegare come
instancabili lavoratori nelle
sue fabbriche; ma natural¬
mente queste creature fini¬
scono per ribellarsi e distrug¬
gere il loro creatore. Una
trama che oggi ci appare
scontata, ma all'epoca non lo
era poi tanto.
Di poco precedente al lavoro
di Kapec. e in qualche modo
chi perché al suo interno, celato astu¬
tamente fra complicatissimi quanto
inutili meccanismi, si nascondeva in
realtà un campione umano di piccola
statura; ma si trattava essenzialmente
di una burla e non di un imbroglio, e
comunque il barone Von Kempelen
suo autore, strana ed affascinante
figura di ricco erudito, aveva in prece¬
denza seriamente studiato e realmen¬
te realizzato una macchina pneumatica
in grado di imitare la voce umana e di
pronunciare alcune semplici ma com¬
prensibili frasi.
Sull'influenza di queste realizzazioni
D3-BO. il "droide di protocollo è chiaramente ispirato a Mana di Metropoli
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
181
Intelligiochi
imparentato con esso anche se di
impatto ben diverso, è il romanzo
"Metropolis" (1912) di Thea Von
Harbou, dal quale ho tratto la citazio¬
ne iniziale per questo articolo, Da
esso la sua autrice ricavò una sceneg¬
giatura cinematografica che fu poi uti¬
lizzata nel 1926 da suo marito, il
famoso regista Fritz Lang, per realiz¬
zare il notissimo film omonimo. Grazie
alla sua fortissima carica emotiva, alla
eccezionale forza delle immagini,
all'indimenticabile ambientazione, alla
meravigliosa bellezza delle architettu¬
re futuriste. "Metropolis" rimane una
delle pietre miliari della cinematogra¬
fia nonché uno dei più straordinari
film di culto di tutti tempi: e ciò lo si
deve anche, se non soprattutto, all'in¬
quietante ma allo stesso tempo affa¬
scinante figura dell’ineffabile e bellis¬
sima donna-robot creata dall'inventore
pazzo Rotwang.
La storia è ancora una volta una
proiezione delle problematiche sociali
di quegli anni di inizio secolo, figli di
un Illuminismo sconfitto e sconvolti
dalle tensioni fra diversi modelli dello
stato e del lavoro: il Signore di
Metropolis, Joh Fredersen, commis¬
siona a Rotwang degli uomini mecca¬
nici che possano rimpiazzare i lavora¬
tori umani nell'accudire alle gigante¬
sche macchine-moloch da cui dipende
la vita della città; ma Rotwang gli for¬
nisce invece una misteriosa donna
robot che, assunte le sembianze di
La bellissima Maria, ancora tn torma di robot, assie¬
me al suo creatore, l'inventore pazzo Rotwang
da George Lucas quando si tratta di
dare una forma ad uno dei due robot
che diventeranno i protagonisti della
fortunatissima trilogia di Guerre
Stellari, il "droide di protocollo" D3-
BO (ovvero C3-P0 nella versione
inglese).
La mente separata
dal corpo
importante che non lascia spazio ai
sottili problemi dell'essere.
Dopo la guerra le cose sono irrime¬
diabilmente diverse da prima sono
cambiati i sistemi sociali, sono cam¬
biati alcuni dei problemi, e comunque
c'è un personaggio nuovo con cui fare
i conti: il computer La "calcolatrice
logica" sognata da Leibniz e la "mac¬
china analitica" inseguita da Babbage,
sono ora una realtà. E con i primi cal¬
colatori digitali, drammaticamente
denominati "cervelli elettronici", rie¬
merge dal dimenticatoio quello che
Isaac Asimov, scienziato e scrittore di
fantascienza, definirà con termine
quanto mai azzeccato "complesso di
Frankenstein": ovvero la paura, istinti¬
va ed ingiustificata, della "macchina
pensante" vista come mostro malva¬
gio che inevitabilmente finirà per
distruggere il proprio creatore.
E proprio mentre Asimov ridà fidu¬
cia alla letteratura inventando i "robot
buoni", grossi elettrodomestici pen¬
santi ma fedeli all'uomo e totalmente
innocui grazie all'imprinting nei loro
cervelli positromci delle cosiddette
"Tre Leggi”, il mondo della scienza si
interroga nuovamente sui problemi
ontologici fondamentali chiedendosi
con sempre maggiore affanno se le
macchine non possano pensare per
davvero, e non debbano dunque
essere considerate a rigore come
nuove forme di vita. A questa doman¬
da intrisa di xenofobia strisciante rea-
Maria, una ragazza del popolo amata
tra l'altro dal figlio di Fredersen, incita
i lavoratori alla rivolta e li spinge a
distruggere le macchine e con esse il
sistema sociale
E proprio Maria, gelida e bellissima
creatura artificiale, sintesi estrema
dell'eterna contraddizione tra vita e
non-vita, tra angelo e diavolo, incarna
due secoli di immaginario collettivo
diventando il prototipo di tutti i robot
presenti e futuri; tanto che cin¬
quantanni dopo le sue linee ancora
attuali vengono prese come modello
Il matetico Ta-
magochi, primo
"cucciolo virtua¬
le" a dii fondersi
m milioni di e-
semplari.
L’interazione con
Internet ha por¬
tato ad abomina¬
zioni quali il cimi¬
tero virtuale per
Tamagochi. che
vediamo qui a
destra.
Dopo Metropolis la letteratura e il
cinema abbandonano in qualche
modo il tema della creatura artificiale,
che ritorna solo m produzioni di cas¬
setta legate ai generi "facili" quali
l'horror più bieco
e la fantascienza
di serie B Forse
si è detto tutto, e
comunque il
mondo precipita
ben presto in una
vicenda assai più
drammatica ed
gisce perentoriamente il logico e
matematico Alan Turmg con un famo¬
so saggio nel quale, spostando abil¬
mente la domanda dal campo della
filosofia a quello dell'ingegneria, egli
182
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Intelligiochi
Alba, il monao simulato in cui nascono , crescono ed interagiscono i Noni Questi sono veri ammali
virtuali, dotati di una vera struttura biochimica modellata mediante algoritmi genetici e reti neurali
riteneva di aver
dato la risposta
definitiva, se non il
colpo di grazia, al
problema; ma di
fatto ha invece
aperto un vaso di
Pandora ricco di
temi ancor piu con¬
troversi, la riflessio¬
ne sui quali ha por¬
tato al moderno
dibattito
sull’Intelligenza
Artificiale.
Tutto ciò che si è
fatto da allora, e
sono passati ormai
quasi cinquantanni,
è stato investigare
sulla possibilità di
realizzare, ed even¬
tualmente come,
una "mente artifi¬
ciale" Per la prima
volta l'uomo dispo¬
neva di un laborato¬
rio astratto su cui
sperimentare
modelli della mente, e questo labora¬
torio era il computer: ovvero una sorta
di mente "pura", asetticamente defi¬
nibile. non condizionata da un substra¬
to fisico-biologico con i suoi portati
psicologici. L’attenzione dei ricercatori
ha dunque sempre più abbandonato
l’idea del robot androide per concen¬
trarsi solo sul concetto di mente inte¬
sa come organizzazione astratta di
concetti, in base al principio per cui
volendo replicare il funzionamento del
pensiero non c'era bisogno di costrui¬
re un cervello di protoplasma ne un
suo modello fisico, ma bastava
replicarne in software le strutture
cognitive.
Ritorna il corpo...
simulato
Ma in questi ultimissimi anni,
in una sorta di oscillazione a ritro¬
so del pendolo, l’attenzione di
alcuni ricercatori sta ritornando
verso il substrato fisico, rivalutan¬
do lo studio e la modellazione
delle strutture biologiche che sot¬
tendono al pensiero, per poter
meglio studiare ad esempio i
fenomeni del comportamento.
Le reti neurali e gli algoritmi
genetici sono dunque un tentativo di
comprendere i fenomeni cognitivi
replicando, mediante appositi modelli
matematici, il funzionamento delle
strutture biologiche nelle quali essi si
inseriscono Di fatto si tratta di repli¬
care la "vita” per intero, non già solo
una parte, ancorché di elevato livello,
delle sue funzioni tipiche.
Questa nuova disciplina, denomina¬
ta oramai in modo generalizzato "vita
artificiale”, può in qualche modo
essere vista come un ulteriore livello
di specializzazione di quei modelli
matematici
nati per descri¬
vere comples¬
se dinamiche
sociali in grup¬
pi di esseri
viventi, quali i
famosi modelli
preda-predato¬
re e via dicen¬
do. Se si cam¬
bia livello al
Alan Malheson
Turtng. il padre del-
l'mlormatica. dehni
in un famoso sag¬
gio i criteri per sta¬
bilire se una mac¬
china potesse
"pensare
modello matemati¬
co, tentando di
descrivere non più il
comportamento sta¬
tistico di un insieme
di individui (e chi
non ricorda la psico-
storiografia di
Asimov?) ma il fun¬
zionamento di cia¬
scun individuo, si
può ottenere una
simulazione globale
della dinamica del
gruppo lasciando
che un gran numero
di individui agisca
liberamente intera¬
gendo con gli altri
secondo il proprio
modello di funziona¬
mento.
Se le regole sono
semplici e l’astrazio¬
ne e forte parliamo
di "automi cellula¬
ri”, ed il riferimento
canonico è al
"gioco” Life di John
H. Conway. Se invece la simulazione
e spinta sino alla riproduzione dei
meccanismi genetici e biologici di un
"vero" essere vivente, quello che si
ottiene è un vero e proprio "animale
virtuale" dotato di una sua fisiologia e
di un "istinto" che lo fa agire. Il
nostro tanto bistrattato Tamagochi e
un oggetto del genere, anche se
ovviamente non pretende di essere
una simulazione realistica del com¬
portamento di un vero pulcino. Ma
questo solo perché il modello utilizza¬
to è semplificato al massimo, com¬
prendendo un numero limitatissimo
di comportamenti e nessun meccani¬
smo biologico di livello inferiore. Con
un po' più di attenzione si potrebbe
realizzare un vero animale virtuale, ed
anzi c’è chi l'ha fatto sul serio,
Sempre per gioco, naturalmente, ma
con un'attenzione ai particolari davve¬
ro minuziosa ed un rigore scientifico
elevatissimo, che fanno di questo
"gioco” una sorta di vero e proprio
esperimento di vita simulata. Sto par¬
lando di "Creatures", un tipo di gioco
davvero nuovo ed assai profondo. Ma
ad esso ed ai suoi simili è dedicato
uno speciale approfondimento nella
prossima puntata.
Arrivederci tra trenta giorni.
MS
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
183
a cura di Corrado Giustozzi
Spuntini in Rete
A casa prima del previsto, la moglie assente, cosa c’è di meglio
di una... cena volante a base di panini? Ad esempio un bel
sandwich a sei strati, con tutto dentro. Ma se la vostra fantasia
gastronomica non vi suggerisce le combinazioni di ingredienti
più inedite, niente paura: ci si può sempre rivolgere alla Rete!
di Raffaello De Masi
Serata d'inverno fredda, piovosa. Na¬
tale è ormai passato da un pezzo, i ne¬
gozi sono tornati a esporre le solite co¬
se, in attesa di tempi (e tempo) migliori
Le strade sono lucide di pioggia, pochi
passanti frettolosi col bavero rialzato e il
cappello calcato fino alle orecchie si af¬
frettano verso casa; in qualche bar vec¬
chi vitelloni di provincia giocano stanca¬
mente a biliardo e raccontano, per l'en¬
nesima volta, roboanti quanto improba¬
bili avventure vacanziere, in attesa di un
soffio di calda brezza che li farà rinasce¬
re, come fiori di cactus, a nuova vita. Al¬
la stazione, nella gelida sala d'aspetto il¬
luminata crudelmente dalle lampade al
neon, pochi viaggiatori ritardatari sono
seduti negli angoli, hanno freddo e non
lo dicono. Eppure anche questa stagio¬
ne, specie per chi, come me, ha la sor¬
te (qualcuno, me compreso, la conside¬
ra una fortuna) di vivere in un paese di
provincia, anche la fredda stagione ha il
suo fascino e i suoi lati piacevoli.
Sono uscito per questioni di lavoro e
le cose sono andate più lisce del previ¬
sto; sono le sette e sono già di ritorno;
di andare allo studio, ormai, non ce n'è
più voglia, neanche per sentire se c'è
qualche chiamata alla segreteria telefo¬
nica. Molto meglio tornare a casa; in
fondo si tratta di un pezzetto di vacanza
inaspettato che è un peccato buttare
via. Che fare? La serata non permette
gran che, fosse stato d'estate si poteva
organizzare una scappata in Costiera
amalfitana, ma in questo periodo è peg¬
gio che andare a un funerale! No, no, la
cosa migliore è riguadagnare il proprio
tetto, e, per un'oretta o due, mettersi
comodi e fare qualcosa di piacevole.
Casa, all'arrivo, è piacevolmente cal¬
da; la moglie ha lasciato un biglietto av¬
visando di essere andata da un’amica
(chissà, per complottare come spende¬
re al peggio qualche biglietto da cento-
mila!); tornerà alle nove-dieci; ci pen¬
serà lei a prelevare Anna da una sua
amichetta. Abbiamo un paio d'ore di
tregua; che fare?
Un panino...
La cosa migliore, subito, è prepararsi
un bel panino straripante di tutto; l'insa¬
lata e la cotoletta che la signora moglie
mi ha preparato per pranzo, nell'illusorio
ennesimo tentativo di tenermi a dieta,
ha da tempo abbandonato di corsa il
mio stomaco. Nessun problema per la
scelta degli ingredienti; io mangio qua¬
lunque cosa non si muova e non abbia
possibilità di difendersi (una volta, quan¬
do ero all'università, mi sono preparato
un Buondì con in mezzo due fette di pe¬
corino). Già, ma noi siamo navigatori del
Grande Mare e certo sapremo preparar¬
cene uno con tutti i crismi Giusto una
occhiata alla rete per vedere se ci riser¬
va qualche suggerimento da grand
gourmet, e manco a dirlo, la Grande
Madre non si fa pregare nel fornire sug¬
gerimenti.
Data la piega intellettuale che sta
prendendo la serata è d'obbligo fare
una puntatina per leggere il gustoso,
posso dirlo, articolo di Gabriele Riceputi
dal titolo ' 'Panini magri e leggeri" pre-
sente su mtp.//www. cucina uaiyneil
com/giorriali/bargio/1 83.htm. Potrete
vedere i piu moderni trend sul consumo
e sulle specialità
dei panini, ma ad
onta delle mode
che, in questi me¬
si, stanno portando
alla ribalta abbina¬
menti strani, come
scamorza e pere
(fuochi di paglia, ve
lo dice uno che po¬
trebbe andare nel
Guinness dei pri¬
mati per le pagnot¬
telle che ha ingur¬
gitato) i classici,
che ancora vinco¬
no, sono sempre
quelli farciti di cop¬
pa, prosciutto, for¬
maggi di diverso ti¬
po, e, infine, un
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184
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
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Vieni ■ trovarci e potrai trovare
piu ai t OO tipi ai pumi
/ 4 tipi iti birra m bottuj/m
binamente) di mortadella (ah, la regina
dei panini) e gorgonzola (ma non deve
arrivare domani mattinai). Nei siti nomi¬
nati, che fanno capo alle pubblicazioni di
"Bar Giornale" (da qui una parte
dell'URL) Vito Cirrottola. membro della
giuria dei Maestri dello Snack, propone
ai lettori venti elaborazioni sul tema;
qualcuna, giusto per stuzzicare l'appeti¬
to:
- scamorza affumicata, prosciutto cot¬
to, carciofini, cicoria novella, olio e pepe
servito tra pane francese (vincitore, nel
1992, del primo premio dello Snack
Trophy, mica uno scherzo I)
- bresaola, pomodoro, formaggio ca¬
prino, rucola, scaglie di grana, salsa
cocktail, olio, limo¬
ne e pepe
- coppa, limone a
fette, tonno, capri¬
no, vodka, salsa ro¬
sa
- bresaola, capri¬
no, fragole, kiwi,
conditi con olio e li¬
mone
- e, se mi con¬
sentite, una ricetta
mia; pane caldo
spalmato di burro,
mortadella tagliata
a punta di coltello,
una punta di sena¬
pe, una sottiletta,
una foglia di lattuga
e un pomodoro es¬
siccato e conserva¬
to sott'olio (secon¬
do la migliore tradizione del sud).
Se siete di passaggio a Boston non
mancate di fare una capatina al ristoran¬
te "Il Panino", rttp://tisnwrap.mit.ec?ul
Marketplace/globe/Hestaurant He-
views/TRATTORIAILPANINO html, rigo¬
rosamente italiano, recensito e illustrato
addirittura dal Globe. Neppure da riman¬
dare una scappatina in Colorado, dove,
alla trattoria "Panino's", http://www re-
stauranteur.com/panmos/. troverete,
secondo la migliore tradizione confede¬
rale, "pane per i vostri denti".
Ma non c'è bisogno di navigare tanto
er portarsi a casa qualche trofeo; la
ottega del Panino. http://www.inmila-
no.it/bottega/, offre oltre cento tipi di
panini diversi, tutti collaudati. Oltre tut¬
to offre un servizio gratuito di collega¬
mento Internet per ogni tavolo, cosi si
mangia e si fa un po' di chat (e si brucia
pure qualche grammo; lo sapevate che
un click di mouse consuma 0,02 calo¬
rie?).
... e a nanna!
Beh, sono passate da un pezzo le
undici e tutto questo gran navigare ci
ha messo sonno; è vero che, come di¬
ce Fossati, più andiamo avanti e più
siamo lontani dal "gran mare che
avremmo traversato", ma domattina ho
un collaudo in cantiere alle sette, e de¬
vo pure farmi un centinaio di chilometri.
Delle mie donne neppure l'ombra, han¬
no telefonato dicendo che andavano
per una pizza; allora a letto, ma stasera
ci mettiamo eleganti, con una puntatina
su http://www.www.moda iol.it/appog-
gio/mol.htm per scegliere un pigiama
raffinato (ce ne sono di ogni stilista, tut¬
ti aggiornati alle più attuali tendenze;
calma non fraintendete!). E, se davvero
vogliamo dormire bene, andiamo a
prendere "Sonno d'Oro", un cuscino
pieno di bucce di grano saraceno e fioc¬
chi di rame che il produttore (Urania,
rato //www.itaicon com/l rama/ho-
\htm) assicura essere il toccasana
per dormire al sicuro da influssi nocivi,
correnti parassite e dolori alla cervicale;
chissà se è capace di farmi passare an¬
che 'sta acidità di stomaco!
«s
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
185
a cura di Corrado Giustozzi
Winchip C6 180 MHz
Un nuovo processore si affaccia sul mondo dei PC. È prodotto dalla
IDT, azienda americana, e si pone come alternativa alle CPU in
commercio nella fascia
bassa del mercato
promettendo la massima
compatibilità, un prezzo
contenuto e prestazioni più
che dignitose, nell’attesa di
crescere e puntare a porsi
come alternativa anche ai
processori per Socket 7 di
fascia alta.
di Luca Angelelli
Il suo nome è Winchip C6 ed e il pri¬
mo processore per PC progettalo dalla
Centaur Technology Ine., sussidiaria
della IDT, Integrated Device Techno¬
logy. che lo produce e distribuisce.
Winchip C6 va utilizzato sulle schede
madri dotate di Socket 7 ovvero sulle
piastre che supportano i chip Intel Pen¬
tium e tutti i suoi concorrenti.
Viene da chiedersi le ragioni per le
quali si scelga di entrare in un segmen¬
to cosi combattuto, perché si decida di
competere con una azienda quale la In¬
tel. dominatrice del segmento e con
IBM, AMD e Cyrix che già duramente
lottano con il colosso americano da di¬
verso tempo. Le ragioni che possiamo
ipotizzare sono diverse: per prima cosa
Intel sta puntando decisamente sul
Pentium II e relativo Slot 1 nel tentati¬
vo di distaccare l'agguerrita concorren¬
za. in un certo modo lasciando degli
spazi liberi nella categoria delle CPU
per Socket 7. La massima potenza di
calcolo in casa Intel nell'ambito di que¬
sta categoria è rappresentata dal Pen¬
tium MMX a 233 MHz e non si preve¬
dono sostanziali miglioramenti di que¬
sto tipo di processore; inoltre, malgra¬
do Intel abbia ridotto il costo delle pro¬
prie unità per contrastare la concorren¬
za di AMD e Cyrix, il Pentium 166
MMX, versione alla base del catalogo,
costa ad oggi nei negozi una cifra su¬
periore alle duecentomila lire Questo
fatto lascia scoperte due fasce di mer¬
cato. la prima per quanto riguarda CPU
dal costo inferiore e prestazioni para¬
gonabili o superiori a quelle del PI 66
MMX, la seconda quella dei processori
con potenza di calcolo superiore a
quella di un P233 MMX Inoltre il mer¬
cato delle CPU per socket 7 promette
186
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Produttore: IDT, Santa Clara, California.
lnternet: Fiiii)7/www rii poni
Centaur Technology Ine., Austin, Texas.
Internet: http://www, winchio.com
IDT Italia
di mantenersi molto consistente anco¬
ra per qualche anno. In realtà va consi¬
derato tutto il mondo dei processori
embedded ovvero quelle unità di calco¬
lo utilizzate come cuore dei controller
utilizzati nelle macchine automatizzate:
sareste sorpresi nello scoprire quanti
distributori automatici (di bevande, bi¬
glietti dell'autobus o metropolitana...),
quante fotocopiatrici, stampanti, mac¬
chine utensili... sono basati su proces¬
sori 486, non più utilizzati nei PC. E
questo solo per fare un piccolo esem¬
pio dell'uso di processori x86. Già fin
d'ora questo tipo di controller sta mi¬
grando verso unità 586 per i compiti
piu gravosi, aprendo un mercato enor¬
me e assai ghiotto per tutti i produttori
di processori
Winchip C6, nelle intenzioni della
IDT, è una unità che ridefimsce il livello
di costo minimo delle CPU per socket
7 Ad o^gi sono presenti sul mercato
le prime due versioni del chip in grado
di lavorare a 180 ed a 200 MHz e pre¬
sto saranno disponibili in quantità le
versioni a 225 ed a 240 MHz
Note sull’architettura
La Centaur Technology per produrre
una unità competitiva dal punto di vista
economico e delle prestazioni ha pun¬
tato sulla semplificazione della archi¬
tettura del chip e su frequenze di lavo¬
ro relativamente elevate. Consideran¬
do che il Winchip C6 è sostanzialmen¬
te destinato a PC di fascia bassa e che
questi personal con tutta probabilità
saranno utilizzati con applicativi di tipo
business (videoscrittura, organizzazio¬
ne e gestione di database, applicazioni
Bus
Trap
Address
STAGE
l-TLB
-Cache
X86 Inst Buffer
X86-To-Microcode
Translator
Queue
Trap
Address
RF ROM
TZ
Internai
Inslrucllons
X86
Inslrucdon
Paramelers
X86
Immed
Paramelers
Address
Decode
Address Gen
D-Cache
Access & Execute
■4 -
FP
MMX
WmeOacX
R
A
D
W
1
D-TLB D-Cache
Figura I - Schema a blocchi del Winchip C6
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
187
per ufficio in generale), i progettisti
hanno analizzato il funzionamento della
CPU soprattutto in questo tipo di ambi¬
to rilevando che la maggioranza delle
istruzioni x86 che impegnano il proces¬
sore sono di tipo elementare (copia,
memorizza, operazioni su interi.. ). A
questo punto la Centaur Technology
ha ottimizzato il processore per ese¬
guire con la massima velocità ed effi¬
cienza questo tipo di istruzioni, sempli¬
ficando l'hardware relativo all’esecu¬
zione di quelle istruzioni meno usate.
Inoltre non si è puntato fortemente
sulla capacità di eseguire più istruzioni
per ciclo di clock, come invece fanno
altri costruttori utilizzando più unità RI¬
SC m parallelo, quanto piuttosto alla
velocità di esecuzione aumentando la
frequenza di lavoro del processore.
Scelta indicata, secondo i progettisti,
dalla struttura attuale dei PC nei quali
la frequenza di lavoro del processore è
sostanzialmente superiore a quella del
sistema vanificando in parte i vantaggi
teorici apportati da una architettura
che punti ad eseguire più istruzioni per
ciclo di clock. L’ottimizzazione della ar¬
chitettura del C6 è stata fatta tenendo
conto di questi presupposti, riducendo
al minimo l’hardware necessario, spe¬
cializzandolo per le funzioni che più pe¬
sano complessivamente sulla esecu¬
zione degli applicativi reali utilizzati
Winchip C6 rappresenta una valida proposta per equipaggiare i PC dal costo contenuto e per l’aggiornamen¬
to di tutti quei sistemi dotati di schede madri che non prevedono la doppia alimentazione per II processore
Winchip C6
BUS
Moltipl.
Moltiplicatore
corrispondente
nel Pentium
180 MHz
60 MHz
3X
3X
200 MHz
66 MHz
3X
3X
225 MHz
75 MHz
3X
3X
240 MHz
60 MHz
4X
1,5X
Tabella I - Le versioni del
Winchip C6 sono quattro.
Attualmente sono disponi¬
bili nei negozi solamente
le prime due , ma presto
saranno commercializzate
anche le altre
dall'utente finale Questo approccio ha
portato ad una unità relativamente pic¬
cola, 88 mm 2 a fronte degli oltre 120
mm 2 del Pentium MMX, grazie al nu¬
mero ridotto di transistor impiegati (5.4
milioni). Conseguentemente Winchip
C6 dovrebbe assorbire una quantità
minore di corrente per il funzionamen¬
to e quindi produrre meno calore, ca-
Winchip C6
Pentium MMX
AMD K6
Cyrix 6x86
Max Freq.interna, MHz
240
233
233
187,5(233)
Freq. del bus, MHz
60. 66, 75
60. 66
66
66, 75
Moltiplicatori
2x, 3x, 4x, 5x
1,5x(3,5x)
2x, 2,5x, 3x
1,5x(3,5x)
2x, 2,5x, 3x
1,5x, 2x, 2,5x, 3x
Vcc, alimentazione
3,52 V, 3,3 V
(unica)
2,8 V (nucleo)
3,3 V(l/0)
2,9 V-3,2 V
(nucleo), 3,3 v (I/O)
2,8 V (nucleo)
3,3 V(l/0)
Potenza assorbita, W
10,4
(C6 200, 3.52V)
15,7 (P200)
20 (K6 200)
20,2 (PR200)
Cache dati, kB
32
16
32
64 unificata dati e istruz.
Cache istruzioni, kB
32
16
32
/
Dim, effettive del chip, mm 2
88
128
162
197
Tecnoloqia di costruzione, micron
0.35
0.35
0.35
0.35
Unità MMX integrata
Si
Si
Si
Si
Tabella 2 - Caratteristiche sostanziali del Winchip C6 a confronto con il Pentium MMX, AMD K6, Cyrix 6x86MX
188
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
ratteristiche che ne farebbero un pro¬
cessore adatto anche all'uso nei porta¬
tili.
In figura 1 riportiamo la struttura in¬
terna del chip. I dati e le istruzioni pro¬
venienti dall’interfaccia con il bus dedi¬
cato al processore vengono inviati a
due memorie tampone, D-cache, dedi¬
cata ai dati, e l-cache dedicata alle
istruzioni. Entrambe hanno una capa¬
cità di 32 KB per un totale di 64 KB. Le
istruzioni x86 sono passate ad una
unità dedicata alla loro conversione nel
microcodice eseguibile dalla unità di
calcolo. In questa unità prima della de¬
codifica le istruzioni sono poste in un
buffer, successivamente sono esami¬
nate ed elaborate in modo da fornire in
uscita il flusso delle istruzioni decodifi¬
cate, i riferimenti ai dati relativi alle
istruzioni esaminate e i parametri rela¬
tivi al controllo della esecuzione delle
istruzioni x86. Il microcodice viene ge¬
nerato direttamente dal traduttore op¬
pure prelevato dalla ROM presente sul
chip o da un insieme di queste opera¬
zioni. A questo punto il flusso di istru¬
zioni è passato all'unità di elaborazione
dove è decodificato e associato ai dati
da elaborare presenti nella D-Cache,
nella memoria di sistema. .. e elaborato
dalla ALU. Le operazioni in virgola mo¬
bile e MMX sono eseguite da unità
specializzate. Elaborati, dati e istruzio¬
ni, questi vengono restituiti al sistema.
Per scelta progettuale le capacità di
branch prediction dell'unità sono limi¬
tate, avendo preferito i progettisti la
semplicità del processore ai vantaggi
apportati da una strategia nel tratta¬
mento delle istruzioni valida ma com¬
plessa.
Data un'occhiata assai sommaria e
semplificata allo schema a blocchi del
processore, andiamo a considerare le
caratteristiche del C6: per prima cosa
dobbiamo dire che questo chip funzio¬
na ad una tensione unificata di 3.52-
3.3 V Questo significa che può essere
impiegato su tutte le schede madri,
comprese quelle che non sono dotate
di alimentazione sdoppiata. È una ca¬
ratteristica importante perché permet¬
te virtualmente a tutti i proprietari di
PC un po' datati, basati su Pentium 75
- 100, di utilizzare questa CPU per au¬
mentare le prestazioni del sistema
senza dover sostituire la piastra ma¬
dre.
La frequenza di lavoro interna di una
CPU è ottenuta moltiplicando la fre¬
quenza del sistema per determinati fat¬
tori. Nel caso del Winchip C6 questi
fattori moltiplicatori sono 2X, 3X, 4X e
5X, Per i primi due le impostazioni del-
Produttore
Rev. 0 data
Note
AMI
6.27.02
o successiva
1 BIOS della AMI funzionano con le CPU che
il produttore della scheda madre supporla. Con
Processori “sconosciuti" il sistema non si avvia.
Award
Settembre 1997
o successivi
Anche con versioni non aggiornate il sistema
funziona normalmente anche se la CPU è
identificata in modo "strano": 80486 Dx,
MMX CPU. E' preferibile comunque procedere
all'aggiormamento.
Phoenix
13 Ottobre 1997 o successivo
SystemSoft
1 Settembre 1997 o successivo
Tabella 3 - Winchip C6 è correttamente riconosciuto dai BIOS compilati orientativamente dopo settembre
1997 Tranne nel caso di AMI BIOS, i sistemi pur sema identificare il processore si avviano regolarmente
È comunque sempre preferibile aggiornare il BIOS all'ultima versione disponibile sul sito del produttore
della motherboard
Suite MC
Figura 2 ■ Suite di MC. Globalmente il Winchip C6 si mostra meno efficiente del 30% rispetto al Pentium
MMX in questo test che evidenzia il comportamento del solo processore con codice scritto e compilato
per 80386
Figura 3 - Intel Media Bench. Le prestazioni del C6 risultano globalmente inferiori a quelle del Pentium del
50% circa. È anche vero che nessun chip ha finora superato il Pentium in questo test
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
189
60
V>
50
45
40
55
30
25
20
Figura 4 - Il test di prestazioni inserito nelle Norton Utilities II per Windows 95 riporta un vantaggio del Pen¬
tium, rispetto al C6, di circa il 16%
■ WmchipCB
180MHz
■ Pentium PI 80
MMX
Copy Matto Background Trampartnt
Figura 5 ■ Alle prese con una animazione per Macromedia Director, il Winchip C6 riesce a riprodurre un nu¬
mero di fotogrammi superiore per secondo m tutte le situazioni previste Un risultato interessante che te
stimoma Ira l'altro la bontà della unita
la scheda madre sono le stesse che
per i processori di Intel, il terzo è dato
dalla stessa combinazione che sul Pen¬
tium porta al fattore 1.5X. L'ultimo
moltiplicatore si imposta con una com¬
binazione particolare del livello logico
sui piedini BF0, BF1, BF2. Per ora co¬
munque sono sfruttati solamente i
moltiplicatori 3X e 4X per ottenere le
diverse frequenze di funzionamento
delle varie versioni (tabella 1) Subito
dobbiamo osservare che la versione
base necessita di una frequenza di
clock del sistema di 60 MHz, il che
porta ad una riduzione dell'efficienza in
tutte le operazioni che comportano un
trasferimento di dati sul sistema, a
prescindere dalla potenza di calcolo
della CPU. Vanno quindi preferite le
versioni che utilizzino frequenze di 66
MHz, massima frequenza di lavoro uffi¬
cialmente dichiarata da Intel per i suoi
chipset, oppure di 75 MHz Stesso di¬
scorso vaie per il Winchip C6 240 In
questo caso ci lascia un poco interdetti
la scelta della IDT di utilizzare una fre¬
quenza base cosi bassa per il suo pro¬
dotto di punta tanto che da far ipotizza¬
re che le prestazioni di un sistema ba¬
sate su di un C6 a 225 MHz siano glo¬
balmente superiori a quelle di un siste¬
ma che usi il 240 MHz
Nella tabella 2 riportiamo le caratteri¬
stiche salienti a confronto con quelle
dei chip concorrenti, K6 della AMD,
Pentium e 6x86 di Cyrix
Winchip C6, in pratica
La domanda che più di qualche letto¬
re si starà facendo è la seguente: pos¬
so utilizzare il Winchip C6 sulla mia pia¬
stra madre? La compatibilità del C6 è
ottima ed è possibile utilizzarlo su mol¬
tissime piastre madre in circolazione.
In pratica resta esclusa solo la prima
generazione di MB che utilizzava Pen¬
tium a 60 o 66 MHz alimentati a 5 V
Nei restanti casi l'installazione è sem¬
plice. Per prima cosa va controllata la
tensione di funzionamento del C6 leg¬
gendola direttamente sulla faccia supe¬
riore della CPU: esistono due versioni
che differiscono per tensione nomina¬
le, 3.3 V oppure 3.52 V. Noto il valore
non resta che impostare adeguata-
mente il regolatore sulla scheda madre
aiutandosi con il libretto delle istruzioni
oppure osservando le serigrafie incise
sulla vetronite accanto ai jumper di im¬
postazione. Comunque questo para¬
metro non pare essere stringente in
quanto abbiamo potuto verificare che
l'esemplare in nostro possesso funzio¬
na regolarmente a 3.3 V malgrado fos¬
se nominalmente da 3.52 V
Subito dopo va regolata la frequenza
del bus e il moltiplicatore, utilizzando i
settaggi riportati sul manuale per il
Pentium (60 MHz x 3, nel caso del C6
180, oppure 66 MHz x 3 nel caso del
C6 200). Evidentemente una procedu¬
ra semplice e alla portata di tutti L'ulti¬
mo passo è l’utilizzo di un BIOS aggior¬
nato che riconosca correntemente il
processore. Per questo bisogna colle-
garsi via Internet al sito del produttore
della propria scheda madre, scaricare
ed eseguire l'aggiornamento.
In alcuni casi BIOS non aggiornati
non riconoscono la CPU e impedisco¬
no l'avvio del sistema, in altri il PC fun¬
ziona egualmente anche se il sistema
non è in grado di identificare né il tipo
di processore né la sua frequenza di la¬
voro interna. A questo proposito abbia¬
mo preparato la tabella 3 che riporta le
indicazioni della IDT a riguardo.
Prestazioni
La IDT Italia ha messo a nostra di¬
sposizione uno dei primi chip giunti nel
nostro paese, il Winchip C6 180 MHz.
In attesa di verificare le prestazioni del
200 MHz, versione che consigliamo
caldamente per i motivi che abbiamo
esposto sopra, abbiamo organizzato
una prova a confronto con il riferimen¬
to del settore ovvero il Pentium MMX
190
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Sullo stesso sistema abbiamo mon¬
tato prima un Pentium MMX facendolo
lavorare a 180 MHz e successivamen¬
te l'abbiamo sostituito con il Winchip
C6 Abbiamo poi normalizzato i risultati
dei vari test rispetto i valori del Pen¬
tium, ad eccezion fatta per il test ese¬
guito con le Norton Utilities II, in modo
che sui grafici le prestazioni del pro¬
cessore di Intel assumessero sempre
un valore unitario e la differenza con il
Winchip è facilmente rilevabile, In que¬
sto modo poi i risultati sono estensibili
a tutti i confronti fra CPU dei due tipi
che lavorino con frequenze di clock
uguali a partire dalla stessa frequenza
per il bus di sistema.
Nella figura 2 abbiamo rispolverato la
Suite di MC, test che valuta le presta¬
zioni del processore con codice compi¬
lato per 8086, ahinoi ancora piuttosto
diffuso, Globalmente la differenza nel¬
le prestazioni va dal 23 al 30% risultan¬
do avvantaggiato il processore Intel. I
test Render 1 e 2 danno una indicazio¬
ne della efficienza della FPU con que¬
sto tipo di codice, raggiungendo un
punteggio inferiore del 30% circa ri¬
spetto a quelli ottenuti dal chip del co¬
losso statunitense. A questo proposito
dobbiamo ricordare che la FPU imple¬
mentata nel Pentium, di fatto, è una
delle migliori ad oggi disponibili
L'impatto con gli Intel Media Bench-
mark è piuttosto "drammatico", con
una perdita notevole su tutti i fronti
(fig 3) dell’lDT rispetto al concorrente
In questo caso va ricordato che finora,
nelle nostre prove, nessun processore
e riuscito a superare il Pentium alle
prese con questo test, prodotto dalla
Intel stessa
Le Norton Utilities II (fig 4) riportano
uno scostamento più contenuto,
dell'ordine di grandezza del 16% circa
sempre a vantaggio del processore In¬
tel Certamente in questo test pesa in
modo considerevole la dimensione del¬
la cache interna al processore, pratica-
mente doppia nel Winchip C6 rispetto
all'antagonista Abbiamo riportato in
questo caso i valori rilevati e non nor¬
malizzati per permettere un confronto
con quelli che ognuno può rilevare sul
proprio PC.
In figura 5 riportiamo i risultati con¬
seguiti dai due processori alle prese
con un programma che evidenzia fra
l'altro l'efficienza della unità MMX, Ma¬
cromedia Director. In questo caso è il
Winchip C6 ad avvantaggiarsi sul Pen¬
tium, anche qui probabilmente grazie
alla superiore dimensione della cache
di primo livello.
Figura 6 - Adobe Photoshop 4 Complessivamente anche in questo caso risulta piu veloce il Pentium me¬
diamente del 29% A seconda del tipo di operazioni e del codice utilizzato la dilterenza tra il chip di Intel e
di IDT varia consistentemente, tanto per ricordate che con /'hardware e il software oggi disponibili è estre¬
mamente dithcile indicare le prestazioni di un componente il sistema
Abbiamo poi eseguito una serie di
operazioni su di una immagine fotogra¬
fica con Adobe Photoshop 4, software
che utilizza le istruzioni MMX. A secon¬
da del tipo di operazione eseguita varia
l'efficienza dei chip. Globalmente è
certamente migliore l'Intel ma è evi¬
dente come la differenza dipenda diret¬
tamente dal tipo di operazione ovvero
dal tipo e dalla sequenza delle istruzio¬
ni utilizzate. Questo ricorda come oggi-
giorno sia estremamente difficile quan¬
tificare le prestazioni di una CPU, di¬
pendendo direttamente dal tipo di co¬
dice utilizzato e dalla sua ottimizzazio¬
ne.
In pratica Winchip C6, seppure non
raggiunga le prestazioni del Pentium
MMX, obiettivo che comunque non
era nelle finalità dei progettisti, rappre¬
senta una valida proposta per i PC en¬
try level dove, se sono rispettate le in¬
dicazioni di IDT quanto ai costi, con¬
sentirà un risparmio apprezzabile nel
prezzo d'acquisto. Le prestazioni ga¬
rantite sono comunque soddisfacenti e
competitive con quelle dei 6x86 di fa¬
scia medio-bassa ai quali si pone come
allettante alternativa.
La tensione di alimentazione unifica¬
ta di 3.3 o 3.52 V. assieme ad un as¬
sorbimento di corrente relativamente
contenuto, ne fa una CPU adattissima
per aggiornare, al costo del solo pro¬
cessore, sistemi datati basati su Pen¬
tium "Classic” da 75 a 100 MHz, op¬
portunità assai ghiotta per molti utenti.
Attendiamo ora, dopo questo primo
positivo assaggio, le versioni più
performanti per poterle confrontare
con i diretti concorrenti e la verifica del
prezzo in negozio per poter valutare la
convenienza del prodotto che comun¬
que si preannuncia ottima.
Sviluppi futuri
Il C6 rappresenta il primo passo di
IDT nel mondo dei processori per PC.
Nel corso dei primi mesi del 1998 sa¬
ranno disponibili nei negozi le versioni
già annunciate con velocità di clock fino
a 240 MHz. Nel secondo semestre del
1998 saranno resi disponibili i processo¬
ri della seconda generazione, i Winchip
C6+, caratterizzati da sostanziali miglio¬
ramenti dell'architettura e frequenze di
funzionamento inizialmente di 266 MHz
e a seguire via via crescenti. Il C6+ pun¬
ta a fornire prestazioni superiori o equi¬
valenti a quelle di altre CPU a parità di
clock per socket 7 e di fatto mira a co¬
prire una fascia di mercato diversa da
quella a cui è destinato il C6. Un ulterio¬
re passo verso l'ulteriore incremento
delle prestazioni annunciato dalla IDT
sarà quello di integrare una cache di se¬
condo livello da 256 KB nel chip, funzio¬
nante alla stessa frequenza della CPU,
implementazione prevista per la fine del
1998. Contemporaneamente il C6 conti¬
nuerà ad essere commercializzato e sa¬
ranno presentate versioni con frequen¬
ze di lavoro superiori ai 240 MHz attuali.
MCmìcrocomputer n. 181 - febbraio 1998
191
di Francesco Petroni
Microsoft
Manuale dell’utente
Microsoft Works per Windows 95
Microsoft Works 4.5
Si calcola che gli
utenti di MS Works, tutte le versioni,
superino ormai il milione di unità. Que¬
sto valore dà la misura del successo di
un prodotto che ha accompagnato le
varie ere che hanno caratterizzato
l'evoluzione dei prodotti per PC. MS
Works nasce infatti per DOS. poi si
converte a Windows 3.x ed infine pas¬
sa a Windows 95.
Si tratta di un prodotto destinato pre¬
valentemente al mercato Home, ma
adatto anche ad un utilizzo "didattico",
e ancora, perlomeno per quanto riguar¬
da i due moduli Elaboratore Testi e Fo¬
glio Elettronico, ad un utilizzo ancora
più evoluto, ad esempio un utilizzo
Small Office.
Trattandosi di un prodotto Microsoft
è caratterizzato da una buona compati¬
bilità con il fratello maggiore, che co¬
me noto è MS Office 97, per cui anche
un eventuale "passaggio di categoria"
dell'utente da Works ad Office, non
comporterebbe perdite né in termini di
dati, né tantomeno in termini di cono¬
scenze acquisite.
Include in un'unica applicazione una
serie completa di strumenti, tra cui un
word processor, un database e un fo¬
glio di calcolo, tutti caratterizzati
dall’estrema facilità d'uso.
Nella nuova versione sono stati ag¬
giunti cento nuovi modelli, migliaia di
clip-art e funzionalità per l'esplorazione
del World Wide Web. Insomma c'è an¬
che MS Explorer, utile, ad esempio, se
si voglia sfruttare le librerie di modelli
e di applicazioni che Microsoft mette
in rete, a disposizione di tutti.
Pensato per
lavorare meno
Già da qualche versione fa i migliora¬
menti che presenta ogni nuova versio¬
ne di Works rispetto alla precedente ri¬
guardano non tanto le funzionalità dei
vari moduli, del tutto adeguate alle fi¬
nalità del prodotto, quanto le facilitazio¬
ni all’uso.
Il primo principio che anima Works è
che. quando un utente inizia un nuovo
lavoro con Works (in realtà Works usa
il termine attività), è probabile che si
accinga a realizzare qualche cosa che è
? ià stata realizzata da qualcun altro
sistono innanzitutto un centinaio di
procedure di Autocomposizione e di
Modelli di applicazioni, tra le quali cer-
192
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Microsoft Works 4.5
(WORK 4.5
Produttore:
Mircosoft
Distributore
Microsoft S p A.
Centro Direzionale San Felice
Palazzo A. Via Rivoltane 13 • 20090 Segrate IMI).
Tel. 02/703921
Prezzo (consiglialo IVA esclusa): l. 260.000
Figura 1 - Microsoft Works 4.5
- Le tre modalità di partenza
Quando si comincia a lavorare
con Works si può decidere di
continuare un lavoro preceden¬
temente iniziato Iseconda op¬
zione), iniziare un nuovo lavoro
Iterza opzioneI, ed in questo
caso occorre decidere il tipo di
applicazione tra i quattro possi¬
bili, oppure iniziare un nuovo
lavoro partendo da una proce¬
dura eh Autocomposizione,
scelta tra le oltre cento già di¬
sponibili, opportunamente or¬
ganizzate in una dozzina di ca¬
tegorie. I Tempiale scancabih
da Internet entrano nella cate¬
goria Modelli dehniti dagli
Utenti.
&raca>vo<oor>
e*-*—»™»
Figura 2 - Microsoft
Works 4.5 - Tempiale dal
sito Internet dedicato a
Works
La più grande novità di
Works 4 5. rispetto alle
versioni precedenti, 6 in
un certo senso esterna a
Works stesso La Micro¬
soft ha predisposto un
sito Internet Iwww.mi-
crosot com/works). aper¬
to a tutti, dal quale sono
scaricabili centinaia di
Templates, di modelli di
applicazioni già sviluppa¬
te e pronte all'uso, e di
esempi, ben organizzati
per argomento. Sono di¬
sponibili anche per ver¬
sioni di Works preceden¬
ti alla 4 5
care quella giusta. A questa cospicua
dotazione si aggiunge quella, periodi¬
camente incrementata, disponibile su
Internet. C'è da dire che i file in rete
sono scaricabili da tutti, ma sono leg¬
gibili solo da Works. Per usarli in altre
applicazioni, ad esempio con gli stessi
prodotti Office, vanno lette da Works e
salvate in formato Excel, Word, oppu¬
re, per importarle in Access, si posso¬
no salvare in formato dBase.
Le Autocomposizioni prevedono una
serie di varianti che aumentano note¬
volmente le tipologie di applicazioni di¬
sponibili.
Una volta dentro è sempre disponibi¬
le la Guida, che segue passo passo le
varie operazioni, è possibile, ovviamen¬
te, attivare Sommario o Indice, per la
ricerca dell'argomento desiderato.
Quindi, anche nel caso in cui si inizias-
Figura 3 - Microsoft Works 4 5 - Una procedura di Autocomposizione in azio¬
ne
Quando si sceglie di iniziare un nuovo lavoro sfruttando una procedura di Au-
tocomposizione vengono visualizzate una sene di box nelle quali impostare le
caratteristiche specifiche del proprio lavoro Successivamente, quando si sal¬
va il lavoro, questo rimane associato alla categoria con il quale è stato prodot¬
to, a! punto che è possibile ritrovarlo anche attraverso la sua categoria
Figura 4 - Microsoft Works 4.5 - La Guida in linea.
Sulla parte inferiore della barra di scorrimento verticale sono sempre presenti
due pulsantim. Quello posto in basso attiva la Guida, che occupa una fine¬
strella fissa sulla destra della videata, e quello posto un po' piu in alto apre
l'Indice della Guida, percorribile per argomento o per tipo di applicazione. Li
vediamo ambedue aperti. Un altro pulsante, sempre presente nella Barra de¬
gli Strumenti, è quello che serve per aprire al volo un altro lavoro.
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
193
Microsoft Works 4.5
Wwfci Documenlu «ra/«t num*/
5 ,-B* l~~° r»M» SM« Fumi. J
|!»t*i N»wRoPkv> |l? «j i!3| xl^ldkl q\s\
V» Mo*c« Orn ata» U
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N alitano d»truimun tknc.it
m nUov4i pai una irtva oaru
rha la dama via eia «marni»
Ahi quanto a da qual aia » e
«ita ulva telvaggia • aipia «
c h» n«l p»n»i»i mova la pam
Tanf« «naia che poco * più
ma pii ti aitai d«l b»n fhtfvit
«•Odoratti» foia rh’fv'hot
lo non «o b«n nda coati v'ir
BI'M 5«»«. Fu""* 2
lnl|iuaono ò w*
Numtroéfiapna
Homo doct/aorto
tiara a c*«
tannai* ipooai»
CacpodW database
,a|aJdjjr»Jlj]U
a Warlr 1
Nda ap« (Spagna
tanfata pian di tonno a quii punto
rha la vaiaci via abbandonai
Ma poi etit ha al pi* <fun coD* punto,
U dova Uraonava quella valla
eh» m’ava a di peuia il coi compunto,
guai dai ai alto, a vidi la tu. tpaO.
. .«
tV lovmava ai batto loco,
occhi mi ti (Vi offerto
go tilarmo paiaa fioco
vk coitut nal pan ditarto.
di ma-», gndti a lui.
tu ih, od ombra od omo fitto'»
mi «Non omo, omo pt Ah.
auti Aaron lombardi,
pallia ambad
Nacqui-tubiubo-, «ncoi chi fotta tank
a vitti a Roma tolto 1 buono Augutto
nel tamoojla b d*i falli a tumidi
vadiaib antichi i[
ch’ala facondam
t v.datai coloi c
nal foco, patch* a
quando che tia a
A la quei poi tal
«nona Ai a CIO piu
con Iti u la»cató r
eh» quatto anpei
patchV A/ nbetian
non vuol eh» 'n r
In tutta parti unp
quivi • la tua atti
oh fabet colui et/
E io «ha «Poti»
pat quatto Dio chi
acciò ch'io Aigga
eh» tu mi mani U JJ
ti ch'io vitata U|*| ^
~L-.1—BUA
Figuia 5 - Microsoft Works 4,5 Modulo Elaboratore di testi - Documento su
tre colonne
Il D'imo dei tre Moduli contenuti in Works è l’Elaboratore dei Testi In questa
figura vediamo due o tre cosette che lo riguardano La D'ima è la possibilità di
lavorare su piti colonne e di vedere il layout del documento. La seconda, lo ve¬
diamo dal Óuick Menu attivato sul titolone ruotato di 90", ò la disponibilità del
Server OLE WordArt 30, che serve proprio per inserire scritte ", artistiche “ e
di grosse dimensioni e nel documento, Vediamo anche le zone riservate all’in¬
testazione, a cavallo delle tre colonne
Figura 6 - Microsoft Works 4 5 - Modulo Elaboratore di testi - Documento
composto .
E' possibile, ovviamente, creare documenti composti in cui inserire oggetti
realizzati con i vari Moduli di Works o con i vari OLE Server IWordArt, Draw,
ClipArt, Note-ltl installati insieme al prodotto L‘inserimento degli elementi nel
documento composto si può eseguire direttamente partendo dal menu Inserì
sci, L'Elaboratore dei Testi dispone di funzionalità evolute sia per l'impagina-
zione del documento les composizione su piu colonne!, sia per la sua edita¬
tone les. stili di paragrafo!
TTempo) Sani ITC
I 1 Times New Roman
VTrebucbetMS
TVerdana
rre
L MOOOOCO
Oli colli IKIM
CUOIA
INTTJCM1
CUOIA
CAPII All
quo'*
Figura 7 - Microsoft
Works 4.5 - Modulo Fo¬
glio di Calcolo - Ammor¬
tamento di un Mutuo.
La più classica delle ap¬
plicazioni realizzate con
un Foglio di Calcolo e
quella che calcola le Fia¬
te, comprese la quota
capitale e la quota inte¬
ressi, di un Mutuo. E' già
disponibile sotto forma
di Tempiale Occorre in¬
dicare Capitale. Tasso di
Interesse e Numero di
Rate e poi copiare le for¬
mule per tutte le righe
interessate, in modo da
ottenere i dati analitici
per singola rata Le for¬
mule, già inserite nelle
celle del loglio, vengono
immediatamente ricalco-
late. E ' un buon esempio
delle potenzialità del mo¬
dulo Foglio di Calcolo, ot¬
timamente dotato di funzioni, ad esempio quelle Logiche, ad esempio quelle di LookUp Un pratica le fun¬
zioni SE e CERCAVERT).
L r» 625 701
Coho uuw.
L 8 712 S IO
1 50(100 OOP
_
-T*"*
Tot ala inumati npwlin
L 0
Telai, comkmn
i imi mi
Inumiloomn KC.non
l 37 »2J 701
«W—1.
Jal
T.nnuw maimull
1 br.vé,. 200»
L.
Importr. ultima lata
se un nuovo lavoro rial nulla, Works ci
dà una mano.
I tre moduli
I tre moduli sono: l'Elaboratore dei Te¬
sti, il Foglio di Calcolo e il Database. C'è
anche un modulo Comunicazioni, supe¬
rato dal fatto che con Works viene anche
fornito Internet Explorer
Dei tre il migliore, in termini di funzio¬
nalità. normali ed evolute, e quindi in ter¬
mini di documenti producibili è l'Elabora¬
tore di Testi. Dispone ovviamente di tut¬
te le funzionalità normali in un Word Pro¬
cessor. Tra quelle evolute citiamo la ge¬
stione delle Intestazioni, la possibilità di
lavorare su più Colonne, quella di inserire
le immagini nel testo, l'utilizzo degli Stili
di paragrafo
Segue il Foglio di Calcolo, ben dotato
in termini di funzionalità operative, ad
esempio il riempimento automatico, ad
esempio la possibilità di nominare le cel¬
le, e benissimo dotato in termini rii fun¬
zioni di calcolo (c’è anche la mitica, ed
utilissima, CercavertO)
Il modulo per la produzione di Grafica
commerciale è asservito al Foglio di Cal¬
colo ed è di buona qualità.
Molto limitato invece è il modulo Data¬
base. Permette di gestire semplici liste,
pressoché prive di struttura e senza alcu¬
na possibilità di controllo dell'immissione
(tanto per dire, si può scrivere una parola
in un campo dove andrebbe una data.
Nessuna possibilità di inserire campi Cal¬
colati, né tanto meno di inserire "oggetti¬
stica Windows". Sono invece abbastan¬
za evolute, sempre in funzione delle fina¬
lità del prodotto, le funzionalità per l’im¬
postazione rii Filtri di ricerca e di selezio¬
ne. e per la creazione dei Reports, che
Works chiama Rapporti. Ulteriori notizie
le trovare nelle didascalie.
Funzionalità in comune
e funzionalità miste
Alcune voci di menu e quindi alcune
funzionalità sono presenti in tutti i modu¬
li Citiamo l'Anteprima di Stampa e, ov¬
viamente, la Stampa, la Guida, lo Zoom,
ecc Buona parte del menu Strumenti,
dal quale si attiva il Correttore Ortografi¬
co e si apre una Rubrica, è in comune, Il
menu Inserisci è ben dotato solo nel mo¬
dulo Elaboratore di Testi e permette di
inserire Tabelle, Fogli di Calcolo e Grafici,
realizzati con il secondo modulo, Note-lt,
poi ClipArt e WordArt, per arricchire il do¬
cumento con immagini di libreria (7 000
elementi) o con testi artistici. E' possibile
attivare l'accessorio Draw, con il quale
194
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Microsoft Works 4.5
Produzione Pruda
<tl4i MidMi
> D*oor»wna»* e w
•ooko di c»koio o
> CfM un grilko
> Moduuaivungi»
Figura 8 - Microsoft Works 4 5 - Modulo Foglio di Calcolo - Un piccolo calendario
personale .
Si tratta di un Tempiale scaricato da Internet Per cambiare il mese eh validità ba¬
sta cambiare la data nella cella che mostra il titolo Conseguentemente le formu¬
le, inserite nel Tempiale, producono il resto In primo piano abbiamo piazzato la
Box "Vai a' che appare quando si preme F5, nella quale notiamo una sene di
nomi assegnati alle vane celle da parte di chi ha sviluppato il Tempiale
Figura 9 - Microsoft Works 4 5 - Modulo Foglio di Calcolo ■ Produzione di
un Grafico
Anche II generatore di grafici, associato al modulo Foglio di Calcolo, e di
buona qualità Dispone di numerose tipologie di diagrammi lanche di tipo
3DI. e permette di intervenire interattivamente su tutti gli elementi del
diagramma stesso Ne vediamo un esempio accanto alla Guida passo
passo
tàiso so/uì/ea uva ere J
ru.SO 15/10/W <530 000
vero laoi/M <7i9ooo
friso 12/ll/M 5 <95 000
1170 bpomo seccagli» ocm* iwegatoi
11X tlDO CAIZETT1 PCM* MPIGEHTE
Il 177 SUCie.O GRIGIO PCM» OPERAIO I
31 l""**"
Figura IO - Microsoft Works 4 5 - Modulo Database - Visualizzazione della
Struttura
Passiamo al Modulo Database Questa che mostriamo e un'altra applicazione
presa da un Tempiale La Struttura sottostante un applicazione Database è
mollo semplice, non essendo possibile definire ad esempio regole di validità
sui campi, oppure campi calcolati, né modalità di visualizzazione alla Windows
lad esempio campi di scelta che appaiono come ComboBox) Può andare be¬
ne per gestire semplici liste, con pochi campi numerici
Figura 11 - Microsoft Works 4 5 - Modulo Database - Impostazione di un Fil¬
tro
Vediamo il database che. nella sua visualizzazione Elenco, assomiglia tantissi¬
mo ad un foglio di calcolo Sui dati e possibile impostare un Filtro, anche un
filtro complesso Un termini di AND. OR, NOT. ecc I, m un apposita box Iche
abbiamo un po' ridotta, per molivi di inquadraturaI II filtro può essere memo¬
rizzato per usi successivi
realizzare un disegnino vettoriale che va
a finire anch'esso nel documento.
La voce Rubrica attiva un file del mo¬
dulo Database che in questa maniera di¬
venta disponibile per il Mail Merge
dall'elaboratore dei testi.
Conclusioni
MS Works, anche nella versione 4.5,
conferma la sua fama di prodotto di ba¬
se, utile in varie situazioni. Per attività
casalinghe, per chi dispone di macchine
poco dotate, per chi vuole cominciare
con un prodotto facile da imparare e fa¬
cile da usare, anche se poi pensa di
passare ad Office 97, per chi vuole
spendere poco.
Utile anche in attività didattiche, per¬
ché l'Elaboratore dei Testi e il Foglio di
Calcolo permettono dì mettere in prati¬
ca il principi fondamentali dell’elabora¬
zione dei testi e del calcolo elettronico.
Il Database va bene come Filer, a
patto che non lo si chiami più Databa¬
se.
Il suo punto di forza è indubbiamente
l'Elaboratore dei Testi, che può sfrutta¬
re, per la realizzazione di documenti
complessi, comunque possibili con
Works 4.5, anche tutti gli altri compo¬
nenti. «e
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
195
di Valter Di Dio
Logitech FreeScan
»OC|WJ'
Il mercato degli scan¬
ner è in fermento, sia per l'aumento del¬
la richiesta dovuta al maggiore uso di
immagini all'interno dei documenti, sia
perché il prezzo di acquisto sta scenden¬
do con una velocità che ha dell'incredibi¬
le. Se poi si aggiunge che anche la qua¬
lità degli scanner migliora di mese in
mese, ecco giustificato l'interesse, di
tutti i costruttori, in questo segmento.
Proprio per star dietro alle richieste del
mercato e nel contempo per mettere
subito a disposizione degli utenti le nuo¬
ve tecnologie, la Logitech lancia una ver¬
sione migliorata del suo cavallo di batta¬
glia: il FreeScan
Il FreeScan è la versione migliorata,
sia come caratteristiche ottiche che co¬
me meccanica, del PageScan Color Pa-
rallel che rimane comunque a catalogo.
Il FreeScan è più robusto, ha un carica¬
tore di fogli degno di questo nome, arri¬
va a 600x600 dpi di risoluzione ottica
(reale quindi) con ben 30 bit colore e si
collega alla porta parallela permettendo¬
ne l'uso anche con i computer portatili.
Quando si acquista uno scanner non è
facile orientarsi tra le ampie disponibilità
di prodotti e marchi. I prezzi non aiutano
molto perché sono ormai praticamente
allineati, anche le caratteristiche tipiche
di uno scanner, come risoluzione e tem¬
po di scansione, sono praticamente
identiche. Ma tra uno scanner piano e
uno mobile la differenza c'è e si nota a
prima vista. Ciascuna delle due macchi¬
ne presenta vantaggi e svantaggi e, ov¬
viamente, sarà solo l'impiego che ne fa¬
remo a determinare la bontà della scelta
fatta. Lo scanner piano è utile per i volu¬
mi rilegati di notevole spessore, va bene
con tutte le cose che sono piane (foto¬
grafie, pagine dattiloscritte, ecc.) ma ha
lo svantaggio di un discreto ingombro
sulla scrivania e di non avere (di serie)
un caricatore automatico di fogli. Il Free¬
Scan occupa pochissimo spazio, ha un
caricatore da 25 pagine, permette il cari¬
camento frontale e, rimosso dalla base,
permette la scansione di libri o altri og¬
getti voluminosi a patto che abbiano una
superficie piana abbastanza ampia da
permettere alla testa dello scanner di
camminarci sopra.
Insieme allo scanner viene fornito un
notevole supporto software per l'acqui¬
sizione, il ritocco, l'interpretazione del
196
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
FreeScan Logitech
Logitech FreeScan
Produttore e distributore
Logitech Italia s.r.l
20041 Agrate Bfianza IMI)
Tel 039/6057661
mito 7/www. loanecfi. coni
Prezzo UVA inclusa): Ut 499 000
testo e l'archiviazione dei documenti.
Tutti questi programmi sono coordinati
da un unico centro di controllo che si at¬
tiva automaticamente inserendo un fo¬
glio nello scanner II centro di controllo
presenta una serie di pulsanti che basta
cliccare per attivare la scansione, passa¬
re il risultato a PhotoDeluxe per il ritoc¬
co delle immagini o a OCR TextBridge
per l'acquisizione dei testi. Sempre dal
centro di controllo si può archiviare il do¬
cumento definitivo, come pure la scan¬
sione originale, in una comodissima or¬
ganizzazione a cartelle, ciascuna con
una immagine (ridotta a piacere) del do¬
cumento contenuto.
La lesta motorizzala, ri¬
mossa dal caricatore
automatico, cammina
sopra i documenti da
acquisire grazie a due
trattori dotati di quattro
rulli gommati ciascuno
La vista dal basso della
testa di lettura evidenzia
i rulli di trascinamento,
la feritoia di lettura e,
sulla sinistra, i contatti
elettrici che la collegano
alla base
La meccanica
Il FreeScan si compone di due parti: la
testa, che contiene il motore, il CCD, la
lampada e tutto l'hardware di controllo, e
la base che funge solo da supporto e da
alimentatore automatico. La scansione è
bidirezionale. Se il documento viene in¬
serito frontalmente lo scanner lo "risuc¬
chia" e poi lo restituisce frontalmente.
Se invece viene utilizzato il caricatore au¬
tomatico i fogli entrano dal retro e vengo¬
no restituiti sempre frontalmente. Una
bustina trasparente permette di inserire
nello scanner anche oggetti molto piccoli
come, ad esempio, dei francobolli
Rispetto al PageScan il caricatore auto¬
matico è stato migliorato sia come ce¬
stello portacarta sia come precisione ed
affidabilità. Sono stati infatti aggiunti dei
sensori che controllano lo scorrimento
della carta e permettono sia l'avvio auto¬
matico della scansione quando si inseri¬
sce un documento, sia il blocco del mo¬
tore in caso di inceppamenti.
La base non è alimentata visto che tut¬
te l'elettronica e il motori si trovano sulla
testa dello scanner.
La testa si rimuove facilmente e può
essere utilizzata autonomamente per ac¬
quisire documenti che non possono es¬
sere inseriti nella fessura del caricatore
automatico.
La testa è motorizzata e cammina da
La testa tche poi è il cuoreI
dello scanner aperta. Si nota il
grosso motore di trascina¬
mento, la scatola degli spec¬
chi, che contiene anche la
lampada e il sensore CCD a
colori, e l'elettronica di pilo¬
taggio
sola sul documento mentre il CCD effet¬
tua la lettura. Nel caso di oggetti spessi
ma piccoli è necessario ingegnarsi un po'
per permettere allo scanner di percorrere
tutta la superficie da acquisire. Per fare
una prova ho cercato di acquisire la co¬
pertina di un tascabile (un Urania), Anche
ricorrendo a giochi di equilibrio degni di
un acrobata cinese non è stato possibile
acquisire tutta la copertina se non dopo
aver affiancato al libro al¬
tri due volumi all’incirca
della stessa altezza; solo
in questo modo sono
riuscito a creare una su¬
perficie abbastanza am¬
pia, tale da consentire
alla testa dello scanner
l'esplorazione completa,
e stabile, della copertina
da "fotografare".
Questo conferma che
l’uso primario del Free¬
Scan deve essere l'ac¬
quisizione di fogli singoli,
soprattutto nel caso di
acquisizione di testi da passare all'OCR,
di fotografie da inserire nei lavori o di do¬
cumenti da spedire via fax.
L’ottica
La parte ottica del FreeScan si trova
tutta nella testa mobile. L'elemento
principale è il sensore di lettura compo-
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
197
FreeScan Logitech
sto da una barra CCD a colori lunga cir¬
ca cinque centimetri. Una lente concen¬
tra sulla barra l'immagine da acquisire
pervenuta attraverso una camera di
specchi. Dentro la camera degli specchi
trova posto anche il tubo al neon che il¬
lumina l'oggetto da riprendere. Tutto il
gruppo lampada/specchi/sensore è rac¬
chiuso in un robusto contenitore plasti¬
co a prova di luce. Il sensore permette
una risoluzione di 600 punti per pollice
e la precisione di trascinamento con¬
sente di ottenere 600 punti per pollice
Il caricatole automatico può portare Imo a 30
logli Fa da base alla testa e permette anche
l'inserimento frontale dei documenti da acqui¬
sire
anche sull'asse Y II tutto con ben 30 bit
di campionamento colore: 1024 sfuma¬
ture per ciascun colore primario con un
totale di oltre un miliardo di tinte diffe¬
renti. Il driver software permette anche
di ottenere risoluzioni interpolate supe¬
riori (fino 4800x4800) ma a costo di un
leggero decadimento dell'immagine e
di un tempo di scansione davvero lungo
(2 minuti per una fotografia 15x15).
L'elettronica di pilotaggio è abbastan¬
za complessa ma l'ingegnerizzazione
Il vero cuore del Free¬
Scan il sensore CCD a
colon da 600 punti per
pollice . E' saldato diret¬
tamente sullo stampato
di pilotaggio ed avvitato
alla scatola degli spec¬
chi.
del prodotto è ec¬
cellente e il tutto
trova comodamen¬
te posto sopra la
scatola degli spec¬
chi Il sensore CCD
è montato direttamente sul circuito
stampato che lo gestisce, opportuna¬
mente rinforzato in corrispondenza
dell’elemento di lettura per evitare che
le deformazioni termiche possano dete¬
riorare la qualità dell'immagine.
Installazione
Semplice, immediata e sicura l'instal¬
lazione del FreeScan. Si collega il cavo
Scannai K 151 Pii
Eh Importazioni Scannai 2
3 b c 1
m
■
i
m
&
E]
Il centro di controllo
Da qui si lanciano le ac¬
quisizioni e si passano i
documenti ai program
mi di lotoritocco, di
OCR o di archiviazione
e Fax
Fate clic tu un pulianta poi oteguiia un'operazione
DocuMagix di PaperMaster Consente l'archiviazione intelligente dei documen¬
ti acquisiti, tramite cartelle e sottocartelle con anteprima delle immagini conte¬
nute
Piu semplice di PhotoDeluxe, ma più immediato per la verifica del risultato del¬
le acquisizioni, questo OuickPicture della Logitech
198
MCmicrocomputer n 181 - febbraio 1998
FreeScan Logitech
Impostazioni pei scansione e copia
Scegkeie le impostazioni di descrizione del documento:
Qualità copia
Copia standard
Migliorata pai jmmagini
t~ Miglioiata pei testo e immagini
m
Stampante
|HPLaseiJet4M
»| Imposta... |
;-
Copia. |1
rr ■ ■ a . i
III
Copia ora
m
Annulla
Impostazioni di scansione e fax
Scegliete le impostazioni di descrizione del documento:
Qualità fax
<• Fax standaid
Miglioiata pei jmmagini
Miglioiata pei testo e immagini
Fax attivato
Microsoft Fax
m
Imposta...
Invia fax già
Annulla
W Visualizza questa schermata piima di ogni scansione.
I. acquisizione delle immagini o del testo si attiva velocemente ed automaticamente dal centro di controllo non appena si inserisce un loglio nello scanner
alla porta parallela attaccando poi la
stampante al connettore passante. Si
collega il generoso alimentatore diretta-
mente alla testa dello scanner e poi si
accende il computer con il CD-ROM in
dotazione. Il programma di installazione
provvede a configurare il driver e ad in¬
stallare tutto il software accessorio for¬
nito con lo scanner. Tutte le funzioni
dello scanner vengono gestite dal cen¬
tro di controllo che si attiva automatica-
mente inserendo un foglio nello scan¬
ner o premendo il tasto blu che si trova
sulla testa (nel caso di acquisizioni con
la testa separata dalla base).
Il software
Con lo scanner viene fornita la classi¬
ca suite di prodotti appositamente pre¬
parati per la Logitech. Il riconoscitore
di caratteri, che permette di convertire
le immagini contenenti testi in testo di¬
gitato, è l’OCR TextBridge della Xerox,
Per il fotoritocco viene fornita il con¬
sueto Adobe PhotoDeluxe, nato da
una costola (piccola-piccola) del ben
più potente Photoshop. Possiede mol¬
te funzionalità di quest'ultimo (del qua¬
le usa gli stessi plug-in) con la disposi¬
zione dei menu e delle funzioni orien¬
tata all'utenza "domestica''. Possiede
inoltre tutta una serie di funzioni di ab¬
bellimento e arricchimento dell'imma¬
gine (in modalità semitautomatica) che
non si trovano nemmeno in Photo¬
shop: per l’utente con poca esperienza
"computereccia" si tratta certamente
di un prodotto molto interessante, che
consente di ottenere gli stessi risultati
attraverso un processo guidato passo
passo dal programma stesso.
Infine viene fornito DocuMagix di Pa-
Adobe PhotoDeluxe Ver¬
sione domestica di Photo¬
shop, ne contiene molte
delle potenzialità ma con
un'interfaccia orientata
all'utente medio
sciare che lo scanner faccia tutto da
solo.
L'inseritore frontale, che attiva auto¬
maticamente anche il software di
scansione, aiuta molto a velocizzare
l'acquisizione di un singolo documen¬
to. La connessione via porta parallela
lo rende indipendente dalla macchina
cui è destinato permettendone anche
l'uso occasionale o con computer por¬
tatili Il prezzo è allineato agli scanner
piani più diffusi e le prestazioni sono
simili se non superiori. Si tratta quindi
di un oggetto che, valutato bene l'am¬
bito di utilizzo, non può che soddisfare
l'acquirente.
se
perMaster che aiu¬
ta a tenere ordine
nella scrivania vir¬
tuale composta dai
documenti acquisi¬
ti con lo scanner.
Non dimentichia¬
mo che i documen¬
ti acquisiti possono
essere stampati o
inviati via fax (se si
possiede un mo¬
dem) sempre dal
pratico centro di
controllo; questo
significa che il
FreeScan può di¬
ventare il cuore di
un piccolo ufficio sostituendo sia la fo¬
tocopiatrice che il fax.
Conclusioni
Se avete letto l'articolo e non siete
saltati direttamente alle conclusioni,
avrete capito le potenzialità del Free¬
Scan e soprattutto i campi di applica¬
zione in cui il rendimento è massimo. Il
caricatore automatico lo rende un og¬
getto molto diverso da uno scanner
piano. Potete utilizzarlo per fare foto¬
copie, per mandare Fax, per inserire
nel computer testi senza doverli ridigi-
tare. Il caricatore automatico vi con¬
sente di mettere 25 fogli di carta e la¬
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
199
di Valter Di Dio
Monolith GEO Millennium
Le prestazioni dei
computer portatili stanno crescendo
in modo esponenziale. Quello che fino
al mese scorso sembrava il computer
dei nostri sogni viene miseramente bi¬
strattato dall'ultimo modello uscito.
Proprio per questo non vogliamo esa¬
gerare con i complimenti per questa
macchina che, oggi, è sicuramente tra
le più potenti e belle della sua catego¬
ria; ma le lodi non sarebbero esagera¬
te, leggete il resto dell'articolo e ve ne
renderete conto da soli.
Il Monolith GEO Millennium non è
certo un computer che passa inosser¬
vato Aperto, fa sfoggio del suo splen¬
dido display da 13.3 pollici in grado di
visualizzare migliaia di colori in una fi¬
nestra 1024x768. Il tutto animato da
un cuore Pentium MMX a 200 MHz
upgradabile fino a quota 300. Una so¬
fisticata scheda video ad alta velocità,
dotata di acceleratore specifico per
LCD, permette la visualizzazione di fil¬
mati MPEG a tutto schermo senza
perdita di fotogrammi e con una di¬
screta risoluzione. Aggiungeteci un
lettore di CD 20x, 48 Mbyte di RAM,
un disco rigido da 3.2 Gbyte ed un
sintetizzatore audio Yamaha ed avrete
un'idea di cosa possa fare questa
macchina.
Da fuori
L'esterno del GEO Millennium si
presenta, al tatto, come se fosse di
gomma morbida con riporti in pelle.
In realtà la plastica è rigida, ma il trat¬
tamento superficiale la fa sembrare
morbida; un effetto molto gradevole
che dà alla macchina un certo tocco
di classe. L'ampio display determina
ovviamente le dimensioni di questa
macchina che sono leggermente su¬
periori a quelle dei portatili cui siamo
abituati, ma non è uno svantaggio. La
maggior dimensione permette di ave¬
re una tastiera comoda e una base di
appoggio per i polsi molto ampia. La
tastiera si solleva leggermente quan¬
do si apre la macchina e questo facili¬
ta la digitazione perché riporta i tasti
all'inclinazione cui siamo abituati con
le tastiere dei PC tradizionali. Anche
la posizione dei tasti cursore è final¬
mente azzeccata, tutti i movimenti
sono in prima funzione, i cursori sono
a croce (T rovesciata) e PgUp, PgDn,
Ins e Del si trovano nella corretta se¬
quenza. Al centro della zona antistan¬
te la tastiera c'è l'ormai classico
200
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Monolith GEO Millennium
Monolith GEO Millennium
Prdoutlore e distributore:
Monolith Italia
Viale Romagna, 10 - 20133 Milano
Tel 167/385911
Prezzi UVA esclusa);
MD 1000 PC I
7800.000
touchpad ampio e sensibile, con i
due tasti appena sotto, A fianco tro¬
vano posto gli altoparlanti stereo; una
posizione questa che permette di
avere degli altoparlanti degni di que¬
sto nome ma che presenta lo svan¬
taggio di suonarvi proprio sotto le
mani, Tra la tastiera e la base del vi¬
deo TFT un piccolo display LCD pre¬
senta le principali informazioni sullo
stato della macchina, come ad esem¬
pio l'accesso ai dischi, il caps-lock, il
num-lock, la carica residua della bat¬
teria, ecc.
Sul frontale del GEO troviamo uno
strano bottone viola
che potrebbe essere
scambiato per il co¬
mando di apertura del
display se non fosse
che i veri tastini sono
invece chiaramente vi¬
sibili e ben posizionati
ai lati del coperchio.
Ho anche provato a ti¬
rarlo (sembrava pro¬
prio una linguetta) ma
senza successo. Allo¬
ra ho spinto e. . il
computer si è acceso.
Lo so. bastava legge¬
re il manuale; ma è
che non siamo ancora
abituati ad un tasto di
accensione frontale.
Invece è molto pratico
perché non può capi¬
tare di premerlo per
sbaglio mentre solle¬
viamo il computer per
portarlo altrove (m'è
già successo purtrop¬
po).
Vicino al tasto di ac¬
censione ci sono due
piccolissimi Led che
// retro del GEO Millennium La porta seriale è riparata da un tappo in gomma, a vista tutti gli altri con¬
nettori.
indicano lo stato della batteria e
dell'alimentazione attraverso lampeg¬
gi vari (qui ci vuole davvero il manuale
perché con due soli Led riescono a
dare ben sei tipi di informazioni diffe¬
renti, compreso il malfunzionamento
della batteria) A proposito di questa,
si trova a destra dei Led ed è una
Smart Li-lon da 59 W in grado di ali¬
mentare il GEO Millennium per oltre
quattro ore. Purtroppo, sebbene dota¬
ta di connettore standard Duraceli, la
batteria è proprietaria (segue la forma
leggermente curva del computer) ed
è quindi reperibile solo presso i riven¬
ditori Monolith.
Sempre sul frontale, ma dalla parte
opposta, c'è l'alloggiamento per il let¬
tore di CD o per il Floppy Driver. La
scelta di non montare internamente
CD e floppy mi lascia sempre per¬
plesso, è vero che si può montare il
I 1 ".[ 1 1 1 '
I I [ : [ : [ : [ ; i
[ i ! r r.r £ r et tr et bj bi
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F ™ F «f - F
FPKKP'!/
f.
L'ampia tastiera con il touch-
pad e le griglie forate degli al¬
toparlanti.
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
201
Monolith GEO Millennium
CD interno e il floppy esterno attacca¬
to alla porta parallela (il tutto in modo
semplicissimo e trasparente), ma è
anche vero che significa altra roba da
portarsi sempre dietro. Se le interfac¬
ce IrDA si diffonderanno anche tra i
computer da tavolo, allora forse po¬
tremo fare a meno del lettore di
floppy; oggi è ancora presto per la¬
sciarlo a casa, cosi come non si può
girare senza il lettore di CD visto che
tantissimo software risiede ormai uni¬
camente su CD-ROM. Un grosso
punto a favore del GEO è il fatto che
al posto del CD interno è possibile
mettere uno Zip, un Magneto-Ottico,
un LSI20 o un DVD.
Il lato sinistro del GEO presenta so¬
lo la feritoia della ventolina di raffred¬
damento e il piccolissimo slot della
seriale USB. mentre sul lato destro
c'è lo sportello dei due slot PCMCIA
già predisposti per lo Zoomed Video e
i trasferimenti veloci.
Il retro del computer presenta, a vi¬
sta, tutte le uscite classiche. C'è la
porta parallela (che serve anche per
collegare il Floppy o lo Zip/LS 120), ci
sono gli ingressi e le uscite audio. C'è
la porta per il Joystick/MIDI, l'uscita
per la VGA e la porta S-Video per col¬
legare un televisore PAL o NTSC. C'è
il connettore seriale, giustamente
protetto da un tappo di gomma vinco¬
lato al computer, e la finestrella dei
Led infrarossi. Infine c'è il connettore
dell'alimentazione e un piccolissimo
(ma sempre utile) tastino di reset
Completa la dotazione di porte il con¬
nettore per la Dock Station.
Sul fondo della macchina due spor¬
tellini nascondono la piccola Flash
ROM del BIOS e gli slot di espansio¬
ne della RAM. Il GEO nasce con 16
Mbyte direttamente saldati sulla pia¬
stra madre e due slot di espansione.
La dotazione di RAM del Millennium
può quindi andare da 16 a 144 MBy-
te. La macchina in prova è equipag¬
giata con 48 Mbyte.
Veniamo al sodo
Mi trovo sempre a disagio quando si
tratta di raccontare le caratteristiche
tecniche di una macchina. Ci sono tan¬
tissime cose interessanti da dire, so¬
prattutto in macchine di questo livello,
che possono essere raccontate solo da
una serie di sigle e numeri. Il discorso
sarà pertanto un po' arido, ma non ci
sono molte alternative.
Il GEO è un computer di nuova ge¬
nerazione, orientato al multimediale e
in particolare alla gestione video, per¬
tanto presenta delle caratteristiche di
tutto rispetto. Per prima cosa la CPU
non è montata sulla piastra madre ma
su una speciale daughter board che
prende il nome di IMM (Intel Mobile
Module). Su una schedina di 10 x 7 cm
trovano posto il processore, la cache di
secondo livello, il chipset PCI, il senso¬
re di temperatura e il regolatore di ten¬
sione. L'IMM si preoccupa anche di
gestire la frequenza di clock della CPU
e del BUS permettendo la sostituzione
del processore con altri più veloci sen¬
za dover intervenire in alcun modo sul¬
la piastra madre.
L'IMM montato sul Monolith GEO
Millennium è un Tillamook dotato di
processore Intel Pentium Mobile MMX
a 200 MHz. Il Tillamook permette fre¬
quenze di 200, 233 e 266 MHz per il
processore e di 66 MHz per il BUS. So¬
stituendo il Tillamook con un Mobile
Deschutes (classe Pentium II) si può
ottenere un MMX2 a 300 MHz.
Sull'IMM trova posto, come detto,
anche il chipset (un classico Intel
430XT PCIset Northbridge) e la cache
di secondo livello da 512 Kbyte (PB-
SRAM). Tutto il modulo MMI è alimen¬
tato da un’unica tensione di 3,3 volt e
provvede autonomamente a generare
le sue tensioni interne.
Il microprocessore è praticamente
affogato nel circuito stampato e rivet¬
tato ad un blocco di ghisa su cui si av¬
vita il dissipatore. Nel caso del GEO il
dissipatore è in contatto con una pipe-
line che distribuisce il calore su una
piastra posta proprio sotto la tastiera
del computer
Come abbiamo già visto la RAM del
GEO è divisa tra i 16 Mbyte SDRAM
saldati in piastra madre e quella posta
nei due slot SODIMM. Sebbene questi
ultimi possano supportare un doppio
banco per ciascuno slot si deve tener
presente che il chipset TX riconosce
solo 4 banchi di RAM ed uno è quello
presente in piastra madre. Il massimo
di memoria possibile è dato quindi da
due banchi singoli da 64 Mbyte più i 16
di base per un totale di 144 Mbyte,
che non sono certo pochi
Il BIOS è un PhoemxBlOS 4 0 rei 6
Plug'&'Play e risiede su una Flash
ROM da 256 Kbyte facilmente aggior¬
nabile via software oppure sostituibile
attraverso una piccola apertura posta
sul fondo della macchina.
Il display
Il pezzo forte del GEO Millennium è
il display Hitachi TX34D61VC1CAD: un
TFT da 13,3 pollici con 1024 x 768
pixel e 16 milioni di colori (la scheda vi¬
deo però li permette solo a 800 x 600,
a 1024 x 768 i colori possibili sono al
massimo 64K). Le dimensioni esatte
202
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Monolith GEO Millennium
sono 279,5 per 214,5 mm. La dimen¬
sione del singolo pixel, che è quadrato,
è di 0,264 mm. Ha un refresh di 60
quadri al secondo e consuma solo 1,35
W. La visibilità è ottima anche da forti
angolazioni. La luminosità del fondo re¬
troilluminato è regolabile da tastiera.
Come qualità del colore questo display
si comporta in modo egregio, forse
non è molto saturo, ma riesce a resti¬
tuire in modo eccellente le tonalità pa¬
stello e i colori più scuri Anche con un
forte angolo di osservazione i colori
non si sbilanciano e i neri non si satu¬
rano mai. Davvero un'ottima scelta per
un computer con mire DVD ed MPEG.
La VGA
Un display con queste caratteristiche
non poteva essere penalizzato da una
scheda video "comune". Per il GEO
Millennium è stata quindi scelta una
MagicGraphic128XD basata su un chip
NM2160 a 32 bit (zero wait state). La
scheda è dotata di interfaccia video a
128 bit con 2 Mbyte di DRAM integra¬
ta e di un acceleratore video specifico
per i display a cristalli liquidi. Un codec
RAMDEC a 24 bit true-color, l'accelera¬
tore grafico, lo Z-Buffer Data Stnpping,
i cursori e le icone hardware da 64x64
o 128x128 bit, l'uscita TV e ZV comple¬
tano le prestazioni di questa non indif¬
ferente scheda video (fisicamente oc¬
cupa quasi un sesto della macchina,
piu del modulo IMM) Le uscite sono
per VGA, SVGA, XGA, TFT, DSTN e
CRT@85MHz, oltre ovviamente
all'uscita S-Video PAL o NTSC da colle¬
gare direttamente ad un televisore.
La prova della scheda l’ho fatta con
tre filmati MPEG (il demo del GEO,
Goodtime e Weezer), uno alla volta ma
ingranditi a tutto schermo (1024 x
L'alloggiamento frontale può contenere il lettore di CD o quello per i floppy
Le due fonti di alimenta¬
tone del GEO da rete e
da batteria
7681). La qualità dell'immagine la pote¬
te vedere dalle foto. I file (tutti intorno
ai 40 Mbyte) sono stati prima copiati
sul disco rigido e poi lanciati. Solo il de¬
mo del GEO ha avuto di tanto in tanto
qualche piccolo impuntamento sull'au¬
dio, gli altri due sono filati lisci alla per¬
fezione; tanto che alcune persone pre¬
senti hanno creduto che fossero im¬
magini televisive Per provare anche la
velocità grafica e la compatibilità ho
giocato un po' con Quake II. A 1024 x
768 era un tantino lento (sembrava di
essere tornati ai tempi di Doom sui
486/66) ma già a 800x600 la velocità è
tale che il movimento è fluido e conti¬
nuo anche nei passaggi in corsa o nei
salti.
L’audio
Sebbene ormai le schede audio sia¬
no tutte allineate sia come compatibi¬
lità alle SoundBlaster sia come capacità
sonore, la scelta per il GEO Millennium
si è orientata su quella che, a mio avvi¬
so, è la migliore scheda per qualità di
sintesi sonora: la Yamaha YMF7115B-
S. Ebbi occasione di confrontare que¬
sta scheda con altre più diffuse quando
provai TOIivetti Xana e già allora rimasi
colpito dalla profondità e limpidezza del
suono generato da questa scheda Ov¬
viamente non possono essere i due al-
toparlantini da due pollici a riprodurre
appieno gli effetti prodotti dal sintetiz¬
zatore FM OPL3 e dall'enhancer 3D,
ma collegate all'uscita due casse am¬
plificate decenti e vi renderete subito
conto della purezza sonora di questo
chip.
Anche qui la prova del nove è stato
Quake II E' stata la prima volta che
l’installazione ha riconosciuto ed attiva¬
to i suoni senza dover combattere con
settaggi e test audio (con piantamenti
conseguenti). Anche dai piccoli altopar-
MCmicrocomputer n, 181 - febbraio 1998
203
Monolith GEO Millennium
La tastiera si solleva e si ribalta permettendo /' ac¬
cesso a tutta l'elettronica interna Al centro si trova
la scheda VGA, sulla destra la sezione di alimenta¬
zione La CPU trova posto su una scheda estraibile
denominata IMM
lantmi l'effetto stereo 3D è più che suf¬
ficiente. Naturalmente mancano i bassi
(e in Quake si notano!) ma la spazialità
del suono, essenziale per capire da che
lato provengono i nemici, è perfetta.
Il volume si controlla dalla tastiera
con i soliti due tasti in seconda funzio¬
ne per alzare o abbassare il volume, piu
un utilissimo terzo tasto che permette
di fare il mutmg (volume a zero) senza
perdere la precedente impostazione del
volume. Per i settaggi più spinti della
Yamaha c'è il Mixer di Windows 95 e
un controllo speciale della Yamaha per
tutta la parte surround 3D
L’alimentazione
L'alimentazione del portatile Monolith
GEO Millennium proviene da un'unica
batteria al Li-lon da 4200 mAH modello
CGR18650. Il contenitore della batteria
fa direttamente parte del computer,
non è quindi possibile sostituire la bat¬
teria con una di quelle tipo Duraceli che
sono diventate lo standard per molti
portatili. Si tratta peraltro di un'ottima
batteria di tipo SMART, ovvero in grado
di riconoscere la quantità di carica e
presentarla su una pila di 4 Led incorpo¬
rati nella batteria stessa, in grado di ali-
204
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Monolith GEO Millennium
mentare il GEO Millennium per oltre
quattro ore. Il pannello di controllo del
computer mostra la quantità di carica
residua (dialogando con la batteria) sia
in percentuale sia in ore di funziona¬
mento rimaste (formato sicuramente
più comodo per l'utente). La ricarica vie¬
ne controllata dalla batteria stessa che
comunica al computer se necessita di
una ricarica veloce o lenta. La ricarica
veloce permette di avere di nuovo la
batteria al massimo delle capacita in
due ore; la carica lenta ne richiede inve¬
ce otto Trattandosi di una Li-lon la bat¬
teria non ha effetto memoria (o almeno
ne soffre poco) e può quindi essere ri¬
caricata in qualsiasi momento.
L'alimentatore esterno è un piccolo
Delta (ADP-40GB) del peso di 400
grammi in grado di accettare in ingres¬
so qualsiasi tensione compresa tra i 90
e i 264 VAC e tra i 47 e i 63 Hz. L'uscita
è a 22 Vdc, un po' più alta dei suoi cugi¬
ni per portatili che di solito viaggiano a
19 V. mentre il connettore è di quelli più
diffusi sia come forma che come pola¬
rità.
Memorie di massa
Il disco rigido del GEO Millennium in
prova è un Hitachi da 3,2 Gbyte dalle in¬
credibili dimensioni di 7x10x1,2 cm. Si
tratta di un EIDE Ultra DMA con un
tempo medio di accesso di 12 ms con
punte di 3 ms. Il tempo medio di buon
funzionamento dichiarato dalla Hitachi è
di 300.000 ore (34 anni!), la vita media,
più realisticamente, è di cinque anni. Il
disco si trova proprio sotto al tasto di
accensione ed è facilmente rimovibile
togliendo solo due viti dal fondo della
macchina.
Il lettore per CD-ROM, su un compu¬
ter dichiarato MPEG, doveva per forza
essere veloce. Il GEO Millennium mon¬
ta un 20x della Toshiba XM-1602B. Un
lettore molto diffuso e quindi ricono¬
sciuto da Windows 95 anche senza il di¬
sco driver dato dal costruttore.
La velocità di trasferimento è di 8 o
13 Mbyte/s a seconda della modalità di
DMA utilizzata. Il tempo di accesso
(random seek) è di 130 ms, mentre il
tempo di start del disco è di lOs. Il let¬
tore possiede un’uscita audio (line) col¬
legata internamente alla scheda audio.
IrDA
La connessione infrarossa (a patto di
mettersi d'accordo sullo standard da
utilizzare) è la più utile forma di connet¬
tività dei computer portatili. Ha il van¬
taggio di non richiedere cavi ed una di¬
screta velocità di trasferimento. Presen¬
ta, in realtà, il difetto di essere nella
maggior parte dei casi eccessivamente
direttiva, cosa che obbliga a complesse
operazioni di allineamento e a non poter
toccare nulla pena il rischio di caduta
della connessione Tuttavia, grazie alla
connessione diretta via cavo di Win¬
dows 95, la IrDA finisce per essere una
sostituta della Lan per il trasferimento
dati tra computer portatili. La IrDA del
GEO Millennium supporta i protocolli
SIR (115,2 Kbps), MIR (1,152 Mbps) e
FIR (4 Mbps). L'angolo utile per il colle¬
gamento è di 15 gradi, la massima di¬
stanza è di un metro.
Software
Con il Monolith GEO Millennium vie¬
ne fornito Windows 95 e il pacchetto in¬
tegrato Lotus Smart Suite, un insieme
di programmi che coprono i comuni
campi di utilizzo del computer. Grazie
alla presenza di questa Suite si può im¬
mediatamente utilizzare il GEO Millen¬
nium per scrivere, fare conti, gestire da¬
ta base, preparare disegni e slide, colle-
garsi ad internet o a Lotus Notes.
Conclusioni
Difficile riassumere in due parole una
macchina "da sogno". Probabilmente il
Monolith GEO Millennium è la macchi¬
na che fa tutto talmente bene che nes¬
suno ha davvero bisogno di un portatile
simile. Ma i sogni, e le macchine da so¬
gno, non si acquistano perché servono,
si acquistano perché piacciono (e un po'
perché ce lo possiamo permettere). Un
Pentium MMX a 200 MHz è ormai ab¬
bastanza diffuso, ma il display TFT da
13,3 pollici e la scheda video accelerata
fanno del GEO Millennium la macchina
ideale per chi si occupa, o si diverte,
con i filmati MPEG e DVD. La possibilità
di montare un lettore DVD interno gio¬
cano a favore di un uso più prettamente
video che non multimediale di questo
portatile. E video significa anche demo,
presentazioni e promo pubblicitari; oggi,
con un GEO Millennium sottobraccio,
potrete davvero far sgranare gli occhi
ad un sacco di gente.
/se
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
205
di Andrea de Prisco
Nokia Cellular Data Suite
Cellular Data Suite è
una geniale soluzione software lo quasi,
come vedremo tra breve) per collegare,
senza tante storie, qualsiasi computer
Windows 95 alla rete GSM utilizzando
l'interfaccia seriale e il nostro - ormai
immancabile! - telefono cellulare digita¬
le. Proprio come se fossimo "attacca¬
ti", tramite modem, ad una linea telefo¬
nica tradizionale, potremo facilmente in¬
viare e ricevere fax, collegarci ad Inter¬
net per navigare nelle acque telemati¬
che della Grande Rete e/o per scaricare
e spedire la posta elettronica. Sfruttan¬
do in più le specifiche capacità offerte
dalla rete cellulare GSM per gestire
agevolmente l'invio e la ricezione dei
pacchetti SMS che. come noto, con¬
sentono lo scambio di brevi messaggi
testo <fino a 160 caratteriI tra normali
"telefonini" GSM, senza l'ausilio di un
computer ad essi collegato.
Il software a corredo è, naturalmente,
il vero artefice del "miracolo connetti¬
vo" fa credere a quel buontempone di
Windows 95 di avere realmente a che
fare con un fax/modem in carne ed os¬
sa. al quale ogni programma di naviga¬
zione, di posta elettronica, di ge-
stione/trattamento fax è in grado di m-
terfacciarsi per adempiere ai propri do¬
veri telematici (che parolone!) Uno
"strato software" realizzato ad hoc, che
converte i comandi standard fax/mo¬
dem provenienti da Windows 95 nella
sequenza di funzioni di interfacciamen¬
to digitale gestite dal telefono cellulare
e dalla rete GSM. Proprio l'Uovo di Co¬
lombo, non c'è che dire!
Naturalmente Cellular Data Suite pre¬
vede anche una completa gestione del¬
la rubrica telefonica, con ampie possibi-
206
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Nokia Cellular Data Suite
Nokia Cellular Data Suite
Produttore:
Nokia Mobile Phones - Finlandia
Distributore:
Kernel SpA
Via Arrigo Cavaglieli, 26
00173 ROMA - Tel 06/72969 1
llttOV/www.kèii’ièldiòubil
Prezzo al pubblico (IVA esclusa)
Nokia Cellular Data Suite Lit. 281 ,000
lità di editing dei singoli campi,
upload/download dei nominativi memo¬
rizzati all'interno del telefono, possibilità
di importare/esportare elenchi di nomi¬
nativi e numeri telefonici in formato te¬
sto (".CSV". per la precisione), sposta¬
re singoli "record" tra la memoria incor¬
porata nel telefono e quella presente
all'interno della scheda GSM che, come
noto, rappresenta il nostro abbonamen¬
to telefonico.
Ha, in pratica, un solo difetto (sempre
che sia giusto evidenziarlo come tale!):
la soluzione Cellular Data Suite è utiliz¬
zabile solo con i telefoni GSM Nokia
della serie 3100 e 8100 (8110, 811 Oi),
apparecchi di fascia media e alta in
realtà molto diffusi proprio per all'alta
qualità del prodotto (nominare Nokia
nel campo della telefonia cellulare è co¬
me citare l'intera industria automobili¬
stica tedesca quando si parla di vetture
belle, affidabili e "performanti") senza
trascurare un rapporto prezzo/prestazio-
m particolarmente invitante. Cosa desi¬
derare di più?
S... come Suite
Il pacchetto Cellular Data Suite è for¬
mato da un cavo di collegamento seria¬
le per il telefono, tre dischetti conte¬
nenti il sofisticato software di gestione
e uno scarno manuale redatto in sei lin¬
gue tra cui, ringraziando Iddio!, il nostro
amato italiano. Maggiori dettagli sulle
funzionalità software le troveremo
nell'help in linea, sempre disponibile e
di tipo ipertestuale, com'è ormai conso¬
lidata abitudine dei programmi per Win¬
dows 95.
Anche il software è localizzato per il
nostro idioma anche se, stranamente,
al primo avvio il programma si presenta
in lingua inglese ma poi è possibile se¬
lezionare l'italiano da apposito pannelli-
no di controllo. Terminata l'installazione
automatica dei tre dischetti (un CD-
II Cellular Data Suite di Nokia e tuttaltro che un banale cavetto di collegamento al PC Nel suo connettore
intatti, si nasconde una buona dose d'elettronica per il corretto interfacciamento.
ROM, comunque, non avrebbe guasta¬
to!) siamo praticamente pronti per parti¬
re. La parte visibile all'utente si chiama
come l'intero kit e la ritroviamo nel me¬
nu programmi di Windows 95, ma non
bisogna dimenticare che l'installazione
prevede l'aggiunta di tutti i moduli che
fanno credere al sistema operativo di
avere a che fare con un vero e proprio
modem, del tutto indistinguibile dal
punto di vista funzionale da un apparec¬
chio vivo e vegeto collegato alia linea
telefonica tradizionale.
Il cavetto, per dovere di cronaca (e
anche ad ulteriore giustificazione del
prezzo di vendita del kit) non è "solo"
un cavetto. Il suo connettore "lato te¬
lefono" è infatti zeppo di elettronica,
utilizzata per rendere compatibili i se¬
gnali digitali della porta seriale standard
MCmicrocomputer n, 181 - febbraio 1998
207
Nokia Cellular Data Suite
del PC con il connettore proprietario
Nokia del telefono. Sul lato destro, inol¬
tre. è riportato l'ingresso per l’alimenta¬
tore caricabatterie esterno, non neces¬
sario durante l'uso, batterie permetten¬
do, ma utile per non rischiare di rimane¬
re a secco durante i nostri collegamenti.
Manca all'appello solo un "pezzetto
di plastica", un piccolo supporto per il
Nokia 8110 atto a mantenere il radiote¬
lefono in posizione verticale (di sicuro
più indicata per avere meno problemi di
trasmissione) quando è utilizzato in
unione al computer. Meglio ancora sa¬
rebbe stata una clip a molla per ancora¬
re il "telefonino" al display del note¬
book, computer ideale per l'utilizzo di
un GSM portatile per il collegamento ad
Internet o per l'invio/ricezione di fax su
rete telefonica cellulare
Start!
Dopo l'installazione, per lanciare il
"Nokia Cellular Data Suite", come det¬
to. non dobbiamo far altro che accedere
al menu Programmi di Window 95
Compare in questo modo una piccola fi¬
nestra di controllo (visualizzabile anche
WinFax Pro 8 0 di Sy¬
mantec è stato utilizzato
per le prove di trasmis¬
sione e ricezione fax del
Nokia Cellular Data Suite
biglietto da visita,
accedere alla me¬
moria del telefono,
richiamare la fine¬
stra delle opzioni
utente. Inviare il
proprio biglietto da
visita equivale a
mandare via SMS i
propri dati registrati
durante l'installazio-
sempre in primo piano) che mostra co¬
stantemente lo stato del telefono, il nu¬
mero chiamato e durata della comunica¬
zione attiva, la carica residua della bat¬
teria e l'indicatore di campo radio
Quattro bottoni nella parte alta del
pannellino si utilizzano rispettivamente
per mandare i messaggi SMS. il proprio
ne del programma
e modificabili in ogni momento attra¬
verso la finestra delle opzioni. Questa
permette anche di selezionare la lingua
utilizzata dal programma e dall'help, im¬
postare un avviso acustico nel caso di
segnale radio debole, di indicare il nu¬
mero del centro servizi del gestore
GSM, la modalità e la validità di invio
TIM , fax , ISDN ( attenzione .
ono stato quasi sul punto di fatturare alla Telecom Italia
Mobile (emettendo una regolare bolletta di pagamento, con tanto
di IVA, arrotondamento precedente, arrotondamento attuale) il
tempo perso per sbrogliare l'incredibile matassa Tutto questo so¬
lo nel tentativo di far funzionare correttamente il Cellular Data Sui¬
te di Nokia (ma a quanto pare il problema sussiste anche con altri
sistemi di collegamento computer-GSM). nell'invio e nella ricezio¬
ne dei fax, prima di scoprire che il problema, incredibilmente, sta
tutto nel gestore di telefonia cellulare utilizzato (TIMI Cerchiamo
di capire cos’è successo. Premesso che in Technimedia, come
nella stragrande
maggioranza delle
società che dispon¬
gono di un centrali¬
no con molte linee
telefoniche, sono
utilizzate quasi
esclusivamente li¬
nee ISDN (digitali)
anche per mandare
e ricevere fax (con
apparecchi tradizio¬
nali). e che il con¬
tratto GSM utilizza¬
to originariamente
per le prove di que¬
sto prodotto è della
TI M ed è ovviamen¬
te abilitato anche
per la trasmissione
non funziona...)
digitale diretta (fax e dati), succede che per quanto insolito possa
sembrare non è stato possibile né inviare né ricevere fax tra i due
sistemi (GSM-ISDN e viceversa) L'anomalia di funzionamento -
verificata solo nell'utilizzo del contratto TIM e non presente nel ca¬
so di Omnitel - è assai strana: pur disponendo di un numero te¬
lefonico separato per la linea GSM fax, quando si utilizza una linea
ISDN per l'invio del documento il cellulare non riconosce la chia¬
mata come tale e il "telefonino" inizia a squillare come se stesse
ricevendo una normalissima chiamata vocale E giù con le maledi¬
zioni - "mannaggiawwindows95!'' - all'affannosa ricerca del pan¬
nellino di controllo perduto, alla installazione ex-novo - previa rifor¬
mattazione dell'hard disk - su un altro computer... tutte operazioni
ormai di routine quando si deve risolvere un problema e, come
sempre (o quasi i). non si sa da dove iniziare.
Poi la ''dritta'' da Kernel, distributore del kit Nokia e di moltissimi
accessori per telefoni cellulari e per computer portatili: "Avete un
contratto TIM e un fax collegato su linea ISDN? Niente da fare..,".
Riassumendo: se siete utenti Telecom Italia Mobile, prima di sot¬
toscrivere un abbonamento alla linea fax sappiate che, almeno allo
stato attuale (e sarebbe davvero incredibile se TIM non trovasse
al più presto una soluzione), non riuscirete né a ricevere né ad in¬
viare fax ad apparecchi analogici collegati alle linee ISDN
Tutt'altroche rare...
ULTIM'ORA: al momento di andare m stampa ci è stato comuni¬
cato da TIM. da noi sollecitata al riguardo, che sono già in corso al¬
cuni test in merito Secondo guanto dichiarato da Telecom Italia
Mobile, sembrerebbe che il problema non sia stato riscontrato uti¬
lizzando come sorgente un'emulatore fax su PC. Vi terremo co¬
munque aggiornati sull'evoluzione dell'intera vicenda...
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Nokia Cellular Data Suite
A lato un fax Icon tanto di spiritosa cover sheetl inviala da WinFax Pro via
GSM collegato alla porla seriale In alto una schermata del famoso program¬
ma prodotto da Symantec
del messaggio.
I normali SMS sono editabili ovvia¬
mente a video (situazione ben più co¬
moda della tastiera e del display del
"telefonino"), sono mantenuti in me¬
moria anche dopo la ricezione e l'invio,
abbiamo la possibilità di effettuare invii
multipli a più utenti, rispondere ai mes¬
saggi ricevuti, effettuare il reinoltro ad
altro utente, proprio come accade con i
gestori di normale posta elettronica. Da
segnalare, infine, che il software "Nokia
Cellular Data Suite", grazie alle poten¬
zialità offerte dalla rete GSM, è in grado
di inviare e ricevere messaggi SMS an¬
che durante il collegamento telefonico
dati, fax o voce.
Agendo sul pulsante relativo alla ru¬
brica telefonica (o richiamando l'omoni¬
ma voce del menu Strumenti) compare
un'altra finestra con i nominativi memo¬
rizzati nel telefono collegato e nella SIM
dell'abbonamento presente al suo inter¬
no. La lista può essere ordinata per no¬
me, per numero di telefono, per tipo di
memoria o per posizione occupata.
Possiamo facilmente aggiungere, elimi¬
nare o modificare le voci memorizzate
così come spostarle singolarmente o in
blocco da una memoria all'altra (da te¬
lefono a SIM o viceversa). Due pulsanti,
in alto a sinistra, permettono il trasferi¬
mento nei due versi telefono/computer
ed è ovviamente possibile effettuare
operazioni di importazione esportazione
in formato testo CSV, con i campi deli¬
mitati da un punto e virgola.
Utilizzo Internet
Il canale dati della telefonia cellulare
GSM offre attualmente una banda pas¬
sante di "appena" 9600 baud Ciò si¬
gnifica che utilizzando un telefono GSM
in qualsiasi modo collegato al nostro
computer (anche tramite adattatore
PCMCIA) non riusciremo mai a spunta¬
re, compressione software a parte, una
velocità di trasferimento superiore. Co¬
me dire che, di fatto, siamo tornati in¬
dietro di qualche anno, quando anche i
modem "domestici" non riuscivano ad
offrire molto di più Questo problema
non è da sottovalutare: navigare in In¬
ternet a soli 9600 baud, specialmente
Caro Babbo Natale...
i sono comportato bene, ho fatto il bravo, non dico più le parolacce e non liti¬
go più con i miei compagni (di sventura...), ma nemmeno quest'anno ho trovato sotto il
"palloso" albero di Natale il cavetto e il software per collegare il mio inseparabile Psion,
ormai arrivato alla versione 5, al mio altrettanto inseparabile Nokia 8110i. Perché..
Piango, mi dispero, e non mi do pace: eppure lo Psion ha una porta seriale standard di
tutto rispetto, ne sono stati venduti già un considerevole numero di pezzi in tutto il mon¬
do (e in particolar modo in Europa, dove è maggiormente di casa la telefonia cellulare
GSM) possibile mai che nessuno si svegli e proponga una soluzione di questo tipo anche
per il "Principe dei Palmtop"? Potrebbe farlo la Psion, potrebbe farlo la Nokia, potrebbero
farlo entrambe o nessuna delle due confidando nelle capacità imprenditoriali delle azien¬
de "terze parti", notoriamente ben attente ad individuare nicchie di mercato appetibili in
cui tuffarsi.
Su, forza e coraggio, tira¬
te fuori il cavetto per lo
Psion e smettetela una
volta e per tutte, di far
disperare gli utenti esi¬
genti (a volte esageratili
come il sottoscritto.
Che, poi, sono proprio
quelli che tengono in vita
il "mercato speciale",
quello che a fronte di
"numeri"... numerica-
mente non esorbitanti,
sono interessati a quei
prodotti di qualità ad alto
margine di guadagno.
Meditate, gente, medita¬
te! adp
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
209
Nokia Cellular Data Suite
^ Cellular Data Suite - Me «aggio SMS HHE3
Fie Modfica Messaggio grida
' |g3l ><J
Messaggio di prova invialo per
restare la possila’ di invio
messaggi ìms Q3 conegdco
al Nokia 8110i via cavetto
Cefciar Data Suite
14/01/981G. 29.45
adpl
A
Rino GSM
Cinque "schermare "
f ratte dal software di
gestione del Cellular
Data Suite In alto a si¬
nistra un messaggio
SMS. a destra l'invio
del proprio "Biglietto da
visita " Qui ai lati la fi¬
nestra 'Opzioni " e
l’Help in linea, in basso
la finestrella di controllo
del programma, con
l’indicazione dello stato
di carica della batteria
del telefono e il livello
del segnale radio
»—»
Opzioni SMS
Opzioni SMS pannati* <Ji
impoti ii
Saiazonw* >l dei mottéggio
Impotlv» d dal mottéggi b»av* d» mwaf#
imposta finò*Aziono o mono <* un
Quando la modAcho *ongono taralo m Opzioni SMS, ancho i dall tul lolofomno tono aggiornali
Argomenti corrolati
iPtmMi ani
nel trasferimento di pagine piuttosto
"pesanti" (ricche di grafica e di suppor¬
to multimediale) è quasi estenuante, ef¬
fettuare collegamenti ftp per il trasferi¬
menti di grossi file è ancora peggio...
meglio rimanere nell'ambito della posta
elettronica e/o delle BBS a carattere,
come MC-lmk Classic Edition Tutto ciò
anche in considerazione del fatto che le
telefonate tramite cellulare costano sva¬
riate centinaia di lire al minuto (se non
più di mille nel caso degli abbonamenti
Family) e questo non favorisce di certo
la paziente accettazione di lunghe e
preoccupanti attese: la famosa waiting
syndrome. questa volta, coinvolge fi¬
nanche il portafoglio!
In conclusione...
Il Nokia Personal Data Suite ci ha sod¬
disfatto pienamente. Offre tutto quello
che serve fare con un telefono cellulare
collegato al computer, compreso il col-
legamento telematico e la possibilità di
inviare e ricevere fax e messaggi SMS.
Volendo essere pignoli fino in fondo, e
sempreché non sussistano limiti pro¬
gettuali del telefono, sarebbe stato utile
poter pilotare le infinite funzionalità of¬
ferte dai supernidificati menu dell'8110
per selezionare e regolare tutti i para¬
metri direttamente da computer quan¬
do questo è collegato tramite cavetto.
Chissà. in una prossima release del
software..
Per concludere questa prova, com'è
d’obbligo, spendiamo ancora qualche
parola circa il rapporto prestaziom/prez-
zo. Il Nokia Cellular Data Suite costa
ben 281.000 lire più IVA: una bella cifra,
non c'è che dire! Quasi trecentomila li¬
re per un cavetto e tre dischetti fareb¬
bero inorridire chiunque, ma occorre te¬
nere presente che il cavetto... non è so¬
lo un cavetto (nasconde, come detto,
molta elettronica nel connettore lato te¬
lefono). ma soprattutto il software di
gestione fornito a corredo è tutt'altro
che banale e non deve affatto essere
identificato con la sola e semplice utility
di interfacciamento utilizzata dall'utente
per mantenere in ordine di numeri te¬
lefonici o per mandare facilmente mes¬
saggi SMS
Certo, se costasse un (bel) po' di me¬
no sarebbe sicuramente meglio... ma
questo vale proprio per tutto, dai dia¬
manti al prosciutto crudo. Purché non
avvenga a scapito della qualità... «g
210
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
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colpo facile facile non riesce bene e cbi si trova in buca siete proprio voi.
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al vostro posto vorremmo le stesse cose, semplici e concrete: una serie di ser¬
vizi utili, rapidi e flessibili ebe agevolano il lavoro. Allora non vi resta ebe
dare un'oechiatina qui a sinistra, alzare la cornetta e chiamare Italsel. Poi, se
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per rinforniHliai
Ultra Siate
solito tutti pensano
che una tavoletta grafica sia utile solo
ai disegnatori, agli ingegneri o agli ar¬
chitetti. A chi, msomma, usa il compu¬
ter come strumento di disegno profes¬
sionale Ecco quindi che ci immaginia¬
mo tavolette grafiche gigantesche (ne
ho viste anche di formato AO) con
puntatori dotati di lentino di precisio¬
ne. collimatore e tastiermo numerico;
magari posizionate davanti ad uno o
due monitor da 27 pollici. La realtà è
invece, per nostra fortuna, ben diversa
ed una tavoletta grafica può essere
collegata anche al nostro piccolo siste¬
ma domestico in modo da rendere più
semplice la vita di tutti i giorni Ovvia¬
mente non useremo una tavoletta gra¬
fica formato AO, e nemmeno una clas¬
sica A3; la dimensione ideale per un
uso non professionale è intorno ai 4 x
5 pollici. Abbastanza grande da con¬
sentire una discreta risoluzione e, nel
contempo, sufficientemente piccola
da stare sulla scrivania e che permetta
di spostarsi su tutta l'area video senza
eccessivi movimenti del braccio.
Ma a che serve una
tavoletta grafica?
Nel campo professionale la tavoletta
grafica viene utilizzata per due scopi prin¬
cipali. Il primo è l’uso di menu veloci, fa¬
cili da individuare e semplici da persona¬
lizzare Spesso
oltre ai menu
(che altro non
sono se non un
foglio di carta
con su scritte
le funzioni e ap¬
piccicato sul
bordo della ta¬
voletta) si met¬
ta penna elettro¬
nica sensibile alla
pressione e le tar¬
ghette intercam¬
biabili che perso¬
nalizzano la tavo¬
letta
te nella tavoletta grafica anche un tastie-
rino numerico. La seconda funzione, ma
questa solo su tavolette molto più grandi
(formato Al in genere), è quella di inseri¬
re disegni tecnici ricalcando i punti
dall'originale. C'è infine un terzo uso,
professionale, della tavoletta grafica il di¬
segno a mano libera. Ed è questo l'uso
più interessante per noi che non siamo
professionisti del CAD.
Anche una piccola tavoletta da 4 x 5
pollici, come questa Calcomp, permette,
grazie ad un ritrovato introdotto non mol¬
ti anni fa sulle tavolette grafiche profes¬
sionali, di realizzare dei disegni, o dei ri¬
tocchi, in un modo che sarebbe impossi¬
bile ottenere con qualsiasi altro dispositi¬
vo di puntamento.
Sensibile alla pressione
E' questo il vero punto di forza di una
tavoletta grafica. Grazie ad un sensore
inserito nella punta della penna è possi¬
bile comunicare al computer la pressio¬
ne esercitata dallo stilo sulla tavoletta
212
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Calcomp Ultra Siate
OverView
La risoluzione rilevata dal puntale è di
256 livelli di pressione. Tutti noi, quan¬
do utilizziamo una penna o una matita,
esercitiamo una pressione variabile in
funzione del tratto che vogliamo otte¬
nere. E questo avviene in modo sponta¬
neo senza che noi ce ne rendiamo
nemmeno conto (tant'è che proprio la
differenza di pressione permette di ri¬
conoscere le firme false). Se stiamo uti¬
lizzando una penna biro la differenza di
pressione non sarà evidentissima, ma
immaginate per un attimo di utilizzare
un pastello a cera su una carta da dise¬
gno ruvida oppure un pennello morbido
intinto nella china. La pressione diventa
il principale elemento di modifica del
tratto che si vuole ottenere.
Il software
II circuito stampato
che la anche da anten¬
na per la rilevazione
della posizione della
penna
sulla "carta", Ma lo
fanno i principali
software di fotori¬
tocco come Corel
PhotoPaint o Ado¬
be Photoshop. Il
Paint di Corel legge
automaticamente
la pressione, men¬
tre per Photoshop
viene fornito con la
tavoletta l'apposito
plug-in. Molti gli
strumenti sensibili
Se la tavoletta
grafica fornisce l'in¬
dicazione della
pressione al com¬
puter non è detto
che poi questo si
trasformi automati¬
camente in una dif¬
ferenza di tratto, an¬
zi. Purtroppo non
sono tanti i softwa¬
re che permettono
di riconoscere la
pressione dello stilo
e modificare di con¬
seguenza il tratto
Il nuovo pannello di con¬
trollo per la configurazio¬
ne di tutte le opzioni
della tavoletta grafica
CdlComp Dkptiroi 4.2
^liCalComp
Bjlom
\8
I s*un* ; Wo
Tabi* CaConv UbaSWe 4 «5
Copyoght Copptf* 199SCaic**i*>lrp»J Technobpei CHytoot
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Vernon Woai*abon
D«v«
42
WnTAfl SpecAcatan
10
Ftmware
9000800505/97
r Tate!Mode <T MoouMode
^SCalComp
P>emeeB«ge
1 1
r Tette* Mode C Mone Mode | OK
I
La regolazione della
sensibilità alla pressio¬
ne della penna è confi¬
gurabile a piacere .
alla pressione (basta pensare all’aero-
grafo o al pennello). L'effetto è straordi¬
nario! Sembra davvero di usare una ma¬
tita o un pennello. Si preme di più e il
tratto si allarga o si sgrana, una pressio¬
ne leggera e il colore si spande appena
o il tratto si assottiglia
Installazione hardware
Per prima cosa si deve collegare la ta¬
voletta al computer. Se avete preso la
tavoletta in versione Macintosh basta
disconnettere la tastiera e attaccare in
serie il connettore ADB della tavoletta
Sulle macchine Windows la cosa è un
tantino più complicata perché la tavolet¬
ta, oltre ad essere connessa alla porta
seriale, prende l'alimentazione attraver¬
so la porta della tastiera Questo implica
un piccolo groviglio di cavi che vanno
avanti e indietro tra il connettore della
tastiera e la porta seriale. Un barilotto
Ai pulsanti della penna
possono essere asso¬
ciate varie funzioni pre-
defimte
|Eia:ei l Holkeys
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
213
Overvievc
Calcomp Ultra Siate
N^CalCo:
^ fW.|
mp
8 UWn.
8 '
Ho»«y. L>rf “TO«-3
5«So»Q"A<»«
SM
La corrispondenza tra
rarea dello schermo e a H a ,t at orp ner-
l'area attiva della tavolet- adattatore per
ta grahca può essere mo- rnette, con una
dihcata solo da qw soluzione intelli¬
gentissima, di
adattare la tavo¬
letta grafica sia
alle porte PS/2 che a quelle DIN. Pur¬
troppo però impegna il connettore se¬
riale e questo può creare problemi se si
ha già il mouse attaccato li sopra, o si
cambia il mouse con uno PS/2 o, come
puntatore, si usa solo la tavoletta Cal¬
comp
Installazione software
Collegata la tavoletta possiamo riac¬
cendere la macchina, inserire il CD-ROM
a corredo della tavoletta Calcomp, e pro¬
cedere con l'installazione della nuova pe¬
riferica. Windows 95 si accorge da solo
della presenza
del nuovo di¬
spositivo (che ri¬
conosce anche
correttamente
> *%CalComp
2^ *•”*"! [j
|] HUkey. |
Delned Hotkay Etneo»
v- Tm
1 ** 1
•r Open
/.CU
Bemcrve 1
/Copy
/Pelle
/lindo
/Eu
i
1
Le scorciatoie assegnate
alla penna si possono atti¬
vare o disattivare una per
ulta
Nonostante il ricalco non sia il
punto di forza di Questa tavolet¬
ta, con un po' di attenzione si
riesce ad ottenere un risultato
soddisfacente
Per un errore nella struttura
del CD l'installazione diventa
semiautomatica
come tavoletta grafica) e chiede il CD con
i driver.
Nel CD allegato alla confezione in no¬
stro possesso c’è purtroppo un problema
con le directory. Infatti alcuni dei driver
che l'installer cerca, non si trovano sotto
la directory WIN95 ma sotto WIN32.
Questo rende l’installazione semi-auto¬
matica perché si deve ogni volta indicare
al wizard dove si trova il file giusto. Tutto
bene comunque fino alla fine e, riawiata
la macchina, la tavoletta è in grado di pilo¬
tare il cursore al pan del mouse (che non
viene disattivato, si possono utilizzare en¬
trambi). Nuovo ovviamente il pannello di
controllo che permette di selezionare la
sensibilità del tocco, la funzione dei due
tastini, l’area utile (in funzione dell’area
dello schermo) e il funzionamento in mo¬
dalità mouse o tablet. In modalità mouse
lo spostamento dello stilo è "relativo" ov¬
vero. come con il mouse, possiamo solle¬
vare lo stilo e appoggiarlo in un altro pun¬
to senza che il cursore si sposti In modo
tablet, invece, la posizione dello stilo
sull’area della tavoletta corrisponde esat¬
tamente alla posizione del cursore sul vi¬
deo (ovviamente in proporzione).
L’uso
Immediato l’uso come dispositivo pun¬
tatore al posto del mouse. Facile anche
l’utilizzo come attrezzo da disegno, sia
con i programmi
blasonati tipo Pho¬
toshop, sia con il
semplice Paint di
serie in Windows
95. Ho anche pro¬
vato subito a rical¬
care un’immagine,
e qui è emerso un
piccolo problema:
non e possibile con¬
finare il movimento
della penna all’inter¬
no della finestra at¬
tiva. E' vero che dal
pannello di control¬
lo possiamo deci¬
dere a quale area
dello schermo corri¬
sponda l'area attiva
della tavoletta, ma
se lo facciamo (a
parte la scomodità
di passare dal pannello di controllo e al
problema di azzeccarci esattamente) di¬
venta poi impossibile uscire, anche tem¬
poraneamente, dall’area predefinita.
Insomma ci vorrebbe una funzione
(software) che mappi la finestra attiva
all’area di disegno della tavoletta, e deve
essere possibile uscire dall'area solo pre¬
mendo, ad esempio, uno dei tastim dello
stilo. Senza questa funzione e pratica-
mente impossibile ricalcare un disegno
perché basta che il cursore esca dalla fi¬
nestra attiva per perdere la corrisponden¬
za tra il disegno su carta e il tracciato sul
video.
La soluzione, l'unica in attesa di una
modifica del software, è di aprire a tutto
schermo la finestra di disegno e fare mol¬
ta attenzione a non toccarne i bordi
Magnifica, invece, l’impressione che si
prova utilizzando gli strumenti di Photo¬
shop sensibili alla pressione. Sembra di
passare, di colpo, ad un'altra versione del
programma Sfumature, trasparenze, li¬
nee "realistiche" ed effetti colorati assu¬
mono una qualità professionale difficile
da ottenere con altri mezzi Se poi si ha la
fortuna di avere una buona mano (penso
ad esempio ad un disegnatore) allora ci si
ritrova all'improvviso con i buoni vecchi
strumenti analogici e il computer non è
più una macchina da controllare con nu¬
meri e selezioni, ma torna ad essere un
docile attrezzo nella mano del creativo.
MS
214
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GOLDSTAR 24X 130
CREATIVE/SAMSUNG 24X 120
TOSHIBA 24X 130
PHILIPS/PIONEER 24X 140
PIONEER I2X.SCSI 230
NEC 24X SCSI 225
PLEXTOR SCSI 300
pvprmugs_ novità' m
RmCBEATIYE_NOVITÀ' 550
HARD DISK
2.1 SAMSUNG 245
ìil .Q.UANTUMJilBKBAI.LSK 285
3.2 SEAGATE ULTRA-A I A 335
3.2 QUANTUM STRATOS 325
3.2.QUANTUM HKEBAU-SE 335
4.3 QUANTUM CYCLONE 325
4.3 SEAGATE ULTRA-ATA 415
IA12S 4.3 QUANTUM EIREBALI.SE
265
335
450
645
995
1.350
385
935
695
525
845
685
1.115
635
1.115
595
695
-525
1.325
1.400
PROCESSORI
INTEL PENTIUM II 300 1.200
INTEL PENTIUM II 266 850
INTEL PENTIUM 11 233 550
INTEL PENTIUM PRO 200 995
INTEL PENTIUM MMX 233 450
INTEL PENTIUM MMX 200 275
INTEL PENTIUM MMX 166 220
CYRIX/IBM M2 MMX 200 200
AMD K6 233 MMX 375
AMD K6 200 MMX 305
AMD K6 166 MMX 215
MEMORIE RAM
32MB EDO 60 ni 130
16 MB EDO 60 ns 70
8 MB EDO 60 ns 45
32 MB DIMM SDRAM 150
64 MB DIMM SDRAM 36S
SCHEDE MADRI
TRITON II TX 512 145
MICROSTAR TX 512 155
QDITITANIUM TX 512 175
QDI TITANIUM TX 512 ATX 215
QDI LEGEND (PII) 345
ASUSTEKSP97-V +VGA 160
ASUSTEK TXP4 220
ASUSTEK TX-E 97 260
ASUSTEK TX (SOLO DIMM) 270
ASUSTEK TX-XE 97 ATX 280
ASUSTEK TX-XE 97 ATX + SB 320
ASUSTEK P2L97 440LX AGP 320
ASUSTEK P2L97+ATI3D AGP 470
ASUSTEK P2I.97DS AGP DUAL 670
ASUSTEK P2L97D* DUAL/SCSI 800
INTEL PORTLAND (Pll+SB) 295
INTEL ATLANTA (Pll+SB* AGP) 575
INTEL ATLANTA (PII) 305
MICROSTAR MS6II7(PII/AGP) 255
MATROX
MILLENNIUM II 4MB 32S
MILLENNIUM II 8MB 495
MILLENNIUM II 4MB AGP 335
EXP. 4MB x MILLENNIUM II 195
EXP. 8MB x MILLENNIUM II 320
EXP. 12MB x MILLENNIUM II 480
MYSTIQUE 2MB OEM 175
MYSTIQUE 220 4MB OEM TEL
MYSTIQUE 220 4MB RETAI!. 245
EXP. 2MB x MYSTIQUE 85
EXP. 4MB x MYSTIQUE 115
EXP. 6MB x MYSTIQUE 175
RAINBOW RUNNER 315
RAINBOW RUNNER TV 225
KIT M YSTIQUE+RAINBOW 495
M3D PROCESSOR 175
SCHEDE VIDEO
S3TRI064 V2/D.X PCI 2MB 60
S3 VIRGE 2D/3D DX 375 4MB 100
VGA ASUSTEK AGP-V3000 4MB250
VGA ASUSTEK AGP ATI 4MB 250
ATI 3DPRO TURBO PC2TV8MB 355
ATI XPF.RTfflWORK 4MB RETAIU05
ATI XPERT@PLAY 4MB RETAIL 345
VOODOO 3DFX RETAIL 245
Hotline tecnica tei. 06/86.07.478 - |www.inloware.it - intoware(«jpublibytejj
Prezzi X 1000 iva esclusa - validi dal 01.02.98 ad csaurimenlo e S max. 1750 - Finanziamenti - Carla Aura - POS/Bancomal - parcheggio clienti
SONY 17" GDM200PST 1.625
SONY 19" GDM400PST NEW TEL
SONY 20" CPD300SFT 2.675
SONY 20" GDMSE2T5 2.975
SONY 21“ GDM500PST NEW TEL
SONY 24“ GDMW900 4.900
PHILIPS 15" 105 S 425
PHILIPS 15“ 105 B 510
PHILIPS 15" IOSA 640
PHILIPS 17“ 107 S 840
PHILIPS 17" 107 B 925
PHILIPS 17“ 107 A 1.235
NOKIA 15" 449X1 0.25 565
NOKIA 15" 449XA 0.25 595
NOKIA 17" 447ZA 0.27 995
NOKIA 17" 4I7 I V 0.28 1.375
NOKIA 17" 447XPRO 0.25 1.355
NOKIA 17" 447XAV 0.25 1.475
NOKIA 19" 446XPRO 0.26 1.955
NOKIA 21" 445X1 0.22 1600 2.275
NOKIA LCD 300XA S-TET 3.700
MASTERIZZATORI
SONY CDU 928E ATAI’I INI. 625
SONV CDU 926 SCSI IN I 6S0
HP7I00 INT.ATAPI 72S
IIP 7100 PLUS EXT. PARAI- 895
WAITEC WT2026/I SCSI RISCR.975
MITSUBISHI 2/6 SC SI SRISCR. 705
PHILIPS CDD2600 SCSI INT 555
PHILIPS.CDDÌtiimtiCMJvll - 700
PHILIPS CDD3610 AIA PI RISC. 810
MITSUMI CR2600 INT.ATAPI 565
YAMAHA CDR40IT INT.ATAPI 755
YAMAHA CDR400IT INT.RISCR 875
RICOH MP6200SR INT. RISCR. 875
PLEXTORP.XR4I2CI 4/12 TEL
DIAMOND
DIAMOND MONSTER JDKX OEM 305
DIAMOND MONSTER 3DFX RE I.355
DIAMOND STEALTII II SUO 4MB 175
DIAMOND VIPF.R 330 4MB 295
DIAMOND FIRE Gl.1000 PRO 4MB285
DIAMOND FIRE GI.I000 PRO 8MB360
J25
6.5 QUANTUM CYCLONE 425
6.5 QUANTUM STRATOS 515
6.5 QUANTUM FIREBALLSE 525
6.5 IBM DESKSTAR5 515
6.5 SEAGATE ULTRA-ATA 535
8.4 Q UANT UM FIR EBA L L SE 68 5
MODEM
US ROBOTICS 33.6 INTERNO 215
US ROBOTICS 33.6 FLASH 245
US ROBOTICS MESSAGE PLUS275
US ROBOTICS 56K PCMCIA 295
US ROBOTICS ISDN interno 190
US ROBOTICS ISDN esterno 320
TRUST 33.6 interno VOICE 125
PHILIPS 33.6 interno VOICE 135
PHILIPS 33.6 esterno VOICE 145
MOTOROLA ESTERNO (V) 180
MOTOROLA SURFER 56K ini. 225
MOTOROLA SURFER 56K est. 255
MOTOROLA ISDN esterno 320
MOTOROLA PCMCIA 315
CREATIVE
SBI6P&POKM 75
SB 16 P2&P RETAIL 95
SBAWE 64 STANDARD OEM 140
SK VIDEO EC'LIPSE 4MB 125
SK VIDEO EXXTREME 4MB 185
SBAWE64P&PGOLD 320
DISCOVERY 64/24\ P&PNEW 260
DISCOVERY AW64GOI.D+DVD 475
VIDEO B1.ASTER WEBCAM 245
SCANNER
IIP SCANJET SP 455
11P SCANJET 6100C 1.200
LOGITECH PAGESCAN PAR. 255
LOGITECH FREKSCAN PAR. 385
MUSTEK SCANEXPR 6000P 195
MUSTEK SCANEXPR 12000P 285
MUSTEK SCANEXPR I2000S 370
MUSTEK PARAGON 600IICD/SP255
MUSTEK PARAGON 800IIEP 315
MUSTEK PARAGON 1200 SP 475
MUSTEK PARAGON PRO A3 1.650
PRIMAX 4800 195
TEXAS INSTRUMENTS
TEXAS EXTENSA 355 MMX 2.450
TEXAS EXTENSA 390C NEW 3.150
TEXAS EXTENSA 390CX NEW3.750
TEXAS EXTENSA 620 CD 2.850
TEXAS EXTENSA 620 CDT 3.300
TEXAS EXTENSA 650 CD 3.000
TEXAS EXTENSA 650 CDT 3.725
TEXAS EXTENSA 670 CD 3.750
TEXAS EXTENSA 670 CDT 4.975
TEXAS TRAVELMATE 6160 6.625
TEXAS TRAVELMATE 7062 7.475
TEXAS TRAVELMATE 7100 8.750
TEXAS TRAVELMATE 7100 10.500
STAMPANTI
EPSON STYLUS 300 255
EPSON STYLUS 400 355
EPSON STYLUS 600 445
EPSON STYLUS 800 625
EPSON STYLUS 1000 750
EPSON STYLUS 1520 1.455
EPSON STYLUS 3000 2.650
EPSON STYLUS PHOTO 750
EPSON STYLUS PRO XI. + 1.550
HP DJ 4001. 255
IIP D3 670 C 345
HP DJ 690 C* 435
IIP DJ 720 C NOVITÀ' TEL
IIPDJ 870CXI 605
IIP DJ 890 C 765
IIPDJIIOOC 875
IIPLJ6L 685
IIPLJ6P 1.400
IIPOFFICEJET PRO I150C 1.395
CANON BJC 80 385
CANON BJC 250 +ENCICLOP. 235
CANON BJC 4300+ENC1CLOP. 335
CANON BJC 620 515
CANON BJC 4550+ENCICLOP. 585
CANON BJC 4650+ENCICLOP. 635
CANON BJC 7000 765
SCSI HARD DISK / CTRL
2.1 U-SCSI III FIREBALLST 385
3.2 U-SCSI III FIREBALLST 435
4.3 U-SCSI III FIREBALLST 515
6.5 U-SCSI III FIREBALLST 665
4.3 U-SCSI III IBM 605
4.3 W-SCSI IBM 675
2.2 W-SCSI QUANTUM VIKINC 395
4.5 W-SCSI QUNATUM VIKING 675
4.5 W-SCSI QUANTUM ATLAS II 945
9 W-SCSI QUANTUM ATLAS II 1.535
9 U-SCSI III ATLAS II 1.535
AVA 1505 ISA KIT 110
AIIA 2940 U-WIDE KIT 490
IOMEGA
ZIPATAPI INTERNO 185
ZIP PARALLELO/SCSI EST. 265
ZIP SCSI interno + CTRL 275
ZIP l’Ll'S PARALLELQ/SCSI iJi
ZIP ZOOM SCSI «dpi. 90
DITTO interno 200
DITTO esterno 275
DITTO MAX interno 7 Gb 300
DITTO MAX PROFESS. 10Gb 525
JAZZ interno SIS
JAZZ esterno 695
JAZ TRAVEI.I.ER SCSI/PAR 100
PCMCIA SCSI ADAPTER 200
LOGITECH
PILOT SERIALE - PS/2 50
MOUSEMAN 75
MOUSEMAN+ 95
MOUSEMAN CORDI.ESS PRO 125
TRACKMAN MARBI.E 140
SONY DIGITAL CAMERA
SONY DSC-FI 4MB 640x480 1.150
DPP-M55 STAMPANTE COLORI At 850
■ W1CR0GRAFX
micrografx
micrografx
SUMO*TO INIWWT *V* 12 *T 0
. *** , °
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Dallas (USA)
Distributori:
Ingram Micro Tel. 02/9S343604
Computer 2000 Tel 02/625781
Modo S.r.l. Tel 0522/504111
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Micrografx Simply 3D 2
in italiano
Nella rubrica dedicata
alla grafica (in questo stesso numero
di MC) parliamo un po' in generale del¬
la diffusione della grafica tridimensio¬
nale ed in particolare di come, noi tutti
che usiamo un PC, qualsiasi sia la no¬
stra motivazione, ci stiamo via via abi¬
tuando a vedere oggetti e mondi tridi¬
mensionali
E' chiaro che l'argomento riguarda,
a maggior ragione, i prodotti di grafica
di qualsiasi categoria, che, dopo anni
vissuti in un mondo a due dimensioni,
si sono tutti trasferiti nello spazio a tre
dimensioni. Altro fenomeno al quale
stiamo assistendo è la nascita di nuovi
prodotti grafici, progettati direttamen¬
te per lavorare in tre dimensioni. Ed
anche in questa nuova famiglia trovia¬
mo prodotti professionali, per i tecnici
del settore (ad esempio il 3D Studio
dell'AutoDesk). e prodotti per utenti
normali, che non sono quindi dei dise¬
gnatori professionisti. Micrografx Sim¬
ply 3D appartiene a quest'ultima cate¬
goria.
Collocazione di
Micrografx Simply 3D
Sembra una contraddizione: come
può un prodotto di grafica tridimensio¬
nale, un prodotto di modellazione soli¬
da, con funzionalità di rendering e di
animazione, quindi un prodotto basato
su processi elaborativi complessi, ave¬
re come destinatario d'elezione un
utente non tecnico?
La soluzione, proposta dalla Micro¬
grafx con Simply 3D, consiste nel crea¬
re un ambiente operativo semplice e
diretto per le operazioni semplici e di¬
rette. e nel nascondere, nel senso che
gli strumenti per attivarle non sono in
primo piano e non si confondono con
gli altri, le funzionalità più evolute, che
comunque ci sono.
Altra caratteristica, propria di un pro¬
dotto per utente finale, è la ricchezza
dei cataloghi. Nel caso del Simply 3D
sia gli oggetti preconfezionati (dall'ago
alla portaerei, metaforicamente parlan¬
do), sia dei materiali di cui sono fatti gli
oggetti, sia degli schemi di illuminazio¬
ne, sia degli schemi di animazione, so¬
no tali e tanti da permettere all'utente
un lavoro di sola composizione creativa.
La finalità del Simply 3D è quella di
creare delle immagini fotorealistiche,
singole immagini, oppure quella di
creare delle animazioni, in formato AVI
(quello standard di Windows), in forma¬
to FLC (quello, più tecnico, di AutoDe-
sk 3D Studio), in formato GIF animato,
per piccole realizzazioni inseribili in pa¬
gine HTML, in formato VRML 2.0, per
applicazioni Internet grafiche ed interat¬
tive.
216
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Simply 3D 2
OverView
Figura 2 - Micrografx Simply 3D 2 - Lavoro su quattro viste
Un controllo piu preciso del posizionamento degli oggetti in scena si può eseguire lavorando con¬
temporaneamente sulle classane proiemni ortogonali Ogni elemento può essere selezionato e
Su di esso si può attivare una finestra con le proprietà Quindi, per eseguire un posizionamento
Ime. si pud intervenire direttamente sulle proprietà 'geometriche ' del Singolo elemento, digitan¬
do le coordinate dell'oggetto, indicate nel riferimento cartesiano del progetto In Basso, nella fi¬
nestra Catalogo, vediamo alcuni schemi di illuminazione gii impostati
Figura I - Microgralx Simply 3D 2 ■ Ambiente operativo
Cosi appare, normalmente, l'ambiente operativo del Simply 3D, versione 2 in italiano Sulla de¬
stra la finestra Gestione scene, che mostra, in una chiarissima struttura ad albero, tutti gli og¬
getti presenti nella scena con tutte le toro caratteristiche Gli oggetti sono non solo gli elementi
del progetto ma anche le luci ed i materiali In basso il Catalogo che mostra graficamente le li¬
brerie degli oggetti, dei materiali, delle luci, delle animazioni, trasportabili nella scena via drag &
drop La parte del leone la la la finestra, che Si chiama Videocamera, che mostra la scena Qui
la vediamo avendo attivata la vista rendei, per la quale si possono impostare piu livelli di qua¬
lità. le altre sono quella vnrelrame e quella ad ombreggiatura unilorme
L’importanza
di un buon ambiente
operativo
E' possibile lavorare direttamente
sulla vista finale, in quanto i vari og¬
getti presenti in scena sono attivi (fi¬
gura 1). Per un posizionamento più
corretto degli oggetti, soprattutto
dell'uno rispetto agli altri, si può pas¬
sare ad una situazione che mostra le
tre proiezioni ortogonali (figura 2).
Si possono inserire oggetti nella
scena o prelevandoli dalla barra degli
strumenti (oggetti disponibili: sfera,
cubo, cilindro, cono, toro, parete, cu¬
bo smussato, toro rettangolare, vaso,
pavimento) o dal catalogo degli ogget¬
ti preconfezionati. Ogni oggetto può
essere modificato nella sua posizione
e nelle sue proporzioni, o a mano, o
dalla finestra delle proprietà, richiama¬
bile al solito con il Quick Menu. Come
detto gli altri oggetti inseribili possono
essere presi dai cataloghi, quello stan¬
dard e quello disponibile sul CD. Que¬
sti oggetti, che possono essere anche
molto complessi, vengono visti come
oggetti unici. •
Molto importante è la finestra Gestio¬
ne scene, a destra nella videata, che
mostra l'elenco, organizzato in un albero
gerarchico, degli oggetti in scena.
Figura 3 ■ Microgralx Simply 3D
2 ■ Impostazione delle animazio¬
ni.
Con Simply 3D 6 possibile co¬
struire sia immagini singole, det¬
te stili, sia animazioni, che pos¬
sono essere salvato come AVI.
come FLC, come GIF animati,
come VRML 2 0 Anche gli
schemi di animazione, del tipo
"ruota rispetto all'asse X'. sono
predehniti, possono essere scel¬
ti dal catalogo, nell'apposita se¬
zione, e vanno associati ad un
singolo oggetto presente in sce¬
na. Per gestire le sequenze di
fotogrammi esiste sa un'apposi¬
ta barra degli strumenti che mo¬
stra i classici pulsanti VCR. sia
una finestra Editor delle anima¬
zioni, che mostra graficamente il
comportamento dei vari oggetti
m una scala latta di Iologrammi
La gerarchia comincia dalla voce vi¬
sta, al di sotto della quale troviamo
oggetti e luci. Gli oggetti possono es¬
sere oggetti normali, oppure oggetti
principali, capostipiti di altri oggetti.
Ogni oggetto è realizzato con uno o
più materiali. Poi ci sono le luci, ini¬
zialmente sono solo quella anteriore e
quella posteriore, poi vi si possono
aggiungere altri schemi di luci, prele¬
vandoli dal catalogo. Le luci possono
essere d'ambiente, che illuminano
quindi a 360 gradi, oppure direzionate,
in tal caso ne va indicato il punto pre¬
so di mira.
Anche le animazioni vanno a finire
nell’albero Gestione scene, come ca¬
ratteristiche del singolo oggetto.
Insomma dalla finestra Gestione
scene si ha un totale controllo del pro¬
getto, con possibilità di attivare i box
delle proprietà, e quindi di intervenire
a mano su ogni singolo elemento.
Molto facile anche lavorare con la fi¬
nestra Catalogo che mostra, ancora
una volta in una vista ad albero, quat¬
tro categorie di elementi (oggetti, ma¬
teriali, luci ed animazioni).
Quando si volesse produrre una ani¬
mazione si può attivare l'apposita fine-
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
217
OvervietA/
Simply 3D 2
«
Figun ■! - Mtcrograh Simply 3D 2 -
lauro sui resti
In questa figura vefiiamo due cose
Come D"ma <a passO'.'ifa d usare co¬
me sfondi ima si possono usare an¬
che come materiali per rivestire gli
oggetti sohdil delle comuni immagini
bitmap. e come seconda la funziona-
ila tt traccamenro di testi fattati co¬
me elementi grafia 3D. funzionalità
che e guidata da un wizard Cè un ’ap
posila finestia che permette di digita¬
re il resto desiderato a- detmue il font
e a impostare tutte le sue caratteristi¬
che ‘tni"
Figura 5 - Mictograf* Simply 30 2 ■
Tecniche evolute
Scusate la confusione dell’immagine
Abbiamo assembrato quadro 6o> che
servono per impostare altrettante
lunzionahta evolute La cnu grande e
duella che viene attivata quando si in¬
terviene sul profilo di un oggetto di li¬
breria Poi vediamo, in alto a sinistra
duella dedicata all’impostazione 'fi¬
ne ‘ del materiale che copre un og¬
getto In alto a destra, semmascosra
per problemi di spazio quella con la
quale si impostano, a mano, le carat¬
teristiche geometriche de" oggetto
stesso In basso a sinistra le impo¬
stazioni delle luci notiamo, in que-
st’ultima. come si possa puntare con
la luce direttamente su uno dega og¬
getti m scena
stra Editor delle animazioni, che lavora
su una scala di fotogrammi In tale
scala si vedono i movimenti dei vari
oggetti (figura 3) C'è anche una tool-
bar specifica VCR like, per passare da
un fotogramma ad un altro.
Tutte le impostazioni fini, che inci¬
dono sulla qualità del risultato della vi¬
sta finale, come tipo di rendering, tipo
di ombre, ecc., si impostano con spe¬
cifiche voci di menu.
Attività un po’ più
evolute
Abbiamo, finora, messo in evidenza
la facilità d'uso del prodotto, nel caso
si lavori non tanto sulla scena, quanto
direttamente sulla vista finale.
Se si vuole avere un maggiore con¬
trollo sugli oggetti, sulle luci, sui mate¬
riali, Simply 3D mette a disposizione
una serie di strumenti più evoluti.
Molta importanza viene data ai te¬
sti, che, come detto, dispongono di
proprie specifiche funzionalità, anche
nel caso si vogliano creare delle ani¬
mazioni (figura 4). L'intero testo oppu¬
re le singole lettere che lo compongo¬
no possono essere considerati come
oggetti singoli
Se l'oggetto prelevato dalla toolbar
non andasse bene per le nostre ne¬
cessità lo si può manipolare pesante¬
mente. intervenendo direttamente sui
nodi che caratterizzano il suo profilo
(c'è l'apposito profile editor), sulle sue
dimensioni, sulle sue proporzioni, ecc.
In tal modo la gamma degli ogget¬
ti utilizzabili diventa praticamente
infinita
La complessa problematica
ombre viene risolta a livello di og¬
getto: è l'oggetto che proietta
ombre, è l'oggetto che riceve le
ombre dagli altri.
Molto importante è la possibi¬
lità, citata prima, di ordinare ge¬
rarchicamente gli oggetti. Si può
definire un oggetto "padre" di al¬
tri oggetti, che cosi ne seguono le
sorti, costituendo, in pratica, un
oggetto unico.
Citiamo rapidamente e per punti al¬
tre caratteristiche evolute.
Il supporto hardware e software
della tecnologia Direct 3D, per velociz¬
zare le fasi di rendering
E' stata implementata una tec¬
nica detta di ray tracing selettivo
Significa che gli algoritmi di rende¬
ring valutano, a seconda dei casi,
oggetto per oggetto, se eseguire
il ray tracing o meno.
Nel caso si voglia produrre una
singola immagine avente come
destinazione la stampa, la risolu¬
zione massima definibile è di ben
8.000 per 8.000 pixel.
Sono supportate tutte le tecni¬
che Windows, come drag & drop,
ad esempio tra la finestra Catalo¬
go e quella Videocamera, come
OLE 2 0, se si voglia, ad esempio
(e chissà perché) inserire un dise¬
gno Simply 3D in un documento
Word
E' possibile importare disegni
realizzati con altri prodotti. Simply
3D può leggere file DXF, consen¬
tendo. ad esempio, di costruire viste
realistiche partendo da progetti realiz¬
zati con AutoCAD Light.
Conclusioni
Il prezzo di vendita del Micrografx
Simply 3D 2 in Italia corrisponde a
quello, molto basso, definito in Ameri¬
ca (circa 100 dollari), questo vuol dire
che alla notevole qualità del prodotto
si abbina anche un prezzo invitante
Questo potrà convincere all'acqui¬
sto sia gli utenti finali che si volessero
accostare, nel modo più corretto, a
queste affascinanti problematiche, sia
gli utenti piu esperti, che volessero di¬
sporre di uno strumento con il quale
realizzare velocemente immagini com¬
plesse e spettacolari. «g
218
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
BYTE Italia
C’è un
nuovo mo¬
do di leggere
BYTE, la rivista
di informatica più
antica e prestigiosa
del mondo: è BYTE
Italia, il nuovo mensile
di respiro intemazionale, at¬
tento al mercato del nostro
paese, con gli articoli delle più
importanti finite straniere e dei mi-
gliori esperti italiani. Grazie a
Technimedia, la casa editrice di
MCmicrocomputer, dal 1981 la più
LA PRIMA R
DI INFORMATICA DEL
Internazionale:
le lime digitali
in Europa
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IIOP, Mips RI2000, DHTML
' ' ' Y 'premi di' 'merito «ff7
Quale futuro per le
grandi reti: ATM 0 191
autorevole rivista italiana di in¬
formatica personale. BYTE Italia e
MCmicrocomputer, diverse e complementa¬
ri per conoscere il presente e futuro deH’Informa-
tion Technology. Insieme, un bene unico.
l'informazione nell'informatica
technimedia Via Carlo Perrier, 9 -00157 Roma
Special* VGA 30
Comdex Fall '97
Oari.Wofk» Offe* 5.0
« FileMaker 4.0
per Windowi
1
1
O
OM One MCI28: ISDN, GSM
Modem in una PCMCIA!
periferiche di tipo
PCMCIA stanno vivendo un boom sen¬
za precedenti: grazie alle schede com-
bo e alla possibilità per tutti i notebook
di poter alloggiare due schede di que¬
sto tipo, è oramai a portata di PCMCIA
qualsiasi connessione riservata fino a
poco tempo fa solo ai desktop,
he schede combo, in particolare, com¬
binano in una sola card più funzioni di
connettività, evitando cosi di dover
comprare una scheda da utilizzare co¬
me modem, una come Ethernet e via
di seguito; un solo prodotto vale per
due o più tipi di connessione, eliminan¬
do fastidi e consentendo di lasciare
l’altra porta PCMCIA libera per altre
schede.
Lo standard è ancora quello classico
PCMCIA supportato sui notebook degli
ultimi anni, ma attenzione a tenere
d’occhio le schede in standard Card
Bus, le nuove porte dei notebook di ul¬
tima generazione: nuove periferiche ad
alta velocità saranno infatti utilizzabili
grazie a questa porta veloce, che per¬
metterà l'uso di telecamere, LAN velo¬
ci ed altre applicazioni spinte anche sui
notebook.
Combo:
ma cosa metterci?
Fino a poco tempo fa le schede PCM¬
CIA svolgevano una sola funzione: o
modem, o LAN o altro, ma sempre sin¬
golarmente: così se uno voleva usare
un modem ed avere una scheda di rete
per collegare il notebook al PC di casa,
doveva necessariamente utilizzare due
schede differenti. Se poi gli saltava in
mente di collegarsi con il notebook alla
rete ISDN doveva comprare una terza
scheda, togliere una delle due e fare il
disc-jockey con le schede PCMCIA a
seconda delle applicazioni.
Le schede combo combinano invece
su una stessa scheda piu funzioni: cosi
ad esempio si hanno schede di rete
combinate con un modem, oppure
schede per ISDN che consentono an¬
che il collegamento su linea normale e
perfino ai telefoni cellulari GSM. Basta
cambiare il cavetto ed è fatta. Addirittu¬
ra alcune schede permettono l'inseri¬
mento di due cavetti contemporanea¬
mente per utilizzare due funzioni insie¬
me: possiamo ad esempio avere il no¬
tebook collegato al PC mentre su un al¬
tro cavetto si sta collegando ad Inter¬
net.
220
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
COMI MC128: ISDN. GSM e Modem in una PCMCIA!
Overvievi/
Produttore:
COM one Francia
Distributore
Kernel s.p.a,
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Nokia 81 IO
Lit 439.000
Lit 261 000
Ut. 297.000
Qual è la scheda ideale? Quella che
probabilmente non c'è ancora (ma ci
staranno già lavorando sopra) e che
raccoglie tutte le connessioni possibili
su un'unica scheda, modem/fax per re¬
te commutata fino à 56K, LAN, collega¬
mento ad ISDN e collegamento a te¬
lefono cellulare.
Comunque con due porte PCMCIA a
disposizione bastano due schede per
coprire davvero tutte le esigenze, in at¬
tesa della super-scheda combo che
unifichi tutti gli standard.
Per collegare il GSM
basta utilizzare il cavet¬
to compatibile con il
proprio telefonino, che
si collega cosi diretta-
mente alla PCMCIA
tore di collegamen¬
to è abbastanza
grosso ma non
crea nessun pro¬
blema con una se¬
conda scheda eventualmente inserita,
c'è tutto lo spazio per manovrare. Inol¬
tre il connettore ha una sorta di "pinza"
che si aggrappa alla scheda una volta in¬
serito; questo, se da un lato costituisce
un discreto ingombro, dall'altro dà sicu¬
rezza alla connessione fisica, evitando
scollegamenti pericolosi a causa di urti
o spostamenti involontari.
La sezione modem/fax
Ci siamo ormai abituati ai modem/fax
PCMCIA, ma forse vai la pena ricorda¬
re l'incredibile efficienza di questi ap¬
parati che si riassume nelle caratteristi¬
che della MCI 28 Modem card, cioè
nella sola sezione modem/fax della
MCI 28
Com One MC218
Com 1 (o Com One se preferite) è un
nome notissimo a livello europeo, dove
è leader nel settore. Oggi ci propone
una scheda PCMCIA che racchiude in
sé ben tre funzioni di quelle sopra cita¬
te. modem/fax, ISDN e collegamento a
telefono cellulare GSM.
La scheda è unica, mentre vengono
forniti i kit, che in realtà consistono nel
cavetto apposito e nel software di in¬
stallazione, per le varie applicazioni: ba¬
sta semplicemente cambiare cavetto e
avviare il programma dell'applicativo
che ci interessa. Come dicevamo prima
è possibile utilizzare ambedue gli allog¬
giamenti PCMCIA per coprire ogni esi¬
genza di connessione. La Com 1 utilizza
connettori di collegamento unici per
tutte le applicazioni, nel senso che il
connettore che si ap¬
plica alla scheda ha
sempre la stessa for¬
ma, ma cambia natural¬
mente l'uscita a secon¬
da della applicazione
desiderata. Il connet¬
ISDN Compa-
nion, ovvero con¬
nettore e cavo
per una linea
ISDN
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
221
OverView
COMI MCI28: ISDN, GSM e Modem in una PCMCIA!
La velocità di tra¬
smissione dati ar¬
riva fino a 33600
bps . con la "soli¬
ta" compatibilità
con tutti gli standard ed i protocolli ver¬
so il basso
Naturalmente c'è anche una sezione
fax, forse un po' troppo snobbata nelle
prove poter disporre di un fax su un
notebook è un comodo impagabile, so¬
prattutto quando si viaggia e si devono
inviare rapporti via fax Basta un telefo¬
no d'albergo per mandare e ricevere
fax senza bisogno di ricorrere al fax
dell'albergo (costoso) o a quello di un
tabaccaio (costosissimo).
Il connettore che si attacca alla MCI28
ha una normale uscita RJ11. facilmen¬
te utilizzabile sulle prese di telefono
tradizionali Telecom (anzi Sip...). grazie
all'adattatore presente nella confezio¬
ne.
Quanto alla configurazione basta affi¬
darsi al Plug & Play di Windows che ri¬
conosce la scheda appena inserita e
carica i driver: giova ricordare che le
PCMCIA possono essere tolte ed inse¬
rite anche con il computer acceso, il
computer provvede a riconoscere le
La scheda PCMCIA
con il cavo modem/fa*
per il collegamento ad
una linea analogica.
La corrispondenza ira
l'area dello schermo e
l'area attiva della tavo¬
letta grafica può essere
modificata solo da qui
-d
- /- ( _
schede ad ogni inserimento. Nota di
merito al manuale plurilingue, tra cui
l'italiano
La sezione GSM
Cambiando cavetto la MCI28 diventa
un modem fax collegabile al proprio
telefono GSM Non è la prima volta
che vediamo una funzione del genere,
ma siamo rimasti piacevolmente sor¬
presi dalla disponibilità di cavetti che
Kernel mette a disposizione. Il vero
tallone delle schede-modem per cellu¬
lari sono infatti i cavetti: ad ogni sche¬
da corrisponde un cavetto diverso di
uscita e naturalmente per ogni GSM in
commercio serve un cavetto particola¬
re, ciò vuol dire che se si cambia te¬
lefono e/o scheda PCMCIA il vostro
cavetto (che costa sempre una discre¬
ta somma) può tranquillamente essere
buttato.
Spesso molti produttori mettono in
commercio solo pochi cavetti e quindi
magari voi avete comprato quella
scheda perché aveva l'introvabile con¬
nessione con il vostro GSM, ma appe¬
na cambiate telefono scoprite che il
produttore non dispone dei cavi per il
vostro nuovo GSM. La MCI28 dispo¬
ne di una vastissima gamma di cavi e
promette di supportare anche i futuri
modelli GSM, in particolare abbiamo
apprezzato la disponibilità di cavi per
GSM molto recenti, solitamente "criti¬
ci" in termini di disponibilità di acces¬
sori.
Sull'effettivo funzionamento di un col-
legamento GSM ci soffermeremo
un'altra volta, valgono però alcune
considerazioni generali
C'è innanzitutto la "trappola" iniziale
del vostro gestore GSM infatti non
potete assolutamente collegare il PC
al vostro telefonino senza prima sotto¬
scrivere una integrazione al vostro ab¬
bonamento. Sia Omnitel che TIM in¬
fatti vogliono una somma per attivarvi
il GSM alla trasmissione fax e dati, ed
un canone mensile di alcune migliaia
di lire: siamo molto perplessi su que¬
sta politica, dato che il GSM lavorando
in digitale tratta voce e dati alla stessa
maniera, ma questo è il dato di fatto,
se provate a collegare un GSM al no¬
tebook senza pagare l'abilitazione non
riuscirete a mandare neanche una riga
di fax.
Per quanto riguarda il navigare con il
proprio GSM ricordiamo che questo vi
permette di trasmettere i dati al mas¬
simo a 9600 bps, va benissimo per
controllare la posta elettronica in viag-
222
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
COMI MC128: ISDN, GSM e Modem in una PCMCIA!
DverView
gio, un po' meno per navigare sul
Web, senza contare i costi dei collega-
menti su rete cellulare.
La sezione ISDN
E' quella che abbiamo analizzato più a
fondo e che ci ha impegnato di più.
Per collegare la MCI28 alla rete ISDN
basta utilizzare ISDN Companion, un
kit composto dal cavetto con un'uscita
RJ45 e dal software d’installazione.
Le caratteristiche supportate dalla
scheda sono impressionanti, la più ri¬
levante della quale è il supporto dei
128 K reali, ottenuti utilizzando il co¬
siddetto bundlmg dei canali ISDN, ov¬
verosia utilizzando pienamente i due
canali ISDN da 64K di un accesso ba¬
se.
Attenzione, molti provider non per¬
mettono il collegamento a 128K, infor¬
matevi quindi prima, e ricordatevi che,
nel caso, quando si viaggia a 1 28 K si
paga doppia tariffa telefonica, perché
si utilizzano i due canali contempora¬
neamente e quindi è come fare due
telefonate insieme.
L'installazione del Kit ISDN Compa¬
nion è quella che ci ha dato più proble¬
mi: confusione di driver e difficoltà
nell'utilizzo hanno afflitto la nostra pro¬
va, ma purtroppo è lo scotto da pagare
per questo tipo di applicazioni.
Infatti stiamo parlando del mondo
PCMCIA, che ancora si scontra con
una realtà notebook non standardizza¬
ta. Questo significa che la configura¬
zione della macchina, il suo funziona¬
mento e la presenza di altri device in¬
fluiscono in maniera determinante
sull'uso di una scheda Dalla Kernel ci
fanno addirittura sapere che sono stati
fatti test con schede uguali e compu¬
ter uguali, che restituivano un funzio¬
namento differente tra due sistemi
che erano da un punto di vista
hardware perfettamente identici. A
questo dobbiamo aggiungere l'installa¬
zione dei vari driver ISDN, le differen¬
ze tra i diversi Windows 95 che con¬
tengono o meno pezzi essenziali a
questa installazione e capire quindi co¬
me possano sorgere dei problemi. A
noi è capitato di vedere confuse addi¬
rittura le lingue di funzionamento dei
moduli Accesso Remoto, che hanno
presentato i menu metà in inglese e
metà in italiano pur funzionando benis¬
simo. E‘ la conferma che ancora molto
deve essere fatto per unificare stan¬
dard e sistemi operativi, soprattutto
quando si utilizzano prodotti non spe¬
cificamente localizzati: chissà, magari
Velocità di trasferimen¬
to sorprendenti anche a
64 K Netscape sta tra¬
sferendo un file a 7K al
secondo"
Come effettuare il bund-
ling dinamico dei canali .
basta attivare il secondo
canale dalla finestra di
collegamento, anche
durante la connessio¬
ne "
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11
?
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stra foto e permet¬
te di scegliere 64K
o 128K di velocità
semplicemente
abilitando o meno
il secondo canale.
tf«C4 0Q)H»
ooooin
10*4
CE3
: , i
tosassi
~3 1
QnkMd “«Juv.
UAbmm Imhmi «4
con Windows 98 si supererà anche la
Babele di lingue delle applicazioni In
realtà l'installazione del kit ISDN Com¬
panion è in sé molto semplice, basta
seguire le istruzioni a video per poter
montare i driver TAPI e CAPI, Accele-
rator Pack e quanto altro necessario.
Molto comoda è la presenza di un pro¬
gramma sempre attivabile da Toolbar,
un vero e proprio controllore delle atti¬
vità della scheda MCI28 in modalità
ISDN. E' presente infatti un monitor
sempre attivo dello status dei due ca¬
nali ISDN, oltre che una serie di dia¬
gnostici per capire se la propria confi¬
gurazione è corretta.
Per quanto riguarda il bundling dei ca¬
nali questo viene eseguito anche dina¬
micamente, basta infatti aprire la fine¬
strella della connessione in corso ed
attivare uno o due canali; questo siste¬
ma funziona anche con un collega¬
mento in corso, come si vede dalla no-
Conclusioni
Le schede PCM¬
CIA sono sicura¬
mente compagne
essenziali per
chiunque utilizzi il
notebook in giro: è
senza prezzo la co¬
modità di potersi
sempre collegare
con "i propri mez¬
zi", anche solo per
vedere la posta elettronica. Un prodot¬
to come la MCI28 di Com 1 risolve
tutte le esigenze di collegamento
comprese le situazioni più spinte, co¬
me appunto ISDN e/o un collegamen¬
to GSM, Certo, il modem avrebbe po¬
tuto essere a 56K, ma questo., solo
perché non riusciamo a lamentarci di
altre mancanze! In effetti acquistare
questa scheda "solo" per usarla come
modem analogico ci sembra riduttivo,
viste le capacità della MCI28. Se pro¬
prio sentite la mancanza della velocità
provate ad utilizzare il modulo ISDN,
con il quale si raggiungono velocità ec¬
cezionali anche solo a 64K (come di¬
mostra la nostra foto presa durante un
trasferimento file), se poi potete anda¬
re anche a 128K non potete proprio di¬
re di non avere abbastanza velocità di
collegamento.
«E
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
223
MODEM/FAX SIDIN 1456VQE
Prezzo UVA esclusa): Lit 285 000
Fenomeno ormai diffu¬
sissimo è quello di associare l'utilizzo
di un modem alla navigazione nel vasto
mare di Internet Che sia Internet il
motivo maggiore a spingere all'acqui¬
sto di un modem è certamente vero,
ma un modem non serve solo per con¬
nettersi alla grande rete, consente an¬
che il collegamento diretto ad altri
computer, consente di inviare e rice¬
vere fax e di utilizzare il computer co¬
me un normalissimo telefono per le
conversazione in viva voce. Costruirsi
un ufficio in casa utilizzando il compu¬
ter per gestire fax. servirsene come
segreteria telefonica e per collegarsi
ad Internet è divenuta ormai un'opera¬
zione dal punto di vista economico dal
costo relativamente basso, visti i sem¬
pre i più interessanti prezzi dei PC e
dei modem. A tutto questo dobbiamo
aggiungere il fatto che alcuni costrutto¬
ri forniscono, unitamente ai loro pro¬
dotti, tutti i programmi necessari al
completo uso del prodotto. Ma ritor¬
nando più strettamente al mondo delle
connessioni, due sono gli aspetti che
determinano la scelta nell'acquisto di
un dispositivo modem/fax: velocità di
connessione e facilità d'uso Per que¬
sto motivo da tempo sono scesi in
campo due colossi dell'elettronica di
consumo come Motorola e Rockwell
che hanno sperimentato e studiato
protocolli di trasferimento dati che
possano raggiungere velocità sempre
maggiori, pur continuando a sfruttare
le normali linee analogiche.
Sensibile a questa politica di svilup¬
po. la Sidin Telematica & Networking,
ha equipaggiato la nota serie dei mo¬
dem VQE, con il nuovo chipset marca¬
to Rockwell che permette una connes¬
sione di targa a 56 K.
Che l'ISDN non sia una scelta obbli¬
gata per tutti?
La battaglia è aperta
Onde evitare di elencare nuovamen¬
te le caratteristiche tecniche generali
del modello 1456 e annoiare i nostri
lettori, possiamo tranquillamente invi¬
tare a consultare il numero di MC di
luglio/agosto 1997, dove venne testa¬
to il fratellino minore 1433VQE di cui
mantiene le specifiche tecniche Co¬
munque, riassumendo per i più pigri, il
1456VQE permette una connessione
punto punto con velocità fino a 33.6
Kbit/s con compressione dati e corre¬
zione di errore, mentre in modalità fax
si ha la massima compatibilità con pro¬
tocolli ITU-TV.17, V.29, V.27 ter, capa¬
ce quindi di arrivare a 14.400 bps. La
novità principale, come anticipato, è
data dalla presenza di un nuovo chi¬
pset della Rockwell che permette una
connessione in protocollo Flex, spin¬
gendo il bit rate fino a 56 K in down-
stream e fino a 33 6K in upstream
L’unico vincolo è quello però di essere
connessi ad una centralina digitale che
supporti questo tipo di protocollo. Al¬
lo stato attuale non è possibile effet¬
tuare una connessione a 56 Kbit/s con
protocolli di connessione differenti,
224
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
SIDIN Modem/Fax 1456VQE
OverView
come ad esempio
tra il sopracitato
Flex e 1X2 (l'altro
protocollo che
consente velocità
di 56K), e non essendo stato a tutt'og-
gi definito uno standard per questo ti¬
po di connessioni la decisione sul qua¬
le protocollo adottare rimane alla ca¬
sa costruttrice. Per questo la casa to¬
rinese non solo si preoccupa di fornire
un modem in standard Flex, per di più
aggiornabile via software, ma anche di
distribuire altri marchi che prevedono
l'utilizzo dello standard X2. Il manuale
del Sidin, comunque, tende a tran¬
quillizzarci precisando che, grazie alla
presenza della flash eprom, è possibi¬
le aggiornare il modem da K56Flex in
ITU-T 56 Kbps, togliendoci ulteriori
dubbi sulla flessibilità del prodotto.
Ma le novità non sono finite. Il Sidin
1456VQE è capace anche di connes¬
sioni secondo un protocollo (V.80)
che lo adegua alla trasmissione/rice¬
zione in videoconferenza con H.324.
Nessuna novità in casa
Sidin per le forme di
questo nuovo modello
I456VOE
Per il resto le specifiche, come anti¬
cipatamente detto, rimangono in co¬
mune con il modello sopracitato.
L’estetica
Nostalgica e forse scaramantica è
la fedeltà alle scelte estetiche che
hanno determinato il successo di un
prodotto commerciale, forse anche
per il ricordo lasciato di robustezza e
affidabilità. Uno scatolotto grigio scu¬
ro poco più grosso di un CD e spesso
il doppio, rimane l'emblema della casa
costruttrice. L'unico cambiamento lo
si può individuare nell'applicazione di
un bollino che reca il rosso logo della
casa torinese, ma questa volta con un
semplice sfondo bianco.
Certamente l'aspetto piccolo e con¬
servatore non ci dice molto sulla sua
innata qualità di velocista, ma forse si
intuisce qualcosina circa il suo impie¬
go grazie alla ormai nota fila di led
multicolore che ci suggerisce lo stato
del modem: Modem Ready, High
Speed, Auto Answer, Carrier Detect,
Send Data, Recive Data, Terminal
Ready e il led (verde) di Power. Il tutto
nascosto dietro un pannellino fumé
che sembra quasi
affogare all'inter¬
no dello scatolot¬
to. Invece defini¬
tivamente nasco¬
sti dietro un co¬
modo pannellino
Il comodo pannellino ci
permette di spostare il
nostro modem sema la
preoccupazione che
della polvere possa en¬
trare nelle connessioni.
zione della sezione dedicata alla linea
telefonica da quella specifica per il
computer e per l'alimentazione. Que-
st'ultima sezione gode di una nuova
progettazione e ingegnerizzazione che
ne ha determinato un maggiore isola¬
mento verso le linee di trasmissione
e un minore surriscaldamento. Quindi
massima libertà di utilizzo anche 24
su 24, senza doverci preoccupare di
posizionare il nostro modem in una lo¬
cazione ventilata.
Il corredo
I drive d'installazione, il software di
controllo, un robusto alimentatore,
l'immancabile cavo seriale a 25 e 9 pm
di plastica para polvere troviamo le
classiche connessioni telefoniche RJ-
11. la seriale per connetterci con il PC,
il jack per l'alimentazione le due fem¬
mine mini jack per il microfono e la
cuffia.
Uno sguardo
all’elettronica
Piccola e compatta è la scheda ma¬
dre su cui trovano collocazione tutti i
componenti. Da notare delle piccole
differenze di posizionamento di alcuni
componenti rispetto al fratello minore
1433, sebbene la filosofia di costru¬
zione rimanga la stessa: totale separa¬
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
225
OverView
SIDIN Modem'Fax1456VQE
Molli cambiamenti, soprat¬
tutto nella parte dell'ali¬
mentazione che dimostra
una minore Quantità di ca¬
lore sviluppato anche dopo
molte ore di utilizzo
e una leggera
cuffietta ste¬
reofonica con
agganciato un
microfono uni¬
direzionale: questa è la dotazione di
serie del nuovo modem Sidin. L'in¬
stallazione è estremamente facile gra¬
zie alle specifiche Plug and Play dedi¬
cate a Windows 95, è sufficiente in¬
serire il dischetto di installazione nel
momento in cui la procedura lo richie¬
de e il gioco è fatto. Dalla Cheyenne
Communications viene fornito il suo
programma di punta BitWare per la
gestione del modem come fax e se¬
greteria telefonica. L'interfaccia pro¬
gramma-utente si presenta intelligen¬
temente inserita all'interno di una bar¬
ra d'applicazione dove è possibile sce¬
gliere singolarmente le operazioni da
svolgere. Nella barra troviamo, quindi,
tutto ciò che serve per gestire fax.
programmare l'invio automatico di do¬
cumenti precedentemente memoriz¬
zati (fax on demandi, leggere i fax in
arrivo e attivare il programma di co¬
municazione ormai noto BitCom. che
permette l'accesso remoto ad altri
computer. Quest'ultimo programma
gestisce una connessione remota se¬
condo i protocolli piu diffusi e con
l'opzione di richiamare direttamente la
comodissima rubrica telefonica. An¬
che in questo caso viene mantenuta
la massima flessibilità di connessione
come per il suo predecessore. Tor¬
nando alla barra di applicazione trovia¬
mo un comodo programma di gestio¬
ne di stampa dei fax in arrivo che ci
permette altresi di visualizzare quale
fax si desidera stampare. Per quanto
riguarda la gestione della segreteria
telefonica è sufficiente decidere nella
pagina di setup quale tipo di formato
ricevere: voce, dati o fax. E' suffi¬
ciente premere il tasto Voce per pro¬
grammare i messaggi di benvenuto e
sentire i messaggi in entrata In ogni
caso il manuale in dotazione intera¬
mente in italiano, riesce esauriente¬
mente a spiegare tutti i passaggi, an¬
che i più difficili, al fine di eseguire
una corretta installazione e gestione
del programma in tutte le sue parti.
Nota interessante è la possibilità, in
fase di installazione, di creare delle
macro su i maggiori e più importanti
programmi Microsoft come Excel e
Word, che permette un rapido utilizzo
del fax nel caso si volesse spedire un
documento secondo uno specifico
formato. Infine, ma molto divertente
e di sicura utilità, è il programma
Bitphone che permette di eseguire
una normale conversazione telefonica
direttamente dal fax, utilizzando le
cuffiette in dotazione.
Conclusioni
L'unica conclusione che possiamo
fare riguardo a questo nuovo prodotto
è che laddove si doveva intervenire
lo si è fatto e con dei risultati vera¬
mente eccellenti superando in alcuni
casi lo standard del momento II
1456VQE ha dimostrato di essere una
macchina veramente veloce e sicura¬
mente affidabile anche nelle normali
connessioni a 33.6K, mantenendo in
ogni occasione un'ottima qualità della
comunicazione La velocità e la preci¬
sione ricavate in modalità Flex hanno
dimostrato tutta la potenza del VQE
L'unico problema, se proprio vogliamo
cercare il pelo nell'uovo, è nella qua¬
lità non eccelsa del microfono incor¬
porato nelle cuffiette, che si presenta
di livello sufficiente solo ali'utilizzo
sulle attuali linee telefoniche, ma non
per altri scopi. Infine anche il prezzo
più che corretto e perfettamente alli¬
neato con la concorrenza
Massima flessibilità e massima li¬
bertà di scelta, quindi in casa Sidin
che copre, con questo nuovo prodot¬
to, ogni tipo di richiesta commerciale.
MS
226
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
UNA STORIA MOLTO, MOLTO COMUNE...
Quando si vuole cominciare ad usare Internet più velocemente, l'unica soluzione è la
connessione ISDN, la conseguenza è certamente l'acquisto di una scheda ultra economica
ed ultra affidabile come la ELSA Quickstep lOOOpro oppure un Terminal Adapter esterno
come ELSA TANGO 1000, Per chi invece non vuole escludere la possibilità di connettersi anche
con sistemi remoti con velocità 28.800/33.600 Kbps la risposta è ELSA Quickstep 3000 oppure
la controparte esterna, il terminal adapter ELSA MicroLink TL.V.34. Installatori di reti internet e
Intranet sanno bene che non gli serve niente di tutto questo , se non un terminal adapter
affidabile che gestisce i 128Kbps .non ha bisogno di software e non richiede niente se non un
comando AT Hayes, il sinonimo di tutto questo è certamente ELSA Microlink Tlpro. Il manager però
vorrebbe una ELSA Vision , una scheda di videoconferenza certificata H.320, l'unica che consente
di dargli la qualità di trasmissione a lui necessaria. L'ufficio che ha cominciato con ‘ISDN ha notato
che vorrebbe anche una rete locale di facile installazione, la soluzione l'hanno trovata,
si chiama NDC SOHOware Network.Probabilmente vi chiederete dove trovano queste soluzioni?
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Plasmon CDR480e
Plasmon è un'azienda
impegnata nella archiviazione di dall of¬
frendo vane soluzioni a diversi livelli, sia
aziendale che personale II CDR480e è
un masterizzatore SCSI 4x/8x ovvero si
tratta di un dispositivo che deve essere
connesso ad un controller SCSI ed è in
grado di scrivere i supporti ad una velo¬
cità pari a quattro volte quella nominale
CD (150 kB/sl mentre la lettura avviene
a otto volte la velocità di trasferimento
base.
Due sono le versioni commercializza¬
te dalla Plasmon, il CDR480e ed il
CDR480i Come le sigle stesse lasciano
intuire la prima è un'unità esterna ovve¬
ro dotata di un proprio mobile e relativa
alimentazione, mentre la seconda va
montata all'Interno del cabinet del PC.
In prova abbiamo la versione esterna da
collegare alla porta SCSI 2 del controller
SCSI installato nel PC. Quest'ultima ca¬
ratteristica va considerata con attenzio¬
ne perché si rischia, nel caso si posseg¬
ga un controller SCSI Ultra Wide di non
poter connettere l'unità con il cavo in
dotazione al controller perché dotato
esternamente di una connessione SCSI
3 incompatibile con la 2. In questo caso
è indispensabile munirsi di un adattato¬
re. Fatta salva questa breve nota ad uso
dei fortunati possessori di controller ad
elevatissime prestazioni va detto che
l’installazione del CDR480e è semplicis¬
sima grazie alla completa dotazione di
hardware e software a corredo In pro¬
va ci è giunta la confezione con accluso
un controller SCSI Adaptec 2910 per
bus PCI, dispositivo dalle prestazioni più
che soddisfacenti per l'uso con CD¬
ROM, CD R, scanner.., Per chi non fos¬
se già in possesso di un dispositivo del
genere consigliamo l'acquisto di questo
kit. Oltre al controller nella confezione
sono acclusi: il software di masterizza¬
zione SmartCD, il programma per la
scrittura diretta UDF FloppyCD. i ma¬
nuali dell’hardware e del software, il ca¬
vo SCSI di collegamento fra unità e PC,
il cavo di alimentazione Purtroppo que¬
st'ultimo nella confezione giunta in pro¬
va era del tipo dedicato alle prese utiliz¬
zate in Gran Bretagna e quindi inutilizza¬
bile in Italia, d'altro canto siamo sicuri
che nei kit correntemente in vendita nel
Bel Paese l'importatore abbia già prov¬
veduto ad inserire la versione adatta al
nostro mercato. Notiamo con piacere
che il manuale dello scrittore è tradotto
anche in italiano, idioma solitamente
trascurato, invece il manuale del
software è solamente in lingua inglese.
L'installazione è semplice e diretta:
fatte le necessarie connessioni (alimen¬
tazione e connettore SCSI) non resta
che scegliere un indirizzo SCSI libero e
accendere scrittore e PC. L'installazione
del software è parimenti semplice.
SmartCD, il programma di masterizza¬
zione, è fornito per Windows 3.1x, Win¬
dows 95 e Windows NT, mentre
FloppyCD funziona in ambiente Win-
228
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Plasmon CDR480e
OverView
dows 95. Entrambi i programmi sono
dedicati al CDR480.
La capacità di scrivere a 4x pone il
CDR480 nella categoria dei masterizza-
tori più veloci in commercio; questa ca¬
ratteristica permette di dimezzare i
tempi di scrittura del supporto, peculia¬
rità molto gradita quando si debbano ar¬
chiviare grandi quantità di dati o esegui¬
re una piccola serie di copie dello stes¬
so CD-ROM
Sul campo
Abbiamo provato il CDR480e con di¬
versi software di masterizzazione (ov¬
viamente aggiornati all'ultima versione
resa disponibile dal relativo produttore)
e su diversi PC, completamente diffe¬
renti quanto ad hardware. Lo scrittore
ha sempre funzionato in modo corretto
ed è stato riconosciuto da tutti i pro¬
grammi utilizzati Quello che più ci ha
colpito favorevolmente è la affidabilità
del CDR480e: in pratica è sempre stato
possibile portare a termine la scrittura
alla massima velocità senza problemi di
sorta ovvero senza perdere neanche un
CD-R a prescindere dal tipo di supporto
utilizzato e dal tipo di sessione registra¬
ta A questo proposito va ricordato che
la dimensione del buffer interno del
CDR480e è di 1 MB, inferiore a quella
utilizzata su masterizzatori concorrenti
e che in questo caso vale più il modo in
cui è utilizzata la memoria tampone che
le sue dimensioni.
Un test non proprio informatico che
comunque la dice lunga sulla bontà di
uno scrittore è la estrazione di tracce
audio e il successivo riversamento alla
massima velocità consentita su di un
Sul pannello posteriore cì sono tutte le connessio¬
ni dell'unità con il mondo esterno, ad eccezione
della presa cuffia che è posta sul pannello fronta¬
le; sono presenti i due connettori per la catena
SCSI, le uscite audio linea su pin RCA In alto a si¬
nistra ci sono i dip switch relativi alla selezione
dell'indirizzo SCSI, alla terminazione e al controllo
di parità L'interruttore di accensione è posto
all'angolo inferiore destro del pannello
formattato dal software e la scrittura av¬
viene per pacchetti di piccole dimensio¬
ni sui settori preparati durante la for¬
mattazione. In questo modo non si cor¬
rono più i rischi relativi alla masterizza¬
zione classica, dove un'interruzione nel
flusso dei dati verso lo scrittore porta
all'interruzione della scrittura e alla per¬
dita del CD-R. Inoltre in qualsiasi mo¬
mento prima della chiusura definitiva
del disco, operazione necessaria per
renderne possibile la lettura su tutti i
lettori, è possibile cancellare e modifica¬
re il contenuto dei file sul supporto,
sempre considerando che l'operazione
non cancella fisicamente i dati,, ma li
rende inaccessibili (stiamo parlando di
supporti scrivibili una sola volta).
Gli unici nei relativi a questo apparec¬
chio sono una certa lentezza ad accede¬
re al disco quando questo viene inserito
nel lettore e una certa rumorosità della
ventola integrata. Non è detto che il pri¬
mo neo non possa essere risolto non
una versione successiva del filmware
che risiede su di una memoria flash e
che quindi dovrebbe essere aggiornabi¬
le dall'utente stesso.
In pratica si tratta comunque di pro¬
blemi secondari che non inficiano mini¬
mamente le ottime caratteristiche di
questa macchina.
«e
CD-R. Posto che il sistema sul quale è
ospitato il masterizzatore sia esente da
problemi accade che apparecchi men
che buoni introducano delle alterazioni
leggere, ma sensibili all'ascolto su di un
impianto ad alta fedeltà, percepibili co¬
me lievissime alterazioni timbriche di
specifiche tonalità di alcuni strumenti
acustici Orbene il CDR480e è uno degli
scrittori che si è meglio comportato da
questo punto di vista restituendo copie
praticamente identiche all'originale. Per
gli informatici ortodossi per i quali un bit
è un bit e codeste affermazioni potreb¬
bero sembrare esoterismi soggettivi pri¬
vi di ogni base scientifica va ricordata
l'esistenza di un fenomeno classificato
con il nome di ietter .
La velocità di lettura, seppur non
competitiva con i migliori lettori in com¬
mercio, è comunque buona, assoluta-
mente soddisfacente nell'uso normale
e si attesta an-
ch'essa fra i miglio¬
ri livelli raggiunti da
questo tipo di
unità.
Decisamente co¬
moda la possibilità
di vedere lo scritto¬
re alla stregua di
una qualsiasi unità
disco utilizzando
un programma ap¬
posito come Flop-
pyCD in dotazione.
Il CD-R viene pre¬
II software di masteriz¬
zazione a corredo del
Plasmon CDR 480 è
SmartCD della Smart
Storage
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
229
di Luca Angelelli
Distributore:
Traxdaia Italia srl - Via Ponchielii. 4
0063 Cernuseo S/N (Mll
Tel n; ?i 92112092 . Fax 102 ) 01 '' ■
e-meil «/ol n lnt.-.r..-|
http.Wwww uaxdala corri
Prezzo IVA esciusai Lii 960 000
Traxdata CDR 4120EL PRO
Sullo scorso numero
avevamo presentato una serie di prodot¬
ti Traxdata evidenziando, solo in parte,
quanto offerto da questa azienda nel
campo della masterizzazione in casa o in
ufficio. Questo mese consideriamo un
nuovo masterizzatore destinato a porsi
nella fascia dei prodotti più performanci
ad oggi utilizzabili su PC: il CDR 4120EL
PRO Si tratta di uno scrittore SCSI da
installare internamente al cabinet del PC
adatto ai supporti CD R 4x/12x, ovvero
in grado di incidere i supporti ad una ve¬
locità 4x e leggerli 12x. Attualmente
quest'ultimo valore è il massimo rag¬
giunto da questo tipo di apparecchio e
ne fa un'unità utilizzabile con soddisfa¬
zione anche come lettore "convenziona¬
le". È vero che i lettori attuali arrivano a
velocità di lettura massime di 32x, ma è
altrettanto vero che sono in grado di
mantenere queste performance solo in
determinate zone del disco con una ve¬
locità media che è comunque inferiore.
Dunque la differenza non sarà poi cosi
marcata.
Come abitudine Traxdata il masteriz-
zatore è inserito in una confezione con¬
tenente tutto il necessario per mettere
in grado Tutilizzatore di operare con l'ap¬
parecchio immediatamente: oltre ovvia¬
mente all'unità di scrittura sono presenti
il cavo SCSI per il collegamento al con¬
troller, lo sdoppiatore di alimentazione
nel caso non fossero più disponibili pre¬
se libere dall'alimentatore, le viti di fis¬
saggio, il software, i manuali, il pennarel¬
lo adatto alla scrittura (ovviamente sul
dorso) dei CD-R e due supporti vergini.
Il software a corredo e WmOnCD 3.5
della tedesca CeQuadrat dedicato
all'ambiente Windows sia esso 3.11, 95
che NT. Versione acclusa è quella OEM
ed è specializzata per l'uso con l'unità
fornita visto che mancano le librerie per
l'utilizzo di altri masterizzatori.
Il CDR 4120 supporta la scrittura per
pacchetti (UDF) ovvero la possibilità di
preformattare un CD-R e successiva¬
mente utilizzarlo alla stregua di un’unità
floppy ovvero copiando i file con gli
stessi strumenti di Windows (File mana¬
ger o gestione risorse) proprio come si
fa con un HD o un dischetto. L’operazio¬
ne di copia può essere fatta in diversi
momenti senza soluzione di continuità
Terminato il trasferimento dei dati il di¬
sco va "chiuso" in modo da poter esser
letto da tutti i CD player E altresì possi¬
bile cancellare i file già scritti prima della
chiusura ultima ricordando che comun¬
que i dati non sono eliminati definitiva¬
mente dal supporto, ma solo resi inac¬
cessibili Il massimo della comodità di
questo tipo di scrittura si ha con i sup¬
porti riscrivigli dove una volta preparato
il supporto questi può essere effettiva¬
mente utilizzato alla stregua di un HD.
scrivendo modificando e cancellando i fi¬
le, in questo caso però bisogna utilizzare
appunto un supporto riscrivale (CD
RW) ed uno scrittore adatto. Altro van-
230
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
8 Eioraoneaucto(t 0 l* | _j Cai* | ^ Ua,len!i*c. t |
Opzioni
r- Copia bocce «-geme CD -Q|4i un Me Mèteo <*j«ndo
«fngonoa»irte«d"“*
lo «xwxxw non i necettonaì
17 poi lo magge» parto ò* irrtà CD-ROM uva podice
minali fT«s*on con alci*» vecch dtootrfivi
Velocità d «illazione
Alci*» unti CD-ROM nviano im legnato audo di quaKo
lupenae quando operano ola velocità 4 ettagone pù botta
NOTABENE Non lutti i dopo**™ tuoportano redartamenlo
delovetocià»
Jmpoilaacne attuale deio vetootO
La treccta evidenzia il ter¬
mine Jitter. nome inglese
di un fenomeno che inte¬
ressa i file audio digitali,
una sorta di "tremolio"
temporale che può porta¬
re ad una perdita di infor¬
mazioni
neo rilevato è
l'incapacità
dell'unità a leg¬
gere i supporti
riscrivibili, carat¬
terizzati ad un in¬
dice di riflessio¬
ne inferiore a
quello dei CD¬
ROM e CD-R
Quanto alla ma¬
sterizzazione la massima velocità è cor¬
rentemente fruibile con tutti i supporti
provati ("gold, verdi e blu") e con tutti i
formati CD.
Stante la novità del prodotto è neces¬
sario aggiornare le librerie dei program¬
mi di masterizzazione se si intende uti¬
lizzare questo Traxdata con altri softwa¬
re. A questo proposito abbiamo rilevato
un piccolo problema con i software del¬
la Adaptec: questi, benché riconoscano
il Traxdata, non permettono la scrittura
Disc-at-once, cosa possibile invece con
WinOnCD. Un problema che non ha
nulla a che fare con il prodotto in prova,
ma che comunque segnaliamo ad uso
degli utilizzatori dei programmi Adaptec
MS
Il programma di maste¬
rizzazione in dotazione
con il Traxdata CDR
4I20EL PRO è Win
OnCD 3 2 Iversione
OEM) in italiano. Il wi¬
zard permeile di ese¬
guire le operazioni più
importanti con ladina
e sicurezza.
taggio di questa tecnica è che i dati so¬
no trasferiti al masterizzatore in piccoli
blocchi e quindi scompaiono i rischi di
incorrere in blocchi flusso dei dati con
conseguente interruzione del processo
di scrittura e perdita del supporto. Il
software accluso per la scrittura a pac¬
chetti è PacketCD (un nome un pro¬
gramma si direbbe) sempre della Ce-
Quadrat
Con piacere notiamo che il prodotto
e personalizzato per il nostro bel paese
visto che il manuale del CDR 4120 ha
una sezione in italiano e che WinOnCD
è anch'esso fruibile nell’idioma casalin¬
go Purtroppo fa eccezione PacketCD
che è in inglese. Ad ogni modo si tratta
di un bel passo in avanti rispetto a molti
altri produttori che paiono disconoscere
l'esistenza degli italiani o forse tengono
in tanta stima gli abitanti dello stivale da
Era gli strumenti messi a
disposizione di WinOnCD
c'ó anche quello per creare
le copertine e le etichette
per personalizzare i CD-R
realizzati È possibile realiz¬
zare le etichette anche tra¬
mite una sene di esempi
da importare nei più comu¬
ni programmi di grafica
contenuti In un floppy ac¬
cluso al pacchetto
esser sicuri che muno di essi discono¬
sca la lingua inglese!
Nell'uso corrente il CDR 4120EL
PRO, basato su di
una meccanica
Teac CD-R 55S, si
è comportato ge¬
neralmente bene.
La velocità di lettu¬
ra è effettivamen¬
te molto buona e
non fa rimpiangere
le unità dedicate.
L'unico piccolo
t MC TEST •
( + )
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
231
di Valter Di Dio
ViewSonic VP 140
Un Monitor LCD da 14 pollici
Oltre dieci anni fa fui uno
dei primi ad acquistare, in Giappone, uno dei
neonati televisori portatili con display LCD
da 3 pollici. L'immagine era decente, il colo¬
re limitato a poco più di 256 livelli, impossi¬
bile muoversi o spostare la testa pena l'im¬
mediata perdita di luminosità dell'immagine.
Nonostante questi limiti fu per me un chiaro
segnale dell'imminente fine del regno dei
tubi catodici, che durava da oltre sessantan¬
ni. In realtà, dopo dieci anni, i tubi catodici
stanno ancora lì e godono di ottima salute
(vatti a fidare delle previsioni degli esperti)
Eppure il display LCD non ha nulla da invi¬
diare, come qualità ottica, al tubo catodico
ed ha tantissimi punti a suo vantaggio! Co¬
me prima cosa un display LCD è molto piu
leggero e meno ingombrante Poi è davvero
piatto: nessuna deformazione geometrica
né della superficie frontale né, ovviamente,
della griglia dei pixel che non è proiettata,
ma incisa direttamente sul vetro. Quindi una
linearità perfetta e che non rischia di degra¬
darsi con il tempo o con gli spostamenti, co¬
me avviene nei tubi catodici Emissioni noci¬
ve: qui non si discute II tubo catodico, so¬
prattutto quello a colori con gli oltre 30 000
volt di tensione di accelerazione, emette
una gran quantità di roba indesiderata Si
parte con gli ultravioletti e gli ioni, per finire
con la polvere "sparata" in faccia a chi ci sta
davanti. Senza contare che i monitor a tubo
catodico sono un po' troppo luminosi, riflet¬
tono troppa luce ambiente e. tolti quelli più
professionali, sfarfallano.
Un display LCD non ha alte tensioni, se
non quella del tubo al neon che illumina il
fondo Un LCD non emette radiazioni nocive
e non sfarfalla. In breve, tutti problemi di
danni alla salute degli operatori, determinati
dall'uso dei videoterminali attuali, potrebbe¬
ro essere eliminati con il passaggio ad un di¬
splay LCD. Se ancora non sono diffusi è per¬
ché solo oggi cominciano a usare display di
dimensione soddisfacente e con risoluzione
e numero di colori paragonabile a quella di
un buon monitor con CRT Come sempre,
sui primi esemplari, grava anche tutto il co-
Produttore:
ViewSonic Corporation
381 Brea Canyon RoaO, Walnui. CA 91 789
Web hitp//viewsonic.com
Fa» (909) 869-7958
Distributori:
Mitas Italia - Via Einstein, zona commerciale suri
89100 Bolzano Tel 0471/540900
Test Firenze -Via F Redi, 10/12-
5001 1 Osmannoro Sesto Fiorentino
Tel 055/30171
Prezzi (IVA esclusa)
VP 140 Lil. 6 129 000
sto della ricerca; costo che non è stato indif¬
ferente e che purtroppo prosegue visto che
lo sviluppo non è affatto finito. Questo signi¬
fica che e esclusivamente sul lato economi¬
co che l'LCD non può competere con gli
economicissimi CRT; ma dovrebbe essere
solo questione di tempo, una volta che il vo¬
lume di vendite inizierà a crescere, non vi
sono ragioni tecnologiche per giustificare un
costo molto diverso da quello di un buon
monitor a tubo catodico.
Aspetto esterno
Un monitor LCD mette un po’ di sogge¬
zione perché, in un certo senso, ci fa sentire
piu prossimi a quel 2000 che i film di fanta¬
scienza ci avevano prospettato, Bello, piat¬
to, luminoso ed elegante questo monitor
LCD da 14 pollici non può che fare bella im¬
pressione.
La base basculante permette di inclinare il
monitor per allinearlo allo sguardo dell'ope¬
ratore. Un passacavo nasconde l'uscita del
cordone di alimentazione la bassa tensione)
e del cavo VGA Visto che il monitor è molto
leggero, per rendere l’insieme più stabile, la
base è stata zavorrata con una grossa mas¬
sa di ferro . Sulla cornice del monitor, in bas¬
so, sono stati collocati il tasto di accensione
e i tasti che regolano la luminosità e il con¬
trasto e il tasto con cui si accede ad un me¬
nu’ di configurazione e regolazione dei para¬
metri video. Di solito nei display TFT non è
possibile regolare il contrasto, ma nel moni¬
tor ViewSonic 14 una speciale circuitene
permette di regolare e calibrare quasi tutti i
parametri dell'immagine video, compresi il
colore e la larghezza orizzontale e verticale
La regolazione della luminosità avviene, co¬
me al solito, variando l'intensità della luce di
retro illuminazione
Funzionamento
Il monitor ViewSonic si collega al compu-
232
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
ViewSonic VP140
OverView
ter attraverso una normale presa SVGA. E'
alimentato a bassa tensione (14 volt) trami¬
te un trasformatore esterno, quindi le uni¬
che due porte sono il connettore SVGA e il
Jack di alimentazione. Coperto da uno spor¬
tellino ce un'ulteriore uscita, non documen¬
tata, ma che sembra essere un'alimentazio¬
ne per qualche unità esterna o l'attacco di
una penna ottica. Il display è lo stesso 13
pollici utilizzato da alcuni recenti computer
portatili. Il fatto che il display sia da 13,3 pol¬
lici e il monitor venga dichiarato da 14 non
deve far pensare male; se misurate l'area
effettiva di un monitor da 15 pollici vi accor¬
gerete che è di un centimetro piu piccola
dell'area disponibile in questo LCD. Questo
perché tutta la superficie del ViewSonic vie¬
ne riempita daH'immagine, mentre nei nor¬
mali CRT resta sempre un bordo nero attor¬
no alla finestra video.
Il dot pitch di questo display è di 0,26
mm, paragonabile a quello dei CRT di clas¬
se media. Grazie a questo piccolo dot pitch
il ViewSonic permette di raggiungere la riso¬
luzione di 1024 x 768 punti, I colon visualiz¬
zati sono 16 milioni e questo rende l'imma¬
gine leggermente superiore, come qualità,
a quella di un comune televisore da 14 polli¬
ci.
Per ottenere un'elevata luminosità (supe¬
riore a quella degli LCD dei computer porta¬
tili) è stato raddoppiato il numero di tubi al
neon che retro-illuminano il sandwich LCD
In questo modo il colore risulta estrema-
mente saturo e brillante, anche se i neri sof¬
frono un pochino se ci si sposta eccessiva¬
mente dalla perpendicolare del monitor; do¬
ve per eccessivamente si intende oltre i 45
gradi.
Trattandosi di un monitor per computer e
non di un televisore questo non è certa¬
mente un problema, soprattutto visto che in
cambio si riesce ad avere un colore molto
più saturo di quanto non avvenga di solito
con gli LCD, anche se
in tecnologia TFT.
La velocità di refre-
sh e la persistenza
dell'immagine sono
ottimi e se avesse un
ingresso video PAL
questo monitor po¬
trebbe essere tran¬
quillamente usato an¬
che per i segnali tele¬
visivi Ovviamente il
monitor risponde a
tutte le specifiche di
Energy Saving ed è
Plug&Play sotto Win-
L'interno del monitor,
tolta l'abbondante scher¬
matura, è notevolmente
ordinato, anche se l'inte¬
grazione non raggiunge
livelli molto spinti
La linea slanciata del
dorso rende il già pic¬
colo spessore del mo¬
nitor ancora meno ap¬
pariscente La base
basculante è zavorrata
per aumentare la sta¬
bilità del complesso
dows 95; viene co¬
munque fornito un
dischetto con i dri¬
ver e il software per
la gestione da remo¬
to dei parametri con-
figurabili.
Dentro
Non potevo non aprire un simile gioiello.
Rimossa la base e svitate le viti del fondello
si scopre subito che tutta l'elettronica è in¬
scatolata m vari strati di robusta lamiera
schermante. Evidentemente non si vogliono
correre rischi di interferenze elettromagneti¬
che né in uscita né in entrata. Rimossa con
pazienza e attenzione tutta la schermatura si
accede finalmente al grosso circuito stam¬
pato che contiene le matrici, la RAM e l’elet¬
tronica di gestione dell'Immagine video. Tut¬
ti gli Integrati sono della Toshiba e questo
garantisce che la qualità del prodotto sia di
tutto rispetto Sorprende invece la gran
quantità di integrati sfusi, alcuni ancora in
contenitore DIP, e di componenti discreti.
Evidentemente il livello di integrazione di
questo prodotto è ancora ai primi passi Se
si pensa che lo stesso identico display è og¬
gi montato in un computer portatile e che
tutta l'elettronica di pilotaggio sta nella corni¬
ce del display, ci si può fare un'idea della
strada che ancora devono percorrere questi
monitor. La piastra principale contiene la se¬
zione di alimentazione e la parte che decodi¬
fica e immagazzina il segnale proveniente
dal computer II pilotaggio dei transistor dei
pixel, ricordiamo che nei TFT c'è un transi¬
stor per ogni pixel ed è realizzato diretta¬
mente nello strato base del sandwich LCD,
viene effettuato da una seconda scheda po¬
sta vicino al grande pannello LCD per pro¬
blemi di collegamento (sono pur sempre
quasi un milione di pixel). Due piccoli survol¬
tori forniscono l’alta tensione ai tubi della re¬
tro illuminazione, mentre un'altra scheda
supporta e gestisce i pulsanti della regola¬
zione dell'Immagine video posti sotto al mo¬
nitor.
Come dicevo il tutto è fatto molto bene
ed è anche realizzato con estrema cura e
pulizia. Resta comunque ancora molto da fa¬
re prima di arrivare ad un livello di ingegne-
rizzazione paragonabile a quello delle piastre
madri di un computer, dove ormai un singo¬
lo chip fa il lavoro che cinque anni fa era fat¬
to da 20 integrati e qualche manciata di
componenti discreti. Ridurre i componenti
significa anche ridurre i costi sia di sviluppo
che di realizzazione, quindi permette di forni¬
re un prodotto che è allo stesso tempo piu
economico e più affidabile
Conclusioni
Veniamo alle dolenti note: il prezzo, In va¬
lore assoluto il prezzo è davvero elevato. Ol¬
tre sette milioni, IVA inclusa, per un monitor
da 14 pollici sono troppi per l'utente medio
Si tratta però di valutare chi, oggi, abbia ne¬
cessità di un simile oggetto. A tutti noi pia¬
cerebbe buttar via l'ingombrante monitor a
tubo catodico, ridurre l'inquinamento elet¬
tromagnetico. i consumi elettrici e quelli
"oculistici"; ma con sette milioni ci viene un
intero portatile completo di display LCD da
12 pollici Ci sono però molti utenti per cui i
costi di sicurezza e benessere dei lavoratori,
il rispetto delle normative, l'ingombro e il
consumo di elettricità, sono dati facilmente
monetizzabili, per questi signori (e penso al¬
le Banche, ai centri di Help Desk, alle
Software House .) sostituire un monitor a
tubo catodico con uno a cristalli liquidi, an¬
che da sette milioni, può addirittura rivelarsi
un risparmio.
Noi comuni mortali ci limiteremo a so¬
gnarli ancora per qualche anno, ben sapen¬
do che, prima o poi, anche questi miracoli
tecnologici arriveranno alla portata delle no¬
stre tasche. MS
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
233
di Luca Angelelli
Costruttore:
Plextor (Japan)
Suo Internet: www plextor corti
Distributore:
Via Degli Aldobranfleschi, 47
00165 Roma
Tei 06 66 41 80 71
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Prezzo: IVA inclusa (01/01981
Lit 445 000
l r-»-
Plextor Ultraplex PX-32TSI
32x. questo è il nuovo li¬
mite quanto a velocità di lettura consen¬
tito dai lettori di CD-ROM presenti sul
mercato Uno dei primi prodotti a rag¬
giungere questo traguardo è il Plextor
PX-32TSi in prova. Questo significa che
il PX-32TX è in grado di raggiungere ben
32 volte il trasfer rate base del formato
CD-ROM, ovvero 150 kB/s per 32 che
equivale alla bellezza di 4800 kB/s. Ora,
una simile capacità di trasferimento dati
si avvicina a quella dei dischi rigidi El-
DE, ma va subito detto che questa "ve¬
locità" è quella massima raggiungibile
dal lettore in alcune zone del disco La
Plextor assicura comunque per il PX-
32TSÌ una capacità di lettura minima di
14x, quindi nelle condizioni più sfavore¬
voli il lettore comunque assicura un rate
di 150x14 ovvero 21 OOkB/s Prestazio¬
ne questa assolutamente di rilievo so¬
prattutto se confrontata con quella di
molti apparecchi concorrenti che spes¬
so garantiscono “velocità" minime as¬
sai inferiori.
Il PX-32 è prodotto in quattro versioni
differenti caratterizzate dal tipo di cari¬
camento adottato e dal tipo di installa¬
zione alla quale sono dedicate: il carica¬
mento può essere a cassetto, il tipo più
comune e diffuso dove il disco è pog¬
giato appunto su di un cassettino che
fuoriesce dal lettore, oppure tramite un
contenitore, il "caddy" nel quale il CD¬
ROM viene racchiuso e successiva¬
mente inserito nel lettore Di queste
due versioni sono disponibili le unità
adatte al montaggio sia interno che
esterno al cabinet del PC L'unita in pio¬
va è il PX-32TSi ovvero il lettore con
234
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Plextor Ultraplex PX-32TSI
OverView
Plextor Manager 96
rm
Drive Control | Disc Info |
Drive Speed
14X-32X CAV 31
?
14X-32K CAV
18X (1200kps)
14X f600kps|
Audio Control | A/V Player |
Spindown Timeout
|2 minutes ~^1
Look |
Unlock I
J PX-32TS
Audio Capirne Eject About
II Plextor Manager96 è una utility
tornita con l'apparecchio che con¬
sente di sfruttare al meglio le pos¬
sibilità o/lerte dai lettori Plextor
Ad esempio è possibile variare la
velocità di lettura
LJ Plextoi Audio Captuie 96
Diive
SampleRate 144100 hz
Channel Stereo
£aptue
Stai
Lenglh jj -J-
cassettino di carico
(Tray) adatto al
montaggio interno.
Per tutte le unità
l'interfaccia con il
sistema è SCSI 2.
A corredo del¬
l'apparecchio vero
e proprio è fornito
un cavo SCSI per la
connessione con il
controller, il
software Plextor
Manager/
Plextor Manager96
per Windows 3.1.
Windows 95 e
Windows NT, oltre
che per DOS, le viti
per il fissaggio al
telaio del PC e un
ferretto ad L che
serve per l'estrazio-
ne dei supporto in
caso di malfunzionamento dell'apparec¬
chio.
In un lettore CD una delle caratteristi¬
che fondamentali è, oltre la velocità di
lettura ovvero l’aspetto prestazionale, la
capacità di leggere tutti 1 tipi di formato
Da questo punto di vista il PX-32TSi of¬
fre la massima compatibilità supportan¬
do tutti i formati CD oggi sul mercato
compreso il CR RW , CD riscrivibile
Questo tipo di CD ha un indice di rifles¬
sione da parte del polimero che costi¬
tuisce il supporto inferiore a quella degli
[_) Plextor Manager 96
Il Plextor Managet96 permette
Ira l'altro l'estrazione dei file au¬
dio dal CD e la trasposizione in
file wave su HO scegliendo la
quantizzazione e l'uso 0 meno
della compressione ADPCM
E
E
~3
Tiack |Tiackl 3
SampteSae 116M 3
f ADPCM Compressioni
Output Ite sce rs 47023k
èboU
Capture stati sectoi 0 (tiack 1 Om 2s:0t)
Captuie lenglh 20473 sectots (4r»v 32s:73f)
Plextor Manager 96
Drive Control | Disc Info | Audio Control A/V Player
F
Audio Status: Stopped
Disc position 10:15 - T rack 03 (00:57)
► | | ■ 1 \ii\ <<]
|j: PX-32TS
Drive Control | Disc Info Audio Control A/V Player I
I
-J
-1
Min Volume Max
Lefl Audio Output Leti |
Right Audio Output Righi |
Balance
Reset
J FX-32TS
Elee! |
Nel Manager96 e integrato un
lettore di file audio e video che
permette la fruizione diretta dei
filmati e dei suoni presenti sul
CD
È altresì possibile controllare 1 / li¬
vello e il bilanciamento della usci¬
ta audio del /errore connesso
Ovviamente è possibile avere
impostazioni diverse per lettori
diversi.
altri tipi e quindi può essere letto sola¬
mente da quegli apparecchi dotati di un
amplificatore del segnale proveniente
dal laser di lettura. Ovviamente abbia¬
mo verificato direttamente questa pos¬
sibilità visto che in passato abbiamo ri¬
levato che lettori che pur offrivano a
detta del costruttore questa capacità al¬
la prova dei fatti non riuscivano a legge¬
re il supporto.
Il Plextor Manager95 è una utility che
permette di effettuare una serie di ope¬
razioni tramite 1 dispositivi della casa:
per prima cosa è possibile modificare la
velocità di lettura del CD player (fig.1),
controllare le impostazioni del lettore,
estrarre tracce audio da CD e trasferirle
come file wave sull'HD. Passando negli
altri menu si può avere una visuale sul
tipo di CD in lettura e, in abbinamento
con uno scrittore della Plextor, eventual¬
mente duplicarlo, si può controllare il li¬
vello e il bilanciamento dell'uscita audio,
si possono riprodurre tracce audio e vi¬
deo. Uno strumento dunque assai flessi¬
bile che permette di controllare al me¬
glio tutte le funzioni dei CD-ROM Plex¬
tor.
Purtroppo sul sistema sul quale era in¬
stallato in unione con il PX-32TSÌ il Plex¬
tor Manager96 ha evidenziato qualche
problema bloccando la copia di file di di¬
mensioni grandi e la accessibilità di for¬
mati particolari quali i CR RW. Problemi
che sono scomparsi rimuovendo il pro¬
gramma di gestione e che comunque
non si sono presentati utilizzando il Plex¬
tor 12/20x. Ora non abbia¬
mo avuto modo di control¬
lare se un simile problema
occorresse anche su PC di
diversa configurazione
hardware e software ma il
fatto che il tutto funzionas¬
se regolarmente con
un'unità diversa oppure
senza il Plextor Manager96
indica probabilmente la pre¬
senza di un piccolo bug nel
programma.
Le prestazioni del PX-
32TSÌ sono assolutamente
soddisfacenti: impiegato in operazioni di
copia, lettura di file audio, installazione
di applicativi assai pesanti ha sempre
mostrato una velocità superiore a quella
del modello 12/20x tenuto come riferi¬
mento. È pur vero che il guadagno non
è molto consistente nell'uso comune,
ma consente comunque di risparmiare
qualche minuto nelle operazioni piu
ponderose quanto a trasferimento di
dati e si sa, il tempo è denaro. „
triS
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
235
di Bruno Rosati
Nokia Multigraph 445Xpro
Dalle applicazioni profes¬
sionali, all'ufficio e all'uso casalingo,
l'offerta dei monitor Nokia varia dai mo¬
delli da 15" e 17" (indicati per il multi¬
media in genere dotati di altoparlanti e
microfoni incorporati) ai modelli da 21",
maggiormente indicati per le applicazio¬
ni professionali, come il Desktop Publi-
shing, la grafica tridimensionale e il
CAD/CAM
A listino, tra le sei differenti versioni
da 21 pollici, è ultimamente apparso il
modello oggetto di questa OverView. Il
Nokia 445Xpro, un colosso da 21 " dota¬
to delle più recenti tecnologie e di sofi¬
sticati controlli elettronici
Malgrado le dimensioni di 52 cm di
larghezza, 49 di altezza e 55 di profon¬
dità, rendano l'aspetto del Nokia
445Xpro veramente imponente, il desi¬
gn risulta comunque gradevole. La for¬
ma difatti, concepita intorno alla struttu¬
ra del tubo, ampia sul frontale per con¬
tenere i 21 pollici, stringe rapidamente
sui quattro lati dando all'insieme una li¬
nea abbastanza slanciata
Il peso del monitor, di circa 32 kg,
una volta ingranata la base basculante,
viene ben equilibrato ed è possibile ri-
posizionare il display sia orizzontalmen¬
te che verticalmente con estrema faci¬
lità. La base basculante su cui poggia il
445Xpro è particolarmente robusta ed
in grado di offrire movimenti angolari
(da -5° a +20° in verticale e con un an¬
golo di riposizionamento in orizzontale
esteso per oltre 155°) più che sufficien¬
ti
Dal punto di vista elettrico, nel
445Xpro è presente un alimentatore di
tipo universale (50/60 Hz) che adatta au¬
tomaticamente la tensione in un range
compreso tra i 90 ed i 260 volt.
A livello di accessori il 445Xpro è for¬
nito di cavo VGA e di quello d'alimenta¬
zione. Manca invece una connessione
BNC che, visto il livello del monitor,
avremmo gradito ben volentieri.
Tornando ad osservare il frontale no¬
tiamo. subito sotto il marchio stilizzato
di Nokia, la zona dove è sistemata la se¬
rie di pulsanti di controllo. Questi,
Produttore:
Nokia Display Products
Via della Filanda, 5-20060 Gessate (MI)
Tei 02/95255254
Prezzi (IVA esclusal L. 3 690 000
nell'ordine, sono il commutatore dell’in¬
put video (VGA oppure BNC. indicato da
un LED) i potenziometri relativi alla lu¬
minosità e al contrasto; il pomello per
l'attivazione dei menu on-screen ed infi¬
ne il tasto di accensione.
Particolarmente funzionale è la solu¬
zione adottata per la visualizzazione sul¬
lo schermo dei controlli del sistema.
Per attivare il controllo dell'On-Screen
Display, va premuto in profondità il po¬
mello denominato menu e quindi, una
volta apparso in sovrimpressione il me¬
nu elettronico, e possibile agire su tutti i
controlli a disposizione
Caratteristiche
tecniche
Il CRT del Nokia 445Xpro e un Hitachi
trattato a livello di display (antiriflesso,
low-radiation, ecc.) dalla stessa Nokia
che può raggiungere una risoluzione
massima di 1800 x 1440 pixel con un
refresh a 80 Hz. Come tiene a sottoli¬
neare lo stesso costruttore, ciò permet¬
te di raggiungere una densità di infor¬
mazioni contemporaneamente presenti
in schermo superiori di circa l'85% alla
più comune risoluzione di 1280x1024
pixel massimi offerta dalla maggioranza
dei monitor
Altra caratteristica di spicco del
445Xpro è quella della Dynamic Conver-
gence, un'elettronica di controllo attra¬
verso la quale vengono continuamente
236
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Nokia Multigraph 445Xpro
OverView
allineati i fasci di elettroni che eccitano i
fosfori del tubo catodico. I valori che è
possibile ottenere sia nella convergen¬
za orizzontale (0,20 mm) che verticale
(0.25 mm) sono veramente ottimi. Il ri¬
sultato e l'assoluta pulizia di ogni ogget¬
to grafico rappresentabile in schermo
senza il benché mimmo disturbo (indice
di un insufficiente allineamento dei fa¬
sci di elettroni).
Altra soluzione tecnologica applicata
all'elettronica del monitor è quella del
Dynamic Focus per mezzo del quale
uno speciale controllo elettromagnetico
è in grado di fornire la perfetta messa a
fuoco di tutte le zone dello schermo, in
particolare quelle più critiche come gli
angoli.
Per mezzo della tecnologia NokiaCoa-
tmg infine nel 445Xpro è stato possibile
ridurre a meno dell' 1 % l'effetto di ri¬
flessione In tal modo è possibile otte¬
nere screen ad alto contrasto e proteg¬
gere gli occhi dall'affaticamento
La funzione di auto-Shape permette
di settare automaticamente la grandez¬
za, la posizione e la correzione geome¬
trica del display In particolare l'auto-
Shape consente di controllare ed elimi¬
nare l'effetto di Ptnchusion (la distorsio¬
ne "a cuscino" che curva verso l’ester¬
no oppure l'interno le linee orizzontali e
verticali del quadro) Presente è anche
la funzione di Degauss per scaricare
l'accumulo di
cariche elettro-
statiche.
Ulteriore ca¬
ratteristica di
versatilità del
445Xpro è la
presenza di un
controllo elet¬
tronico in grado
di garantire la vi¬
sione (su com¬
mutazione) del
segnale prove¬
niente da due
differenti Perso¬
nal Computer.
Per quanto ri¬
guarda le fre¬
quenze di refre-
sh queste pos¬
sono oscillare
tra i 30 ed i 121
kHz in orizzonta¬
le e tra i 50 ed i
150 Hz in verti¬
cale. La fre¬
quenza massima di refreshmg del
445Xpro. pan a 150 Hz, viene raggiunta
alle risoluzioni di 640x480 e 800x600
pixel. La risoluzione massima supporta¬
ta. pari a 1800x1440, è a sua volta rag¬
giunta con un refresh di 80 Hz II dot
pitch, notevolissimo, è attestato a 0.21
dot orizzontali.
Per ciò che infine concerne gli stan¬
dard d'ergonomia (sia di sicurezza che
di risparmio energetico) coperti dal
445Xpro. questi sono tutti raccordati al¬
le specifiche TC095 e VESA/DPMS. Dal
punto di vista del risparmio energetico il
sistema offre tre differenti modi di fun¬
zionamento. l'effettivo "On" di piena
attivila di schermo (con un consumo
massimo di 160 watt), il "suspend-mo-
de" (con un consumo attestato intorno
1
ai 30 Watt) e l'Off-mode da appena 5
watt.
Impressioni d’uso
Abbiamo provato il Nokia 445Xpro
sia con un PC che con un sistema Ma¬
cintosh e il funzionamento è stato sem¬
pre ottimale, come ottimale s'è dimo¬
strata la visione di ogni genere di sheet
di lavoro. In effetti, davanti a un display
cosi ampio, se questo non e proget¬
tualmente raffinato, si possono ricono¬
scere aloni, effetti di persistenza e so¬
prattutto distorsioni e problemi di con¬
vergenza, solitamente piu vistosi che in
altri display di minor area visiva.
Il Nokia 445Xpro si dimostra assolu¬
tamente esente da simili problemi Se¬
gno che i controlli elettronici, soprattut¬
to quelli automatici, sono in grado di ri-
stabilizzare continuamente il display
fornendo sempre la massima qualità vi¬
Visla posteriore Sono da
notale le connessioni mul¬
tiple su connessione BNC
attraverso le Quali 6 possi¬
bile permutare l'ingresso
video su tonti RGB
siva
L'uso professionale del monitor è
quindi garantito ai massimi livelli di qua¬
lità. ergonomicità e chiaramente di si¬
curezza
In particolare pensiamo come possa
dimostrarsi particolarmente utile, in se¬
de di editing video, l'utilizzo di una riso¬
luzione particolarmente elevata ed un
monitor come il Nokia 445Xpro che as-
serva alla visualizzazione di un denso
sheet di lavoro come quello di Premie¬
re
Ma un monitor come il 445Xpro, an¬
cor prima di essere ben utilizzato in
ambito video, nasce soprattutto per es¬
sere usato nell'ambito del Desktop Pu-
blishmg e lo sviluppo in CAD/CAM
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
237
PROVE & PRODOTTI
a cura di Andrea de Prisco
Kai's Photo Soap 1.0
di Raffaello de Masi
Quando ADP mi ha chiesto di scrivere
quest'articolo, credo di aver, per un mo¬
mento, pensato che il guru deH'immagine
digitale abbia rivolto, per un momento, gli
occhi verso le verdi località dell'lrpinia e
verso un indegno (ma quale indegno, si¬
curamente degnissimo!) rappresentante
della tentacolare città di Atripalda. E que¬
sto non perché io abbia meriti maggiori di
qualunque altra persona, ma solo per il
motivo che il buon de Prisco mi inviava,
per la prova, un pacchetto che pareva fat¬
to apposta per gratificare una delle mie
più nascoste passioni, quella del collezio¬
nismo di fotografie antiche.
Possiedo circa seimila foto, tutte origi¬
nali, dei tempi che furono, pazientemen¬
te raccolte in una vita di ricerche tra cu¬
muli di materiale dimenticato di rigattieri,
vecchie biblioteche in abbandono, bauli
chissà da quanto tempo mai più aperti in
antiche soffitte dimenticate, materiale
pronto per essere gettato via e recupera¬
to. in extremis, in campagne e antichi
fabbricati quando, dopo il terremoto della
mia Irpinia, motivi di lavoro mi portavano
in giro durante le opere di verifica statica
dei fabbricati e poi per la successiva rico¬
struzione. Rimpiango di non aver certo
potuto salvare tutto; ma le foto che pote¬
vo recuperare senza infrangere leggi o
appropriarmi indebitamente di cose altrui
le ho conservate e catalogate tutte e,
quando ho tempo, ne tiro fuori qualcuna
da osservare pazientemente con una po¬
tente lente d’ingrandimento, ereditata da
mio padre, che la utilizzava per i suoi la¬
vori di intaglio certosino del legno.
Chi, come chi scrive, ha la passione
delle antiche foto, non avrà certo perso la
preziosa, e sotto certi versi unica, collana
vista qualche anno fa nelle edicole, che
raccoglieva fotografie (talune ricavate da
dagherrotipi) di altri tempi, recuperate da¬
gli archivi della storica Alinari. Si tratta di
un documentario unico e sensazionale
dei tempi che furono, e le immagini rac¬
colte, osservate, come dicevo, con un
buon mezzo d'ingrandimento, ci fanno ri¬
vivere un rarefatto ambiente Ma sovente
non siamo cosi fortunati; certe foto sono
ingiallite, macchiate, rinsecchite, devasta¬
te dal tempo; certo si possono affidare a
un bravo restauratore, ma i costi non so¬
no proprio modesti E poi, volete mettere
farlo in proprio, magari dando un'insapo¬
nata con Kai's Photo Soapl
Kai’s, il pacchetto
Ne ho visti, in tanti anni, di pacchetti,
ma sconcertanti come questo, devo con¬
fessare, ne ho incontrati pochi Già dalla
prima impressione, le cose si presenta¬
no da sole; un CD, la solita cartolina di
registrazione, e un fascicoletto dalla gra¬
fica superba che, a prima vista, pare uno
di quei volumetti che si ritrovano spillati
al centro delle riviste femminili, o magari
vengono distribuiti all'uscita dei super-
mercati. La grafica, comunque, del mate¬
riale stampato è a dir poco superlativa
Sebbene in bianco e nero, e nonostante
abbiamo potuto esaminare solo la copia
tradotta in italiano, il fascicolo d'istruzioni
è degno di un creatore di moda di grido.
Il motivo della sua esilità è presto detto;
Kai si impara più facendo che leggendo,
e l'ambiente in cui ci si trova immersi fin
dall'inizio, sebbene vagamente alieno e
un po' diverso sia dalla classica interfac¬
cia Windows che Mac, è raffinato, ele¬
gante, seducente, tanto da incutere un
vago senso di rispetto e di rarefatta at¬
mosfera
L'aria di déjà-vu che si respira, comun¬
que, trova presto una spiegazione, Soap
è prodotto dalla stessa casa che ha fir¬
mato quel capolavoro che va sotto II no¬
me di Bryce, pacchetto già ospitato di¬
verse volte su queste pagine, e che rap¬
presenta un doveroso e indiscusso pun¬
to di riferimento per la creazione di sce¬
nari reali, onirici o semplicemente imma¬
ginari E di Bryce ritroviamo, in parte, le
tecniche d'interfaccia, come vedremo tra
poco.
Soap non può funzionare da CD; oc¬
corre installarlo sul disco rigido e, per far
questo, necessitano una settantina di
megabyte per la directory principale più
un'altra decina per il materiale di vario ti¬
po che il pacchetto distribuisce nella car-
238
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Kai’s Photo Soap 1.0
Produttore:
MetaTooIs
Wilson House, Fenlan Street
Dublui . [landa _
mttp./Av wwTnetacteauonsxonj
Trn.ti i o:i1
Distribuito in Italia da:
Pico Stl
Via Piave 36 Reggio Emilia
Tel 0522/440012
Prezzo: £ 99,000 + IVA
iella di sistema operativo (per l'ambiente
Windows lo spazio necessario è di anco¬
ra una decina di mega in piu); in totale
più di quattrocento documenti. Per la ve¬
rità di installazioni se ne possono esegui¬
re due; una completa e una che esclude
la libreria di immagini d'esempio, libreria
che in effetti rappresenta la vera chicca
del pacchetto; inoltre, con la installazione
ridotta, vengono escluse una serie di
texture e finiture utili per ottenere il mi¬
gliore risultato; non è possibile eseguire
aggiornamenti della installazione ridotta;
in pratica quella completa cancella la pre¬
cedente e reinstalla il programma; occor¬
re quindi fare un minimo di attenzione
se, per caso, si sono conservati, nella
cartella di Soap, documenti personali.
Una volta eseguita l'installazione, che
oltre tutto è allietata da una palette di fi¬
gure gradevoli e ben realizzate, che scor¬
rono in sequenza tanto per ingannare
l’attesa, ci si ritrova in presenza di una
cartella di una sessantina di mega che
contiene il programma vero e proprio e
la libreria degli accessori e delle immagi¬
ni Lanciato il programma arriviamo in
ambiente, con un'insolita scomparsa dei
menu II pacchetto è organizzato in stan¬
ze, che rappresentano, ambienti diversi
di lavoro che eseguono operazioni sepa¬
rate sull'oggetto che , a poco a poco, sta
prendendo forma
Immaginate, tanto per fare un esem¬
pio, di aver scoperto in soffitta un vec¬
chia crosta, che però ricorda gli anni della
vostra gioventù e che desiderate riporta¬
re al massimo splendore per poi appen¬
derla nello studio. Ovviamente eseguire¬
La finestra di apertura di Soap, con te principati stanze in sequenza antioraria
Inizia il lavoro: la loto appare macelliate, poco contrastata e con qualche graffio
mo una serie di
operazioni succes¬
sive che, probabil¬
mente, avverranno
in momenti e luo¬
ghi diversi; lo spol¬
vereremo, elimine¬
remo qualche chio¬
do sporgente, la
monteremo sul ca¬
valletto e daremo
qualche ritocco per
ripristinare qualche
punto dove la ver¬
nice è mancante o
dove ha bisogno di
qualche rafforza¬
mento nella tinta,
passeremo alla mo¬
la i bordi per elimi¬
nare dentellature,
restaureremo pro¬
babilmente qualche
angolo spezzato,
costruiremo una
cornice adeguata al
valore del capolavo¬
ro. Semplice e logi¬
co, non vi pare? Se
così è siete poco
lontani dalla filoso¬
fia di utilizzo di
Soap; le stanze del
programma non so¬
no altro che le fasi
(quelle descritte
nell’esempio, o
quelle altre neces¬
sarie) attraverso cui
un lavoro passa per
giungere al risultato finale. Con la diffe¬
renza che Soap interviene su parametri
ambientali che ben difficilmente sarebbe
possibile modificare nel mondo reale.
Vediamo come è organizzato Soap;
una tipica sessione di sviluppo di una im¬
magine (ad esempio una foto digitalizza¬
ta con uno scanner) inizia nella stanza In
e finisce nella stanza Out, giusto prima
della sessione di salvataggio o di stam¬
pa, Accanto alla stanza In si trova la stan¬
za Prep, dove è possibile ritagliare, ruota¬
re e correggere più o meno automatica-
mente l'immagine. Giusto prima della
stanza Out si trova la stanza Finitura, do¬
ve potremo aggiungere sfondi, luci, im¬
magini aggiuntive, contorni, personaggi
immaginari, testo. Tra queste stazioni di
partenza e di arrivo è nascosto il cuore
possente di Soap, le stanze Tinta, Colore
e Dettaglio
La funzione delle
stanze
Nella stanza Tinta si agisce sul colore
e sulle tinte di tutta l'immagine; in essa
si regola il bilanciamento e la saturazione
dei colori, come pure l’intensità della lu¬
minosità e del contrasto. I comandi a di-
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
239
..
La starna per la regolazione del contrasto e della luminosità; si noti, a destra, il
telecomando
La stanza di definizione dei colon e delle tinte, la foto, in b/n, viene aui virata al
verde A destra, l'equalizzatore del colore
L'ambiente dettaglio, torse il più divertente da utilizzare, qui. da buon visagi¬
sta, Soap elimina i difetti e le ingiurie del tempo
Aggiungiamo un passepartout; anche l'occhio.
sposizione sono gerarchizzati su tre livel¬
li, a seconda della raffinatezza delle ope¬
razioni che si desiderano compiere. Si va
dalle semplici regolazioni dei due para¬
metri fondamentali (contrasto-lumino¬
sità) a modifiche più precise sui tre colori
dell'RGB, a giungere a un lavoro di fino
attraverso un equalizzatore a dodici ban¬
de.
Lo stesso equalizzatore può essere
utilizzato nella stanza Colore (che è cosa
differente da Tinta, come ben sanno i
pittori e i grafici). In questa stanza, in altri
termini, si accede al completo controllo
dei parametri ben più avanzati del colore,
della tinta e della saturazione di tutta
l'immagine. Infine la terza stanza, defini¬
ta dettaglio, è dedicata al ritocco dei par¬
ticolari, come l'eliminazione di graffi e
strappi, macchie, occhi rossi (come av¬
viene quando si fotografa a luce artificia¬
le frontale) e operazioni di lisciatura, clo¬
nazione, eliminazione di bordi, uniforma¬
zione di sfondo e di granatura.
E passiamo adesso ai tool a disposizio¬
ne; premettiamo che l'immagine desti¬
nata ad essere "lavorata" è visualizzata
in una "lavagna" alias di finestra che,
però, ha diversi vantaggi, come assenza
di bordi, occupazione di tutto lo scher¬
mo, presenza di cassetti laterali conte¬
nenti gli attrezzi d'uso e di lavoro, e, so¬
prattutto, attraverso una gestione
software che ha del prodigioso, velocità
di esecuzione delle operazioni che ha
dello straordinario. Talora è necessario
andare a scavare nei particolari dell'im¬
magine; un semplice tocco di un tasto (il
Tab) e l'immagine occuperà tutto lo
schermo, e una lente d’ingrandimento ci
permetterà di "esplorare" il nostro og¬
getto di lavoro alla scoperta dei particola¬
ri più invisibili e minuti.
Occorre riconoscere che la grafica del¬
la finestra è davvero sensazionale; gli og¬
getti e gli attrezzi hanno una verosimi¬
glianza incredibile; pennelli, gomme, ma¬
tite, pennarelli hanno aspetto tridimen¬
sionale con stretta somiglianza agli og¬
getti veri (non vi meravigliate se talvolta
vi troverete a soffiare dopo aver usato
una gomma). Alcune stanze, poi, sono
dotate di un pulsante verde e di uno ros¬
so; il primo si basa sul concetto che non
sempre quello che viene fatto sull'imma¬
gine rispecchia la volontà dell'operatore.
Questo il motivo per cui finché non si
schiaccia il verde, qualunque modifica
all'immagine può essere annullata. Il pul¬
sante rosso ha una funzione ancora più
240
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
radicale; si tratta di un Lindo generale,
che annulla le modifiche nella loro tota¬
lità e reimposta gli attrezzi nella loro posi¬
zione predefinita.
E passiamo agli strumenti, che rappre¬
sentano il principale sistema per applica¬
re effetti in determinati punti dell'imma¬
gine; essi sono in tutto tredici, alcuni di
ovvio uso, altri più esotici. Riconosciamo
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
241
o Dca<a&<§j£<a-a
un paio di pennellesse, altrettanti pennel¬
li (gli spessori, in ambedue i casi, sono
diversi) due matite dure, due secchi di
vernice con funzioni opposte, una goccia
d'acqua per ammorbidire i bordi, un
ghiacciolo per marcarli e una mano che
imbratta la tinta sottostante, delle gom¬
me per cancellare. Ogni strumento ha
una gamma di regolazioni che è guidata
da un monitor a tacche, facilmente rego¬
labile.
E adesso ascoltate le raffinatezze, che
non credo di aver mai visto altrove. Ec¬
cellente è l'ambiente della cosiddetta
"Camera con vista"; per capire come
funziona facciamo un esempio; quante
volte vi è capitato di lavorare tanto
sull'originale da non avere più idea delle
modifiche che avete apportato o
dell'aspetto iniziale? In Soap il problema
non esiste, un semplice click ed ecco
una finestra divisa in due da una linea
spessa, che a sua volta divide in due
l'immagine di lavoro; solo che da una
parte essa è come all'inizio, mentre
dall'altra è come adesso; basta spostare
da una parte e dall'altra la riga con il cur¬
sore per vedere m tempo reale le diffe¬
renze tra i due aspetti. Ma la cosa più in¬
teressante è che è possibile conservare,
in una specie di portafotografie, immagi¬
ni (intere o frammenti) successive delle
diverse fasi di lavoro; niente altro che i
provini di un buon fotografo.
La raffinatezza dei tool a disposizione
non esclude la presenza di altri più sem¬
plici e comuni, come ritaglio, rotazione,
spostamento. Ma ritornando al sofistica¬
to, ecco un comando per la correzione
automatica di esposizione di una foto; fo¬
to sotto o sovraesposte vengono inoltre
IKM
1 -3 MetaCreations
corrette nella dominante del colore Ma
se questa opzione non fosse sufficiente
(potremmo avere bisogno di foto sotto o
sovraesposte per effetti particolari) nes¬
sun problema; passiamo alla regolazione
manuale e agiamo secondo i nostri desi¬
deri.
Quante volte vi siete ritrovati, in pro¬
grammi anche meno potenti di questo, a
chiedervi dove era nascosto un comando
o come fare ad arrivare rapidamente a
un'opzione? Soap vi offre uno strumento
pratico e assolutamente originale per
sopperire alla bisogna; il telecomando
che, per forma e funzioni somiglia pro¬
prio a quello vero Un click su uno dei
pulsanti e visualizziamo i comandi che ci
occorrono.
Soap dedica un’ampia opzione alla ge¬
stione delle regolazioni delle tonalità e
dei colori. Non poteva essere che cosi,
visto che questa è l'area dove l'artista sa
dare il meglio di sé; e posso assicurarvi
che si tratta di un sottoambiente di gran¬
de efficienza, dove occorre avventurarsi
solo se si sono prese bene in mano le
redini del pacchetto, e si hanno cogmzio-
Le “stanze” secondo John Wilczak. fondatore
e direttore g enerale della Metatools
"Per capire il processo seguito da Soap. è importante che vi spieghi alcuni concetti di base.
Nella maggior parte dei programmi di informatica, tutte le funzioni e funzionalità sono acces¬
sibili tramite una serie di menu, finestre di dialogo e palette di strumenti Ho sempre pensato
che questa non sia una soluzione ideale per presentare all'utente la crescente complessità del¬
le possibili azioni.
Pensate a una casa: per tutti i lavori culinan vi dirigerete nella cucina, dove trovate un apri¬
scatole, pentole e tegami, coltelli e forchette Per il bncoiage. andrete piuttosto nel garage do¬
ve troverete il martello, la sega e il cacciavite. Per lavarvi, invece, vi recherete nel bagno, per
cercare lo spazzolino da denti, il pettine, il rasoio. C'è sempre un modo logico che vi porta di
volta in volta in una di queste stanze, senza bisogno di avere in ogni stanza i riferimenti agli
utensili contenuti nelle altre.
Questo ha senso perché vi concentrate solo su un numero definito di operazioni logiche alla
volta. Soap offre quindi una semplice serie di operazioni e di stanze specifiche nelle quali ese¬
guirle. All'interno di ogni stanza troverete il set appropriato di strumenti, come ntengo logico
Mi sento abbastanza temerano da predire che. in un futuro molto prossimo, il settore dello svi¬
luppo software sarà investito da una simile ondata di pensiero semplificativo
Ho voluto che Soap. come gli altri prodotti della mia società, siano orientati in questo senso,
e mi auguro che questo modo di vedere sia condiviso da tutti voi Buon lavoro e. soprattutto,
divertimento a tutti! ”.
Il sito WWW di Meta-
tools, e possibile abbo¬
narsi a un interessante
servizio di newsletter
ni di grafica solide e
non peregrine Ben
diverso e piuttosto
divertente è invece
la stanza di "Puli¬
zia". Immaginate di
-i aver recuperata la
a foto del nonno mili¬
tare in Carso; certo,
era un bell'uomo, ma le spiegazzature e
le macchie della vecchia foto non gli ren¬
dono giustizia Nessun problema; come
farebbe un vero restauratore, ci munire¬
mo di pennelli, carboncini, matite ed ec¬
co come per incanto sparire quelle brut¬
te righe bianche, quegli antiestetici graf¬
fi, quelle macchie virate al seppia frutto
di un fissaggio che di qualità aveva ben
poco. La foto ha piegature e sgranature?
Il tool Liscia fa al caso nostro. La foto di
nostro nipote sotto l’albero di Natale ha
gli occhi rossi per colpa del flash? Un'op¬
zione proprio ad hoc li elimina. Una mar¬
gherita della foto ha perso un petalo?
Semplice, cloniamo uno di quelli presenti
e lo attacchiamo all'originale Vogliamo
aggiungere un oggetto esterno o prodot¬
to in un'altra finestra? Il gioco è rapido,
con il vantaggio, rispetto ad altre applica¬
zioni, che questo "intruso" vive su un
layer diverso; vale a dire che potremo
andarci e modificarlo come se fosse un
vero oggetto di Soap. Se desideriamo
mettere uno sfondo o un bordo all'imma¬
gine possiamo anche risparmiarci la fati¬
ca di andarli a cercare fuori: c'ò una libre¬
ria che fa invidia. Dato il tocco finale
stampiamo, o salviamo in diversi formati,
Photoshop, TIFF, JPEG, PICT, BMP, tan¬
to per citare a braccio.
Conclusioni
Kai's Photo Soap è un package presso¬
ché indispensabile a tutti gli utenti inte¬
ressati al fotoritocco digitale delle imma¬
gini; e dire indispensabile potrebbe esse¬
re poco! Soap riesce a riportare a nuova
vita immagini scadenti, malamente espo¬
ste, vecchie, macchiate, addirittura semi-
distrutte Ed è supportato da un'interfac¬
cia incredibilmente originale e raffinata,
gradevole e divertente, che ci allontana
dagli schemi classici degli analoghi pac¬
chetti per Windows e per Mac. Ve lo im¬
maginate cosa può fare uno che, come il
sottoscritto, colleziona foto antiche e ha
in archivio gioielli ingiuriati dal tempo e
dalla cattiva conservazione? kb
242
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
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4
a cura di Corrado Giustozzi
Signori, accendete i vostri motori...
“Messieurs, mettez le contact en marche!”; per chi non lo sa, è questa la frase
che veniva e viene pronunciata dal presidente dell’automobile club di Francia alle
ore quattro del pomeriggio del primo sabato di giugno, ogni anno, sulla pista più
prestigiosa del mondo assieme all’anello di Indianapolis: il circuito di Le Mans, in
Normandia. Le Mans è una corsa epica, che ha più storia e leggenda di ogni altra
corsa; riservata alle macchine sport e prototipo ebbe il suo massimo fulgore
verso la metà degli anni Sessanta, quando nessuna casa automobilistica, dalla
Ferrari alla Ford, alla Chaparral, alla Porsche, alla Maserati poteva mancare
all’appuntamento. Epiche furono le battaglie tra la “povera” Ferrari e la “ricca”
Ford, che schierava in campo macchine di cilindrata quasi doppia rispetto alle
“Rosse”, e che, dopo due vittorie consecutive, pensò bene che non era il caso di
sfidare ulteriormente la sorte e si ritirò senza il rimpianto di nessuno.
di Raffaello de Masi
lo. alla 24 Ore di Le Mans (o come di¬
cono i francesi, du Mans) ci sono stato,
come spettatore, otto volte (ivi compre¬
se le due in cui battagliarono F&F);
GT40, Chaparral FJ, 330 P3 e 330 P4,
questi erano i candidati alla vittoria, con
buon rincalzo rappresentato dalle Ferrari
375 P2, Ferrari LM. Porsche Carrera 6
Se avevi la fortuna le i gomiti) di trovare
un posto proprio sui box, potevi inebriarti
del fetore degli oli ricinati, delle urla dei
meccanici, delle scene apocalittiche di
rifornimento con imbuto e bidone, delle
spettrali scie luminose notturne dei di¬
schi arroventati a calor bianco nelle fre¬
nate, dei cambi gomme a base di colpi di
mazzola e di mozzi autoawitanti. Ci sono
stato, a Le Mans, qualche anno fa e ho
trovato solo lo spettro dello spettacolo,
della festa di una volta, uno sbiadito
spettacolo basato sui duelli, in sedicesi¬
mo. di sparute scuderie che. pur rispon¬
dendo a nomi famosi, come Jaguar, Ma-
tra, Porsche, Mazda, sembravano essere
presenti solo per rappresentanza, giusto
per lasciare ai locali l'illusione della
"grandeur" francese, e per incassare i
cospicui premi d'ingaggio che le istituzio¬
ni offrono a piene mani, pur di non assi¬
stere all'agonia di questa grande signora.
Chissà, se oggi avessi avuto l'età e i mu¬
scoli di trent'anm fa, avrei potuto parteci¬
pare con pretese di vittoria; e non sorri¬
dete. in gioventù ho vinto una "Svolte di
Popoli" con una Ferrari 206. Ho tanto di
coppa, qui, sul mobile di fronte alla scri¬
vania; certo, non è la targa Fiorio, ma co¬
me dice il proverbio: "Dicette Pulcinella:
Don Gennà, voi co' sigario e io co' moz¬
zone, cacciamo 'o stesso fummo!".
Dicevo, l'età non ci sta più, e oggi mi
tocca di parlare di motori più tranquilli,
anche se altrettanto potenti. Le follie di
gioventù, addosso a me. farebbero ride¬
re, e poi ho da pensare ad Anja; e cosi
ho lasciato gli hobby pericolosi lauto e ar¬
mi) e mi accontento dei crash di siste¬
ma. molto più frequenti ma sicuramente
molto meno pericolosi. E approfitto delle
pagine di MC per ricordare!
I motori di ricerca, cosa
fanno e come conviene
utilizzarli al meglio
Bando alla lagrima facile; passiamo al¬
le nostre cose! I motori che ci interessa¬
no sono quelli del Web, quelli che ci fan¬
no scovare il venditore di tortilla messi¬
cano per corrispondenza, le ultime stati¬
stiche sulla moria di pollastri a causa del¬
la dell’influenza aviaria, i pettegolezzi piu
aggiornati sulle "commarelle" di Clin¬
ton, e i risultati delle estrazioni delle lot¬
terie, di cui abbiamo perso le uscite sui
giornali Niente di complicato, come è
244
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
nello spirito di ABC; magari
potremo essere più particola¬
reggiati, se la cosa desterà in¬
teresse, in un'altra occasione.
In altri termini, dove mi posso
rivolgere per cercare qualco¬
sa?
Innanzitutto occorre lare
una differenza tra motori e di¬
rectory, anche se il primo no¬
me, quasi sempre, li accomu¬
na; le tecniche di funziona¬
mento. spesso, sono mavver-
tibili al comune mortale, ma
occorre, almeno a livello di no¬
tizia, raccontare la grande dif¬
ferenza tra le due grandi cate¬
gorie. Ad esempio, Beatrice
(un crawler dedicato al pubbli¬
co femminile) o il nostrano Vir¬
gilio vengono considerati motori, men¬
tre non lo sono affatto; allora, permette¬
teci di evidenziare come e dove si di¬
stinguono.
I motori di ricerca, detti anche "spi¬
der" o "crawler", devono la seconda
parte del loro nome al fatto che una par¬
te del loro software è costruita per visi¬
tare costantemente la rete, in modo da
creare cataloghi sempre aggiornati delle
pagine Web; poiché la ricerca è effet¬
tuata in maniera automatica e in teoria
ogni pagina Web è raggiungibile, appare
evidente che i motori "veri" possono
garantire informazioni in numero sicura¬
mente superiore alle directory,
Al contrario dei motori, le directory
sono create da una staff di tecnici; i siti
devono, in una qualche forma, essere
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segnalati, e, a seguito di questa segnala¬
zione, essi vengono assegnati a una o
più categorie appropriate. Poiché è l'uo¬
mo che interviene su queste scelte, so¬
vente le directory possono offrire risulta¬
ti migliori o, almeno, sicuramente più
"tagliati" dei semplici motori. Un esem¬
pio di directory (sebbene sia praticamen¬
te da tutti considerato un motore), alme¬
no all'origine, era Yahoo.
Giusto per complicare le cose, esiste
una terza categoria, quella dei motori di
ricerca ibridi, che poi sarebbero motori
abbinati a una directory. Sovente la di¬
rectory associata è molto specializzata,
riportando anche statistiche, recensioni,
giudizi; generalmente la facoltà di legge¬
re queste notizie è riservata a una libera
scelta dell'utente. In ogni caso, per i fini
del nostro articolo, non esiste,
se non si spacca il capello,
grande differenza tra i tre rap¬
presentanti; a meno che non
sia necessario, indicheremo
col nome di "motore" indiffe¬
rentemente tutti e tre i tipi.
La formazione
in gioco
Molti hanno provato a con¬
tare, o almeno ad avere un
valore di riferimento approssi¬
mato del numero di motori di
ricerca esistente su WWW;
l'impresa non ha avuto mai
gran successo, visto che si
può dire che giornalmente ne spunti
qualcuno in qualche parte del mondo,
se desiderate avere almeno un'idea del
numero di presenze, chiamate Yahoo, e
digitate, nella casella di ricerca, una
stringa diffìcilmente reperibile; alla fine
della pagina Yahoo proporrà di eseguire
ricerche con altri motori; l'ultima opzio¬
ne si chiama "More Yahoo” e, schiac¬
ciando il link, vi troverete in una pagina
contenente una lista terrificante di altri
nomi, tutti opportunamente linkati, Al¬
cuni di essi possono risultare estrema-
mente utili; ne riparleremo in una prossi¬
ma occasione.
Ma i titolari di un posto in pista sono
molti di meno; alcuni sono nomi storici
di WWW, altri, comparsi da poco, hanno
saputo farsi conoscere per la qualità del
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MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
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servizio che offrono, o per certe partico¬
larità che li rendono interessanti. Una
precisazione; ci è sembrato inutile ripor¬
tare gli URL dei singoli motori; tutti sono
composti nella forma tipica
http//www XXXXX com| dove XXXXX è
il nome del motore stesso. Se l'URL si
discosta da questo formato, l'indirizzo
completo viene fornito in forma piana.
AltaVista (http i/www altavista
digitai com) è. probabilmente, il motore
di ricerca più conosciuto Per la verità
esso non va confuso con httD://www.al-
tavista com . anch'esso un motore di ri¬
cerca, dalle caratteristiche pregevoli, ma
che non può paragonarsi con il primo, di
cui è solo un omonimo Lanciato il 21 di¬
cembre del 1995 dalla Digital Research,
è sempre stato un punto di riferimento
importante, e ha accresciuto la sua po¬
polarità quando l’anno successivo è di¬
venuto lo spider di prima scelta per
Yahoo (ne parliamo tra un momento)
AOL Netfind Rti-' w.v/'.v ao uom/noii
fmd è la versione customizzata del moto¬
re di ricerca Excite; ha un'interfaccia per¬
sonalizzata e un nome differente, ma è
solo un Excite vestito con un altro abito
Excite è un altro dei pezzi storici di
WWW; presentato anch'esso nel 1995,
ha goduto di una fortuna fulminea, tanto
da farne uno dei dominatori della scena e
da consentirgli di assorbire, nel luglio e
nel novembre dell'anno successivo, due
concorrenti, Magel-
lan e il ben piu noto
WebCrawler, i due
motori continuano
però ad essere pre¬
senti sulla scena
come elementi se¬
parati, con proprie
caratteristiche e
servizi customizzati
Excite offre i risulta¬
ti in tre forme diver¬
se; Excite Search,
Channels By Excite
ed Excite News Tracker. Il primo adotta
la forma più classica, basata sulla ben no¬
ta lista dei siti elencati per %. Channels
By Excite. introdotto l'anno scorso, cata¬
loga le ricerche in base ad argomenti (i si¬
ti offerti sono scelti e approvati in base a
una selezione, e sovente sono corredati
da commenti e/o da una recensione); an¬
cora sono presenti "related link", aree di
discussione, offerte di iscrizione a mailing
Alleanze e p referenze, ovvero
come mi faccio usare
Qual 6 la cosa che usiamo piu costantemente durante la giorna¬
ta? Che ne so, immaginiamo l'automobile! Immaginiamo che il più
gemale degli inventori abbia realizzato un bottone sul cruscotto
che, premuto, ci porta automaticamente alla stazione di servizio
piu vicina Quanto credete che sarebbe disposta la Mobil o l'Agip a
pagare ad una grande casa automobilistica perché il bottone porti
l'utente sempre alle stazioni della sua catena di distribuzione? Due
una cifra, sarete sempre lontani dal vero!
Qual è la cosa che si usa più costantemente in Internet? Il
browser, e ovvio! E allora cosa sarebbe capace di offrire un gesto¬
re di motore di ricerca a Netscape, Microsoft o Mosaic per far in¬
serire, nella sua pagina, un bottoncino piccolo piccolo, proprio una
cosuccia da nulla, per guidare l'utente alla ricerca di qualcosa al
suo sito?
Ve lo dico subito; ma permettetemi di arrivarci con ordine. Net¬
scape è, ad onta di tutte le polemiche, il più popolare browser sul
mercato BrowserWatch. con statistiche aggiornate a dopo l'intro¬
duzione delle versioni 4 dei due maggiori, riporta una stima del
70% delle preferenze dell'utenza Netscape ha un bottone. Net-
Search, che spedisce l'utente ad una pagina ad hoc dove sono in¬
dicate finestre attraverso cui l'utente può eseguire una ricerca, uti¬
lizzando alcuni dei più potenti motori Milioni di persone schiaccia¬
no, ogni giorno, quel bottone, rendendo quella semplice azione
uno dei più potenti mezzi pubblicitari mai esistiti. E, per godere
delle preferenze di quel bottone, la battaglia è delle più feroci, a
suon di svariati miliardo™
Netscape, nel 1996, è stato il primo a giocare la carta della ven¬
dita di questo bottoncino. In quell'anno Excite fu scelto come mo¬
tore preferenziale, ma già nell'aprile la situazione cambiò ed altri
motori furono aggiunti. E cosi posso rispondere anche alla doman¬
da di prima; cinque milioni di dollari tondi, quasi nove miliardi di li¬
re, all'anno per godere di questa presenza, neppure singola Pare
che Excite abbia offerto l'astronomica somma di trenta milioni di
dollari per due anni per avere l’esclusiva, ma vi pare che Netscape
si mangiava la gallina dalle uova d'oro?
Oggi quattro motori di ricerca e guide Web sono elencati al top
della pagina, ognuno con il suo riquadro Essi sono chiamati i "for¬
nitori principali". Ogni volta che la pagina viene caricata un riqua¬
dro viene evidenziato; fino a qualche tempo fa la scelta di esso era
egualmente distribuita Oggi la cosa non è piu cosi ripartita; evi¬
dentemente motori bisognosi di maggiore pubblicità sono disposti
a pagare di più di altri che godono di maggiore popolarità Abbiamo
eseguito un piccolo test, che ha solo valore di citazione, schiac¬
ciando cento volte il bottone, e ottenendo i seguenti risultati
Excite 35% delle frequenze
Infoseek 30%
Lycos 25%
Yahoo 10%
Esiste poi un quinto riquadro, customizzabile, in cui si può inse¬
rire un altro motore, a scelta tra una sene consigliata Interessante
notare, nessuno è un'isola, che Yahoo, che offre lo stesso servizio
ad altri, si serve di altri per pubblicizzare se stesso
Internet Explorer 3 ha un bottone "Search" simile, nelle funzio¬
ni, a quello di Netscape. Esso guida a una pagina (Find It Fast, ma
non le credete, non c'è motivo perché possa trovare più veloce¬
mente qualcosa) che guida a diversi motori di ricerca; essi sono
cinque, e la scelta è a rotazione Se si desidera, uno di essi può
essere indicato come scelta favorita (sono NetFind, Excite, Info-
seek, Lycos e l'immancabile Yahoo), ad altri si può accedere attra¬
verso un'opzione del fondo della pagina La versione 4 offre un
approccio leggermente differente; una pagina separata viene aper¬
ta e sovrapposta alla principale; al contrario di quanto avveniva in
precedenza, non c'è rotazione tra i motori di ricerca, solo uno, il
cosiddetto "Pick of thè day" viene selezionato e gli altri sono ac¬
cessibili da una lista alfabetica In ambedue le versioni, comunque,
IE ha una corsia preferenziale per Yahoo basta inserire nella fine¬
stra d'indirizzo il comando "go:" seguito da una stringa, perché la
ricerca della stringa venga eseguita , in default, in Yahoo La ver¬
sione 3, inoltre, poteva installare un pop-up box con elencati i
maggiori motori; manco a dirlo Yahoo era la scelta di default
Quando si dire l'imparzialità, o. vista da un'altra ottica, la potenza
dei bigliettoni verdi
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MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
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T
list. La terza opzione, infine, cerca solo in
siti dedicati alle news.
HotBot è caratteristico per essere con¬
siderato il sito piu "colorato", in senso
metaforico e non, di WWW; ed infatti
collegarsi, per la prima volta, con HB è
una esperienza davvero piacevole. Il sito
è basato su un motore di ricerca Inktomi,
che poi è lo stesso che serve l'UC Berke¬
ley Inktomi Catalog. Il database non è ec¬
cezionalmente vasto (si fa per dire!), ma
il motore è efficiente e sensibilmente più
rapido degli altri.
Infoseek. apparso anchesso nel 1995,
è un motore molto apprezzato e frequen¬
tato, e passato, nel 1966, dopo un'ampia
revisione, da un database di due milioni a
uno di oltre cinquanta milioni di URL. La
raffinatezza della sua interfaccia si basa
sulla gestione di directory separate dal
motore di ricerca stesso. I siti, raccolti dal
motore, vengono filtrati dalle directory,
che li ordinano per argomento e, se rite¬
nuti (sempre in base alle notizie custodite
nel db della directory) meritevoli, segnala¬
ti con un segno di spunta rosso; questi si¬
ti sono stati cioè soggetti a revisione e
raccomandati dallo staff di Infoseek.
Looksmart è lo spider di Reader's Di¬
gest; lanciato nell'ottobre 96, deve la sua
rrwpr
1 *
fortuna a una ocula¬
ta gestione delle al¬
leanze, che gli con¬
sentono, oggi, di
godere di una cor¬
sia preferenziale
nella pagina di ricer¬
ca principale di Net¬
scape. In default la
pagina è ottimizzata
per gestire al me¬
glio le risorse di Ja-
va, ma può essere
"tagliata" in basso
per utenze dotate di macchine e browser
più modesti. Completamente ridisegnato
nel 1997, abbisognerebbe forse di poter
offrire qualche servizio aggiuntivo, come
fanno la maggior parte dei concorrenti.
Lycos è il decano dei motori di ricerca,
e sicuramente quello dotato di uno dei
più vasti database. Nato come un pro¬
getto della Carnegie Mellon University,
prende il nome dal nome latino di un ra¬
gno, diffusissimo nelle case, che ha la
caratteristica di non tessere alcuna tela
ma di rincorrere e aggredire la preda uti¬
lizzando la sua incredibile velocità. Lycos
lista i siti in base a due formati; il classico
elenco a lista e quello prodotto da una di¬
rectory associata, chiamata "Guide
Web". Ogni guida è orientata ad un ar¬
gomento, come Shopping, Sport, Tv o al¬
tro. Lycos fornisce anche un altro ottimo
servizio, definito Top 5%; fanno parte di
questa élite i siti ritenuti, appunto, "Top"
, e che rappresentano il meglio del mon¬
do Web. Essi possono essere elencati
per data di recensione, contenuto, dise¬
gno, aggiornamenti o, semplicemente, in
ordine alfabetico. Non si tratta di un'idea
originale di Lycos; il servizio era già pre¬
sente sul mercato sotto il nome di Point,
e rappresentava il più vecchio e apprez¬
zato punto di riferimento per il giudizio
del valore di una pagina o di un sito; in al¬
tre parole un vero e proprio marchio di
qualità. Nel 1996 il pacchetto fu acquista¬
to e incorporato.
NorthernLigth, presente su Web an¬
che sotto l'URL rj11rJ //WWW nlst;circhi
com è recentissimo (12 agosto 1997, da-
ta ufficiale di apertura) e, pur non avendo
ancora messo insieme alleanze strategi¬
che come i suoi concorrenti, ha acquista¬
to una fama rapidissima, tanto da fargli
assegnare a pieno diritto un posto
nell'empireo dei motori. La sua capacità
di suddividere i risultati per argomenti è
senz'altro la migliore e la più efficiente
tra i servizi similari offerti dalla concor¬
renza e, in più NL offre un servizio origi¬
nale che non ha punti di comparazione in
altri posti; lo staff di Northern Ligth è sta¬
to capace di mettere insieme una colle¬
zione speciale di documenti, accessibile
attraverso il motore, ricavati da circa
1800 archivi, compresi riviste, giornali,
biblioteche, gruppi di discussione. Rove¬
scio della medaglia, la ricerca di questi
documenti è gratuita, ma la loro lettura è
quasi sempre a pagamento (consultazio¬
ni complesse possono costare fino a 4
dollari),
Search (alla faccia dell'originalità del
nome) nacque nel marzo del 1996
dall'iniziativa, dilettantistica, di un gruppo
di studenti universitari che costruirono,
ad hoc, un motore del tutto originale. Un
anno dopo viene acquisito da Infoseek,
di cui diviene la bandiera di un motore
con interfaccia completamente originale
e diversa dagli altri. Tra le sue particola¬
rità sta il fatto che è capace di eseguire
una classifica dei siti in base alla frequen¬
za di visita. Offre alcuni servizi comple¬
mentari interessanti.
WebCrawler è il primo motore di inte-
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
247
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Uno s g uardo
dal buco della serratura
Lettori carissimi, visto che parliamo di ricerche, vi interesserebbe sapere quali sono
gli argomenti più "ricercati" su Web? Vi serviamo immediatamente, con tanto di per¬
centuali; i dati sono disponibili proprio su Web. dai report annuali pubblicati dai bollettini
e dai notiziari dei più diffusi motori di ricerca ufficiali e. in parte, da notizie ricavate da
attendibili newsgroup.
Yahoo è la fonte più disponibile a fornire queste statistiche; esso riporta una media
mensile di “query" estremamente articolata (oltre 200 voci); utilizzando molti dati pro¬
venienti da questa fonte, ne elenchiamo quelle, a nostro modesto (e insindacabile) giu¬
dizio. più significative e curiose; le prime cinque sono le voci più richieste
sesso
1 500 000
Chat 500 000
playboy
400.000
netscape
290 000
-
nudo
250.000
giochi
217 000
pamela anderson
halloween
155 000
microsoft
128 000
affari
110.000
La top model più "richiesta" pare sia Cindy Crawford (chissà come ci rimarrà Naomi,
quando mi leggerà), si difendono ancora bene StarWars . la Disney, e StarTrek (tutte in¬
torno ai 90.000), mentre è notevolmente ribassato l'interesse per le soap opera tipo
Beautiful (la più gettonata, ma solo con circa 10.000 presenze). Strane le richieste sui
nudi delle celebrità (60.000) mentre la casa produttrice di hardware più ricercata è la
Hewlett-Packard (45.000). Gli oroscopi vanno forte (60 000) e anche i Beatles (48.000),
mentre Demi Moore e Brad Pitt non vanno oltre i 40 000 (il povero Kevin Costner sta
passando un brutto periodo, visto che non riesce a superare i 5.000 voti) Curiosa la
presenza della voce "reumatismi" (18.000). e preoccupanti le richieste relative ai tumo¬
ri e all’AIDS (attestate equamente intorno ai 12.000) La Lollo è la diva italiana più getto¬
nata (ahimè solo qualche centinaio di presenze; cara Gina, che ci vuoi fare, i secoli pas¬
sano per tuttil), e significative sono le richieste di notizie su Lucio Dalla e Paolo Conte.
Lo shareware più ricercato è stato WinZip, seguito immediatamente dai due browser
più diffusi Nel campo delle auto i siti più visitati sono quelli di Indianapolis e della Ferra¬
ri, il polo culturale più richiesto è il MIT, il Vaticano ha i suoi diecimila frequentanti men¬
sili, e la parola Italia, ringraziando Dio, riscuote ancora successo (25.000 richieste, non
poche se si tiene conto che il sito NASA ne ha ricevute 40 000) Ed MC-lmk? Non lo di¬
ciamo, non vorremmo avere qualche suicidio, per invidia, sulla coscienza!
resse globale apparso in WWW; la sua
data di nascita è il 20 aprile 1994, e na¬
sce da un progetto di ricerca dell'Univer¬
sità di Washington AmericaOnLine lo
acquista il marzo dell'anno successivo e
di esso diviene il motore ufficiale fino al
novembre 1966, quando viene acquisito
da Excite Oggi funziona in maniera indi¬
pendente da questo, anche se ne condi¬
vide le risorse, e gode di un servizio di
review. WebCrawler Select
Ed infine arriviamo ad Yahoo, la direc¬
tory più vecchia del WWW; la sua data di
nascita è, ancora, il 1994, e, in quattro
anni, Y (come viene chiamato confiden¬
zialmente) si è guadagnato la fiducia di
sito tuttofare, cui tutto si può chiedere
Non a caso è la directory più potente,
con oltre 500 000 siti visitati e registrati
Se una ricerca diretta su Yahoo fallisce,
viene automaticamente chiamato in aiu¬
to il motore di AltaVista, in ogni caso
Yahoo propone all’utente l'uso di tutti i
più importanti motori del Web Offre una
serie di prodotti numerosa e articolata,
l'interfaccia è completamente customiz-
zabile, sono a disposizione servizi in linea
potenti e raffinati, come ricerca di perso¬
ne. pagine gialle, mailbox, reminder per¬
sonali, e cosi via.
Conclusioni
Come potete vedere, amici di ABC, ab¬
biamo appena sfiorato l'argomento e già
lo spazio è finito. Certo, non si può rac¬
contare l'oceano Atlantico su un blocco
note, ma abbiamo solo assaggiato la pie¬
tanza; ci ritorneremo presto, anzi prestis¬
simo, In campana, ci risentiamo la prossi¬
ma volta.
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248
MCmicrocomputer n, 181 - febbraio 1998
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L'oj.LlLlu_(^lLLijJìì
Vita ai bordi dei cratere t0 .. 0 »
Hochfeiler per "Cam da guerra e
principi etruschi” e "Egitto, la
Valle dei Re" Poco, per parlare
di legami.
Secondo fatto, rilevante in que¬
sta sede: sono tutti confezionati
con "software d'autore". Corbis ha
scelto Macromedia, Hochfeiler ha sem¬
pre preferito Toolbook Un legame assai
tenue.
Terzo fatto: ognuno dei titoli citati può
essere classificato come libro interatti¬
vo. Questo è un legame, in qualche mi¬
sura inaspettato Vediamo perché
In principio, appena qualche anno fa.
nessuno sapeva bene cosa fare del
mezzo multimediale, ma tutti erano
d'accordo sul fatto che non si poteva
banalmente trasporre un libro tradizio¬
nale (testo e immagini, null'altro) su CD¬
ROM Era imperativo aggiungere suoni,
filmati, ipertesti. Ad ogni costo
Il difetto dell'operazione era alla base
si continuavano a concepire opere adat¬
te al supporto cartaceo (non si dimenti¬
cano secolari abitudini nello spazio d'un
mattino), arricchendole di contenuti
multimediali per giustificarne la pubbli¬
cazione su CD-ROM (c'è anche la ten¬
denza a riempire - a tutti i costi - gli oltre
600 MB di spazio a disposizione).
Il risultato era ibrido (solo raramente,
e perlopiù casualmente, gli ibridi danno
risultati piacevoli).
Constatato questo fatto, si decideva
che l'approccio alla materia doveva es-
Cultura e attualità
Cosa possono avere a che fare i carri
etruschi con la bomba atomica, i quadri
di Cézanne con l’antico Egitto, i vulcani
con Leonardo? A prima vista,
assolutamente
nulla. Tuttavia, a
ben guardare... si
possono scoprire
alcune cose
interessanti.
di Dino Joris
Non attendetevi rivelazioni clamorose
(che farei volentieri, potendo) o legami
straordinari o inaspettati, tra queste
opere.
I collegamenti sono dovuti più agli
aspetti tecnico-multimediali che a quelli
culturali Non vi stupirò quindi con im¬
proponibili (almeno per me) collega¬
menti tra Leonardo da Vinci e Cézanne
o Matisse. Non vi rivelerò che Leonardo
aveva copiato le tecniche degli Etruschi
in fatto di costruzione di carri; eviterò
anche di suggerire che Fermi deve rin¬
graziare gli antichi egizi per le sue sco¬
perte in tema di fusione nucleare (il pri¬
mo aprile è ancora lontano...).
Quali sono, dunque, i legami tra que¬
ste opere? Per prima cosa, provengono
da due soli editori: Corbis per "Vulca¬
ni", "Leonardo da Vinci", "La bomba
atomica", "La Passione dell'Arte";
250
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
( Piaghi
sere ripensato alle radici, sfruttando ap¬
pieno la potenza dei mezzi messi a di¬
sposizione dall'evoluzione informatica.
Apparivano cosi opere a completa di¬
sposizione dell'utente: questi si "siede
ai comandi" e le percorre in lungo e in
largo, a piacimento, senza seguire per¬
corsi prestabiliti e saltando da un punto
all’altro grazie (grazie?) ai collegamenti
ipertestuali Viene la tentazione di sug¬
gerire che tali opere (anche interessan¬
ti. per carità!) diano la sensazione di
non avere né capo né coda, disorientan¬
do quanto meno l'utente meno "infor¬
matizzato”
Le opere che presento in questo nu¬
mero danno l'impressione della nascita
di una contro tendenza Sono tutte ac¬
comunate dal fatto che, pur usando tut¬
ti i mezzi multimediali del caso e inclu¬
dendo sia i salti ipertestuali, sia la li¬
bertà di percorso, presentano anche
una struttura narrativa lineare, che ne
consente facilmente la lettura in modo
"tradizionale", capitolo per capitolo (be¬
ninteso, un "capitolo" può anche esse¬
re un documentano fatto di immagini e
commento parlato).
Non sorprendono in questo senso le
opere di Hochfeiler, che hanno sempre
mantenuto un'impostazione lineare (e
che riservano attenzione alla qualità, più
che alla quantità, dei contenuti). È piu
facile considerare una sorpresa l’impo¬
stazione narrativa e lineare dell'america¬
na Corbis (non ci attendiamo forse sem¬
pre cose nuove e diverse dagli USA?).
Il mondo multimediale è ancora alla ri¬
cerca di un punto di equilibrio tra la tra¬
dizione e le novità tecnologiche. In atte¬
sa di "equilibri più avanzati" - prendo
l'espressione in prestito dalla politica -
constatiamo che la lettura di (tutte) que¬
ste opere può essere davvero piacevo¬
le, facile, utile.
Leonardo da Vinci
"Corbis rivela i misteriosi scritti del
gemale uomo del Rinascimento": cosi
recita la copertina del CD-ROM.
È facile scoprire che i misteriosi scritti
sono quelli del famoso codice Leice¬
ster, recentemente acquistato da Bill
Gates per cinquantadue miliardi. Questi
ha forse così avviato le operazioni com¬
merciali atte a far fruttare l'ingente capi¬
tale investito Si può forse sospettare
che l'acquisizione abbia un significato
più finanziario che culturale? (non a ca¬
so Gates è l'uomo più ricco del mondo).
Anche se cosi fosse non cambia il fatto
che grazie a Bill Gates ed a quest’opera
della Corbis. il codice Leicester diventa
direttamente accessibile a tutti.
Non si tratta solo di accessibilità ma¬
teriale, ma anche culturale. La "scrittura
allo specchio” - è questa l'essenza del
Leonardo da Vinci
Vulcani
La Passione dell’arte
La Bomba Atomica
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codice - viene interpretata a schermo e
resa comprensibile a tutti.
La chiave di quest'opera è davvero la
presenza del codice "interpretato", ma
non si limita certo a questo.
L'indice ad albero, che potete vedere
nelle illustrazioni, lo testimonia: l'opera
si occupa di Leonardo "a tutto tondo",
dalla vita alle scoperte, dal Rinascimen¬
to alle opere pittoriche, eccetera.
Ogni capitolo, chiamato viaggio, con¬
siste di una narrazione dei fatti, accom¬
pagnata da immagini, fisse o in movi¬
mento, con sottofondo musicale. Que¬
sti capitoli hanno un piglio da documen¬
tario e vanno seguiti dall'inizio alla fine,
senza interruzioni (fatto salvo il diritto di
interrompere la narrazione con un click
e passare direttamente ad altro argo¬
mento, ricorrendo all'indice ad albero,
sempre discretamente presente, in for¬
ma ridotta, nell’angolo in alto a destra).
MCmicrocomputer n, 181 - febbraio 1998
251
d'Khu’ibni* ó> «** te iwu • dntA • «motouto b*n te *H** don# iteti**. poli* «pé»** che th. nè
P**«o |idn(r*Jto v corno l« mcdWiM • tfmrokt *ewMr) (OHM tU*t • te m*l*«tte|
V» v»po*o te m*dKtn* «tendo bene «dot****. i*«<tuii M"H* * mil*» Quetie bene «dogete wte|"|. qw&j
* inedxo «OH lo «nendeie te lo» "*•»** «««"dot* ih* lbo%* è beino, thè chOH è «Ila <b# «ben* è ihoinjiMVone
» un» MO«* Cbonotcwle ben «Inette ben (boncNtte** d tuo «onuenu |x*xr**> I il»oti| I Mttndo «ot*> ben vt
te P<* »*i*r«te
I court d 1*1111 tona «Jiiumlr*
li'oiiiiidniiHivitlev* in
«omixmoiHi Inndrtmcnb
circolazion
Le dimostrazioni ricorrono invece ad
una struttura non narrativa, per consen¬
tire di attivare le varie sezioni secondo
necessità. Le parti dedicate alle dimo¬
strazioni si avvalgono spesso di anima¬
zioni, per rendere più chiari i concetti
espressi Un esempio per tutti: negli
studi sulla natura dell'acqua, le anima¬
zioni rendono magnificamente le onde
prodotte da oggetti, di varia foggia, la¬
sciati cadere su una superficie d'acqua.
Accanto, la riproduzione dei disegni di
Leonardo, testimonianza della sua
straordinaria acutezza d'osservatore.
Parte dell'opera è anche una galleria
virtuale, in cui si visitano otto sale rap¬
presentative dell'intera opera del genio.
La lettura dell'opera è facile e scorre¬
vole, grazie all'impostazione fortemen¬
te divulgativa e alla navigabilità che
non richiede altro che l’abilità di cicca¬
re con il mouse C'è anche un help,
che posso considerare senza meno
Vo «*(*<« te modk*n« «tondo Infitte étKxw*Jte r*«do» veni* *i unte»' Hmurante I* (ri»*') or-vi (f) t»ui*| »
«tetto dte bono te «honovte ben r*dopo*n* «tendo aixor* •«.» tono*tei* rbo rota è bontà «hr rbou finite
(fte (flou * téokk Choootftendo «ioti*. bona connutei* i un ront»»n f Mondo con P"i v»mtr
mi* *i npwn «|hf*kui» Queva nteiieutno tMOfnu *i maialo p«lHino| noma ria» uno inerito
irrWtea «hr YtrrtU bene ebr «hot* è cdite-o r (Urbe legete 4 retto erMvkie detti e donde itene regole toni
•ritte r ‘n «ante pene vron Amen e «* ile vron te tigone ttie trogeno lo «drtihft «Htentr e (he lo Unno
ptravinente e thè ivMuri w «tette dH poc* e ifjele w * dindono do I* lo*»* e m che modo u «tebmto
chv*ow»r e rho* eg ire irniente e. consunte chi* ottimo p*ironw[hjmn CN «b «tetto copra dotto roto ara tei a
thngiuiian* e tevna di tu* i»ton e open «dolano Irimrrftfo e «tette modo*** e «teIr teuvi «tetrt» te
•hpr«*|
Ondo |tef . piovo io m'm|ofnc*t> non «Vrorivdiv non («tWtrMrtO noni "
r> «Irlmno Jenni rAibi
ondo poi «tetto vvtf* drt»*i* o intenterò «rbnno m^pojpvoio iputu mi* pott*| di uddiilAM m parto fhoo
i.tfiao e jteito rbolfopofo «ktensi «otte donoUrando
quello di più facile consul¬
tazione mai visto. Infatti
non contiene una riga di te¬
sto. ma solo immagini, fis¬
se od opportunamente ani¬
mate, accompagnate da
una voce fuori campo che
indica al lettore cosa fare.
Di questo si dispone in
ogni momento della con¬
sultazione dell'opera
I "titoli di coda" sono Illu¬
minanti: si svolgono su ben
27 schermate, in cui si con¬
tano a decine i no-
J mi degli esperti che
hanno collaborato
alla creazione di
1 LIMIMI IN Copi 1.1 BRIO
Sommario
Q;
i quattro A
elementi *4
Sommario
.Li L
/.^Lli-
troduzione alla gal¬
leria è di Martin
Kemp, dell'univer¬
sità di Oxford).
L’ottima opera di
localizzazione si de¬
ve a società con in¬
dirizzo milanese,
Digitug e Index +
Testi e voci fuori
campo sono deci-
( Jl^hB )
samente di qualità. Proprio per questo
sorprende come un fulmine a ciel sere¬
no il fatto che abbiano stampato le co¬
pertine dei CD con i titoli di costa sot¬
tosopra! Si sono lasciati inoltre "sfuggi¬
re" un "Volcani” invece di "Vulcani",
sempre in costa, in un'altra delle opere
che presento. Non è necessario specifi¬
care che questi piccoli nei non inficiano
il valore delle opere, vero? Li segnalo a
benefìcio di quelle poche persone cui ri¬
pugna il sia pur mimmo disordine (o
mettete i CD sottosopra nella rastrellie¬
ra - ne possedete una, vero? - per leg¬
gere il titolo, oppure li mettete nel ver¬
so giusto... e vi posizionate a testa in
giu per leggerli, come farebbe Mr
Bean).
cani intorno al
mondo (1991-
1992), le eruzioni
si sono verificate
con straordinaria
abbondanza, Buo¬
na sorte per il fo¬
tografo. non trop¬
po buona per chi
vive alle pendici
dei vulcani attivi,
come viene docu¬
mentato nell'ope¬
ra.
I vulcani nel
mondo ci sono
raccontati attraver¬
so diversi mezzi
multimediali, abba¬
stanza ovviamente
basati sulle tante fotografie
scattate dal nostro. Troviamo
anche delle presentazioni docu¬
mentaristiche, chiamate narra¬
zioni, intitolate "Il fotografo", "I
vulcanologi", "All'ombra'', "Un
rombo in lontananza" (nei titoli
c'è il grazioso refuso "lontatan-
za": i grafici sono artisti, e gli ar¬
tisti sono distratti, lo sappiamo).
Nella sezione "Episodi" si
trovano altri racconti di storie di
vulcani, che includono anche ri¬
ferimenti ai grandi eventi storici,
come quelli dì Pompei e
dell'eruzione del vulcano Kraka-
toa nel 1883
Quest'opera si può consulta¬
re in diversi modi (è la meno lineare tra
quelle presentate), anche viaggiando
tra i "Riferimenti", una sorta di mim-en-
ciclopedia dei vulcani, in cui sono elen¬
cati e spiegati, ad esempio, termini co¬
me "Aa”, "lahar", "liparite", "dicco”,
eccetera. All'interno dei riferimenti si fa
ampio uso dei collegamenti ipertestuali
(diventa piu facile e rapido colmare
eventuali lacune culturali specifiche)
Nel corso della lettura degli episodi e
delle narrazioni il lettore ha sempre a di¬
sposizione la barra del menu che gli
consente di mantenere il controllo della
situazione e può interrompe¬
re la lettura e passare ad al¬
tro Manca invece un pulsan¬
te per mettere in pausa il
Vulcani
Confesso la mia ignoranza;
prima di consultare questo li¬
bro multimediale sui vulcani
di tutto il mondo, ignoravo
l'esistenza del fotografo Ro¬
ger Ressmeyer
Il nome National Geo-
graphic mi è però familiare e
ne conosco il prestigio a livel¬
lo mondiale. Visto che Res¬
smeyer è stato mandato in
giro per il mondo da National
Geographic a fotografare vul¬
cani per ben quattordici mesi,
deve necessariamente esse¬
re un fotografo di valore, co¬
me testimoniano le fotografie
(centinaia) contenute nel CD.
Secondo le affermazioni
del fotografo, nel periodo in
cui si è trovato a ritrarre vul-
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
La Passione
dei'
parie di Giunti
L'impressione
è che il mercato
non accolga con
grande favore
queste opere,
forse anche per il
loro prezzo gene¬
ralmente elevato
(sino a centocin¬
quantamila lire)
Giunti sembra
avere dimostrato
con la sua sene
di titoli mandati
in edicola a me¬
no di trentamila lire, che un prezzo con¬
tenuto riesce a convincere all'acquisto
un pubblico altrimenti riluttante.
Se i prezzi sono alti, gli amatori pro¬
babilmente preferiranno spendere per
opere su carta patinata piuttosto che
per dischi di policarbonato; gli altri sa¬
ranno scoraggiati o dirottati verso altre
soluzioni.
La Passione dell'Arte non ha il prezzo
più alto del settore, ma costa pur sem¬
pre quasi centomila lire. A mio avviso,
sarà proprio il prezzo abbastanza eleva¬
to ad impedire il buon successo di ven¬
dita che meriterebbe per le sue buone
qualità, che passo a descrivervi, ma
non prima di avere affermato che lo
"strillo" di copertina è molto bugiardo
(ingeneroso verso i contenuti). L'opera,
infatti, non mostra e descrive solo mol¬
te opere dei tre artisti citati, ma anche
quelle di altri grandi pittori come Klee,
Manet, Picasso, Van Gogh, Modigliani,
Degas. La fondazione Barnes è di fatto
un ben fornito museo d'arte, che inclu¬
de pezzi classici firmati da Goya, El
Greco, Pietro Longhi
Anche in questo caso, Corbis ci pre¬
senta un'opera che si può leggere co¬
me un libro interattivo o che si può av¬
vicinare per mezzo di visite guidate.
Questo metodo dovrebbe essere pre¬
ferito dai meno esperti, ma anche gli
esperti d'arte che non conoscono i me-
programma (ma l'utente di Windows
smaliziato scoprirà presto come ottene¬
re una pausa usando i tasti Alt-Tab).
L'impostazione dell'opera suggerisce
una lettura abbastanza ordinata e passi¬
va Dopo avere esplorato un po' l'opera
intera, s'intuisce che la cosa migliore da
fare è quella di lanciare le narrazioni e
togliere le mani da tastiera e mouse
(anche le (olografie possono essere vi¬
ste tutte per mezzo di uno slide-show
automatico)
Alla fine della consultazione, il lettore
avrà certo una migliore conoscenza
scientifica e storica dei vulcani nel mon¬
do Potrà avere anche il desiderio di
passare alla consultazione di opere
"meno esplosive", come la prossima.
La Passione dell’Arte
"Lasciatevi guidare alla scoperta del¬
la più grande collezione privata di dipin¬
ti". Cosi recita la copertina, indicando
anche che si tratta della collezione del
Dottor Barnes e degli artisti Cé-
zanne, Matisse, Renoir.
Come il lettore ha certamente
notato, sono molti gli editori
che si sono interessati alla pre¬
parazione di opere su CD dedi¬
cate alla pittura (tanto per citar¬
ne alcuni tra i più noti: De Ago¬
stini, Giunti, Mondadori, Rizzoli). Il let¬
tore avrà anche notato che i titoli a di¬
sposizione non sono molti, nonostante
il buon numero di uscite in edicola da
254
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
limimi
urna
H fiiiillìì f
iodi espositivi del
Dr Barnes dovreb¬
bero avvicinarsi tra¬
mite le visite. Que¬
ste hanno una ca¬
ratteristica mai ri¬
scontrata prima:
all'inizio ne viene
annunciata la durata
(dai 9 ai 15 minuti
VISITI » SÌ
RllW
( Pl-^vLoUl k-oiLLlL^L.Ù.UrÌir)
circa per ognuna,
per un totale di circa
45 minuti). Trovo
che questa informa¬
zione sia preziosa,
incoraggiante per
chi va di fretta.
La visita completa
ed autonoma natu¬
ralmente può durare
molto di più, molto
dipende dall'approc¬
cio di ognuno di noi.
Il lettore sara d'ac¬
cordo con me che lo
schermo del PC non
si qualifica come il
mezzo migliore per
trasmettere le emozioni che un'opera
può suscitare quando vista dal vero
(neanche la migliore carta patinata può
sostituire l'osservazione diretta). Que¬
ste opere dedicate all'arte vanno quindi
utilizzate per quello che sono, validi
strumenti di studio e di preparazione al¬
le visite di persona (Philadelphia e lon¬
tana. ma non troppo).
Oltre alle visite guidate e alla galleria
virtuale, che si può
percorrere con buo¬
na facilità, l'opera of¬
fre anche un'ampia
documentazione re¬
lativa al lavoro di col¬
lezionista del Dr.
Barnes: corrispon¬
denza con i galleristi
e con gli artisti, do¬
cumenti d'acquisto,
eccetera.
Anche in
quest'opera - come
in moltissime altre
del settore - c'è una
sezione cronologia,
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
255
ne alla seconda guerra mondiale ed alla
vita di duecentomila persone: ne vedia¬
mo un filmato ripreso da un aereo e le
fotografie delle città rase al suolo).
Ho trovato particolarmente affasci¬
nante "guardare dentro" le personalità
dei grandi fisici coinvolti nelle ricerche
sul nucleare, da Fermi ad Oppenhei-
mer, da Bohr a Feynman
La visita virtuale a Los Alamos, rico¬
struita al computer come era all'epoca,
ci fa rendere conto che la vita condotta
dagli scienziati non era certo molto at¬
traente Infatti, erano confinati in una
remota zona desertica, lontani da tutto
e con possibilità quasi nulle di svago.
Gli scienziati stessi probabilmente non
ne avranno risentito troppo, impegnati
nel lavoro più importante della loro vita,
ma le famiglie probabilmente non
che aiuta a colloca- rg"l p
re le opere nel loro
giusto contesto 1 ,:rw W^m
Evitabile, a mio |Mai
parere, l'inserimen- 1 - f jWn
to di uno "slide- RI éàà
show", che in ope- f5
re di questa natura SI
non ha senso Ma QJ
è vero che l’utente
non deve fare altro
che evitare di avviarlo
Né le immagini né i vari commenti
dei critici possono essere copiati negli
appunti.
Il mio giudizio complessivo sull'opera
e positivo, ma ribadisco che mi piace¬
rebbe vedere tutte queste opere ven¬
dute a prezzi più contenuti
Ancora un'opera che ci viene narrata
con stile documentaristico e che ci par¬
la soprattutto della nascita dell'era nu¬
cleare (il sottotitolo dell'ope¬
ra è "L'enciclopedia dei nu-
deare"i ||f|||lf|
Il materiale raccolto é mot- H
nnm
: I ' i. p iMill
dnii'epoca. eccetera fgiggi
La Mor.,.1 rio • ideare ha HH fi
!• • : H| H
I ■
• - •• iv w -e . -
HHr
La Bomba Atomica
avranno molto a-
mato il posto (ma
nessuna testimo¬
nianza in tal senso
è presente, natural¬
mente).
I racconti delle
personalità coinvol¬
te nell'operazione
UFFICIO
LA BOMBA
ATOMICA
INTRODUZIONI
GUIDA
UFFICIO
Irxrodiurone Monca
LAArro & guaio CD-ROM
Meno pnnopile
( L-l-olL^Lì_L /.JuLlLlLuxc. lLLu.LB y
•»••••• liMtMt Itmm /m»«
—» M •><%•« IKi
£««»noNC«icaiiB » '"■V'
*f ipRjjw
V*«lW|
Ui
ItlMlD UMC LABI filo
uJiVv
MtMl *•»- tu »||MIU IMI l Murili U) tllllfilll
r«n* VHM *IU mi «f* tu ur uifiiwi «tu |u ut
■r. UlAMr •• W »M> 1M. m* KMTU AJ«n 411 M |WI*«
•tu • M 4 » >H«rttr *iu Molili •( itru /urti*
Il la» tutluwil 1 1 «Militi UHM il
pl*i»«Ua U Ul MiriU ini U Uiuu «uri 1 / MulMiti* uUW
«f imnui tlriMlu U Ui lutti!
’ W c
Manhattan sono
molto interessanti
ed interessante è
la lettura di docu¬
menti che all'epoca
erano considerati
"private&confiden-
tial" quando non
addirittura "top se¬
cret".
Meravigliosa¬
mente reso dalle
vane testimonianze
è l'evento del pri¬
mo test nucleare,
che rimase sino
all'ultimo un gran¬
de punto interroga¬
tivo (ci sarà davve¬
ro, cosa accadrà?).
Bellissimo anche il
resoconto sulla
realizzazione, da
parte di Fermi, del¬
la prima reazione a
catena.
In qualsiasi opera
divulgativa dedicata
alla fisica, che vo¬
glia meritare rispet¬
to, non può manca¬
re un riferimento
ad Albert Einstein
Infatti non manca e
viene svolto in una
quindicina di scher¬
mate.
Le schede biografiche non sono limi¬
tate ai personaggi già citati, ma sono
estese a diversi scienziati che all'epoca
furono coinvolti nel progetto (anche a
Fuchs, ovvero lo scienziato che ritenne
giusto passare ai sovietici 1 segreti della
bomba - che abbia avuto ragione lui, vi¬
sto che probabilmente grazie all'equili¬
brio del terrore abbiamo evitato il terzo
conflitto mondiale?).
Troviamo anche una sezione divulga¬
tiva composta d'una trentina di schede
di testo e animazio¬
ni, che spiega 1
concetti di atomo,
neutroni, protoni,
elettroni, antiparti¬
celle. masse atomi¬
che, eccetera.
I racconti sono a
volte corredati da
interessanti filmati
d’epoca
Ma non è solo
dell'inizio dell'av¬
ventura nucleare
che si occupa que¬
st'opera. Nella se-
• • J 8 E 3 GS&-
•MI •* <•»• . » •lllaiut
*T>I I i r.VWfC Ni.M.tniit AND IH VtlCTMr.NT
•• * •IMI! U
zione "Dopo Trinity"
infatti si trova una
panoramica sull'uso
pacifico e scientifico
dell'energia nucleare
e sugli effetti diretti
ed indiretti sulla vita
sul nostro pianeta,
raccontata per im¬
magini con didasca¬
lia (spunta di nuovo il
nome di Ressmeyer:
è uno dei quattro fo¬
tografi che hanno
fornito immagini mo¬
derne per l'opera).
La visione controllata di queste immagi¬
ni può essere accompagnata da una co¬
lonna sonora, scelta fra le tre a disposi¬
zione.
Mi è stato facile lasciarmi assorbire
completamente da questa lettura multi¬
mediale, affascinare dalla rilettura delle
personalità coinvolte, dal riesame di
•»ri. S'. : •»* .
t*r '!•/»•» «. thjoJy.
«.-oc rn èu. rauca nullità*.
•••ciactocTt. b.:.
luC<U
rs* :*
//» _
257
ia rrttvTrut
ARI Utc,
IHCIPMA
Il CALMI DUI A PRI I
a - Strolo
/AuIU-L-il-, tLLafcl *) pP 1 '
INTROPV
I CARRI N
un'avventura scientifica che ha compor¬
tato - e comporterà - immense implica¬
zioni per la vita di noi tutti, Devo peral¬
tro ammettere, al fine di non fuorviare il
lettore, che ho sempre avuto una predi¬
lezione per i documentari che affronta¬
no grandi temi ed argomenti complessi
in modo divulgativo: ci si sente partecipi
senza dover necessariamente capire di
fisica nucleare, Con questo intendo
chiarire che l’opera non può certo inte¬
ressare chi ha degli interessi scientifici
specifici, ma solo chi intende ripercorre¬
re la storia da un punto di vista umano.
Carri e principi
etruschi
Dopo Ebla ed Etruschi, Hochfeiler tor¬
na all'antico con "Carri da guerra e prin¬
cipi etruschi", un titolo che ritengo ap¬
propriato definire come "verticale”
Questo è anche dovuto al fatto che è
stato preparato in occasione di una mo¬
stra di pari titolo, che si tiene a Viterbo,
nella sede del Palazzo dei Papi.
L’impressione di verticalità si dissolve
tuttavia presto con la lettura dell’opera,
che chiarisce subito che non tratta solo
di carri e principi, ma anche - necessa¬
riamente - di popoli, epoche, guerre,
cortei nuziali, scoperte archeologiche,
eccetera. Insomma, la "verticalità" è
solo apparente.
L’introduzione include una sequenza
tratta da uno dei tanti film storici che il
cinema italiano di qualche anno fa ci ha
regalato, in cui si vedono dei plausibilis¬
simi carri da guerra guidati da altrettan¬
to plausibili antichi guerrieri Qualche
sequenza è dedicata alla caccia ai leoni,
fatta a colpi di lancia, naturalmente sfer¬
rati da un carro. Dato il giusto rilievo allo
spettacolo, si prosegue con la narrazio-
dei mezzi di tra¬
sporto. Parlare di
motorini, di motoci¬
clette potenti, di
piccole auto utilita¬
rie, di automobili di
lusso, consentireb¬
be di parlare di co¬
stumi, di reti viarie,
di stato dell'mdu-
CìtUìi LW CL'LKIi.< E MthiCiPl kTlW
ne dei carri nell arte etrusco¬
italica, la descrizione della
struttura del carro, dei carri
leggeri da corsa, dei carri da
parata, del calesse della prin¬
cipessa.
Come si intuisce, la descri¬
zione dei carri comporta del-
I CARRI Nlll-ARTt CTR
introdurlone
I Capanoti
I pepali dell'Italia meridional»
La cultura di Golaiecca
Carri e principi etruschi
le indicazioni di costume che rendono
assai più vasta la trattazione Immagina¬
te per un momento di volere descrivere
la vita di oggi attraverso l’uso che si fa
Produttore e distributore:
Hochleller
Via Salaria. 290
00199 Roma
Telefono 06/8548122
Telefax : 06/8548122
E-matl luwwww sysin q
Ambiente: Windows
Requisiti multimediali, slandard,
Prezzo:
lire 50.000
Dove si trova presso il produttore o presso la mo¬
stra al Palazzo dei Papi di Viterbo.
258
mStcnT
I CARRI LECCIRI DA CORSA
stria, di differenze
sociali, eccetera.
La trattazione si
svolge attorno agli
argomenti citati,
con narrazioni ac¬
compagnate da
diapositive e sot¬
tofondo musicale
originale. I testi so¬
no abbastanza bre-
_ vi e contengono
collegamenti iper¬
testuali interni (i salti si fanno all'interno
dello stesso testo)
La lettura dell'opera non impegna
troppo e sembra esaurirsi abbastanza
rapidamente (co¬
me probabilmente
può accadere alla
mostra di Viterbo).
A giudicare dai
componenti del co¬
mitato scientifico,
la materia viene
comunque trattata
con il necessario ri¬
gore.
Chi ha un inte¬
resse specifico e
non trova troppo
scomodo recarsi a
Viterbo, potrà for-
La Necropoli dell'Olearia
Il correda della tomba
La caratteri itlche del carro
OD ®
se prima acquistare il CD da Hochfei-
ler, per preparare meglio la visita alla
mostra. L'operazione potrà risultare
complessivamente costosa, anche a
causa del fatto che questo titolo costa
cinquantamila lire pur avendo contenu¬
ti quantitativamente inferiori ad altri
dello stesso produttore, che costano
trentamila lire.
Egitto La Valle dei Re
In questo caso la mostra originale è
davvero permanente e non c'è da chie¬
dersi, come può accadere con la citata
mostra di Viterbo, quanto dureràl
La consultazione si apre con una
schermata che trovo particolarmente
ben disegnata, tanto da indurmi a fare i
complimenti - da queste pagine - al gra¬
fico che ha realizzato l'opera. Le imma¬
gini che vi propongo anche se poche,
possono forse darvi un'idea dell'elegan¬
za e piacevolezza della grafica
La musica orchestrale di sottofondo
(della Flipper Music) che mi sta accom¬
pagnando anche ora che scrivo queste
note è molto piacevole. Forse anche
perché non prova, neanche per un mo¬
mento, a adeguarsi all'ambiente di visi-
Egitto la valle dei re
Produttore e distributore:
Via Salaria, 290
00199 Roma
Teletono 06/8548122
Telefax 06/8548122
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Ambiente: Windows
Requisiti multimediali standard,
Prezzo: lire 30.000
Dove si trova in edicola o presso il produttore
Come comple¬
mento alla consul¬
tazione a mezzo di
narrazioni, collega¬
to alla cronologia,
c'è un settore chia¬
mato "Per Saper¬
ne di più", che
sfrutta una base di
testi e immagini
codificati con il lin¬
guaggio HTML
(quello del Web di
Internet, per inten¬
derci).
Nel complesso,
un'opera ricca ed
interessante, che
Colossi di Memnone, Il Villaggio
degli Artigiani, Il Grande Fiume.
Particolare è la parte intitolata
"Le Voci del Passato": si tratta
di cinque letture - fatte da un
bravo attore - di testi risalenti
agli antichi egizi dalla IV alla XVIII
dinastia.
Non manca la cronologia,
chiamata "I luoghi e la storia",
che è davvero utile per orientar¬
si tra le varie epoche e dinastie.
Peccato che, dal punto di vista grafico,
non sia assolutamente adeguata al re¬
sto dell'opera.
certo vale la spesa, abbastanza mode¬
sta, che richiede.
ta dei tentativi improbabili di
riprodurre musica egizia o,
peggio, adatta ad un visita
nell'aldilà, potrebbero risultare
disastrosi,
L'opera è basata su una se¬
rie di narrazioni con diapositi¬
ve e filmati, con vari titoli: La
Valle dei Re, La Tomba di Tu-
tankhamon, Il Tempio della
Regina Hatshepsut, La Valle
delle Regine, Il Ramesseo, I
Muttb* i**li di
A Udo *S«qq««
PutmtU t kmiWu
itoOlO«*t *S»q.|WI
P*mdi 40 in
•■fin*» diOa*
! DINAimA
dtl(uT.«t'M*i.*i «Qu
3I50-2M5.C eie.
IU DINASTIA
7700 2621 kC
«Ullfbki tHuni
IV DINASTIA
2625- 2510 *C
3n*fhi *Sb*pa«tk«f
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
259
News, software multimediale e...
Le News multimediali da leggere su queste pagine e da utilizzare sui
mediaLINK del n. 2 di C&Vweb98. I nostri consueti laboratori con in primo
piano la prova pratica di Indeo Video 5.0 e le estensioni per il Progressive
Download. Quindi le proposte del mercato shareware, con la
presentazione di 5 applicativi multimediali e il rimando alla pagina di
download di mediaWARE. Infine un piccolo esperimento per l’esecuzione
automatizzata di file audio da browser!
di Bruno Rosati
La nuova impostazione data all'ap¬
pendice telematica di Computer & Vi¬
deo comincia a ripercuotere i suoi effet¬
ti anche sulle pagine di questa rubrica.
La struttura del sito difatti è uguale a
quella dell'articolo. Ciò. oltre ad una
struttura più omogenea, genererà un'in¬
fluenza vicendevole, che speriamo posi¬
tiva Così, mentre i mediaLINK di
C&Vweb98 ci hanno suggerito d'inseri¬
re su queste pagine un capitolo di news
in più, le altre tre rubriche telematiche
(mediaLABS, mediaWARE e mediaGA-
ME) nasceranno, di mese in mese, co¬
me riferimento pratico alle sperimenta¬
zioni argomentate "su carta".
Il rapporto tra C&V e C&Vweb98 sarà
perciò strettissimo com'era nelle richie¬
ste di chi ci legge.
Multimedia News
(mediaLINK)
La prima notizia la rendiamo a tutti gli
appassionati della Playstation Sony e,
soprattutto, a coloro i quali, per tale ba¬
se ludica, sognano di produrre dei fanta¬
stici videogame (e non solo videoga¬
me,..).
A conferma del fatto che la fortunata
console gode della massima attenzione
da parte di Sony e che sempre piu
software viene e verrà creato per essa,
c'è da evidenziare l'iniziativa Sony Net
Figura I L 'Home Pa¬
ge deI silo Nel Yaroze
Yaroze.
Detto in parole povere il prodotto in
questione è un kit di sviluppo (di livello
hobbistico) attraverso il quale e possibi¬
le realizzare dei giochi da far girare sulla
Playstation Net Yaroze (una versione
"black Ime" della Playstation). Il tool di
sviluppo da cui si genera il codice com¬
patibile gira su PC ed è in grado di tra¬
smettere i comandi alla Playstation Net
Yaroze per mezzo di un collegamento
seriale.
Il kit di sviluppo nel suo specifico consi¬
ste di una Playstation Net Yaroze, due
|oy-pad, un cavo TV, una chiave hardware
di accesso e l’insieme del software di svi¬
luppo per l'ambiente PC/Windows '95
Come ulteriore fonte informativa (ma
anche per vedere già in linea i primi de¬
mo realizzati) è sufficiente chiamare
rURL lwww.scee.Sony.co.uKA'arinfòl
Seconda tappa Dopo il Net Yaroze,
e per il secondo mese consecutivo,
puntiamo la barra verso il lido di Intel
Per la precisione la rotta è verso l'URL
http://developer.intel.com/ial/proc-
text dove il navigatore creativo troverà
ad attenderlo la novità del Web Design
Effects II WDE (come lo chiameremo
d'ora in avanti) è un software in grado
di arricchire la resa
estetica delle pagi¬
ne HTML (ma at¬
tenzione solo con
Internet Explorer
4.0) realizzando de¬
gli effetti animati
sulle varie compo¬
nenti grafiche pre¬
senti sulle pagine
stesse.
Gli effetti di
WDE sono in gra¬
do di alterare la
texture di qualsiasi
260
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
fo/nL-lto?
immagine-sorgente Quest'ultima, de¬
nominata "seed", è generalmente
una normalissima bitmap che va pre¬
cedentemente preparata sfruttando
una palette di 256 colori massimi ed
un taglio mai superiore a 128x128
pixel e sempre divisibile per 4. Su tale
immagine statica il WDE aggiungerà i
risultati delle funzioni matematiche
utilizzate nella fase di effettizzazione
della stessa ricavando effetti quali ru¬
more video, turbolenze, attività cro¬
matica casuale, ecc.. che produrranno
animazioni estremamente realistiche
tipo fuoco, acqua, nuvole, fumo, ven¬
to, ecc.
Per una verifica immediata, chi già
possiede IE4.0, prima di salpare verso
il lido di WDE, potrà già verificare le
performance di alcune animazioni wde
messe a cornice della pagina che me-
diaLINK dedica a questa stessa notizia.
Terza tappa Facendo un salto nel si¬
to di Asymetrix li www.asymetrix.coml
è possibile vedere, ben in vista sull'ho-
me page, il banner relativo alla versione
6.0 di ToolBook Instructor. L'upgrade in
questione è un ulteriore passo in avanti
verso la fusione dell’authoring e del suo
OpenScript con il linguaggio e le tecno¬
logie della rete quali ActiveX e Java.
Ma la novità che ci interessa più da
vicino del sito Asymetrix è l'upgrade
5.0 del Digital Video Producer. La nuo¬
va versione dell’editing System di Asy¬
metrix, sempre più apprezzato oltreo¬
ceano, subisce un vero e proprio resty-
ling ed affina le sue caratteristiche ap¬
plicative che ormai lo portano ad essere
un prodotto maturo e completo. Prero¬
gativa finalmente assunta a livello di
Premiere (il solito punto di riferimento
nell'ambito dell'editing video) è quella
della timeline di lavoro che ora permet¬
te l'utilizzo di un illimitato numero di
tracce audio e il pieno supporto per
l'overlaying video e il mixing audio. I vi¬
deoclip possono essere realizzati utiliz¬
zando un elevato numero di effetti di
transizione e di puro DVE, come il fade-
to-black/fade-to-white, blur, embossing,
e gli immancabili chromakeying, alpha
blending.
Particolarmente innovativa è poi la
presenza di un tool per il rendering 3D
dei font TrueType. Le forme tridimen¬
sionali, ricavabili per estrusione, posso¬
no essere definite nei parametri dimen¬
sionali. del beveling, della direzione del¬
la luce, il path d'animazione e la durata.
Figuia 2 - II kit Yaroze al completo Console
PlaySianon dedicata, manuali, programmi appli¬
cativi su CD-ROM, loy-pad, cavo-TV e chiave
elettronica A tutto ciò andrà ora affiancato le in¬
terconnesso via serialeI un normale PC multi¬
mediale ed un TV-color
Net Toob Stream Player (il plug-in
player per lo streaming in MPEG ora
capace di scaricare e riprodurre anche
file in formato AVI, MOV, WAV, SND e
MIDI) e l'I-FilmEdit, un editor con il
quale è possibile montare filmati in
MPEG-1 L'applicativo è facilissimo da
usare ed è acquistabile al prezzo di ap¬
pena 50 dollari. Per chi già disponesse
poi di un ampio archivio di file AVI da
convertire MPEG, per 100 dollari la Du-
plexx mette a disposizione l'applicativo
Avi2MPEG Converter Per le produzioni
su Intranet, Duplexx offre il package
Starter Kit comprensivo di editor ed
estensioni Web-servering Lo stesso
package è reso disponibile anche in
versione Professional.
Il DVP 5.0 è scaricabile dall'URL
lwww.asymetrix.com/protlucTs7 dvp/
trial.html e può essere liberamente
provato in versione full-workmg per una
durata massima di 15 giorni.
Quarta tappa La quarta ed ultima
tappa punta su AltaVista e non riguarda
un sito specifico, bensì il lancio di una
parola-chiave: VìdeoCD. Tale parola (a
differenza delle 46346 occorrenze ri¬
scontrate sul Web in relazione alla pa¬
rola-chiave MPEGI) è vistata per appe¬
na 15 occorrenze Tra queste la più in¬
teressante ci porta all'URL http://
iwww.dupiexx.conì cui corrisponde il
sito della Duplexx nel quale ci è possi¬
bile scorrere l'interessante lista di ap¬
plicativi disponibili. Ad attrarre mag¬
giormente la nostra attenzione sono il
t» e« w- e»— o»
QltflBl mi
-J-
3
J-
5 4 3 KKI
«t — 1 f r
Figura ‘I - Il modulo di lavoro del Web Design Et-
fects Con una semplice texture luna bitmap da
256 colori 128x128 pixel) stiamo realizzando
l'effetto animato di nuvole che corrono nel cielo
Figura 3 - Stamp da ta¬
stiera sullo screen del
sito Intel Web Design
Etfects In verticale sulla
destra si stanno riprodu¬
cendo un effetto di fuo¬
co ed un altro di acqua.
Aggiungendo alla textu¬
re una scritta Icome un
nome, un titolo, un logo,
ecc I e facendola eflot¬
tizzare dal WDE si ottie¬
ne un effetto dalla resa
notevole
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
261
Figura 5 - L'Home Pa¬
ge di Asymetrix con in
primo piano lo "strillo '
dedicato all'lnstructor
6 0 Sulla sinistra il link
con Neuron. il plug-in
per il download pro¬
gressivo dei lite tbk,
ora in versione aggior¬
nata
Figura 7 - Il listino dei pro¬
dotti piu recenti di Asy¬
metrix.
Laboratorio
Audio/Video: Indeo 5.0
Progressive Download
(mediaLABS)
Indeo Video 5. l'ultima release del co-
dec di Intel, ha tra le sue prerogative la
capacità di mantenere il più alto livello
di qualità delle immagini, una maggiore
compressione nonché il detect di basi
MMX attraverso le quali i file IV5 posso¬
no essere decodificati con migliore flui¬
dità.
La notizia non è tra quelle che rivolu¬
zionano la storia e in effetti, dopo l'av¬
vento della release 3.2 (quella, non a ca¬
so, implementata in hardware su varie
schede di acquisizione), le varie 4.1. 4.3
ed ora la 5 0 sono null'altro che degli
step di mantenimento. La leadership
multimediale di Intel per quanto riguar¬
da i codec per l’offline è ancora indi¬
scussa, benché per merito quasi esclu¬
sivo proprio della gloriosa release
IVR3.2. Se di Indeo comunque parliamo
in questa sede è perché, collegato pro¬
prio alle specifiche dell'IV5.0. c'è stato il
rilascio delle estensioni IV5.0 per il
download progressivo via connessioni
remote.
Partendo dal sito http://developer.
intel.com/ial/indeo/video/com-
press.htm e previa registrazione abbia¬
mo cosi proceduto al download dei vari
moduli, codec e plug-in che formano il
progetto Indeo 5.0 & Progressive
Download.
Per avere il sistema completo (ovvero
Indeo 5.0 e il tool per la marcatura al
Progressive Download) sono da scarica¬
re dal sito due differenti file autoe-
straenti.
Il primo, denominato iv5play.exe. mi¬
sura 769 Kbyte e. una volta lanciato il
setup, installa a sistema i codec Indeo
Video 5.0 e Indeo Audio (nonché le ver¬
sioni ottimizzate di Indeo Video 3.2 e
4.0/1/3) Quindi i plug-in per il download
progressivo sia da Navigator che da Ex¬
plorer. Infine il filtro DirectShow per il
controllo della procedura di download
Il secondo pacchetto, quello del Pro¬
gressive Download Publisher, contiene
a sua volta il solo modulo di lavoro per
la marcatura dello streaming. Il file che
10 contiene è un autoestraente denomi¬
nato iv5pdpub.exe, misura 415 Kbyte
ed è scaricabile all'LIRL http://develo-
per.intel.com/ial/indeo dietro registra¬
zione dei dati dell'utente.
Una volta che si dispone di tutto il
materiale, la procedura di produzione da
seguire è molto semplice.
Indispensabile è disporre di tutti i file
Avi o Wave codificati nel rispettivo for¬
mato Indeo 5.0 Montaggio o conversio¬
ne possono essere svolte partendo da
un qualsiasi editing System VfW com¬
patibile (Premiere. MediaStudio, VidE-
dit, Digital Video Producer, ecc.). L'im¬
portante, in tale fase, è di salvare i file
Avi in lavorazione con il nuovo compres¬
sore Indeo 5.0 che ci ritroveremo nella
lista dei codec. Prospettando la possibi¬
lità di poter rivedere tali file anche su
connessioni remote, sarà nostra cura ri¬
chiamare il pannello dei settaggi relativo
ad Indeo 5.0 ed attivare su ON l'opzio¬
ne "Scalability".
Ora che abbiamo i nostri file Avi com¬
pressi in Indeo 5.0, prima di poterli uti¬
lizzare in streaming anche su connes¬
sione remota, dovremo obbligatoria¬
mente trattarli nell'apposito applicativo
Progressive Download Publisher
Quest'ultimo è un authormg tool con
11 quale è possibile marcare i file AVI-ln-
262
MCmlcrocomputer n. 181 - febbraio 1998
i f' f r
r/fyf|
jj. V 3 a j 3
D ■• uN >i IM «w> N* h<«.j
Create and Play Qualitv
MPEG Audio & Video for
The W eb, Intranets and CDs
jk$
LMesI N«wi
«5JV U-nu. ***4i .)ima**.W
Ì**JiL
t
MPEG
MooMMakn
W I 4 m liti
Figura 8 - II suo della Duplexx (www.duplexx.com) appena raggiunto dopo
un'escursione su AltaVista alla ricerca di siti contenenti test/, documenti o
software applicativo inerenti il VideoCD
Figura IO - Ecco all'opera un file IV5 0 proprio durante la fase di scaricamen¬
to progressivo Nel sito che Intel dedica ad Indeo.
oltre alla versione 5 0 del codec. è possibile scari¬
care il Publisher per la "taratura" Isolo dei file
AVI-Indeo 5.01 per il download progressivo On thè
Web
Ham» lndi<« Audio
- Otc*
- r*Q
deo 5.0 assegnando loro i controlli per il
download progressivo. Il tool, in sede di
ricodifica, permette di determinare co¬
me il video apparirà sul browser e come
incrementerà le sue performance man
mano che procede al download.
In effetti, se il file Indeo 5.0, che si è
precedentemente codificato per l'off-li-
ne, misura 320x240 pixel e fluisce con i
soliti 25 trame al secondo, tali parametri
non vengono alterati dal Progressive
Download Publisher. Più correttamente
verranno arricchiti dalla struttura di
downloading progressivo.
L'utilizzo del Publisher è facilissimo
Una volta aperto in screen il modulo e
richiamato il file (audio/video o solo au¬
dio) da marcare, è sufficiente portarsi
sul menu Options e richiamare il pan¬
nello dei settaggi per il Progressive
Download (se il file è di tipo audio/vi¬
deo) oppure quello dei settaggi per l'Au¬
dio Compression (se il file è di tipo solo
audio)
Se il file da marcare è di tipo audio/vi-
deo oppure solo video (fig, 11), richia¬
mato il pannello Progressive Download
ci verrà proposto di scegliere tra le op¬
zioni già presettate (Progressive Quality
e/o Progressive Frame Rate) oppure di
procedere alla "customizzazione" di
una nuova marcatura da prefissare per¬
sonalmente a cura dell’utilìzzatore. Nel
caso che si opti per le opzioni già pre¬
settate, la scelta della Progressive Qua-
lity prediligerà un controllo più inteso a
mantenere la qualità delle immagini e la
purezza del suono che non la fluidità
della riproduzione. Al contrario, se si op-
U: •*—**..
IA1 M.m.
Ab.« (Al
Om InrtmrvM
Uihnulaw Oiiatloiy
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■ 2 -J ma'AV M-I"*» I ili.—-.
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rogrtaaiv* Download 8ampl«a Gallaiy
Vi Voi «ofm«f ti' l wtfh Iffrif-'* rvVv 'j atti Irrito nV i--tarare atri KitsU'i anO,
te IoVo «dio Piòjf»t«-rr wnk>*l Putkter
TV foltWKt «lev Sri flati Mt thè ytopeimr ,iownfc*l ftoctMiakiy
oC Indeo ovV-j and au&n >~ftw*r (They wnr coopemed with rhf intnji rr*t£r<l
nteUMrbcfav)
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IB. JtlitH, « ■
ì audio ria y nM !
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» ita
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Figura 9 - Un momento
di lavoro all'Interno
dell'ambiente di editing
di IFilmEdit della Cmax
Design, divisione soft¬
ware della Duplexx
IFilmEdit è in grado di
codificare i file assem¬
brar/ sia in standard
VCD che DVD! L'appli¬
cativo, in versione VCD
costa appena 45 dollari
Iche salgono a 55 nella
versione comprensiva
delplug-m NetToob)
e —
terà per il Progressive Frame Rate la
marcatura sarà effettuata in favore del
migliore frame-rate riproduttivo.
Dai file audiovisivi a quelli solo audio,
il pannello dell'Audio Compression che
apparirà in schermo (si osservi sempre
la fig. 11) ci mostrerà immediatamente i
dati relativi al formato d'input (ad esem¬
pio un PCM da 22,05 KHz a 16 bit/mo¬
no) e al suo data-rate originale (ad
esempio 352 Kbit/sec) Il valore del da¬
ta-rate è ovviamente troppo alto per es¬
sere riprodotto in streaming. Selezio¬
nando perciò la compressione Indeo 5.0
vedremo apparire i valori del formato
output, del ratio di compressione
(usualmente 8:1) e quindi il data-rate di
uscita (mediamente 44 Kbit al secon¬
do). Dato l'OK, il Publisher provvederà
alla marcatura del file audio che ci ritro¬
veremo (velocemente, nel caso che il
Publisher riconosca la presenza di una
CPU MMX) pronto per essere messo
sul Web.
Audio/video o so-
to... r,_, -.a | 0 auc jio che sia la
marcatura imposta,
il Publisher ci sug¬
gerirà la generazio¬
ne di una pagina
HTML campione (comprensiva del codi¬
ce di controllo per la riproduzione del fi¬
le clip .IVF appena codificato). In alter¬
nativa ci verrà offerta la possibilità di ef¬
fettuare una semplice preview di verifi¬
ca, da browser, del clip stesso. Sce¬
gliendo la prima opzione, verrà generato
e quindi salvato un file ,htm con il nome
dello stesso clip.
Nel corso delle nostre prove, carican¬
do l'Explorer, abbiamo potuto vedere i
file IV5.0 (preparati per il download pro¬
gressivo) attraverso TActiveMovie, fis¬
sato in embedding, al centro della page.
Richiamata la pagina del relativo codi¬
ce HTML, abbiamo potuto anche verifi¬
care come il Publisher prepara automa¬
ticamente una condizione ”if” in Java¬
Script in modo che il file sia in grado di
riprodursi in base al browser che ne in¬
voca il download Se viene caricato
dall'Explorer verrà scelta l'esecuzione
via embedding da ActiveMovie, mentre
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
263
al contrario, se il browser utilizzato dal
visitatore è il Navigator, verrà invocata
la seguente parte di codice:
<EMBED src="file://D./articoli/GAT-
VOLPI.ivf" width="252” height="244’'
pluginspage=" |http //developer mtel cr>
m/ial/indeo/video/driver htm" type="vi-
deo/x-ivf">
E’ evidente come, per il Navigator,
venga rimarcata l'indispensabilità di
avere il plug-in player già installato (op¬
pure da scaricare e quindi installare) a
sistema.
Al riguardo di tale indispensabilità ab¬
biamo difatti provato la riproduzione del
clip IVF senza plug-in in Navigator 4 Ox.
e, mentre il video scorreva fluido, la
componente audio del file era inascolta-
bile, sommersa da un forte disturbo
Chi intendesse utilizzare Indeo 5.0 Pro¬
gressive Download dovrà quindi inserire
sulle pagine che contengono i file IVF
un link che rimandi i possessori di Navi¬
gator alla page sopra citata (l’URL è
quella indicata alla voce "pluginpage").
Su tale page ogni singolo utente potrà
quindi scaricare il file autoestraente
iv5play.exe e provvederne all'installazio-
ne. Una volta lanciato il setup e tornati a
caricare Navigator tutto funzionerà per il
meglio.
Dalla teoria alla pratica, come funzio¬
na il download progressivo operato da
Indeo 5.0?
Il consiglio, ancora prima di procedere
ciascuno con le nostre prove pratiche, è
quello di portarsi all'URL http://develo-
per.intel.com/ial/indeo/video/sam-
ples.htm e caricare uno o più file Avi
che Intel si è premunita di mettere in
vetrina
Nello specifico del file audiovisivo
rappresentato in fig 11 . abbiamo potu¬
to verificare la particolarità della proce¬
dura di scaricamento progressivo.
Durante il download del file in que¬
stione, la barra del cursore di riproduzio¬
ne si colorava di due differenti tonalità
di azzurro. Quella piu chiara, posizionata
a sinistra, segnalava i frame già scaricati
e, fino a quel preciso momento, esegui¬
bili a piena velocità (quella settata e
possibile in relazione alla connessione
utilizzata). A destra, invece, la parte di
colore azzurro più scuro segnalava la zo¬
na di riproduzione della quale non si può
ancora sfruttare il pieno del frame-rate.
Praticamente, portatici su tale zona, du¬
rante la fase di riproduzione vedremo
una specie di slideshow. Passato altro
tempo, anche questa parte (non più co¬
lorata di azzurro scuro) comincerà a ri¬
prodursi fluidamente.
Figura 7 7 - Indeo 5 0
Progressive Download
Ecco il piccolo modulo
Publisher per la ~mar-
catura " dello streaming
progressivo delle codrh-
che Indeo Queste, per
diventare dei file scari-
cabili progressivamen
te, devono essere ob¬
bligatoriamente com¬
presse in formato In-
deoSO
Figura 12 - TypeTool
Al lavoro Icon una
pessima realizzazione
personale 1 ! per im¬
piantare la forma di
un carattere
E' questa la di¬
mostrazione più
palese di cosa si¬
gnifichi download
progressivo. Dove
come "progressi¬
vo" va anche (se
non soprattutto)
inteso l'aumento
prestazionale della
qualità di riprodu¬
zione via via che il file viene scaricato.
Com'è possibile sempre osservare
dalla fig 11. la tabella prestazionale del
file in questione ci informa che questo
occupa 3.2 MB, ha un quadro originale
pari a 216x164 (per una durata di 55
sec) e che la compressione Indeo Audio
(operata a 8 KHz monofonici) richiede
16 Kbyte al secondo. Appresso è listata
anche la scaletta qualitativa del down¬
load che verrà effettuato
Shareware
multimediale: quattro
applicativi quattro
(mediaWARE)
Setacciando la rete e scartando le
"solite cose” (e di sicuro pure qualche
ottimo programma che speriamo ci rica¬
piti a tiro...) per questo numero abbia¬
mo deciso di concentrare la nostra at¬
tenzione su quattro, specifici applicativi:
- TypeTool, un editor di oggetti
truetype.
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- FontMagik, un generatore di effetti
sia grafici sia su componenti testuali,
- DDClip 2.22, un versatilissimo mixer
audio/video
- Fractal Imager 1.6, il tool di Iterated
Systems con il quale è possibile conver¬
tire qualsiasi file grafico nel formato fiu-
no dei primi generatori "visual" di ca-
scading style sheet.
Com'è evidente l'ambito applicativo
dei programmi è estremamente diversi¬
ficato.
TypeTool, rielaborando font preesi¬
stenti. come creandone ex novo, può
essere ad esempio preso in considera¬
zione in tutti quei casi in cui, ad un crea¬
tivo. servano nuove forme espressive
Non solo dal punto di vista testuale (co¬
me un font disegnato della forma piu
adatta al tipo di ambientazione grafica
che si sta realizzando) ma anche dal
punto di vista coreografico Ad esempio
quando servono degli orpelli grafici, o
dei clip art, da utilizzare con buona fre¬
quenza e ripetitività.
Tra le caratteristiche di spicco di Ty¬
peTool (che è di utilizzo assolutamente
immediato) vanno segnalati l'editor peri¬
metrico con 10 tool di disegno, ben 1 00
264
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Figura 13 - FontMagik
Effetti multicolori e gio¬
chi di luce
M [ta y^|f w^ t
USI J J ìIjéI J *1 «IS *1 Uh) UUU
o . : Ì di_ailLLJJJ!! F 3
B . i I *1
.lai xi
■“-I ai^v 3«*‘ I 13««»i IE»-*» | 3»«— llffi— 4
Figura 14 - DDClip 2 22
Il piano di lavoro arric¬
chito di componenti vi¬
deo ed audio DDClip ci
pare eccellere soprat¬
tutto nella gestione del
multitrack audio che,
dopo aver manipolato,
sincronizzato e control¬
lato nei livelli di uscita
Icon tanto di primi piani
e sottofondiI 6 in grado
di salvare direttamente
in un unico file wav.
■«—I aaiav zi- 1 I jn»l
_WJJfl/JUi_
-ir X» | [go~ »» |B"H
livelli di undo/redo e la possibilità d'im¬
portare sia font TrueType che PostScript
(type 1).
Nel particolare, ci sembra interessan¬
tissima e tutta da verificare l'opportunità
di creare con il TypeTool dei titoli e dei
logo aziendali da rendere in 3D-amma-
tion dallo Xara 3D (vedi C&Vweb98 n.
1). TypeTool, prodotto dalla FontLab, è
scaricabile seguendo i link preposti
all'URL mtp://www.pyrus.com|
Rimanendo in tema di font, non da
creare ma da "effettizzare", il consiglio
è di provare FontMagik II programma,
in versione evaluation, permette l'utiliz¬
zo di testi d'effettizzare composti al
massimo da sette caratteri.
Aldilà di tale limitazione, la copia in no¬
stro possesso ci ha comunque permes¬
so di verificare a pieno le caratteristiche
dell'applicativo. Caratteristiche che si
concentrano tutte sulle opzioni a dispo¬
sizione per imporre gli effetti. FontMa¬
gik dispone al riguardo di un ricco effect-
tool nel quale è possibile scegliere il tipo
e il taglio di font da utilizzare, imporre il
colore al background e al font (per sfon¬
do, corpo-carattere, ombra e 3D-styling)
La luce e le ombre possono essere
reimpostate per
mezzo dei pulsanti
direzionali presenti
sulla destra del pia¬
no di lavoro. Il valo¬
re di profondità che
viene assegnato con i bottoni direzionali
può essere preventivamente modificato
per mezzo degli slider e dei rispettivi
preset (10) che sono listati sulla tool bar
inserita subito sotto i menu. Imponibile
da FontMagik è anche una resa prospet¬
tica per mezzo della funzione di angola¬
tura. L'applicativo (che nella versione
completa distribuita dalla NPSmicro co¬
sta appena 25 dollari) è scaricarle in
evaluation copy all’indirizzo www.
npsmicro.com/fontmagik/
Con DDClip 2.22 ci spostiamo nell'al¬
veolo più pertinente per una rubrica co¬
me Computer&Video. Stiamo chiara¬
mente accennando a tutte le necessità,
prettamente da videomaker, con cui il
creativo si ritrova spesso a competere
nella realizzazione di un montaggio vi¬
deo oppure di un'audioscena. Quando
non si può (o non serve!) arrivare a Pre¬
miere (e più in generale anche agli altri
sistemi di editihg che offrono troppe op¬
zioni che non ci servono!) il ricorso ad
un applicativo come il DDClip 2 22 può
essere una scelta azzeccata.
Il DDClip della SoftLab è un sistema di
editing digitale capace di realizzare
mixing da più fonti video ed audio attra¬
verso la loro sincronizzazione lungo uno
sheet di lavoro temporizzato.
Dal punto di vista dell'interfaccia uten¬
te. DDClip si presenta composto di due
finestre di lavoro, la Project e la Clip Col-
lection window. La Project contiene tutti
i dati ed i tool disponibili per lo sviluppo
dei progetti, La Clip Collection, a sua vol¬
ta, può essere considerata come il listi¬
no dei clip Questi vengono raggruppati
(e catalogati per nome, posizione ed ef¬
fetti) in un unico progetto continuamen¬
te aggiornabile e richiamabile per appor¬
tare modifiche ai file già mixati.
Pienamente compatibile con le speci¬
fiche VfW, DDClip ha dalla sua interes¬
santi caratteristiche audio dove, tra le al¬
tre, è in grado di governare una traccia
per file MIDI, gestire fino a 16 tracce
per file Wave, controllare livelli e bilan¬
ciamenti del volume (separatamente per
ogni singola traccia) ed applicare il
mixing (con tanto di primi piani e sot¬
tofondi facilmente settabili per mezzo
del cursore del mouse) in pieno realti-
me.
Le funzioni di salvataggio riguardano
sia i file Avi che quelli .Wave.
DDClip è sviluppato dalla SoftLab-NSK
di Novosibirsk (Russia) ed è scaricabile
(nella versione demo che salva solo i pri¬
mi dieci secondi di ogni progetto in atto)
all URL http://www.sottlab-nsk.comi|
Pro/DDClip.html
Infine eccoci arrivare a Fractal Ima-
ger 1.6 di Iterated Solutions, con il quale
vi lanciamo l'idea di un piccolo laborato¬
rio grafico. L'idea è quella di andare a
sperimentare personalmente le valenze
del formato matematico (e non grafico)
sviluppato dall'lterated per la rappresen¬
tazione delle immagini
I frattali sono forme che possono es¬
sere ingrandite infinitamente senza per¬
dere (almeno in maniera eccessiva) il
dettaglio originale Ciò è possibile grazie
allo sviluppo matematico e non cromati¬
co (realizzato rigidamente per pixel-colo-
re) delle informazioni inerenti ogni singo¬
la immagine. Piuttosto che utilizzare un
set di valori per ogni singolo pixel, il for¬
mato frattale contiene, come in un vero
e proprio archivio, il record dei pattern
esistenti nell'immagine. Questi pattern
sono espressi in valori numerici e non
nello stato cromatico di ogni singolo
pixel. Il risultato è che l’equivalente frat¬
tale di una bitmap (l'immagine cioè rico¬
struita pixel per pixel) richiede un'occu¬
pazione di spazio decisamente inferiore
rispetto alla bitmap stessa da cui ha pre¬
so origine.
II protocollo Fractal Transform, usato
dall'lterated Systems, è in grado di rea¬
lizzare delle immagini frattali che, man-
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
265
Figura 15 - Iterateci Sv-
stems Fraciat Imager
I 6 II tool sta operando
alla conversione di
un immagine BMP a 24
bit in formato Fif. La ri¬
chiesta minale di com¬
primere 8 t conservan¬
do la massima qualità
non e stato possibile
effettuarla La massima
qualità Fractal Imager
l'ha garantita con una
compressione imposta
di 3 I II risultato co¬
munque notevole è
che. rispetto all'imma¬
gine originale da 901
Kbyte. la conversione
Fif ha fatto scendere
l'occupazione di spano
a soli 270 Kbyte 1
■«-I a s jsk p-i | ai. |.^<o »
fr-na-i<(cm (:■- V/t r-W.
tenendo la qualità dell'immagine origi¬
nale, occupano come massimo un terzo
dello spazio, si visualizzano rapidamen¬
te al download e possono essere visio¬
nate a qualsiasi risoluzione e riprodotte
(come stampate) con funzioni di zoom
anche esasperate, il tutto senza un'ap¬
prezzabile perdita di particolari.
Procedendo con un nostro piccolo la¬
boratorio. abbiamo preso un'immagine,
volutamente di bassa qualità (un freeze-
frame da una ripresa video) e, dopo
averla acquisita, l'abbiamo prima salvata
in formato bitmap 640x480 (circa un
Mbyte) e quindi convertita in formato
.fif La compressione imposta dal mo¬
dulo Fractal Imager è stata solo di 3 1.
in quanto si era prefissata la conserva¬
zione della qualità iniziale L'occupazio¬
ne di spazio da parte della versione fif
dell'immagine è scesa a meno di 300
Kbyte Continuando nell'esperimento
abbiamo quindi imposto un ingrandi¬
mento ad una specifica zona e, grazie ai
pattern, si è potuto verificare che il frat¬
tale ha restituito particolari che nell'im¬
magine originale si stentava a vedere
L'esperimento ci sembra riuscito anche
perché l'immagine iniziale, volutamente
di bassa qualità, non ha perso alcun par¬
ticolare cromatico
Esecuzione
automatizzata di fonti
audio in JavaScript per
il Web (mediaGAME)
Per quanto riguarda quest'altra rubrica
(mentre studiamo la realizzazione di un
cruciverba da mettere in linea, forse per
uno dei prossimi numeri!) mi sembra in¬
teressante farvi partecipi di un piccolo
modulo javascript, studiato e messo
personalmente a punto per l'esecuzione
automatica di file audio. Tale automati¬
smo eviterà il caricamento della finestra
del mediaplayer e ci permetterà l'uso ad
effetto del modulo. La riproduzione dei
file audio infatti potrà avvenire o in se¬
guito al click su di un bottone (evento
OnClick), o al passaggio del cursore del
mouse su di una gif oppure su una paro¬
la attiva (evento OnMouseOver).
Le istruzioni utilizzate realizzano un si¬
stema semplice ma efficace II click su
di un bottone e l'immediata esecuzione
del brano è la più classica delle funzioni
multimediali, che anche il più strampala¬
to tool di presentazione possiede. Ora,
con la funzione integrativa in JavaScript
potremo usarlo anche con l'Explorer e il
Navigator
Proprio per quanto riguarda il Naviga¬
tor 4,x, va precisato che l'istruzione per
la creazione dei bottoni (con l’inseri¬
mento del controllo OnClick. interno
all'istruzione del clnput type="but-
ton" >) va preceduta dall'apertura di
<FORM> (con relativo TAG di chiusura
</FORM>)
Personalmente la soluzione dei botto¬
ni. che eseguono i file Wave senza cari¬
care la finestra del MediaPlayer, l'ho già
utilizzata nel gioco "La frase misterio¬
sa" del demo "Una favola per la rete"
(in linea su C&Vweb98 n 1). La cosa
sembra proprio che funzioni.
Per quanto infine concerne la possibi¬
lità di operare lo stesso controllo sia al
passaggio su testo che su grafica (gra¬
zie al gestore di eventi OnMouseOver)
è evidente quale orizzonte d’utilizzo si
possa aprire Dalla realizzazione di au¬
tentiche "mappe sonore" per qualsiasi
genere di sito a quella di giochi ed ad-
venture interattivi, sempre, ovviamente,
On The Web!
Il costrutto javascript e i controlli in
embeddmg (nonché un paio di esempi
con i gestori OnClick e OnMouseOver)
li potrete trovare belli e pronti da scari¬
care proprio dalla pagina mediaGAME di
C&Vweb98 n. 2.
Ovviamente è tutto "free royalty" !
«e
AUTOPLAY in JAVASCRIPT per EXPLORER e NAVIGATOR (4.x) 16
Nell'Head (<HEAD> </HEAD>l
<SCRIPT language="JavaScript">
function Playsound1(sndAction,sndOb|) I
if (eval(sndObj) 1= nuli) I
if (sndAction == 'stop') eval(sndOb|+' stop(l’);//stop, else play
else evalIsndObj+Knavigator appName=='Netscape')?’.play(false)' ' runl)')):
>
)
</SCRIPT>
Nel Body l<BODY> </BODYI
<FORM>
<EMBED name='Playsound1' src='audio/reginala.wav‘
loop=false autostart=false mastersound="mastersound" hidden=true width=0
height=Ox/EMBED>
<INPUT TYPE="button" NAME="audio1" VALUE=' Play'': onClick="Playsoundll'play'.
'document Playsound 1 ’) " >
</FORM>
// Per far eseguire anche questo file (esecuzione al passaggio del mouse)
e necessario predisporre una seconda funzione Playsound (e distinguerla chiamandola
"Playsound2")
<embed name='Playsound2’ src=audio/regina 1c.wav'
loop=false autostart=false mastersound="mastersound" hidden=true width=0 heigh?=0>
</embed>
<P>
<a onmouseover= " Playsound2Cplay'Playsound2') " >
Premi qui e senti che musica!</ax/p>
266
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
ure
Organizzazione:
INFOTRAIL
Palermo
Via Vincenzo Barbera, 2/A
Tel. (Fax) 091/302374 pbx
E-mall: infotrai@neomedia.it
http://www.inf
Palermo
Fiera del Mediterraneo
Mercoledì
Giovedì
I J Venerdì
Sabato
Domenica
FEBBRAIO
1998
L’INFORMATICA
in fiera
RASSEGNA DI INFORMATICA
TELEMATICA
E OFFICE AUTOMATION
Telino
Show
•a-neomecMia.it I# ■ ■ WW
'oitrrtnò ioioioioioioioioioioio
Speciale VGA 3D: alcune proposte
Immancabile, ecco l’arrivo della seconda parte di uno speciale che non vuole
senz’altro essere né esaustivo né definire tendenze o mode, ma solo indicare
alcuni prodotti, tra quelli apparentemente più diffusi, meritori di una eventuale
scelta. Dopo aver visto la scorsa volta quattro prodotti, di fascia e gamma di
prestazioni ben definite (e dotate di altrettanti chip grafici differenti), ora tocca
ad altri tre, da sottoporre all’attenzione di una utenza sempre più accorta. Per
questa tornata abbiamo scelto ancora una produzione ATI, con due SVGA agli
estremi della
gamma, e la nuova
espressione della
Come abbiamo già avuto
modo di vedere, la grafica 3D
"all in one" non è una vera e
propria novità assoluta, da an¬
ni viene pesantemente utiliz¬
zata per scopi professionali
(CAD architettonico, meccani¬
co, rendering cinematografico,
creazione di effetti in editing
video e cosi via) con la conseguente co¬
stante evoluzione dei prodotti, sempre
più potenti, e il loro costo sempre più
alto. Una "soluzione 3D" professionale
(da vera workstation), con 32 MB di
RAM video, può tranquillamente sfiora¬
re i 6-7 milioni di costo, mentre prodotti
particolarmente "dedicati" (con bande
passanti incredibili) arrivano ai 10 milioni
con estrema facilità.
Tutto ciò ovviamente ha ben poco a
che fare con il mercato dei personal
computer, quando risorse di questo ge¬
nere non hanno necessitò di esistere e
dove i budget sono notoriamente ben
più contenuti. Proprio per questi motivi
è completamente diverso l'approccio
quando si affrontano discorsi che riguar¬
dano prodotti indirizzati al mercato con¬
sumer, in un settore sempre piu evolu¬
to (quello dei chip grafici specifici) che
ha poco da invidiare alle produzioni di al¬
tissimo livello. Una delle cause che ha
senz'altro segnato il successo delle
Creative Graphics
Blaster.
Buona lettura.
(seconda parte)
di Massimo Novelli
Già, DirectX...
268
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
£' evidente l'ottima
fattura della ATI Char-
ger, entry level della
nuova gamma ATI In
primo piano il chip
proprietario 3D Rage
Il + DVD, responsabi¬
le delle buone perfor¬
mance di questa eco¬
nomicissima scheda
schede grafiche
3D di fascia media
e medio-bassa è
identificabile con il
DirectX, la ormai
non più nuovissi¬
ma architettura
software messa a
punto da Microsoft
per Windows 95
(tra l'altro arrivata alla versione 5.0).
Grazie a questa soluzione, una sorta
di "lingua franca", ogni applicativo
compatibile con tale standard sarà in
grado di utilizzare qualsiasi scheda gra¬
fica con funzioni 3D accelerate, al mas¬
simo delle sue possibilità, cosa che era
difficilmente ottenibile fino a qualche
tempo fa (quando si era costretti a svi¬
luppare driver e software specifico per
applicazioni particolari, con risultati non
sempre all'altezza). DirectX, quindi, è
un insieme di specifiche software, già
formulate da Microsoft, su cui si devo¬
no basare gli sviluppatori per la scrittura
di applicativi in tale standard, rendendo¬
li compatibili e soprattutto (in qualche
modo) "certificati" DirectX, sfruttando
dei codici di servizio di tipo universale
forniti dal sistema operativo (anche se
da diverso tempo si sta assistendo ad
una "fronda" di sviluppatori sempre più
folta e non proprio ortodossa che tende
a rimuovere in qualche modo gli stretti
legami che obbligano le software hou¬
se a rispettare gli standard di mercato)
In estrema sintesi, quindi, per evitare
errori, basterà sincerarsi che il nostro
applicativo scelto sia compatibile Di¬
rectX per essere sicuri che lavorerà al
meglio sulla nostra SVGA 3D, di qualsi¬
voglia marca e modello essa sia.
Notoriamente, le prime versioni di
Window 95 non avevano le estensioni
in merito, rese invece disponibili dalla
release OSR 2.0 (e soprattutto 2.1), e
poiché quasi sempre ci rivolgiamo ad
un pubblico non molto smaliziato, pos¬
siamo dire che le estensioni saranno
presenti già sulla loro macchina (se ag¬
giornata a Windows 95 OSR-2 o all'in-
terno della dotazione software della
scheda grafica 3D) oppure in dotazione
in qualsiasi applicativo (di solito giochi
di ultima generazione) che abbia neces¬
sità di usufruire delle stesse.
Tornando alla natura di DirectX come
insieme di librerie, le sue tre compo¬
nenti principali sono: DirectDraw per le
funzioni accelerate di grafica 2D; Di-
rect3D per la grafica 3D; DirectSound
per il sonoro Oltre ad altre componenti
minori dedicate alle periferiche di pun¬
tamento (joystick) e a giochi multiplayer
via rete. Il loro intervento può essere di
varia natura e peso: dall’appena percet¬
tibile ritocco all'ottimizzazione sostan¬
ziale Molto, però, dipende dal softwa¬
re a corredo della SVGA utilizzata: esso
non solo deve essere in standard Di¬
rectX ma ne deve poter seguire l'evolu¬
zione con eventuali upgrade. Questo è
un aspetto di cui si deve tener conto
nella scelta di un prodotto piuttosto che
un altro: un costante aggiornamento
della dotazione software da parte della
casa produttrice è indice di sicurezza.
Ma veniamo alla contesa odierna: in
gara, si fa per dire, tre produzioni ben
dotate, anch'esse come la volta scorsa
con a bordo chip grafici differenti, due
della stessa casa, ma agli estremi
ATI Technologies
3D Charger
Produttore:
ATI Technology Ine
Canada
nini //www aiitech ca
Distributore:
SBF 02-2828252
Task 055-4274300
DataPool 06-72989255
Prezzo (IVA esclusa!:
Lire 170.000 (versione 4 MB)
(quantomeno di prezzo), ed una nuova
arrivata, con un blasone da difendere.
Parleremo di ATI Technologies 3D
Charger (3D Rage II + DVD), ATI
Xpert@Play (3D Rage Pro PCI) e Creati¬
ve Graphics Blaster Exxtreme (3DLabs
Permedia 2).
ATI Technologies 3D
Charger
(ATI 3D Rage II + DVD)
Pervenutaci con lo stretto necessario
(in confezione OEM, dotata del solo
CD-ROM di installazione), la 3D Charger
è la classica entry level di gamma, se
non altro per il suo prezzo. In standard
PCI e con a bordo 4 MB di RAM EDO
"Hyper Page" singolo ciclo, la sua fat¬
tura è di ottima qualità e l'installazione,
sia hardware che software, non presen¬
ta problemi di sorta (la dotazione
software è comunque di buon livello,
potendo contare sui classici driver per
ogni S.O. ed applicativi vari di suppor¬
to). Come dicevamo, è basata sul chip
3D Rage II + DVD, una delle ultime ver¬
sioni del famoso 3D Rage, a sua volta
diretto discendente dell'altrettanto fa¬
moso Mac64
Il chip in questione è un acceleratore
grafico a 64 bit con ampio supporto 3D
e motion video, permettendo anche un
playback di qualità in ambito
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
269
Lo staio hardware della
ATI 30 Charger. con ca¬
ratteristiche e voci della
sua composizione, non¬
ché le modalità grafiche
installate
DVD/M PEG-2. Dotato di una architettu¬
ra avanzata, tra l'altro ottimizzata per
memoria SGRAM a 83 MHz, sarà in
grado di offrire buone prestazioni in
profondità colore e
alta risoluzione fino
a 1600x1200 pixel,
oltre ad offrire 3D
feature e perfor¬
mance come tex-
turing a prospettiva
corretta mip-map-
ped con supporto
chroma-key, video
texturing, shading di tipo Gouraud,
completo supporto di primitive 3D co¬
me punti, linee, triangoli e quadrilateri,
doublé buffering full screen o in finestra
per animazioni fluide, 16 bit Z-buffering
per la rimozione
delle superfici na¬
scoste Ed ancora,
filtraggio delle tex-
ture di tipo bi- e tri¬
lineare, texture li-
ghting con com¬
pleto supporto Di-
rect3D, alpha blen-
ding, fog, estese
modalità 3D con
drawing in RG-
BA32, RGBA16 e
RGB 16. mappatu¬
ra texture in RG-
BA32, ARGB4444,
RGBA16. RGB16 e
RGB8, mentre in
modo compresso
le texture saranno
Il programma dì in¬
stallazione del letto¬
re video, per il play¬
back di materiale
MPEG e VideoCD,
di buone caratteristi¬
che e prestazioni
In evidenza le proprietà
DirectX della ATI Char¬
ger, con le voci presenti
e le capacita abbastan¬
za complete offerte dal¬
la stessa
r*~i
WBsm ««
gestite in
YUV422, CLUT4
(CI4) e CLUT8
(CI8).
In ambito mo-
tion video, inve¬
ce, il 3D Rage II
+ DVD sarà in grado di offrire capacità
di "hardware compensation" per otti¬
mizzare il frame rate DVD/MPEG-2, sca-
latura video e color space conversion
YUV to RGB di qualità, color overlay per
flussi video a piena banda MPEG-2. fino
a 720 pixel, color space conversion in
YUV422, YUV410 e YUV420, supporto
"multi-stream" video e hardware mirro-
Le icone presenti, a
mo' di "t ray-icon",
nell'applicativo di ge¬
stione della Charger.
con opzioni e funzioni
tutte a portata di mano
ring per il flipping delle stesse in ambito
video-conferenze.
Nelle caratteristiche generali, invece,
la 3D Charger offre risoluzioni fino a
1600x1200 a 65K colori e 60 Hz di re-
fresh (mentre alle altre risoluzioni avre¬
mo refresh intorno ai 60-200 Hz),
conformità VESA DCCl/2b, capacità di
memoria a bordo 2 o 4 MB, connessio¬
ni speciali mediante TATI Multimedia
Channel (AMC), una sorta di Feature
Connector ben più evoluto, sviluppato
da ATI.
A ben vedere, in ogni caso, le sue
feature la identificano come una buona
scheda di inizio al 3D consumer, anche
se le sue performance in tale ambito
non eccellono particolarmente, ma con¬
siderandone il prezzo potrebbe essere
la soluzione ragionata per chi non ha ne¬
cessità di dotazioni estreme, almeno
all'inizio.
ATI Technologies
Xpert@Play
(3D Rage Pro PCI)
E veniamo ai prodotti di punta della
nuova gamma ATI, che con la
Xpert@Play e Xpert@Work ha immesso
sul mercato delle soluzioni 2D/3D di in¬
dubbia qualità, ad un prezzo molto ra¬
gionevole. Basate ambedue sul chip 3D
Rage Pro, le due schede offrono delle
performance di rispetto in tutti gli ambi-
270
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
ftr-Jiil-l’tftP
ATI Technologies
Xpert@Play
Produttore:
ATI Technologies Ine
Canada
ri io;/wvVvV aiiiécn aa
Distributori:
SBF 02-2828252
Task 055-4274300
DataPool 06-72989255
Prezzo (IVA esclusal
Lire 320.000 versione 4 MB
Lire 390.000 versione 8 MB
ti, sia in standard PCI che nell'emergen¬
te AGP, oltretutto in modo 2X, essendo
tra le prime soluzioni sul mercato.
Il 3D Rage Pro è un acceleratore a 64
bit che supporta il 2D, 3D (nel classico
Direct3D e in Windows NT 4.0 l'Open-
GL) e video, con il pieno supporto DVD
e MPEG-2 software (almeno nella ver¬
sione AGP e su macchine Pentium II).
Di esso, lo ricordiamo, ne esistono tre
versioni, il 3D Rage Pro 133, adatto a
connessioni AGP 2X, ossia a 133 MHz,
il 3D Rage 66, per AGP in modalità IX
ed il 3D Rage Pro PCI, per il dialogo
con un comune bus PCI.
La Xpert@Play è disponibile nelle ver¬
sioni con 4 MB di SGRAM (espandibile
a 6 oppure 8) e
con 8 MB
(quella in esa¬
me), l'espan¬
sione di me¬
moria è nell'in¬
consueto for¬
Le regolazioni principali
della Xperl@Ptay: nel re-
tresh di schermo, posizio¬
namento, sincronizzazione
e cosi via . In basso una
sorta di auto-regolazione
del refresh video ad uso
modalità giochi
mato SODIMM (Small Outline DIMM)
non diffusissimo, da inserire sul lato
corto della scheda. Le sue performance
in ambito 2D raggiungono risoluzioni fi¬
no a 1600x1200 con refresh massimo
di 85 Hz e 64K colori, merito soprattutto
del RAMDAC integrato a ben 230 MHz,
mentre il massimo di 200 Hz lo si ottie¬
ne alle risoluzioni inferiori.
A bordo della Xpert@Play è presente,
oltre al già detto chip, anche l’Impact
TV2, decoder vi¬
deo che permette
alla stessa di poter
uscire in video
composito o S-
VHS con buona
Anche per la ATI
Xpert@Play in eviden¬
za il consueto "stato
generate " della sche¬
da, con le voci più rap¬
presentative
qualità. Inevitabile
parlare quindi di
giochi utilizzati su
comuni televisori,
con un impatto vi¬
sivo certamente
favorevole.
Tra le caratteristiche base della sche¬
da, oltre alle comuni funzioni di interpo¬
lazione, scalatura e conversione colore
essa supporta anche la motion compen-
sation per il playback DVD e, su una
macchina molto veloce, anche la ripro¬
duzione solo software MEPG-2, senza
necessità quindi di una scheda di deco¬
difica; in sintesi, il chip 3D Rage Pro po¬
trà gestire, nell'insieme dei calcoli della
Altrettanto buona la
realizzazione della ATI
Xpert@Play. Al centro
il 3D Rage Pro PCI e
sul lato destro l’origi¬
nale piccola slitta per
la espansione di me¬
moria SODIMM
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
271
Nella ATI Xpert&Play la gestione delle panorami¬
che, su desktop virtuale , avverrà in questo re-
duester. dove potremo controllare facilmente •
tasti di scelta rapida
decodifica, la fase di generazione dei
(rame di tipo Bidirezionali e Predittivi, la¬
sciando alla CPU il solo compito di deco¬
dificarne i trame di riferimento. Tutto ciò
ottenuto nell'unione degli sforzi tra la
stessa ATI e la Zoran (famosa casa
hardware di produzione codec), tra l'al¬
tro uno dei pri¬
mi produttori
di software
playback DVD,
con prestazioni
interessanti.
Nell'ambito
strettamente
Anche se apparentemente
spoglia di componenti, la
Creative Exxtreme olire
delle performance di tutto
rispetto, mento senz'altro
del 3DLabs Permedia 2.
chip dalle performance in¬
teressanti.
Come di consueto, le
proprietà DirectX della
Xpert&Play con le voci
principali evidenziate
Produttore:
Creative Labs Ine
USA
nttpV/www creai còni
Distribuito da:
Creative Labs srl
Strada 4 Pai A/3
20090 Assago Milanofion
Milano
Prezzo UVA esclusa):
Lire 195 000 (versione 4 MB)
3D, la Xpert@Play supporta la quasi tota¬
lità delle funzioni specifiche Direct3D.
tra cui la correzione prospettica, filtering
bilineare e trilineare, chroma-key, mip-
mapping, fogging, alpha blending, textu-
re compresse, ombreggiature Gouraud
ed altro ancora.
Nella confezione in versione retail so¬
no presenti, oltre alla essenziale manua¬
listica, un CD-ROM di installazione com¬
pleto di driver ed applicativi e diversi gio¬
chi, tra cui Formula 1 Psygnosis e Terra-
cide Eidos, nonché WIRL Platinum Na¬
turalmente a corredo vi sono anche i ca¬
vi necessari a gestire l'uscita TV
Le sue performance, quindi, sono ben
equilibrate rispetto al costo. La versione
8 MB ci sembra
molto convenien¬
te: è come se
avessimo quasi
gratis anche una
uscita TV, che po¬
trebbe far storcere
il naso ai puristi,
ma che invece pub
spesso risultare
molto utile. Di tut¬
to riguardo sono
poi le capacità del
chip 3D Rage Pro
PCI, uno dei più efficienti (a nostro avvi¬
so) sul mercato.
Creative Graphics
Blaster Exxtreme
Un netto rilancio della produzione
Creative, in ambito 3D, lo si è ottenuto
con la Exxtreme Infatti, nonostante le
precedenti produzioni, basate sui chip
Rendition Verità e Cirrus Logic Laguna
3D (stiamo parlando quindi della Blaster
3D e della 3D Blaster PCI) fossero di un
certo pregio, sono state accolte da pub¬
blico e critica con un apparente distacco,
non ottenendo il successo aspettato. La
Creative in questa occasione si affida ad
un nome certamente blasonato e affida¬
bile. ossia alla 3DLabs, nella sua piu re¬
cente produzione, il Permedia 2
La confezione è composta dalla classi¬
ca coloratissima scatola, un conciso ma¬
nuale in più lingue ed un CD-ROM con il
Creative Graphics Blaster
Exxtreme
272
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
P Simdvonoe Kiwn l^e-ff --
P Afccatt ma» &m&t ta MflM (artormtrc*
P UMlWalphs'o'gouauJatofetttndng
QpanGL
P Taahf* conviti non
P Qlntti Marno
Iriphicsl
FtoloyBtltJ
xmit
In primo piano la configurazione delle prestazio¬
ni, nella Creative Exxtreme, in ambito Direct-
Draw/Direcl3D e OpenGL, con le ottimizzazioni
principali, nonché per l'accelerazione hardware
OK
?
Arali
software necessa¬
rio (driver ed appli¬
cativi di gestione).
La sua installazione
non presenta pro¬
blemi di sorta e le
ampie capacità 2D/3D integrate offrono
prestazioni di tutto rispetto, perfettamen¬
te allineate con la concorrenza più ag¬
guerrita.
Il cuore della scheda, dicevamo, è nel
chip 3DLabs Permedia 2, versione più
evoluta del Permedia, adatto anche ad
applicazioni multimediali, caratterizzato
da un RAMDAC integrato a 230 MHz e.
nell'esemplare Exxtreme in questione.
Il BlasterControl Pre-
lerences in ambito
Virtual Desktop, con il
tacile settaggio delle
possibilità offerte
La "tray-icon" del Bla¬
sterControl, con tutte le
opzioni raggiungibili in
un attimo.
Le proprietà DirectX
della Creative Exxtre¬
me. nel consueto
pannello riassuntivo,
la maggioranza delle
voci sono rispettate
11
17.58
dotato di 4 MB di SGRAM. Al suo inter¬
no è inclusa una specifica sezione cosid¬
detta di "graphics setup" grazie alla qua¬
le, mediante una gran mole di lavoro in
calcoli floating point, le primitive poligo¬
nali di cui sono composte le superfici 3D
vengono immediatamente descritte in
semplici termini interpretati dalla sezione
di raster, alleggerendo notevolmente il
lavoro della CPU.
Le più spiccate feature 3D che la sche¬
da supporta includono: gestione evoluta
delle texture, correzione prospettica, ca¬
nonico filtraggio bi- e tri-lineare, locai buf¬
fer texture e gestione delle trasparenze.
Mentre la sezione di rendering è in grado
di operare sia in modalità Gouraud che in
fiat shadmg, con Z-buffer a 16 bit nonché
funzioni di fog vertex, color key, antialia-
sing e dithering, hardware texture map-
ping, specular highlights, stendi buffer
ed altro ancora. Altresì, in ambito 2D è in
grado di offrire accelerazioni nel playback
MPEG (sia di tipo 1 che 2), color space
conversion e multi-tap image scaling di
qualità, ed è anche aggiornabile, ossia
pronta ad accettare la futura tecnologia
grafica della stessa Creative, la "Dyna-
micXtended Reso¬
lution" -Dxr2-, con
pieno supporto ad
uso playback DVD,
e che opererà sul
raddoppio delle li¬
nee video in play¬
back. In sintesi, la
Exxtreme è in gra¬
do di accettare il se¬
gnale DVD, già di
qualità, e raddop¬
piarne le linee TV
mediante filtraggi e
scalatura ad ampio
spettro, eliminando
ogni sorta di flicke-
ring.
Tornando alle sue
performance la Exx¬
treme, nei test ef¬
fettuati, ha supera¬
to la maggioranza delle specifiche Di-
rect3D, con buoni risultati fino a
800x600 a 16 bit, anche la presenza del¬
le librerie OpenGL (oltre a quelle Di-
rect3D e HEIDI) dà una ulteriore spinta
alle sue indubbie qualità. Il target di uten¬
za, considerando il prezzo e le buone ca¬
pacità in ogni situazione, dovrebbe esse¬
re abbastanza ampio.
A margine e da non sottovalutare è la
buona dotazione di software aggiunto.
Conclusioni
Ancora una volta abbiamo avuto mo¬
do di verificare che anche a prezzi ac¬
cessibili è possibile equipaggiare la pro¬
pria macchina di dispositivi 3D di buon
livello Certo non avremo rendimenti
estremi, ma in sostanza la maggior par¬
te degli utenti non ha necessità di pre¬
stazioni velocistiche sempre straordina¬
rie. Chi invece ha tali occorrenze deve
necessariamente rivolgersi ad altro,
ben più costoso, magari rileggendosi la
puntata precedente...
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
273
coordinamento di Andrea de Prisco
Confronto fra dispositivi di visualizzazione:
impariamo ad usare i parametri di caratterizzazione
Sul numero scorso di MC abbiamo presentato alcuni parametri analitici e
funzionali che possono aiutare nella scelta della periferica di visualizzazione
immersiva più adatta alla nostra applicazione in realtà virtuale. I campi ed i
settori applicativi analizzati sono stati la ricerca,
l’industria e l’intrattenimento, coprendo in tal
modo oltre il 90% della domanda. In questo
nuovo appuntamento con la computer grafica
interattiva impareremo ad utilizzare questi mezzi
di analisi e confronto, chiarendone portata ed
utilità marginale. Presenteremo inoltre alcune
novità recentemente introdotte sul mercato.
Seconda parte
di Gaetano Di Stasio
Fra le considerazioni sviluppate sul nu¬
mero di gennaio è emerso il forte contra¬
sto fra due di questi parametri: il campo di
vista e l'acuità visiva.
Il campo di vista umano copre quasi
180° ed è un elemento importante nelle
applicazioni in realtà virtuale perché dà la
sensazione di immersione e di presenza
nel mondo simulato. Ciò vale soprattutto
la dove è importante superare la soglia
dell'incredulità, che permette ad una am¬
bientazione in computer grafica interattiva
di assumere caratteri reali, come deve ac¬
cadere nei simulatori perché l'esperienza
sia significativa Nei visori commerciali
non si va oltre 1 140°, che comunque risul¬
ta un campo di vista sufficientemente
ampio per tutte le applicazioni, anche per
quelle piu estreme, che sfruttano anche la
visione periferica dell'occhio umano
L'acuità visiva definisce invece la capa¬
cità di percepire i dettagli di una scena e
risulta particolarmente importante nelle
applicazioni industriali e scientifiche dove
il dettaglio deve essere rap¬
presentabile e manipolabile
Ovviamente il campo di
vista e l'acuità visiva fanno a
cazzotti. Come abbiamo già
visto, infatti, fermo restan¬
do il limite di risoluzione dei
visori ad LCD ed a CRT mi¬
niaturizzati, se il campo di
vista è ampio si deve spalmare la risolu¬
zione su una superficie maggiore dimi¬
nuendo l'acuità visiva, ovvero la capacità
di risolvere i dettagli. Se invece si deside¬
ra un numero di pixel elevato per unità di
superficie, bisogna di conseguenza ridurre
il campo di vista
L'acuità visiva può essere sintetizzata
analiticamente attraverso l'equazione
D=FOV* 1200/#-di-pixels, dove FOV (Field
Of View) è il campo di vista orizzontale
moltiplicato per 1 200, una costante, e di¬
viso per il numero di pixel in orizzontale
del visore. Il campo di vista massimo spe¬
rimentabile da un occhio perfetto è stima¬
to in D=200 La ca¬
pacità visiva è inve¬
ce pari a 20/D, con
20/200 pari a 0 1
definita come "so¬
glia di cecità legale"
(un dettaglio visibile
da un soggetto sano a 200 piedi, per una
persona sulla soglia della cecità legale è
visibile solo a 20 piedi) Capacita visiva
unitaria rappresenta la massima facoltà
espressa da occhi sani.
Se consideriamo ora i visori BOOM del¬
la Fakespace, presentati nel numero di di¬
cembre di MC e ritenuti fra i più evoluti e
il casco Da la vi sor eh
n-Vision e l'elettronico
di controllo presso la
sede di tnlotsyte Spa
274
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
sofisticati, questa contrapposizione fra
acuità visiva e campo di vista si caratteriz¬
za con la disponibilità di ottiche differenti
per i diversi tipi di applicazione. I due ca¬
nali visivi, che garantiscono una visione
stereoscopica, sono basati sempre su
schermi a CRT con risoluzione di
1280x1024 pixel. I treni di lenti invece va¬
riano a seconda dell'applicazione e per¬
mettono campi di vista che vanno in oriz¬
zontale dai 30° ai 140°.
Con una FOV molto ampia, di 140° ad
esempio, D risulta pan a 131 con una con¬
seguente capacità visiva di 0.15 che è
molto prossima alla cecità legale (!): il
campo è molto largo ma la definizione dei
dettagli è scarsa attraverso un effetto sfu¬
mato. Con un campo di vista più ristretto,
supponiamo di 30°, si ottiene invece una
D pari a 28 e quindi una capacità visiva dì
0.7, molto vicina all’unità a suggerire una
capacità risolutiva piuttosto grande; in tal
caso il campo visibile si riduce ad una im¬
magine poco più ampia di uno schermo
televisivo.
Se ora pensiamo ad un casco a basso
costo come il Forte, della Forte Technolo¬
gies, e consideriamo le sue caratteristiche
tecnologiche, emerge un aspetto che la¬
scia perplessi. Infatti il Forte è dotato di
due LCD da 789x230 con campo di vista
di 53° in orizzontale, che permette di di¬
sporre di una capacità visiva di circa 0.25:
un casco che costa 900 mila lire ha dun¬
que una capacità visiva quasi doppia di un
FIUD da 90 milioni di lire? Sì. è cosi, ma
questo aspetto non deve trarre in ingan¬
no. Infatti anche se la capacità visiva è
doppia rispetto ad un BOOM con FOV di
140°, bisogna tenere in giusto conto
l'estrema qualità delle ottiche della perife¬
rica della Fakespace e del suo sistema dì
tracciamento, che arriva a moltiplicare per
un fattore 100 il costo del dispositivo.
Raggiungere campi di vista inferiori ai
60° è infatti semplice e non obbliga ad uti¬
lizzare particolari sofisticazioni. Superare
invece i 100° di FOV implica non solo
l'uso di visori a tubo catodico miniaturizza¬
ti al posto dei comuni LCD, ma anche di
ottiche con treni di lenti di vetro particolar¬
mente sofisticate per ammortizzare i fe¬
nomeni di aberrazione e non di una sem¬
plice lente di plastica ad occhio di pesce
giustapposta ad una lente di Fresnel. Inol¬
tre bisogna tenere in giusto conto l'ottima
indossabilità e sopportabilità di queste pe¬
riferiche.
Sul mercato si moltiplicano le soluzioni
alternative, ed anche qui la forte competi¬
zione tecnologica mantiene i prezzi relati¬
vamente sotto controllo e tende a spinge¬
re in alto le prestazioni. Vediamo alcune
altre proposte.
Kaiser Electro-Optics
L’esperienza della KAE nel settore della
realtà virtuale applicata in campo aerospa¬
ziale risale al 1984, quando presentò il si¬
stema Agile-Eye per gli aerei ad ala fissa:
un sistema di visualizzazione che permet¬
te di sovrapporre sulla li¬
nea di vista immagini in
computer grafica. Da allo¬
ra ne sono stati sviluppati
ben sei versioni, Dal 1988
produce poi i caschi degli
elicotteri della marina mili¬
tare americana, denomi¬
nati Wide-Eye. Anche
questi dispositivi di visua¬
lizzazione sono "see thro-
ugh display", per augmen-
ted reality, ma essendo
adottati in applicazioni
speciali non li descrivere¬
mo in questa sede.
Nel settore dell'intratte¬
nimento la Kaiser ha introdotto già dal
1991 due versioni di un casco immersivo
denominato VIM personal Viewer (Vision
Immersion Module), di categoria Head
Mounted Display: il VIM 500 con due vi¬
sori ad LCD da 180 mila (600x300) pixel
per occhio e 50° dì campo di vista oriz¬
zontale, ed il VIM 1000 con LCD a matri¬
ce attiva di 800x600 per occhio e ben
100° di campo di vista orizzontale. In en¬
trambi i casi la capacità visiva resta inalte¬
rata pan a circa 0.2, anzi con un leggero
incremento nel VIM 1000 nonostante il
raddoppio del campo di vista. La qualità
delle ottiche ed il peso contenuto giustifi¬
cano il prezzo mediamente elevato che
va dai 3 mila ai 9 mila dollari, nelle due
versioni. Il costo piuttosto elevato del
VIM 1000 si giustifica inoltre consideran¬
do che i visori ad LCD per ciascun occhio
sono stati realizzati giustapponendo due
LCD da 0.7 millimetri. In tal modo, si è
potuto incrementare il campo di vista in
orizzontale senza intaccare l'acuità visiva
con un processo di "piastrellamento"
dell'Immagine.
Questo metodo, pur complicando non
poco le ottiche e presentando problemi
nelle giunture fra gli LCD, presenta il van¬
taggio di poter
espandere a pia¬
cere il campo di
vista. Ad esem¬
pio nel modello
Pro View si sono giustapposte 3 "pia¬
strelle” ad LCD per occhio arrivando fino
a 6 nel Full Immersion HMD che raggiun¬
ge un campo di vista di 180° x 90° con
una capacità visiva nella regione centrale
di quasi 0.4 unità, ad un prezzo però da
capogiro. E' inoltre in avanzato stadio di
realizzazione un modello ancora più avan¬
zato, con ben 15 LCD per occhio, com¬
missionato ovviamente dall'agenzia mili¬
tare americana ARPA ed inserito nel pro¬
gramma High Defìnition Systems
Kaiser Electro-Optics, Ine.
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Carlsbad. CA 92008 USA
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Per la Kaiser Electro-Optics il
settore militare è sempre sta¬
to quello tramarne per l'intro¬
duzione di novità
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
275
Il£i \'foli'ah-.
n-Vision
Anche n-Vision é una presenza storica
nel settore. Fondata nella seconda metà
degli anni '80, ha però sempre lavorato su
soluzioni particolarmente sofisticate, utiliz¬
zando monitor miniaturizzati a tubi catodici.
Primo esemplare è stato il Datavisor,
ancora prodotto nella sua ultima versione:
un HMD dotato di due CRT della Tektro¬
nix. con un originale sistema di otturatori
a cristalli liquidi che fungono da light filter
comandati elettronicamente, con i quali
sono resi visibili i colori. La risoluzione è di
1280x1024 pixel, mentre il campo di vista
orizzontale è stato portato ad oltre 70° ad
un costo di 40 mila dollari.
Le ottiche sono particolarmente curate
per bilanciare al meglio distorsione, campi
di curvatura, aberrazioni cromatiche, etc.
La loro collocazione sulle tempie, in pros¬
simità del centro di gravità naturale del ca¬
po dello sperimentatore, rende inutili con¬
trappesi e sostegni, necessari altrove per
bilanciare il peso. Ciò aumenta l'mdossa-
bilitò e riduce la forza d’inerzia durante i
movimenti.
Il Datavisor 80 di n-VtSton
ducendo un nuovo sistema
di proiezione e di visualizza¬
zione che mostriamo in foto e che rag¬
giunge in diagonale ben 120° di FOV.
Col Virtual Bmoculars invece n-Vision ha
alleggerito il sistema, rendendolo portati¬
le: non più un pesante casco di quasi due
chili, ma un agile HUD che può essere
all’occorrenza avvicinato agli occhi. Uno
strumento versatile che mantiene inalte¬
rate la qualità del feedback sensoriale.
Come abbiamo già visto nel dettaglio
sul numero
I caschi
MRG del¬
la Liquid
Image
n-Vision è una delle aziende piu attive
Lo dimostra la proposta continua di no¬
vità nei primi giorni del 1997 il Datavisor
80 e nell'ultimo SIGGRAPH a Los Ange¬
les il Virtual Bmoculars.
Col Datavisor per la
prima volta n-Vision
ha superato la
barriera dei
100° di campo
di vista in oriz¬
zontale, intro-
L'ultimo nato in
casa n-Vision, pre¬
sentato al SIGGRAPH
di Los Angeles. Col Vir¬
tual Bmoculars n-Vision
propone un overlap Ira le
immagini proiettate ai due
occhi che raggiunge il 100% sa¬
crificando il campo di vista a favo¬
re del feedback sensoriale
scorso, in que¬
sta lotta senza
quartiere fra
acuità e cam¬
po di vista ci
sono due stra¬
de di mediazione La prima
è quella affrontata dalla Kai¬
ser. L'altra lavora sulla ste¬
reoscopia riducendo la so¬
vrapposizione delle due im¬
magini rappresentate a cia¬
scun occhio.
Questo è il metodo utiliz¬
zato da n-Vision ed applica¬
to ad esempio sul Datavisor 80, in cui per
aumentare il campo di vista è stato ridotto
l'overlap, la sovrapposizione, fra le due
immagini del 50% Ciò vuol dire che il
50% dell’Immagine diretta all'occhio de¬
stro non è visibile a quello sinistro e vice¬
versa
n-Vision, Ine.
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Liquid
Image
Per concludere questa rapi¬
da carrellata ricordiamo infine
un casco che negli anni ci ha
sempre accompagnato,
esteriormente uguale a se stesso fin dai
primi anni '90: il casco monoscopico
MRG.
La versione 2.2 del MRG, come le pre¬
cedenti, resta ancora fra le più vendute
grazie alle sue caratteristiche di sempli¬
cità, estrema resistenza ed affidabilità
Forse propno perché monoscopico, infat¬
ti, non dispone di particolari sofisticazioni
nei comandi di regolazione, nelle ottiche e
nella loro miniaturizzazione. Nonostante
questo però il prezzo al pubblico non e dei
più bassi
Il MRG 2.2, della Liquid Image Corp, di¬
spone di un monitor a colori ad LCD da
720 x 240 pixel con un campo di vista di
65 gradi in verticale e di 84 in orizzontale
al costo di circa 3.500 dollari
La versione 3c costa invece oltre 5.500
dollari e dispone di un visore AMTFT da
768 x 556 pixel, mentre alla categoria
"entry level" abbiamo il modello MRG4 al
costo di poco più di duemila dollari. Anche
qui l’unica differenza sta nella risoluzione
disponibile e nel campo di vista rispettiva¬
mente di 480 x 234 pixel e 60 x 46 gradi,
comunque piu che sufficienti per applica¬
zioni ludiche,
La forza di questi dispositivi sta sicura¬
mente nella semplicità progettuale e nella
resistenza, elementi nodali in dispositivi
che devono essere utilizzati per centinaia
di volte al giorno, in sedute di pochi minu¬
ti, in ambienti ostili fra polvere e maltratta¬
menti d'ogm genere.
Il coefficiente di produttività di questo
dispositivo è infatti elevatissimo, non di¬
sponendo di alcun regolatore di messa a
fuoco o altro; sono assenti inoltre parti
piccole esposte a sollecitazioni, perni, o
altre parti sporgenti. Insomma i caschi
MRG sono veri dispositivi da trincea
Liquid Image, Corp
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276
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
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ulti gli altri marchi e nomi di prodotti sono marchi e marchi registrali dei rispettivi proprietari Ogni caratteristica e soggetta a cambiamenti senta preavviso
a cura di Corrado Giustozzi
Firma digitale, identificazione
del mittente/ e-mail cifrata....
Un argomento che per essere sviluppato a fondo probabilmente
avrebbe bisogno di un anno di articoli, ed il primo della serie
sarebbe abbondantemente superato dopo aver scritto il quarto.
Argomenti che stanno diventando sempre più attuali anche al di
fuori delle aziende e degli atti ufficiali, che hanno bisogno, per
definizione, di sicurezza sull’identità dello scrivente. Corrado ed io
abbiamo pensato che comunque è arrivato il momento di dare un
panorama, iniziale, non certo conclusivo, di quello che sta
succedendo in questo settore, dei costi e dei possibili vantaggi.
di Sergio Pillon
Nel concorso di Miss Italia di qual¬
che anno fa una notizia curiosa fece il
giro dei giornali italiani, ed il titolo che
fece La Repubblica suonava all'incirca.
"Miss Italia scalda i cuori della spedi¬
zione italiana in Antartide". In quel pe¬
riodo io ero proprio il responsabile del
sistema di posta elettronica della spe¬
dizione Italiana in Antartide nonché il
Postmaster (il responsabile tecnico)
del dominio PNRA.IT, (Programma Na¬
zionale di Ricerche in Antartide, ap¬
punto).
Naturalmente l'articolo si basava su
un messaggio di posta elettronica rice¬
vuto dai curatori del programma televi¬
sivo che quell'anno, grazie ad un ac¬
cordo con Video On Line (riposi in pa¬
ce, Amen...) inviava in "diretta" sulla
Rete le immagini delle Miss.
Purtroppo, come scrissi nella lettera
di smentita inviata ai giornali, l'unico
cuore che Miss Italia poteva avere
scaldato, e si quello sarebbe stato un
fatto da prima pagina mondiale, era di
un VAX 3800 della Digital, unico abi¬
tante della Base a rimanere "vivo" nei
mesi invernali! I lettori più attenti di
MC si ricorderanno di un mio articolo
del '93 sulla base robotizzata in Antar¬
tide, dove il suddetto (ed un po' spor¬
caccione evidentemente...) VAX 3800
provvedeva al controllo dei motori che
gli fornivano la corrente, alla acquisi¬
zione dei dati e al mantenimento dei
sottosistemi ingegneristici ed informa¬
tici (telefono satellitare, apparati di co¬
municazione. archiviazione dati) che
fanno della base italiana al Polo Sud
nei mesi invernali una capsula automa¬
tizzata "quasi viva". La prima cosa che
ho fatto è stata di sgridare il VAX. che
a spese dei contribuenti inviava della
posta elettronica a Miss Italia... ma in
realtà il poverino ha dimostrato che
non c'entrava nulla Semplicemente
da uno dei computer di VOL era arriva¬
to un messaggio "a firma" della spedi¬
zione Italiana in Antartide, Chissà chi
aveva fatto in modo che arrivasse que¬
sta bella pubblicità gratuita all'uso di
Internet attraverso Miss Italia 7
Questo episodio ci ricorda come sia
facile alterare la configurazione del
proprio programma di posta elettroni¬
ca per figurare come qualcun altro In
effetti le informazioni sul mittente che
ricevete in un messaggio di posta elet¬
tronica hanno la stessa attendibilità di
quelle scritte sul retro della busta di
una lettera cartacea: sono da correlare
alla buona fede di chi scrive. Non mi
preoccuperei troppo di un messaggio
278
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
■nWMiiFifafi
hit /jroUKHi
Figura 1 - Il modulo per la richiesta dell'io digi¬
tale. Come potete vedere ho richiesto, con la
procedura automatica, un IO digitale per t
browser. Anche qui un po' di contusione, lo
posso usare per la posta a patto di includere il
mio e-mail nell'ID. Ma io proprio per Outlook
Express lo avevo chiestoli! Un contratto vero e
proprio, con il quale ho ottenuto il mio ID da
9,95 dollari.
della nonna, ma se ricevessi un mes¬
saggio dalla presidenza del consiglio
dei ministri non mi fiderei del mittente
ma forse, ed anche poco, solo della
carta intestata. Ed è questo il proble¬
ma della posta "virtuale": non esiste
la carta intestata e purtroppo molti
tendono a considerare l'e-mail più at¬
tendibile della posta cartacea II con¬
duttore della trasmissione, Fabrizio
Frizzi, mi disse successivamente che
non aveva affatto pensato che la lette¬
ra potesse essere falsa: ma certamen¬
te se l'avesse ricevuta per posta qual¬
che dubbio in più lo avrebbe avuto...
Figura 2 - Se tutto è
stato tatto corretta-
mente riceverete im¬
mediatamente un mes¬
saggio nella vostra ca¬
sella postale...
Check Vour Etnea
"3
- J
tOu Kart lucranti confMlM t ha anOO-ranr *1» ir* C-pi* IO 'ou arti pan**!*, toc* ve ar («M corroMrefaon
•#»•* tram ve***gn »** o*(vmat,on atout -amavrvj ,o^ C-ptM IO •*/ n*#«J io ”>e *rfcm»i.c* .1 tontosa to
Oow*o*d ano Wa* ,om Capi P IO
Ciuci vour intuì* far ari email (rum Variatori
’ha ami conrana mrrucnom rvi hot to ramava and nata! yo* Capta! IO tvm
o ita* —» » » **•
L’ID
digitale
La soluzione
ideale per evitare
che qualcuno si
spacci per voi nel¬
la posta elettroni-
ca è l'uso di un si¬
stema ben collaudato (in Internet si¬
gnifica alcuni mesi...) di certificazione
elettronica Disponibile direttamente
dal menu dei più usati programmi di
posta elettronica, sicuramente ben in¬
tegrato sia in Outlook Express di Mi¬
crosoft che in Netscape Mail e News,
l'uso dell’ID digitale (ossia di un identi¬
ficativo non falsificabile che certifica
l'identità del mittente) risolve in buona
parte questi problemi. Certo non sono
tutte rose e fiori, come sempre acca¬
de nel nostro mondo. Vediamo dun¬
que assieme alcune rose ed alcune
spine usando per questa "prova su
strada" Verisign (http://www verisi-
gn.com), uno dei maggiori fornitori del
servizio.
Il primo passo da compiere è quello
della richiesta di un proprio ID, e già
qui le cose non sono chiarissime. Se¬
lezionando "opzioni" dal menu stru¬
menti di Outlook Express, il program¬
ma di posta elettronica integrato in In-
« v# P— ì
4
TÉ
Import art Matte tuia Ihal you ara uWng I ha tanta computar Ih a you ut ad lo onrnH tot your Dio* al ID 'ha
potata >ay » va' >•> 9 ana>»<*4 Oumg ih# enroameni proemi muti match Ih# la, nchxlM n «ort P*pt« IO
tritar )«/ C -afta IO panano «ertfftcedon ruotar ,av*,. mah taraci ih# mxl Dumo» 10 to-atra* aro mia* «ota
0«pia<IO
iiu Dig*P IO MN >< ma* a» «ha conhrmauon tana) you tacanaó ho** vanttg/i
rat da#» l OipMai IO* Aliar you ih# i«*t tulio». yoa cani Va* a .« Da oatr.araO io you n*o nani ara, Do
noi •oiarrupl your tu virar uni* you gal a latponta
far dati 7 and a OUptal IO* Alt* y«u (alaci 'ha HI UT Dolio». gena-al 09 your Cwplat io •« la* a m lo t'va#
mavAat Do noi ntan\jpi ycur bruna- roM! you gai a > neon te
O Wnl IDPIN
Figura 3 - Dopo aver
ricevuto il messaggio
con II proprio FIN ci si
collega all'Indirizzo in¬
dicalo nel messaggio
e si inserisce il codice,
con copia & incolla
et era* • ***’ v»» * ,#-. o.
J,o^à
sa—
MCmìcrocomputer n. 181 - febbraio 1998
279
ìrd«„<.|ft-ra
(• 9— v # r— *
>• •*- J 3-ài.J V ^33^
Instai Votir Ogital ID
Vour OKital ID
Locali tv • Int*fr*t
Organuat.c* - v*tlSigr\. Ire
'.;■ -i'. __
I
>3r>c«ticr^i unit * Oig*ta* ID Class 1 Microsoft Full S«r.
tomver, Narr* - SfPC.IO OJUQH
fmatl «m
C-* IrtHv.o^
■
ro/ CiQital ID iva* u«r. ?»o«ar»i i*>x*«*fwil,
hisUillrttion ( 'oinph'lc
Contrai .««lem' .«* C> 9 «« lutti
4 «Mi -Otfad «UC tnMffOM
ft you art Uotloo* luprett u*ar to -la IM ID •*" C'.lloi* «-«»•»• ria*
'•ta |.*ja *Mfta' ara •« wra rr*iia£ai *-^da* ’Crt^finq »»J tur*mj Ma* *•« ^
•*• Calcica '«p<» '■»« ••« p*>a *» -era o» *o- lo irta M(t«l
>»*Ma*i "ora «eoo* uya IC tuM4 aaae^e» :a.)
•a- «■" a*c ** »-* -ora ID* and -arrVy t>. csc»*ng ori th# M 0-.4
Ci»>m i>» Tritali" Wl<r to aitull
•OTAU I
-' il
4"-
2 a*~—
4
Figura 4 - II quarto passo, l'ID viene generato e
può essere installalo sul proprio computer, il
lutto direttamente dal sito. Come vedete dall'in¬
dirizzo, le transazioni sono latte con II protocollo
HTTPS, cioè il “secure http", citrato per evitare
possibili "catture" di codici.
temei Explorer di Microsoft, appaiono
le solite cartelle, in Protezione si trova
il bottone Seleziona un ID digitale,
pessima, traduzione del concetto OT¬
TIENI un ID digitale!!!
In effetti continuo a sbagliarmi, ogni
volta che accedo al menu, ora che di
ID ne ho quattro, e voglio selezionarne
uno finisco su questo bottone, che ol¬
tre tutto mi attiva il collegamento In-
ternet per accedere ad un a pagina,
| 1
_
gio%20Pillon&em-i | |
dove prende le informazioni sul mio
ID E qui arriva la prima fonte di confu¬
sione "Grazie a un'offerta speciale di
VeriSign. gli utenti che utilizzano Mi¬
crosoft Internet Explorer 4.0 possono
ottenere gratuitamente un ID digitale
personale, che altri utenti e provider di
servizi in linea potranno utilizzare per
verificare l'identità del mittente" recita
il sito Microsoft, ma non ho trovato
nessuna traccia dell'offerta sul sito
Verisign, per cui mi sono preso un ID
a 9.95 dollari ed uno gratuito, con due
diversi PC e due diversi indirizzi di po¬
sta elettronica. Vi farò sapere se dopo
i 60 giorni di prova gratuiti che Verisi-
gn offre uno dei due verrà disattiva¬
to Potrete anche scoprirlo da soli.
anzi è molto meglio: dalla rubrica di
Outlook Express, connessi alla rete,
selezionate TROVA Tra i servizi possi¬
bili scegliete Verisign. e cercate Ser¬
gio Pillon. Troverete i miei ID, con
possibilità di inserire nell'agenda le
mie informazioni pubbliche, e la parte
"pubblica” del mio ID Potremmo a
quel punto, se avete anche voi un vo¬
stro ID scambiarci messaggi cifrati.
La firma elettronica
deH’e-mail
Quello che abbiamo fatto in questo
momento è ottenere da una "autorità
di certificazione", in questo esempio
Verisign, un identificativo digitale. Il
280
Figura 5 - L'Installazione 6 siala completala e
da questo momento posso usare l'IP Certo il
lutto ha nchiesto un po' di tempo ed una buona
conoscenza dell'inglese, non mi risultano ver¬
sioni in lingua nazionale... purtroppo.
procedimento in realtà va fatto proprio
in linea, in modo che si riceva diretta¬
mente nella propria casella postale il
messaggio di Verisign con il codice
personale, con il quale dal sito WlA/l/V
ottenere l'ID, che viene direttamente
"Inserito" nel programma di posta
elettronica ed anche nel Browser In¬
fatti ora quell'identificativo è disponibi¬
le anche mentre si naviga sulla Rete,
per "autenticare" il nostro indirizzo
elettronico
Ma attenzione: un messaggio con la
firma digitale non identifica chi sta in¬
viando il messaggio ma certifica sola¬
mente che la persona che scrive
dall'indirizzo, ad esempio
Pillon@mclmk.it, è il legittimo proprie¬
tario dell'indirizzo * 1 La responsabilità
dell'identificazione del proprietario di
un indirizzo di posta elettronica è un
altro paio di maniche, si tratta quindi di
una firma che certifica l'indirizzo, non
la persona.
Le informazioni che si ottengono sui
"proprietari” di
_ identificativo digi-
Figura 6 - La prova del
funzionamento per II
browser. Se funziona,
l'installazione é stata
fatta con successo.
tale sono ad asso¬
luta discrezione di
chi ha richiesto
l'ID. Per chiarire
meglio il concetto,
se all'indirizzo di
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
riPJhn.f--lfr<a
Hiiionigmciink.ij avessi assegnato Bru-
ce Wayne, alias Batman. Gotham City,
USA, esso sarebbe stato accettato lo
stesso, Questo concetto va benissimo
con la legislazione anglosassone, per
cui non è quasi neppure un reato usa¬
re un altro nome tanto è la persona
"fisica" che deve essere raggiunta
dalla citazione (vi ricordate quelli che
scappano inseguiti dall'ufficiale giudi¬
ziario che li deve toccare con il foglio
perché sia valida la citazione?), ma as¬
solutamente estraneo al nostro modo
di pensare; in Italia è la nostra carta
d'identità ad essere processata, non
noi; noi "serviamo" solo dopo, alla fi¬
ne, per pagare le multe o per andare
in prigione.
Attenzione dunque, l'identificativo
digitale della posta elettronica è un
concetto di identificazione molto an¬
glosassone e poco latino.
Figura 7 - Il primo mes¬
saggio di prova inviate-
velo da soli: seleziona¬
le nel messaggio “inse¬
risci firma digitale" e
dovreste vedere questa
pagina iniziale Natural¬
mente si può richiede¬
re di non vederla ogni
volta. La coccarda
nell'angolo permette di
leggere le Informazioni
dell'ID ed anche di in¬
serirlo nella rubrica
personale. Un trucco:
se non vi siete Inseriti
nella rubrica non pote¬
te inviare messaggi ci¬
frati, perché il sistema
non vi conosce .
Q Mossalo con fama agita» dot romeni*
I massaggi 0 posta eletti or «ca fumati consentono <* venficaie l'autenticità
dot messaggi dei t messaggio proviene dal mittente «vacato e cne non
e stato alterato durante M trasfenmento I messaggi di posta «totlronKa
temati sono Wentitcaoti dall'icona deaa posta temala
E ventila* peoMetni con un messaggo ternato venerino descntti e, IXI
Messaggosida protenone siKcessno a «aiesto Se si venficano ptowemi
e possa-io cne e messaggo sia stato anelato o cne non provenisse dal
flettente «vacato
La posta cifrata
Si sente dire spesso che la posta
elettronica non è sicura, che i mes¬
saggi possono essere intercettati, che
è più facile leggere un messaggio di
posta elettronica che un messaggio
cartaceo e via dicendo. Questo è pro¬
babilmente vero, ma bisogna vedere
la cosa con un po' di ragionevolezza:
dipende da cosa vogliamo fare con la
posta elettronica!
Lo scherzo viene "stoppato" dalla
firma digitale, ma l'invio di una strate¬
gia di marketing o semplicemente la
posta elettronica in una rete aziendale
possono essere molto appetitose an¬
che per aziende concorrenti. Un uso
"serio" di Internet anche in una picco¬
la impresa deve iniziare a considerare
l'ipotesi di scambiarsi messaggi cifra¬
ti.
I metodi usati sono molti, Corrado
Giustozzi ne ha parlato in passato più
volte e non mancherà di riparlarne in
futuro, per ora assumiamo semplice-
mente un concetto: il messaggio ci¬
frato è un messaggio che non può es¬
sere letto da altri che il legittimo de¬
stinatario, o da qualcuno che ha “ru¬
bato" la sua chiave. E' come mettere
il messaggio in una cassaforte virtuale
di cui esistono solo due chiavi, la no¬
stra e quella del destinatario.
Ovviamente perché la cosa funzioni
dobbiamo avere la nostra chiave pri¬
vata e quella pubblica del destinatario,
che si può ottenere semplicemente
cercandola su una autorità di certifica¬
zione o richiedendola direttamente al
nostro interlocutore.
Con Outlook Express ad esempio
basta aver ricevuto un messaggio con
firma digitale per poter aggiungere al¬
la rubrica l'ID digitale del mittente e
quindi poter cifrare i messaggi a lui di¬
retti, Non avrebbe senso farlo senza
disporre della sua firma, sarebbe co¬
me mettere i messaggi in una cas¬
saforte che neppure noi potremmo
riaprire!
La gestione dell’ID
digitale
Non basta aver ottenuto un ID, digi¬
tale, occorre anche poterlo gestire.
Già immagino le domande: "io uso va¬
ri PC, posso portarlo su un altro com¬
puter?" oppure "Che succede se mi si
rovina il file sul disco rigido?" e via di¬
cendo.
Innanzi tutto una prima caratteristica
dell’ID digitale è la "esportabilità" del
Figura 8 - Se non
rifirmate un mes¬
saggio dopo averlo
corretto succede
questo! Vedete an¬
che quanti controlli
vengono latti sul
messaggio..
o a di - • oi -
3t*'OW$u»to
10 digitala di Arma itti nonni»
l'iC a>g<ta>e non e scaduto
11 mmento e rio gioitala nanno io nmt mdinrao di poata
elettronica
l iD digitale non » alato revocato
L'IO digitale non presenta altri problemi
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
281
TrrJ.-j.iMto.i
/ '
m ^ — m
258J5
f xx&n/T",
Requesl a Replacement For Your Digital
ID
* Ut y— I- •— s» MTi •
• •tt'O+da'mt—itjèmr
T« à ih*»
!*••«*■*»•
V «• m« kjM Ut Mt«< mM M r— *■>« E' umimU.lt t<i Ym tm
*• *«4 ff.• «. ® — U> >**-«4 M'aulì fetit-..
C«Mir)l*M|v^Ì^-OM.t dA l
»« !•««• •»«••»• i #*U‘.i
I I »0..l.fc.b.«Ub-
Figura 9 - Ecco il mo¬
dulo per ottenere la so¬
stituzione dell'ID digita¬
le. semplice ed imme¬
diato. Magan fosse cosi
con le carte di credi¬
to...
SI
codice, nel senso che dal programma
di posta elettronica o dal Browser si
può selezionare "esporta ID digitale",
per consentire di inviare l'ID ad altri
utenti o ad altri programmi. Viene
chiesto il nome di un (ile e la pas¬
sword per cifrarlo, e viene generato
un file che può essere tranquillamen¬
te salvato su un dischetto ed usato su
un altro computer con l'opzione inver¬
sa "importa ID digitale".
In effetti io ho vari account di posta
elettronica che Outlook Express gesti¬
sce, e ad ognuno è assegnato un ID
digitale. Lui (Outlook) per inviare la
posta usa l’account "predefinito" ed
è quindi di quello che mette l'indirizzo
di risposta ed anche l'ID. Per inviare
con un altro indirizzo si "predefimsce"
un altro account... et voila! Semplice
ma... non completamente efficace.
Durate le varie prove qualcosa è suc¬
cesso, ed il programma non era più in
grado di usare il mio vecchio identifi¬
cativo: valido, esistente, ma non lo
potevo importare perché esisteva già.
non lo potevo esportare perché non
valido e neppure eliminare (a proposi¬
to, non sono riuscito a trovare l'opzio¬
ne "elimina ID digitale"!) Insomma
sono stato costretto a revocare l'ID
dal sito Verisign e farmene assegnare
uno nuovo, come aver denunciato lo
smarrimento della carta di credito
chiedendone una nuova, con un altro
numero II tutto per fortuna richiede
pochi minuti, ed ora sul sito della Veri¬
sign trovate un mio ID revocato (viene
mantenuto per motivi "storici") ed
uno valido.
Il tutto è possibile farlo grazie ad
una "challenge phrase”, insomma
una password un po' più lunga, che vi
fa riconoscere sul sito Verisign come
veri titolari dei diritti su quell'identifi-
cativo. Attenzione quindi, quando vi
viene richiesta la passphrase usatene
una che ricorderete nei secoli, potre¬
ste averne bisogno dopo mesi per
operare sul vostro account. Quelle
che vi vengono in mente al volo tipo
"che noia le password" si dimentica¬
no in fretta e rendono la vita compli¬
cata.
Insomma, come legittimi proprietari
dell'ID possiamo revocarlo, chiederne
una copia, il tutto in pochi minuti.
L'unico problema è che ora ne ho due
allo stesso indirizzo, uno revocato ed
uno attivo... A proposito, mi dicono i
bene informati che la versione attuale
di Outlook Express non fa un control¬
lo in linea se l'ID è valido quando rice¬
ve il messaggio, ma le nuove lo faran¬
no. Debbo dire che non ho potuto
controllare ma mi sembra abbastanza
ovvio che lo debba fare: probabilmen¬
te se non lo fa ora lo farà la versione
che sarà in giro quando leggerete l'ar¬
ticolo.
L’ID digitale nel
browser
L'uso del sistema descritto per otte¬
nere un ID lo inserisce anche nel
browser. in questo caso in Internet
Explorer. Il motivo è ovvio: spesso vie¬
ne chiesta un'identificazione dell'indi¬
rizzo di posta elettronica quando si
fanno delle transazioni, ma anche
semplicemente per iscriversi nelle
mailing list. È fin troppo facile iscrivere
amici o nemici a mailing list. l'uso di
un ID che certifichi l'indirizzo rende il
processo molto piu sicuro.
Ma anche nelle Intranet o in siti con
"personalizzazioni" l'uso dell'ID digita¬
le può semplificare la vita. Invece del
solito (scomodo) uso di username e
password, avere nel proprio browser
un ID digitale "completo" permette di
accedere ai propri dati in modo molto
più semplice e sicuro Attualmente
questo metodo è poco diffuso sul
Web e non sono molti t siti che lo sup¬
portano, ma probabilmente l'identifica¬
zione attraverso il browser diventerà
sempre più richiesta, evitando la pro¬
cedura di password eccetera.
Sicuramente un procedimento che
semplifichi la navigazione sicura sulla
Rete è auspicabile, ma alle volte non
si vuole proprio essere identificati: ci
mancherebbe solo che ogni volta che
ci fermiamo a guardare la vetrina di un
negozio qualcuno ci chiedesse i docu¬
menti! Ecco che quindi si tratta di una
tecnologia "delicata", di cui è impor¬
tante semplificare la gestione ma an¬
che rendere difficile un uso improprio.
Non ho approfondito l'argomento ma
attualmente, disponendo di più di un
ID digitale, quando sono andato in siti
di prova che lo utilizzavano mi è stato
sempre chiesto "quale vuoi inviare?",
mentre avrei preferito che mi si chie¬
desse "Il sito ha richiesto il tuo ID di¬
gitale, vuoi inviarlo?".
Conclusioni
Quasi solo vantaggi: è economico
(9,95 dollari), semplice, utile. Il possi¬
bile problema è forse proprio alla radi¬
ce. l'autorità di certificazione. Chi la
garantisce? Chi mi assicura che non
userà i miei dati per inserirli in milioni
di mailing list di ogni genere? Dove
sarà tra un anno? Che diritti ho? Che
valore ha un mio messaggio con la fir¬
ma digitale con un certificato di Verisi¬
gn o della Pizza e Fichi Corp.?
Una strada interessante, da esplora¬
re e che sicuramente è nel futuro im¬
mediato. E soprattutto è ora che fac¬
ciate qualche prova anche voi!
MS
282
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
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e r in linea.
a cura di Corrado Giustozzi
Dynamic HTML (II)
La struttura ad oggetti ha permesso ad un numero sempre maggiore di
persone di avvicinarsi alla programmazione, campo di esclusiva pertinenza,
sino a poco tempo fa, di un’eletta schiera di specialisti. Certo bisogna sempre
applicarsi, studiare la materia ed accumulare notevole esperienza, ma è
anche vero che oggi programmare è più facile rispetto ad alcuni anni fa,
almeno limitatamente ad alcuni settori. Internet è uno di questi. Anche se le
cose si sono complicate da quando utilizzavamo il solo HTML, l’utilizzo della
programmazione ad oggetti sul Web consente anche a semplici appassionati
di realizzare con un impegno prima impensabile pagine ed effetti di sicuro
impatto. Insomma se volete realizzare pagine in Dynamic HTML non dovrete
rinunciare né alla partita di calcetto né alla cena con gli amici.
di Giuliano Boschi
Nello scorso numero abbiamo visto le
potenzialità e le modalità di utilizzo del
Dynamic HTML. Esaminiamo ora più in
profondità la struttura di un documento
realizzato con questa tecnologia e le
procedure che rendono possibile la sua
effettiva realizzazione. Per i motivi già
spiegati, in questa trattazione faccio ri¬
ferimento al Dynamic HTML utilizzato
da Internet Explorer 4.0 della Microsoft,
spesso incompatibile con quello propo¬
sto dalla Netscape, ma sicuramente più
potente e più "Dynamic".
Il punto di forza del Dynamic HTML è
l'utilizzo della tecnologia Document
Object Model (DOM) che permette di
identificare gli elementi di una pagina
come oggetti programmabili. In effetti
questo tipo di struttura è stata imple¬
mentata nei browser già a partire da
Netscape Navigator 2.0. Un esempio
può essere l’utilizzo dei FRAME. Ogni
FRAME viene elaborato dal browser se¬
paratamente e a prescindere dagli altri
FRAME. Con questo tipo di utilizzo, di
per sé molto semplice, non è necessa¬
rio sapere dell'esistenza della tecnolo¬
gia DOM, il browser risolve per noi ogni
problema interpretando correttamente
ciò che gli chiediamo di mostrare.
Con il Dynamic HTML questo concet¬
to viene ampliato ed applicato ad ogni
singola parte del documento è quindi
ora necessario prendere coscienza del
DOM per poterlo sfruttare in ogni suo
aspetto, sino a creare effetti e situazioni
perfettamente
concordanti con
quelle che sono le
nostre aspettative
In pratica il DOM e
l'interfaccia tra il
documento che
Figura I - Ecco un uti¬
lizzo Involo e divellen¬
te del Dynamic HTML
Il pulsante che con¬
sente di entrare sul
proprio sito è un pul¬
sante normale Se cer¬
cate di cliccare sul
bottone che vi per
mette di visitare il sito
del vostro concorrente
vedrete il pulsante
sfuggirvi da sotto il
mouse senza riuscire
a cuccarlo
284
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
noi realizziamo e le routine che il brow-
ser utilizza per far si che sul nostro mo¬
nitor sia visualizzato l'effetto desidera¬
to Per realizzare questa comunicazione
il DOM utilizza oggetti, metodi, pro¬
prietà ed eventi. Vediamo di cosa si
tratta.
Gli elementi del DOM
Gli oggetti sono alla base delle più
moderne tecniche di programmazione.
Si tratta di contenitori che consentono
di realizzare delle funzioni a seconda del
metodo utilizzato. Non abbiamo bisogno
di conoscere o di saper programmare
un oggetto, tutte le routine necessarie
sono già implementate nel software
che ne permette l'utilizzo (come ad
esempio un browser). Come esempio
possiamo utilizzare un videoregistratore,
inseriamo l'oggetto cassetta, vediamo
un film, ma fisicamente non osserviamo
le testine che scorrono sul nastro né è
necessario sapere che accade ciò per
gustare comodamente seduti in poltro¬
na il nostro film preferito.
I metodi ci consentono di compiere
azione sugli oggetti in modo semplice
e preciso. Rifacendoci all'esempio pre¬
cedente possiamo dire che il metodo
per registrare una videocassetta è sem¬
plicemente quello di spingere il pulsan¬
te record. Il videoregistratore sa già co¬
sa fare e ancora una volta non abbiamo
bisogno di conoscere l'effettiva tecno¬
logia che c'è dietro il compimento di
questa azione. In parole semplici pos¬
siamo dire che il metodo è il modo di
dire a un oggetto cosa fare
Gli eventi sono invece il sistema che
utilizziamo per dire ad un oggetto come
comportarsi nel momento che si com¬
pie una determinata azione. Ad esem¬
pio il nostro solito videoregistratore sa
che quando si verifica l’evento di fine
nastro deve fermarsi, espellere la cas¬
setta e segnalare sul display lo stato di
stop
Le proprietà indicano valori o settaggi
specifici di un oggetto. Tali valori o set¬
taggi possono essere modificabili
(read/write) o fissi (read-only). Utilizzan¬
do ancora una videocassetta come
esempio possiamo dire che un valore
fisso può essere la sua durata (la lun¬
ghezza del nastro e quella e non abbia¬
mo modo di modificarla), un valore
read/write è la linguella di protezione
dalla scrittura che possiamo o meno ri¬
muovere.
Fìguia 2 ■ In questo ca¬
so il Dynamic HTML
viene utilizzato per rea¬
lizzare un puzzle Pote¬
te muovere ogni tas¬
sello e posizionarlo nel
punto Che ritenete op¬
portuno, oppure potere
far ruotare il pezzo sino
ad ottenere il giusto
orientamento
Parentele
{* IMfca tv—,, v, (SMI J
Movf fcjr rttrklng utd «bagging. Ifoubl» «U«k ••« « (• »•»•«* ir
3
il
m
■
■
aTJI
© 1*
■
B i r b fe.
■
Particolare im¬
portanza assume il
concetto di paren¬
tela tra oggetti, o
comunque tra ele¬
menti della pro¬
grammazione. Abbiamo cosi elementi
"padri" e elementi "figli". Ciò è impor¬
tante perché possiamo inserire dei co¬
mandi che influenzano un solo elemen¬
to, o comandi che agiscono su tutti gli
elementi figli. Vediamo un esempio.
Ipotizziamo una pagina con dei frame. Il
primo frame può essere indicato con
l'espressione window. frames (0). La pa¬
rola window indica il primo elemento
della gerarchia, la nostra finestra video.
Questa finestra video, essendo obbliga¬
toriamente presente (altrimenti non sa¬
rebbe possibile visualizzare nulla sul
monitor) è sempre l'elemento primario
della gerarchia ed è essa stessa un og¬
getto. Il comando frames (0) indica uno
dei frame presenti nella pagina. Se ce
ne fossero tre gli altri sarebbero indicati
dai comandi window.frames (1) e win¬
dow.frames (2). Se adesso vogliamo in-
senre un comando che agisca sugli ele¬
menti direttamente figli del frames (0)
dobbiamo utilizzare il comando pa-
rent. window. frames 101. Se vogliamo in¬
fluenzare gli elementi figli dei figli del
frame allora la sintassi è parent.pa-
rent.window. frames (01 e cosi via.
L’oggetto window
Abbiamo detto che l'oggetto window
è il primo nella gerarchia degli elementi
Nel box 1 potete vedere le proprietà
che possono essere correlate al coman¬
do window. Le proprietà vengono indi¬
cate inserendole prima della parola win¬
dow. Ad esempio in parent.window pa-
rent è una proprietà di window.
Per compiere azioni sugli oggetti uti¬
lizziamo i metodi. Un elenco dei metodi
Box 1
Proprietà
parent
self
top
name
Elenco delle proprietà correlate al comando window.
Descrizione
Indica la finestra padre della finestra corrente
Indica la finestre corrente
Indica la finestra con la gerarchia più alta
Indica il nome della finestra
opener
closed
status
defaultStatus
returnValue
document
event
history
location
navigator
screen
Indica la finestra che ha creato la finestra corrent
Indica se una finestra è chiusa
Indica il testo mostrato nella barra di stato del browser
Indica il testo di default della barra di stato del browser
Consente di riconoscere un valore di ritorno specificato
Riferimento a un oggetto documento
Riferimento a un evento
Riferimento alla history di un oggetto
Riferimento alla location di un oggetto
Riferimento alla finestra di navigazione in cui si trova un oggetto
Riferimento allo schermo completo in cui si trova un oggetto
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
285
Box 2
Elenco dei metodi correlati al comando window.
applicabili all'oggetto window è presen¬
te nel box 2 I metodi vengono indicati
inserendoli dopo la parola window. Se
ad esempio vogliamo aprire una nuova
finestra del nostro browser basterà
semplicemente il comando
wmdow.open "pippo.htm" e la finestra
sarà attivata caricando al suo interno la
pagina pippo.htm.
L'oggetto window ha anche eventi
specifici che potete trovare nel box 3
La sintassi per il loro utilizzo è del tipo
window_onscroll().
L’oggetto window
e gli oggetti sussidiari
L'oggetto window ha anche alcuni
oggetti definiti sussidiari: history, navi-
gator, location, event e screen.
L'oggetto history contiene le informa¬
zioni riguardo le URL che sono state vi¬
sitate prima di arrivare alla pagina attiva
in quel momento nel browser. Queste
informazioni sono immagazzinate nella
"history list". Ciò permette, qualora si
rendesse necessario, di saltare veloce¬
mente da una pagina ad un'altra tra
quelle già visitate. History ha una pro¬
prietà lenght. L'uso di questa proprietà
ha come risultato un numero corrispon¬
dente al numero di URL presenti nella
history list. History ha anche tre metodi
back che consente di caricare la pagina
precedentemente visitata, forward che
carica invece la pagina seguente e go
numero che consente di caricare la URL
che si trova nella history list nella posi-
INSTANT
JE4 Dynamic
HTML
Programmar '»
Hcferrm-e
. M —» » •• IH. Or— MIMI
Alo Homi ooi Ora UIIom
Metodi
Descrizione
open
Apre una nuova finestra del browser
dose
Chiude la finestra corrente del browser
showHelp
Mostra una finestra HTML di aiuto in modalità dialog
showModalDialog
Apre una nuova finestra del browser in modalità dialog
alert
Mostra un messaggio di attenzione in modalità dialog e un pulsante di OK
prompt
Mostra una finestra in modalità dialog in cui inserire un testo
confirm
Mostra una finestra in modalità dialog con due pulsante di OK e CANCEL
navigate
Carica un'altra pagina
blur
Rende attiva la finestra successiva (come tasto tab)
focus
Rende attiva la finestra in cui è presente il codice che si sta eia botando
scroti
Scorre la finestra sino ad una specifica coordinata x, y
setlnterval
Consente di eseguire una routine ogni specifico numero di millisecondi
setTimeout
Consente di eseguire una routine uno specifico numero di milli
secondi dopo che è stata caricata la pagina
clearlnterval
Cancella il comando setlnterval
clearTimeout
Cancella il comando setTimeout
execScript
Esegue uno script II linguaggio di default è JavaScript
Box 3 Elenco degli eventi che possono essere correlati al comando window.
Eventi
Descrizione
onblur
onfocus
onhelp
onresize
onscroll
onerror
onbeforeunload
onload
onunload
Si realizza quando una finestra non è piu attiva
Si realizza quando una finestra diventa attiva
Si realizza quando un utente preme FI o il tasto help
Si realizza quando l'elemento o l'oggetto è ridimensionato dall'utente
Si realizza quando l'utente scorre una pagina o un elemento
Si realizza quando si ha un errore di caricamento di un documento o di
un'immagine
Si realizza prima che la pagina sia scaricata permettendo un controllo
sull'immagazzinamento dei dati
Si realizza nell'istante che una pagina è stata totalmente scaricata
Si realizza prima che la pagina inizi ad essere scaricata
zione indicato dal numero. La sintassi è
history go 3. Si può omettere window
perché è il valore di default.
L'oggetto navigator (da non confon¬
dere con il nome del browser della Net¬
scape) consente di avere informazioni
sul browser utilizzato. Navigator ha cin¬
que proprietà:
appCodeName.
che identifica il
nome codificato
del browser, ap-
Figura 3 - Se desidera¬
le approfondire le te¬
matiche proposte dal
Dynamic HTML vi con¬
siglio l'acquisto di un li¬
bro specializzato Ne
esistono molti, quasi
tutu validi lo utilizzo
quello presentato nella
hgura, mi è stato di
grande aiuto anche per
scnvere questo articolo
pName. che rilascia il nome del brow¬
ser, appVersion, che consente di cono¬
scere la versione del browser utilizzato,
cookieEnable, che ci permette di sape¬
re se l'utente ha o meno abilitato sul
browser l'utilizzo dei cookie e userA-
gent che rilascia una stringa con indica¬
to lo "user agent". Ad esempio Internet
Explorer 3.0 rilascia questo messaggio:
"Mozilla/2.0 (compatible, MSIE 3.0A,
Windows 95). Navigator consente an¬
che l'utilizzo di alcune collezioni . Le col-
Dynamic HTML
Figura 4 - La Microsoft
punta molto sul Dyna¬
mic HTML Sul suo si¬
to potete trovare molte
pagine ricche di conte¬
nuti e di esempi
Dynamic HTML OverView
IMI. Wtl<M S«plOTto< ». 1WT
ir* «CHI*» n br»t >OV?'’» |rrt«m*t («Ww « 0 I»
roi/r* uir-} inimrmi (•**»•> « 0. C*e* IH* haaOngt b*Ao- le ••pand ««eh
wcton I» rOM'r» ttwt -«eh >*Mi vmxront o» Irwecn* E<Morar et
•PO*» e zarvì+a 0» 4»'**
BHMltillUtl
Introduci ioti
■ Mal Oootivo Commi lo» ari inrnwMm Hutf I «portone*
Ih* I 4 vao»I w«y In HM* l'aifot litf*f«clivo
286
MCmicrocomputer n. 181 * febbraio 1998
lezioni sono pa¬
ragonabili agli
array di alcuni
linguaggi di
programmazio¬
ne dove vari
oggetti sono
raggruppati in
strutture e le¬
gati agli altri
oggetti vicini. Un esempio possono es¬
sere i trame di una schermata video.
L'insieme dei trame può creare una
collezione. Le collezioni legate all'og¬
getto navigator sono: mimeTypes che
è la collezione di tutti i documenti e tipi
di file supportati dal browser e plugins
che è la collezione di tutti gli oggetti
<embed> presenti nella pagina. I me¬
todi utilizzati dall'oggetto navigator so¬
no: taintEnabled che consente di verifi¬
care la compatibilità di un certo coman¬
do con il browser
Netscape Naviga¬
tor e javaEnabled,
che indica se
l'utente ha abilita¬
to o meno sul
suo computer
l'esecuzione di
codici Java.
L'oggetto location consente di acqui¬
sire informazioni legate alla URL della
pagina attiva. Le sue proprietà sono:
href, hash, host, hostname, pathname,
port, protocol, search. Href rilascia l'in¬
dirizzo della URL come stringa. Hash,
qualora esista, rilascia la parte della
URL contenuta dopo il simbolo #. Host
rilascia il nome dell'host seguito dalla
porta (es. iwww.mie rosott.com: bui I
Hostname rilascia il solo nome dell'host
(es. iwww microsott.comTl Pathname ri¬
lascia la parte di URL che segue il terzo
slash (es. per http://www.micro-
soft.com/italy il risultato è italy). Port
rilascia il numero della porta della URL
(es. 80). Protocol rilascia la parte iniziale
indicante il protocollo di comunicazione
utilizzato (es. per http://www.micro-
soft.com il risultato è http:) Search,
qualora esista, rilascia la parte della
URL contenuta dopo il simbolo ?. Si
possono utilizzare queste proprietà ad
esempio per mostrare una pagina diver¬
sa da quella attualmente attiva nella fi¬
nestra del browser con il comando win-
dow.location.href = http://www.mi-
crosoft.com.
L'oggetto location supporta anche i
metodi assign, che consente di caricare
un'altra pagina (equivalente a
window.location.href), reload che ricari¬
ca la pagina corrente e replace che cari¬
ca una pagina e la sostituisce a quella
presente a video nella history list.
L'oggetto event (da non confondere
Elenco delle proprietà correlate all'oggetto event.
Proprietà _ Descrizione _
x Posizione orizzontale del puntatore del mouse in pixel
y Posizione verticale del puntatore del mouse in pixel
clientX Rilascia la coordinata x dell'elemento escluso bordi, margini, scrollbar, ecc.
clientY Rilascia la coordinata y dell’elemento escluso bordi, margini, scrollbar, ecc.
offsetX Rilascia la coordinata x del puntatore del mouse quando si verifica un
evento relativamente alla finestra in cui si verifica l'evento
offsetY Rilascia la coordinata y del puntatore del mouse quando si verifica un
evento relativamente alla finestra in cui si verifica l'evento
screenX Rilascia la coordinata x del puntatore del mouse quando si verifica un
evento in relazione a tutto lo schermo
screenY Rilascia la coordinata y del puntatore del mouse quando si verifica un
evento in relazione a tutto lo schermo
button Verifica la pressione del pulsante del mouse
altKey Verifica la pressione del tasto ALT
ctrIKey Verifica la pressione del tasto CTRL
shiftKey Verifica la pressione del tasto SHIFT
keyCode Rilascia il codice ASCII di un tasto premuto Tale valore può essere mo
dificato
reason Indica se un trasferimento di dati a un elemento è riuscito o meno
type Rilascia il nome dell’evento sotto forma di stringa senza il prefisso on
(es. click invece di onclick)
fromElement Verifica se si realizza un evento di onmouseover o onmouseout quando
il puntatore del mouse lascia l'elemento
toElement Verifica se si realizza un evento di onmouseover o onmouseout quando
il puntatore del mouse raggiunge l'elemento
srcElement Indica l'elemento più lontano nella gerarchia che ha utilizzato uno specifi
co evento
cancelBubble Può essere settato per prevenire che la gerarchia dell'evento corrente
venga modificata
Figura 5 - Non c'é nulla di
più huslrante che trovare
delle foro statiche da in¬
serire in un articolo che
parla di dinamicità. Veni¬
temi in aiuto ed andate di
persona a vedere i movi¬
menti delle immagini in
questo sito all'indirizzo
Ir. iv w e fi i - 'il fi nidi
conVspint.html.
Figura 6 - Anche i
computer hanno una
carta d'identità Non
è necessario essere
vigili urbani per po¬
terla visionare, basta
un codice Dynamic
HTML che lo consen¬
ta.
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
287
Box 5
con i più volte citati eventi) permet¬
te di acquisire notizie su tutti ciò
che riguarda eventi generati dal
browser. Viste le molte proprietà
dell'oggetto event vi consiglio di
guardare il box 4 prima di continua¬
re nella lettura.
L'oggetto screen consente di
avere informazioni sulla risoluzione
del monitor e sui settaggi video uti¬
lizzati dall'utente. Le sue proprietà
sono: width, height, bufferDepth,
colorDepth e updatelnterval. Width
consente di conoscere la larghezza
in pixel della risoluzione video im¬
postata dall'utente. Stessa cosa
per height, ma riferita all'altezza.
BufferDepth indica la presenza di
un bitmap buffer. ColorDepth ci
informa sul modo di utilizzo dei co¬
lori nella pagina. Updatelnterval,
infine, consente di settare l'update
rate dello schermo.
<html>
<head><title> Browser Information </title></head>
<style>
< !—
HI (font-family:"Arial"; Eont-size:16; color:blue)
H2 {font-family:"Arial"; font-size:10)
{font-family:"Arial"; font-size:14)
—>
«/style»
<body BGCOLOR="#FFCOAO">
<hl>
<img SRC= "binocs.gif* HSPACE="5" ALIGN="MIDDLE" WIDTH="33" HEIGHT="29">
Looking at your Browser
</hl>
<script
< ! —
LANGUAGE="VBSCRIPT">
Ed ora un esempio
Quello che leggete in questo arti¬
colo non vuole e non può essere
un trattato di Dynamic HTML II
mio intento è quello illustrare le po¬
tenzialità e le possibilità di questo
strumento. Se desiderate ap¬
profondire l'argomento vi consiglio
di acquistare un libro specifico che
tratti di Dynamic HTML. Personal¬
mente ho utilizzato l'ottimo "In-
stant IE4 Dynamic HTML " (vedi fi¬
gura 3) di Halex Homer e Chris Ull-
man edito dalla Wrox (ovviamente
in lingua inglese) Notizie sul libro
ed esempi sul Dynamic HTML, co¬
me quello che segue, li potete re¬
perire all'indirizzo http://www.ra-
pid.wrox.co.uk/books/0685 Non
è comunque il solo testo valido,
nelle librerie specializzate, reali o
virtuali che siano, potrete trovare
sicuramente il testo che fa per voi
L'esempio di figura 6 è realizzato
utilizzando il codice del box 5 Co¬
me potete vedere una pagina web
cosi realizzata permette di cono¬
scere tutti i dati relativi al computer
che viene utilizzato per visualizzar¬
la. In particolare evidenzia che io
sto utilizzando Netscape Navigator 4.0,
che ho abilitato le funzioni di cookie e
lava, che ho settato una risoluzione vi¬
deo di 800x600 e altro ancora. Il codice
utilizzato, che vi invito ad analizzare, so¬
prattutto nella sezione che permette la
cattura delle informazioni, è semplice e
di immediata intuizione.
Forse vi chiederete a cosa possano
Dim strlnfo
strlnfo = "<CENTERxTABLE WIDTH=100%>* _
& "<TR><TD>[window.) location.href</TD>" _
& “<TD><B>" & window.location.href & "</TD»«/TR»"
& -<TRxTD>history. length</TD>" _
Se “<TDxB>" & history. length & *</TDx/TR>" _
& “<TR><TD>navigator.appCodeName</TD>"
Se “<TDxB>" & navigator.appCodeName Se "< ,'TDx/TR>“
Se -<TRxTD>navigator. appName< ,’TD>" _
Se "<TDxB>" Se navigator.appName 4c "</TDx/TR>" _
& ”«TR»<TD»navigator.appVersion«/TD»" _
Se "<TDxB>" & navigator-appVersion Se "</TDx/TR>"
& "<TRxTD>navigator,cookieEnabled</TD>" _
Se "<TDxB>" & navigator.cookieEnabled & ■</TDx/TR>" _
& "<TR><TD»navigator.javaEnabled«/TD»" _
& “<TDxB>" Se navigator.javaEnabled Se -</TDx/TR>" _
Se -<TRxTD>navigator ,userAgent</TD>" _
Se "<TDxB>" & navigator.userAgent & "</TD></TR>" _
Se -<TRxTD>screen.width</TD>" _
& -<TDxB>" Se screen.width & -</TDx/TR>" _
Se “<TR><TD>screen.height</TD>" _
Se ”<TD><B>" Si screen.height Si “</TDx/TR>" _
Se "<TRxTD>screen.colorDepth</TD>" _
Se -<TDxB>" Si screen.colorDepth & "</TDx/TR»‘ _
& "<, , TABLExrCENTERxP>"
document.write strlnfo
Sub cmdBack_OnClick()
Dim intPlaces
Randomize
intPlaces = Cinti(Rndl) "
MsgBox "Trying to go back
history.back intPlaces
End Sub
31
- 1 )
intPlaces
places.•
Sub cmdForward_OnClick(I
Dim intPlaces
Randomize
intPlaces = Cinti(Rndl) • 3)
MsgBox "Trying to go forward
history.forward intPlaces
End Sub
1)
Si intPlaces
places.■
—>
«/script»
«input TYPE='button'
«input TYPE='button'
<h2>C1997 Wrox Press
«/body»
«/html»
VALUE="Go Back" NAME="cmdBack"»
VALUE="Go Forward" NAME="cmdForward">
Limited«/h2»
servire questo tipo di informazioni. Vi in¬
dico tre motivi per cui vale la pena di sa¬
pere il browser utilizzato dall'utente II
primo è quello di permettere al pro¬
gramma di indirizzare automaticamente,
ed in modo trasparente, l'utente verso
un sito progettato specificamente per
un tipo di browser, Certo questo ci co¬
stringe a realizzare più sui. ognuno adat¬
to ad un tipo diverso di browser, ma se
vogliamo catturare tutti i navigatori que¬
sta è la rotta da seguire. Un altro moti¬
vo è quello di sapere perché un dato
utente non riesce ad entrare nel sito.
Immaginate di avere dei trame. Chi uti¬
lizza Netscape Navigator 1.0 (vi assicuro
che ancora ce ne sono) non potrà mai
visitare il vostro sito. Voi potete realizza-
288
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
La rete è una severa maestra
Credo che anche chi non è un vero appassionato di basket ameri¬
cano, e io non lo sono, non può che restare affascinato dalle gesta
di Michael Jordan e compagni. Pochi eventi sportivi sono spetta¬
colari come quello a cui si assiste durante una delle partite del
campionato NBA (National Basketball Association) E se tanto mi
dà tanto, come sarà il sito Internet ufficiale dell'associazione cesti-
stica statunitense? Digitiamo nnp://www.nDa.corri sul nostro
browser per saperlo.
Devo dire che la prima impressione non è positiva. Abbagliato dalle
piroette, dalle schiacciate, dai recuperi di questi mostri dello sport,
mi aspettavo un sito decisamente spettacolare, pensavo di veder
uscire i fuochi d'artificio dal mio schermo Invece no- una Home
Page relativamente semplice, senza troppi fronzoli e forse anche
troppo ricca di contenuti Sicuramente il mio è un giudizio superfi¬
ciale perché la prima cosa da chiedersi è qual è e quale deve esse¬
re lo scopo del sito. Nel caso della NBA dobbiamo tenere presente
che si tratta dell'associazione che gestisce i campionati, non è il si¬
to di una squadra di basket! Il suo obiettivo è quello di un sito di
servizio, ricco di informazioni e contenuti, veloce nel caricamento e
che permetta un rapido raggiungimento della pagina e quindi
dell'informazione desiderata.
Vediamo di analizzare l'Home Page in ogni suo particolare. La parte
superiore della pagina, come potete vedere nella figura, è caratte¬
rizzata da una fascia blu di notevoli dimensioni che racchiude gli
elementi più importanti della pagina stessa. La prima cosa che no¬
to è che il nome dell'associazione è scritto si in testa alla pagina
stessa, ma con un carattere piccolo, cosa decisamente inconsueta.
Campeggia invece al centro della fascia, ma anche qui le dimensio¬
ni sono contenute, la scritta NBA.COM La scritta è preceduta dal
logo dell'NBA anche questo stranamente piccolo, cosi piccolo che
si farebbe fatica a riconoscerne i dettagli se non fosse ormai molto
conosciuto. Anche questa scelta è insolita, ma non perdente. Co¬
me ho detto la notorietà dell'associazione è ormai a livello mondia¬
le e il non voler entrare a tutti costi e in modo violento sui monitor
del suo vasto pubblico non può che fargli onore. Sotto la scritta
NBA.COM si trova una sfera, la cui parte superiore è composta da
un pallone di basket, la parte inferiore dal globo terrestre. La trova¬
ta. anche se non proprio originale, è decisamente buona Non rap¬
presenta, almeno credo, il fatto che nella NBA si giochi il miglior
basket del mondo, cosa tra l'altro sicuramente vera, ma il fatto che
è l'NBA che si presenta al mondo tramite il sito Internet. Il tutto è
enfatizzato proprio dal fatto che l'immagine si trova sotto la scritta
NBA.COM. Ciò denota uno studio ed un'attenzione particolare da
parte dei progettisti del sito
Sulla destra della fascia blu campeggia una foto che, nel momento
in cui ho visitato il sito, mostrava un'elevazione di Michael Jordan.
Sotto un breve testo segnala che, con gli ultimi canestri segnati,
Jordan ha raggiunto il terzo posto come numero di punti realizzati
nella storia di tutti i tempi della NBA
Sempre nella fascia blu, e a segnalarne la particolare importanza, ci
sono i link alle principali sezioni del sito. Tra queste le news e le pa¬
gine dedicate a tutti i cestisti del campionato con foto e statistiche
cosi complete che io non sono riuscito ad interpretarle (ve l'avevo
detto che non sono un grande conoscitore del basket NBA). Una
legenda avrebbe fatto comodo (forse c'è, ma io non l'ho trovata),
comunque ho rinforzato ancora di più l'opinione che già avevo che
gli americani sono malati per le statistiche. Manca solo di sapere
quante volte al giorno un giocatore pronuncia la parola "basket" e
poi c’è proprio tutto! Comunque sono certo che un appassionato
sa sicuramente a
cosa si riferiscono
tutte quelle sigle e
abbreviazioni.
Sempre nel menu
presente nella fascia
superiore abbiamo il
link alle pagine dedi¬
cate alle squadre
partecipanti al cam¬
pionato, un "teatro"
dove scaricare filma¬
ti e suoni e, come
se non bastassero
quelle sui singoli
atleti, ancora altre
pagine di statistiche.
Sotto la fascia blu la
pagina è divisa in tre
colonne. La disposi¬
zione delle notizie e
dei link all'interno di
una di queste ne
identifica un'impor¬
tanza o una funzione
diversa. Nella colon¬
na di sinistra sono
presenti link resi at¬
traenti da immagini
di buona fattura, an¬
che se graficamente
troppo disomoge¬
nee tra di loro. E' vero che si tratta di loghi ufficiali e quindi non
modificabili, ma è anche vero che le notevoli differenze di stile gra¬
fico degli stessi tolgono alla pagina parte di quell'eleganza che la
fascia blu e i suoi contenuti tentavano di darle. Tra i link presenti
quello dell'immancabile negozio virtuale dove acquistare centinaia
di oggetti targati NBA.
Nella colonna centrale sono invece riportate notizie di tipo giornali¬
stico che si modificano con periodicità giornaliera. Per ogni notizia
c'è un titolo ben evidente che ne identifica l'argomento, un breve
testo che ne spiega i contenuti e il link alla pagina da raggiungere
per approfondire la notizia nel caso sia di nostro interesse.
Nella colonna di destra sono riportate notizie di servizio di più im¬
mediata necessità come gli orari e le reti TV che trasmetteranno i
prossimi incontri della stagione o gli ultimi file avi, mov, RealAudio
e QuickTime disponibili.
Il giudizio globale sul sito non può che essere positivo. E' ricco di
contenuti e raggiunge perfettamente il suo obiettivo di sito di ser¬
vizio. La grafica, almeno nelle pagine che contano è generalmen¬
te essenziale ma gradevole, rendendo veloce il caricamento delle
pagine. Non mancano ovviamente sezione ricche di fotografie o
filmati, indispensabili per calmare la sete di appassionati e tifosi.
Visitate le altre pagine del sito e cercate anche voi di scoprirne
pregi e difetti, chissà che inoltre non vi venga la passione per
questo sport, lo per conto mio ho deciso che domenica pomerig¬
gio mi guarderò in televisione una partita della NBA, non può es¬
sere che una semplice pagina di statistiche sportive mi metta in
difficoltà!
re un Home page senza trame in cui vi
sia, oltre il link per la visita vera e pro¬
pria del sito, un link del tipo "Se avete
problemi a visualizzare questo sito clic-
cate qui." L'utente compila un form e vi
segnala che non riesce a vedere nulla
del vostro sito. Il form, oltre al messag¬
gio dell'utente, vi invia i suoi dati. Pote¬
te così sapere che utilizza Netscape Na¬
vigator 1.0 e potrete spiegargli perché
non riesce a leggere i vostri documenti.
Altro utilizzo è quello statistico. Sapere
quanti dei vostri visitatori utilizzano un
browser e quanti un altro può essere
molto importante. Se la percentuale
fosse notevolmente sbilanciata verso
un browser specifico potrete anche
pensare di realizzare un solo un sito
specificamente dedicato a quel brow¬
ser, perdendo si una parte di visitatori,
ma con la certezza che il loro numero è
per voi trascurabile.
Per ora ci fermiamo qui. Nel prossimo
numero continueremo il viaggio all'in¬
terno dei segreti del Dynamic HTML e,
nella speranza di avervi almeno incurio¬
sito, vi invito a provare l'utilizzo in prati¬
ca di questo notevole strumento di pro¬
grammazione.
MS
MCmicrocomputer n, 181 - febbraio 1998
289
a cura di Francesco Romani
Le leggi della genetica
Qualche mese fa Anna, la figlia di 10 anni dell'autore informatico, ha
chiesto a papà: «Ma se due gemelli identici sposano due gemelle
identiche i figli vengono tutti uguali tra loro?». La risposta è stata:
«No! E' la stessa situazione di due genitori che hanno tre figli uno dopo
l'altro, i genitori sono gli stessi ma i figli possono essere molto diver¬
si». A questo punto è scattata una molla: «Quante istruzioni servono
per simulare in Mathematica le leggi della genetica?». La risposta è 3!
di Alessandro Celi e Francesco Romani
Fenotipo e genotipo in biologia
Vediamo come funziona il meccanismo dell'ereditarietà dal
punto di vista biologico, partendo dalle classiche osservazioni
di G Mendel che ha legato il proprio nome alla nascita della
genetica. Come succede di solito nei nostri articoli divulgativi,
il rigore scientifico della trattazione degli aspetti biologici del
problema ha dovuto cedere il passo alla concisione e ad una
forzata semplificazione.
Mendel utilizzò come materiale da esperimento le piante di
piselli, studiando l'ereditarietà di alcune caratteristiche ben
identificabili. Le piante di piselli hanno la peculiarità di poter
essere autofecondate (garantendo che. dopo un adeguato
numero di generazioni, le successive abbiano un patrimonio
genetico costante, siano cioè di linea pura) oppure di consen¬
tire incroci tra piante diverse a scelta del ricercatore. Ci limi¬
tiamo qui a descrivere il comportamento di due di queste ca¬
ratteristiche: il colore dei cotiledoni (la buccia!!), che può es¬
sere giallo o verde e l'aspetto del seme (liscio o rugoso).
Mendel osservò che incrociando due piante di linea pura, una
con cotiledoni di colore verde, l'altra di colore giallo, si ottene¬
vano solo piante di colore giallo Egli definì pertanto il colore
giallo dominante e il colore verde recessivo Incrociando
però tra loro due di queste piante di colore verde, ottenne
piante di entrambi i colori in un rapporto costante: 3/4 delle
piante erano di colore giallo, il rimanente 1/4 di colore verde
La spiegazione di questo fenomeno è la seguente. I caratteri
ereditari dipendono dalle informazioni contenute nei geni, che
sono porzioni di DNA, di cui sono presenti due copie in cia¬
scun individuo, ognuna derivata da un progenitore. Le piante
di linea pura contengono due copie identiche del gene Le
piante ottenute dal primo incrocio ereditano una copia del ge¬
ne da ciascun progenitore, cosicché hanno necessariamente
una copia del gene "giallo" ed una del gene "verde" Poiché
il giallo è il colore dominante, le piante della prima generazio¬
ne sono gialle. Alla generazione successiva, però, le piante
possono ereditare una qualsiasi delle seguenti combinazioni,
in proporzioni identiche: " verde/verde ”, "giallo/giallo": "gial-
lo/verde"; "verde/giallo" Mentre le piante del primo gruppo
(definite omozigoti recessive) sono verdi, tutte le altre sono
gialle Quelle del secondo gruppo (definite omozigoti domi¬
nanti) avranno però una progenie di sole piante gialle, mentre
quelle del terzo e quarto gruppo (eterozigoti) avranno una
progenie mista.
La caratteristica essenziale di questo meccanismo è che ogni in¬
dividuo ha un genotipo, ovvero una struttura genica, e un feno¬
tipo, ovvero l'aspetto, che è determinato da questa struttura.
Le piante del secondo gruppo e quelle del terzo e del quarto
hanno perciò lo stesso "fenotipo" (cioè lo stesso aspetto),
ma un diverso "genotipo” (cioè una diversa struttura genica).
Un'ulteriore importante osservazione di Mendel fu che se si
ripetevano le stesse considerazioni a proposito di un'altra ca¬
ratteristica ereditaria, per esempio l'aspetto liscio o rugoso
dei semi, la trasmissione di questo carattere aveva modalità
identiche (con il carattere liscio "dominante") ma era del tut¬
to indipendente da quella del colore dei cotiledoni, cosicché
incrociando piante con cotiledoni verdi o gialli con piante con
seme liscio o rugoso si avevano nella discendenza tutte le
possibili combinazioni di questi caratteri, ognuna con la fre¬
quenza prevista considerando i caratteri singolarmente.
290
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Implementazione in Mathematica
Il patrimonio genetico di un individuo viene rappresentato co¬
me una lista di coppie ordinate. Ad esempio rappresentiamo
con c e c i geni che codificano il colore dei cotiledoni (c gial¬
lo e c verde) e con l e 1 i geni che codificano la rugosità (L
liscio e l rugoso). Secondo la comune notazione dei biologi,
tutti i geni che codificano per un carattere dominante hanno il
nome maiuscolo, e quelli che codificano per un carattere re¬
cessivo minuscolo. I seguenti sono tutti i tipi di piselli possi¬
bili:
ln[1]:=
p[l]={{C,C},{L,L}>;
p[2]={{c,C),(L,L)};
p[3]={{c,c),{L,L)};
p[4]={{C,C),{L,1}};
p[5]-{<c,C},(l,L)>j
p[6]«{{c,c),{l,L>>;
p[7]-{{C,C>,{1,1>>;
P[8]-{{C,C>,{1,1>>;
p[9]={{c,c),{1/1}};
Quello che abbiamo definito è il genotipo; per definire il feno¬
tipo associamo ai caratteri una rappresentazione grafica
lr>(2]:=
Fenotipo[C] = Colore[Yellow];
Fenotipo[c] = Colore[Green];
FenotipofL] - Rugosità[no];
Fenotipofl] = Rugosità[si];
Il passo successivo è definire le primitive grafiche che rap¬
presentano i piselli. Per il colore è facile, basta fare un cer¬
chio giallo o verde:
ln[3]:=
Colore[col_] :=
(col. Disk[{0, 0), 1])j
La rugosità viene rappresentata da un insieme di punti mar¬
roncini che attraversano il pisello.
In(4]:=
pp=Select[Table(
(t,N[Mod[67 t/11,2]-1]},
(t,-1,1,0.007)],
(# [ [1] ] A 2+# [ [2] ] '2<0.92 ) Se] ;
Rugosità[si] = (Brown,
PointSize[0.02],
Point/@pp);
Rugosità[no] = {);
Il motore dalla rappresentazione grafica è formato da tre fun¬
zioni. Mostra disegna un individuo:
ln[5]:=
Mostra[genotipo_] :=
Show[Graphics[Fenotipo/®
Last/@Sort/©genotipo],
AspectRatio -> 1,
PlotRange ->
{{-1.5, 1.5), {-1.5, 1.5})];
Il comando sort serve a tenere le coppie ordinate. In questo
modo, una volta assunto che i caratteri dominanti seguono in
ordine alfabetico quelli recessivi, per determinare il fenotipo
basta guardare il secondo elemento della coppia.
MostraGen mostra due individui (i genitori); infine la funzio¬
ne MostraMat mostra una matrice di piselli (i discendenti
della prima generazione):
ln[6]:=
MostraGen[x]:=
Show[GraphicsArray[
Block[{$DisplayFunction=ldentity},
Mostra/@x]]]
MostraMat[x_,n_]:=
Show[GraphicsArray[Partition[
Block[
{$DisplayFunction=Identity),
Mostra/@x],n]]];
Come applicazione vediamo la rappresentazione di tutti i pi¬
selli possibili (Figura 1):
ln[7]:=
MostraMat[p/@Range[9] ,3]
Questo conferma che sebbene tutti i piselli abbiano diverso
patrimonio genetico (genotipo) all'apparenza molti sono ugua¬
li (ovvero hanno lo stesso fenotipo).
Siamo pronti adesso a scrivere le tre "magiche" istruzioni.
La prima istruzione
Figura 1
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
291
Figura 2
ln[8]:=
dividi[a_]:=
(#1[[Random[Integer, {1,2)]]]&)/@a
trasforma una lista di coppie in un lista semplice in cui ogni
elemento è scelto A CASO dalla coppia corrispondente. Si
noti che se le coppie sono 2 (come in questo caso) le pos¬
sibilità sono 2 2 = 4, ma se le coppie sono 100 le possibilità
sono 2' 00 = 1267650600228229401496703205376
Questa esplosione è la causa della ricchezza insita nel mec¬
canismo naturale, la varietà di forme ammali e vegetali che
ci circonda è legata alla potenza combinatoria di un algorit¬
mo cosi semplice unita all'effetto dell'evoluzione,
La seconda istruzione
ln[8]:=
fecondazione[a_, b ]:=
Transpose[{a, b)];
prende due liste di caratteri e forma una nuova lista di coppie,
in questo modo si schematizza la ricombinazione dei due pa¬
trimoni genetici nell'atto della fecondazione
La terza istruzione "consuma" il matrimonio, mettendo insie¬
me con fecondazione due liste semplici ottenute con di¬
vidi
ln[9]:=
fecondazione[a_, b_]:=
Transpose[{a, b}];
matrimonio[a_, b_] : =
fecondazione[dividi[a],dividi[b]];
Esperimenti simulati
Per comodità facciamoci una funzione accoppiala,b] che 1)
mostra a e b, 2) fa riprodurre per 16 volte a e b 3) mostra i
16 discendenti:
ln[1]:=
accoppia[a_,b_]:=(
MostraGen[{a,b}];
292
Figura 3
Print[ColumnForm[
prole=Table[matrimonio[a, b], {16)1]];
MostraMat[prole,4];
prole)
Facendo consumare il matrimonio a due piselli identici e
omozigoti, p[l] e p[l], ovviamente vengono piselli tutti
uguali ai progenitori e tra loro (chissà come sarebbe stato
contento Hitler!):
In[2]:=
accoppia[p[l],p[l]];
Out[2]=
({C,
C),
(L,
L) )
UC,
C),
a,
U)
{(C,
C),
(L,
L) )
<{C,
C),
(L,
Dì
I genitori sono in Figura 2,
i 16 gemellini in Figura 3.
Un risultato analogo si ottiene con p[9] e p[9] : i discen¬
denti vengono tutti verdi e rugosi e il loro patrimonio geneti¬
co resta identico a quello dei progenitori.
Facciamo ora consumare il matrimonio a due piselli eterozi¬
goti p[5]e p[5] Secondo quando affermato prima, poiché
l'ereditarietà di un carattere è indipendente da quella dell'al¬
tro, 1/4 dei discendenti dovrebbero avere colore verde, 1/4
dovrebbero avere aspetto rugoso e 1/4 * 1/4 = 1/16 dovreb¬
bero avere entrambi i caratteri recessivi Vediamo cosa suc¬
cede:
ln[3]:=
accoppia[p[5],p[5]];
Out[3]=
{{c, C}, [L, 1}}
{{c, c), [1, 1))
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
{{c,
c) ,
(L,
D)
{{C,
C).
{1.
1}>
{{c,
C},
(L.
L}}
{{C,
c) ,
U,
D)
UC,
C),
(1,
L})
{{C,
c),
(L,
D)
Uc,
C),
(L,
D)
<tc,
C),
(L,
U)
{{C,
c) ,
(1,
L})
Uc,
C),
{1.
D)
UC,
C) ,
(L,
L)>
{{c,
C) ,
{L,
1)}
<{c,
c) ,
<L,
1})
({C,
c) ,
(L,
1)}
1 progenitori sono in Figura 4.
e i 16 discendenti in Figura 5.
La legge del caso ha voluto, in questa particolare circostanza,
che venissero generati 3 piselli rugosi, 5 piselli verdi, ed uno
con entrambi i caratteri recessivi.
Per inciso, questa situazione è in parte simile a quella propo¬
sta da Anna. Sono state incrociate due piante con uguale ge¬
notipo, almeno per quanto riguarda i caratteri presi in consi¬
derazione (parlando di esseri umani si sarebbe detto due ge¬
melli identici), e sono stati ottenuti 4 fenotipi differenti. E tut¬
to considerando solo due caratteri!
Incrociamo ora due piselli eterozigoti p [4] e p [6] :
Figura 6
Figura 5
ln[4}:=
accoppia[p[4],p[6]];
Out[4]=
{{C,
c) ,
(L,
LI)
{{C,
C} ,
(L,
1>)
{{C,
C} ,
(L,
U)
{{C,
c) ,
(1,
1})
{{C,
c) ,
CL,
D)
{(C,
c) ,
u,
L})
<{C.
c) ,
(1,
L))
{{C.
c) ,
(L,
D )
{{C,
c) ,
(1,
U)
ftc,
c).
(1,
L})
uc,
c) ,
(L,
D)
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
293
iki.^ulurì itili
({C.
c).
(L.
L}>
{(C.
c).
(Li,
1)>
{(C.
c),
U.
1)>
(IC,
C},
(L,
L}>
({C,
c),
(1.
L)}
I progenitori sono in
i 16 discendenti in
Tutti i piselli sono gialli perché uno dei progenitori (p[4]l è
omozigote dominante per il carattere "colore", cosicché
tutta la progenie deve necessariamente ereditare una copia
diC.
• Hllli « •
• • • •
J® #M®
Figura 9
{(C.
C),
{1.
1}}
({C,
C),
(L,
D)
{{C,
C).
{L,
1})
{{C.
C).
(1.
1})
({C,
C),
a.
D)
{{C.
C).
{L,
1)>
<{C.
C).
{1.
1})
1 progenitori sono in
Vediamo ancora cosa succede incrociando p [4] con p [7] :
i 16 discendenti in
ln[5]:=
accoppia[p[4],p[7]];
Out[5]=
{{C,
C),
a.
1})
UC,
C},
a,
D)
(le,
C),
(Li,
1)>
{{C,
C},
(L,
U)
{{C,
C}.
a.
1) )
{{C.
C),
(i.
D)
HC,
C),
a.
U)
{{C,
C),
(L,
1})
{{C,
C}.
(L,
1) )
Ancora una volta tutti i discendenti ereditano il colore giallo
da p[4] , ma poiché p[7] è omozigote recessivo, tutti i di¬
scendenti avranno fenotipo recessivo per quanto riguarda la
rugosità.
Ci sono ancora molti "matrimoni" possibili tra i 9 piselli di fi¬
gura 1. ma lasciamo al lettore eventuali ulteriori esperimenti.
Per una prossima puntata ci stiamo organizzando per accen¬
nare (superficialmente) alla genetica umana e fare invece
una trattazione approfondita della genetica "marziana" (ov¬
vero un insieme di creature virtuali su cui si possono fare
tutti gli esperimenti che si vogliono senza fare male a nes¬
suno). _
"The Limits of Mathematics"
Torno a parlare del libro di Gregory Chaitin The Limits of
Mathematics per annunciare che è stato stampato su carta
dall'editore Springer-Verlag (Singapore) e che di conseguenza le
copie in formato PostScript e Adobe Acrobat sono state tolte
dal Web e non sono più distribuibili. É ancora in rete la copia
HTML all'indirizzo:
tiUp://yywvy.cs.a.ùcKlang.ac,nz/.Cg
Ziiw^ffliTTittjTirraiiTtn
che può essere scaricata liberamente Ricordo che il libro tratta
dei limiti dei sistemi matematici e contiene un interprete LISP
scritto in Mathematica e usato per le dimostrazioni costruttive
Bibliografia
Parte di questo articolo è stata ripresa da: F. Celi. F. Ro¬
mani. Macchine per Imparare, Erickson, Trento, 1997.
V. Scali, U. Bianchi. Lineamenti di Biologia. Monduzzi
Editore. Bologna, 1980.
294
MCmicrocomputer n, 181 - febbraio 1998
http://www.fufurshow.it
FUTURSHOW
UN TAGLIO AL PAS SATO
Troverete: Campionato Mondiale di Games, Internet World,
L'Oscar del CD-Rom, Home Theatre, Fotografia, Telefonia,
Radio Music, New Media, La Casa e l'Ufficio del Futuro. Vi aspettiamo.
BOLOGNA
3-7 Aprile
2 9 9 8
Tutti al ristorante
In uno dei nostri articoli passati abbiamo visto come realizzare
utilizzando sistemi di desktop publishing le
etichette per il vino. Questa volta esamineremo
dei modelli di menu realizzati con Microsoft
Publisher 97. Buona lettura e buon appetito...
Antipasti
Secondi Plaltl
VtljW
di Mauro Gandini
Imu **•"••*•
r— éi rm à im
fttliui m
»<mt* 4*
llt »IU
Mila atta *.«•
•4 00*
L’appetito vien
leggendo... il menu
Sembra una affermazione banale, ma
certamente un menu di gradevole
aspetto accompagnato da piatti con no¬
mi invitanti, senza dubbio è di grande
incentivo alla consumazione di un pasto
abbondante anche da parte di chi si è
recato al ristorante senza molta fame
Perché allora non utilizzare uno stru¬
mento semplice, ma efficace come Mi¬
crosoft Publisher 97?
Vedremo alcuni menu realizzati come
Modelli per Publisher 97 ed esaminere¬
mo la loro realizzazione per scoprire al¬
cuni utili trucchi I modelli sono relativi a
menu sia per ristoranti tradizionali sia
per pizzerie e per trattorie: inoltre ve¬
dremo anche menu per ricorrenze spe¬
ciali come Pasqua, San Valentino, ecc
Il primo menu che esamineremo sarò
quello che necessiterò di una maggior
descrizione, poiché utilizzeremo buona
parte delle funzioni che poi andremo a
riutilizzare anche nei menu successivi
Buona Pasqua
Iniziamo proprio ad esaminare il me¬
nu per il giorno di Pasqua, visto che si
sta avvicinando tale giornata. Essendo
un menu per una specifica giornata, la
àTtmmém*
à Wcte
rtM «UNtaMuli
▼muW tm ur l in
realizzazione sara sem¬
plice su un unico foglio
in formato A4 (21x29,7
cml La scelta di colon
deve rispecchiare la sta¬
gione primaverile: deci¬
deremo quindi di utilizza¬
re uno sfondo sfumato
con un colore che parte
da un giallo scuro in alto
per diventare bianco in
basso. Ogni blocco di te¬
sto o di testo artistico o
figura verrò riempito con
uno sfondo sfumato co¬
me indicato. Per fare ciò
bisogna selezionare il
blocco di testo o la figura
e fare clic con il mouse
sull'icona del secchiello,
che indica proprio i riem¬
pimenti: a questo punto
comparirò un menu che. partendo
dall’alto, ci presenta gli ultimi colori uti¬
lizzati. i colori più classici, un bottone
per avere dei colori aggiuntivi ed infine
il bottone delle sfumature
Facendo clic su questo bottone ci vie¬
ne presentata una finestra che consen¬
te di scegliere dei riempimenti con dif¬
ferenti tonalità di colore (partendo da un
colore pieno si possono scegliere tutte
le tonalità di quel colore schiarite fino al
bianco o scurite fino al nero), con motivi
(griglie, puntini, linee, ecc ) e, infine.
Primi Piatti
Pimi- m km
Aj *****
Verdure e Dessert
ImjUU Muli
«irteli iMU
Imm
«ite*
t*tu é umle
0%m,m
U» il)
+•)
n u
con sfumature.
Per ogni sfumatura possiamo sceglie¬
re il colore di partenza, quello di arrivo e
ben 44 tipi di sfumature, sia per direzio¬
ne della sfumatura (es. dall'alto in bas¬
so), sia per forma (es. a forma di stella).
Per il nostro menu, scegliamo una sem¬
plice sfumatura lineare dall'alto al bas¬
so. iniziando in alto con il giallo scuro e
finendo in basso con il bianco
Per inserire il nome del ristorante ab¬
biamo pensato di utilizzare un testo arti¬
stico. Il pulsante per la creazione di que-
296
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
sto tipo di testo è quello relativo a Word
Art, un'estensione utilizzabile con buo¬
na parte dei programmi Microsoft. Con
il cursore che ci viene presentato dise¬
gniamo un rettangolo dell'Ingombro de¬
siderato e subito dopo ci appare una fi¬
nestra dove possiamo scrivere il nostro
testo. Una volta scritto il testo possia¬
mo applicare uno degli effetti sceglien¬
dolo dall'elenco a scomparsa che com¬
pare nella barra degli strumenti e che
mostra tutte le varie possibilità. Sceglia¬
mo, quindi, un font specifico: in questo
caso per tutto il menu abbiamo scelto
Mead Bold, uno dei font che vengono
forniti insieme a Publisher. Con lo stes¬
so sistema inseriremo le scritte Menu
di Pasqua e l'indirizzo del ristorante in
fondo alla pagina.
Il testo centrale conterrà il menu vero
e proprio: disegniamo quindi una corni¬
ce di testo, un grosso rettangolo e sele¬
zioniamo dal menu
Formato la voce
Proprietà cornice di
testo. Appare una
finestra nella quale
andremo ad inserire
Ecco le differenti tor¬
me applicabili ad un
testo attraverso
Word Art.
Word Art è un pro¬
gramma accessorio ri¬
chiamabile da tutte le
applicazioni della fami¬
glia Ottice 97 iPubli-
-y * ^
^ ^ a f + l
di questa famigliai e
consente di realizzare
testo in differenti fot-
^ -di
me artistiche
[‘-'Arco giù (cuiva)
/
\
r\
o
•
r\
o
o
▲
T
**
m
m
m
m
•
►
<
A
V
s
le informazioni relative alla formattazio¬
ne desiderata: in pratica l'unica modifica
sarà quella relativa all'inserimento del
testo su due colonne, scrivendo 2
nell'apposita finestrella. Dopo aver fatto
clic su OK potremo iniziare a scrivere il
nostro menu.
Per prima cosa inseriremo la parola
Antipasti utilizzando un font piuttosto
grande e centrato. Sotto di essa lascia¬
mo una riga vuota e iniziamo ad inserire
il nome dei piatti e dei relativi costi Per
collegare il nome del piatto al suo prez¬
zo utilizzeremo due tabulatori, uno per
la L, di lire e uno per la cifra. La L. verrà
inserita con una tabulazione allineata a
sinistra collegata al nome del piatto da
! n Arrivo Microsoft Publisher 98
Tra pochissimo sarà disponibile la nuova
versione di Microsoft Publisher 98: pur¬
troppo al momento in cui scriviamo non ci
è ancora pervenuta una versione beta in
prova, ma abbiamo già un breve elenco
delle principali novità.
Catalogo di Modelli - Un catalogo con¬
sente di scegliere tra 1 600 progetti grafici
professionali da personalizzare.
Design uniforme - Se dovete produrre
carta da lettere e biglietti da visita, trove¬
rete alcune serie di documenti dal design
uniforme.
Autocomposizione - Ancora più flessibi¬
le: da oggi potrete decidere di cambiare
radicalmente il design della vostra pubbli¬
cazione in qualsiasi momento, salvaguar¬
dando il lavoro già fatto.
Schemi Colore - Un aiuto in piu per otte¬
nere pubblicazioni professionali: ogni
schema colore consiglia i colori che me¬
glio si intonano tra loro e li applica al docu¬
mento.
Contenuti Ricchi - Publisher 98 offre una grandissima bibliote¬
ca di disegni, ben 10.000. ma anche 175 caratteri (font), 1.500
fotografie, 1.000 elementi grafici per le pagine da pubblicare su
Internet, con suoni e animazioni. Un sistema di ricerca consente
di trovare subito l'elemento che vi serve.
Convertitore Automatico - Se cambiate
idea sul formato del vostro documento o
se volete ricavare pubblicazioni differenti
dagli stessi contenuti, Publisher rimetterà
a posto le cose nella disposizione del nuo¬
vo layout
"Annulla" a livelli multipli - Ora anche
Publisher consente di annullare un certo
numero di operazioni svolte e non solo
l'ultima.
Controllo Ortografico - Mentre il testo
viene scritto, il correttore ortografico con¬
trolla il vostro lavoro e segnala gli errori. La
correzione automatica agisce direttamente
sugli errori più ricorrenti di battitura.
Creazione di Marchi - Publisher 98 vi
aiuta a creare marchi dogo) aziendali o di
prodotti, in maniera professionale.
Pagine per Internet ancora più efficaci -
Publisher 98 mette a disposizione un gran
numero di nuovi strumenti per pubblicare
pagine su Internet con look e caratteristiche
all'avanguardia. Il codice della pagina può essere arricchito con co¬
mandi e funzionalità speciali creati in precedenza con ActiveX o Ja¬
vaScript. Se utilizzate una barra di navigazione tra le pagine, essa si
modificherà automaticamente cambiando gli elementi base di una
pagina collegata. I titoli ed i sottotitoli vengono automaticamente
controllati e corretti nella posizione o nel formato.
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
297
bivi li ir. IfVJriMiftifl
Layou»
r tt 0 ""®*» Utbziorv quatta oerona erto»*
fi foàqtfr ipapol j b*gi*«<fougg*b<gM««pubOftcazK)»
COnnp^oMBtom^oi^
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Massimo. K95
Afitnia
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Materno 21 O*
r yarveoj*
QnzioMoia
È.
□
O
□
WordArt
Poligoni e
altre forme
Abbiamo indicalo
nel gruppo di stru¬
menti 1 due tasti re¬
lativi a Word Art e
al disegno di poli¬
goni ed altre torme
non regolari
una serie di punti¬
ni, mentre per la ci¬
fra sarà necessario
utilizzare un tabula¬
tore allineato a de¬
stra posto al limite
della nostra colon¬
na di testo.
Per realizzare tutto ciò, dopo aver
scritto il nome del primo antipasto, se-
Mutivi e sfumature di riempimuntn
ov
oej
ZI
Dw« pagina Bttflioa» w ogni
toglie
La finestra di imposta¬
zione della pubblicazio¬
ne consente di sceglie¬
re tra alcuni formati
predefmiti che consen¬
tono di realizzare facil¬
mente lavori anche
complessi
T «tbul.i/iom
Botinone
lezioneremo Tabulazioni dal menu For¬
mato: ci apparirà una finestra nella qua¬
le andremo prima di tutto a selezionare
il tipo di allineamento del tabulatore (si¬
nistro, destro, ecc ) ed il tipo di riempi¬
mento (nessuno,
puntini, trattini,
ecc.) e subito dopo
il numero in centi¬
metri relativo alla
posizione (per con¬
trollare la posizione
esatta possiamo
utilizzare il righello
che appare ogni
volta che selezio¬
niamo del testo). _
Ora sarà sufficiente
premere il bottone Imposta per inserire
il tabulatore al suo posto e passare al
successivo: una volta terminato, faccia¬
mo clic su OK per chiudere la finestra
ed applicare definitivamente le tabula¬
zioni al testo.
Una volta realizzata la prima riga, non
sarà più necessario ripetere la formatta¬
zione della tabulazione per tutte le ri¬
ghe, ma passando alla riga successiva
con un "a capo" ci porteremo dietro
tutta la formattazione della prima riga II
nostro consiglio è quindi quello di realiz¬
zare tutte le righe del nostro menu con 1
piatti relativi ed inserire poi in un secon¬
do tempo i titoli (Primi piatti, Secondi
piatti, ecc.) formattandoli successiva¬
mente attraverso il pennello copia for¬
mato (nella barra degli strumenti) pren¬
dendo come esempio la prima scritta
realizzata per gli Antipasti
Per finire inseriremo alcuni semplici
disegni: in alto delle piante ornamentali
insieme al nome del ristorante, mentre
tra le differenti portate e in basso opte¬
remo per delle uova colorate, simbolo
proprio della Pasqua.
Aflin#am«n»o
fi S***tra
r Cantalo
r Qana
r Oaomala
OK
Piadafrm»
Elimina |u«t
‘I
SU»
C Tinte e g.adajion. Mo**i
pnqppDDomn
OK
Annulla
AOpAca
Colore
Colore
londomentole
Esempio
m co *°~ 2 p3
^Suggerimento
I riempimenti a gradienti
consentono di evidenziare
gfc elementi Ubfczzore questo
bpo di riempimento per
contente un aspetto
prole ssionaie aito
pubblicazione
Questa e la finestra che
consente di inserire 1 ta¬
bulatori oltre alla scelta
del tipo di tabulazione
desiderata, a sinistra, a
destra, ecc. e possibile
anche definire un riem¬
pimento tra le due paro¬
le separate dalla tabula¬
zione stessa
Ecco la vasta gamma
di sfumature offerte
da Publisher come si
può notare la sfumatu¬
ra avviene tra due co¬
lori a scelta e non ne¬
cessariamente tra un
colore ed il bianco co¬
me nell'esempio
Per inserire
questi elemen¬
ti. sarà suffi¬
ciente andare
nel menu Inse¬
risci e sceglie¬
re Clip Art: ap¬
parirà una fine¬
stra dove tro¬
veremo tutti i
disegni suddivisi per categorie e dove
potremo scegliere quello che meglio ci
aggrada. Prima di fare ciò dobbiamo ri¬
cordarci di non avere già selezionate
delle cornici di altre immagini, poiché
l’immagine prescelta si inserirà nella
cornice selezionata.
Per finire qualche ultimo ritocco sulle
dimensioni e sulla posizione delle varie
cornici, prima di passare alla stampa.
Per poter eseguire gli allineamenti a re¬
gola d'arte. Publisher mette a disposi¬
zione 1 righelli mobili che possono esse¬
re posizionati in ogni parte del docu¬
mento. Come in buona parte dei pro¬
grammi di disegno e di desktop publi-
shmg, facendo clic su uno dei righelli
principali (quello verticale a sinistra o
quello orizzontale in alto) e poi trasci-
298
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Ristorante
Due Campane
Via rio Tomo, M - Totono
T u. 011-112233
P Ristorante p
Due Campane 1 ^
; Menu di j
'^san Valentino- I
tfto «’v» tfìp **>< •?! » 1
**Vj*£<5« *.*•?«■*'»<*.*■*'*£*« «*
P
P
BRESAOLA OLIO E
‘yT AMORE
f PAPPARDELLE
*■ ' AL SUGO DI LEPRE
»Ni INNAMORATA
Risotto
AL RADICCHIO
,,•„ ROSSO AMORE
•ty Bianco di
4^ San Valentino
Storione marinato
INGELOSITO
.*•»< *£•« «’■%< **5gf afy^ghpthp^p
Tagliata di manzo *
CON RUCOLA E BACI »’*)
_ A**
SCALOPPINE
SCOTTATE D'AMORE 1 *
AN,
VERDURE
APPASSIONATE T?
ALLA BRACE aN.
• • •
Rosso Cuore *' *'
Infranto *?£
• • •
at¬
torta Delizia
o'Amore a*>?
*** »
nando il mouse verso il documento ve¬
dremo comparire un righello mobile: la
differenza sta nel fatto che con questa
semplice operazione trascineremo il ri¬
ghello vero e proprio. Per creare effetti¬
vamente un righello mobile dovremmo
eseguire l'operazione premendo per pri¬
ma cosa il tasto delle maiuscole, man¬
tenendolo premuto durante il trascina¬
mento
San Valentino
Per il menu del giorno di San Valenti¬
no abbiamo deciso di optare per un fo¬
glio A4 piegato in due, in modo da otte¬
nere un quartino, cioè una pubblicazio¬
ne a 4 facciate, di formato 15x21 cm
ca. Publisher ci consente di utilizzare
questo formato andando a selezionarlo
nella finestra che appare scegliendo la
voce Imposta Pagina dal menu File. Il
programma ci presenterà automatica-
mente 4 pagine del giusto formato che
verranno stampate in giusta sequenza
su un normale foglio A4 con la 1° pagi¬
na e la 4° insieme e la 2° e 3° nella par¬
te interna (naturalmente il foglio dovrà
Metro per i
Ristoratori
La catena di magazzini all’ingrosso Metro
sta proponendo una speciale offerta per i
Ristoratori, mettendo in vendita una confe¬
zione di Microsoft Publisher 97 nella quale
sono stati inclusi i modelli per i seguenti
menu: Cenone di Capodanno, Cenone di
Natale, Pranzo di Pasqua, Cena di San Va¬
lentino, Ristorante Elegante, Ristorante
Rustico, Pizzeria, Paninoteca, Menu per
Mensa Aziendale. 2 Menu per Ristoranti
"Standard", Carta dei Vini.
24 d"embre N o* r f2l
0 oJ> °o o
O ° o° o
w Ristorante da
Antenore 8> Penelope
essere reinserito dopo la stampa della
prima facciata, oppure dovremo incolla¬
re due fogli insie¬
me).
Sulla copertina
del menu abbiamo
inserito il nome
del ristorante e
l'indicazione della
ricorrenza, abbel¬
lendo poi il tutto
con l’immagine di
un cuore, presa
dalla raccolta di im¬
magini. Per finire
abbiamo disegnato
un rettangolo al
quale abbiamo ap¬
plicato un motivo
al posto del sem¬
plice bordo. Per fa¬
re ciò è sufficiente premere il tasto del¬
le linee e selezionare Altro: apparirà una
finestra che consente di scegliere le ca¬
ratteristiche di un bordo semplice
(spessore, colore, ecc.) oppure l'appli¬
cazione di un motivo specifico. Dopo
aver scelto il motivo che più ci aggrada,
potremo dimensionarlo a piacere e dar¬
gli un colore specifico (se non è già a
colori). Per rendere più vivo il menu ab¬
biamo anche inserito nel rettangolo un
fondo sfumato, con il colore al centro.
Il menu è del tipo a portate fisse: le
due pagine interne sono dedicate
all'elenco delle specialità offerte. Per
uniformare la pubblicazione abbiamo
copiato e incollato la cornice della co¬
pertina inserendola però in modo da co¬
prire entrambe le pagine affiancate:
sempre per uniformità abbiamo ripro¬
dotto la sfumatura di sfondo della prima
pagina sulle due pagine interne. Per fi¬
nire abbiamo messo un paio di cuori
identici a quelli della copertina al centro
delle due pagine.
Il testo con il nome delle portate è
stato inserito in formato centrato (per
r
a
BarOc4ino9t
k
10000
19000
_ „
IO 000
Tocal Pecetta Gaactta 9»
- k
«xMir-
-k
19000
TgT* W bohfjp^ Ita o.n l
I PoaaWl* «•«•* la ooatr* tartina
•d effettuar» Bevuta?:.
plorante Vecchia Caadno
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
299
Cu. Mi*
sarà sufficiente tenere premuto il tasto
maiuscole mentre la si disegna: infine
applicheremo la solita sfumatura a stel¬
la.
Nella parte interna abbiamo inserito
un menu del tipo a portate fisse, spar¬
gendo in giro palle rosse e stelle, intor¬
no al nome delle specialità, scritte con il
font Flexure: stessa operazione nell'ulti¬
ma pagina, dove abbiamo inserito il no¬
me del ristorante e l'indirizzo. In tutte le
pagine troviamo anche la sfumatura
ovale.
Pizzeria
Il menu per la pizzeria è molto sempli¬
ce su una pagina formato A4 abbiamo
inserito in alto il nome della Pizzeria in
una cornice e sotto, in un'altra cornice,
abbiamo inserito il nome delle pizze
Come bordo abbiamo scelto un bordo
che sembra disegnato a mano. Natural¬
mente non poteva mancare l’immagine
di una fumante pizza, presa dalla raccol¬
ta di Clip Art. Il font utilizzato è stato il
Viner Hand (dove Hand, come al solito,
sta ad indicare un font che sembra
scritto a mano).
Per ogni tipo di pizza è stata inserita
un piccola riga con gli ingredienti. Per
l’elenco degli "accessori" (bevande e
dessert) è stato scelto un corpo legger¬
mente più piccolo.
am
nm
r.m
il ooo
rtOOO
fi ooo
ogni singola pagina), con il
carattere Copperplate
Bold. uno di quelli forniti
insieme a Publisher, utiliz¬
zato anche in copertina.
Natale
La realizzazione del me¬
nu di Natale è simile a
quella di San Valentino,
ma con qualche variazio¬
ne. Il formato è sempre
quello di 4 pagine in for¬
mato A4 piegato in due. In
copertina, con Word Art.
inseriamo il nome del ri¬
storante e la ricorrenza, e
aggiungiamo un albero di
Natale stilizzato (preso dal¬
la raccolta di immagini) ed
uno sfondo sfumato, un
ovale senza alcun bordo,
ma con il colore sfumato.
Per aumentare l'atmo¬
sfera di festività abbiamo
poi inserito delle palline
natalizie di colore rosso
con una stella
al centro, per realiz¬
zare questo effetto
è bastato realizzare
un cerchio e appli¬
care una sfumatura
a stella, disponibili
tra le 44 offerte da
Publisher Con il
copia e incolla ab¬
biamo poi moltipli¬
cato le palline. Un
ulteriore tocco na¬
talizio lo abbiamo
realizzato aggiun¬
gendo una stella
con sfondo sfuma¬
to della stessa for-
ma. Per la sua rea¬
lizzazione abbiamo
utilizzato lo stru¬
mento apposito
che ci consente di
disegnare poligoni
regolari e forme
particolari. Facendo
clic sull'apposito ta¬
sto degli strumenti
ci vengono presen¬
tate tutte le forme
disponibili: scelta la
forma, trascinando
il cursore che ci ap¬
pare. disegneremo
la stella Per far si
che sia regolare
pizzeria, fce-llfr C'fryri
Hi trskxr.tA
r m .1
VtSIA VtVAlét
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•ft-.inr-t
300
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Ecco la finestra che
consente di scegliere
e applicare un bordo
ad una cornice
'rT WI TT»»
UUsJI
Minto Uo>ubo«)o|
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!
1
GJ— j
1 £»M*afcxia
1 »—l
Rustico
Come per la piz¬
zeria, il ristorante ru¬
stico ha un menu
su un'unica pagina
in formato A4. Per
la sua realizzazione
si è scelto di inverti¬
re la direzione delle
sfumature utilizzate
come fondo. Que¬
sto costringe ad
avere un bordo
bianco intorno di cir¬
ca 1 cm, in quanto
le comuni stampan¬
ti a colori non sono
in grado di stampa¬
re sul formato A4
completo.
Per prima cosa è
stato quindi realizzato un rettangolo sen¬
za alcun bordo, a cui è stato applicato
uno sfondo sfumato con il colore ester¬
namente digradante a bianco verso il
centro. Questo stesso sfondo è stato ap¬
plicato a tutte le cornici sia di testo, sia
contenenti immagini, del nostro menu.
Il font utilizzato è anch'esso rustico, vi¬
sto che sembra scritto a mano: Mistral.
F7) <-(*»
«polca
Oltre che rettangoli e
ovali, con Publisher
possiamo disegnare
ben altre 36 forme
predelrnite
□ A
OO
☆ o
0173
oo
77 0
iOt 7 >
o o
Oo
OO
EbO
LJO
OO
<H> O
Motivo per il bordo, essendo il disegno
del bordo più grande dell'altezza del no¬
stro rettangolino. il programma si accon¬
tenta di disegnare solo uno dei bordi
motivo, è stato applicato a tutte le corni¬
ci sia di testo, sia relative ad immagini.
In questo menu sono state sfruttate pa¬
recchie immagini fornite con Publisher e
relative ai cibi e alle bevande: si è cerca¬
to tuttavia di scegliere quelle che aves¬
sero un design più simile tra loro.
Qualche ulteriore
consiglio
Se si vogliono stampare dei menu,
ma non si ha a disposizione una stam¬
pante a colori, si possono togliere tutti
gli sfondi e stampare il tutto su carta
colorata. Naturalmente i menu illustrati
nell'articolo sono tutti con nomi di pura
fantasia che andranno sostituiti con i
nomi reali di ristoranti e piatti.
La qualità del menu stampato è stret¬
tamente legata alla qualità della stam¬
pante è praticamente impossibile, con
le comuni stampanti a getto di inchio¬
stro, ottenere esattamente la stessa
qualità di ciò che si vede sul monitor del
proprio PC. Se si vuole ottenere un mi¬
glior risultato è consigliabile stampare i
menu su carta speciale, consigliata dal
fabbricante della vostra stampante, alla
massima risoluzione. In questo caso
non sarà possibile stampare i menu in
fronte retro, poiché questo tipo di carta
non è utilizzabile su entrambe le super¬
aci. Si devono quindi stampare due fogli
che andranno accoppiati come se fosse
uno solo stampato in fronte retro.
Elegante
Per il ristorante di classe è stato scelto
il menu su 4 pagine stampato su foglio
A4 piegato in due. Per la copertina è sta¬
to semplicemente scelto di fare una cor¬
nice con un elegante fregio ed uno sfon¬
do sfumato Per il nome del ristorante,
realizzato con uno degli stili offerti da
Word Art, è stato utilizzato il font Harling-
ton
Gli interni e l’ultima pagina, dedicata ai
vini, sono stati realizzati senza adottare
una cornice completa come sulla coperti¬
na, ma semplicemente con una linea rea¬
lizzata con lo stesso fregio della cornice.
Tuttavia, visto che non è possibile appli¬
care ad un segmento gli stessi disegni
utilizzabili per le cornici, siamo dovuti ri¬
correre ad un trucco:
in pratica abbiamo
realizzato un rettan¬
golo con una altezza
estremamente sotti¬
le A questo abbiamo
poi applicato il nostro
Standard
Anche per questo menu è stato scelto
il formato su 4 pagine stampate su for¬
mato A4 piegato in due. La realizzazione
è piuttosto semplice: una volta scelto un
Conclusione
Come al solito speriamo di avervi forni¬
to un po' di idee: Microsoft Publisher è
senza dubbio un ottimo prodotto per rea¬
lizzare semplicemente questo genere di
"pubblicazioni", in
maniera veloce, ot¬
tenendo dei buoni
risultati.
Un po' di esplora¬
zione. come dicia¬
mo spesso, non fai
mai male partendo
da questi esempi
siamo sicuri che
potrete ottenere
ciò che desiderate
con poco sforzo, vi¬
sto anche che Pu¬
blisher vi guida
passo passo nelle
varie operazioni.
«e
Molto vasta è la scel¬
ta delle immagini di¬
sponibili con Publi¬
sher ima anche con
Office 971
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
301
Pensare in tre dimensioni
A chiunque oggi utilizzi un computer, sia che sia un veterano sia che sia un
novellino del PC, vengono sempre proposti effetti tridimensionali, qualsiasi
sia il prodotto utilizzato. Si possono inserire oggetti 3D nei normali lavori di
ufficio fatti con i prodotti di classe Office (figura 1), tutti i prodotti di grafica
vettoriale, anche quelli più economici, permettono di creare scritte e titoli
tridimensionali (figura 2), con i quali anche i meno esperti possono provare
l’ebbrezza di scrivere il proprio nome... nello spazio.
Per non parlare dei giochi, che, essendo dei perfetti simulatori, ci fanno
entrare ed interagire
completamente nei vari
mondi, reali o immaginari, in
cui agiscono.
Prima parte
di Francesco Petroni e Aldo Azzari
Alla base della rappresentazione degli
oggetti solidi nel loro spazio tridimen¬
sionale, o più in generale della produzio¬
ne delle viste realistiche, ci sono una
serie di concetti fondamentali, nati mol¬
to prima della nascita del computer, che
sono stati ormai inglobati non solo nei
vari programmi, ma anche, in parte, di¬
rettamente dai sistemi operativi dei PC
e dai firmware delle schede video più
evolute.
Oggi si può essere dei semplici, e
passivi, utilizzatori di quanto tale tecno¬
logia offre, oppure ci si può voler spin¬
gere un po' più in là. cercando, anche
attraverso l'utilizzo della stessa tecnolo¬
gia, di capire alcuni dei concetti fonda-
mentali dei quali abbiamo accennato.
Scopo dei due articoli, che dedichere¬
mo alla grafica 3D, è quello di descrivere,
il più semplicemente possibile, questi
concetti, usando, per le necessarie esem¬
plificazioni, i programmi più diffusi che ai¬
ri t» »—*• ►—«> f®-» **»—« am i ©
Dtsosnr 11* re «e
i-i»i«i
o-®«-t» o
cum di voi probabilmente già usano.
Sia chiaro che il nostro scopo non è
quello di insegnarvi ad usare tali pro¬
grammi, ma quello di spingervi a capire
quello che c'è dietro alle loro funziona¬
lità grafiche.
Figura ’ - MS 01 lice -
Elementi 3D
In questo articolo parle¬
remo di alcuni dei con¬
cetti che sono alla base
della grafica 3D
Ormai la grafica 30 e
presente in lutti i pro¬
dotti per PC. anche nei più insospettabili, come
quelli che rientrano nella categoria Office e che
quindi non hanno come normali destinatari gli
esperti di grafica Qui vediamo una serie di ele¬
menti grafici tridimensionali, ed alcuni strumenti
per gestirli, inseribili m una qualsiasi applicatone
MS Office
Alcune premesse
indispensabili
Il nostro è indiscutibilmente un mon¬
do a tre dimensioni.
Siamo quindi abituati a vedere oggetti
a tre dimensioni, siano essi superfici
spaziali oppure solidi spaziali, in un am¬
biente a tre dimensioni.
Quando cerchiamo di rappresentare
quello che vediamo con gli occhi, poi¬
ché per rappresentarlo usiamo, ancora
oggi, una superficie bidimensionale (fi¬
gura 3), un foglio di carta, uno schermo,
ecc., siamo costretti ad usare sistemi di
conversione, basati su procedimenti
geometrici, matematici, trigonometrici,
messi a punto nel corso dei secoli (figu¬
ra 4).
302
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
I programmi per computer, come
sempre, non hanno inventato nulla di
nuovo, hanno semplicemente incorpo¬
rato le tecniche preesistenti, utili sia per
la costruzione dell'ambiente e del sog¬
getto, sia per la sua rappresentazione.
I due momenti, quello della progetta¬
zione e quello della visualizzazione, so¬
no teoricamente del tutto indipendenti
l'uno dall'altro. Un oggetto può esistere
senza che qualcuno lo abbia mai visto,
senza che qualcuno lo abbia mai rappre¬
sentato Ma la conoscenza dell'oggetto
passa attraverso una sua rappresenta¬
zione, o perché lo abbiamo visto "dal
vero" o perché ne abbiamo visto un di¬
segno, una foto, ecc. Nel momento
stesso in cui pensiamo ad un oggetto,
comunque lo pensiamo attraverso una
sua rappresentazione.
Altro concetto da premettere ai nostri
successivi (e fortunatamente più sempli¬
ci) discorsi è che di uno stesso oggetto
possiamo creare più viste. Quando usia¬
mo dei programmi di tipo CAD proget¬
tiamo un oggetto (un pezzo meccanico,
un edificio, un oggetto di arredamento,
Figura 3 - Schematizzazione del problema della
rappresentazione prospettica
Il problema. Inteso come problema di tipo geo¬
metrico. di come visualizzare su una superficie
piana Iad esempio su un loglio da disegno o sul
videoI un oggetto tridimensionale, è stato risol¬
to da diversi secoli II vostro programma di gra¬
fica, qualsiasi esso sia. incorpora questi stessi
algoritmi e li esegue direttamente, ad esempio,
al semplice cambio della posizione dell 'osserva¬
tore della scena
Figura 2 - CorelDraw! -
Scritta tridimensionale
A maggior ragione or¬
mai tutti i prodotti di
grafica vettoriale, anche
quelli non rientranti nel¬
la categoria CAD. di¬
spongono di funziona¬
lità di tracciamento di
oggetti 3D Va imme¬
diatamente chiarito il
fatto che m tali prodotti,
di categoria Draw, non
viene inserito un ogget¬
to solido, in quanto non
esiste uno spazio 3D.
ma direttamente la sua
rappresentazione In-
somma: nel file realizza¬
to con un prodotto CAD
c'è l'oggetto 3D. nel file
realizzato con un pro¬
dotto Draw cè una sua
rappresentazione
»odk.
D H U «
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4.
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a
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o altro), non lo stiamo semplicemente
"disegnando". Dello stesso oggetto
possiamo produrre svariate rappresen¬
tazioni (vista di sopra, di lato, di dentro,
di fuori, sezioni, piante, prospetti, ecc.).
Un prodotto CAD, partendo da un og¬
getto ben definito, produce dello stes¬
so. gratis, tutte le viste che si vuole.
Modellazione solida
e rendering
La prima cosa da capire, quindi, è che
non si sta parlando di prodotti per dise-
REALTA'
gnare ma di prodotti per progettare, per
modellare oggetti. Insomma non si pen¬
sa al disegno, che è già una rappresenta¬
zione, spesso parziale spesso inganne¬
vole. dell'oggetto, ma all'oggetto in sé.
Figura 4 - Architetture ideali.
Questo è un disegno del 600 eseguito da un ar¬
tista che evidentemente era ossessionato dal
problema della prospettiva, ovvero di come ri¬
portare sul suo foglio da disegno immagini reali
o realistiche Molti artisti realizzavano comples¬
se architetture di fantasia, mai poi costruite in
concreto, nel disegnare le quali potevano mette¬
re a frutto le tecniche della costruzione prospet¬
tica che via via imparavano Insomma un raro
esempio di commistione tra creatività e tecnica
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
303
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Figura 5 - Autodesk Au¬
toCAD 14 Progetto del
Tempio di Giove ad
Olimpia
Questo invece è il pro¬
getto del Tempio di Gio¬
ve ad Olimpia, realizzato
con AutoCAD 14 e visto
in modalità prospettica
dall'alto (gh abbiamo tol¬
to il tettol. Risulta evi¬
dente la relativa sempli¬
cità del progetto, costi¬
tuito da una sene di ele¬
menti, basamenti, colon¬
ne. capitelli, ecc . che si
ripetono secondo regole
auree Quindi la proget¬
tazione. evidentemente
non nella sua parte crea¬
tiva. ma nella parte ope¬
rativa. risulta estrema-
mente rapida Ve lo pro¬
porremo integralmente
nel prossimo articolo
Figura 6 - Autodesk Au¬
toCAD 14 - Campionario
di primitive tridimensio¬
nali .
Lasciamo da parte il
Tempio di Giove e par¬
tiamo dall'inizio mostran¬
do un campionario di pri¬
mitive tridimensionali
Queste primitive, molto
semplici e comprensibili
da tutti, sono fondamen¬
tali in tutti i progetti di ti¬
po meccanico e di tipo
architettonico Nella fi¬
gura sono riportati an¬
che i pulsanti delle barre
degli strumenti di Auto¬
CAD 14. corrispondenti
al comando che produce
la primitiva
Figura 7 - Autodesk Auto¬
CAD 14 - Solido di estru¬
sione
Anche l’estrusione 6 una
tecnica tipica nella produ¬
zione di oggetti meccani¬
ci Si parte da un profilo
che, percorrendo una cer¬
ta traiettoria, realizza un
solido La complessità
del solido cosi realizzato
dipende dalla compies
sita del profilo di origine e
dalla complessità della
traiettoria
Le tecniche che entrano in ballo sono
sostanzialmente due: la progettazione
3D, che, se applicata ad elementi solidi,
si chiama modellazione solida, ed il ren¬
dering, che riguarda le varie modalità di
visualizzazione dell'oggetto progettato
Queste modalità di visualizzazione mira¬
no a ricostruire il più fedelmente possibi¬
le il modo di vedere dell'occhio umano.
Tutti i prodotti che useremo per i no¬
stri esperimenti si basano sul concetto di
scena, in cui si posiziona innanzitutto
l'oggetto progettato con la modellazione
solida.
Successivamente, per creare le viste
realistiche, occorre fare tre cose: definire
le caraneristiche dei materiali di cui sono
fatte le superfici dei vari oggetti, inserire
nella scena le luci, definendone le carat¬
teristiche, ed infine posizionare il punto
di vista dell'osservatore presente nella
scena stessa.
Ognuna di queste operazioni coinvolge
decine di varianti, che vanno impostate
con attenzione. Si pensi ad esempio
all'importanza del posizionamento e della
quantificazione delle luci.
Molti prodotti permettono anche di de¬
finire le caratteristiche dell'atmosfera
della scena, ad esempio la nebbia, che a
sua volta può influenzare la vista realisti¬
ca.
L'ultima impostazione riguarda la mo¬
dalità di produzione della vista finale.
I vari prodotti propongono modalità ve¬
loci. utili in fase di progetto, come quella
che mostra gli oggetti come wireframe
(fil di ferro), oppure fiat (non vengono
calcolate le ombreggiature). Poi ci sono
modalità piu elaborate delle precedenti,
ma abbastanza veloci, in quanto introdu¬
cono alcune semplificazioni nei calcoli. Si
tratta delle modalità che sfruttano gli al¬
goritmi di Phong e di Gouraud. L'algorit¬
mo più completo è quello ray tracing, co¬
si detto perché calcola i tracciati dei rag¬
gi della luce, che si riflettono sugli ogget¬
ti, creano ombre, attraversano gli oggetti
trasparenti, ed alla fine raggiungono il
punto di vista dell'osservatore. Questa
operazione, se eseguita in una scena
complessa, può richiedere parecchio
tempo, anche ore, nei casi estremi.
Primitive e processi
costruttivi
Fatte queste necessarie premesse,
torniamo al momento della modellazio¬
ne del nostro oggetto tridimensionale
304
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Il primo e più semplice strumento
utile per la modellazione è quello che
consente di inserire nella scena primiti¬
ve tridimensionali elementari, come
sfere (la più semplice di tutte), paralle¬
lepipedi, cilindri, coni, ecc. (in figura 6,
il campionario proposto da AutoCAD
14) In questa fase è importante il posi¬
zionamento dell'oggetto nella scena,
che può essere controllato solo veden¬
dolo da più punti di vista,
Altre primitive, più complesse, pos¬
sono essere realizzate sfruttando dei
processi costruttivi, che il prodotto
CAD sa eseguire.
I due processi più immediati, e com¬
prensibili a tutti, sono l'estrusione e la
rotazione. In pratica occorre realizzare
dei profili piani, partendo dai quali il
prodotto che stiamo usando genera il
solido.
Nelle varie figure a corredo dell'arti¬
colo ne vedete degli esempi chiarifica¬
tori.
I prodotti CAD più evoluti dispongo¬
no di ulteriori strumenti per costruire
oggetti 3D, un po' più complessi dei
precedenti. Ad esempio quelli che rea¬
lizzano superfici spaziali sagomate in¬
terpolando linee spaziali generatrici.
L'esempio che mi viene in mente è il
cofano di un'automobile, che è delimi¬
tato da bordi ben precisi, ma che poi si
svolge con armonia nello spazio. An¬
che in questo caso i prodotti CAD in¬
corporano complessi algoritmi di calco¬
lo in base ai quali sviluppano la superfi¬
cie spaziale.
Editazione degli
elementi solidi
Proseguendo nel nostro processo
costruttivo semplificato siamo arrivati
al momento in cui abbiamo inserito
nella scena le varie primitive e dobbia¬
mo cominciare ad assemblarle.
Entra in gioco l'algebra booleana,
che, pur partendo da elucubrazioni al
limite dell'astrazione dal mondo e da¬
gli uomini, dimostra ancora una volta
la sua importanza pratica.
Se accostiamo due solidi fino a farli
toccare, anzi fino a farli entrare uno
nell'altro, cosa succede?
Possiamo unirli per ottenere un
nuovo solido costituito dalla somma
dei primi due.
Possiamo intersecarli per ottenere
un nuovo solido costituito dalla sola
Figura 8 - Autodesk Au¬
toCAD 14 ■ Estrusione
complessa
Se la traiettoria lei rife¬
riamo alla didascalia del
la figura precedente) ha
un andamento compli¬
cato, come in questo
esempio, il profilo la se¬
gue, conservando la
perpendicolarità del suo
piano rispetto alla traiet¬
toria stessa I prodotti di
CAD più evoluti, ad
esempio il 3D Studio
della stessa AutoDesk,
consentono di far varia¬
re sia l’angolo tra profilo
e traiettoria, sia la forma
e la dimensione del pro¬
filo stesso, vìa via che
avanza
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Figura 9 - Autodesk
AutoCAD 14 - Solido
di rivoluzione
Anche in Questo caso
rientriamo nella pro¬
gettazione di tipo mec¬
canico. Il solido di rota¬
zione simula perfetta¬
mente il classico tor¬
nio, con cui, sia dal-
l'antichita. veniva co¬
struito il vasellame
Anche qui si parte da
due componenti piani,
il profilo, che può es¬
sere molto comples¬
so. e l asse di rotazio¬
ne, che deve essere
complanare Al resto
pensa il prodotto CAD
Figura IO - Autodesk
AutoCAD 14 - Opera¬
zioni booleane - Unio¬
ne
Un altro affascinante
esempio di "conlami¬
nazione " tra problema¬
tiche appartenenti a
mondi apparentemen¬
te differenti è costitui¬
to dall’applicazione
dell’algebra booleana
alla modellazione soli¬
da Da una parte teorie
astratte, quasi filosofi¬
che, 1 vecchi cari con¬
cetti di AND, OR, NOT
applicati agli insiemi,
con le loro infinite
combinazioni, dall'altra
la modellazione con la
quale si plasmano og¬
getti solidi .
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
305
Figura 12 - Autodesk Au¬
toCAD 14 Operazioni
booleane - Intersezione
tra solidi
Anche il più complesso
degli oggetti meccanici, si
pensi ad un motore di au¬
tomobile. può essere
scomposto in tanti ele¬
menti realizzati con primi¬
tive solide elementari ed
assemblati con una sene
di operazioni booleane
Un prodotto di modellazio¬
ne solida, m altre parole
un prodotto CAD tridi¬
mensionale evoluto, simu¬
la completamente lo stes¬
so processo progettuale e
costruttivo II disegno è
solo l'aspetto finale, pro¬
dotto automaticamente,
del progetto
OPERAZIONI BOOCEANE - Intersezione fra sondi
parte comune tra i due.
Possiamo sottrarli per ottenere un
nuovo solido uguale al primo con un
vuoto a posto del secondo (in pratica
un parallelepipedo meno un cilindro è
un parallelepipedo bucato).
In termini di disegno un buco è
qualche cosa che non c'è. In termini
di modellazione solida un foro è un
solido sottratto ad solido di partenza.
Rientrano nel concetto di editing an¬
che i comandi che consentono di re¬
plicare, più volte e secondo certe re¬
gole. elementi, anche complessi, già
disegnati o memorizzati come compo¬
nenti.
Fino ad ora abbiamo parlato di pri¬
mitive solide, di processi costruttivi,
di metodi per assemblare primitive.
Tutti i prodotti, non solo quelli di
grafica tecnica, che dispongono di
funzionalità 3D sfruttano internamen¬
te queste stesse procedure, che sono
rese immediatamente utilizzabili con
comandi diretti, pulsanti di toolbar,
ecc.
Ad esempio se in un prodotto Offi¬
ce si traccia un quadrato, basta un
click sul pulsante 3D, presente nella
toolbar che si chiama Disegno, per
estruderlo e dargli quindi profondità
L’approccio
matematico
trigonometrico
Fino ad ora abbiamo, in un certo
senso, lavorato a "vista", prelevando
gli oggetti dalle varie tool-
bar e posizionandoli nella
scena
In altri casi gli oggetti so¬
no più facilmente individua¬
bili attraverso la loro defini¬
zione matematico-trigono¬
metrica. Ad esempio una
sfera è individuabile, in un
riferimento cartesiano,
semplicemente dalle tre
coordinate del suo centro e
dal suo raggio, mentre pei
individuare un cubo occorre
un vertice (tre coordinate),
il lato e poi l’orientamento
di almeno due spigoli In to¬
tale sei valori numerici.
Per individuare un ogget¬
to sono quindi necessarie
una serie di informazioni.
Figura 11 - Autodesk
AutoCAD 14 - Opera¬
zioni booleane - Sottra¬
zione tra solidi
L'unione, vista nella fi¬
gura precedente, è. dal
punto di vista boolea-
no. un OR L'Interse¬
zione. che vedremo
nella prossima, è un
AND La sottrazione e
il NOT del secondo so¬
lido coinvolto nell'ope¬
razione booleana
Figura 13 - ProPro Group bCAD 3 5 -
L'approccio matematico trigonometri¬
co
Si può lavorare 'a vista' posizionan¬
do, nello spazio cartesiano in cui vive
il nostro progetto, i vari elementi solidi
in gioco, le primitive viste prima, op¬
pure Quelli ottenuti con processi co¬
struttivi elementari Altro approccio e
Quello basato sul fatto che i vari ele¬
menti sono individuabili attraverso le
loro caratteristiche geometriche Ad
esempio una sfera è individuata com¬
pletamente dal suo centro Icon le tre
coordinate X. Y e ZI e dal suo raggio
Ivalore Ri Ebbene, si può progettare
un oggetto partendo da Questi valori
numerici E' Quello che faremo per co¬
struire una piccola piramide di sfere
Useremo sia il bCAD, il prodotto rus¬
so della ProPro Group, provato nello
scorso numero di MC. sia il prodotto
americano AutoCAD 14
306
MCmicrocomputer n, 181 - febbraio 1998
coordinate di vertici, lunghezze di lati
o di raggi, angoli, ecc., il cui numero
ed il cui tipo varia a seconda del tipo
dell'oggetto.
Tutti i prodotti CAD sono in grado di
accettare oggetti, solidi e non, attra¬
verso tali informazioni, anche, in casi
estremi, digitate da tastiera sotto for¬
ma di valori numerici.
Supponiamo ad esempio di volere
tracciare una piccola piramide di sfe¬
re, costituita da tre sfere accostate,
poggiate sul piano X, e da una quarta
sfera poggiata sulle prime tre. Suppo¬
niamo anche di voler affrontare il pro¬
blema, che enunciamo di nuovo, da
un punto di vista trigonometrico.
Abbiamo tre sfere uguali, di raggio
pari ad 1, poste sul piano XV Essen¬
do accostate l'una alle altre due, i loro
tre centri formano un triangolo equila¬
tero di lato pari a 2 Possiamo facil¬
mente calcolare la distanza del centro
del triangolo dai tre centri delle sfere.
E’ pari a 1/COSI30) e quindi pari a
1,1547
Se poi supponiamo che il centro del
triangolo sia posto sull'asse Z e che il
centro della prima sfera sia posto sul
piano ZX, avremo facilmente determi¬
nato le posizioni dei centri delle prime
tre sfere;
Figura 14 - AuloDesk
AutoCAD 14 - L approc¬
cio matematico trigono¬
metrico
Sullo sfondo vane viste
del nostro progetto, una
piramide di sfere. In pri¬
mo piano invece la fine¬
strella, un po' manipola¬
ta per ridurne le dimen¬
sioni. in cui vediamo i
valori numerici passati
da tastiera Sia bCAD.
che ovviamente Auto¬
CAD, consentono la di¬
gitazione manuale dei
valori numerici che
identificano l'oggetto
piamo che le coordinate X e Y sono
pari a 0 II valore della coordinata Z si
trova di nuovo con la trigonometria,
conoscendo la posizione del centro
della prima sfera e la distanza tra i
due centri, che è sempre pan a 2.
Conseguentemente;
Calcolate, al limite a mano, le coor¬
CAD 14, come potete vedere nelle fi¬
gure 13 e 14. Nel primo caso abbia¬
mo inserito anche le quote, nel se¬
condo invece abbiamo prodotto più
viste ed abbiamo loro sovrapposta la
finestra testuale nella quale certifi¬
chiamo il fatto di aver digitato a mano
le coordinate
Quarta Sfera X=0 Y = 0 Z = 2.623
In cui:
Z = 1 + SQR(2 A 2 - 1.1547 A 2)
Conclusioni
Della quarta sfera, avendo noi deci-
Prima Sfera X = 1.1547 V =
Secondo Sfera X = -.5773 V =
Terza Sfera X = -.5773 Y =
so che il centro del triangolo equilate¬
ro, e quindi che il centro della quarta
sfera stessa, è posto sull'asse Z, sap-
dinate delle quattro
sfere possiamo ripor¬
tarle nel nostro proget¬
to.
Lo abbiamo fatto sia
con il bCAD della ProPro, provato nel
numero scorso di MC, sia con Auto-
L'ultima figura mostra il
prodotto Micrografx Simply 3D, di cui
nelle pagine iniziali della rivista trova¬
te una breve prova. E' interessante la
sua collocazione; si tratta di un pro¬
dotto dedicato agli utenti non esperti
di grafica tridimensionale, ma evoluto
in termini di sofisticazione del risulta¬
to raggiungibile.
0 Z = 1
-1 Z = 1
1 Z = 1
Figura 15 Micrografx Simply 3D ■ Un
prodotto per i non esperti
Un buon compromesso tra facilità d'uso
IStmply. un avverbioll ed efficacia del ri¬
sultato raggiungibile tì rappresentato dal
Simply 3D. della Micrografx, che provia¬
mo in questo stesso numero di MC Si
tratta di un prodotto di modellazione so¬
lida, rendering ed ammation, dichiarata-
mente destinato ai non esperti Molto
esplicito 6 l'ambiente operativo in cui si
vede la scena, a destra l'elenco degli
elementi presenti nella stessa ed, in
basso, il catalogo degli oggetti, dei ma¬
teriali, delle luci, degli sfondi, di libreria,
inseribili, con un semplice drag Si drop,
nella scena
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Ha due punti di forza:
l'ambiente operativo che
mette a portata di mano
tutto quello che serve
nella scena (oggetti, ma¬
teriali, luci, sfondo) e le
librerie di oggetti e di
materiali predisegnati,
che permettono di ese¬
guire lavori di solo as¬
semblaggio
Nel prossimo numero
continueremo a parlare,
ancora in termini non
tecnici, di grafica 3D
KB
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
307
Accedere ai database MS SQL Server
dai prodotti MS
In casa Microsoft esistono svariate linee di prodotti. Ci sono i prodotti di classe
Home, i prodotti di classe Small Office, ambedue destinati a ben individuabili
categorie di destinatari, i prodotti Office, destinati agli utenti finali, dai principianti
ai cosiddetti “power users”, aziendali o meno, i prodotti per chi sviluppa, e quindi i
vari linguaggi. Ci sono poi i sistemi operativi, Windows 95 e NT Workstation, per le
postazioni Client, e Windows NT Server, per i server aziendali. La linea dei prodotti
BackOffice, che si affiancano ad NT, comprende numerosi server che espletano i
vari servizi necessari in un server tuttofare.
E’ chiaro che le varie categorie ed i vari prodotti non possono essere racchiusi in
compartimenti stagni, anzi, in certi casi, è proprio la sinergia tra i prodotti delle
varie classi che offre la migliore soluzione di un dato problema.
di Francesco Petroni
In questo articolo vogliamo approfondi¬
re proprio una di queste forme di siner¬
gia, consistente nella possibilità di "ve¬
dere" i database, disponibili in formato
MS SQL su un server aziendale, diretta-
mente dai vari prodotti Client, sia quelli
di classe Office che quelli di classe lin¬
guaggi.
Da un punto di vista applicativo, una si¬
nergia di questo genere può avere due
finalità principali
La prima, più complessa da realizzare, è
quella di costruire applicazioni, aziendal¬
mente strategiche, in cui i dati risiedono
sui server ed i programmi di gestione,
almeno per la parte front end. risiedono
sui vari Client Per "applicazioni azien¬
dalmente strategiche" intendiamo ap¬
plicazioni che "fanno funzionare l'azien¬
da", in cui l'affidabilità del database,
l'efficienza dei programmi, la sicurezza
del sistema, ecc., siano garantiti.
La seconda finalità è quella di mettere i
dati aziendali a disposizione dei vari uti¬
lizzatori. soprattutto per usi manipolati¬
vi. e quindi reportistici, statistici, ecc,,
usi assolutamente non critici in quanto
producono, partendo dai database di
origine, solo degli output, senza nessun
rischio di modificare i dati originali.
Insomma, in un'azienda ci sono da una
parte i dati e dall'altra gli utilizzatori. Il
problema è quello di mettere a loro di¬
sposizione, nella maniera più diretta
(senza intermediari), veloce (in termini
di tempi di risposta), sicura (senza peri¬
colo di danni) e semplice (modalità ope¬
rative a portata di un utente finale di
competenza media), i dati.
Se i dati sono in formato MS SQL Ser¬
ver e se, dall'altra parte, gli utilizzatori
dispongono dei prodotti Office o pro¬
grammano con il Visual Basic, sono
possibili decine di strade alternative per
interrogare i database e per ricevere il
risultato dell'interrogazione sugli appli¬
cativi Client.
In questo articolo vedremo qualcuna di
queste strade
Premesse lato MS SQL
In questo articolo parliamo solo del lato
Client della faccenda ed eseguiremo dei
semplici esperimenti di interrogazione.
Chi volesse invece affrontare anche il
lato server (e quindi più specificamente
MS SQL Server) può leggere la serie di
articoli nella rubrica Workgroup, iniziati
nel numero scorso e dedicati proprio a
MS SQL Server, che sono in un certo
senso complementari rispetto a questo
A chi volesse approfondire l'argomento
Visual Basic e SQL Server, e volesse
soprattutto avere una visione più siste¬
matica delle varie problematiche con¬
nesse, consigliamo la lettura dei ma¬
nuali del Visual Basic (sono ancora fon-
308
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
dementali) e del volume Visual Basic &
SQL Server di William R. Vaughn. pub¬
blicato nella collana Microsoft Press e
ben tradotto in italiano.
Diamo quindi per scontato che sul ser¬
ver ci sìa un database di prova (usere¬
mo quello che si chiama Pubs, che vie¬
ne installato quando si installa MS SQL
Server). Un secondo database di prova
10 installeremo noi, usando la modalità
automatica permessa dagli upsizmg tool
per MS Access.
Per collegarsi al database già disponibi¬
le in formato MS SQL. ma il discorso
vale per tutti gli altri formati, occorre,
sulla postazione Client, creare una con¬
nessione ODBC, grazie alla quale si as¬
segna un nome al collegamento. Se ci
si collega da Excel, Access o Visual Ba¬
sic, o da qualsiasi altro Client, basterà ri¬
ferirsi a questo nome.
Abbiamo detto che ci occuperemo solo
del lato Client della faccenda, ma deve
essere chiaro che MS SQL Server ha
una sua organizzazione da cui non si
può prescindere.
Esiste ad esempio il concetto di device,
che può essere interpretato come un
contenitore "logico" di database. Esiste
11 concetto di database, che, come ap¬
pena detto, fa parte di un device e che
a sua volta contiene vari tipi di oggetti:
table, view, stored procedure, ecc., che
possono essere attivati dal Client.
Parti essenziali di MS SQL Server sono
tutti gli strumenti per la sicurezza degli
accessi (l'amministrazione degli utenti,
che può essere condivisa con Windows
NT), per la sicurezza e dei dati (procedu¬
re di backup e di replica), per il rileva¬
mento delle operazioni (si può definire
un file di log in cui vengono riportate
tutte le operazioni eseguite sui databa¬
se), per la manutenzione corrente e
straordinaria, ed altro.
MS SQL Server deve essere ben confi¬
gurato non solo dal punto di vista
software ma anche dal punto di vista
hardware, in modo che anche le presta¬
zioni, in termini di risposta alle interro¬
gazioni, siano ottimizzate. Ad esempio,
trattandosi dì componenti BackOffice,
sia MS SQL Server che Windows NT
Server possono essere ospitati su mac¬
chine con architettura multiprocessore,
con clustering dei dischi rigidi. Un mi¬
glioramento delle prestazioni generali
del sistema può essere ottenuto "pom¬
Datalmv
SQL Server
Driver ODBC
SQL Server
Gestore
Driver ODBC
MoiJllO
DdUtUSF
Remote Data
Otneth(RDO)
Remote Data
Control
Visual Basic
Enterprise tetti.
JET
ODBC
Direct
Figura 1 - MS SQL Ser¬
ver 6.5 - Setiemalizza¬
tone dei nostri esperi¬
menti.
Scopo di questo artico¬
lo è quello di sperimen¬
tare come, dai normali
prodotti MS Ottice
(useremo Excel. Word
e Access) e dai normali
linguaggi di program¬
mazione targali Micro¬
soft (useremo Visual
Basic) si possa accede¬
re, in varie maniere, ai
database in formato
MS SQL Server Le ver¬
sioni dei van strumenti
che utilizzeremo sono:
MS SQL Server 6.5, Office 97, Visual Basic 5.0. Come gestore dei driver ODBC useremo quello pre¬
sente nel CD di Office (cartella Valuepack\Dataacc)
Data Atleti
Data
Visual Basic
Obietti (DACi)
Control 1*
Proie-,t.al tillt.
Access nomee 97
Visual Basic lar Application 5 0
E* ¥•» irrm Xoo* H—k Omo *"*• d*
pando" il server, piuttosto che interve¬
nendo sui Client.
Figure professionali
coinvolte
Ipotizzando un'azienda di dimensioni
medie o grandi, in cui i database strate¬
gici siano stati realizzati in formato MS
SQL Server, occorre prevedere una se¬
rie di figure professionali che garanti¬
scano il funzionamento e l'ottimizzazio¬
ne del sistema.
Innanzitutto l'amministratore di MS
SQL Server, che potrebbe essere lo
stesso che amministra NT, il cui compi-
.11 x1 Figura 2 - MS SQL
Server 6.5 - Il lato MS
SQL della medaglia .
Utilizzeremo da una
parte un server Win¬
dows NT con installato
MS SQL Server 6.5 e
dall'altra un Client Win¬
dows 95 con Office 97
e Visual Basic 5.0. Per i
nostn esperimenti use¬
remo due database
Prima di tutto quello
che si chiama Pubs e
che viene scaricato du¬
rante l'installazione
delI'SQL Server. Il se¬
condo lo produrremo
noi stessi convertendo
in formato SQL II data¬
base in formato MDB
che sì chiama Biblio e
che è presente nel CD
di Visual Basic 5.0 Lo
chiameremo NewBi-
blio. In questa schermata "collage", presa
daU'SOL Enterprise Manager, vediamo in se¬
condo piano sia NewBibho che Pubs, ed in pri¬
mo piano un momento della creazione di un ter¬
zo database, il cui nome è ProvaMC.
to è quello di amministrare gli utenti, di
gestire l'organizzazione logica e fisica
dei database, di programmare ed ese¬
guire le procedure di replica, di backup.
di log. ecc.
Altra figura è quella del progettista del
database, il cui compito è quello di co¬
struire la banca dati aziendali sulla base
delle finalità che ci si propongono Si
tratta di un'attività di analisi sui dati sul¬
le procedure aziendali che si concretizza
in un progetto di database ed eventual-
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
309
Figura 4 - MS Access 97 upsizing tool - Come al solito molto del materiale sì
trova su Internet.
DaI sito Microsoft potete scaricare molto materiale utile per i vostri esperi¬
menti Innanzitutto Microsoft Access 97 upsizing tool, che vedremo subito
dopo Si può scancare anche una nuova versione, per chi avesse la vecchia o
per chi non l'avesse allatto, del hl e Biblio.mdb. Altro sito da tenere sotto con¬
trollo è tvww mirjgsnlt r.nm/dSB nel quale potete trovare materiale Illustrati¬
vo delle nuove strategie di accesso ai dati e parecchio materiale d'esempio.
Citiamo quello relativo alla nuova tecnologia UDA IUniversaI Data Accessi
grazie alla quale le vane tecniche di accesso ai dati vengono, in un certo sen¬
so. unificate, soprattutto in previsione della diffusione dell'accesso al dati at¬
traverso Internet
mente nella sua realizzazione. E' neces¬
saria una competenza da analista ed
una conoscenza di MS SQL Server in
quanto è con quest'ultimo che saranno
realizzate tabelle, procedure, ecc
Nel caso in cui si persegua la filosofia
del data warehouse (magazzino dei dati
aziendali), è necessario prevedere uno
specialista SQL a supporto delle richie¬
ste degli utenti. Se ad un utente servo¬
no, per svolgere la propria attività, sot-
toinsiemi di dati provenienti dai databa¬
se aziendali, è bene che questi dati sia¬
no preparati da una procedura, scritta
nel linguaggio specifico di MS SQL
Server, che viene eseguita dal server
stesso periodicamente o a richiesta. In
pratica questo esperto realizza una sto-
red procedure, memorizzata all'Interno
di MS SQL Server, che viene richiama¬
ta dal Client dell'utente ma viene ese¬
guita dal server
Ad utente particolarmente esperto si
potrebbe concedere una certa libertà
d'azione, nel senso che gli sarà con¬
sentito di realizzare in proprio le inter¬
rogazioni utilizzando strumentazioni
Client
Ultima figura da prevedere, nel caso si
realizzino procedure evolute, è quella
del programmatore, figura che potreb¬
be coincidere, ma non obbligatoriamen¬
te. con il progettista del database Co¬
stui deve conoscere il linguaggio che si
decide di usare per realizzare l'applica¬
zione (ad esempio MS Visual Basic) e il
database che ospita i dati (ad esempio
MS SQL Server)
Le più recenti tecniche di programma¬
zione prevedono lo sfruttamento di
un'architettura client/server a tre livelli,
in cui, sostanzialmente, anche buona
parte dei programmi, escluse le sole
procedure che gestiscono il front end,
risiedano sul server. Ma questo è un ar¬
gomento fuori tema, che tratteremo
un'altra volta
Elenco sintetico dei
nostri esperimenti
Condurremo i nostri esperimenti utiliz¬
zando un server NT 4.0, con installato
MS SQL Server 6.5 (figura 1). Lavore¬
remo sul database di prova Pubs e su
un altro database di prova che costrui¬
remo dal nulla.
Daremo un'occhiata, più che altro per
ambientarci, ad esempio per individua¬
re le tabelle, per "vedere come è fat¬
ta" una stored procedure, ecc , a MS
SQL Server (figura 2 e figura 14).
Poi ci trasferiremo sul Client, nel quale
creeremo una connessione ODBC (fi¬
gura 3) che proveremo subito per ac¬
cedere al database Pubs, da Visual Ba¬
sic, da Access, da MS Query (e quindi
da Excel), da Word.
A questo punto faremo un intervallo
dedicato allo studio degli Access upsi-
zing tool, scaricabili gratuitamente da
Internet (figura 4) Si tratta di due stru¬
menti molto comodi quando si debba¬
no far dialogare database SQL e posta¬
zioni Client. Il primo dei due è un brow-
ser che. lanciato da MS Access, per¬
mette di navigare all'interno del data¬
base SQL (figura 5), il secondo è un
wizard che permette di creare, parten¬
do da un database in formato Access
(desinenza MDB), direttamente un da¬
tabase SQL. Per provare questa proce¬
dura partiremo dal database
Bibho.mdb, in dotazione a MS Visual
Basic 5.0, di cui vediamo in figura 6 la
struttura in termini di tabelle e relazio¬
ni.
C’è da aprire una piccola parentesi de¬
dicata a chi dispone di Access ma non
di Visual Basic. Sia gli upsizing tool che
Biblio.mdb (in una versione piu aggior¬
nata, che è quella che abbiamo utilizza¬
to anche noi) sono scaricabili dal sito
Microsoft Questo permette di esegui¬
re buona parte dei nostri esperimenti
anche a chi non disponga di Visual Ba¬
sic.
310
MCmicrocomputer n 181 - febbraio 1998
t.lJl»!
Figura 5 - MS Access 97 upsizing tool - Cominciamo con II browser.
Scaricali gli upsìzing tool ed installati sulla postazione Client possiamo atti¬
varli dal menu Access passando per la voce strumenti aggiunti. La prima
delle due procedure che vengono aggiunte è quella che permette di naviga¬
re all'interno di una connessione ODBC. In questa tigura vediamo un collage
di tre box create dal browser. La prima mostra il contenuto, in termini di ta-
ble, view. default, rute, proc (stored procedureI del database Pubs, ed in
particolare stiamo vedendo la lista delle tabelle. Nella seconda vediamo le
proc e nella terza la sintassi di una specifica procedura, che si può modifi¬
care, anche inserendovi dei parametri, tnsomma si riesce ad intervenire, la¬
vorando esclusivamente in Access, non solo sui dati, ma anche sui compo¬
nenti del database SOL.
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Figura 6 - Bibllo.mdb - Il nostro database di prova.
Il secondo tool degli upsizlng tool è quello che converte un normale da¬
tabase, già disponibile e pieno di dati in formato Access, in un database
in formato MS SQL Server. Come database di partenza usiamo quello
che si chiama Bibho.mdb ed e presente nel CD del Visual Basic oppure e
scaricabile, in un'edizione piu aggiornata, dal sito della Microsoft dedica¬
to al Visual Basic. Riguarda la problematica biblioteca, in cui ci sono le
tabelle degli editori (publisher), degli autori (author), del titoli (litle) e per
risolvere II rapporto tra titoli e autori (un titolo più autori, un autore più ti¬
toli) c'è una quarta tabella tltle author. I titoli sono veri e sono oltre
10 000. Quindi gli esperimenti risulteranno significativi anche in termini di
volumi,
Installati gli upsìzing tool e caricato Bi-
blio.mdb possiamo lanciare il wizard
che crea il nostro nuovo database. In
figura 7 ne vediamo due momenti.
Tanto per capirci il server si chiama
ACTIVESRV, il database lo abbiamo
chiamato NewBiblio e lo stesso nome
lo abbiamo affibbiato alla connessione.
Il modo più semplice per provare la
nuova connessione è quello di esegui¬
re il comando Dati - Carica dati esterni
- Crea nuova query di Excel, che lancia
l’accessorio MS Query (in figura 8),
che permette di costruire in un am¬
biente guidato, di tipo QbE (Query by
Example), la nostra interrogazione, il
cui risultato viene scaricato diretta¬
mente sul foglio di Excel. Nella figura 9
vediamo proprio il foglio Excel ed, in
primo piano, la box dalla quale si deve
"passare" per accedere al nostro data¬
base SQL
Indipendentemente dall'uso e dalla
presenza degli upsìzing tool, se si vo¬
gliono utilizzare da Access i dati dal da¬
tabase SQL sono praticabili varie stra¬
de
La piu diretta è quella di creare delle
tabelle "attached” con II comando (sia¬
mo in Access) File - Carica dati esterni
- Collega tabelle. A questo punto le ta¬
belle sono utilizzabili come se fossero
tabelle di Access a tutti gli effetti Non
sono ovviamente possibili modifiche a
livello di struttura Altra possibilità è
quella creare delle query di tipo specifi¬
co (comando Query - SQL specifico -
Pass-through), Occorre scrivere a ma¬
nina (non si può usare il QbE) un'istru¬
zione SQL nello specifico linguaggio
SQL del server. Tale istruzione salta il
motore Jet di Access e viene eseguita
direttamente dal server. Se poi fossero
disponibili delle stored procedure, si
possono eseguire, dall'interno della
query pass-through, con l'istruzione
Exec nomeprocedura. Tutte queste co¬
se appena dette per Access le abbia¬
mo riassunte nel collage di figura 10
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
311
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Figura 8 - MS Ouery 97 - Lo strumento genenco dì interrogazione di MS
Office
Qui vediamo in azione lo stmmento MS Ouery. che viene installato quando
si installa Office 97. e che pud essere nchiamato direttamente da Excel con
comando Dati - Carica dati esterni - Crea nuova query L'ambiente operati¬
vo, del tutto analogo all'ambiente query di Access, permette in maniera
guidata di creare una interrogazione sui nostn due database, raggiunti tra¬
mite le connessioni TestPubs o NewBiblio.
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Figura 9 - MS Ouery 97 - A servizio di Excel.
Qui vediamo, in un collage, sia il nostro foglio Excel riempito con i dati pro¬
venienti dall'MS Ouery sia la box che viene visualizzata quando si accede
alla connessione NewBiblio Una volta creata la query e scaricati i dati sul
foglio sono attivabili, ad esempio attivando il quick menu sull'area con i da¬
ti. i comandi di Aggiornamento dei dati oppure di Modifica della query. In
altre parole l'area con i dati rimane legata all'origine stessa dei dati. L'intera
operazione di query si può parametrizzare e si può inglobare In una macro.
In questo modo si riesce a creare una procedura generalizzata di Interroga¬
zione del database SOL. eseguibile totalmente da Excel.
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Figura 10 - MS Access
97 - Tabelle "attached"
e query specifiche
Verificato come Excel
possa approfittare del¬
le ottime capacità di
MS Ouery anche per
interrogare database
SOL. passiamo ad Ac¬
cess. La prima cosa
che vediamo è come si
possa costruire un’ap¬
plicazione Client che
usi le tabelle messe a
disposizione dal nostro
database Pubs. in for¬
mato SOL. raggiunto
tramite la connessione
TestPubs. Con il co¬
mando File - Canea
dati esterni - Collega
tabelle si creano delle
tabelle •attached", che
possono essere utilizzate per alimentare maschere o reporl. ecc.. come se fossero normali tabelle Ac¬
cess. Se invece occorre pretrattare i dati, creando ad esempio delle tabelle virtuali ottenute da query
eseguite sul database di origine, la strada migliore è quella di creare, nell'ambiente SQL Server, una
stored procedure e di richiamarla dall'ambiente Client, come query pass-through. La sintassi é banale.
Un'altra strada percorribile da Access
è quella che passa attraverso la pro¬
grammazione degli oggetti DAO o
RDO, che però vedremo con Visual
Basic.
Per finire vi proponiamo due esercizi
sviluppati con MS Visual Basic Enter¬
prise Edition.
Il primo utilizza, per collegarsi al data¬
base SQL Server, il remote data con¬
trol (lo vediamo nelle figure 11 e 12).
oggetto specializzato, disponibile solo
nella versione Enterprise di Visual Ba¬
sic 5.0.
Il secondo invece sfrutta la program¬
mazione RDO (lo vediamo in figura 13
e 15, che mostra il listato in edizione
integrale). Occorre caricare la libreria
MS Remote Data Obiect (il cui file è
MSRDO20 DLL), in modo che siano in¬
seribili, nel codice VB. anche le istru¬
zioni RDO La programmazione RDO,
cosi come quella DAO, è praticabile
anche da Visual Basic for Application
versione 5.0 e quindi anche in tutti i
prodotti Office compatibili.
Creazione ed uso della
connessione ODBC
ODBC è una delle voci richiamabili dal
pannello di controllo di Windows 95.
Permette di creare dei System data
source ODBC, ovvero delle connessio¬
ni a fonti di dati, identificabili con un
nome, imposto da noi a livello di Client
(lo chiamiamo TestPubs, che fa riferi¬
mento ad una macchina server, nel no¬
stro caso il server si chiama ACTIVE-
SRV, e ad un database in essa disponi¬
bile, nel nostro caso usiamo Pubs, in¬
stallato con MS SQL Server). Eseguite
queste semplici impostazioni diventa
possibile riferirsi, da qualsiasi applicati¬
vo Client, alla connessione stessa per
reperire i dati E' chiaro che non basta
conoscere il nome della connessione,
ma occorre anche sapere come è fatto
il database, ovvero quali sono le tabel¬
le ed i campi.
312
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
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Figura 11 - MS Visual Basic 5.0 - Enterprise Edition - Utilizzo del remote
data control - Esecuzione.
Anche partendo da un'applicazione Visual Basic esistono numerose strade
alternative per raggiungere dati disponibili in formato SOL Server. Si può
usare il normale data control, passandogli tre o quattro proprietà, oppure
la programmazione degli oggetti DAO. Se si dispone della versione Enter¬
prise di VB si può usare II remote data control, oppure si può usare la pro¬
grammazione degli oggetti RDO (remote data object). Queste strade sono
abbastanza simili alle prime due. solo che sono specializzate per lavorare
sul dati disponibili sul server. Esistono altre strade, piu impegnative, ad
esempio quelle che accedono direttamente alle DLL per SQL. ma che non
vedremo in questa sede. Nel primo esperimento useremo il remote data
control, collegato alla connessione NewBiblio.
Figura 12 - MS Visual Basic 5.0 - Enterphse Edition - Utilizzo del remote da¬
ta control - Impostazione delle proprietà.
L'obiettivo è quello di elencare i titoli del nostro database NewBiblio, sele¬
zionandoli per editore. Usiamo due remote data control (FtDC). il pnmo le¬
gato alla tabella publisher (editori) ed il secondo legato ad una query da ge¬
nerare dinamicamente. Al pnmo RDC colleghiamo una DBCombo (propnetà
RowSource della DBCombo) che visualizza i nomi degli editori (propnetà U-
stField. campo Company name) ma che assume il valore (propnetà Bound-
Column. campo PublD) del suo codice. Al click sulla DBCombo. quindi di¬
namicamente, generiamo un'istruzione SQL che seleziona tutti i titoli di
quell'editore. La nuova istruzione la passiamo al secondo RDC che a sua
volta alimenta una DBGrid. Si tratta di applicazioni tipiche di Visual Basic
che un utilizzatore "medio" deve saper realizzare in cinque - dieci minuti.
MS Access
upsizing tool
Abbiamo visto come ci si collega ad un
database SQL già disponibile (Pubs).
Vediamo ora come, direttamente dalla
postazione Client, sia possibile promuo¬
vere in "Serie A", ovvero convertire in
SQL Server, un database già realizzato
con Access Occorre utilizzare l’utility di
cui abbiamo parlato prima, scaricarle da
Figura 13 - MS Visual
Basic 5.0 - Enterprise
Edition - Utilizzo della
programmazione degli
oggetti DAO e RDO -
Esecuzione.
Il secondo programma
realizzato con Visual Ba¬
sic mette a confronto
tre metodi di program¬
mazione. Lo scopo, ba¬
nale, è quello di esegui¬
re una query che "pe¬
sca" dati dalle quattro
tabelle del database
NewBilbio e li scorre dal
primo all’ultimo (sono
quasi 13.000 record). La
prima volta usiamo la
programmazione DAO,
la seconda la program¬
mazione RDO. la terza
Invece lanceremo una
stored procedure creata
In SQL. Eseguiremo an¬
che Il cronometraggio delle prestazioni, da valu¬
tare cambiando i vari parametri di configurazio¬
ne, che, soprattutto nella programmazione
RDO, alterano pesantemente I tempi di esposta.
Va detto che. a questo punto, si lavora
direttamente con i database SQL. e
quindi entrano in ballo tutte le proce¬
dure di riconoscimento degli utenti de¬
finiti su questo server.
Nei nostri esperimenti ci limiteremo ad
eseguire delle interrogazioni.
Internet (dove e come lo vedete in figura
4) e che si installa come aggiuntivo di
Access 97, all'interno del quale inserisce
due nuove voci menu:
Strumenti Aggiuntivi Browser
Strumenti Aggiuntivi Upsize to SQL Ser¬
ver
La prima permette, noto il nome della
connessione, di navigare all’interno del
database e di vedere le table. le view, le
rule e le procedure. Una volta analizzati
gli elementi ci si può collegare alle tabel¬
le (tabelle attached) e si possono esegui¬
re delle query di tipo pass-through, che
eseguono direttamente le stored proce¬
dure residenti sul server.
Tutt'altra finalità ha il wizard che esegue
il processo di upsize. In pratica produce
un database SQL partendo da un "mo¬
dellino" fatto con Access Ho usato la
parola modellino per indicare quello che
è il vero scopo degli upsizing tool Non
tanto quello di evitare di costruire le
strutture dati lavorando con Access anzi¬
ché con SQL Server, quanto quello di
consentire di lavorare per prototipi anche
in applicazioni aziendali importanti. Co¬
struire un'applicazione locale con Access
è almeno venti volte più economico del
costruirla direttamente con SQL. Con il
prototipo è già possibile eseguire tutti i
test operativi, necessari a convalidare la
correttezza del database e il funziona-
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
313
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mento delle sue procedure.
Una volta a punto il prototipo lo si può
convertire, a costi bassissimi, in un'ap¬
plicazione aziendale.
Per quanto ci riguarda abbiamo esegui¬
to l'upsize del database Biblio.mdb, ed
abbiamo chiamato NewBiblio la connes¬
sione.
Un po’ di esperimenti
Abbiamo parlato di SQL Server, di con¬
nessioni ODBC, di upsizing tool ed ab¬
biamo brevemente descritto gli esercizi
proposti. Pensiamo che. con queste
brevi descrizioni e con l’aiuto delle figu¬
re qui intorno, siate in grado di eseguirli
anche voi e sugli stes¬
si nostri dati che trova¬
te in MS SQL Server
ed in Visual Basic.
Abbiamo lavorato con
MS Query e con Ex¬
cel, per creare delle in¬
terrogazioni il cui risul¬
tato viene riversato sul
normale foglio di lavo¬
ro per le ulteriori ela¬
borazioni.
Abbiamo lavorato con
Access, per collegarci
a tabelle esterne SQL.
per eseguire delle sto-
red procedure che per
Access sono delle
query analoghe alle al¬
tre In pratica sia le ta¬
belle "attacched" che
le query pass-through
costituiscono delle ta¬
belle virtuali e posso¬
no essere utilizzate
per creare maschere,
per creare report
- 3JSOLB
• - ■
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itat I Oli - 4)
Figura 14-MS SOL Ser¬
ver 6.5-La nostra stored
procedure Storep 1.
Vediamo come è fatta la
stored procedure co¬
struita direttamente in
MS SQL Server e richia¬
mata dalla nostra appli¬
cazione VB E' evidente
che un'applicazione
client/server è ottimizzata
quando ognuno dei due
componenti. Il server ed
il Client, dà il meglio di
sé. La stored procedure
confezionata dal pro¬
grammatore SOL costi- |«| |
tuisce sicuramente la
strada più sicura e velo¬
ce di accesso ai dati, mentre l'interfaccia Client costituisce la modalità più amichevole per richiedere tali dati.
nifi» (»elect • tra» »y»objoct*
re id • a©)ect_id( dbo STOREP1 )
drop procedure dbo 5T0REP1
SO
CREATE PROCEDURE STOREP 1 AS
5ELEC7 Auihcrs Authar T»tle_Author IS8H
Title* Tuie Publishers Co»pany_*a»e
FROH ( 1 Publisher» INNER JOIN Tuie» OR Publisher* PublD • Tuie» PublD/
IRTO? JOIN Title.Autbor OR Title* IS8N - Tille_Author IS8N)
INNER JOIN Author* OR T»tle_Authar Au_ID • Author* Au_IP
SO
Dim DD As Database, RR As Recordset, QD As QueryDef
Dim EE As rdoEnvironment. CN As rdoConnection, RS As rdoResultset
Dim SQ As String, SZ As String. C As Long
Private Sub Form_Load()
SO = "SELECT Authors.Author,
SQ = SO
SO » SO
SO = SQ
TO = SQ
End Sub
Title_Author.ISBN. Titles.Title. Publishers.Company_Name-
FROM ((Publishers INNER JOIN Titles ON Publishers.PublD = Titles.PublD) ■
INNER JOIN Title_Author ON Titles.ISBN = Title_Author.ISBN!*
INNER JOIN Authors ON Title_Author.Au_ID = Authors.Au_ID:*
Private Sub Pl_Click<)
CC = "ODBC; DSN=NewBiblio; UID=sa’
Cali Via: Set DD = OpenDatabaset-NewBiblio-. False, False. CC)
Set RR = DD.OpenRecordset(SQ. dbOpenSnapshotI
Cali Inizio: Do While Not RR.EOF : • VISUALI
C = C ♦ 1: RR. MoveNext
Loop: Cali Fine
End Sub
Private Sub P2_Click()
strConnect = ••: Cali Via
Set En = rdoEnvironments(0)
F.n. CursorDr iver = rdUselfNeeded
Set CN = En.OpenConnection_
(dsName:=-NewBiblio". Prompt:=rdDriverNoPrompt, ReadOnly:=False. Connect:=strConnectI
Set RS = CN.OpenResultset(Name:=SQ. Type:=rdOpenDynamic, LockType:=rdConcurValues)
Cali Inizio: Do While Not RS.EOF: • VISUAL2
C » C * 1: RS.MoveNext
Loop: Cali Fine
End Sub
Private Sub p3_Click(>
strConnect = SP = *exec storepl-: Cali Via
Set En = rdoEnvironments(0)
En.CursorDriver = rdUselfNeeded
Set CN = En.OpenConnection_
(dsName:="NewBiblio". Prompt:=rdDriverNoPrompt.
Figura 15 - MS Visual Ba¬
sic 5.0 - Enterprise Edition
- Utilizzo della programma¬
zione degli oggetti DAO e
RDO - Listato
Nel listato notiamo le di¬
chiarazioni iniziali, la lunga
istruzione SOL che esegue
un join sulle quattro tabelle
del nostro database, le tre
routine che stiamo provan¬
do, la prima DAO, la se¬
conda RDO e la terza che
esegue sul server, lancian¬
dola dal Client, una stored
procedure creata con SOL
Server. Le ultime routine
sono quelle che calcolano i
tempi di esecuzione e li vi¬
sualizzano sulla form
Set RS = CN.OpenResultset(Name:-SP.
Cali Inizio: Do While Not RS.EOF:
C = C . 1: RS.MoveNext
Loop: Cali Fine
End Sub
Type:=rdOpenDynamic.
VISUAL2
ReadOnly:=False. Connect:=strConnect1
LockType : =rdConcurValues )
Sub VISUALI!)
TI = RR!Author:
End Sub
Sub VISUAL2 I )
TI = RS!Author:
End Sub
T2
RR!Title: T3 = RRICompany_Name: DoEvents
T2 = RS!Title: T3 = RS! Company_Name: DoEvents
Sub Via!)
MO - Time:
End Sub
Sub Inizio))
MI = Time:
End Sub
MI =
• : M2 = •": DoEvents: C
0: Screen.MousePointer = vbHourglass
DoEvents: C = 0: Screen.MousePointer = vbHourglass
Sub Fine!)
Screen.MousePointer
End Sub
-a
vbDefault: M2 = Time: DoEvents: MsgBox C
314
MCmicrocomputer n, 181 - febbraio 1998
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Figura 16 - MS Word 97 -
La prova del 9
Tutti i metodi di accesso ai
dati praticabili con Visual
Basic 5.0, sono, per defini¬
zione, utilizzabili da tutti gli
applicativi che utilizzano
come linguaggio macro il
VBA 5.0, primi tra tutti I
componenti di Office 97.
Qui vediamo un elenco ri¬
cavato dalla tabella publi¬
sher del nostro database di
prova Nev/Biblio e realizza¬
to con una macro di Word
(in primo piano) che acce¬
de ai dati direttamente, uti¬
lizzando la tecnologia DAO.
Se vediamo il problema dal
punto di vista Word, è co¬
me se Word fosse un ge¬
neratore di report di dati
presenti in un qualsiasi da¬
tabase. E' necessano, per¬
ché il programma possa
funzionare, referenziare la libreria DAO 3.5, che viene installata sia da VB 5,0 che da Office 97.
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MS Visual Basic, liscio
e for Application, e
MS SQL Server
Prima di parlare dei nostri due esercizi,
realizzati con Visual Basic, dobbiamo fa¬
re una premessa.
Visual Basic non ha un suo specifico
formato dati. La Microsoft, casa produt¬
trice del Visual Basic, ne suggerisce
due. il formato MS Access, per le appli¬
cazioni monoutente o per le applicazioni
che lavorano su reti medio-piccole, e il
formato MS SQL, per le applicazioni de¬
stinate a lavorare su grossi volumi di da¬
ti e su reti medio-grandi.
Nel "pacchetto" Visual Basic 5.0 è pre¬
sente anche una versione "per svilup¬
patori" delI’SQL, che consente comun¬
que di completare e di testare l'applica¬
zione, prima ancora di aver acquistato
MS SQL Server.
Lavorare con database in formato SQL
vuol dire cominciare a pensare in termi¬
ni client/server.
Per Microsoft un'applicazione client/ser¬
ver è un'applicazione che ha i dati sul
server, i motori di accesso ai dati sul
server, i componenti principali dell'appli¬
cazione anche questi sul server, e solo i
componenti front end, quelli che costi¬
tuiscono l'interfaccia che vede fisica-
mente l'utente, sulle postazioni Client.
Non vogliamo, in questa sede, parlare
di client/server, ci limitiamo a mostrare
un paio di esercizi, realizzati con Visual
Basic, Enterprise Edition, che sfruttano
componenti e librerie orientati al server
e quindi sostanzialmente adatti ad esse¬
re usati con database SQL
Sperimentiamo solo due modalità tra le
però utilizzano il motore Jet, al contrario
di RDC e RDO.
Non parliamo neanche delle altre moda¬
lità, ancora più sofisticate, che sfruttano
componenti che si trovano solo nei Pro¬
grammerà Toolkit, come le Visual Basic
Library for SQL Server.
Cerchiamo di capire come funziona il
primo esercizio guardando la figura 11,
L'utente sceglie da una DBCombo un
editore (es. PRENTICE HALL) e una DB-
Grid viene riempita con i title pubblicati
da quell'editore.
Utilizziamo due controlli RDC (che ve¬
diamo in alto ma che potrebbero essere
impostati come non visibili), Il primo, le¬
gato alla tabella publisher, alimenta una
DBCombo per mostrare in essa l'elenco
degli editori. Elenchiamo le proprietà
fondamentali dei due primi oggetti
Text assume il valore del suo codice
che è quello che serve per la selezione
dei titoli.
A questo punto gestiamo l'evento click
su CI, con il quale confezioniamo una
nuova istruzione SQL che passiamo di¬
namicamente al secondo remote data
control. Il listato, minimo, si può legge¬
re in figura 11.
Il secondo esercizio VB5 (figure 13 e
15) sfrutta sia il codice DAO che il codi¬
ce RDO. Mette a confronto tre metodi
di accesso da programma: DAO, RDO e
il richiamo di una stored procedure, che
vediamo in figura 14. Vi proponiamo il li¬
stato completo e un po' di commento
nelle didascalie
Ultimissima ed
Remote Data Control Name
Da taSourceName
SQL
DBCombo Name
RowSource
ListField
BoundColumn
tantissime possibili, la prima che sfrutta
il remote data control (RDC) e la secon¬
da che sfrutta la programmazione degli
oggetti RDO (remote data object). Que¬
ste due modalità sfruttano componenti
(il controllo RDC e la libreria RDO) pre¬
senti sono nella Enterprise Edition del
Visual Basic 5.0.
Con la versione Professional (che non
ha né RDC né RDO) si può ricorrere al
classico data control oppure alla pro¬
grammazione degli oggetti DAO, che
DI
NewBiblio
Select * from publi
shers order by company_name
CI
DI
Company_name
PublD
I secondi due oggetti sono un nuovo
RDC e una DBGrid:
Se l'utente seleziona un editore nella
DBCombo, viene visualizzato il nome
dell'editore e la sua proprietà Bound-
importantissima cosa
Visual Basic 5.0 e Visual Basic for Appli¬
cation 5.0 sono del tutto allineati in ter¬
mini di... programmabilità. Questo alli¬
neamento riguarda anche le routine di
accesso ai database, che se scritte be¬
ne per il VB funzionano sicuramente an¬
che in VBA 5.0. Nell'ultima figura vedia¬
mo una macro VBA scritta per Word 97,
che produce un documento con l'elen¬
co dei publisher, leggendo, con la tec¬
nologia DAO, direttamente il nostro da¬
tabase SQL.
Remote Data Control Name D2
DataSourceName NewBiblio
SQL impostato dinamicamente
DBGrid Name Gl
RowSource D2
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
315
di Claudio Petroni e Luigi Sandulli
MS SQL Server 6.5:
il componente RDBMS di MS BackOffice
Obiettivo del nostro articolo è quello di mettere bene a fuoco le problematiche
connesse alla creazione di un database Microsoft SQL Server, partendo da alcune
fasi deH’installazione del motore server.
La versione attualmente disponibile è la 6.5, anche se già si parla in maniera
abbastanza definita della nuova versione 7. Tutto quello che diremo riguarderà quindi
la versione 6.5 e ci auguriamo che sarà di valido aiuto a tutti coloro che, accedendo a
database SQL con uno qualsiasi degli strumenti che lo permettono, vogliano saperne
un po’ di più su come funziona il motore che attivano con le loro interrogazioni.
Inizieremo con due parole su quelle operazioni, di pertinenza del System
Administrator, che, pur facendo parte della fase d’installazione del prodotto, possono
riguardare anche la creazione di un database. Proseguiremo descrivendo il
funzionamento del database di sistema, il System Catalog, e la funzione del database
Model. Entreremo nel vivo del problema quando affronteremo i passi necessari alla
creazione di uno User Database: la definizione del device, del database stesso e di
tutti gli oggetti che lo possono costituire. Negli esempi riporteremo la sintassi dei
comandi da inviare tramite command prompt o ISQL/w (un Client di Microsoft SQL
Server), mentre nelle figure illustreremo le stesse operazioni eseguite tramite
Enterprise Manager.
seconda parte
Installazione,
device e database di sistema
All'alto dell'installazione del nostro Microsoft SQL Server,
dopo aver definito gli aspetti di base, quelli, per intenderci,
relativi al network support. alla sicurezza, al character set, al
sort order ed agli utenti di sistema, il System Administrator
deve rispondere ad una domanda relativa alla grandezza del
device di sistema II device di sistema è quello che ospiterà i
database di sistema, quindi, prima di proseguire, definiamo
subito cosa sia un device e cosa sia un database.
Il device è un file di sistema operativo, con estensione
316
DAT, che corrisponde ad una definizione logica di spazio di¬
sco. Con la definizione di un device viene associato ad un no¬
me una quantità di MB di spazio disco, spazio che potrà es¬
sere allocato sia su un solo disco che su più dischi. Da ciò
deriva che uno o piu di questi device, che potranno essere
anche di dimensioni estremamente estese, potranno essere
gestiti da un solo Microsoft SQL Server, che li vedrà come
proprie risorse.
I device potranno ospitare i database, uno o più per ogni
device. Nelle fasi di creazione del nostro database, come ve¬
dremo in dettaglio anche dopo, il nome del device, la quan¬
tità di spazio da utilizzare e le modalità con cui eseguire que¬
sta operazione saranno informazioni indispensabili.
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
I database sono insiemi di tabelle in relazione tra loro. Que¬
ste si suddividono in tabelle di sistema, quelle necessarie al
sistema per raggiungere il suo scopo di ricerca, ordinamento
e manipolazione di dati, e tabelle utente, quelle che conten¬
gono i dati del nostro sistema d'automazione Più precisa-
mente il database è un insieme di oggetti che non si esauri¬
sce nelle tabelle, ma si estende a indici, datatype, default, ru-
le, constraint. view, trigger, stored procedure.
Ritornando all'installazione, dicevamo che il sistema richie¬
de la dimensione di questo device di sistema e propone una
dimensione di default di 25 MB. In tutte le operazioni di defi¬
nizione di database e device siamo chiamati a specificare la
quantità di spazio di cui abbiamo bisogno perché, per ragioni
di prestazioni, il nostro Microsoft SQL Server preferisce ritro¬
varsi a lavorare su spazio contiguo e non gradisce eccessiva¬
mente le frammentazioni (se il file System in uso lo richiede,
occorre deframmentare il disco prima di creare un device).
Bene, la dimensione di device dipende da diversi fattori. Il
device di sistema ospiterà ben quattro database di sistema
(Master, Model, TempDb e Pubs). Possiamo dire che, di que¬
sti, tre saranno interessati dalla dimensione del device su cui
saranno costruiti. Per comprendere meglio il motivo, provia¬
mo a vedere a cosa servono questi database.
II primo di quelli critici è TempDb: un database di servizio.
Conviene immaginarlo, più che come un database, come
un'area di appoggio funzionale alla costruzione ed all'esecu¬
zione delle query e delle attività di base richieste a Microsoft
SQL Server.
Il secondo è Model, praticamente il modello dal quale ver¬
ranno clonati tutti i database implementati sul nostro Micro¬
soft SQL Server. E' formato solo dalle tabelle di sistema, tut-
Microsoft SQLServer 6.5
Setup
Figura 1 - SOL Server 6.5- Setup
La scelta del character set e del sort order sono operazioni di competenza
del System Admimstrator Oneste scelte sono di importanza fondamentale
e devono essere operate con cognizione di causa In caso di loro modifica
in un momento successivo all'installazione, quando l'attività del server è or¬
mai avviata, occorrerà ricostruire il database Master lo System Catalogl e ri¬
pristinare uno per uno lutti i database utente attivati sul server La figura
evidenzia il fatto che le opzioni di modifica di questi valori rappresentano
una opzione della funzionalità di ricostruzione del Master Database
molto "gettonato", pensare ad un aumento delle dimensioni
del TempDb potrebbe migliorare le prestazioni
te identificate dal prefisso "sys”, che formeranno il database
Catalog, ossia l'insieme delle tabelle necessarie a gestire un
database utente.
Il terzo è System che altro non è che il System Catalog,
cioè il database di sistema grazie al quale Microsoft SQL Ser¬
ver riesce a gestire tutte le attività di carattere generale. Sy¬
stem è il più interessato a cambiamenti e modifiche poiché
ogni operazione di interesse sistemistico o generale viene re¬
gistrata nelle sue tabelle.
Quello meno importante, ai fini del nostro discorso, è il da¬
tabase Pubs. E' un database
creato a scopo di test e di eserci¬
tazione e simula una gestione di
biblioteca. In questo database
troviamo sia tabelle "sys", quelle
relative al suo database Catalog,
sia tabelle utente, quelle neces¬
sarie alla memorizzazione dei dati
relativi alla biblioteca.
La creazione di un device, di un
database, di un utente, sono tut¬
te operazioni che determinano re¬
gistrazioni nelle tabelle del data¬
base System (un insieme di ta¬
belle "sys" specifiche, es. sysLo-
gins, sysDevices, sysDatabases,
sysDepends, ecc.), che di conse¬
guenza aumenterà di dimensio¬
ne Se il nostro Microsoft SQL
Server dovesse essere un server
Model è il modello di un database nella sua forma iniziale:
come Microsoft SQL Server ha bisogno del System Catalog
per gestire le sue cose, così necessita delle tabelle di siste¬
ma specifiche di un database Catalog per gestire le proble¬
matiche a livello di database (sysTables, sysUsers, sysTypes,
ecc.) Queste tabelle si trovano tutte in Model in una forma
standard e da questo, all'atto della creazione del database
utente, vengono duplicate all'interno del nuovo database. Lo
stesso System Catalog (o database Master) è a tutti gli effet¬
ti un database: infatti è formato dalle tabelle che costitui-
————;—:—i
Figura 2 - SOL Server 6.5 Data¬
base devtce
Il device é un file di sistema ope-
rativo, con estensione DAT. che
corrisponde ad una definizione
logica di spazio disco. Con la de¬
finizione di un device viene asso¬
ciata al suo nome una quantità di
MB di spazio disco, spazio che
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fl| «| 0| 1*1 4>|B|0
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SmrvmOo
te su un solo disco o su più di¬
schi E' sui device che vengono
poi collocati i database, uno o
più per ciascun device Sul devi
ce Master {Master. Dati sono
collocati, all'installazione, i quat¬
tro database Master, Model.
TempDb e Pubs La dimensione
del device, attraverso Enterprise
Manager, va specificata in MB. Il
device può essere definito come
device di default e può essere
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MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
317
Figura 3 - SOL Server
6 5 - System Catalog e
database Catalog
li System Catalog data¬
base System) è il data¬
base di sistema grane
al quale Microsoft SOL
Server riesce a gestire
tutte le attività di carat¬
tere generale System
e il piu mteiessato a
cambiamenti e moddi
che poiché ogni opera¬
zione di interesse siste
mistico e generale vie¬
ne registrata nelle sue
tabelle La creazione di
un device, di un databa¬
se, di un utente, ecc .
sono tutte operazioni
che determinano regi¬
strazioni nelle tabelle
del database Sysrem
tche in pratica e un in¬
sieme di tabelle "sys "
specializzate, es sys-
Logms. sysDevices. sysDatabases. sysOependsI II database Catalog invece e l’insieme delle tabelle
necessarie all'operatività su un singolo database Anch 'esso e formato da tabelle di tipo ",sys ", utilizzate
per la memorizzazione di informazioni di interesse locale II System Catalog 6 esso stesso un database
SOL quindi nell'elenco delle sue tabelle "sys" troveremo anche le tabelle relative ai database Catalog
del database System
scono il suo database Catalog piu le tabelle necessarie alla
gestione del sistema in generale
E' possibile apportare modifiche a Model per far si che ta¬
li modifiche vengano poi replicate in tutti i nuovi database.
Possiamo dire, allora, che è bene aumentare un po' la di¬
mensione del device di sistema, diciamo del 50%. in man¬
canza di motivi specifici per una maggiore allocazione di
A questo punto se utilizzassimo l'Ex-
plorer per vedere l'effetto dell'installa¬
zione su disco, vedremmo che il pro¬
gramma di Setup ha creato, nella di¬
rectory Data, un file di sistema operati¬
vo che si chiama System.Dat (oltre a
Msbd Dat, Msdblog Dat. ed altri attiva¬
ti da particolari servizi che ignoriamo
perché non vogliamo parlarne in que¬
sto articolo). Questo è il file di sistema
operativo che corrisponde al device
"System" Se, utilizzando l'Enterprise
Manager, andassimo a controllare il
contenuto del device "System", ve¬
dremmo che ospita i quattro database
di sistema System, Model, TempDb,
Pubs.
Il device
Un device può essere creato sia tra¬
mite l'interfaccia grafica di Enterprise
Manager che tramite comandi inviabili
in vano modo Prima di descrivere un
esempio di comando per la creazione di
un database, due parole sul metodo di
allocazione dello spazio di Microsoft SQL Server
L'unità minima di allocazione è la page, pari a 2 KB. Nella
pagina vengono memorizzati i dati. Otto pagine sono pari ad
una extern, unità minima di allocazione per indici e tabelle. 32
extern sono pan ad una allocation unit, unità minima di alloca¬
zione per database e device
Nel comando di creazione di un device occorre fornire 4
spazio.
Figura 4 - SOL Server 6 5 - Creazione di un tìevice
In fase di creazione di un device. Enterprise Manager propone l'elenco dei
dischi disponibili con l'indicazione dello spazio disponibile Dopo aver speci¬
ficato il drive dal quale attingere lo spazio ed il nome del file che verrà crea¬
to, è possibile quantificare lo spazio da allocare per il device Occorre valu¬
tare preventivamente quali database saranno inseriti sul device e quanto
spazio questi richiederanno Inon tanto al momento della creazione quanto
in previsione deli eventuale sviluppo nel tempo)
parametri: il nome del device, il nome completo del file di si¬
stema operativo corrispondente, la dimensione in pagine (per
esempio 4096 pagine per 8 MB) L'ultimo parametro e il Vir¬
tual device numhor -in numero che deve essere assegnato
univocamente a ciascun device. Dovendo conoscere i numeri
eventualmente già assegnati, il sistema ci fornisce una sto-
red procedure fòp_heldevice) per l'individuazione dei numeri
già utilizzati A questo punto siamo in grado di comporre il co¬
mando di cui forniamo di seguito due esempi
1) DISK INIT
NAME = ‘Biblio_dat',
PHYSNAME = •C:\SQlADATA\biblio_dat.DAT',
VDEVNO = 112,
SIZE = 5120
2) DISK INIT
NAME = 1 Biblio_dat',
PHYSNAME = •C:\SQL\DATA\biblio_log.DAT',
VDEVNO = 113,
SIZE = 5120
L'esito di questo comando è la creazione, con Virtual devi-
ce number 112 e 113, di due device che si chiamano
Biblio_dat e Bibliojog. cui corrispondono due file di sistema
operativo denominati C:\SQL\DATA\biblio_dat.DAT e
C:\SQL\DATA\biblio_log.DAT. grandi 10 MB. A questo punto
abbiamo un device System.Dat, ed i nostri nuovi device Sul
primo ci sono i quattro database di sistema e sugli altri due
non c'è niente.
318
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Il transaction log
Prima di passare alla descrizio¬
ne della creazione di un databa¬
se, due parole sul transaction log
Il transaction log è un'area di
memorizzazione riservata dove
vengono registrati tutti i cambia¬
menti apportati al database. Ogni
transazione, di un qualsiasi uten¬
te, determina una scrittura
dell'operazione sul file di log (fisi¬
camente la tabella del database
Catalog sysLogs) prima che ven¬
ga effettivamente scritta sul file
dati vero e proprio.
Il transaction log può essere
memorizzato sullo stesso device
del database o su un device di¬
verso, magari su un altro disco.
La scelta più consigliata è la me¬
morizzazione del database su un
Figura 5 - SQL Server 6 5- Crea¬
zione di un database
Vediamo il momento della defini¬
zione dello spazio che sarà assog¬
gettato al nostro database insieme
alle modalità di memorizzazione
delle informazioni del log. Un devi-
ce può avere lo status di “devtce
di default'' In questo caso il devi-
ce saia interessato da tutte quelle
istruzioni che, pur avendo come
parametro il nome di un device,
non vengono lanciate con la speci¬
fica del device di destinazione
Nella figura vediamo che viene
specificato che il database e posto
su due device diversi, uno per i da¬
ti e l'altro per il log Le dimensioni
del database, al contrario di quelle
del device, che possono solo cre¬
scere, possono essere aumentate
e diminuite nel corso dell'attività
normale
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device diverso. I benefici sa- za di default, pari a 2 MB. Altri due esempi:
ranno molteplici: la possibilità di fare un backup separato del
log, l'assenza di competizione tra database e log per lo spazio
del device, la possibilità di monitorare la percentuale di satura¬
zione del log, l'assenza di interferenza tra le attività di scrittura
sul log e le attività sul database.
Per creare un database con log su un device diverso occorre,
oltre naturalmente alla disponibilità di un altro device, specifica¬
re l’istruzione di creazione del database in modo particolare (re¬
sta possibile spostare il log su un altro device in un secondo
tempo, ma l’operazione può risultare complicata).
1) Create Database
On Biblio_dat =
2) Create Database
On Biblio_dat =
Biblio
10
Biblio
7, Biblio_log = 3
Il primo esempio creerà un database Biblio, sul device Bi-
blio_dat, della grandezza di 10 MB, in cui il file di log e i dati oc¬
cuperanno spazio sullo stesso device Nel secondo caso, inve¬
ce, viene specificato che il database è posto su due device di¬
versi. Per far si che il file di log sia su un device dedicato i co¬
ll database
mandi sono:
1) Create Database McBiblio
Quando utilizziamo l'istruzione Create Database, in realtà ese¬
guiamo un'operazione di mizializzazione di quel sistema che, so¬
lo in un secondo tempo, diventerà il nostro database utente. Il ri¬
sultato di questo comando è la definizione dello spazio che sarà
assoggettato al nostro database, l'eventuale modalità di memo¬
rizzazione delle informazioni nel log e la copia delle tabelle che
costituiscono il database Catalog dal database Model. Tutto ciò
che è presente nel database
Model viene copiato integral¬
mente e fedelmente nel da¬
tabase che siamo in procinto
di costruire.
Prima di illustrare il funzio¬
namento dell'istruzione Crea¬
te Database, occorre sottoli¬
neare che un device può ave¬
re lo status di "device di de¬
fault". In questo caso il devi¬
ce sarà interessato da tutte
quelle istruzioni che, pur
avendo come parametro il
nome di un device, non ven¬
gono lanciate con la specifica
del device di destinazione.
Quindi l'istruzione Create
Database Biblio creerà un da¬
tabase di nome Biblio, sul de¬
vice di default della grandez-
On Biblio_dat = 10
Log On Biblio_log = 3
2) Create Database McBiblio
On Biblio_dat = 7, Biblio_log = 3
Exec sp_logdevice Biblio, biblio_log
Il primo di questi due esempi posiziona il log su BiblioJog
Figura 6 - SQL Server 6 5 - Creazione di
datatype. default, rute
I datatype si dividono in System dataty¬
pe e user datatype I System datatype
sono i datatype previsti dal sistema, ad
esempio char, mt, smallmt, tmyint. ecc.
A questi si possono aggiungere dataty¬
pe definiti dall'utente, al fine, per citare
un esempio, di rendere possibile la crea¬
zione di un dizionario dati Per esempio
ò possibile definire un datatype utente
chiamato TJVA. di tipo char tdatatype di
sistemai e di 15 caratteri Ilunghezza del
datatypel L'operazione viene semplifi¬
cata lavorando con l'Enterprise Manager
in quanto è sufficiente scrivere la parte
significativa del testo tnome e specificai
ed al resto penserà l'Enterprise Mana¬
ger stesso. I default sono i valori da im¬
mettere in una colonna in mancanza di
indicazioni specifiche a riguardo Le tuie
sono le regole per l'introduzione dei dati
all'interno di una colonna
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
319
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Figura 7 - SOL Server 6.5 -
Creazione di una tabella
La creazione di una tabella,
da Enterprise Manager, di¬
venta un'operazione estrema-
mente assistita e molto simi¬
le a quelle che occorre ese¬
guire con strumenti database
piu *user oriented ' Il siste¬
ma propone tutte le possibili
opzioni pe' ciascun elemento
che occorre specificare Si
può ricorrere anche ai dataty-
pe. default e rute preceden¬
temente definiti
tano a ricostruire le
sp_help_revDatabase
anzidette. presenta in
contenute.
implicitamente la documentazione
di quanto eseguito Infatti, in caso
di "crash" del sistema dovuto a
guasti hardware relativi ai dischi, in
alcuni casi, che non descriviamo, è
di vitale importanza riuscire a rico¬
struire database e device nella stes¬
sa sequenza seguita all'atto della lo¬
ro prima creazione.
Queste informazioni sono comun¬
que memorizzate in tabelle di siste¬
ma del System Catalog fsysDataba-
ses, sysUsages, sysDevices) ed
esistono stored procedure che aiu-
informaziom perse. Una di queste è
che, eseguendo una query sulle tabelle
modo leggibile le informazioni in esse
contestualmente alla creazione del database II secondo crea
prima il database senza particolari opzioni, poi, grazie alla sto¬
red procedure spjogdevice, lo sposta su un device dedicato.
Le dimensioni del database, al contrario di quelle del devi-
ce che possono solo crescere, possono essere aumentate e
diminuite nel corso dell’attività normale (Alter Database e
Dbcc shrmkdb ( Database, # paggi).
Nel caso in cui si voglia aumentare le dimensioni di un da¬
tabase, aggiungendo un device. per poi spostare il log sul de-
vice appena aggiunto, occorre prima utilizzare l'istruzione Al¬
ter Database, per aggiungere il device, poi eseguire spjog¬
device per spostare il log
Prescindendo dalle problematiche connesse alle varie tec¬
niche di backup e recovery, la gestione del transaction log di
un database è di cruciale importanza per il funzionamento
corretto del sistema Occorre controllare il livello di saturazio¬
ne, che non deve mai raggiungere il 100%, pena la genera¬
zione di errori di sistema per impossibilità di registrare le tran¬
sazioni Occorre di conseguenza essere in grado di alleggerir¬
lo dalle informazioni non piu utili
Ci sono vari modi di controllare la saturazione del transac¬
tion log (dbcc sqlperf(logspacel) e di svuotarlo del superfluo
Un esempio per questa ultima necessità.
Dump Transaction Biblio
With truncate_only
E' una delle modalità per l'eliminazione manuale della parte
inattiva del log.
Attenzione, immediatamente dopo l'esecuzione di uno di
questi comandi occorre eseguire una copia di backup del da¬
tabase, perché tutte le operazioni eseguite e correttamente
scaricate nelle tabelle, a partire dall'ultimo backup, non pos¬
sono piu essere recuperate dopo l'esecuzione di un dump
con truncate_ only.
Documentazione della creazione
di un database per usi futuri
E' molto importante la documentazione delle fasi di crea¬
zione di un database. In genere è consigliabile eseguire que¬
ste operazioni lanciando degli script SQL in modo da avere
Gli oggetti del database
A questo punto abbiamo costruito i nostri device e abbia¬
mo dato disposizione per l’inizializzazione del nostro databa¬
se Occorre ora lavorare su quanto costituirà il nostro databa¬
se utente.
Abbiamo detto che il database è un insieme di oggetti ne¬
cessari alla memorizzazione corretta dei dati del nostro siste¬
ma di automazione ed al raggiungimento dello scopo che il si¬
stema deve assicurare: la manipolazione, l'ordinamento e il
recupero di dati.
Abbiamo detto che esistono numerose tabelle di sistema,
tutte precedute dal prefisso "sys". che costituiscono il data¬
base Catalog. In questo database verranno inserite tutte le
informazioni di carattere generale relative al nostro database
gli utenti, le regolazioni di sicurezza, gli indici, il log e cosi via
Conterranno anche tutte le informazioni relative agli oggetti
che andremo a creare (sysObjects).
Le tabelle sono gli oggetti contenitori dei dati. Costituite da
righe e colonne, sono oggetti dalla forma ben nota.
Gli indici sono strutture di servizio che coadiuvano il siste¬
ma (per es. il query optimizer) negli ordinamenti e nelle ope¬
razioni di selezione e join. E' il sistema che, in assenza di no¬
stre istruzioni specifiche, decide autonomamente se utilizza¬
re o meno gli indici a supporto delle sue operazioni Dataty-
pe, default e rule sono oggetti finalizzati all'integrità di domi¬
nio, i trigger sono finalizzati all'integrità referenziale, view e
stored procedure sono finalizzati all'aumento delle perfor¬
mance e alla sicurezza. I constraint, gli ultimi oggetti aggiunti
nelle versioni Microsoft SQL Server più recenti, offrono la
possibilità di specificare, contestualmente alla creazione delle
tabelle, alcune clausole importantissime, come reference,
identity, ecc.. metodi aggiuntivi, che si affiancano, senza so¬
stituirli. ai metodi già presenti, per l'implementazione di un li¬
vello accettabile di integrità.
I constraint possono essere applicati ad una colonna, ad
una tabella o ad una tabella self-referencmg all'atto della crea¬
zione o. in un secondo momento, anche a tabelle piene I
constraint sono primary key, umque, foreign key (con refe¬
rence), default e check Un esempio che può valere per tutti
è il seguente:
ALTER TABLE Titles
ADD
320
MCmicrocomputer n, 181 - febbraio 1998
nrcn
.._ r _L_ .m_ T TilU.T Y**r_Publi*bud T lata P H«m P Co*p*ny_K*»« P Ci
j —whwu iv* Frov
Figure 8, 9, IO - SQL Server 6 5- Creazione di view, lugger e stored procedu¬
re
Per ciascuno del nostri database e possibile scrivere delle procedure, precom-
pilarle e memorizzarle in MS SOL Server Queste procedure potranno essere
invocate dal chent in qualsiasi momento, con II vantaggio che il motore server
non dovrà fare altro che recuperarle dal suo database Catalog ed eseguirle,
senza bisogno di compiere tutte le altre operazioni necessarie in caso di ese¬
cuzione di uno script SQL inviato estemporaneamente dal Client. In alcuni casi
queste stored procedure assumono il nome di view e di trigger. Le view sono,
in sostanza, script di definizione di selezioni, proiezioni o / oin, mentre i trigger
sono la descrizione di azioni da intraprendere in caso di update. inserì o delete
di record su una tabella. La view va utilizzata come se fosse una tabella, ed è
utile per velocizzare e facilitare la visualizzazione di join frequenti oppure per
scopi legati alla sicurezza. Il trigger scatta da solo al verificarsi di un evento. Un
esempio classico di utilizzazione di un trigger è quello relativo al controllo di in¬
tegrità referenziale
CONSTRAINT FK_Pub_PubId FOREIGN KEY (PublD)
REFERENCES Publishers(Publd)
In sostanza, si ottiene un controllo per l'integrità referenzia¬
le tra Titles e Publishers sul campo Publd che è pnmary key
in Publishers e foreign key in Titles.
I datatype si dividono in System datatype e user datatype I
System datatype sono i datatype previsti dal sistema, i soliti
char. int, smallint, tinyint, ecc. A questi si possono aggiunge¬
re datatype definiti dall'utente, al fine di rendere possibile la
creazione di un dizionario dati. Per esempio è possibile defini¬
re un datatype utente chiamato TJVA, char (datatype di si¬
stema) di 15 (lunghezza del datatype).
L'istruzione da lanciare è:
EXEC sp_addtype T_IVA, 'char(11)*
Le rule sono le regole per l'introduzione dei dati all'interno
di una colonna. Ricorrendo sempre allo stesso esempio, po¬
tremmo definire una rule con una istruzione del tipo
CREATE RULE R_Iva
AS @X_IVA LIKE ' [1-9] [1-9] [1-9] [1-9] [1-
9] (1-9)[1-9](1-9) [1-9][1-9] [1-9]•
che descrive la sequenza dei caratteri ammessi per la co¬
lonna (o il datatype) a cui sarà associata la rule
I default sono i valori da immettere in una colonna in man¬
canza di indicazioni specifiche a riguardo.
CO V— S*~ Io* QVmt tfnto.
ut
n
jr«M (*o)
hltìtià fn._T.iolo <M «ito fitlm
*0R INSERÌ
AS
I< (**lact court t ( • )
Irom publisher* p
•bere p Publd • Inserìed Publd ) • 0
iPrint ’rvon esistono Editori con il codice in*
• (reme
H*v**i*:
* JOrasUMn
- _J C«*ret»
-
S fetta* (dbo)
sa {<*»)
23 ree .fetta «sut
a «a*»
JVWI
*j- fesa, «su»
(fa- THéja «SUI
- jSkiMttc.~fen
dSJ
(solaci • Irò» *7*ob)ecl* • h.
drc^ procedure dbo Sced.Dintti
CREATE FRXEDURE Sced.Diritti
•Durai* «solimi
' J
ST*"**
T Tuie
T Isbn
P Nane
T Yoor_Publiebed
doiepart(yy 9 *tdete())-T Yaer_Published
#dur*te-(dateperi<yy 9««d»te()»-T Yeer.Publtshed)
T Yeer_Publ 1 shed*4durole
ice
titles T Publisher* P
T Publd •
CO
m—
-td
Per esempio
CREATE DEFAULT D_Iva AS "00000000000“
Noi possiamo associare datatype, default e rule alle colon¬
ne, come nell'istruzione seguente per il default DJVA:
EXEC sp_bindefault D_IVA, "Clienti.Part_IVA "
Ma possiamo associare anche una rule ad un datatype, per
esempio la rule RJVA al datatype TJVA;
EXEC sp_bindrule R_IVA, "T_IVA"
In questo modo basterà poi associare TJVA ad una colon¬
na per ottenere un doppio controllo (o un triplo nel caso noi
associassimo anche DJVA a TJVA),
Queste operazioni devono essere eseguite prima della
creazione delle tabelle.
Vediamo ora in dettaglio l'istruzione di creazione di una ta¬
bella, nella sua forma più semplice:
USE Biblio
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
321
GO
CREATE TABLE Publishers
(
Pub_id
Identity
, Name
Char(50)
NOT NULL
,CompanyName
Char(255)
NULL
,Address
Char(50)
NULL
.City Char(20)
NULL
.State
Char(10)
NULL
.Zip Char(15)
NULL
,Telephone
Char(15)
NULL
.Fax Char(15)
NULL
,Part_Iva
T_IVA
NOT NULL
Abbiamo selezionato il database e poi creato una tabella per
quel database. Il nome della tabella è Publishers, seguono, tra
parentesi, le colonne. Sono tutte definite con datatype di siste¬
ma. tranne l'ultima che utilizza uno user datatype
Per ciascuno dei nostri database è possibile scrivere delle
procedure, precompilarle e memorizzarle sul nostro Microsoft
SQL Server.
Queste procedure potranno essere richiamate dai Client in
qualsiasi momento, con il vantaggio che il motore server non
dovrà fare altro che recuperarle dal suo database Catalog ed
eseguire, senza bisogno di compiere le altre operazioni neces¬
sarie in caso di esecuzione di uno script SQL inviato dal Client.
In alcuni casi queste stored procedure assumono il nome di
view e di trigger Le view sono, in sostanza, script di definizio¬
ne di selezioni, proiezioni o |Oin, mentre i trigger sono la descri¬
zione di azioni da intraprendere in caso di updaie. insert o dele-
te su una tabella.
Possiamo definire tutte le view che vogliamo, ma non pos¬
siamo definire piu di tre trigger per ogni tabella e possiamo as¬
sociarne uno solo per evento. Il trigger scatta da solo al verifi¬
carsi dell'evento, la view invece va utilizzata come se fosse
una tabella e serve per velocizzare e facilitare la visualizzazione
di join frequenti o per scopi legati alla sicurezza: la lista dei titoli
con il nome dell'editore (join tra Titles e Publishers) oppure la
visualizzazione di un elenco autori privo dell’anno di nascita
(proiezione della tabella Authors). Eccole:
1) CREATE VIEW Titoli_Ed
As
Select T.Title, T.Year_published, T.Isbn,
P.Name, P.Company_name,P.City
From
Titles T, Publishers P
Where
T.Publd = P.Publd
2) CREATE VIEW Autori
As
Select Au_Id, Author
From
Authors
Potremo in seguito eseguire l'istruzione
Select * from Titoli_Ed.
Un esempio classico di utilizzazione di un trigger e quello
relativo al controllo di integrità referenziale
CREATE TRIGGER Ins_t itolo
ON Titles
FOR insert
AS
If (select countt*)
From Publishers p
Where P.Publd = Inserted.Publd ) = 0
PRINT " Non esistono Editori con il codice
specificato'
Un altro utilizzo tipico è quello di poter
attivare una qualsiasi procedura al verifi¬
carsi di un evento:
CREATE TRIGGER Canc_TÌtAut
ON Title_Author
FOR delete
AS
PRINT “ La registrazione in
Biblio..Title_Author è stata cancellata"
RETURN
Una stored procedure può nascere da uno script di qualsiasi
genere, può essere semplice o parametrizzata La sua conve¬
nienza sta sempre nelle performance, nel fatto che e precom-
pilata e che può essere utilizzata come una "black box", una
scatola nera di cui si ignora il contenuto. Questa caratteristica
potrà essere vantaggiosa sia in funzione della semplificazione
delle attività, sia in funzione di una maggiore sicurezza dei dati
CREATE PROCEDURE Scad_Diritti
©Durata
Smallint
As
Select
T.Title, T.Isbn, P.Name. T.Year_Published,
Datepart(yy,getdate()) - T. Year_Published,
©Durata - (Datepart(yy,getdate() ) - T.
Year_Published) ,
T. Year_Published + ©Durata
From
Titles T, Publishers P
Where T.Publd = P.Publd
Go
Questa stored procedure permette di calcolare la scadenza
dei diritti su un titolo in base ad un parametro, la durata dei di¬
ritti. che viene passato all'atto dell'esecuzione della stored
procedure. Per lanciarla:
Execute Scad_Diritti 25
Conclusioni
Abbiamo condensato molti argomenti in uno spazio non
troppo ampio, ma gli argomenti principali sono stati tutti toc¬
cati, tranne per ciò che riguarda la sicurezza Avremo modo di
farlo in un secondo tempo. Avete letto come molti di questi
argomenti impattano in modo significativo sulle prestazioni e
sul comportamento di Microsoft SQL Server, Le impostazioni
lato server a livello di database possono alleggerire di molto il
carico di programmazione dal lato Client e. allo stesso tempo,
restringere in modo significativo il suo ambito di azione
La scelta su dove porre controlli e restrizioni dipende da
considerazioni di merito nell'ambito del sistema che si va a
sviluppare, non si possono dare indicazioni in questo senso
L'unica regola valida è che, là dove esista un problema di si¬
curezza, di qualsiasi genere esso sia, e sempre meglio risol¬
verlo in maniera il più possibile centralizzata.
«£
322
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
ATTRAVERSO I SUOI
OROLOGI E,
SOPRATTUTTO,
LE STORIE LEGATE
AD ESSI. NELLE 352
PAGINE, AMPIAMENTE
ILLUSTRATE,
SI ALTERNANO I
MONUMENTI PIÙ
FAMOSI E GU
ANFRATTI PIÙ MINUTI,
NOTI SOLO A QUEI
POCHI APPASSIONATI
E STUDIOSI DI ROMA
CHE HANNO SAPUTO
DEDICARE TANTO
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Il volume è in vendita anche presso
le migliori librerie di Roma.
technimedia
UN VIAGGIO
ALLA SCOPERTA DI ROMA
a cura di Corrado Giustozzi
Il computer nel frigo
Si fa presto a dire Client. Questa rubrica, una volta incomprensibile per
l'inesauribile presenza d’incomprensibili acronimi, sta pian piano tornando
incomprensibile dal punto di vista strategico. Cosa ci azzecca il frigorifero con il
Client? Per ora niente. Ma ci sono in giro dei progetti per inserire nei frigo un DSP.
A quel punto con un po' d'inventiva ci mettiamo dentro un bel modem software e li
mettiamo tutti in rete.
A parte le battute mi è sembrato interessante far vedere uno degli usi non
tradizionali della tecnologia digitale. E’ un argomento che negli States
definirebbero senz’altro cool... Aargh, degli emissari di Corrado sono venuti a
punirmi! Quale tortura m’infliggeranno? Un’interrogazione a tappeto su
Intelligiochi? Non sanno, i tapini, che ho già scaricato sull’FTP del summenzionato
un articolo sugli scagnozzi
programmabili che verrà pubblicato
sul prossimo Client Computing...
di Leo Sorge
Un controller è un chip che integra su
un solo componente la capacità d’ela¬
borazione, la RAM, la ROM e le inter¬
facce periferiche. Siamo abituati a pen¬
sare i controller come i microprocessori
embedded presenti nelle periferiche
dell'informatica, ad esempio le stam¬
panti. Da un po' di tempo sono però
uscite nuovi oggetti digitali, ad esempio
le Information appliances quali le
Internet TV oppure le macchine foto¬
grafiche digitali. Innovazioni maggiori
sono nei nuovi sistemi di controllo per
l'auto, che grazie al segnale dei satelliti
G PS e ad una carta geografica su CD¬
ROM mostrano su un visore la nostra
posizione geografica
Ma i controller stanno andando un
po' dappertutto, insieme alla tecnologia
digitale che vince su quella analogica
In questo articolo vediamo un esempio
non convenzionale. Il materiale di riferi¬
mento proviene dalla Texas Ins¬
truments, il cui sito imtp //www.n.coml
è ricchissimo d'informazioni per i curio¬
si del DSP e del VLIW, ed ospita anche
un demo dell'esecuzione di software
sui TMS320 di nuova generazione. Noi
abbiamo atteso volentieri i lunghi minu¬
ti di caricamento dèi quasi 500K del
demo
Texas Instruments ha lanciato un
nuovo processore. di sigla
TMS320C240, progettato specifica¬
mente per il segmento del controllo
digitale dei motori. Si tratta d'un DSP a
16 bit con aritmetica in virgola fissa che
integra sul chip i sensori di controllo
delle periferiche oltre a tutto quanto è
necessario per l'elaborazione. Il proget¬
to al quale facciamo riferimento in que¬
sto articolo usa 3K word (=6K byte) di
ROM, 544 word (=1088 byte) di RAM
per fare un intero ciclo di elaborazione
in 35 millisecondi, sfruttando una
potenza di 10 MIPS, minore della meta
di quella erogabile dal chip II controllo
della velocità del motore è tra 0 e
12.000 giri al minuto con un errore
massimo minore dell’1%. L'efficienza
in alimentazione è intorno al 95%,
mentre l'efficienza totale è superiore
all'85%.
Nel campo dei sistemi elettronici
basati su motori senza spazzole, l'uso
di controller basati sui DSP permette di
324
MCmicrocomputer n, 181 - febbraio 1998
- corretto dimensionamento dei circuiti
di alimentazione;
- semplicità di adeguamento alle nor¬
mative sul consumo (Energy Star) e
sulle radiazioni (EMI);
- semplicità nella predizione delle
cause di guasto meccanico (con una
FFT, trasformata veloce di Fourier,
dello spettro);
- diminuzione dei costi di verifica nel
tempo dei difetti di produzione.
Le prestazioni del frigo migliorano
senz'altro nella durata e nel funziona¬
mento. particolarmente nella riduzione
realizzare progetti che meglio rispondo¬
no alle specifiche originali, aumentando
l'efficienza, allungando la vita degli
apparati e riducendone i costi. Uno dei
possibili campi di applicazione è rappre¬
sentato dalla riprogettazione dei siste¬
mi di controllo dei frigoriferi.
Oggi la grande maggioranza delle
applicazioni industriali basate su moto¬
re impiega motori ad induzione in cor¬
rente alternata, che sono robusti, affi¬
dabili, economici ed efficienti. Il rove¬
scio della medaglia è rappresentato
dalla difficile governabilità, in quanto la
matematica che li descrive è piuttosto
complessa ed irregolare.
Il circuito di controllo viene realizzato
con un progetto in tecnica analogica,
basato su componenti discreti attivi e
passivi dei quali sono noti vantaggi e
svantaggi. Il basso costo del singolo
elemento infatti diventa un problema in
assistenza (dove conta il nUn progetto
digitale offre la soluzione a molti di que¬
sti problemi. L'elaborazione numerica
dei dati infatti consente di implementa¬
re m software delle soluzioni matemati¬
che al problema del controllo dei motori
impiegati, ottenendo un rendimento
migliore e una minore usura dell'appa¬
rato. Sempre il software può tenere in
conto la variazione nel tempo dei para¬
metri elettrici. Inoltre l'assistenza è
semplificata in quanto si riduce il nume¬
ro di componenti. Per quanto riguarda
le celle frigorifere industriali, infine, affi¬
dare al software una sene di funzioni
equivale ad allungare il ciclo di vita delle
celle stesse.
Certo un DSP, benché economico,
costa molto di più della somma dei sin¬
goli componenti che si vengono a sosti¬
tuire. Però il calcolo esatto dei costi
industriali, che comprende tutte le fasi
Classificazione
dei motori elettri¬
ci. Si notino le
tante varianti di
quelli in alternata.
Il TMS320C240.
un DSP per appli¬
cazioni embedded
per uso davvero
Industnale
Propani ROM/n ASM
Ih Kword
Propani/Dna/I/O Urne»
IO*Un Ranci .Mirila <1.1
C2SLP Core
Ift-Bil I Reflua
IA i IA Mulup!)
.«-Bri P Reflua
SWBLlO.l4.-AI
« Bll ALI
«■Rii Ai cumulali»
ShrA L(0-7|
R Auuliai) Rcfiucn
8 Lerci Hardware Siaci
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2 Siano Rcf ruer.
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I ' I1V M ( Ripulì
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4 Input CapnircT
<55
G
lour K Bil I/O Piale
Wilchdo* lima
SCI
L/D CiHlirrlrf
tO-BR ADCI
10-liH AIR'-’
ICommand I |/ —>
IGeneratorl*
Amplifler
Digital
Controller
Load
jA/P} * - jSensor
Il principio di control¬
lo dei Irlgoriferi
ricondotto ad una
semplice controrea¬
zione.
dall'approvvigiona-
mento all'assisten¬
za. sembrerebbe
rendere questa
soluzione più eco¬
nomica di quella attuale.
I principali vantaggi per il costruttore
sono:
- diminuzione del numero di compo¬
nenti;
delle vibrazioni. Queste ultime dipen¬
dono dalla risposta del motore all'ali¬
mentazione, per cui le singole vibrazio¬
ni possono essere eliminate imple¬
mentando in software dei filtri passa¬
banda molto stretti in modo da non
eccitare le risonanze.
Un primo controllo può essere
implementato guardando solo i valori
scalari delle grandezze in gioco. Poiché
però le grandezze elettromagnetiche
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
325
Un algoritmo
FOC per motore
AC atre fasi è la
base di questa
soluzione
sono contraddistìnte
da ampiezza e fase,
un calcolo più preciso
richiede la considera¬
zione dì entrambi i
valori in modelli vetto¬
riali.
L'algoritmo di base viene definito
Fteld Orientatìon Control, in breve
FOC, che controlla la corrente dello
statore basandosi sul flusso del rotore.
Il modello matematico è quello dei vet¬
tori rotanti: la corrente nello statore
genera un flusso magnetico che ruota
rispetto alla corrente nel rotore, gene¬
rando quindi una forze rotante {coppia).
Il complesso modello matematico
del motore AC viene però trasformato
in quello d'un motore in corrente conti¬
nua, molto più semplice da manipola¬
re E' per questo che
viene usato in ambiti
nei quali si debba
agire sulla velocità del
motore con condizioni
di carico variabile, Nel
Il progetto della
hgura precedente
implementato con
il C2A0
LoBd
AC induclion
moto*
Linux e mSQL
Parliamo stavolta di mSQL, un database relazionale in grado di
interpretare un sottoinsieme di SQL La versione 2.x di questo lin¬
guaggio standard, da poco rilasciata, da questo punto di vista è
stata notevolmente migliorata I prodotti di cui parliamo sono
disponibili in rete all'indirizzo pttp://www. nugnes.com.au/ q sono
utilizzabili gratuitamente da parte di istituzioni ed enti no-profit. In
caso di installazione a fini di lucro è necessario richiedere una licen¬
za, dal costo comunque abbastanza limitato
Ciò che ha reso mSQL usatissimo in tutto il mondo è w3-msql,
un programmino della lunghezza di pochi kilobyte che permette di
collegare in modo assai semplice un database ad una pagina web.
Ora come ora lo fanno tutti, ma il fatto che w3-msql lo abbia reso
possibile già alcuni anni l'ha reso molto popolare e ha fatto si che
per esso siano stati sviluppati molti programmi accessori (ad esem¬
pio convertitori, driver ODBC per l’uso da Windows, un modulo di
autenticazione di Apache).
L'installazione di mSQL è molto semplice anche se, essendo un
prodotto pensato per funzionare su varie versioni di UNIX, richiede
la compilazione dei sorgenti (che perciò sono inclusi). La creazione
ed il browsing di tabelle SQL sono possibili mediante un apposito
programma (msql) oppure ricorrendo ad una delle utility presenti
nel sito WWW.
È possibile digitare direttamente al prompt di msql i comandi
SQL necessari per popolare di tabelle un database, che deve esse¬
re stato precedentemente creato mediante il comando "msqlad-
min create nomedb" E' possibile in alternativa inserire i comandi
in un file da usare come input del programma (es: "msql nomedb
«esempio.msql")
Le linee seguenti creano un database atto a gestire un semplice
elenco, formato da una chiave univoca, un nome ed il relativo
numero telefonico:
CREATE TABLE Phonebook (cod CHAR(IOO) NOT NULL
PRIMARY KEY, nome CHAR(80), tei CHAR(80)) \g
I dati possono essere inseriti usando i seguenti comandi SQL:
INSERT INTO Phonebook VALUES (’papPaolino
di Giuseppe Zanetti
Paperino',‘131313*)\g
INSERT INTO Phonebook VALUES ('pdp','Paperon de
Paperoni‘,‘10705’)\g
Il database cosi creato può essere usato mediante un pro¬
gramma scritto in uno dei linguaggi per i quali vengono fornite
delle librerie di programmazione (C, peri, tei, ODBC+Visual
Basic).
Ma parliamo ora del programma che ha reso mSQL cosi popo¬
lare L'uso di w3-msql per interfacciarsi al web è molto sempli¬
ce, e consiste nello scrivere pagine HTML contenenti dei tag
aggiuntivi nel formato
<1 msql comando parametri
W3-msql è un CGI che si occupa di preprocessare le pagine, che
vengono passate come parametro neH’URL, e di restituire al brow-
ser il risultato sotto forma di codice HTML II mini linguaggio di pro¬
grammazione di w3-msql è molto semplice da imparare: per visua¬
lizzare in una pagina HTML l'elenco telefonico del nostro esempio
è sufficiente creare un file contenente i seguenti tag aggiuntivi,
oltre ad eventuale altro codice HTML a piacere, salvarlo come elen¬
co.html e richiamarlo mediante un URL del tipo http://www
pippo.com/cgi-bin/w3-msql/esempio/elenco.html.
<Hl>Elenco telefonico</Hl»
<! msql connect>
<! msql database test>
<! msql query "select cod,nome,tei from Phonebook
order by nome" ql >
<TABLE B0RDER=1>
<TRxTH>Nome</TH><TH>Telefono</TH></TR>
<! msql print_rows ql ”<TRxTD>@ql.1</TD><TD>
@ql.2</TD></TR>”>
</TABLE>
<! msql free ql>
Il funzionamento è il seguente. Le prime due righe si connetto¬
no al database di nome test presente nell’host locale (è il com¬
portamento standard se non si usano parametri nel comando
326
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Il frigo nel computer
Alle volle gli estremi si toccano.
Questa frase non c'entra molto con
questo articolo, ma fa sempre effetto. Il
contenuto del riquadro che state leg¬
gendo, che io ritengo interessante oltre
che divertente, non è frutto delle mìe
ricerche bensì delle instancabili attività
di Luca Angelelli.
Indovinate cos'ha trovato il buon
Luca? Un'azienda statunitense, fa
KryoTech |inttp://www kryotech, comi]
che produce un meccanismo di raffred¬
damento della CPU che s'installa dentro
al cabinet e raffredda la CPU 50 volte di
piu delle tradizionali ventoline. E allora,
direte voi? Beh gli è che in questo modo
un AMD K6 di clock 266 MHz può esse¬
re spinto a ben 375 MHzl Altri prodotti
riguardano il Digital Alpha 600 spinto a
767 MHz e un modello con due
PentiumPro che da 200 passano a 266
MHz.
Lo scatolotto Irigorilero della Kryotech.
FOC quindi non si lavora sulle grandez¬
ze dirette, ma su altre derivate di più
facile manipolazione. Una volta deter¬
minati i nuovi valori di controllo, un pro¬
cedimento matematico inverso rispet¬
to al primo determina i nuovi valori
delle variabili fisiche sulle quali agire,
ovvero correnti e tensioni (tipicamente
tre valori) che vengono erogate come
impulsi di ampiezza variabile (PWM,
Pulse Width Modulation). Il chip C240
contiene dell'hardware specifico per la
generazione di forme d'onda PWM.
Conclusioni
L'elaborazione numerica dei dati di
controllo è una valida alternativa per
aumentare la qualità dei prodotti odier¬
ni. Unita all'odierna semplicità dì inte¬
grazione su singolo chip di funzioni
periferiche di complessità sia bassa
che alta, permette di immaginare un
nuovo mondo digitale.
connect) In seguito viene eseguita una query SQL per seleziona¬
re Iselect) dalla (from) tabella "phonebook" una lista ordinata per
(order by) nome di tutti i record presenti Essa viene infine stam¬
pata sotto forma di righe di tabella HTML mediante la print_rows.
La stringa ql funge da handle, ovvero permette di assegnare un
nome ai record selezionati dalla query. ai cui campi si può poi
accedere mediante una scrittura del tipo @q1 enumero campo».
Un esempio appena piU complesso consiste nel richiedere
all'utente una chiave di ricerca da usare per selezionare solamen¬
te i record che la contengono nel campo nome La richiesta può
essere fatta mediante un comune form HTML, in quanto non è
necessario che questa pagina venga preprocessata:
<FORM ACTION="/cgi-bin/w3 -msql/esempio/search.
htrnl” METHOD="GET">
Chiave: <INPUT TYPE=“text" NAME=*chiave" VALUE="">
«INPUT TYPE="submit” VALUE="Cerca">
</FORM>
L'uso del metodo GET per il passaggio delle variabili al CGI fa si
che esse vengano codificate ed appese all'URL del CGI stesso Ciò
ha l’indubbio vantaggio di permettere il bookmark delle query ed il
passaggio "manuale" di parametri. Tuttavia nella lunghezza massi¬
ma di un URL vi è un limite di 1024 caratteri: nel caso si debbano
passare molti dati è necessario usare il metodo alternativo POST,
per cui occorre una versione leggermente modificata di w3-msql.
Inserendo come chiave di ricerca la parola "rossi" il CGI viene
richiamato come
fi t l p //WWW pippo c o ni / c I| i - b i n / w 3 -
msql/esempio/search html7chiave=rossi
Possiamo creare il file search.html a partire dal nostro primo
esempio, modificando la query SQL nel seguente modo:
<! msql query "selecc cod,nome,tei from Phonebook
where nome like ‘ %$chiave% ’ order by nome" ql >
Oltre all'uso della variabile Schiave, si noti come in SQL è pos¬
Vango
sibile restringere una ricerca ai soli record per i quali (where)
vale una determinata condizione, in questo caso la concor¬
danza (like) del campo nome del record con l'espressione
'%rossi%' Nelle espressioni SQL il carattere % ha lo stes¬
so significato dell'asterisco nelle espressioni regolari di
UNIX, ovvero vengono selezionate tutte le stringhe che ini¬
ziano e terminano con qualunque sequenza di caratteri e
contengono la parola "rossi”. Il linguaggio di mSQL permet¬
te l'uso delle classiche espressioni di confronto, che posso¬
no essere raggruppate mediante gli operatori logici AND,
OR e NOT. Nel nostro esempio diventa perciò molto facile
estendere la ricerca della chiave inserita dall'utente anche al
campo contenente il numero di telefono:
<! msql query "select cod,nome,tei from Pho¬
nebook where nome like '%$chiave%■ or tei like
'%$chiave%' order by nome" ql >
I j
N
U
X
INI
ó
In realtà la prima versione di w3-msql ha due grandissime limi¬
tazioni: la difficoltà di eseguire una ricerca case insensitive,
ovvero non distinguendo i caratteri maiuscoli dai minuscoli, e
l'impossibilità di usare parentesi per raggruppare gli operatori
logici, che cosi vengono valutati solamente da sinistra a destra.
Tali limiti possono essere superati programmando direttamente
dei CGI in linguaggio C mediante la libreria API fornita col prodot¬
to oppure migrando alla versione 2.x, che contiene nuove funzio¬
ni e lite, un nuovo e più potente linguaggio di programmazione
Il prodotto mSQL rappresenta un'ottima alternativa per chi
debba costruire un programma Linux con necessità di accesso
ad un database. I punti a favore consistono nell'uso molto limita¬
to di risorse di sistema e nella possibilità di creare facilmente
una vista dei propri dati nel web. La gratuità della licenza per uso
non commerciale, la possibilità di provare il prodotto prima di
acquistarlo e la disponibilità immediata su molte piattaforme
UNIX sono altresì caratteristiche che possono fare propendere
per questa scelta Per lo sviluppo di applicazioni complesse è
comunque consigliabile l'uso della versione più recente del pro¬
dotto.
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
327
a cura di Corrado Giustozzi
Network Computing con
server affidabili
Alla base del nuovo WorkSpace On Demand ci sono tecnologie mature
e consolidate come quelle implementate in OS/2 Warp e OS/2 Warp
Server. Vediamo quindi di conoscere meglio tutte le funzionalità
presenti in OS/2 Warp Server versione 4, l'attuale ospite della
componente Manager di WorkSpace On Demand, composto da un
insieme di prodotti perfettamente integrati tra di loro, che hanno
permesso alla componente server di OS/2 un tranquillo evolversi da
file e printer server ad application server fino al network computing.
prima parte
di Giuseppe Cosarono
Negli ultimi anni il mondo delle reti è
cambiato moltissimo e questo cambia¬
mento è avvenuto non solo a causa
dell'incredibile espandersi della "Rete
delle Reti" (Internet), ma anche per un
diverso uso delle LAN (Locai Area
Network) vere e proprie. Da un'iniziale
mezzo di condivisione di risorse parti¬
colarmente costose, le LAN sono nel
tempo evolute fino a diventare la com¬
ponente fondamentale di applicazioni
distribuite, assumendo per IBM un
ruolo centrale per tutte le future appli¬
cazioni in campo aziendale Qualsiasi
applicazione di e-business, di work-
flow, di workgroup e le stesse Intranet
in tutte le diverse forme non avrebbe
praticamente senso senza un supporto
di rete.
All'interno del mondo del Client ser¬
ver e del network computing si posso¬
no, grosso modo, individuare tre diver¬
si segmenti di mercato: quello relativo
alle grandi aziende, quello delle piccole
e medie aziende e quello dei gruppi di
lavoro, ognuno caratterizzato da diffe¬
renti necessità. Le grandi aziende
hanno la possibilità di creare applica¬
zioni personalizzate per soddisfare le
proprie esigenze ed in genere preferi¬
scono selezionare ed integrare diversi
componenti tra quelli disponibili in
ambito Client o server o in ambienti
operativi. Le piccole e medie imprese
invece non hanno tempo e soldi per
creare sofisticate soluzioni ad hoc e
quindi le loro esigenze devono essere
soddisfatte con soluzioni che possano
essere rilasciate, gestite e mantenute
in maniera semplice ed in forma auto¬
noma, senza richiedere personale con
specifiche conoscenze Infine ci sono i
gruppi di lavoro o divisioni all'Interno di
un'azienda che in larga parte hanno gli
stessi tipi di problemi di una piccola
azienda, per esempio budget limitato
per la struttura informatica e mancanza
di conoscenze specifiche; anche loro
hanno bisogno di soluzioni che possa¬
no essere implementate o quanto
meno mantenute in forma autonoma
con un limitato numero di risorse e
conoscenze. Inoltre, i gruppi di lavoro
generalmente hanno bisogno di poter
integrare le loro soluzioni dipartimenta¬
li all'interno dei sistemi aziendali, ad
esempio, per poter accedere ai dati
residenti sui sistemi centrali, per
scambiare informazioni e per spedirsi
posta elettronica, il tutto in un ambien¬
te quanto piu aperto possibile
All'interno di questo semplice scena¬
rio riassuntivo possiamo dire che OS/2
Warp Server incontra perfettamente
tutte le necessita delle piccole e medie
imprese e di gruppi di lavoro e può
quindi essere usato anche dalle grandi
aziende come strumento per costruire
sistemi client/server distribuiti.
OS/2 Warp Server
Nel progettare OS/2 Warp Server
IBM ha cercato di centrare alcuni
requisiti chiave che devono essere
posseduti da un moderno sistema
operativo con funzionalità di server
328
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
$•)
prima di tutto in un ambiente sempre
più eterogeneo come quello dei siste¬
mi aperti e distribuiti è particolarmente
importate supportare in maniera sem¬
plice e trasparente un elevato numero
di Client di tipo diverso, quindi si deve
poter gestire file e directory in maniera
sofisticata magari potendo imporre
limiti non solo sulla loro accessibilità,
ma anche sul loro dimensionamento.
Altre caratteristiche particolarmente
importanti sono la possibilità di offrire
dei servizi di sicurezza integrati, una
facile gestione del sistema e della rete,
il supporto per un'ampia tipologia di
applicazioni, tool e linguaggi di sviluppo
per realizzare applicazioni anche molto
complesse, un supporto tecnico sem¬
pre disponibile e di elevata qualità.
Infine, ma non ultima, ed anzi forse
una delle caratteristiche più importanti,
un sistema operativo di rete per server
deve essere estensibile e scalabile in
modo tale da garantire evoluzioni al
passo con questo frenetico mondo
deirinformation Technology.
OS/2 Warp Server può quindi essere
tranquillamente definito un server per
le aziende, progettato appositamente
per essere usato in realtà dove l'affida¬
bilità e la semplicità d'uso siano parti¬
colarmente importanti.
OS/2 Warp è stato rilasciato nelle
sue prime versioni come un prodotto
specifico per gli ambienti desktop, suc¬
cessivamente IBM ha introdotto la ver¬
sione Connect espressamente rivolta
al mondo dei personal computer Client
connessi in rete. OS/2 Warp Connect è
stato composto da una serie di prodot¬
ti come IBM Peer per OS/2, OS/2 LAN
Requester, NetWare Client 2.11 per
OS/2, LAN Distance Remote 1.1,
TCP/IP 3.0 con all'interno l’Internet
Access Kit e cosi via. Lo stesso tipo di
approccio è stato utilizzato con OS/2
Warp Server version 4 con l'intento di
fornire un insieme di tool tali da rende¬
re questo prodotto la migliore scelta
per una piattaforma server in ambiente
client/server e di network computing.
L’IBM produce ed ha prodotto da
anni ottimi componenti server per
OS/2 e nel preparare OS/2 Warp
tl "Look' da versione 3
di OS/2 Warp non
diminuisce le sue lun-
zionalità
Server non solo ha selezionato i pro¬
dotti più appropriati tra quelli esistenti,
ma li ha personalizzati in maniera spe¬
cifica per migliorare l'integrazione e la
compatibilità gli uni con gli altri. Ad
esempio, il componente per la gestio¬
ne del sistema, distribuito con OS/2
Warp Server, è scaturito dalla combi¬
nazione di cinque diversi prodotti inte¬
grati in un unico sistema progettato
appositamente per questa piattaforma.
Anche nella procedura di installazio¬
ne si può notare il grande sforzo che è
stato fatto per rendere quanto più
omogeneo ed integrato il sistema, in
pratica con un singolo "click" di
mouse si possono installare tutte le
diverse componenti mediante un sin¬
golo processo di installazione.
Tale architettura a
"componenti" fa
parte di uno degli
obiettivi chiave che
IBM si era prefis¬
sata di raggiungere
con questo prodot¬
to e lo rende parti¬
colarmente adatto per poter estendere
le sue funzionalità con ulteriori compo¬
nenti server come ad esempio Notes o
Domino prodotti dalla Lotus.
Un bastimento
carico di...
Vediamo quindi alcune delle funzio¬
nalità presenti in OS/2 Warp Server ed
i diversi prodotti che le implementano
Essendo un server di rete espressa-
mente pensato per ambienti client/ser¬
ver e di network computing avremo,
oltre al sistema operativo di base, il
supporto ai protocolli NetBIOS e
NetBEUI, TCP/IP, TCPBEUI. IPX/SPX,
ecc,; tutte le fun-
zionalità di file e
printer server e
quelle di server di
remoto
/bMiaHab booti (IITMi)
or
MnI Ih* «tmcilk Buot*iona(j«« tNm guu wa»l lu mi«*i
alla LAN; dal punto
di vista della
gestione del siste¬
ma avremo la pos¬
sibilità di fare l'in-
ventarlo hardware
e software, di
Spoctfg tht p»tH whwt gnu wiml il» iet(Ki*d booti
tonato*
P»th CA0OOK!»
1 « 1 C.W» MMp
La documentazione a
corredo è realmente
completa per tutti i
componenti.
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
329
distribuire e condividere applicazioni
ed infine di fare backup e restore con
un programma ricco di opzioni e sem¬
plice da usare
Per avere un'ulteriore idea di cosa è
presente in OS/2 Warp Server vedia¬
mo alcuni prodotti che sono stati usati
per comporre questo sistema: OS/2
Warp, MPTS (Multi Protocol Transport
Services). TCP/tP per OS/2. LAN
Server (Entry e Advanced). LAN
Distance Connection Server,
SystemVìew per OS/2, Personatly Safe
and Sound, PSF/2 per OS/2 Warp
Server, NetWare Requester for OS/2
I WM OS/2 Warp Server
Sefcct ao inaallaiion pah
. Easy tosta!lotico
Defoullctl coofiguralieo for ooo-lcciioical user».
* Advanced insto! lotico
Advanced ccnfìguraico for tedimeli userò Alluws fot
selettive irta nilotico and configurai ion.
Cancot
Mi raccomando, non
dimenticale lo usend
e la password impo¬
stati durante la fase
iniziale dellinstallazio-
nel
L 'intero processo di
installazione linai-
mente prevede un
solo riawio del per¬
sonal computer
ed altri ancora.
I componenti
fondamentali di
OS/2 Warp Server
sono OS/2 Warp
verston 3 e LAN
Server 4.0. il siste¬
ma operativo di
rete che fornisce
tutti i servizi di
"file and print".
Chi legge queste
pagine credo non
abbia bisogno di
una descrizione di
questo splendido
sistema operativo
comunque, con
uno sforzo di sinte¬
si, provo a fare un
rapido riassunto
delle caratteristiche principali presenti
chiaramente anche in OS/2 Warp
Server OS/2 Warp è un sistema opera-
fin dalla installazione
è prevista un opzione
per utenti non tecnici
tivo a 32 bit che implementa un multi¬
tasking di tipo preemptive. è stato il
primo sistema operativo per personal
computer multith-
reading, implemen¬
ta un sistema per
la gestione della
memoria virtuale
ed ha un'interfac¬
cia utente, la
Workplace Shell,
che. a mio parere,
è tuttora una tra le
migliori OS/2 Warp supporta l'esecu¬
zione di programmi scritti per DOS e
per Windows 3.x. oltre a tutte le appli¬
cazioni scritte appositamente per que¬
sto sistema operativo In definitiva
OS/2 Warp è un sistema operativo sta¬
bile. robusto e maturo ed è frutto del
continuo migliorato dal punto di vista
dell'affidabilità delle versioni preceden¬
ti di OS/2, fin dal 1987, anno del suo
primo rilascio.
Per quanto riguarda le capacità di
gestione della condivisane di dischi e
stampanti, come abbiamo già visto,
OS/2 Warp Server eredita tutte le sue
funzionalità da LAN Server 4 0. il siste¬
ma operativo di rete di IBM che forni¬
sce ottime performance, una semplice
amministrazione ed il supporto per
diversi Client di rete. Tra le funzionalità
native di OS/2 Warp Server troviamo
quindi il supporto per reti peer-to-peer,
utile per ambienti di workgroup con
Client DOS, Windows e OS/2, o la pos¬
sibilità di condividere vere e proprie
applicazioni, utile in ambienti piu com¬
plessi Tutte le funzioni di installazione,
configurazione e manutenzione posso¬
no essere eseguite tramite un'interfac¬
cia grafica che funziona con semplici
"drag-and-drop" e click di mouse II
supporto per la suite di protocolli
TCP/l P è veramente completa ed affi¬
dabile, un'ottima base per l'implemen-
tazione di qualsiasi Intranet o per colle¬
gamenti con Internet. Le componenti
degne di note in OS/2 Warp Server
provenienti da LAN Server sono molte¬
plici ma mi ha particolarmente colpito il
Tuning Assistant, un programma che in
maniera "intelligente" ed automatica
cambia le diverse impostazioni, e sono
molte, per ottimizzare le performance
dell'ambiente di rete I sistemi operati¬
vi sono sempre più complessi e per
330
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
Remote Connection
Service O LAN
Disi ance’’ Spesso, per
alcuni prodotti, la loro
"origine" è ben chiara.
Alcune opzioni di
configurazione del
Remole Connection
Service.
cazione dell'utente
e la sua classifica¬
zione, la possibilità
di definire specifici
diritti di accesso,
password lunghe
anche come una
frase, possibilità di
espandere il livello
di sicurezza con
l'integrazione di
prodotti di terze
parti ed in fine l'im¬
postazione di even¬
tuali numeri di
telefono dove
richiamare gli uten¬
ti una volta identifi¬
cati.
questo necessitano di approfondite
conoscenze per essere configurati nel
migliore dei modi; d'altra parte il nume¬
ro degli utenti potenziali cresce sem¬
pre più e ad avvicinarsi ad OS/2 posso¬
no essere anche degli utilizzatori di
strumenti informatici e non dei siste¬
misti In casi come questi strumenti
come il Tuning Assistant sono vera¬
mente efficaci, chiaramente non sosti¬
tuiranno mai un sistemista esperto, ma
possono essere utili per uno alle prime
armi.
Remote Connection
Service
Incominciamo a vedere alcuni com¬
ponenti tra quelli presenti in OS/2
Warp Server e in particolare quello
basato su LAN Dìstance. Il Remote
Connection Service permette l'acces¬
so remoto al server, tramite linea
telefonica, condividendo tutte le risor¬
se disponibili normalmente con OS/2
\A/arp Server ed eventualmente altre
ancora disponibili sulla LAN ed acce¬
dute attraverso il server. Con questo
tipo di prodotti si rende possibile
estendere ''l'ufficio" anche a chi sta a
casa o si muove per lavoro con il pro¬
prio portatile.
Con il Remote Connection Service
si possono effettuare differenti tipi di
connessione: utente remoto con una
LAN, utente remoto con utente remo¬
to, LAN con utente remoto ed anche
LAN con LAN. Tutte le connessioni
vengono effettuate con la possibilità di
impostare i corretti livelli di sicurezza e
con l'eventuale possibilità di abilitare
funzionalità di routing. Il numero di
connessioni supportate in maniera
concorrente dipende principalmente
dalla tipologia di collegamento, dalla
velocità di connessione, dal protocollo
e dalla capacità complessiva di calcolo
del computer su cui è in esecuzione il
server per le connessioni remote.
Tanto per avere un'idea, IBM dichiara
che un personal computer "standard"
con un microprocessore Intel 486 sup¬
porta anche 32 collegamenti simulta¬
nei.
Durante i collegamenti si possono
usare i più comuni software in ambien¬
te client/server, come Lotus Notes,
DB2, Oracle o una qualsiasi applicazio¬
ne World Wide Web in maniera del
tutto trasparente ed inoltre vengono
mantenute informazioni relative al col-
legamento come ora di connessione,
porta usata, traffico, ecc., utili per una
migliore pianificazione del servizio o per
eventuali pagamenti in base a tempi di
utilizzo o volume di dati trasferiti.
I tipi di LAN o WAN che possono
essere usati sono moltissimi: Token
Ring e Ethernet LAN, connessioni sin¬
crone ed asincrone, ISDN e X.25;
anche per quanto riguarda i protocolli
utilizzabili con il Remote Connection
Service abbiamo una valida scelta:
NetBIOS, NetBEUI, TCP/IP, IPX, SNA e
802.2.
Un'ultima nota riguarda la sicurezza,
sempre curata con professionalità nei
prodotti IBM, abbiamo quindi l'identifi-
Conclusioni
Per adesso mi fermo qui nella descri¬
zione dei prodotti che compongono
OS/2 Warp Server. Questa carrellata
vuole solo essere introduttiva per pre¬
sentare il sistema operativo che ospita
attualmente la componente manager di
WorkSpace On Demand IBM ha già
fatto sapere, in forma più o meno ufficia¬
le, che cercherà di rilasciare verso metà
anno questa stessa componente anche
per i sistemi operativi IBM AIX e
Microsoft Windows NT, comunque
OS/2 Warp Server risulta e risulterà sem¬
pre una valida scelta in ambiente
client/server e di network computing per
la sua affidabilità, robustezza, gestio¬
ne della sicurezza e completezza. KE
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
331
■ PD-SOFTWARE
coordinamento di Corrado Giustozzi
La facoltà di scegliere
E’ bello avere la possibilità di scegliere il programma che più ci
piace tra i molti disponibili, e ciò ormai accade anche per OS/2 in
molti ambiti applicativi. Un esempio sono i software per gestire la
posta elettronica o i newsreader: ve ne sono alcuni di altissimo
livello ed altri più essenziali ma facili da usare, e magari più belli
graficamente. Non dobbiamo guardare più con invidia nemmeno
gli utenti del famoso FreeAgent per Windows: provate ProNews/2
che recensiamo questo mese e capirete perché. Quindi facciamo
un tuffo nel passato remoto informatico parlando di
urvimplementazione nativa di Life e concludiamo con PMdiff, una
comoda utility per effettuare confronti e fusioni fra file di testo.
a cura del Team OS/2 Italia
ProNews/2
• Genere: Lettore di news per
Internet, shareware
• FILE: PN210B4B.ZIP 1 MByte
• Autore: Panacea Software
• Reperibilità Internet:
pttp: www.proqram.comi
panacea
• Reperibilità BBS: Yattal. Fido
2:332/101 (055-584613)
• Autore recensione: Marco
Berlini |( bertmi@iname.com)
ProNews/2 è un
lettore di news di Internet con capa¬
cità di lettura off-line, probabilmente
uno dei migliori non solo per quanto
riguarda OS/2, ma in generale per i PC.
Ormai da tempo esistono diversi
newsreader offline per OS/2, sia come
applicazioni singole (es. PMInewsl che
come suite (come l'ottima Internet
Adventurer Suite recensita su MC
175), ma capita ancora di sentire ogni
tanto un nuovo utente di OS/2 che
chiede con cosa sostituire il suo vec¬
chio Free Agent; ebbene ora la rispo¬
sta è. ProNews/2
Cominciamo ad esaminare questo
programma: nella finestra principale
sono presenti cinque tab. selezionando
i quali si possono vedere i gruppi ai
quali siamo abbonati, tutti i gruppi pre¬
senti sul server mostrati ad albero, i
nuovi gruppi, le code attive e le con¬
nessioni attive col server.
La spiegazione della presenza di
questi ultimi due tab è che il program¬
ma sfrutta tutta la potenza della pro¬
grammazione multithread di OS/2,
creando thread distinti per la spedizio¬
ne e il recupero degli articoli e degli
header, per i newsgroup aperti, per la
decodifica dei file binari; il risultato è
un miglior utilizzo della banda disponi¬
bile verso il server, e del tempo di
risposta del programma, e usando
questi due tab si può monitorare il fun¬
zionamento del programma per otti¬
mizzarlo. tra le impostazioni infatti si
può scegliere il numero massimo di
thread attivi per le varie operazioni di
colloquio col server, decisamente
un'opzione che non si trova in nessun
altro programma.
Con le funzioni della pagina delle
code si può cambiare la priorità dei vari
thread in funzione, mentre nella pagina
delle connessioni si possono aprire o
chiudere connessioni con il news ser¬
ver e con il mail server, modificando il
numero di connessioni stabilito nelle
impostazioni; cosi un utente attento
può ottimizzare al volo la connessione
con i server e migliorare l'utilizzo della
banda, con conseguente risparmio del
332
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
PD-SOFTWARE ■
tempo di connessione.
Per quanto riguarda l'interfaccia
bisogna dire che è estremamente
curata e che segue i canoni di OS/2
con i suoi menu contestuali, le opera¬
zioni più comuni sono presenti nelle
toolbar delle finestre, ed è possibile
tenere aperti più gruppi contempora¬
neamente, ad ognuno è data la sua
finestra ed il suo thread di esecuzione.
Passiamo ora alle funzioni più tipi¬
che di un lettore di news; una volta
recuperati i titoli dei messaggi di un
gruppo è possibile scaricar il corpo di
messaggi singoli o interi thread di
discussione, per leggerli una volta
scollegati.
In questo modo si può decisamente
risparmiare sulla bolletta telefonica e
seguire solo i filoni di discussione che
ci interessano.
E' da notare che la rappresentazione
ad albero di messaggi è particolarmen¬
te intelligente, in quanto PN/2 è capa¬
ce di distinguere i sotto filoni che si
possono creare quando una discussio¬
ne si protrae nel tempo, e questa è
una funzione che si ritrova in ben pochi
programmi; inoltre vengono corretta-
mente interpretati gli header dei mes¬
saggi di risposta che contengono il
"Re: " iniziale nel soggetto, e sono
posti nel thread giusto; per finire le
risposte ai nostri messaggi sono evi¬
denziate automaticamente.
Viene gestito il cross posting, ovvero
se lo stesso articolo è presente in più
gruppi, leggendolo viene marcato
come tale in tutti i gruppi in cui si
trova.
Per quanto riguarda gli articoli codifi¬
cati in formato MIME o UUEncode,
che tipicamente contengono immagini
o programmi, è gestito automatica-
mente il loro recupero e decodifica,
anche nel caso che questi file, essen¬
do troppo grandi, siano spezzati in più
messaggi.
Altro punto di forza, anche questo
unico per comodità e potenza, è il fil¬
traggio e la ricerca degli articoli, i filtri
possono essere composti o usando un
wizard o manualmente usando gli ope¬
ratori booleam e variabili, come il nome
dell'autore del messaggio, la sua
dimensione, il titolo, il gruppo di appar¬
tenenza e gli indicatori di stato del
messaggio, per esempio se è stato già
trUilùl i£ilktE5—
PtoHewi /2 Alt k le Poli
itev*w<amefc,.|
f*wiwl®*200 3
FREESPEEO
S ùbbi <W II
: Sw-ch^
Rijnnmg JAVA appi
Re Communcalo»/? artydayrW
FVéJC i®co"tmer»JFTP
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r
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'Din
I
1 1 Mi 1 Po»
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letto, è nuovo, è già stato filtrato, ecc.
A questo aggiungiamo le funzioni di
pattern matching ed avremo un como¬
do sistema che ci consente per esem¬
pio di evidenziare e scaricare automati¬
camente i messaggi il cui contenuto ci
interessa, e viceversa evitare gli
"spam" che ogni tanto infestano i
newsgroup.
I filtri possono essere sia locali,
ovvero che agiscono sugli articoli del
loro gruppo di appartenenza, che glo¬
bali.
Questi meccanismi di selezione si
ritrovano anche nella funzione di ricerca
degli articoli, che offre diversi parametri
che vanno ben al di là della semplice
ricerca di una parola, pur rimanendo
estremamente semplici da usare.
L'editor di PN/2, per scrivere gli arti¬
coli è semplice ma completo e gesti¬
sce gli attachment di file binari in for¬
mato MIME e UUEncode, con la sud¬
divisione automatica in più parti nel
caso di messaggi troppo grandi; è inol¬
tre gestito il cross-posting di un artico¬
lo in più gruppi.
Per quanto riguarda la lettura degli
articoli, questa è facilitata dal syntax
highlight, che mostra con colori diversi
le quotature, le righe di risposta, gli
indirizzi mali e web; nel caso in un arti¬
colo sia presente un URL, basta fare
un doppio click sopra per aprire il
Netscape/2 e visitarla
Al momento in cui scrivo PN/2 è
ancora in beta, manca la gestione di
più server news, ma il prodotto conti¬
nua a crescere e ad esempio nella
beta 4b, tra le numerosissime nuove
funzioni, ha incorporato la correzione
ortografica con dizionari in varie lingue.
E' probabile che la release finale 1.0
sarò disponibile al momento in cui leg¬
gerete queste righe, ma in ogni caso
avrete un newsreader ancora più
potente e flessibile.
In conclusione ProNews/2 è decisa¬
mente uno dei migliori lettori di news,
sia per la sua interfaccia, con un'ottima
gestione dei filoni di discussione, sia
per le funzioni veramente uniche di fil¬
traggio e di gestione dei thread del
programma, che pur essendo potenti
rimangono molto facili da usare anche
da parte di un utente poco esperto.
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
333
■ PD-SOFTWARE
CELI 422 TIMI ?9? PMIEI IO
• Reperibilità Internet:
ftp://ftp.fpnnt.co.uk/tpnnt/vpascal
• Autore recensione: Luigi
Morelli [mco^scfflmclinK.ni
luta). Imponiamo che il tempo in que¬
sto universo sia "quantizzato", proce¬
da cioè per istanti discreti, e che ad
ogni ciclo temporale la vita di una cellu¬
la dipenda strettamente dalla presenza
o meno di cellule vicine ad essa in pra¬
tica una cellula sopravvive all'istante
successivo se e solo se nelle otto posi¬
zioni attorno ad essa vi sono almeno 2
o 3 cellule vive, altrimenti decade, e
muore se nell'istante successivo non
si presentano almeno 3 cellule vive
attorno alla posizione occupata dalla
cellula m decadimento, altrimenti torna
alla vita La difficoltà è insita nel riusci¬
re a trovare configurazioni "stabili" di
colture cellulari, che riescano a soprav¬
vivere con il passare degli istanti senza
sovrappopolare il loro spazio vitale
Il passo successivo consiste nel tro¬
vare configurazioni stabili cicliche rap¬
presentabili come oggetti appartenenti
alla nostra realtà, ad
esempio una locomotiva
a vapore, infine, per chi
fosse veramente appas¬
sionato della simulazio¬
ne, è possibile creare
sistemi di calcolo logico
attraverso queste confi¬
gurazioni nel 1970 R
William Gosper Jr. con il
suo "cannone ad alianti"
dimostrò la possibilità di
realizzare un contatore
nell'universo di Life,
mentre Michael D
Beeler ebbe l'intuizione
di far annichilare due
alianti provenienti da
direzioni diverse, imple¬
mentando di fatto una
porta logica (NOTI. Fasci
di alianti bene indirizzati
permettono di creare
anche le porte AND e
OR, mentre dall'interazio¬
ne di alianti con i "bloc¬
chi" (configurazioni di 4
cellule) è possibile simu¬
lare la memoria di un calcolatore e gli
spostamenti dei bit all'interno di essa
(per maggiori informazioni sulla simula¬
zione in Life si può consultare il libro
"Winnmg ways for your mathematica!
plays" di Elwyn R. Berlekamp, John H
Conway e Richard K Guy nell'ultima
sezione, "giochi senza giocatori")
In conclusione, anche se la concezio¬
ne del programma non è tra le più
nuove, l'implementazione sotto OS/2,
e la presenza dei sorgenti lo rendono
sicuramente interessante tanto per il
programmatore quanto per l'appassio¬
nato di simulazioni.
PMLIFE 1.0
• Genere: Gioco di simulazione,
freeware.
• File: PMLIFE10.ZIP 38 «Byte
• Autore: The Creative CAT
Tutto ebbe inizio
tra il 1968 ed il 1969, praticamente
un'eternità in termini informatici. Life
venne creato grazie ad
una serie di idee di
Stephen Wolfram, fisico
teorico dell'lnstitute of
Advanced Study di
Princeton, relative agli
automi cellulari, e dagli
studi successivi di John
Horton Conway. Da allo¬
ra migliaia di matematici,
informatici o semplice¬
mente appassionati di
simulazione al computer
hanno tentato di riprodur¬
ne l'affascinante ambien¬
te: personalmente ho
contato versioni di Life
per sistemi che vanno
dal Commodore 64 al
System 370 IBM,
dall'Amiga (per il quale
ricordo una gemale codi¬
fica in Assembler attra¬
verso il blitter) a! Mac,
dal VAX ai vari dialetti di
UNIX Cos'è, dunque,
che mi spinge a parlarne
ancora, dopo quasi
trent'anm di studi e di approfondimenti
da parte delle più brillanti menti mate¬
matico-logiche del nostro tempo?
La risposta è semplice: si tratta di
una versione di Life scritta e compilata
nativamente per OS/2, di cui è presen¬
te oltre all'eseguibile anche il codice
sorgente II programma è scritto in
Virtual Pascal e. oltre a descrivere il
funzionamento degli algoritmi di analisi
di Life, offre all'utente smaliziato ed al
programmatore un'idea su come sia
possibile creare un programma PM
senza utilizzare il C. PmLife utilizza inol¬
tre avanzate tecniche per il multi-threa¬
ding, che lo rendono particolarmente
efficiente nell’esecuzione Ma analiz¬
ziamone con ordine le funzionalità.
Oltre al file eseguibile l'archivio di
tipo ZIP contiene, come accennato in
precedenza, anche una serie di file
relativi al sorgente, alle risorse, alla
documentazione e alle configurazioni
possibili (Cannone ad alianti.
Locomotiva, Astronave...). Una volta
lanciato, PmLife apre una finestra PM
con varie voci di menu: la prima azione
da intraprendere sarà l'inizializzazione
(sotto la voce Life): tale inizializzazione
aprirà una dialog-box dalla quale sele¬
zionare la configurazione di partenza, la
rotazione da imprimere alla figura
prima del caricamento del template e
la posizione all'interno dell'''universo".
A questo punto sarà possibile aggiun¬
gere altre configurazioni, lanciare la
simulazione o bloccarla per esaminar¬
ne lo stato. Le opzioni disponibili
danno la possibilità di ingrandire il
campo di simulazione e le "cellule" di
conseguenza, con effetto zoom, di
cambiare i colori delle configurazioni
attive e dello sfondo, di modificare il
"quanto di tempo" (ed il consumo di
CPU)
Ma qual e in realtà l'utilità di questo
programma?
La risposta è semplice e complessa
nello stesso tempo; ammettiamo di
avere un universo finito e suddiviso in
spazi, ciascuno dei quali possa essere
occupato da una e una sola entità (cel-
IX a □
Mtrrof
Mori/
Voci
Solca fkjuro
notimi
Off*-»
X
V
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CENTURYlE Ontury
CLOCKXE Clock
C0MV0Y1E Convoy
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GCAMMON I* GOÒer Cannon
Gl B>£R LE Gllder
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PtffPTOlE PI Keptornino
PULSER.L* Source ol a Polle
RPEMT LE r Pontom.no
SI I* Steam l ocomoiive
SSME*M LE SpoceiMp (Menvy
SSME’l LE Spaceihip (Ughi w
SSIHPM t B Spaceihlp (Mkldl.
TMEXA1* I Molammo
334
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
PD-SOFTWARE ■
PMdiff v4.0a
• Genere: Utility, Shareware -
US$30, UK20
• File: Pmdiff40_os2.zip
(247331 bytes)
• Autore: Araxis Ltd
|(sales(g>araxis.conT|
• Reperibilità internet:
|http..'. ; www.araxis. corri :
rittp://www.Omtmicro,con|
• Autore recensione: Gian Luca
Prosperici |(gian-lucafe)usa.net|
Avete mai trascor¬
so un po' del vostro
tempo libero con quei pas¬
satempi in cui bisogna
essere abili osservatori ed
individuare tutti i particola¬
ri che, ad esempio, distin¬
guono due vignette?
Non sempre, però si
tratta di un gioco: a volte
invece ci troviamo di fron¬
te alla necessità di dover
confrontare due docu¬
menti, allora che faccia¬
mo? Mettiamo i due fogli
l’uno accanto all'altro sulla
scrivania e iniziamo ad
altalenare lo sguardo
prima sull'uno poi sull'al¬
tro. Una gran perdita di
tempo e di energie, non
trovate? Ai giorni d'oggi
con l'avvento dell'informa¬
tica tutto deve essere
fatto velocemente e bene
e spesso non c'è altro
modo che affidarci all'aiu¬
to dello strumento elettro¬
nico.
Molti ricorderanno il vecchio comando
COMP che troviamo nel DOS e nell'in¬
terprete comandi OS/2. Esso ci costrin¬
ge ad un approccio molto diverso dall'i¬
dea che abbiamo per questo lavoro.
Perché complicarci la vita?
Invece, l'utente che utilizza OS/2 si
ritrova di fronte ad una scrivania virtuale
(la Workplace Shell) e grazie all'aiuto di
questo programma ritrova lo stesso
ambiente che aveva sulla scrivania
reale. A differenza dei quanto era
costretto a fare senza computer, ora, il
lavoro di confronto viene interamente
fatto dal programma.
Gli basta fare come avrebbe fatto
prima: prende un documento e lo mette
da una parte (sulla finestra di PMdiff),
poi prende l'altro e lo mette accanto
(nell'altro riquadro della finestra). In
pochi attimi ottiene il lavoro che gli
avrebbe richiesto molto più tempo e
pazienza.
Sui documenti vengono evidenziate
tutte le eventuali differenze. A questo
punto ci basterà dare un'occhiata,
anche sommaria, perché possiamo
avere una visione delle diversità dei due
file
Scorrendo orizzontalmente e vertical¬
mente uno dei due documenti il conte¬
nuto dell'altro file inizierà (se l'utente lo
vorrà), anch'esso, a scorrere in sincro¬
nia con il contenuto del primo. Questa
funzionalità è molto utile per mantenere
sempre sotto i nostri occhi, nei punti in
cui i file si differenziano, le parti di testo
cancellate, inserite o modificate. Delle
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Araxis
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PMdiff '4 Oli
II
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vov o* OOOM •<* » *•*•*■« «•«*>• • v*i r\**«
ce:
righe, tra i due riquadri, ci facilitano l’in¬
dividuazione delle aree di testo disugua¬
li. Inoltre queste vengono adattate, con¬
tinuamente, per facilitare la lettura dei
file mantenendo più ordinata possibile
la loro rappresentazione.
Araxis PMdiff 4.0, come la maggior
parte delle applicazioni OS/2, è multith-
readed (al suo interno l’applicazione può
compiere più lavori contemporanea¬
mente) ed il suo codice è interamente a
32 bit: inoltre è disponibile per
Windows 95, Windows NT 4.0 e, natu¬
ralmente, OS/2 Warp, ma non per
Windows 3.x, Windows NT 3.51 e
OS/2 2.x.
Naturalmente solo le versioni OS/2 si
avvantaggiano della chiarezza e sempli¬
cità d'uso dell'interfaccia ad oggetti.
Oltre a questo, PMdiff ci permette di
selezionare parti di testo, dei due file
che stiamo confrontando, al fine di pro¬
durre un nuovo documento a nostro
piacimento
PMdiff è altamente configurabile
Font, colori ed altri opzioni possono
essere modificate dall'utente così da
presentarsi ed agire secondo le sue esi¬
genze. Tutto questo con la. ben nota,
semplicità che caratterizza i funziona¬
mento di qualsiasi cartella sulla WPS.
Per qualsiasi dubbio possiamo avva¬
lerci del manualetto in linea che ci aiuta
a scoprire tutte le funzionalità offerte da
questo programma.
Sempre per mantenere la coerenza
con l'interfaccia grafica del nostro siste¬
ma operativo, un menu contestuale
viene attivato con il mouse premendo il
tasto destro sulla finestra
del programma, da qui
possiamo accedere alle
sue principali funzioni.
Per quanto riguarda l'in¬
stallazione, basterà utiliz¬
zare il programma
"install.exe" che trovia¬
mo insieme a PMdiff
Esso procederà alla
copiatura dei file ed alla
creazione dell'oggetto
rappresentante PMDiff
sulla nostra scrivania.
Per la disinstallazione,
qualora fosse necessaria,
ci viene in aiuto lo script
"unmst.cmd" scritto in
REXX, il potente linguag¬
gio batch incluso in OS/2
Le limitazioni della versio¬
ne non registrata sono le
seguenti: non è possibile
salvare il file prodotto
dalla fusione dei due
documenti aperti, non si
possono salvare le impostazioni e, a
volte, saremo "disturbati" da un mes¬
saggio che ci ricorda che si sta usando
un software shareware. In ogni caso,
queste limitazioni non pregiudicano l'in¬
teresse e l'utilità del prodotto che, già
dal primo momento, si fa piacere
La registrazione ci permetterà di otte¬
nere l'ultima versione del programma
(su richiesta, anche sul supporto
magnetico), usufruire di un supporto
tecnico via e-mail e, in ultimo, ma non
per questo meno importate, staremo
supportando lo sviluppo del software
per OS/2. «£
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
335
coordinamento di Andrea de Prisco
Alla ricerca del massimo risultato
di Raffaello De Masi
Passata da un pezzo la buriana delle
spese di Natale, beh, occorre darsi una
regolata Stipendio e tredicesima hanno
spiccato un volo che, al confronto, lo
Shuttle è il triplano del barone rosso, e
non abbiamo fatto neppure a tempo a
comprarci quell'orologio su cui da tem¬
po avevamo messo gli occhi. Abbiamo
speso in regali un occhio della testa rice¬
vendo in cambio un pigiama con i rigom,
una pipa che non useremo mai, un volu¬
me sull'arte figurativa del Tibet che il li¬
braio non sapeva piu a chi rifilare, e per
la vendita del quale ha acceso un cero
alla Madonna di Montevergine. Si cerca,
alla bell’e meglio, di svernare, in un se-
miletargo privo di sensazioni e di grandi
sforzi di volontà, invidiando chi ha anco¬
ra la forza di urlare e di sbracciarsi, beato
lui, magari per motivi di lavoro. L'estate
è lontana, i trigliceridi che i panettoni e
la cassata ci hanno lasciati da smaltire
non se ne vanno neppure con la fiamma
ossidrica, il calcolo del nuovo bollo auto
che, ci avevano assicurato, avrebbe por¬
tato a un risparmio sostanzioso, ci ha in¬
vece lasciato praticamente esangui. Oc¬
corre risparmiare, e il nostro amato Mac
dovrà sacrificarsi con noi, per cui niente
spese folli, niente acquisti "importanti",
niente periferiche che costano un oc¬
chio della testa E neppure pacchetti alti¬
sonanti. di quelli che costano cifre con
sei zeri. Voliamo basso, e come si suol
dire, "diamoci una regolata”.
E non è affatto detto che questo fran¬
cescanesimo sia poi privo di controparti¬
ta Nessun utente non professionista
nel campo utilizzerà al limite pacchetti
come Excel, FreeHand. PhotoShop, Pa-
gemaker Ci si ridurrà, quasi sicuramen¬
te. a sfiorare appena le potenzialità
Ready, Set, Go,
versione 7.0
Produttore :
Abbott Systems Ine
62 Mountain Rd
Pleasantville, NY 10570-9802
e-mail abbottsys@AOl COM
WWW ritto //www abbotsvs coni
Prezzo : 150 US S
dell'ambiente, e si provvederà a dimen¬
ticare doverosamente quelle particola¬
rità che, in quell'unica occasione, siamo
andati a cercare pazientemente sul ma¬
nuale. Invece esistono pacchetti alterna¬
tivi. come dicono al di là dell'atlantico,
"for value-conscious buyers”, che, tra¬
dotto. sarebbe come dire per "chi bada
alla lira". Prodotti da software house di
piccolo cabotaggio, non sempre ben no¬
ti alla massa, assolvono altrettanto bene
al loro compito, e hanno, come contral¬
tare, indubbi pregi, come basso costo,
ridotte esigenze in fatto di memoria, uti¬
lizzabilità su macchine di un'ampia fa¬
scia, sovente abbinati a facilità d’uso e,
cosa che non guasta, a un supporto tec¬
nico più diretto e, per così dire, familia¬
re. I risultati che si ottengono non sono
affatto disprezzabili, comparabili come
sono, per qualità, a ben altri nomi del
software mondiale. E così, eccoci a pro¬
vare una serie di package di questa fa¬
miglia, che, vi posso assicurare, vi stupi¬
ranno per i risultati e per il favorevole
rapporto costo-prestazioni.
Ready, Set, Go,
versione 7.0
Desiderate realizzare delle circolari, o
magari un piccolo giornale, o una rivista
aziendale interna, o, che so, un catalogo
dei prodotti della vostra piccola azienda?
Ready, Set. Go è proprio quello che fa
per voi. Si tratta di un piccolo package di
DTP. che a guardarlo dà l'impressione di
336
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
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Unita: il» O minia
«mulini: 0,000 | urna
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—- 131
Lo splashscreen
di Ready. Set. Go una cosa misera e
scalcinata. Ma non è
affatto cosi.
I lettori di buona memoria ricorderan¬
no come di questo pacchetto ci siamo
interessati periodicamente sulle pagine
di questa rubrica, fin dalla nascita del
Mac. In effetti si tratta del primo am¬
biente di DTP in assoluto realizzato per
Macintosh (non si dimentichi che il
package vede la luce nei prestigiosi la¬
boratori della Letraset, la prima release
compare sul mercato alla fine del 1984)
e, in quel periodo, si permetteva di com¬
battere ad armi pari con PageMaker,
che. in quanto a prestazioni, lasciava
molto a desiderare. Poi, in base alle in-
comprensibili leggi della fortuna, RSG fu
surclassato da PM e da pacchetti super-
professionali dello stesso genere, come
X-Press, e. a fronte di tali sequoie, conti¬
nuò a vivere nel sottobosco, senza però
mai perdere una sua fetta di clientela,
che richiedeva proprio quello che RSG
proponeva e offriva.
Oggi, nella versione 7, esclusiva per
Macintosh, Ready, Set, Go si presenta
in una veste tipografica estremamente
dimessa. Il pacchetto è rappresentato
da tre floppy, contenenti sia la versione
per 68XXX che quella nativa per
PowerPC, da un manualetto di un centi¬
naio di pagine redatto in un minuscolo
corpo 5 (per una buona metà, anche in
un microscopico corpo 3) e da una car¬
tolina di registrazione. Tutto qui, tutto in
bianco e nero, nessuna concessione allo
sfarzo, al colore, alla veste tipografica;
manca anche una vera e propria libreria
di esempi, così che occorrerà sforzarsi
* . 1011
il
2*n & 1
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| Srl Color Polene.. )
Hortzontai Pattebaard:
MM me he*
Verni al Patleboard:
l'O.MOOl mi he*
m
A
La finestra di mino la¬
voro. con le palette
disponibili, tra cui,
molto utile, quella di
testo.
Le due finestre delle
preferenze, tipografi¬
che e generali, capaci
di realizzare un am¬
biente di lavoro preci¬
so e puntuale
-» mi .•. ■: I ■ ! - ■ I I
0 :
un poco per render¬
si conto di cosa, ef¬
fettivamente si può
fare. Ma aggiunge
re un certo quanti
tativo di esempi
layout, preview
avrebbe richiesto
probabilmente
l'uso di un CD per
rendere il prodotto
maneggevole. E
questo avrebbe
contraddetto la filo¬
sofia del package.
Perciò, nessuna concessione al saio fran¬
cescano di cui il pacchetto si veste.
Una volta installata, la cartella che
contiene l'ambiente è grande circa sei
lupographic Preference»
Stellino Page Number: |l |
1
i
5
!
Boto «era impilinolo: |l?,Oo)pi*.
1
Supartcrtpl»... ]
nulo rem Siale loiloe: [in ]*
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ft*l»»'1 1 °» 1
té i
la:
~
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megabyte (l'applicazione principale ne
pesa due, il resto è rappresentato da di¬
zionari, driver di stampante, filtri di tra¬
duzione di documenti e una minuscola
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
337
collezione di tutorial) RSG gira già su
macchine della classe 68020. necessita
almeno del System 7 0, richiede due
megabyte di RAM. una diecina di Mby¬
te sul disco rigido (un po' di più se si la¬
vora su un PPC)
Il manuale di RSG è un esempio di
come si possa costruire e mettere in¬
sieme. in un unico fascicolo, tutto quel¬
lo che serve di supporto cartaceo a un
programma. Esso salta a piè pari i so¬
vente mutili "tour" così diffusi nei tuto¬
rial, e basa tutta la sua organizzazione
su un sapiente uso delle tecniche delle
domande e risposte. In altre parole il
pacchetto lo si impara scorrendo il ma¬
nuale rappresentato da una serie lun¬
ghissima di paragrafi del tipo "... per fa¬
re questo, fare così". La tecnica è buo¬
na per due motivi; primo perché si sa
immediatamente dove mettere le mani,
poi perché ci si ritrova, quasi senza ac¬
corgersene, ad aver imparato tutto in
un periodo relativamente breve
Occorre anche dire che il pacchetto,
ovviamente anche grazie al lunghissi¬
mo periodo di vita sul mercato, ha rag¬
giunto un grado di facilità d'uso eleva¬
tissimo. Il design dell'ambiente è puli¬
to ed elegante, la grafica è semplice e
raffinata, la palette dei comandi è pro¬
prio lì, a portata di mano, con tutto
quello che serve, l'interfaccia è costrui¬
ta nel più classico rispetto dei parame¬
tri Macintosh. Questo permette di sod¬
disfare una delle più cattive abitudini di
un macintoshiano, quello di lanciare
immediatamente il pacchetto e prova¬
re a fare qualcosa, magari pasticcian¬
do Non c'è nessuno che non l'abbia
fatto; RSG permette di farlo senza
grandi problemi.
Come funziona
Ready, Set, Go
Appena lanciato, il pacchetto ci mo¬
stra una familiare finestra Mac. con tan¬
to di regolare menu, righello, palette. Il
primo contiene sei voci e una infinità di
sottocomandi; inoltre, in default, a vi¬
deo, compaiono due palette, quella dei
tool e quella delle pagine. La prima mo¬
stra gli attrezzi di più diffuso uso, la se¬
conda le pagine di cui il documento è
formato. Alla base della finestra c'è uno
status bar. che tiene la conta dei "pez¬
zi" presenti sulla pagina e dei loro parti¬
colari. La finestra è contornata dai righel¬
li. e contiene un ampio rettangolo che
rappresenta, in scala, la pagina corrente
del documento, proporzionata al setup
di formato.
L'organizzazione della finestra è molto
simile a quella di PageMaker, con il ta¬
volo mastro che contiene a centro la pa¬
gina e, tutto intorno, un'ampia area dove
trasferire i pezzi della pagina, così come
comunemente avviene in uno studio di
impagmazione Al momento dell'apertu¬
ra, RSG calcola i rapporti pagina-scher¬
mo per poter rappresentare, in una scala
adeguata, la pagina per intero. Molte so¬
no le somiglianze, anche d'uso, con il
ben più potente cugino; la pagina può
essere ingrandita o rimpicciolita a piaci¬
mento, spostata con l'hand-tool (la ma¬
nina che trascina l'intera pagina), affian¬
cata ad un'altra. Uno dei setup immedia¬
ti che ogni professionista farebbe è
quello di specificare il "trim size", il ta¬
glio della pagina, che rappresenta lo spa¬
zio dedicato alla stampa sulla pagina
stessa La gestione di questi parametri
è integrata, non senza intuito, nel page
setup. gli spazi, in default, sono calcolati
in pollici, ma è possibile scegliere altri
formati dimensionali, piu prossimi alle
esigenze tipografiche, come punti, pica,
o magari centimetri o cicero. Sempre a
proposito di spazi, la dimostrazione della
cura con cui il pacchetto è costruito e di¬
mostrata dal fatto che si può agire in
maniera quasi chirurgica su tutti i para¬
metri presenti; ad esempio, è possibile
scegliere unità di misura diverse in oriz¬
zontale e verticale, come pure la dimen¬
sione della tavola mastro può essere in¬
grandita quanto si vuole.
Il box di testo va disegnato diretta-
mente sulla pagina (o sulla tavola ma¬
stro) e si compone di due parti; lo spazio
dedicato allo scritto e quello effettiva¬
mente da esso occupato. Questo con¬
sente, forse in maniera un po' spartana,
di gestire il bianco attorno allo scritto
stesso; ma si tratta, come si vede im¬
mediatamente, di una scelta voluta, vi¬
sto che il package dispone comunque
dell'autoflow del testo stesso. I caratteri
di scrittura possono essere customizzati
senza problemi, anche in maniera diffe¬
rente, nello stesso scritto, grandezza,
colori, interlinee, ma anche crenatura,
allineamento, sillabazione si riferiscono
sempre e soltanto alla parte che si è se¬
lezionata. fosse pure una riga, una paro¬
la. una lettera. In maniera abbastanza si¬
mile funziona anche il sistema dei bloc¬
chi di grafico Anche qui. per consentire
le stesse regolazioni, si lavora definendo
prima un'area di disegno, e poi mseren’
do in essa la figura stessa, designando¬
ne, separatamente, i bordi II blocco gra¬
fico va cosi prima tracciato, successiva¬
mente selezionato (si riempirà di un pat¬
tern) e poi, ancora, sottoposto a impor¬
tazione di una figura, su cui successiva-
338
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
mente eseguire operazioni di croppmg o
dimensionamento.
Una delle caratteristiche più professio¬
nali viste nel pacchetto, che solo nell'ul¬
tima versione ambienti ben più costosi,
come FreeHand, hanno implementato, è
il bleeding della fotografia al bordo della
pagina, vale a dire quanto avviene quan¬
do una foto viene sistemata in modo
che coincida col bordo del foglio stesso,
o, magari, che occupi due pagine conse¬
cutive. Inoltre basta cliccare due volte
sulla figura per evidenziarne tutte le ca¬
ratteristiche e i setup, cosa che ci per¬
metterà con ancora maggiore precisione
di inserire l'immagine nel punto più pre¬
ciso possibile. Una volta definito al me¬
glio tipo, posizione, aspetto della figura,
converrà "bloccarla" in modo da render¬
la inamovibile.
Tutto quello che abbiamo finora visto
10 si può applicare sia alla pagina vera e
propria che alla/e pagine mastro. Una
volta definito il disegno di base della pa¬
gina stessa (ricordiamo che, oltre ai for¬
mati più comuni, in RSG si può definire
una pagina in maniera personale, anche
se, purtroppo, il disegno non può essere
personalizzato pagina per pagina, come
avviene, per esempio in FH), la pagina
mastro può essere ancora customizzata
inserendo, ad esempio, dei logo di fondo,
anche a colori o grigio, che possono es¬
sere diversi per le pagine pari e dispari.
Costruiamo
11 nostro foglio
Una volta che un disegno sia bloccato
in un punto, è possibile selezionare una
serie di opzioni in base alle quali gli altri
oggetti, presenti sulla pagina, interagiran¬
no con essa. Ovviamente la più utile di
queste operazioni è il "turnaround",
quella secondo cui il testo scorre attorno
all'Immagine. Per giungere a questa ca¬
ratteristica occorre fare un giro un po'
ampio e tortuoso, ma anche cosi facen¬
do le opzioni non sono numerosissime
Non si può. ad esempio, "tagliare", ma¬
nipolando maniglie come in PageMaker;
le possibilità sono solo tre: "off", e grafi¬
co e scrittura si ignoreranno e si sovrap¬
porranno senza alcuna regolazione,
"graphic", e lo scritto si allineerà a bordo
del rettangolo di definizione del grafico
stesso, e infine "picture", nel qual caso
lo scritto si "plasmerà" attorno alla figura
contenuta nel rettangolo di grafica stes¬
so. Niente altro, anche se non è pochis¬
simo.
La definizione dei colo¬
ri. applicabili a lesto,
background, linee , è
presente tutta la cor¬
rente tavolozza Panto-
ne
~ > lii. (dii
_
aa
i
UBtiiigg \ Mw i lui
* b: » a a
aa
vr
■Ti.
Colour Stivelor
Chootr a Color:
Per posizionare
con precisione gli
elementi in una pa¬
gina ci sono tre pos¬
sibilità, in senso cre¬
scente dal dilettante
al professionista;
usare la griglia, usa¬
re i righelli, e, infine,
cosa che pur essen¬
do più professionale
è sovente anche più comoda, usando le
guide di pagina.
In questo caso i disegnatori di RSG
hanno invece fatto le cose con criterio.
Le guide di RSG sono quanto di più prati¬
co e raffinato si sia mai visto in pacchetti
di questo genere e di questa classe. Una
pagina può ospitare quante più righe si
desidera, senza per questo creare pro¬
blemi di appesantimento del documento
in termini di lentezza di gestione. Come
è noto una guida differisce da una griglia
perché non ha effetto fin quando l'ogget¬
to non è a una certa distanza. E RSG per¬
mette addirittura di regolare questa di¬
stanza a valori desiderati dall'utente, va¬
lori che possono essere piccoli fino al
punto tipografico o al cicero.
Le guide sono davvero utili quando bi-
? Pacchetto dal costo ridottis-
O ; simo
CE Buone prestazioni generali,
O ; capaci di risolvere le esigen-
: ze di una editoria piccola e
media
Moderate esigenze di me¬
moria e di potenza delle macchine
Importa documenti redatti in numerosi for¬
mati
Modeste le possibilità di let¬
tura diretta di documenti re¬
datti con altri package
Inesistente la possibilità di
esportazione
JK
ZEE
sogna rifilare i bordi di figure o blocchi di
testo. Basta avvicinare i bordi del blocco
alle guide perché queste li aggancino e
regolino le rispettive misure. Una volta
realizzata una "pagina-guida", la si può
salvare non solo come documento o co¬
me stationery, ma addirittura come voce
di glossario. E' interessante notare che il
pacchetto, nell'area dei caratteri e dei pa¬
ragrafi. permette il salvataggio e il suc¬
cessivo utilizzo di stili e fogli stile, per¬
mettendo di svincolare l'utente da crea¬
zione di layout, modelli, layer, cosa sem¬
pre fastidiosa e non priva di pìccoli errori
(addirittura può essere associata a una
voce di glossano e a una chiamata a fogli
stile, una pagina mastro completa), Il te¬
sto può essere trascinato, ruotato con
valori anche di un grado, integrato con
colori, riempito in sfondo con tinte che ri¬
spettano integralmente la tavolozza Pan-
tone, piazzato sul bordo con una preci¬
sione di un pica; se si tratta di un testo
importato da un text editor o da un wp
(RSG accetta tutti i maggiori formati di¬
sponibili, comprese le ultime versioni di
MSWord e WordPerfect) questo può es¬
sere sezionato in pagine o colonne diver¬
se, e RSG permette anche di combinare
insieme file diversi per poi incollarli sulla
pagina o creare aree di testo separate e
concatenate, in cui lo scritto fluirà in ma¬
niera del tutto automatica. Gli stili sono
applicabili, lo abbiamo accennato, a sin¬
gole parti di uno scritto, ed è possibile
creare rapidamente un "drop cap", quel¬
la lettera di grandi dimensioni, tanto per
farci capire, che apriva le nostre favole
con "C'era una volta...". E' possibile co¬
struire tavole di indice, dei riferimenti,
delle figure, in maniera molto rapida e
diretta; e in ogni momento ritornare sul-
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
339
le pagine mastro o sulle pagine singole
per eseguire modifiche e rifacimenti. In¬
fine eccoci alla fase della stampa, il do¬
cumento può essere inviato direttamen¬
te alla stampante (passerà attraverso i
driver sistemati da RSG nella cartella si¬
stema), stampante che dovrebbe esse¬
re come minimo rappresentata da una
laser o da una sofisticata mk-jet, o a un
file PostScript perché possa essere poi
trasferito in un ambiente tipografico di
livello superiore.
Conclusioni
Ready, Set, Go è un pacchetto che ha
visto la luce quasi quattordici anni fa;
ebbe all’inizio un buon successo, anche
perché di concorrenza ce n'era poca, e
lo stesso PageMaker, allora unico con¬
corrente, non è che poi offriva, nella
versione 1. molto di piu Poi l'ambiente
del DTP si è profondamente sviluppato
e differenziato, dando origine a pacchet¬
ti di grande potenza e prestigio, in tutto
paragonabili (tanto da, talvolta, sostituir¬
li) a quelli che, fino alla fine degli anni
Ottanta, rappresentavano lo stato
dell'arte ed erano usati, negli ambienti
giornalistici e pubblicitari, su macchine
della classe dei mini e dei mainframe
Oggi package come quelli più volte no¬
minati in questo articolo rappresentano
ambienti potentissimi, dove nulla, in
campo grafico e tipografico, è impossi¬
bile; basti all'uopo pensare a cosa può
fare un binomio FreeHand-PM.
RSG, invece, è stato sfortunato; le
promesse iniziali, pur entusiasmanti,
non sono state rispettate per motivi di¬
versi; Letraset ha trascinato stancamen¬
te il pacchetto per tutti questi anni, por¬
tandolo alla versione 7 ma senza mai
eccessiva convinzione RSG ha cosi vis¬
suto in un limbo, godendo di una picco¬
la cerchia di aficionados che non l'han¬
no mai tradito, ma che certo non aveva¬
no modo di darsi eccessivo vanto. Oggi
il pacchetto occupa una strana nicchia
di mercato; manca di certe possibilità
che gli permettano il gran salto, ma ha
tutti i numeri per soddisfare le esigenze
di una editoria media, che non ha un
budget elevato, ma che desidera salire
qualche gradino sopra le prestazioni an¬
che di un sofisticato wp. Ready, Set.
Go soddisfa proprio queste esigenze;
costa poco, "consuma" poco, ha carat¬
teristiche e prestazioni talvolta sorpren¬
dentemente raffinate, ma avrebbe biso¬
gno di essere rivisto a fondo, magari
anche ridisegnato e rilanciato alla gran¬
de perché possa competere di diritto,
come d'altro canto gli spetterebbe, tra i
grandi package dell'editoria elettronica.
Sarebbe magari un po' come una rivin¬
cita di quei vecchi eroi che tanto ci en¬
tusiasmano a cinema.
340
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
È&t sa s, a sa# o s ita
FWB Turbo Toolkit 1.0
Gaetano, un mio amico fraterno, è una
delle persone che odio, benevolmente
s'intende, di più. E‘ un maniaco dell'ordi¬
ne; tiene il suo Mac, la sua auto, la sua
scrivania in maniera impeccabile, ordina¬
ta, precisa, puntuale, e la stessa cura ri¬
serva a tutte le sue cose. Ogni tanto lo
chiamo a soccorso della disastrosa situa¬
zione m cui tengo il mio studio; lui viene
e, armato di una pazienza esemplare, mi
rimette tutto in ordine, facendolo ritorna¬
re immacolato. Puntualmente poi ci pen¬
so io, in media in circa un mese, a ritra¬
sformarlo in una specie di porcilaio, con
documenti, riviste, fascicoli vari accata¬
stati sulle scrivanie, che ogni tanto rovi¬
nosamente franano in disastrosi cumuli
che, riassiemati alla bell'e meglio, ritor¬
nano in situazioni precarie di equilibrio,
pronti a crollare alla prossima occasione.
In un pomeriggio di duro lavoro Gaeta¬
no, con una pazienza e una certosina cu¬
ra degna di ben altri fini, rimette tutto in
ordine, getta via cataste di materiale car¬
taceo che non avrò mai tempo e pazien¬
za di leggere, esegue ritrovamenti degni
del migliore Indiana Jones; meritevoli di
citazione e memoria i recuperi di un bi¬
glietto da centomila, di una stecca di
cioccolato della Tobler del peso di un
chilogrammo, di una foto con autografo
autentico di Naomi Campbell che avevo
dato per perduta, del dischetto originale
di 4D; ma anche va raccontato il ritrova¬
mento di oggetti di cui mai mi sarei so¬
gnato di essere in possesso - chissà co¬
me sono arrivati nel mio studio -, come
un bollitore col fischio, una pinza per fa¬
re le asole nelle cinture e nelle scarpe,
una confezione di tè nepalese con tanto
di verme autentico, un cofanetto da
viaggio per il trucco comprendente una
boccetta di profumo al gelsomino - cal¬
ma, non vi fate venire idee strane! -, un
orripilante accendino di giada a forma di
bocciolo di tulipano, una bottiglietta di
grappa con, all'interno, un pupazzo di
Maradona, tutti pezzi questi che sto ac¬
curatamente collezionando e catalogan¬
do cosi da mettere su, un giorno, un
museo del Kitsch ad uso personale.
Gaetano riordina tutto in background, pa¬
ziente e silenzioso, svuota i cestini (veri
e informatici) e mi dà appuntamento al
mese successivo. Che meraviglia avere
un amico cosi.
Beh, se vi serve qualcosa del genere
che lavori all'Interno del vostro Mac ec¬
covi serviti; FWB Toolkit fa al caso.vo¬
stro, monitorando l’attività del sistema,
consentendo accessi piu rapidi, defram¬
mentando silenziosamente i file, tenen¬
do da conto le porzioni di dati che più co¬
munemente sono raggiunte, rendendole
cosi più pronte e disponibili. Tutto attra¬
verso tre piccole utility che formano il
Toolkit Turbo di cui stiamo parlando.
Metti un turbo
nel sistema
Turbo Toolkit ha uno scopo semplice,
ben dichiarato e del tutto trasparente;
rendere, per quanto possibile, più sem¬
plice l'accesso ai dati che servono. Que¬
sto avviene attraverso tre applicazioni
principali, che intervengono sul sistema
operativo con tecniche diverse, e con ri¬
sultati sinergici interessanti
L'installazione delle tre pièce, Turbo-
FWB Turbo Toolkit 1.0
Produttore :
FWB Software LLC
185 Constitutìon Drive, Suite A
Menlo Park, CA 94025-1439
USA
WWW. httD://www twb.conl
e-mail I'iiwwp f;o3
Prezzo : 49.95 US $
Boot, TurboDisk, TurboRead, di cui TT si
compone, avviene attraverso l'utilizzo di
un singolo installer che dispone, in parte
in una cartellina ad hoc preparata, in par¬
te nella cartella sistema, dieci file, tra
programmi, INIT, file di dati, Preferenze,
il tutto per circa 1 Mbyte di codice. Il
pacchetto non ha eccessive pretese
quanto a macchine; gira al meglio, ovvia¬
mente, su PPC, ma è già sufficiente una
macchina della classe 68020.
Lanciando il programma Turbo Toolkit
(600 K di codice, bastano 450 K di RAM
per farlo girare) si apre una finestra dota¬
ta di tre opzioni, TurboBoot, TurboDisk e
TurboRead. Si tratta, come abbiamo già
detto, di applicazioni sinergiche, ognuna
funzionante su un fronte strategico di¬
verso, per raggiungere il risultato comu¬
ne. La prima, Boot, crea, al lancio, un file
denominato TurboBoot Cache File; esso
contiene un catalogo delle locazioni di
tutti i dischi di dati utilizzati dalle esten¬
sioni del Sistema e dai Pannelli di con¬
trollo. Durante i successivi startup, Tur¬
boBoot provvederà ad accedere in ma¬
niera istantanea ai file di dati relativi alle
estensioni e agli INIT, leggendo la cache
creata la prima volta, e semplificando
quindi le operazioni di caricamento degli
stessi. In base a tale principio, ovviamen¬
te. TurboBoot non ha alcun effetto sul
caricamento delle applicazioni; in altri ter¬
mini la funzione di questo turbo inizia e
finisce durante il caricamento del siste¬
ma operativo e delle sue estensioni
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
341
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TPrpp dlpk rplpltd
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Alcune schermale rica¬
vale dai setup del pac¬
chetici
a im
• w» toftvvr# UC
ICS* C«Mtltvtt«a D t
ri»oft#/r««|
IIHM
Boot esegue continuamente il monito¬
raggio dei file legati al caricamento del si¬
stema operativo Caricando o eliminando
parti si determina automaticamente, al
reboot. la ricostruzione del file proprieta¬
rio di Turbo; in caso di dubbio la ricostru¬
zione può essere eseguita manualmen¬
te. Il programma verifica, ogni volta, i
tempi di funzionamento e avvisa circa i
guadagni di tempo ottenuti
La seconda utility, TurboDisk, ha la fun¬
zione di ottimizzare i dischi o i volumi pre¬
senti organizzandoli in modo da garantire
sempre il piu rapido accesso, monitoran-
do le memorie di massa ed eseguendo
una deframmentazione continua in back¬
ground. Anche Disk si basa, come il pre¬
cedente, su un'unica finestra di setup,
che ha il compito di gestire l’organizzazio¬
ne del volume, di preparare e indicare le
memorie di massa destinate a una otti¬
mizzazione in background, e, particolare
questo trascurabile,
di visualizzare l'ico¬
na del programma alla partenza
L'ottimizzazione viene seguita partico-
Package di tre utility ben co¬
struite. dal funzionamento
pulito e trasparente, che
provvedono a mantenere
sempre perfettamente in or¬
dine disco rigido e sistema
operativo.
TurboBoot mostra, raramen¬
te, un problema che determi¬
na un crash del sistema Pa¬
re sarà superato dalla versio¬
ne 1.2
lare per particolare, con l'indicazione
dell'azione in corso, del file su cui si sta
lavorando, dello stato di esecuzione del
processo, delle condizioni dei file fram¬
mentati, di quelli delocalizzati, e dei dati
statistici del disco. Il vantaggio di questa
applicazione rispetto alle numerose già
presenti sta nel fatto che si può destina¬
re una unità aggiuntiva a serbatoio tem¬
poraneo di immagazzinamento, evitando
di vedersi interrompere l'operazione a
metà quando si lavora su dischi troppo
pieni. L'altro vantaggio sta nel fatto che
TurboDisk lavora con i dati usando diret¬
tamente i comandi di sistema operativo
In altri termini i dati non vengono trattati
a basso livello, questo garantisce che, in
caso di interruzione forzosa del processo
(ad esempio, mancanza di alimentazio¬
ne), non si verifica perdita o parziale di¬
struzione dei dati.
La terza utility, TurboRead, si basa su
un concetto piuttosto elegante; il pro¬
gramma controlla continuamente l'uso
del nostro computer e tiene traccia delle
applicazioni e delle risorse piu comune¬
mente utilizzate, come pure del numero
di accessi a disco e dei motivi che li de-
342
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
terminano. Abilitando TRead, e facendo
ripartire il sistema, si crea automatica-
mente un catalogo delle locazioni, della
grandezza e della frequenza di ogni ac¬
cesso. In questo catalogo viene creata,
per cosi dire, una classifica, basata sulla
grandezza (file più piccoli hanno una
priorità più alta) e sulla frequenza d'ac¬
cesso In linea generale, TRead sembra
funzionare in modo simile alla Cache di
sistema operativo, ma al contrario di
questa, che è volatile, TR salva il suo ca¬
talogo su hard disk. Quindi le informa¬
zioni relative ai dati più frequentemente
utilizzati e/o visitati non vengono persi a
ogni spegnimento; al primo periodo di
inattività del sistema TR carica in RAM i
dati del suo file di riferimento, e sta
pronto a fornire il suo aiuto appena una
delle applicazioni più frequentemente
usate viene lanciata. Ovvio, quindi, il
guadagno in fatto di accelerazione delle
applicazioni.
TurboRead crea due aree di immagaz¬
zinamento; una è quella fissa, basata sul
setup determinato dall'utente, che stabi¬
lisce. una tantum, la quantità di RAM da
dedicare all'applicazione; in aggiunta, di
sua iniziativa, TR utilizza uno spazio equi¬
valente per creare un ulteriore serbatoio
temporaneo, di tipo dinamico, che verrà
immediatamente liberato appena il si¬
stema operativo ne facesse richiesta.
C’è da precisare che TR lavora al meglio
su dischi deframmentati e ottimizzati;
proprio nell'ottica di quanto avevamo
detto all'inizio circa la cooperazione delle
tre utility.
Conclusioni
Ecco tre utility da montare e da di¬
menticare; esse lavorano in background,
senza problemi e senza crearne ad altri;
sono compatibili con le più importanti e
diffuse utility prodotte da altri costrutto¬
ri, come RamDoubler, SpeedDoubler,
DD, Stuffit, e riconosce operazioni ese¬
guite da programmi similari, come Nor¬
ton Utility o CP. Più che dei veri e propri
turbo (il nome lascia presumere accele¬
razioni del sistema brucianti che, invece,
non ci sono) esse sono paragonabili a
una continua e trasparente messa a
punto della macchina, come se per essa
ci fosse uno spiritello che, a scadenze
periodiche, provvedesse a pulire filtri e
candele, regolare contatti, registrare an¬
ticipi e miscele. Se invece credete di ac¬
quistare un overboost per la vostra CPU,
beh, TurboToolkit non fa per voi; meglio
tentare altre strade.
FWB HSM Toolkit 1.0
Ecco il degno compare del pacchetto
precedente; HSM Toolkit è una utility
che aiuta a maneggiare al meglio lo spa¬
zio libero sull'hard disk.
HSM mantiene una traccia automatica
dell'uso dei file, e sposta quelli non più
utilizzati da molto tempo se si accorge
che lo spazio su disco comincia a scar¬
seggiare. Vediamo il principio su cui si
basa e la tecnica del suo funzionamento.
Quando si acquista un nuovo compu¬
ter, una regola empirica suggerisce di
dotarlo, sempre, di un disco rigido di di¬
mensioni doppie di quelle di cui si pensa
che si avrà bisogno. Ciononostante ci
sembra sempre di non averne mai abba¬
stanza, di spazio sul disco. Dal primo
FWB HSM Toolkit 1.0
Prodotto:
FWB Software I.LC
185 Constitution Drive, Sulle A
Menlo Park. CA 94025-1439
USA
WWW : mipy/www. rwp.com
e-mail: |ntQignwP,Cc5l
Prezzo 49.95 US $
giorno dell'acquisto non si fa altro che
fare di tutto per non farci bastare questo
spazio, applicazioni che, ad ogni upgra-
de, divengono sempre più grandi, pro¬
grammi a prima vista utilissimi e che poi
usiamo solo di tanto in tanto, installer
che sparpagliano su tutta la memoria di
massa un innumerevole quantitativo di
file, giochmi tanto simpatici a cui non
giocheremo mai, e così via. Qualche vol¬
ta ci decidiamo a fare pulizia, e, esaspe¬
rati, cancelliamo anche cose che ci po¬
trebbero, poi, tornare utili, magari per
leggere quel documento di cui, in quel
momento, abbiamo dimenticato l'esi¬
stenza. Ecco a cosa serve avere a dispo¬
sizione HSM.
Come funziona
HSM Toolkit
Questa utility ha un grandissimo pre¬
gio, se usata bene; la si dimentica. Il
principio di funzionamento è presto det¬
to; essa momtora continuamente l'uso
che facciamo del disco rigido ed esegue,
in base ai suoi setup, la migrazione di file
e programmi di cui non ci serviamo in
base a determinate regole.
HSM funziona avendo a disposizione
due unità di massa; la prima è l'HD prin¬
cipale, l'altra (che funziona da serbatoio
di accumulo) raccoglie tutto quello che il
programma decide di accantonare, elimi-
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
343
□ lupprett ivarnlngt obout unmounled tource volume.
0 lupprrtt uiarnmgi oboul unmounled detllnellon volume.
0 lupprett ivomingt oboul full «oune volume.
□ Suppre*» uiorningt oboul full deallnollon uolume.
Alcune scher¬
male dei Se¬
tup del pac¬
chetto
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Hlin.il ine me of ine HSMoilliHlg log IODI nglei
lihe moMimum «i/o SlmpleleNl con openl
H Icnirchtcal
Vmlon 1.0 ©
tompolibilHy
I0Z.0Ì
Conclusioni
HSM rappresenta la chiave di soluzio¬
ne dei problemi legati al sovraffollamen¬
to del disco rigido L'attività di monito¬
raggio. controllo, migrazione e demigra-
zione è del tutto trasparente e silenziosa,
non crea difficoltà all'utente e, se questi
è abbastanza accorto, riesce a creare un
ambiente ordinato e pulito, gestendo al
meglio la gerarchia di utilizzazione dei
suoi programmi Occorre altresì ricordare
che la compressione cui i file sono sotto¬
posti rispetta pienamente le regole dello
standard Stuffit. per cui unita di massa,
trasportate altrove, possono essere lette
senza eccessivi problemi.
Kg
nandolo dal disco rigido, in base a tre fil¬
tri principali, età, livello di pericolo, e
scarsità d'uso. Nel primo caso, l'utente
definisce un periodo di tempo (giorni,
mesi, settimane, quello che piu si crede)
che rappresenta una barriera oltre la qua¬
le, se un file o un programma non è sta¬
to usato, viene automaticamente ''tra¬
smigrato". La seconda "trappola di tra¬
sferimento” si basa sulla definizione di
un "watermark", parola questa mutuata
dal gergo idraulico per indicare il livello di
pericolo di una massa d'acqua. In parole
povere si stabilisce che l'HD debba non
superare il riempimento di un valore per¬
centuale; appena questo livello viene su¬
perato, scatta il trap precedente e la re¬
gola del tempo di non utilizzo viene ab¬
bassata Nel terzo caso ci si basa sulla
frequenza d'uso di una applicazione, vale
a dire che documenti o programmi che.
dopo un adeguato periodo di osservazio¬
ne, risultano poco utilizzati anche se nel
periodo di tempo minimo di monitorag¬
gio fanno la loro comparsa, ricadono au¬
tomaticamente nella succheruola di fil¬
traggio Ovvio che. in ogni momento, si
possono indicare manualmente file di cui
si desidera il trasferimento immediato
Per fare ciò HSM crea, al momento
della installazione, un suo database dove
classifica tutti i file presenti sul disco
principale; questo database viene conti¬
nuamente aggiornato e i file destinati al
trasferimento vengono marcati o demar¬
cati a seconda del senso della migrazio¬
ne stessa. Rimarchevole il fatto che.
quando trasferiti nell’unita secondaria, i
file vengono anche compressi. Le unità
di immagazzinamento possono funziona¬
re secondo tre tipologie; on-line (in que¬
sto caso le unità serbatoio sono altri HD).
Pacchetto efficiente e traspa¬
rente nell'uso, che risolve in
maniera brillante i problemi
di sovraffollamento della me¬
moria di massa principale
Modeste le richieste di me¬
moria e di sistema
dominio)
I file compressi non possono
essere archiviati in formato
self-expanding. e richiedono,
se letti su macchine diverse,
l'uso di un motore di decom¬
pressione (tipicamente Un-
stuffit. peraltro di pubblico
file «mi H «muchi*» viti u tfMnt u
M M h mum «u «f file
off-line lesempio tipico una unità a na¬
stro) e near-line (unità magnetiche perife¬
riche, o server di network) HSM. secon¬
do la filosofia di FWB. ha pretese, in ter¬
mini di sistema, bassissime; funziona an¬
che su macchine 68020 (il codice è co¬
munque ottimizzato per PPC) ed abbiso¬
gna di 1 Mb di RAM e di 2 Mb di spazio
su HD).
HSM. come si può facilmente intuire
dalle immagini, è ben customizzabile. vi¬
sto che i file posso¬
no essere ancorati
(non vanno via se la
stessa cosa non av¬
viene per altri) o ad¬
dirittura bloccati, e
in questo caso non
verranno mai sotto¬
posti a filtro. Le
operazioni connes¬
se con la migrazio¬
ne avvengono in
base a un tempo
predeterminato di
inattività; se si inter¬
rompe il lavoro di
HSM, ricomincian¬
do a lavorare, non succede proprio nulla,
visto che il trasferimento del file è ese¬
guito su una copia e non sull'originale.
Dimenticavamo di dire che HSM lavora
in ambedue t sensi, vale a dire che se si
accorge, sempre in base alle regole im¬
postegli, che un file o una applicazione è
ridivenuta necessaria, il programma la re¬
cupera silenziosamente e la riporta sul
nostro HD
344
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
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■ PD-SOFTWARE
coordinamento di Andrea de Prisco
Qualcosa si muove
Dopo molto tempo anche il mondo dello shareware per
Macintosh comincia a presentare dei prodotti di qualità pari, e
spesso superiore, a quella del software commerciale.
Probabilmente la diffusione dei PowerMac, e quindi la maggiore
potenza di calcolo, ha contribuito a questo incremento di
qualità. Non a caso la maggior parte del software di qualità esce
solo in formato PPC. Temo che ormai la gloriosa epoca dei 68K
sia davvero conclusa.
di Valter Di Dio
David’s BackGammon
• Genere: gioco -
Demo/Shareware (20$)
• Nome File:
davids-backgammon 137.hqx
• Autore: David Byrum
<MacGammon@aol.com>
• Reperibilità Internet:
Ihttp: meinpers.aoi.comi
WinGammon/backgammon/
backgammon.html
David's Back
Gammon è un ottimo programma per
giocare a BackGammon, la versione
per Macintosh (ne esiste anche una
Windows 3 1 e Windows 95) è una
Demo che non permette né di salvare
la partita né di portarla a termine (si
ferma circa a metà). Si tratta perciò di
un vero e proprio dimostrativo, utile
per vedere la qualità grafica e le capa¬
cità di gioco della macchina; ma non
utilizzabile neanche per una partita
occasionale. L'invio della quota sha¬
reware permette di sbloccare la Demo
e di attivare quindi tutti i menu. Tra le
caratteristiche salienti spicca la gestio¬
ne del parlato che è parte integrante di
questo programma. La tavola di gioco
standard è quella fotografata (a mio
avviso è anche la migliore) ma si può
scegliere tra altre 5 colorazioni. Il gioco
gira su macchine veloci, dotate almeno
di un 68030, ed è molto semplice da
usare nonostante le regole astruse del
BackGammon (caratteristica peraltro
comune a tutti i giochi inglesi),
346
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
» File Edit Contenti Seorch
10:02
Apple Error Codes ‘98
• Genere: utility - Free
• Nome File: AEC.sit.hqx
• Autore. Rustie Laidman
<raymeow@aol.com>
• Reperibilità Internet:
pttp members.aol.com ray|
meow/
L'arrivo dei Po¬
werMac e anche delle nuove architet¬
ture con bus PCI sembra aver moltipli¬
cato a dismisura i messaggi di errore
che possono apparire sui Mac. Mentre
un tempo si limitavano ad errori di tipo
Ioli adesso appaiono strani numeri
mai visti in precedenza. Il problema
principale è legato ad alcune chiamate
Return
If Una. . |.|~
Flint...
Preulout
EtT.or.Co.des 1 :3. Q
dirette a risorse
di memoria o
hardware che
non sempre
sono disponibili
o, se lo sono,
non è detto che
stiano allo stes¬
so posto. Chi
programma
conosce bene i
codici di errore
del Mac, ma l'u¬
tente spesso si
trova in imba¬
razzo quando
un'applicazione
si chiude ina¬
spettatamente
e presenta co¬
me una giustifi¬
cazione un misterioso codice di errore.
AEC è un database contenente TUTTI i
Apple
Error Codes '98
Negative Error Codes (-299 to -5553)
Sad-MflcJàr pr Co des
Troubleshooting S ystem Errors
Index
AbQ.unbis.itocym.eDL,,
Addenda <?
TM>!» of CoMtnli
UMV'A
ET
codici di errore utilizzati nei Macintosh
aggiornato a dicembre '97.
è EPStoPICT 1.21
• Genere: utility grafica -
Shareware (25$)
• Nome File: eps-to-pict121 .hqx
• Autore: Art Age Software
<http://users.aol.com/ArtAge>
• Reperibilità Internet:
ftp://mac.archive.umich.edu/
graphics/graphicsutil/
ftp://users.aol.com/ArtAge/
Magari non ser¬
ve tutti i giorni, ma capita a volte di
avere sottomano un'immagine EPS e
di volerla convertire in qualcosa di
più maneggevole. La soluzione clas¬
sica è di aprirla con un programma
che legge gli EPS (Encapsulated
PostScript, per la cronaca) e li può
salvare in un altro formato. Si tratta
però, in genere, di programmi com¬
merciali dal costo non certo esiguo,
programmi che quindi non si trovano,
di regola, nei Macintosh dei comuni
utenti EPStoPICT è una piccola uti¬
lity Shareware che legge i comandi
PostScript e li traduce in primitive
PICT. Non si limita ad estrarre l'ante¬
prima a bassa risoluzione contenuta
nel file, EPStoPICT esegue una vera
e propria conversione dell'immagine
originale. L'operazione è ovviamente
più lenta, ma il risultato è di qualità
superiore. E' possibile decidere la
risoluzione tinaie da 32 a 360 dpi e la
profondità del colore da B/W a milioni
di colori. Si può decidere il creator da
assegnare al file PICT e se rasterizza-
re o no l’immagine; in quest'ultimo
caso è possibile attivare anche l'anti-
alias Utilissimo l'uso come
Drag&Drop per chi deve effettuare
conversioni multiple.
MCmicrocomputer n. 181 - febbraio 1998
347
File Edlt Players lene! Options Hnalytet Ullndouit
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Chess
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1 «4
•3
2 <33
Nf6
3 Nf3
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4 Nc3
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5 B*3
0-0
6 63
Nc6
7 0*2
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8 Bg5
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9 d**4
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11 6*c3
66
12 8«f6
0xf6
13 «bl
Rd8
14 Qf3
GW3
15 ftxf3
66
16
IH! KIUI III 131 ISIS
■ PD SOFTWARE
MacChess 4.0
• Genere: gioco • Shareware
(25$)
• Nome File:
macchess-40-en.hqx
• Autore: Wim van Beusekom
<beusekom@knoware.nl>
• Reperibilità Internet:
Ihttp: members aoi corri|
Macchess/
Nato nel 1989 per
Atari, MacChess è, a mio awiso, l'unico
programma Shareware per giocare a
scacchi degno di questo nome. La prima
versione per Mac è del 1994 e già allora,
su un Classic II, combatteva alla pari con
Mephisto e con Team-Mate di Kasparov.
La successiva versione, la 3.0 del 1996,
era dotata di un motore sufficientemen¬
te forte; tanto che MacChess si piazzò
settimo su venti nel 16mo Open Dutch
Computer Chess Championship girando
su un PowerMac a 200 MHz Sebbene
MacChess 3.0 fosse molto veloce, non
era però sufficientemente intelligente
Si deve aspettare la versione 4 0, que¬
sta, per avere una versione in grado di
distinguere il centro partita dai finali e
che abbia quindi algoritmi separati per
apertura, centro partita e finale. Il pun¬
teggio medio di MacChess 4.0 è di
circa 2400, ben al di sopra di un giocato¬
re umano di media bravura. Il program¬
ma è estremamente curato nell’inter¬
faccia grafica e molto semplice da
usare. Permette di importare ed espor¬
tare partite nei formati PGN e EPD e di
salvare la scacchiera in formato testo
(utile per il gioco postale). La parte di
analisi non è ancora bella come quella
del suo rivale, sotto Windows,
ChessMaster in quanto si limita ad
elencare per ciascuna mossa i nodi del¬
l'albero della decisione seguiti.
ChessMaster invece commenta, in
inglese, le mosse indicandone i punti di
debolezza o i vantaggi Speriamo che
questa utilissima opzione sia presente
nella prossima versione
• The Hajj Simulation 4.0
• Genere: gioco stack-
Shareware (25$)
• Nome File: the-hajj.sit.hqx
• Autore: David Rowbory
<david.rowbory@bigfoot.
com>
• Reperibilità Internet:
http://hyperarchive Ics.mit.
edu/HyperArchive.html
Han è una simula¬
zione interattiva di un pellegrinaggio alla
Mecca. Disegnato per studenti tra gli
undici e i sedici anni, è una interessante
introduzione ad uno degli elementi base
dell’IsIam Gruppi di tre o quattro stu¬
denti controllano il movimento di un pro¬
tagonista attraverso il lungo viaggio che
lo porterà da casa (in Inghilterra) fino alla
Mecca, attraverso le tradizionali vie per
l'Oriente. Una completa documentazio¬
ne riservata agli insegnati accompagna il
gioco. Suoni e voci sono integrati con
immagini a colori al fine di rendere
attrattiva la simulazione. L'interfaccia
grafica Mac e HyperCard fanno sì che gli
alunni possano utilizzare il Mac anche da
soli Questo gioco e altri con lo stesso
motore sono già in uso presso alcune
scuole del Regno Unito.
348
MCmicrocomputer n, 181 - febbraio 1998
• File (dii Speech
The Ya Series 1.0
• Genere: utility - Shareware(3$)
• Nome File: ya-series-IO.hqx
• Autore: G-w@re, Ine.
<zed@kagi.com>
• Reperibilità Internet:
pttp://nome.pages.de/-yaseries|
Perché Ya? Beh.
"ya" sta per "yet another" ovvero
"ancora un altro”, esclamazione che
tutti fanno quando si trovano davanti
ad uno degli innumerevoli programmi
che fanno sempre le solite, futili
cose. Lettori di CD audio, visualizza¬
tori di filmati, registratori audio ed
editor di testo.
Ogni volta l'autore cerca di spiegare
perché il suo è migliore degli altri die¬
cimila che lo hanno preceduto, fatica
inutile visto che in questo campo
escono continuamente nuovi pro¬
grammi che fanno la stessa identica
cosa, ma in modo migliore del prece¬
dente (almeno a detta dell'autore)
Almeno, questa volta, c'è il corag¬
gio di averli presentati tutti insie¬
me
• Extension Overload 2.5
• Genere: utility Shareware(25$)
• Nome File: AEC.sit.hqx
• Autore: Teng Chou Ming
<cmteng@kagi.com>
• Reperibilità Internet:
http://www.mir.com.my/
-cmteng/
Sapete esatta¬
mente cosa fanno tutte le estensioni e
i controlli che il vostro Mac ha nella
cartella sistema? Sicuri che siano tutte
indispensabili e che non ne manchi
nessuna? Extension Overload è un
database con la descrizione di quasi
tutti i controlli e le estensioni presenti
nel mondo Macintosh, sia quelli stan¬
dard Apple che quelli di terze parti. La
versione scaricabile da Internet pre¬
la versione completa
Oltre alle informazioni
sui controlli e sulle
estensioni c'è anche un
capitolo sui tasti speciali
(ad esempio come
avviare da CD), un elen¬
co degli "Easter Eggs"
ovvero di quelle curio¬
sità che appaiono in
alcuni programmi pre¬
mendo una certa
sequenza di tasti e, infi¬
ne, alcune indicazioni su
come rendere il Mac più
veloce. Utile anche la
tabella con le estensioni
raggruppate per fami¬
glia, in questo modo è
facile controllare se si
dispone di tutte le parti
necessarie ad attivare
una certa funzione.
senta solo l’80% dei dati di quella
Shareware; pagando la quota otterrete me
' . HI» IdH Conienti _ nv. jjj X B]
□iHlentlon Oii.ilo.d u3.S D.mo. I».
Extension Overload
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Come avrete notato, lo spazio dedicato agli annunci si è progressivamente ridotto da un po’ di tempo a questa parte.
La diffusione dell'informatica ha reso sempre meno significativa la pubblicazione di annunci su riviste specializzate e
soprattutto con periodicità mensile: al contrario i settimanali specializzati in annunci, diffusi ormai in tutta Italia, sono in grado di
svolgere a questo proposito un'azione molto più efficace e tempestiva.
Un altro strumento di comunicazione di particolare efficacia è oggi rappresentato da Internet, ed è tutt'altro che improbabile
che chi è interessato alla compravendita di materiale usato fra privati abbia la possibilità di comunicare per via telematica.
Succede non di rado, quindi, che chi offre o cerca qualcosa attraverso un mensile lo faccia contemporaneamente anche
attraverso un settimanale o Internet, ed è molto probabile quindi che quando esce il mensile l'annuncio non sia più attuale, il
che si traduce in una perdita di tempo per tutti.
Per questo abbiamo deciso di abolire lo spazio MicroMarket. Dobbiamo confessare che ci dispiace un po', visto che
accompagna MCmicrocomputer e noi da ormai da sedici anni e che è certamente stato un utile strumento per chi ne ha
usufruito: ma questo avveniva soprattutto quando l’informatica era un fenomeno meno diffuso di ora, ed era quindi più difficile
entrare in contatto con persone animate dallo stesso interesse. Ricordiamo quasi con un po' di nostalgia i tempi degli
appassionati di Sinclair o VIC o C64 che cercavano di riunirsi in gruppi per scambiarsi informazioni ed esperienze.
Per comunicare con chi condivide i propri interessi resta, comunque, la posta di MCmicrocomputer che. come al solito e a
maggior ragione ora, è lieta di dare spazio chiunque voglia rivolgersi sia alla rivista, sia agli altri lettori.
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I» Suite 8 vi accompagna durante la vostra giornata
lavorativa, per concludere contratti,
impressionare il vostro capo e farvi notare. Aumentate la
vostra competitività con gli strumenti avanzati di guida e di
organizzazione, con le facili funzioni di integrazione e le
rivoluzionarie funzioni per il Web’. Fate lavorare per voi il
software. Corel WordPerfect Suite 8; innovazione su cui
potete fare affidamento.
Corel WordPerfect Suite 8 comprende:
Corel® WordPerfect® 8
• Elaboratore testi intuitivo
Corel® Quattro" Pro 8
• Potenti fogli elettronici
Corel® Presentations
• Presentazioni di grande effetto
CorelCENTRAL 8
• Integrazione completa con
Netscape Communicator
Comunicate.
-i- *
Collaborate.
8
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Collegatevi al
mondo.
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Oltre 10.000 immagini clipart
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e Windows NT 4.0
Sia che comunichiate via Internet o con semplici lettere, sia
che usiate parole, numeri o grafici, Corel WordPerfect Suite 8
supporta il mezzo che porterà a destinazione il vostro
messaggio.
Collaborate agevolmente con i vostri colleghi nello stesso
ufficio o con corrispondenti all'altro capo del mondo, usando le
efficaci funzioni di collaborazione di Corel WordPerfect Suite 8.
Provate la tecnologia che vi permette di superare i ristretti limiti
di layout dell'HTML con la potenza di Java ". Fatevi strada in un
ambiente competitivo con le dinamiche funzioni Web di Corel
WordPerfect Suite 8. E collegatevi con il mondo.
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l.c soluzioni software IBM
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'Copia di prova con limili temporali di utilizzo "Se preterisci puoi lasciare un messaggio e-mail a IBM Direct all'indirizzo IFm auearaii ibiruiiiil L'indirizzo IBM Direct in Internet e http//direct ipm it,
L'tiome page di IBM e i"r iVmdons HI e un mjtchio Miaosoll Corp
Le prestazioni di Windows NT. La qualità dei prodotti IBM.
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le applicazioni in Windows NT, per integrarle con i sistemi “legai y" ed estenderle al Web: tutto senza alcun problema.
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aspetti dai prodotti IBM: disponibilità, integrità, soalahilità. supporlo. Per maggiori informazioni o per scaricare una
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Soluzioni per un piccolo pianeta
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